PRGRA)
La
DELLHISTORIA
_ NATVRALE
DI FERRANTE IMPERATO
NAPOLITANO:
LIBRI XXVIII
NELLA OVALE ORDINATAMENTE SI TRATTA
della diuerfa condition di miniere, e pietre.
— (on alcune biflorie di Piante, € «Animali;
fin bera non date in luce .
CON PRIVILEGIO.
Nella Stamparia a Porta Reale. MDIC.
Per Coftantino Vitale. di
1. "000 7
hr |
ALLILLET ECC" SIGNORE
IL SIGNOR _,
D. GIOVANNI DI VELASCO
DYVCA DI FRIES, CONTE D'ARO,
GRAN CONESTABILE DI CASTIGLIA»;
GOVERNATORE DELLO STATO DI MILANO,
ET CAPITANO GENERALE IN ITALIA
PER LA MAESTA' CATTOLICA.
\e} T anto dilettewole (Illufrift. et Eccellentife Signore) la
e cogmitione dei fecreti della natura nell'offeruare che ha
SÌ datotante proprietati parte probabili, parte occulte 4
(D molti animali irrationali,et alle parti di quelli; alle pià-
Di te nelle radici,ne tronchi,nelle corteccie,nelle frondi,ne'
SS fiori,ct ne s fruttisalle pietre;es alli minerali;che tratto
dal gufto di quella Ferrante Imperato mio Padre,mon (olo ui ba cofumati
anni,et luffri,ma hormai lo intiero corfo di fua vita. QueSla gentilifsima
profejsione nei paffati fecoli fu fegnita da elenatiffîfmiingegni,et ancho da
Principi,et H eroi, liquali,per l'utile grande che ne è feguito,ne han ripor-
tato appreffola pofferità lode,et eloria;et to qualbora dafaticofi fiudr del-
lel:ggicimi.per rifloro dell'antmmo mi riduco all'vtilifsima lettione dell'hi-
forte (per lafciar da parte Chirone maeStro di «Achille, e di E fculapio,
es Podalirio.€s° eMachaone da Homero celebrati) ritrowo che illuffre fi
refein tal maniera di ffudio Pompeo Leneo Re conbanerwi non folo (pefa
opra,ct fatica,ma lafcratane co fuoi fcritti celebre memoria,di cui non fu
meno curtofo M.( atone,che per lungo (patio ditempofnaetate n queldol-
ce trattenimento trapafto,et Archelao Redi(appadocia,et MafiniffaRe
di Numidia;quefti feguiti por furono da alcuni Romani Imperadori cele-
brati per tal profefstone da G aleno nel primo libro de gli antidoti; la gloria
de quali vouaglio,et forfe fapero (. Plinio quandotatto ciò che da altri ne
ritrouò feritto,raccolfe nella fia naturale biftorta.Pofcia nell'era nofira,
inclinata piùtofio a gliotysche alia curtofità, non ban mancato in molre
Cuttà di Europa nobili(simi ingegni, quali non folo co loroferutti, na con le
a 2 VECAETAZZI
sr
ima: cont al vino ritratte delle cofe,ban raccolto quanto all' ada indu
firia e fato pofsibile, per illuftrar così 3 nobile pro; fol Grone.Ma chi potreifra
mioderni giammai 10 addurre,0 nominare per tal prona,che l'EccelleZaVo-
fira di gran lunga nontrapaffi,neldar ai cloria allo fudio de S em
plici ?mentre Ella fra li vsaneggi politici di così gran Stato al fi juofaggio go-
verno commeffo,anti fra lo firepito delle armi Franceli,quali conse Gene-
rale in Italia della Maefà (Cattolica hà col (uo valore repreffe di ta delle
Alpi. puretasi gentile trattenimento vd fua eleuatiffima mente nerfanao.
Reftanano queffe lunghe fatiche di into Padre folo al fo gufo defltnate,
et nella poluere fepoltesilche vededo molti che alcunfasgio ne haneanoha-
suio,ci { gie ‘dicanano poter quelle apportare ciosmamento vrande perli meat-
carenti d diuerfi mali,et anchogufio a coloro che dital fudio fi dilettano,
(contenendo cofe da altn 0 o conf sfamente,o 9 ofcuramente,0 AZIO più in 13040
verano traitate) mi hanno con loro nflanke rGro battuto, ch'io mi fono con
prieghi oprato st con mio Padre,che fi è contentato ch'io le mandi 1n lesce.
Hora founenendomi che V. E. fi è compiaciuta, come dicena,tanto della
cognitione delle cofe che nell'opra fitrattano,che mentre con lo Eccellenti/-
fino Signor Duca di Offuna, f0 focero,es Viceré di Napoli i indettaCut-
14,€G° R: egno dimoro,mi ricordo che più volie fi 5 degno venire nel Mufeo di
detto mio Padre pieno d'infinito numero di cofe rave per la profefsione di
Semplicifla,ct che convinuamente ba potfauorito detto mio Padre, anchor
che per lunga diflanka lontano, bo giudicato non poter mandar detta ope-
ra fuori fotto più felice aufpicio, che delnome di V. È. perche prouedena in
un tempo iftefo di così gran fauorel'opera, ejpoSta al giudlicio del Mondo
al più delle valte troppo rigorofo, €g° vfaua ancho rod gratitudine, in
quanto to potewa,dedicandole lefatiche di vnfuo affettronatifsimo,ez obli-
gatiffimoferwidore. cAccettil'Eccellenzia Vofira non Solamente sl dono,
mal'affetto dell'animo mio,che alla fernitt (ma dedico, che così come fono
ficuro,che fottolatutela es protettion fina l'opra farà per vinere molti fe-
coli,così 10, fe 1 1rò da lei fra fuoi feruidori annonerato, per fucceffore nella
feruitis che l'ha tenuta,e tieme mio Padre, mi tenero altretanto che lui di
guella fortunato, «g? contento. (on che facendole rinerenzia humilmente
le priego da NC_S. lddio ognicompita felicità. Di Napoli il primo di
NCosembre SG DO] È.
Di V. Eccellenza
humilifsimo fetuidore
Francefco Imperato.
RITRATTO 1 DEL MVSEO DI FERRANTE IMPER Aol
ilqual vien diftribuico nella rapprefeotarion di piate naturali doh. “a
| ciofamzate conferuate, & attaccate à pagelle de libria ciò deltinari, i
nella rapprefentation naturale di Animali terreltri saquarili;, & vo-
Jatili : nellaordination di Gemme, Marmi, & iltre differenze di:
‘Pietre, Terre, Miaere, e Metalli : e nella cdufergation de (emi DI da”
efogli percgraiy & de lic ori È tchre, c piante diucrf,. ci
ti
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SVMMARIO ET INDICE
dellecofetrattate nel libro prefeate dell'It>ria Naturale.
N primo, fecondo, terzo, quarto,et quinto libro, fi tratta
delle terre, e lor diuerfi vfi,e natureo.
À
Garico minerale,
Ampelite.
Arena in vfo di fabriche, in che, e come fi adopri.
Arene di fpezie diuerfe.
Argilla, e diuerfe fue fpezie .
Arfenico +
Atramento.
Azurro oltre marino.
i BR
Tanco a frefco. w
B Bolo adoprato in vfo di fabriche +
bo armeno +
Bolo infanguinato,
Bolo lLoccalefe.
Cc
Alce liqual pietra fi faccia +
Ualce oade incralifca. i
Cuiczie varie opre che di ella fi fanno in vfo di edificij.
Calcimon!a»
Ceruleo.
Cerufa.
Ceruffabruciata
Chryfocolla .
Cimolia.
Colore confiderato nelle terre de agricoltura.
Colori c'han corpo, e colori che non han corpo. .
Colori a frefco,a guazzo, atempra,adoglio variamente adoprati,
Colori moderni di varie maniere.
Colori di fiori, e frondi.
Coloridiuerfi diterra.
Corretcion di vna (pezie diterra conl’altra.
Cottura,e colorimenti dati all’Argilla.
Cottura delle forme... ‘
Creta verde. ò
Mendation delle terre humide come fi faccia +
F Emendation delle terre magre.
brethtia. è
i F
Orme da tragittare di varie maniere...
Forme de modelli perfetti.
Forme di mezi rileui,
Fufion delle terre .
ISI
100.1 17
105-106
106
f07.115
133.149
3
95
95
12!
123
153
17
0.3I
2 33
312
15
16
107
60.93
75
rh
î 34
Generation
G.
\g7Y Eneration delle terre. 150
G Geffo iu feruirio de modelli,e forme datragittare. 34
Graduation delle terre di coltura. 6
Grafio HIPPNO: n 2
H Ylginos" : "109
Ndico. I II0
Intonicati in varie occafioni come fi facciano. . 56.57.53.59
‘TY Auatura delle terre. 139
L Lemnia degli antichi; & oue foriero 126.& feg.
Arga che cofa fia, e fue diuerfe fpezie,& effetti in bonificarlaterra. 8
ì Mattoni in vfo di fabriche, & edificij,e loro diuerfe virtù. 36
Melino. 105. 112
Melia. ° 117
Minio. dg 103.113}
N
x Omi diuerfi di fuftanze terrene sonlidzate: 9
Chra. 112.143
O Orpimento . i 113}
Olic. 118
P i I
Aefi famofi dalle terre; 35
Paretonio. vie 105. II?
Pavimenti di fpezie diuerfe. i 53
Piante accommodate alla diuerfità della terra. 7614
Proprietà diuerfe delle terre adoprate nell’agricoltura. ir $
Purpuriffo . 109
Puzzolana, e fue virtù nella fabrica. 4%
Valità diuerfe di terra onde PrORGBEAAAE si a chi 150
Ilaffamento; & indurimento delle terre. | 155
Rubrica. o per 145
Andaraca. 107.118
Sandice, e Scyrico. x 108
Saponi naturali, fpezie di terre. 124
Sapori dinerfi di terre, & odori. 156
Segni della terra idonea alla coltura. n° 4
Semi conuenienti à diuer(e Delo di terre. 11.12
Sile, 99
Sinopide colore. | 97
Sito diuerfo diterre. 5.0.7
Stucco. 54
Suoli ordinati di terra. it 357
T
Appie, & argini di terra. 39
Terra femplice,e terra compofta quali s'intendano. 2
Terre in v(o Plaftico, o Figolino.
Terre crude come fi adoprino in fabricare.
‘Terra diuerfamente s'indurifce in pietra.
Terre idonee in vfo di formare.
Terra perligetti maggiori, .°
Terratenace, e magra infieme, come fia»
Terra da formare come fi prepari.
Terra di ombra.
Terre vtili a purgarle lane,
‘Terta Egizzia»
Terra Samia.
Terra Selinufia, e Chia.
Terra Cimolia. 0,9
Terra Cretefe.
Terra Eretria.
Terra Pnigite,
Terra figillata,
Terra Bezaara.
Terra Lemnia, e fue varie differenze. ci
Terra fisillata di Slefiae
Terra Maltefa.
Terre figurate.
Vv
ti di fpetie diverfe a qual differenza de luochi conuengano.
V Volte di ftanza come fi facciano .
Nel Ubro fefto e fettimo fi tratta dell'acque ,
e (se differenze, e nafcimenti.
Ccoglimento dell’acque owe,e come debbia farfi.
Accrefcimenti dell’acque, e diminutioni onde auuengano.
Acque naturalmente fi accompagnano alla terra.
Acque diverfamente adoprate dan vari) effetti.
Acque chiare che tingono l’alueo .
Acque diuerfe nelle qualità del caldo, e freddo.
231.140
236.138
336.141
147
147
148
149
149
152
22
55
216
236
158
194
165
182
Acque diuengono migliori, e peggiori nel fapore,dalle qualità eftrinfeche del cal-
do, e del freddo,
Acque come poffano non mefchiarfi.
Acque apparenti etlaminate variamente.
Acque ftillate comparate alla piouana, e loro varie virtù.
Aquedotti di fabrica.
Aquedotti con canne di piombo, e con tufoli.
B
Agnidinerfi da natura, e da artificio.
B Bollore nell'acque fredde come aunenga.
Gi Aldo può diuerfamente chiarire, & inturbidar l’acqua.
Colori diuerfi di acque.
Conferue di acqua come ft facciano.
Correttion dell'acque.
173
173
217
236
218
219
188
238.239
166
101
222
233
b 2 Differenze
D
D Tferenze di acque,e loro diuerfe conditioni.
È i
Scrementi de gli animali, falî,
Eftrattion dell'acqua chiara dall’ acque turbide,& inferre.
Fila nina della bontà dell'acque.
La) F
F Cor (benta dall’ acqua.
Fiufto e rifluffo all’acque onde auuenza.
Huflo e rifluffo del mare onde venga.
Fonti acetofi che bollono non effendo caldi.
I
Mprefioni dinerfe nell'acqua'onde vengono.
Infufione,e decottione,e qualità che indi piglia l'acqua.
luditij della bontà,e quantità dell’acque dal fuolo.
Auacro freddo come fi adopri.
Liuellameuro dell’acque.
% M
Are vitimo termine de fiumi,e fonti.
Mare perche negli ftretti ha corfo +
Maxc perche non crefca da tanta moltitudine de fiumi,
Mare luogo proprio dell'elemento deil'acqua.
Mare come falfo,e perche non diuenga dall’ifteffa caufa più fallo.
Mefcolanza delle altre fuitanze con” acqua.
Mutation de colori nell’acque.
Mutation de fapori. x
Mutation de‘paefi di acqua in derra) editerra in dcqua,'
Mutation di piani in colline»
N
N Afcimento de fiumi.
O
| Dori diuerfì nell’ l’acque, di on0 putrido di Solfo, di Bitume,& altri.
Operationi dell’acque come fi aiutino +
Operazioni dell'acqua nel corpo.
D
Aragone dell’acqua piovana noua, e vecchia.
Paragone del bagno caldo; e freddo.
Pefo diuerfo nell’ ‘acque. i
Perennità de fiumi onde venga.
Pozzi come fi facciano è
Purification dell'acque. a ai
Valità propric,& effentiali dell’acqua,e della terra.
R )
Imedij contro li difetti dell’acque .
S Apori diuerfi dell’acque .
I) Sapori caufati da infettion di vena metallica e
Segni dalle cofe nafcenti,oue fia acqua.
° ©
di Rafparenza dell’acqua,e fuoi colorimenti.
196.199
171
228
227
187
199
173
197
222
223
159
186
166
169
215
2604
Vene
Vv IL
Ene di acqua fotterranee come fi riconofcano. 21$
Virtù medicinali dell’acque minerali. 179
Virtù dell'acque dolci diuerfe fecondo la lor caldezza, e freddezza. 181
Voragini oue fi fommergono li fiumi, 198
NCel libro ottano, e nono fi tratta dell'Elemento dell'Aria,
» ecorpichetnefo pigliano confiflenZa.
A
Riamezo del fenfo delia vilta, & odorato 243
Aria naturalmente più fredda, e fecca, che humida, contro il parer di
Ariftotele. 244.
Aria fecondo che è illuminata, 0 non illuminata , aperta, o rinchiufa ne
diuien migliore, o peggiore. NE aa 254
Ari: Puzzolana infetta variamente, di che condition debbia ftimarG 265
B
Onta, e malitia dell’aria. sisi È 245
= Ifferenze dell’aria dalle diuerfe circoltanze de paefi. 258
“7 Sfilationi del paefe effaminate di che condition fiano. 62
ld i G.. i,
Torno fecondo le fue parti difpone diverfamente l'aria» 248
I Grandiniin che altezza ficondenfino + 293
“E Nfirmità proprie è diuerfe parti, e differenze de tempi. 249
Î i M
ta Eglioramento, e peggioramento dell’aria dalle cofe nafcentio 26I
oli Mefe fecondo le fue parti difpone diuerfamente l’aria» 248
n v Eue,e grandini. i SE 287
N Noini diverti dé venti, e loro determinatione» 271.272.273
Nubi dan venti. 279
O Stro a noi non foffia dall'altro polo, ma daltropico. 271
D
fante in che hîodo fiano vtili alla correttion dell’aria» 204
: Pioggia come fi generi, . 285
Fofitura diuerfa fecondo le piaggie del mondo difpone diuerfamente l’aria» 259
Proprietà diuerfe dell’aria fecondo l’alto,o baffo. | 250
Valità diuerfe déil’aria fecondo la condition de pacfi. 251:
Qualità diuerfe degli ventionde vengano. 278
è :Vgiada, e brina che cofa fiano, e Inoco dellalor generatione. 237
Si ramodanain gradi d’inchination diuerfe,ha l’aria diuerfaméte difpolta.252
Sole produce eftetti quali contrarij in mouerli venti,e-farli celare, 270
Stagioni dell'anno difpongono diuerfamente l'aria. 7 246
Strade delle Città come debbiano drizzart à venti ì 283.284
ba Terre
ecs
È
‘Frre più, e meno produttrici di venti.
- 7 Entò ha li fuoi principi) fimili à principi) de fiumi.
Vento che cofa fia, e general determination di ciò.
276
267
275
TE se 1 a È È sa . ui, A
Venti di vna iftefla piaggia producono effetti contrari) nella pioggia’, e ferenità,
fecondo il paefe.
Venti confiderati nella loto vniuerfalità,e particolarità de paefi.
Vicinanza delle cofe che giouano, e nocciono all'aria.
279
282
260
(A
Nel decimo, es vndecimo libro fi tratta de gli effetti del
Fuoco, e della Luce nella contenenzsa elementare.
A
A Pparenzediuerfe defuochi nel cielo, 3I4
7 \ Area fi fa in circolo, & è fegno de mutation di aria diuerfamente. 325
Area più propria della Luna, che di altra ftella.
Archi celefti nelle nebbie ritengono il color mezano.
Archi celefti perche due folamente.
Archi dal Sole inalzato hanno circoferenza di maggior circolo.
Arco celefte di effer rifpettiuo»
C
Olori dell'arca celefle.
@ Colori generati da iftromenti di rifrattione.
Colori generati negli confini dellucido, & opaco»
Colori nella fiamma.
Coinete che cofa fiano »
(CJ)
D Tuerfità dell’area, e dell'Iride .
F
Voco di fiamme fecche, e fuoco de bagni.
Fuoco nelle nubi come fi accenda.
Fuochi fotterranei fi fcuoprono nelle parti diterra maritime,
Fuochi difubiza accenfione.
Fuochi che foffiano»
Fuochi che bruciano fenza foffio.
Eneration de colori.
* Girello cafca à tetra con la ifteffa nube.
Grandezza dell'arco celefte confiderata in due modi.
I
i fs notturne.
Imagini volanti, e lor colori, e proprietà è so
Infrattion de raggi.
L
I Ampo non è fenza tuono.
Lucer nelle tenebre di qual corpi fia»
XL ucer per illuminatione, di qual corpi fia.
M Aterie accendibili quali fiano.
Minerali che fi veggono one fono fuochi fotterranei,
ve
324
334
335
336
338
323
331
331
331
343
333
396
300
312
318
319
319
332
302
336
320
341
332
300
321
322
3I6
295
Numero
n IE
oi alii
N
V mero de colori nell'arco celefte. 337
-— Rdine negli colori da rifrattione. Ra 331
O Ordine de colori nell'arco celefte,e perche così fido 333
p
Arelij che cofa fiano,e fua proprietà. 240
Proprietà del Parelio,e verghe. n " 334
“y> IÎleffionde raggi. i 332
a netta celefte offende più il corpo refiltente, 300
Sfera di fuoco fe fia, o nò. 6a 314
Scelle dette cadenti come fi mouano. 337
Stelle dette cadenti venute fino è terra. 318
rg Erremoti,e varij loro accidenti. dla 305.311
i Terremoti dipendono dal concorfo di due caufe principalmente» 312
1 erremoti feguiti da inondationi,incenerationi, e fafli {parfi. 313
Tuoni, e lampi di qual materia fi generino. 299
v
Erghe che cofa fiano» 340
Vialattea che cofa fia» 343
* Nel libro duodecimo fi tratta della generation del fuoco è
e varie operationi del caldo,e del freddo, °°
A
1: Vallio delle operatieni del fuoco da quali caufe. 348
Cc
“© Onfiderationi diuerfe fopra gli effetti che prouengono dal fuoce, 368
Congelatione, & altri effetti fimi]i. 371
Cottura, & altre operationi fimili. È 364
Strattion de licori per diftillatione. 363
È Efpreflione di ogli,& imprefsioni fatte in effo. 362
> Ermentatione. 365
Fornace afcenforia, e fue parti. 349
Yornace defcenforia è quali diftillationi fia vrile. 349
Fornace di diftillation trauerfa. 359
Foruace circolatrice, e moderation del fuo calores 351
Fornace à catino» 0 352
Fornace di fufione è riuerbero, l 352
Fornace de vetrari. 353
Fornace Calcara, ò Carbonara. 354
Fuoco non è vn degli corpi elementari. 345
Fuoco, e principio di elfo come fi fumminiftri, 345
Fufione. 356
Freddo in grado eltremo oue fi ritroui.
345
Infufione ,
È.
Nfufione, e decéttione.
Ingemmamento.
M
Anica nome di fornace, e fuo vfo.
Maturatione.
‘ N al
NI effetti dall’alternation del caldo,e freddo,
Nutrimento del fuoco,e materie che’! nutrifcono. °
3 % O
“£°Y Perationi del calore fecondoli gradi fuoi diverfi.
° P Vrificatione,e fchiaramento.
Eciprocatione del calore intenfo,o rimeffo con lo tépo nel quale operano.346
Eparatione, & vnion de fimilari, e diffimilari dalla fufione,
S Separation dell'Ethre .
Scioglimento, & infpeffamento. +»
Nel libro decimoterzoo fi tratta della generation de
minerali nel geno faligno:
| Agg
i Lume 5 e na di | »
A Alume e fue fpetie.397. Edamina di dere fpetie,e lorò proprietà.
Halciti.
Chalcantho,e fue diuerfe fpetie.
Copparofa. i (cnigsb es
si F
qIgure diuerfe de folubili. D
(3 Enetationi,e figure diuerfe nel geno de fali.
M
M Affacumia. Î
‘A Minere diuerfamente generate dalle eflalationi fecche,o humide.
Minere delgeno di Chalcantho .
Mifi.
da
N
e vItro.
N Nutrimento aiutato dai fale.
rY Ali proffimi alla femplicità de gli elementi.
S Sali di fpetie dinerfe.
Sale di natura mezana tral'acqua, e laterra.
Salamoia.
Saleammoniaco, e fua fuftanza, e nafcimento.
Sori.
Spiuma di nitro.
Suftanza del nitro, e falnitro.
357
357
358
-
Irid del tate eg 379.381
y Virtù medicinali delle (petie di Ch alcantho. i
Vafi de feni, o porcellane.
Vitriolo. 3389. fuafattura.
i Nel libro decimoquarto fi G fa confiderattone delle?“
; [Pezsie di graffeXzeo. ni
| ì
LLIS A;
AE TI E
B A
) ianchezza in alcune fpetie del geno bituminofo confiderato. 421
Bi Ditume fue fpezie, e nafcimento, differenze, & vio. 493
Bicume, e fue fpezie, confiderato CAMOGLI 494
Anfora non è fpezie de bitume, maragia di albero + 422
Carbon foffiie . i gIT
G
Agate. 413
Gemme di faftanza bituminofa. 4qI3
Grufezze terrene fimile alle graffezze delle piante. 402
raduation di corpi bituminofi. 4IT
Gradidilucidezza, e nerezza nelli bitumi onde dipendano: 419
‘Tcori bituminofi ftillati paragonati alle (petie naturali. 409
JE Lucidezza delle fpezie de bitumi onde fia. I
M
Vmiaé il Diffafphaleo. 41?
MX fumia de noftri Sila che cola fia» 428
T Aphtha. bn e 493
N Naphtha confiderata dal Bellonio. 20414
Naphtha nuota nelle lacune in guifa de oglio» 415
Naphcha bianca, rufa, e nera. 414.3 416
da p
1fafphalto. 403
Piffafphalto fi mefchia con la Cedria. 412
Li ia ifphalto miftura di pece liquida, e bitume. 420
car raccolto dall'acqua del Petroleo, molto più acuto dello raccolto dall’ac-
È que m. arine -
416
Succino fpetie di bitume che rifudi dallaterra. 406
Succino,con :denfato, che tiene dentro di fe animali. 403
Succindtoscato da caldo fi anneri sl0Ca 410
Suctino bianco rare volte fenza l’acqua. 499
Erre che danno il Succino. 0a 407
Thraciaterra accefa,rende odor di Bitume. 413
Vv
x
Vv tà delle fpezie de bitumi. 423
xe!
«PNCel libro decimoquinto fi confiderano le fuStanZe
appartenenti al geno metallico.
A
Cciaro. l vp 443
Antimonio, o ftibio.' 437. fuo apparato in vfo medicinale : 441
Argento uiuo generato da effalatione aquea. 432. vnition fua con gli
altri metalli. 433
Argento uiuo fublimato, e precipitato. a 434
Argento, € fue proptietà. " 444
Arfenico. 430
B
Db Ifemuto, 446
Bronzo. 447
c e
C Inabrio. z S 437
Erro, e fue conditioni. 443
I
y Mperfettioni de metalli. x 433
Icor flillatitio del folfo. e 423
As Luochi cue nafcal’argento uiuo,e fue conditioni. 456
: M
A q Inera di Argento uiuo. 434045 5
N °
Afcimento de metalli. 6 443
Glio di ftibio. 439
Oro cauato dall’orpimento + 429
Oro, e fue proprietà. 443
Orpimento di fuftanza proffimaal folfo. 425
Orpimento fi difcioglie in fumo. 429. è fuperfluità appartenente alla creation
dell’oro. 429
Ottone. 447
P
Tombo. 445
Poluora militare,e fua compofitione. 428
R .*
Ame, e fue conditioni. 447
Rifagallo, e fue operationi medicinali. 433
Aette celefti hanno odor di folfo. 428
Sandaraca. 430
Separation dell'argento vino dalla fua minera. 435
Solfo'è fuftanza di forte temperatura , e ripofto nelgeno metallico. 425. fue pro-
prietà, e virtù. 426
Solfo principio di confiftenza metallica. 427
Stagno. 445
Sublimation del folfo . 427
Vv Ea
V So medicinale dell'antimonio. si 449
1°) Nel
Ne libro decimofefo fi tratta delle vene de metalli,
e fuffanzse che in e(f? fi concreano .
A
Roento, e fua minera.
Argento uiuo, e fua minera.»
\po della vena +. Di
di E ©
arrole fua minera.
È Fondo della vena.
G
Lebe de metalli diuerfe.
G I
I iNgemmamenti de metalli diuerfi.
M
} A Archefita quel che dimoftri della fecondità della vena di argento.
Afcimento della Marchefita.
jY ionbo, e fua minera.
R
Ame,e fua minera,
R Rie.hezza della vena. wi
PA S
Tagno, e fua minera.
i T
Etto della vena.
V
Egetation dellà Marchefita.
Venacome fi diftende nel corpo della terra,
Vene de metalli riconofciute.
Venacome fi tagli.
451
460
450
454
467
Nel libro decimofettimo, decimoottano, decimono, e vigefimo
fi tratta della frparation del metallo dalla (ua vena ,
e dell'vn metallo dall'altro, e loro raffinamento,
Cqua potentiflima da partire.
Aggiunte che firanno alle vene per eftrarne il metallo »
Aggiunte di che condition effer debbano.
- Appartamento delle parti della vena inanzi la fufione è
Apparato delle fornaci.
Auuertimenti communi nella fufion delle vene +
+ Ocitura; e compimento delrame..
C , Compofitioni diuerfe ad eftrarre il metallo dalle vene,
Cotcur li della vena del Ì piombo,
521
479
478
495
445
46
5%4
4/4
VASZ)
Eftrattion
E Strattion de metalli dalle lor vene, dal fol, 504» fino al fol.5 56
5
Eftrattion del piombo dalla Sat 7
w* Attura delle fornaci, e loro diuerfe vtilità. 500
È Fattura delrame da gli refidui del principal magifterio , 557
Fattura del rame da minutami. S40
Fornaci diuerfe da parzir li metalli. 529
Fumi quelche dimoftrino delle vene. . di '472
Fufione nelle fornaci a bocca fempre aperta. j 493
Fufione nelle fornaci di bocca chiufa a tempo. 496
Iga de metalli conofciuta per Micene pietra paragona, 49%
Aterie che fi raccolgono da fumi de metalli mentre fi cuocono. 503
O
O Rdine de faggi diuerfo fecondo la CONdIAeR delle vene è 480
Affinamento dell'argento. 540
R Raffinamento dell'argento. 564
Rattinamento delrame. E 567
Aggio per riconofcer la condition delle vene. 469
i) Saggi fatti a diuerfe intentioni. 476
Saggi particolarmente fatti in ciafcheduna vena, dal fol. 483.al 487
Saggi delle mifture de metalli, dal fol. 487.al 49I
Separation dell’vn metallo dall'altro per folutione. ur '502
Separation dell’oro dall'argento con acqua di partitione. 522
Scparation de metalli fenza l’vfo di acqua di partitione. 07526
Separation dell'oro dall’argento per mezo del folfo, 0 antimonio. 528
Separation dell'oro dalrame. 533
Separation del rame,e piombo dall’argento. 533
Separation delli metalli pretiofi dalli vili. i 543
Separation dell’argento dal rame, dal fol. $46. fino al 553
Separation dell’argento dal ferro. 561
Separation dell’oro,& argento dal rame. 553
‘Solution dell'oro. i 525
V
‘Afi diuerfi in vfo de faggi. 477
av Vene richiedono aggiuntioni diuerfe per eftrarne il metallo. 479
Nel libro vigeffmoprimo fi tratta della medicina Filofofica,
cost fecondo l'opra maggiore, come fecondo la minore .
C
Ircolatione,e feparation che fi fà per efla. 571
( Copulation fpiritale de metalli. sto
À | E
EF Strattione delle parti femplici dal corpo fenza guida. s69
Eltrattion fatta con guida delle parti femplici dalli corpi . 573
x Graduation
< G
Ydiztion delle operationi che intrauengono nella fattura della pietra Fi-
CE . lofofica.
O
Perationi che intrauengono nella fattura della pietra Filofofica. 572
T ,
Rafmutation del ferro in rame. 568
ri della medicina chimica negli corpi animali 569
Nel libro vigefimofecondo, vigefimoterzo , Vigefi imoquarto ,.
vegefîmoquinto,e vigefimofeSto, fi tratta delle pietre, e lor
diuerfe conditioni, nafcimenti, virth, e presi.
209 È
Chate. . 623:
A Acqua marina. 635
Alabaftro gelato. 653.
Amethifto. 617.& 637
Antimonio in eifigie di gemma» 596
Aquilina pietra,e fue diuerfe maniere,e concetti. 655.& 709
Arenella campana » 690
Argentara. B 790
Alafcio. 630.& 634
Bell'occhio è & = s,r 635
Berillo. È si 614% 6; 3 5
Admia. È 700
C Calamita, 702. efuevirtù. : 703.
Callaida. “aa 616
Cameo. 637
Carbonchio Alabandico. - 616
Carbonchio. a 634.
Cementi, e diuerfe fpezie diefli. 689.
Ceruleo. . 699
Chalcedonio. “Ai 636
Chryfoberillo, e Chryfoprafio. 614.
Chryfoprafio. 618.& 635
Chryfele&ro. 619.&635
Chryfelettro. 620
Chryftallo, e varie fue fpezie, e figure. 641
Chryfocolla. 690
Colori,& accidenti diuerfi nelle fuftanze chryftalline, Ì 645
Colori diuerfi nell’ingemmamenti frali. i 646
Colonna Mifena. s” 649
Congelamento, e tintura delle gemme. 599
Corpi i0la. 621
Coti, e pietre da arrotare. 687
TIT
Coti aquatie,olearie,e faliuarie.
c Crugnola,
Crugnola.
Cuogolo pietra da vetro.
Cyano.
Attilo pietra,
Diamanti.
Diafpro.
Differenze delle pietre,e metalli.
Differenze principali delle pietre. o
Doppie, gemme fofiftiche.
Attura de fogli d'incafto.
F Figure d'ingemmamenti diuerfi.
Ligure di vegetationi diuerfe.
Fior dirame.
Focali, e diuerfe lor figure.
Fogli che fi dan fotto le gioie.
Forme diuerfe di cofe impetrite , dal fol.
E Acate.
G Gemme confiderate da Theophrafto,
Gemme trattate dal Barbofa.
Gemme artificiali come fi facciano,
Giacinthi.
Giacintho di antichi.
Giallamina.
Gleba piombina.
Granata. %
Elitropia»
1
Afpi.
I Incafto delle gioie.
Incaftatura del Diamante.
Ingemmamenti mezani.
Ingemmamenticriftallini di figure, e conditioni diuerfi.
Ingemmamenti frali,
Ingemmamenti mezani.
lnigemmamenti fepeliti.
Ingemmamenti affiffi.
Ingemmamenti colonnari.
i L
Tr Apillo campana.
LE Lauori delle gemme, e quel che in efsi occorra.
Lauezzo.
Litargirio.
Lyncurio.
M
Acigno.
, Manganefe.
Marmi diuerfamente delineati.
Marmo bianco Carrarefe.
Marmo nero Carrarefe.
636
654
634.& 638.
655
Com 630.8 634
624
583
383
si 603
603
641
649
705
653
601
666. fino al fol.673
708
SIT
627
596
608.& 633
637.8 637
700
673
634
637
623.8 636
6oL
603
640
643
645
647
647
647
649
690
638
679
694
654
688
704
663
680
630
Marmo
E
Marmo Dario. 68t
Marmo falignos 638
Marmo giallo. 68x
Marmo roffe. 6èz
Marmo Africano » o 638
Marmi di diuerfe fpezie,colori, e conditioni . (FER DE
Matmi auuenati di diuerfe maniere. 683
Marmi fcutati, e ftizzati, 634
Marmi nel geno felcigno . 636
Marmi graniti, 637
Marmi diuerfi confiderati da Plinio. .* 796
Matita. | 699
Mellita pietra +» 679
Metalli bruciati. 696
Molochite. G25.& 633
Moludena. 694
Molara,e Pyrite. 708
. Morochtho o pietra Lattita. . ò Ha 679
Cchio di gatta. 609
O Ombrie, o pietre teftugginare. 653
Ondeggiamento nelle vene di Alabaftri. 653
Opalo. CI4q»È 635
Onycha. 629
P
Ampholige. g0%
P Paragone delmetallo con Î2 pietra» $95
Perle. 628
Pietre cobfiderate da Theophrafto. 580
Pietre,e lor nafcimenti,e differenze principali confiderate dall’autore. 536
Pietre di geni diuerfi da diuerfi principijetherei, 59%
Pietre Giudaiche, e fue diuerfe maniere. 659
Pietra da Rofpo. 668
Pietre idonee in vfo de marmi. 680
Pietre di ftatue, e fcultura. 680
Pietre nella condition propinqua de marmi, " 686
Piette arenare, e fabbioniccie. 687
Pietra da corallari. 683
Pietre Tartare. 693
Pietre da macina. €93
Pietre che piglian confiftenza dalla fuftanza de metalli. 694
Pietre metalligne. 703
Pietre diuerfe confiderate da Plinio. 797
Piperno. 689
Pormnice. 691
Porofe. 863
Porofe, e fue figurationi diuerfe. so 663
Porofz, e fuoi mouimenti. 663
Prafio. 618
Prezzi delle gemme. 600.8 629
Prafma. 637
Pyrinzacha pietra che ftà a fuoco. 638
2 Quater-
Vaternario delle gemme principali.
Otondità di pietre da caufe eftranee.
i Rubino.
Kubigini de metalli.
Andaftro.
Sarda.
Sardonycha. n 1%
Saffo puzzolano. va
Scame de metalli.
Schiito.
Scoria de metalli.
Scultura naturale di pietre,
Selenite.
Smeraldo.
Smeraldo de antichi, e fue molte fpezie confiderate dall'autore.
Solution metallica per la fattura delle gemme, e congelatione .
Specchietto in che gioni nell'incafto delle gemme.
Specchio geflaro in figura di mattone.
Spineile.
Spodio .
Stirie.
Sufîtanze di pietre diuerfe.
Suitanza di seflo .
Suftanza de talchi.
600
673
607
696.
6IC6.& 637
621.8 636
623.
689
696
698
695
664
| 708
607.633.& 635.
613
597
604 |
6483
630. 634
701
613
674
674
675
Cc
Suftanze minerali incombuftibili,Talco, Amianto;Fior di pietra Islebiana. 673
Suftanze che fiorifcono da metalli in pietra...»
T
Hyita.
T Tintura digemme prohibita .
Tofo. Di
Topatio.
Tripela figurata.
Turtchefa.
Vv
Egetatione manifefta nelle pietre.
Ventricelli minerali, e vari) geni di efli.
Vetro fofiile.
Vnicorno foflile.
Z
Affiri bianchi per artificio,& altre gemme di colore alterato.
Zaftiro.
Zaftiro de antichi.
Zaftiro, e fue fpetie diuerfe.
Zaffara. Po
697
19%
60377
689
615
665
625.632.& 637
659
656
692
690
605
608
625
631.8 634
704
Nel
é
Nel libro vigefimofettimo fi tratta delle confiflenze,
e vegetali marini.
A
“A Lcyonij, e fue molte differenze.
B Alla marina. c :
Ocallo pianta marina.
Coralli di (pezie diuerfe nel a figura.
Auagiue,
Fogli marini. Da me :
Fuchi piante marine fimili aradici de piante terreftrio
Fuchi, e loro diuerfe fpezie, dal fol.
Fuchi incamiciati.
Fungi, e loro diuerfe fpezie.
Ofchi, dal fol.
: vOdolara.
0°
Ori, e diuerfe lor fpezie.
> Ete marina.
n A_N Z =
Lrtolara.
Spongie, e loro diuerfe fpezie.
I è
Ti Artufi. ni
V Egetali marini fenfitiui,
729.
739
753
713.8 714
738
739
735
735.fino al f0l.739
749
735
744:2) f01.746
749
917
739
748
727
44
759
Nel libro vigefimoottauo fono confiderate alcune fpetie
di piante terreftri, e di Animali, non ofseruate
da ali (crittori.
A
i e
Co e.
‘Antaridi. cÈ i
Cecilia.
Cerafa,
Certi volanti.
Cichoria globulare.
Cichoria fpinofa. E ROM
Conuoluolo marino. è > CR E
Ende.
Dorycnio. te
734°
776:
774.
774.
177
753
754
754
755
753
Eftrice
ta
?
Strice marino,
E Eupatorio.
EF
Agara.
x H i °°
Alofantho è
I
Nchioftro Indiano .
L
Acerta Chalcidica.
Lanaria, e Sthruthio di Diofcoride.
Leontopodio.
Lorica marina. ro
Oli.
&
Egunda.
{Ty Apauero fpinofo,
p Pepe delRabo.
Phkalangio.
Pomidi Hiericò »
Purpure.
Anuncolo Illirico è is.
R Rapuncolo Cretico.
Remora pefcei
Rete marina.
Rubia fpicata»
Alamandra.
Scarabeo Rhinocerote, —
Scarabeo cornuto.
Scinci.
Spada marina.
Alpa infetto.
Telline pedate. "
Telephio.
Thapfia!Latifoglia.
Tithymalo Aphyllo
Aleriana tuberofa,e bulbofa.
V Velamarina)
Verbenaca repente.
Vipere »
Il fine della T auola.
FERRANTE IMPERATO
fobie LETO RT:
L trattato dell’Iftoria Naturale,ftudiofo Lettore, com-
pofto da noi con iftima di hauere ad apportare alcun
giouamento al publico e con fperanza di farti cola
>) grata, viene hora fuori diltribuito nelle fue parti; &
fi TA ordinato, fecondo le differenze & ordini delle cofe .
& dico prima degli corpi elementari e prime qualità; €
fuccelsiuamente delli corpi mifti, e che vengonoda gli
elementari compofti. Perloche cominciando dalia
Terra, e fue differenze, & virtù, fiamo indi paffati all'elemento dell'Acqua,
cie varie affezzioni, &impreffioni che effariceue , e dall’ Acqua all’Aria; €
fultanze in efla generate. Segue dopo di efsi la confideratione dell’opera»
tioni naturali del caldo, e deltreddo, à quali fiaccompagna l’artificio delle
fornaci, con quali fecondo le occorrenti neceffità, guidiamo l’operationi del
fuoco. A quefto fuccede la conlideration de corpi diprima generatione:
dico de fali e gralfezze terrene , & appreflo di efsi la coniideration delle fpe=
zie de metalli e pietre, con gli artifici) di condurle alla loro perfettione. e fi-
nalmente fuccede la confideration de vegetali, & animali terreftri,e marini,
Habbiamooltre di ciò alla dottrina detta , aggiunte le figuration delle cofe
c'han certa figura, enon da altri mandate in juce : aceioche quanto per noi
pofsibil fuffe ne venilfe aiutata l'intelligenza del Lettore. refta diricordarti
quel che & Ariftotele, & altri (crittoriingenui negli loro fcritti non fonre=
ftati di confeffare, che le fcienze humane pigliano accrefcimento dal com»
municar l’vno all’altro: dico quefto , percioche io confeffo , che li tudij noe
ftri, e le cofe da noi trattate han fatto progreffo dall’aiuto degli amici , che
o fono concorli come fautori in procurarmi la fummini&ration delle cofe
venutemi da diuerfe parti delmondo: o fono frati come compagni e cone
forti delie fatiche: à quali tutti fe nel noRro trattato è cofa alcuna di buono,
fi deue parte di gratia. Traglifautori riconofco il primo Gio. Vincenzo
Pinello Mecenate de letterati, che alla nobiltà della famiglia haue accom-
pagnato le lodi della molta dottrina: permezo di cui mi fono peruenute
nelle mano molte cofe foraftiere procuratemi da diuerfe parti del mondo,
nelche non folo le debbo io, mala maggior parte de virtuofi di Europa.
Conforti nelle fatiche ho hauuti trà gli vfciti dalla vita prefente Pietro An-
drea Matthioli fcrittor notiflimo al mondo, con cui ho communicaro mol-
te delle mie cofe, come egli fteffo ne fa {pefla mentione nelli fuoi volumi.
e Melchior Guilandini buono tudiofifsimo : & con chi più firettamente,
‘ checonalcuno degli detti, ho commaunicato , il noftro compatriota Barro-
Jomceo Maranta Venufino ,huomodi eleuata dottrina, di cui fono in luce ii
«dottiflimo Mechodo de medicamenti femplici, & il Trattato de Theriaca;
è erauamo per afpertare molte cole di alta fpeculatione, fe non fuffe tato
preucenuto
*
preuenuto da morte immatura. Tra gli viuenti fono Tacomo Antonio
Cortufo gentil'huomo Padouano, peritiflimo nella conofcenza delle piante
e loro facultà, & Vliffe Altrouandi , di cui afpettiamo molte degne opere in
luce. edeforaftieri Carlo Clufio fcrittor nobilifsimo, c'ha iliultrato l'età
noftra della conofcenza de medicamenti peregrini; Gafparte Bauhino fa-
mofifsimo Dottore appò gli Heluetij della peritia Anatomica, e della Her.
baria: e molti altri diuerfi, è anco trà viui mici compatrioti, Fabio Colonna:
nobile virtuofifsimo, & accurato offeruatore delle cofe naturali, e Colanto-
nio Stelliola , profeffore di fcienze recondite, con cui ho communicato la
maggior parte delle mie cofe date in luce nella prefente opera. Refta Let-
tore in tua poteltà di auualerti delle noftre fatiche in quel tanto che parrà
che fiano buone, e mihauerai fcufato in quello che ti parrà che io habbi
mancato, e che io non habbia poffuto peruenirui : fendomi in fcufa la gran-
dezza delfoggetto trattato in cui deue affai ftimarfi non folo V’efferui al
ae penetrato , ma anco l'hauerlo mediocremente maneggiato .
Sta fano,
=
DELL HISTORIA
NATVRALE
DIV FER RCA ONT IMP E-RAA.T.0
L'IBIR'O PRI M:0.
Nel quale fl tratta delle terre per quanto appartengono al-
l'vfo di Agricoltura.
Che l’intention dell'autore fia di trattar delle cofe
naturaliprincipalmente delle tralafciate
da gh altri. Cap. 1.
E A venpo fin dalla mia prima giouenti,attefo allo
LS
(I 29 i ; : ;
ov 8 ftudio delle cofe naturali,& con molto mio difpen
dio e fatica, fatto varie ofleruationi, & acquifto di
molte cofeà tal propofito appertenenti, così nel ge
no de mincrali,come di piante, & animali. Eteffen
domi fempre parfo obligo di ciafcun fiudiofo, per
quanto pollibil li fufle, di promouere a commune
ornamento , la difciplina qualegli profefla , fono ftato lungo tempo
fofpefo, fe io douefli dar fuori le mie fatiche in tal foggetto fatte.c fa-
rei prontamente condefcefo a ciò ; fe non hauefi viito , molti inge-
gni illuftri di tutte le parti di Europa, hauerfi nell'ifteffo affatigato,
& dato in luce varij monumenti delle loro gloriofe imprefe. Onde
mi parea fouerchio il volere diftefamente tal materia feguire, e re-
plicar le cofe da altri trattate. Maconfiderando dall'altra parte l’im-
menfità del foggetto cla grandezza della natura: che quantunque
pigliata a {piegare ; non refta perciò ò del tutto,ò nella maggior parte
narrata : ma lafcia fempre a ftudiofi ampio campo di cofe nuove: mi
parue perciò non effere mal fatto, fe io mettefli anco mano a quefta
mefie,con riftringermi nelle cofeo per l’antichità de fcritrori, e mu-
tation de voci già fconofciute : 0 pur da quelli tralafciate, o vero im-
perfettamente & ofcurimente trattate. Quefto fa che più negli mi-
nerali, che nella materia de gli animalise men di turti nélle piante mi
fia diftefo:come che quefta vltima parte piu dell’altre fia tata frequen
CZ
eci
n
fi
CU
a
VIENI
CO
Studio dell’aw
‘ tore nelle co-
fe naturali +
Intention del
l'autore.
tata: Attenderemo dungue, per quanto ci farà poflibile, alla bre-.
uità, &
2 DEE RIST. N'ATV.RALE
Modo di dor- uità, & alla chiarezza delle cofe: perilche nel citar gli luoghi diauto-
III ri, che a noftro propofito faceflero :habbiamo più attefo alla inten-
‘ tione, chiaramente e diftintamente narrata : che alle parole puntal-
mente riferite : ilche fe haueffimo fatto, farebbe ftato neceflario, 0
reftar nella ofcurità dell’iftefli autori riferiti: o diftendendofi nel-
l’efpofition delle parole, crefcer in molto maggior volume: ilche
era fuori del noftro intento .
Che cofafiaterra. Cana,
OMINCIAREMO dunque dalla terra,come comun madre del-
le cofe : e dalle fuc più femplici, e più conofciute differenze.
Terra dice l'Agricola, ècorpo foflile femplice; che bagnato puote
con mano ammaflarfi ; & altrimente. Terraè corpo fofile,di cui ba-
ghato fi fa luto. Quefta femplice terra, dice l Agricola, fpeflo fi ritruo-
ua dentro le fotterranee vene, e fibre rinchiufa : fpeflo all'aperto nel-
li campi, eprati. L’vna, el'altra de quali diffimtioni , dice l’ifteffo
autore,comprendono la natura vniuerfal di tutte le terre. Percioche
quantunque fiano alcune terre dure , che bagnate incontinente non
‘ facciano luto : l’iftefle nondimeno lafciate nell’acqua, per alquanto
mediocre fpatio di tempo , finalmente ciò fanno. Ma fono del-
le terre, altre femplici, altre compofte. Semplice chiamiamo quel-
la, che non participe di altra fuftanza foflile : dico ne di pietra, ne
di metallo,ne di alcuna mineral fuftanza. Compofta quella,che con-
tiene feco alcuna fuftanzao fia di pietra, o dimetallo, o di altra fuc-
colenza:0 folubile comedialume, nitro, vitriolo : o liquabile co-
mo di folfo, e bitume. Perciò venendoal particolare , comincia-
remo dalle femplici: & in quefte da quelle differenze , che principal-
mente da gli agricoltori fono confiderate: come tra l’altre le più fem-
plici,c più all'vfo humano neceflarie .
. Diffinition del
laterra data
dall'Agricola
Delle terre di Agricoltori sefue differenze. Cap. 111.
R iconofcimi A terra de gli Agricoltori,e le differenze, dice l'A gricola,non fo-
to delle terre nol’afprezza,e lifciezza:come che fiano pigliate dal femplice, e
fecondo l'A-
0 fuperficial toccamento:ne anco il nero,cinerco, giallo, o roflo, come
pigliare
LIBRO PRIMO. © 3
pigliate dal colore. Ma proprie a quefti fono le tolte dalla graffezza,o
magrezza: dalla rarità o fpeflezza di fuftanza, c dal fapore , che fia o
dolce, o amaro , o agre, o aftringente. Ilche quantunque dall’Agri-
cola affermato, mipar che non fi debba del tutto approuare: percio-
che fi come nelli medicamenti gli colori non operano, ne purgano,
ne fanno altro effetto fimile : fono nondimeno fegni dimoftratiui di
buoni,e cattiui medicamenti:come anco veggiamo nelli vini, e qua-
fi in tutte le cofe. E fimilméte oltre de gli colori, fono altri fegni delle
virtù delle terre,tolti da altre manifefte qualità:delche oltre che da gli
fcrittori,di agricoltura ne habbiamo fede:ne fa anco fede l'iftefloGale
no, da cui egli molte cofe della dottrina delle terre, ha toltod’imprefto
DiferenZe di terre appartenenti all'eAgricoltura.
CAP. IIII. Di Galeno.
di e RRA nel riceuuto modo di parlare habbiam detto, è quella ©
che bagnata con acquafi fa luto. Cotal dunque è la coltiuata
da gli huomini: nel qual fuo eflere hauc alcune differenze : per-
cioche alcuna n’è graffa, e vifcofa, e quefta infieme fuole effer dal co-
lor nero accompagnata: altra n'è fyrettolofa,e di graffezza priva, chia-
mata argilla, di color alquanto più bianca. Le dette differenze fono
di contrarijflima conditione,& cltreme:tra quali fono altre di condi
tioni mezane, che o più accoftano all’vn eftremo, che all’altro,o ftan-
noinaggiuftata bilancia di eftremi.. Aut. Quefto habbiamo da Ga
leno. L’ifteflo anco habbiamo daPlinio, licui detti tanto più volen
tieri riferifco , mentre lhabbiamo d'hauere quafi perpetuo compa-
gnonella noftraimprefa , cosìper hauere egli dell’iftefla materia trat-
tato, & accolto quanto da gli antichi ne fia ftato detto: come per lo
mancamento, che habbiamo de gli aleri antichi fcrittori. Ragionan-
do dunque egli della bontà, e vitij delle terre, dice nel feguéte modo.
Differenze di terrev. Car. ve DiPlinio. --
CÈ MINCIAREMO dalle colpedellaterra. Sc alcuno vor-
_4 tà far pruoua, qual terra fia amata, e magra : ne harra baftan-:
te fegno, dalla bruttezza, edegeneramento dell'herbe. La. fredda:
ficonofcerà dalle piante, che vi nafcono meze bruftolate . La vligi-
nofa dalle piante rugginite. Le Rubriche ; ele argille ce je moftrano
: È pi li pio-
DI)
Correttione
dell’'Agricola
& che fi deb
bano confide»
rar li colori.
Galeno -confi=
dera. li-.colori
nelle terre per
coltura cotro
l'Agricola.
Colori confide
vati da Plinio
contro l’Agri
cola,
Colori confide
rati da Varro
ne contra lA
gricolao.
Segni dal colo
re nò effer del
eutto baftanti
al riconofci-
meéto delle ter
re.
A DELLSHIST. NAT.VRALE
liproprij occhi. Sono quefte difficiliMime al lauoro,come che car-
ricano il raftello el vomero di zolle grandi: ma non è perciò di con-
feguenza, che tutto quel, che malamente fi lavora , malamente anco
rifponda nel frutto. Potrà fimilmente la fola vifta giudicar l’altra
natura di terre alle dette contraria,cioè della cineraccia , e fabbion
bianco, la cui condition fterile,fa conofcerfi alla prima percofsa fat-
ta dal ferro nella denfita del fuo callo. Quefto difle Plinio. Hora,
oltre di quel,che quiui da effo Plinio raccogliamo de gli colori,nella
riconofcenza della terra,contro al parer della Agricola:notaremo an-
co la vifcofità della rubrica,e dell'argilla propria: & la condition ari-
da, del fabbion bianco: &1a fua durezza a callo fimile. Ilche quiui
auuertiamo , così per potere quando faremo nel proprio luogo, rac-
corre la determination propria delle voci : come per alcune contro-
uerfie tra noi,e l’Agricola, che all’ifteffo foggetto appartengono . Ma
per ritornare alli fegni tolti da colori:e per maggior intelligenza del-
la bontà delle terrjvediamo hora quel, che ne dice Varrone riferen=
do il parer di Stolone , e Diophane Bithynio. Var. non malamen-
te c'infegnò Diophane Bithynio,il modo di conofcer la bontà della
terra, per quanto allacoltura appartiene: e ciò parte dalli fegni del-
l’ifteffa terra pigliati, parte dalle cofe nafcenti. Segni dall'iftefla ter-
ra fono, fe ella fia bianca, o nera, fe leggiera,e che zappata facilmen-
te fl lafci, non cineraccia, non gagliardamente denfa. Segni dalle
cofe da effa nate fono: primadalle feluaggie , fe fiano ben alleuate: e.
poianco dall’altre,fe fiano feraci e fruttifere. —Aut. L’ifteffo anco
de glicolori, afferma Cello, come riferifce Columella. Quantun-
que io non nego, che bifogna eflere in ciò confiderato ; & non dal
folo colore venire al giuditio delle terre : ma confiderarui anco l’ac-
compagnamento dell'altre qualità. Percioche molte terre, & ne-
re dalla fouerchia humidità , & bianche dalla falfugine non poflo-
no dal color commendarfi, come bene l’ifteffo Columella ci mo-
ftra. Raccorremo dunque douerfi confiderare da gli Agricoltori
la differenza de’colori,non che da fe fteflo il colore habbia da ope-
rare, ma come fegno, che vada accompagnato da altre qualità vti-
li o nociue:e tutto quefto con diftintione: ilche fe nelli colori hab-
biamo moftrato: tanto magiormente haurà luogo nell’afprezza e li-
fciezza,a confirmation de’noftri detti, contro il parer dell’Agricola*
Somma-
LIBRO PRIMO. 5
Sommario della bontà della terra di cultura. Cap. vi.
Î i O RA feguendo le qualità, alla bontà della terra più intrinfe-
che:diciamo eflere terre fertili le conuenientemente grafle
ele dolci,ma perche delle graffe altre fono fciolte,altre tenaci . Quel-
le che e graffe, e fciolte infieme fono, oltre la fertilità fono di facil la-
uoro. Le tenaci, e vifcofe fono nel frumento, e nel render frutto
‘forti, nel lauoro faticofe: e tanto maggiormente quanto più denfe
e più vifcofe fiano, Onde fe cile fi truowan bagnate, fi attaccano al ra-
ftro, &alvomero,e di zolle grandi ilcargano. & s'elle fecche fi fia-
no,nella durezza divengono a pietre fimili, e per confeguenza in-
trattabili. Hora perconchiudere la proprietà delle terre graficidi-
ciamo, che communementele terre grafie bagnate in fe ficiic fi ten-
gono : ma fe elle fono di vifcofità anco partecipi fi ftendono a modo
di pece. Le magre fi ferettolano, c fi lafciano fenza ponto tenerfi.
Ma quanto alla dolcezza oltre delli fegni tolti dalle herbe iui nafcen-
ti, fe ne puote brieuemente far faggio cò la colatura di detta terra ben
fciolta in conucniente quantità di acqua,dentro vafi mondi. Co-
me dunque fono conditioni di ottima terra l'efler grafsa fciolta, e
dolce : così per contrario fono di pefsima l’efser arida , denfa; &
amara, o di altro ftrano fapore infetta.
DifferenZe di terra appartenenti alla coltura. Da Colu-
mella. Cap. vi:.
Fora feguendo il noftro cominciato principio delle terre di
H coltura, hauendone detto alcune cofe più diftintamente de
gli altri Columella antico fcrittore nella materia ruftica, farà ben qui
ui riferire quel che egli foprale differenze & elettione de terreni cila
{ciò fritto. Di Colum. Lemaniere de’terreni fono tre,dicampo,
di collina, di monte. Il campo non dec efsere di vna perfettamente
liuellata pianezza, ma alquanto piano . Il colle non dierta falita, ma
che dolcemente forga. Si approua il monte, che non fia alto non
afpro, ma bofcofo, & herbofo. In tutte le dere maniere fono le
differenze di fuolo , che fia grafso, o magro, fciolto, o ferrato,
humido, o fecco. Diciamo dunque, che volendo far confideratio-
ne di tutte le cofe dalla terra prodotte, non è dubbio,che la maggior
parte di loro gode più del campo, che del colle,c più del fuolo grafso
che del magro . Ma per quato appartiene all’afciutto,ò all’inacquato,
3 non è
Terre grafey
efcioltev.
Terre tenaci,
e vifcofeo.
Proprieta del
le terre graffe
Proprictà del
le magre.
Segni delle 3
terre dolci,
Differèze dal
fito .
Differeze dal
le qualita del
Suolo .
Primo grado
di bonta di ter
fas.
Secondo .
Terzo.
Peffima con-
dition di terra
Terrenellifi-
ti alti e mon-
sofi.
6 DELL'HIIST. INATYVRALE
nob è facile il farne giuditio. Infinite fono le piante che del terreno
afciutto godono: infinite dell'adacquato. Ma communemente di
quante ne fono,niuna di quefte è, che non provenga meglio n el ter-
ren fciolto che nel ferrato: anzi fe vogliamo intrinfecamente confi-
derare, che cofa è coltura, altro non è che render la terra fciolta e fer-
mentata. E perciò quel terreno apportera molto lucro , che da fe ftel-
fo farà infiemee graffo , e dirotto: come che molto renda, e poco di-
mandi, e quanto dimanda fi fa con poca fpefa, e fatiga : quefte dun-
que fono le qualità di vn ottimo fuolo . Succede nella bontà quel che
è graflo e denfo, come checon la fua molta rendità rifarcifca la {pela
e la fatica dell’agricoltore . Il terzo grado di bontà è del terreno inac-
quato , perche fenza faruici fpefa può render frutto. Dana Catone a
uefta terza maniera di terreno il primo luogo:perciò che egli anzi,
dell'altre cofe facea conto della rendità che fi ha da prati: ma noiho-
ra ragioniamo del maneggiamento delle terre,non del femplice be-
neficio che fi ha dalla pofitura. Il pefsimo geno di terra fra tutti €, il
fecco, denfo, e magro , come che dithicilmente fe maneggi , maneg-
giato non ci rimuneri, & abandonato nonè da fe fufficiente a prati
&à pafcoti: dunque in ogni modo o effercitato cuer otiofo che tal
terreno fi {tia, porterà pentimento al padrone, e perciò fi dè fuggire,
come fe peftilente fufle : fendo chel peftilente porta la morte ,.
quefto la fame, cofa viciniffima a morte. Aut. Sin qui delle diffe-
renze diterre, e dell’elettione habbiamo da Columella.
N atural accompagnamento della qualità de' terreni, con
li fiti:- Cibi rt
Mi quantunque Columella a tutte le maniere de fiti,& alti e
baili, e piani, e pendini, communemente accompagni le fei
dette qualità di graflo, e magro, fciolto, e denfo , humido, e fecco:
non fivede percio il detto accompagnamento farfi indiftintamente:
anzi naturalmente altre qualità di terre fi veggono ne gli fiti alti, altri
nelli bafsi,altre nelli pendini. In parte dique le qualità accompagna
no le codition de fiti,& in parte li naturali auuenaméti della terra, fe
condo che veggiamo fpeflo auuenire fopra vno ifteflo corfo di fiume
ò torréte,altra natura di terre efler da deftra,altra da finiftra.Seguendo
dunque la proprietà de’fiti diciamo che le parti motole & alte foglio-
no per il pivefler veftite di vn fotti geno di terra, che facilmente fi.
fcioglie
‘LIBRO PRIMO, 7
fcioglie in polue di fapore alquanto amaro,di poco vigore,leggicra
& allauoro facile: tal terra è chiamata hoggi da molti de noflri pil to;
produttrice naturalmente di copia de felci:non viall ignafrumento,
fuor che la fegala fpetie di tritico nera, & alcune altre {petie di biada
piuvili, e di non molta fuftanza:onde l'acque che in tal terre forgono
o vi habbian corfo,quantunque frefche , e leggiere fi fiano, fogliono
dal fapore della terra attrarne alquanto di amarezza. Male piane di
fpiaggie maritime, fogliono per la vicinanza del mare efiere 0 areno-
fe, e fabbioniccie, ò per la baflezza del fuolo vliginofe & occupate
daacqua ftagnante. L'’ifteffo in parte fogliono hauere le baflè vivere
preflo agrofsi fumi. Le piane preflo monti fe hanno qualche mo-
derata pendenza, non fogliono del tutto efler de humor priue come
vicine a falde de monti, ne fouerchiamente humorofe perla penden
za: oltre di ciò fogliono efler grafle per le lauature dell’iftelsi monti
onde accoglion graffezza. Nelle piane a monti vicine fenza pendi-
no, e nelle concaue, fuole l’humor per non hauer pendenza ftagna-
re,efareil fuolo vliginofo. Le piane dalle radici de'monti lontane,
D
per lifteffa lontananza fogliono hauer di acqua penuria. Li pacfi col
linofi fogliono effer di creta abondati: &afcambio oli auuenamenti
cretofi fogliono dare il pacfe collinofo: l’iftefle fogliono l'inuerno È
de fcaturigini di acque cfler frequenti , l'eftate aride e fecche. Gli
pendini erti, mentre di alberi fono veftit, fogliono conferuarla co-
perta di terra, ma fpogliatidi detti arbori, e perle fciolle dalle piog-
gie, gieli, e caldi caufate,e dalla continuità del tempo, reftano fecon-
do che nella compofition loro fono,ò fafiofi è di argillaf<ouerta,
con falite,nelli mefi dell'anno piouofi perle fpefie fcaturigini intrat-
tabili. Il piano communemente, è più fertile, perche ritiene la ma-
teria della graffezza. Il pendino è men fertile, come , che la graflez-
za nelle pioggie fi dilaua . Gli luovhi de fafsi dacalce abondanti,nel-
li fpatij di terre tra fafsi, fogliono hauer terra fertile c fciolta, e qua-
fidall’'ifteffe pietre rifolutaingraffati. Alcuni piani a fcaturigini a-
bondanti,& impetuofe vicini, fogliono dalla ridondanza della fuc-
colenza petrigna in modo impetrarfi , che diuengono alla coltura
inutili, conuertendo ogni fuftanza in pietra. Onde mentre alcuni
hanno volfuto con fofs1 fatti farui piantate di alberi con ricmpir det
ti fofsi di terra:fattofi in breue tempo impetramento dell’iftefla terra,
fi fono le piante Rtrangolate.
Parti-
Terre nelle
fpiaggie mari
rime s efiumi.
Terre preffa
monti.
Terre piane
difcoffe da mo
ti.
Terre collino
CDA
Sito piano, €
pensino .
Terre faffefe.
Diani vicini a
fcaturivini de
Salfi.
8 DELL’HIST. NATVRALE
Particolar diuifione delle terre di eAgricoltura, a che cia- |
fcheduna fia bona. Car. vitit. iii
I n quì habbiamo ragionato communemete delle virtù delle rer=
rese qual tra di loro fia la più eligibile. Hora farà forfe bene a cò-
pimento del noftro trattato breuemen®ediftinguere qual forte di ter-
ra,ache fia conueniente ; e delli varij rimedij;, che aloro varij difetti.
conuengono. Qual confideratione per due caufe mi par neceffaria ?
e perche non vna condition di terra puote eflere a tutte le cofe ido-.
nea: ftando che altre amano il terreno paluftre , altre l’afciutto ; altre:
l’aprico, altre l'opaco , & fecondo altre molte differenze : l’altra cau-
faè, che non fempre habbiamo dacliggere: ma il più fpeflo di fer=
uirci di quello c'habbiamo. Cominciaremo dunque in quefto fog=
getto da quelcheci ne lafciò feritto Varrone, graue &antico fcritto»
re. DiVarr. Quel che primariamente nelle terre di coltura im-:
orta, è; di che condition eflafifia, &achefiabona, e non bona.
TERE Nominafilaterra in tre modi:nella fignification comune, nella pro-
Significati pria, c nella mifta. Communfignification è, mentre diciamo l’orbe
commune» dellaterra,e mentreche diciamo Italia terra,o s'altro paefe nell’iftelso,
modo nominiamo : percioche quiui fotto il nomedi terra, vengono
comprefi la pietra, e l'arena, & altre cofedi sì fatta maniera, che pro+:
Significaion priamente nome di terra non li conuiene. Ma fotto propria fignifi-
propria. catione, fi chiama terra quella che tale è, ne altra voce le conuiene,
Signification DC felidaaltra aggiunta dicognome. Il terzo modo è di terra milfta, .
mifa. oue fecondo che vi fi ha da piantare quel che vogliamo che nafca,di-
5
ciamo, che la terra fia argillofa , o petrofa, e fimilmente dell’altre..
Sendo che in quefta per È mefcolanza è tanto numero di fpetie,quan
to nella commune. In cui fono tante parti,di virtù, e natura diuerfe,
come pietra, marmo, rudo, arena, fabbione, argilla, rubrica, polue,
creta, ghiara, carbunchio ; quale è così detta per ifcaldarfi dal fole in
Difertze del tal modo , che ne reitano le radici de feminati bruciate. Dunquela
la terra pro- propriamente detta terra fattali mefcolanza di alcune dell’altre cofe;.
DEE det fidiràocretofa, o ghiarofa, o daaltra differenza cognominata. De.
ue uali poi o molto, 0 poco 0 mediocramente che ne partecipi, cia-
, La hatrealtre differéze molto al prouento de frutti appertenenti:
go dico , che parte di loro fono più humide, parte più fecche, e parte.
uerfe terr. mediocri. Dunque l'intendenti della profefsione ne gli luoghi più
humidi
Diuerfi femi,
LIBRO PRIMO | 9
humidi feminano il farro adoreo, più tofto chel grano ; e per contra-
rio nelli più fecchi , l'orzo più tofto che’l farro : nel mediocrel’vno, e
l'altro. In oltre vi fono alcune più minute diuifioni di tutti geni:co-
me nellaterra fabbiofa, importa fel fabbione fia bianco , o rubicon
do: percioche, il fabbion bianco, non è al piantar delle vergelle
conueniente: il rubicondo è buono. Sin quì Varrone. Ilche oltre
che ci è ftato principio di moftrar la conuenienza de’fuoli con vari]
femi,e piante : ci da anco occafione,di far quiui vna breue determi-
natione delle differenze di terre, e corpi terreni da lui narrati cola da
fe fteffa,non aliena dal noftro general propofito.
Dichiaration delle parti di terra da Varrone addutteo .
Capi.
IETRA chiamiamo,ogni corpo duro non cedente al tatto , che
bagnato non fi fcioglie , e battuto fi dirompe in foftanza di ter-
ra. Marmo chiamiamo,le pietre riceuute in ornamenti di edifici], c
ftatue : e fpetialmente quella,che dalla pulitura riceue illuffiro. Ru-
do, fonole reliquie di pietre tagliate, e rotte, o materia de pareti rui-
nati, che per laloro groflezza, e figura non fiaggiuftano al lauoro ,
ma fi fpandono, e raffettano a guifa diterra. Perciò Rudo chiama
Vitruuio il fuolo di rottame, che fi da fotro il laftricato da noftri det-
to riccio, daaltri fcaglia. Arcnaèvna foftanza cumulata di quantità
minime:in ciafcuna dequali anco fi conofca la foftanza di pietra. Sab
bia è confiftenza ad arena fimile , ma più minuta:anzi tra l'arena, e la
terra: perciò Vitruuio difie,oltre l’Appenino non eflerui arena: e Pli-
nio la più fottile arena del Nilo poco più oltre chiama fabbia. Chia-
mafi fabbion mafchio quel, che perla participation di argilla fta li-
gato:qual dice Vitruuio efler conueniente a ftendere in mattoni. Ar-
gilla e terra fortile, e vifcofa, dal cui luto fi fanno figure , e vafi: detta
argilla, dal color bianco: quantunque, & il leggiermente verdaccio,
el palumbino all'ilteffo geno fi adducano. Perciò diffe Marco Tullio
homicciuolo figurato di argilla. Rubrica è verra all’argilla nella con-
fiftenza quafi fimile,di color rofleggiante. Polue è terra volatile perla
fottigliezza,e leggerezza. Creta fi dicono le terre,che bagnate fi gon-
fiano, e crefcono. Ghiarafi diconole vene, e cumoli di pietre pic-
cole, maggiori di arena, ritonde per il più, come nelli letti de’fiumi,
liti del mare, e nelle caue in propri) fuoli fuol ritrouarfi. Carbon-
chio,che
Pictra.
Marmo»
Rudo.
«Arena.
Sabbia.
Sabbion ma-
Schio.
Argilla .
Rubrica.
Polue.
Creta.
Ghiara è
Carbonchio
Carbonchio
mal intefo dal
l'Agricola,
Sabbione mal
intefo dall'A
gricola
Frumento ge-
neralmenti
oue faccia be-
LIE
To DELL'HIST: NATVRALE
chio, che cofa fia, e Varrone ifteffo ci ha detto, e Vitruuio ce l’infe-
gna dicendo: fin come in Campagna, bruciata da fotterranei vapori
la terra, diuien puzzolana, così nella Tofcana,cotta la propria mate-
ria del fuolo, diuien carbonchio, l'vna, e l'altra dunque è nelle fa-
briche eccellente:ma la puzzolana ha virtù ne gli moli fatti in mare:
il carb6chio nelle fabriche di terra. E dunque nelli detti paefi di To-
{cana vna fpetial conditione di materia più molle di tofo,& più dura
di terra: quale nel fondo brugiata dalla vehemenza del caldo vapore,
fainalcuni luoghi, quel geno di arena detto carbonchio. Qualco-
fe mentre così fono, non han luogho le ditfinitioni dall’Agricola af
fegnate, mentre egli dice,che'l carbonchio fia fpetie di arena fciolta
da pietra bituminofa non dura : percioche per quanto habbiamo vi-
fto da Varrone non fe dice ella carbonchio , perche dia nutrimento
al fuogo : ma perche rifcaldata dal fole bruci le radici de feminati.
E Vitruuio ne dice folamente, che fia dal caldo fotterraneo cotta, e
per quanto fi vede,ella è materia arida fenza graffezza, ridotta in for-
ma fpongiofa, e leggiera, altroue del tutto fciolta in arena: altroue
leggiermanteligata, e fpongiofa, sì che con peftone di legno in bre-
ue fi fcioglie in arena. Nereggia quefta materia & ha trale terre al-
quanto fomiglianza con la materia de carboni: onde forfe ne tiene il
nome: fimilmente mentre dice efler il fabbione, di corpo, e grof-
fezza, dell’arena maggiore:e chel mafchio fiala fpetie di fabbion più
duro, manifeftamente fi rifiuta, e da quel, che di Plinio habbiamo”
apportato, & da quel, che Vitruuio ne dice: non effendo quefta ma-.
teria dell’Agricola atta a farne luto.Et mentre dice , che la ghiara fia
rottame di pietra: porta diffinition più tofto conuenienteal rudo:
fendo, chele ghiare hanno proprie vene, e fuoli naturali:come po-
co appreflo con Columella vedremo . Hora feguiamo quel, che del-
la conuenienza de femi con gli fuoli l’ifteffo Columella c'infegna:rac
cogliendo quel, che egli fparfamente ne dice in continuato ragio-
namento, ,
Elettion defemi fecondo il fuolo. Car. x1. DiColum.
GNI frumento anzi de glialtri fiti, confa con la campagna
fpatiofa; che affacia al fole, aprica, e fciolta: percioche la col-
lina, quantunque faccia il grano alquanto più robufto , non rende
perciò a pari del piano. La terra denfa,cretofa, & abondante di hu-
; more al-
LIBRO PRIMO. | i
more allena bene la filigine el farro adorco. L'orgio non fi allena be-
ne altroue, che que è il terren fecco, e fciolto : l'altre cofe-dette vo:
gliono il terreno,che a uicenda altri anni fi lafci a ripofo,altri a lauo-
ro fi ponga : di conditione allegra. L’orgio non vuol mediocrità:
ma fi femina oin terra ftremamente srafla, o ftremamente magra.
L’iftefle biade prima dette, dopo le continue pioggie,fe la necetsità lo
ricerchi, feminate in fuolo quantunque limofo e bagnato , refiftono
nondimeno all'ingiurie: ma l’orgio feminato nel fuolo lutofo fi
muore, Eraltroue. Non dobbiamo farci ingannare dalla filigine,
come cofa degna di efler defiderata , percioche quantunque preua-
glia in bianchezza al grano:è nondimeno inferior di pefo : ma per-
che fi confà con l’aria humida,è conueniente a luoghi fcaturiginofi.
Ne bifognacon dithcultà ricercarla di lungi, percioche ogni grano
che feminato fia in luogo vliginofo,la terza volta fi traflmuta in filigi-
ne. Edell'orgiodiftintamente. L'orgio eflaftico, che fignifica di
fei ordini, fi feminain terra fciolta e fecca, e che fia o molto forte , 0
molto debole: percioche è certo che’l fuo feminato rende laterra
macilenta:perciò fi dè commettere d a terren grafsifsimo a cui per la
fouerchia fua robuftezza non pofla con la fua magrezza far danno:ò
a terren magro,a cui per la fua magrezza niente altro fi habbia da c6-
mettere. L'altra fpetie di orgio detto diftico,cioè di due ordini di
efo e bianchezza eccellente , fi femina in terreni grafsifsimi, c luo-
ghi freddi il Marzo. Ma fe la piaccuolezza della ftagione ciò com-
porti, farà di più profitto feminarlo a mezo Gennaro . Il miglio,e pa-
nico , che anco rra gli frumenti fi pongono, vogliono terreno fciol-
to, e leggiero:tuttauia non folamente in fuolo fabbiofo, ma anco
nell'arena provengono, pur c'habbiano o il cielo humido, o il fuo-
lo inacquato : percioche temono il fecco ,elocretolo. Non poflo-
no feminarfi innanzi primauera: come che godano dell’aria intepi-
-dita. Danfi ottimaméte alla terra nell’vItima parte di Marzo. 1l lupi-
no confafsi bene con la terra fiacca:& ama innanzi di altre la rubrica.
temela creta, e non vien fuori gittata nel fuololimofo. Il fagiuolo
(©
può feminarfi nella terra nouaticcia, ma molto meglio nella grafla, e
reftibile : tal fi dice quella che ciafcun anno fi mette in lauoro.Il pifel
lo amalaterrafacile , ce fciolta , il luogo tepido , e'lcielo piouofo , fe-
minafi dopo l'equinottio. Allafaua fi deue il luogo grafsiftimo , o
illetamato , o fe pur fia nouaticcio,deue cfler pofta in valle, che dalla
parte più alta riceuafugo . Confuma men la faua, che gli aleri femi il
VIGOr
Siligine .
Orgio.
Grano in luo-
ghi bumidi fi
muta in filigi=
AL
Orgio c[fa/lico
Orgio diftico.
Miglio , e pa-
nico.
Lupino.
Fagiuolo'.
Pifello.
Faua.
Lenticchia.
Lino.
Sefamo.
Cicerchia.
GANDD
Canape.
Rapa, e nano-
NC è
Erto.
i 0. DE L.L' AEIS'FISNAAGSIOV RALE
vicor della terra, non vuole ella terren magro ne nebbiofo . Rifpon-
de fpello commodamentencl terren Joi e perlo fpeflo, è meglio
la cempeltiua:ma alle volte rifponde ben la cai Poco bene fi E |
na dopo la bruma: peflifsimamente la primavera: quantunque vi fia-
no faue tremeftri , ch'a Febraro fi feminano. Ma veggoli ruftici
veterani dire: voler più tofto gli fauali delle feminate per tempo,chel
frutto della tremeftre. Lalenticcia vuole il fuolo fottile, e fciolto, o
ver il graffo, c fecco : percioche nel fiorire , facilmente Juffiihado
dall'humore fiammarcifce. Il lino agliterritorij,oue fi femina,é no-
ciuifsimo : perciò non fi deue o fe ò in tal pacfe non ne fia
gran prouento, 0 fel prezzo non SAINTE io ricerca dun-
que il fuolo alquanto humido. Alcuni, per far che nafca fottile, il
feminano in terren magro di pocl ica fuftanza.Gli fefami voglio-
no perilpiv il terren putre, da Campani chiamato pullo: prouen-
gono nondimeno non peggio nelle arene c'habbian graflo , e nelli
terreni gettaticci. La cicerchia, che è fimile Icalpifo, fi Totinai in ter-
ren io e cielo humido : nevi è legume, che men danneggi il ter-
ritorio i quefta. Ilcece detto arietino, e l' altra fpetie dea punica,
vogliono il luogo, & il cielo humido : ‘danneggiano la terra oue fe-
minati fono. Il canape, richiede il fuolo illetamato , & inacquato :
ouer piano & humido, e profondamente {moflo. Larapa, el na-
uone, vogliono la terra i e fciolta: nelladenfa non prouengo-
n : cn larapagode decampi, e diluoghi humidi:
il nauone della denfa è fecca, e cho più fi accotti al fottile: vien perciò
migliore nelli territorij ZA i,e fabbiofi. Que fi dè confidera are,qua-
to importi la proprieta ‘de luoghi, nella tralmutatione delle piante:
percioche altrove la rapa feminata tra duc anni pafla in nauone: al-
troue il nauone in rapa. Richiedono ambi il terreno ben fmoflo
con reiterar l’aratro, & raftello: e che fia abondantemente fatio di.
fierco.. L'eruo Mal illuogo magro, e non humido : percioche l luft.
furiando fi gualta. Il dale lica i in qualfiuoglia luogo ben che ma
| grifsimo, Th. molto,ogni forte de danni. Palio hora al-
ic viti.
Elettione delle [petie delle viti fecondo ilfnolo: Car. x11.
A vite generalmente fi dl prouenire felicifsimamente tan
to ne oli campi, come ne gli colli: e non meno nella terra dé-
fa, che
"LIBRO PRIMO. Ma
fa, che nella fciolta: fpeffo anco tanto ben nella magra, come nella
grafla : cofi nella fecca come nell'humorofa: foffrifce cofi la temperie,
fredda diariacome la calda, & ancola procellofa. Importa ben di,
fapere , la differenza delle fue fpetie: &ilmododicoltura,cheintal
paefe conuenga. Percioche non in ogni parte laftefia coltura, ne la
medema fpetie di vite fi confà. E la fperienza ci moftra, fecon-,
do gli pacfi ftar bene, achi più l'vna, achi più l’altra fpetie. Ilche
quantunque fingolarmente non.fia facile a dire, deue pure hauer per. n
ficurò il prudente agricultore, che quelgeno de vitiè conueniente ,,; cguenien
alcampo, che fenza molto detrimento foftrifcele nebbie,ele brinc: tal campo.
Ja ficcità dell'aria e gli venti. Alterritorio graffo, e frutteuole, darà la Da
vite delicata, e non molto di natura feconda: al magro la feconda. fuolo. ©.’
Alla terra denfa, darà la vite gagliarda e frondofa al fuolo fciolto c
lieto , la vite c'ha rari farmenti. Sappia, che nelluogo humido, non
bene ftanno gli frutti teneri, c diacino groffo : ma di acino callofo
angufto , e che fia di molto grallo. Non altrimente al fecco conuic-
ne la natura deviti contraria. Etin oltre fi dè fapere, quanto impor- Elettione del-
ti la qualità delcielo fredda, o calda : feccao ruggiadofa : srandino- A Ga
fac ventofa jo quieta ;ferena o nebbiofa. Allafredda, e nebbiofa l'aria.
potrà dar due geni de viti: cioè o che fia di anticipata maturanza, fi
che maturi anzil'inuerno, diacino fermo e duro: le cui vue fiori-
fcano tràle caligini, & che afpettato il freddo:col giclo, e brine {o-
prauegnente, fiammanfino come altre fanno col caldo. Al cie-
lo temperato , le iftefle di acino duro , e tenente conuengono: al
caldo le frutteuoli, e più tenere. AI fecco quelle, che dalle piog-
gie, e continue rugiade fi putrefanno . AI rusiadofo quelle, che
mal fanno in luoghi fecchi. Al grandinofo quelle, che fono di
fosli duri, e larghi ; onde meglio venga difefo il frutto loro.
E quantunque nella contrada ferena, e cheta, ogni forte de viti fac-
cia bene: nondimeno commodamentevi fi pongono quelle,le cui
vue & acini cafcan prefto. Ma fe in noi fofle il far l'elettione del luo- Sito ottimo, e
go e del ciclo, a deftinarui vigna;farebbe ottimo,come veriflimaméte do:
diffe Celfo,il fuolo ne molto denfo,ne fciolto:ma di codition più to-
fto a fciolto vicino.Ne delicato ne oraflo:ma che più rofto hauefle del
graflo ine campeftre ne precipitofo,mafimile a capo inalzato . Non.
{ecco no vliginofo,ma alquato rugiadofo: che nò fcaturifca fonti nel
fommo: nedi fcaturigini molto profonde: ma talméte temprato che
pofla sominiftrare alle radici delle piante humore:e quefto ne amaro
B ne falfo
Salice
GeneStao.
Cannao
Cafagna.
Quercia.
Vlmo.
O li UA Ie
#4 DELL’HIST. NATVRALE
ne fallo, acciò non corrompa il fapor del vino , o che non impedifca
il crefcer delle piante con fcabrofe rubigini , che tal humore appor-
tar fuole. Enelleconditioni dell’aria fimilmente, non vuole la vi-
gna, nel’ariache agghiacci, ne anco l’infogata, fi confà nondime-
no più bene con la calda: vien più oftefa dalle pioggic,che-dalla mol-
taferenità; & è più amica del fuolo fecco, che del piouofo : gode de
ventarelli piccoli, c piaccuoli: & è danneggiata dalle fubite rempe-
fte. Quefte fono le qualità de fuolo e cielo,alla vigna cliggibili.
Conuenienza de terreni con l'altre piante ‘vtili a roflici.
CAPISCI
Ecviamo hora con l’ifteffo Columella, la conuenienza della
terracon l'altre piante,all'vfo de ruftici neceffarie. Il falice fa
ottimamente nel fuolo inacquato, c nello vliginofo. Non fa perciò
male nel fuolo piano, e graffo. Alla geneftafi danno gli luoghi.
molto aridi, oue non fannole fpetie de falici,& altri vimini dell’iftef-
fa conditione. Lacannaquantunque viuaciffima fia, ne rifiuti luo-
go alcuno : viene nondimeno piufelice nel terren fciolto , che nel
denfo : più nell'humido, che nel fecco: piùnellevalli, che negli
pendij: e più commodamente preffo a ripe de fiumi, alimitari, e
preflo afiepe, che nel mezzo de territorij. La caftagna ama la terra
pulla, e fciolta: non rifiuta il fabbion humido o il tofo dirotto.
Laquercia fa ne gli monti giarofi,e che alleuan fpineti. All’vimo
conuiene il fuolo rugiadofo, e nebbiofo : ha in odio cofi il luogo
affogato,come il gelaticcio:e perciò fta bene in pacfi freddi, efpofta a
mezzo giorno : e ne glicaldiefpofta a tramontana : ama luoghi, che
ne bafli fiano, ne molto eminenti : e fa bene nelle falde & in pendini.
Accomodatiflimo geno di terraper l’oliue, è quello c'ha fotto di fe
giara, di fopracreta, e fabbia mefchiate. Ne farà cattiuo fuolo cue
il fabbione è graffo. La terra défa ancora fe ella infieme farà,e fucchio
fa,c lieta:comodamente allea quefto arboro . La creta del tutto fi dè
rifiutare,e tato più la fcaturiginofa e che patifca di vligine.L’è nemico
anco il fuolo di fabbion magro e la giara nuda : percioche quantun=
que in detto fuolo non perifca, nondimeno non mai vi piglia vigo-
re. Puofle piantare in territorio di grano & ouefiano ftati o arbori o
elci: ma non quercie:quali quantunque tagliate ne fiano: nondime-
nola viruléza delle radici reftati la offendono . Il feminario dell’oliue
fi deue
LIBRO PRIMO. 15
fi deue accommodare in cielo libero, in terreno alquato forte ma fuc-
chiofo,infuolo ne denfo ne fciolto , ma che più tofto inchini a fciol-
to:diqualconditione è la terra negra. A gli arbori pomiferi, quafi
communemente conuengono le iftefle terre, che alle viti. La fico
amaluoghi afpri,calculofi, e giarofi, & alle volte gli faflofi. La no-
cegrecavuole il terren duro, caldo, e fecco: in luoghi altrimente
difpofti {pello fi putrefà.
Emendamento delle terre ad vfo dell Agricoltura. CAP. IXV.
In quì habbiamo ragionato della conuenienza delle terre con
le piante. Hora ragionaremo con l'ifteflo Columella delle co-
fe,che larendon migliore, e peggiore,e del modo di emendar li man
camenti, che teneffe . Il luogo vliginofo fi fcarga dalla foprabondan-
za dehumori con fofle. Sono di quefte due manicre cioè altre ma-
nifefte, & altre cieche. Nel paefe denfo , e cretofo fi fanno le foffe
manifefte . Que il terreno è fciolto,fe ne fanno diambe maniercicioè
altre manifefte altre cieche. Le manifefte fi aprono dilatate nella par
te di fopra, riftrette verfo il fuolo , fichefaccino fcarpa dall’vna, e
l'altra banda: & imitino l’embrice colcato colcanale verfo il cielo :
percioche fe gli lati a piombo fifaceffero , facilmente patirebbe dal-
l’acque:& il fuolo fuperiore fcorrédofene in giù l’empirebbe . Quel-
le che vogliamo couerte, floccecaranno in quefto modo:fi cavaran-
no gli fofli in fotto a mifura di tre piedi: dopo riempite per la metà
loro, di fafsi minutio giara; fi agguagliaranno con rimetterui fu la
terra indi cauata: ma fe, nela pietra,ne anco la giara iui fi habbia, fi
formaràin modo di fune vn ligamento de farmenti,di groflezza tale,
che’ fuolo della foffa pofla adattatamente e Arettaméte riceuerla : c fi
ftenderà per lo fondo; e fopra calcandoui foglie di cipreflo, o pino, €
mancando quefte,altre di altra maniera, coprafi di terra. Ma nel prin
cipio, c fine del foflo fi faran due efitia modo di ponticello, pofti due
fafsi erti quafi fofler pilaftri e l’altro sù trauerfo con qual ftruttura,
manterranno le ripe che ricafcando non richiudano l’efsito e l’in-
greflo dell'acqua.
B_ 3 Emen-
Arbori de po
mi.
Fico +
Noce greca.
Foffe aperteze
cieche .
Foffe fcouer=
1a)
Foffe couerte.
16 DELL: HST. NATIVA ALE
Emendamento della magrelza. CAP. XV.
A la magrezza della terra fi riftora con lo ftercoramento: per-
cioche dall’illetamare come da nutrimento firifà, e firende
Tre differeze viuace. Delli ftercoramenti fi confiderano tre differenze;cioè da vcel-
di ftercoramè
t9}e
Sterco di vcel
li.
sterco huma-
no .
yrina huma-
NA Do
(cenere È al-
tre materie in
vece di leta-
men.
Tempo,e ma-
turita delleta
me.
Come fi difpo-
ga ,e fi dialo
Slerco è
li, dahuomini, dabeftiami. ‘Tragli fterchi di vcello il migliore è
ftimato quel che dalle colombare fi piglia. Appreflo quel che èdi
galline, edi altri volatili. Eccettuandoneli paluftri e natatili, come
dianate & oche : quali non folamente buoni ma nociui anco fi ftima
no. Innazi di tutti fiapproua il colobino:qual fappiamo per efpericn
za che moderatamente fparfo fermenta laterra. Prefso di quefto fi
da il luogo,al fterco humano mefchiato con l'altre brutture della vil-
la: percioche quanto a fe fteffo folo,è di natura fogofa : e perciò bru-
{cia il fuolo. Perlifurculi il meglior che fia è l'urina humana, che
fia Mata lafciata inuecchiarfi per fei mefi. Ne fappiamo cofa che ren
da più frutteuoli le viti, e gli arbori da pomi. Ne quefto gioua fola-
mente all'abondanza: ma rende anco così il fapore del vino, come
de gli pomi migliore. Puote anco l’amorga vecchia, e che non hab
bia fale, mefchiata con la detta vrina irrigar gli arbori frutteuoli,&
iù de gli altri l'oliue . Il terzo grado di bontà de letami, fi truoua nel-
tolto da beftiami:tra quali ottimo è il fomarrino; appreffo il caprino:
il men di tutti buonitil porcino. Oltre di quefto gioua l'vfo della
cenere, e paglie arfe, & il frutice del lupino tagliato, ha forza anco di
ottimo fterco. Ma mancando l'altre cofe ogni forte de frondi , qua-
tunque da fpineti, e da fepali di firada raccolta, può far l’ifteffo vfh-
cio :anzi la iftefla felce tagliata, con le brutture delle corti. Puofli
perciò fatta vna fofla conueniente a tal feruitio: iui raccorre le ceneri,
il fango delle fogne, paglic, e quanto fi fcopa. Qual cofe da con-
tinuato humore fatie daranno comodità di letame . Hafsi anco da fa-
pere,che ogni fterco , che pertempo ripofto fia,ripofato per vn’anno,
farà ottimo.percioche ha le fue forze ancora fode,e da fe non produce
herba. Oltre di qual tempo quanto più fara inuecchiato,tito farà peg
giore: come che perda di forza. Hora chi vuol preparare il territorio
afruméto,fe vuol {eminare l’autino, potrà di Settébre,e fe la primaue
ra potrà in qualfiuoglia parte dell’anno a Luna macante, difporre pic
coli monticelli di fterco;quali n6 prima disfarà che fia per feminare..
fe vi fa-
LTBRO PRIMO, 1 î7
fe vi farà caufa, che impedifca di ftercorare per tempo:potra/fi nel
farchiarefparger a modo di femina la polue di fterco tolto dalle vcel-
lare. Ilche mancando,potrà fpargeruifterco caprino , e poi con far=
chi) mefchiarlaterra. Quefto rallegra molto li feminati. E opi-
nion riceuuta, che gli luoghi pendenti vogliano il terzo più di lera-
me che gli piani: & don per chiaro, cheli come il territorio a cui
Terreni pendi
ni vogliono
maggior gua
tità id tera
non fi da fterco fi raffredda : così d'incontro fi brucia achi fi da fo-
uerchiamente. Sarà per ciò.molto più fpediente , darlo {pelo in po-
ca quantità, chel darne infieme molto. Non è dubbio anco chel
territorio acquofo ne voglia maggior quantità, el {ecco meno . Per-
cioche l’vno dal continuo Ro raffreddato , con quetto fi digcla.
L'altro per le ficcità da fe tepido, con quefto Gui ‘chiamente datogli, ;}
fibrucia. SinquìColumella.
Ingraffamento dalla calce, cenere, epolue. Cav. xvi.
ANNO peringraflaméto de terreni alcuni introdotto la calce;
H altri la cenere : l'vfo , e beneficio di cui è hora manifeftiffimo
nelle terre nouali,altri anco Aaane della polue. Di qual manie-
retutte ne fa mention Plinio dicendo. Gli Hedui, c Pirtoni fanno
lor territori] graffifsimi con lacalce,quale, &: alle oline, &alle viti fi
ritroua efler viilifima. E della cenere, Hotafie è ritrovato, che l’o-
liue, godono fopra modo delle ceneri tolte dalle fornaci di sic . A
gli Trafpadani per ingraffar li territori] piace tanto l'vfo della cene-
re, che l’antepongono Di: fimo giumentino : qual per efler leggerifli-
mo,lo bruciano: ma non fi ao parimente dell’vno, come "dell al
tro in vno ifteflo territorio : percioche non adoprano la cenere ne gli
arbufti, &in alcune fpetie di biade . E della polue.Sono alcuni, che
ro nutrirfi l'vua di poluc, e perciò le impoluerano Mente
fcono: fpargono anco la polue alle radici delle viti, e dé eli alberi.
E quefto appo Narbonefi è è tenuta per cola indubitata, che le vinde-
mie vengano a maturità pit dall’aiuto della polue, He del fole.- Sin
quiPlinio,
C orregimento de territorij conaltreterre: CAP. xvir.
O no alcuni che corrigono l’vna terra con l’ altra, come c ‘infegna I
Columella. Di Csa. Mi ricordo che Colamedli mio
zio idea terra fabbiofa mefchiaua creta ; alle cretofe, e molto denfe
iii ele fabbia:
Terreni dc-
quofi voglio-
no Sterco &1
maggior copia
Calce lodata
da Plinio per
ingr aff are.
Cerere per in-
graffare.
Polue vtile al
l'as.
Arerd fi cor-
regge com cre
o:
1$ DELL'HIST. NA TVRALE
raterradéfa fabbia:e pertal mezzi,n6 folo,ratmivana gli feminati ; ma rendeua fe
colafabbia. vigne bellifsime:percioche negaua l'ifteflo che’ fterco couenifle alle
vigne,come che corrompefle il fapore del vino: e ftimaua molto mi-
glior materia, alla fecodità delle vigne, la terra cumolaticcia 0 de fpi-
neti, © di qualfiuoglia altroluogo. Quefto diffe Colum. Ilche
Plinio degno effendo come egli c'infegna , farà forfe degno di riprenfion Pli-
Reriprefione. pio , mentre dice: emendarterracon terra, buttando la graffa fu la
fottile: e ful'humida, e graffa, lafottile è beuetrice, è opra di pazzia.
Plinio degna E che dobbiamo fperar di tal coltura? Meritamente dunque è ripre-
dal Agio D fo dall’Agricola,non folo per quel c'habbiamo da Columella, e dalla
ragione iftefla: ma anco, per quel, che egli ifteffo poco appreflo;rife-
rifce della marga. Saluo s'egli non volefle riponer la marga tra le {pe-
ric di terra:opinion non accettabile . - (12 EI
Della Matga, che cofa fia se fue perio. Car. xvirs
A ssAREMO dunque per confeguenza di materia, alla margà
graffezza di terra, che fi ritruoua raccolta trà l'altre terre, e faf-
fi:-non altrimente, che lagraflezza de animali nelle parti del corpo
Vfodellamar foro. Adoprafidamolte nationi fparfa per li campi non altrimente
= che appo noi il lerame, &èmanifefto, che fincome avarie forti di
piante e femi, fono vtili varie forti di terre : cosìa varij forti di terre
fono vtili varie conditioni di marghe:delle quali in oltre ragionare-
mo. Ma perpiù perfetto intendimento di quefta materia, cper fe-
guir il noftro inflituto: farà bene riferirne, quel che ne lafciò fcritto
Plinio.
Differenze di Marghe,cloro vfo. Cap. 1xx. ‘DiPlinio.
Lib. 17. Vn'altro modo dinutrirla terra ritrouato da Britanni, e Galli.
Quefto è con la marga, in cui fi vede vna raccolta fecondità. .
Ne par chela marga fia altro, che graflezza di terra: raccogliendofi
la pinguezza in efla, quafi in vn nocciuolo: come fono le ghiande
Pfodellamar nelcorpo. Queftainuentione diemendar laterra, non è ftata inco-
ga dali e gnita a Greci, che non lafciorno a prouar cofa. Chiamano eglino
pi 222° Jeucargilla vna fpetie di argilla bianca:di cui fi feruono nel tenimen>
to di Megara. Vero é che quefta non adoprano altroue, che nel ter-
ritorio humido ; e freddo. Horaritorniamo a raggionar accurata»
mente
LIBRO PRIMO. 19
mente delle marghe adoprate da Bittanni e Galli, con molto loro
lucro. Furno primain vfo due geni dimarga: al prefente han co-
minciato di adoprarfene molto più: facendofi di mano in mano pro
fitto da varij ingegni. Vie la bianca, laruffa, ela columbina, & al-
trache vaall’argilla altra al tofo, altraall’arena. Sonodi più, altre
di conditione afpra, altre di sraffa. Hannofi fperimenti in pronto
dell'vna e dell'altra: e fi adoprano a due intenti, percioche ò al fem-
plice nutrimento di biade, o anco al prouento de pafcoli. Nutrifce
le biade la tofacca bianca: qual fe farà ritrouata tra fonti, fara quafi
nell'infinito fertile, ma afpra nel maneggiare : e fe ella fia in molta
copia buttata, brugia il fuolo. Viene appreflo la ruffa, che chiaman
capnomarga, di pietra mefcolata con terra minuta, & arenofa.
Quetta fi rompe per lo campo «e ne gli primi anni,perle pietre diffi-
cilmente fi taglia la ftoppia: ma d'incontro fi porta con la metà di
{pefa, per efler ella più dell’altre leggiera: fpargefi rara perli campi:
Pvna, e l'altra delle dette marghe dura per anmi cinquanta alla ferti-
lità cofidi biade, comedi pafcoli. Venghiamo hora a quelle chan
graflezza .E tra le grafle principal la bianca, di cui fono più maniere:
diquefte tutte mordacillima è la fopradetta. Seguelacreta bianca,
detta argentara. Cauafi quefta di fotterra con pozzi, fino a cento piè
profondi: le cui bocche nel fommo fono ftrette, e fi dilatano nel
fondo, fecondo lo allargamento della vena. Diquefta più che del-
Faltre tutte fi ferue la Britannia. Dura anni ottanta: ne viè memoria
di huomo, che due volte nella fua vita,l'habbia negli ftefli campiado
rata. Vièinoltreilterzo geno di marga bian si da lor chiamato
glifcomargho. Quefta è creta da purgar panni mefcolata con terra
graffa, più de pafcoli , che di biade fertile : fiche tolta la metitura in-
nanzi alla feguente fementa, fi taglia il pafcolo allegrifsimo : ne
mentre effa è nelle biade, manda fuori altra sramigna. Dura anni
[ei
trenta. Vero èche s'ella fi da{pefla più del giufto, fuffoca il terreno,
come fa ilcimino. Lacolombinaè detta da Gallia lor modo egle-
copala : cauafi in zolle fimili a pietre: fi fcioglie dal fole, e dal gielo
in fottiliffime laftre, & èdigiufta fertilità. Dell'arenacea, fi feruo-
no mentre non hanno altra marga: ma negli luoghi humidi qua
tunquehabbian dell'altra, fe ne feruono per elettione. Ogni mar-
spetie di mar
ga.
V fo vario del
le marghe.
Tofacea biaca
Ruffa Ù
Marghe c'hé
QrANUCZZa +
Creta argenta
ra.
Glifcomarga
Colombina.
Modo di ado-.
gafi degettar nel terreno arato,acciò la fua viruù, fia dalla terra rapita. prar la mar-
Quella, che nel principio è più del debito afpra,e non fi diftendein 8°
herbe, ricerca nel principio alquanto aiuto di letame :.altrimente
offende
Marghe va-
riamenteado-
prate fecondo,
le differéze de
Suoli, :
(Che fignifica
il nome mar-
ga»
Stemomarga,
pie) DELL'HIST. NA'TVRALE
offende perla fua nopità il terreno. Anzi ne anco fi trouercbbe per
lo fecondo anno frutteuole. Importa molto il vederla qualità det
fuolo per cui ficercala marga, percioche la fecca è migliore per la-
fuolo humido: per lo fuolo fecco, miglior lagrafla: al mezzano con-
fannolacreta, clacolombina, | I
J
Difcorfo della natura, e differente delle marghe dell'eAgri —
cola . CAP. XX.
ANTO delle marghe Plinio ci lafciò feritto. Hora veggiamo:
quel che ce n’ifegna l'Agricola, Il nome di marga dice l'Agri-
cola, non fignifica altro che midolla; percioche alle volte ficaua co-
sì corrente, che non par punto diflimile alla midolla nell’ofla di ani>
mali contenuta, Perciò appo Germani, e quelli Galli, che della lin-
suagermanica fi feruono, hebbe nome dimarga, Et hosgili cana-
tori di miniere, chiaman quefta liquida, fteinomarga “cioè midolia
i faflo: qual fi ritruoua,e nelle commiflure de fafsi, e molto più,den-
tro l'iftefsi fafsi richiufa, Spefle volte fi ritruova dura, qual beuuta
Differenze di
margheo.
Varietà nel
colore .
Neltatto.
Varietà nella
fi IQUra,
Regole gene
rali nell'ofo.
della marga.
- ritagna il fangue che fi fonde per apritura di bocche di vene: e deb
tutto ritiene la virtù della tenta famia, Non è in vfo quefta marga ap-
po di Agricoltori:così per non hauerfene copia a baftanza, come pet
non ritrouarfene altroue, che nelle caue de metalli, e di pietre. Ma
fono le marghe generalmente di confiftenza diuerfa; percioche alcu-
ne di loro fono terra dura, altre arenacee, altre tofigne, altre a pietra
foda fimili: variano nel colore, percioche ne fono bianche, ruffe,
nelroflo nere, colombine, cenerigne; gialle, e di altri colori. Va-
riano nel ratto: percioche altre ne fono afpre, come quelle, che ad
arcnae pietra fomigliano; altre lifcie como quelle che rapprefenta=
no terra. Variano nella figura, percioche alcune ne fono condenfa:
te a guifa di crufte ; quali per il più fono tenere, & alle volte petrofe è
altre fono fiftulofe , come le rofacee: tra quali alcune raffomigliano
apponto a fiftola con vn lungo forame, che fegue la lunghezza fua ut
ra. Ma generalmente delle marghe ragionando: quanto ella è più
graflatanto più ingraflali terreni, oue cella è fparfa: quanto è più
dura , tanto maggior numero dianni dura. La molle, che fomi-
° - gliaaterra, è migliore nel terren fecco: le dure come le arenacea
tofigna,e petrofa, fono conucnienti al terreno humido .. Nella Ger»
ù ) manila
LIBRO: PRIMO. 21
maniagrandegli Safsoni foli della marga fi feruono. Li'Turigni, c
li Boemi per il più han terreno di tanta fecondità, che non hanno
neceflità di marga. Altri hanno tanta abondanza di letame,che non
li fa bifogno cercarla. E coloro c'habitano le montagne, non poflo-
no hauerne. Cauafenein Saffonia in molti luoghi tra Monda, e Ca-
fella,dellaterrena de più colori. AdHildefimio & onde fi va verfo
Ponente e'l fiume Inderfta nella radice divn colle,colombina. Ad
Alfelda alla radice di vn monte verfo Ponente eftiuo , la tofacea bian
ca. InDefteri, altroue nel roffo nera, ecolombina:e fotto le falde
fue oue cofina con la pianura,fi ritruoua nell’azurro verdeggiante. In
Gofelaria di due maniere : cioè cinerigna ye bianca:di cui fan forme
datragittarui figure di metallo. L’vna, el'altra di quefte dalla acri,
moniade freddifi fcioglie in fottilifime brattee: quantunque la ce-
nerigna innanzi, che fenta il freddo, fi vegga di grofle crufte compo-
fta. Cauafene della arenacea tofigna, & petrofa, cinque miglia di-
fcofto dalla felua Hercinia, tra Ganderfimo, e Sefenna. De quali al-
ere fonoroffe,altre bianche. Sin quìil'Agricola.
Caufadelle varie confiflenZe di Marsa. Car. xx1. Aut.
O RA fenoi vogliamo inueftigar il proprio cfler della marga,
c fua confiftenza: potremo in gran parte ciò confeguire dalle
cofe a lei di materia vicine: nellequali vesgiamo gli effetti quafi iftef-
fi. Eprimache la marga liquida,fia di apparenza, e di materia fimi-
le a calce fpenta,e fimilmente liquida per l’imbeueramento fatto dal-
l’acqua, non è cofa dubbia:così perlalifciezza a fcuo, o midolla fimi-
le,come anco dal color bianco, e da gli effetti dell'ingraflare, che nel-
la calce habbiamo vifto: fimilmentela zolla dura,a zolla: ma viéla
differenza, che l'’vna da fubita violenza di fuogo , l'altra da lungo, e
moderato calore fia cotta . E perciò lezolle della marga,non con l'i-
ftefla velocità della calce, macon lunghezzadi tempo fi fciolgono:
onde nafce di confeguenza,il continuo beneficio d’ingraffar per lun-
go tempo. Quindi ancora auuiene, che nell'agrimonia nonfiaa
calce fimile. Il proprio color dunque è il bianco: gli altri fono au-
Margain vfo
appò Saffoni in
populi di Ger-
mMariao
Varie cane di
MATZA è
Marghe , che
fi (ciolgono in
brattee.
(0mparation
della mMarga
conla calce
Color proprio
delle marghe.
uentitij,.come nella calce ancora vediamo. E lo fcioglierfi in laftre co Ferdiméro in
me alcune fanno:è effetto ancora, che a molte pietre calcinate auuie
ne: come nella fpecchiara pietra di geflo : c come fanno più vene di
argilla
laftre
22 DELL’'HIST: NA TVRALE
argilla molto dure nel luogo natiuo ; quali fcouerte dal gielo fopra-
uvegnente, fi fciolgono fimilmente in laftre. Percioche l'iftefle anco,
fono pietre concotte nel modo della calce : ma fuori di asrimonia,
1 er efter la lor cottura più opradi tempo, che violenza di fuogo.
camel "79° Chefiritroui nelle commiflure , e concauità di pietre; quefto è cffet-
mifzre. —©o che fegue l’inegualità della materia: percioche alcune parti fono
più alla cottura, &allo fcioglierfi velocemente, habili. Che mol-
Barga fimile te fcorrano a modo di midolle:quefto è effetto di humore da gli
amidolla. * de ; e: CRE ZI
fafsi cotenuto,e nella lor concauità rifufo: qual iui richiufo n6 facil-
mente eflala. In oltre l’ifteffo humore dalla fuftanza delle pietre tra-
sfufo, porta fecola più fottil materia, che genera la marga : cper-
ciò in alcune fpelonchefi ritruoua vna tal materia rifudare: iui perla
humidità che ritiene,ad vnguento fimile: e poi fecco per la priuation
dello humore,leggiero,fimile del tutto di ethigie e leggerezza ad Aga
‘agarico for. rico sonde da alcunie detto Agarico fofsile:da altri latte di luna.
file o latte di qual può porfi fpetie di marga. In oltre che le marghe poco fa narrate
lr leca- Perlacoltura de campi,fi ritruouino alle radici de monti , fegue l’i-
ne di marga fteflo principio pigliato:raccogliendofi tal fuftanza dalla fuccolenza
li dial pietre da calce, che è in talluoghi sonde fiè detto anco prouenire
ci de monti. , peg > é 1°
Canfa delle fi le fcaturigini di acqua perla caufa ifteffa. Eche firitruoui in forma
O ia: . ° 9». °.
guredelamar di tofo filtulofo, è dall’iftefla caufa dipendente : percioche l’ifteffa
ciali fuccolenza di pictrao di calcinatione portata,c codenfata;fecondo il
foggetto acuifiappréde apportatal figure:come veggiamo nelle pie
Differéza tra tre Sarnefi & altroue. Mala materia della marga, dal fole e brine fi
la marga se le (Li6oh En ; È d 0 ilchelepi
pietreo. , fciOglie manifeftamente in alimento de campi: ilche le pietre non
è x SE 3 3
hanno. La marga arenofa è effetto dell’iftefla caufa: percioche l’are-
nac minima formadi pietra: &altrimente, pietra in picciolifsime
parti fciolta. Quefto fia detto delle marghe.
Di vr altro modo di rifforar gli territori con voltar fotto»
fopra le terreo. CAP. XXII.
I n qui della marga. Hora venghiamo ad vn’altro rinouellamen
to de territori]: qual fi fa con cacciar nella fuperficie,la terra pro
fonda, e far quafi vn rouerfamento di fuolo. Nel qual modo alter-
nandofi, refta di fotto la terra ftanca, e fi mette in opra la terra
nouella. Di quefto modo ne fa mention Plinio dicendo. Tra le gen
te che
LIBRO PRIMO. 23
ti, che fappiamo gli Vbij folo coltiuano fertilifimi campi,con cauàr
di fotto ad altezza di tre piedi laterra, diqualterra cauata coprendo
il fuolo ad altezza di vn piede, rendono il territorio fertile. Il mede-
fimo modo dice l’Agricola vfarfi hoggi da gli Iuliacefi Germani,e lo
ro finittmi;e che quefta lor terra fia graffa,ma non denfa e dura,come
la marga: di cui nelle culture habbiamo fatto mentione.
Ingraffamento dal lupino. Car. xx1:1. DiColum.
M% quando ogni altra cofa ci manchi ( dice Columella ) non
ci dourebbe mancare lo fpeditiffimo aiuto del lupino : qua-
le nel territorio magro verfo il mezzo Settembre fparfo inarato , e
per tempo col vomero ozappa tagliato : verrà a far officio di ottimo
ftercoramento. Defli tagliare il lupino quando habbia cac-
| ciato il fecondo fiore ne gli terreni fabbiofi : ma
di terzo fiore nelli rubricofi. Percioche
nella fabbia habbiamo bifogno
del tenero che prefto fi
putrefaccia , e fi
mefco-
li colfuolodi poca foftanza: ma nelle rubriche del
più robufto, che foftenga le zolle che più
fode fono per più lungo tempo fo
{pefe: e mentre quelle da
gli Soli di eftate fua-
porate fi fciol
Il lupino nel
Secondo 0 tere
zo fioren.
DELLHISTORIA
, { 6NATVRALE
PEbeFe E R*R'A NGb.E IMPERATO
LIBRO SECONDO.
Nelquale fi tratta delle terre per quanto appartengono al-
l’vfo della Plaftica, e dell'Architettura.
Delle terre appartenenti alla Plaflica,e loro ui |
CAP.
SYD E c ve hora che ragioniamo delle differenze delle
2% 38 terre,perquantoallaPlaftica appartengono , come
‘sì cofadopol’Agricoltura di fommo beneficio nelle
DER NF È lrumaîie feceflità: &in oltre dimolto. ornamento.
«i > 5) e ) Sono dunque dal Plafta confiderate le terre: altre
Teme in vfo PERSE in vlodi edifici, altrein vfo.de vafi , altre di fegni
gi, DI e figure. Etaltre di quefte crude:, altre cotte. Adoprafi nelle mura,
alirone cotte, O in vece dell’iftefle pietre, o cina ti & ornamenti.
Frequétifsimo è in molte parti &appo noinella: Calabria; di formar
laterra,perfabricade paretiin forme dilegno. Fafli perciò la cafcia
‘ di tauolette confitte in'quadro ,fiche di di dette fi poffa formar
fi peditamente la malta, qual formata fi pone da partea feccare, e fec-
Braficin (la cata fi pone in opra. Chiaman quefti quadrati di terra Brafte,forfe
"ti dal greco nome di plafta. E fanfi di terre cretofe facili allauoro e che
Coi tengano. Ma nelle commiflure angolari dell'vna brafta con
l’altra Spello] pongon frimenti di tefte; in gioua in parte a confer-
—_ uarilmuro:efache meglio lavefte di calce che fopra vi fi da, fi riten-
diofini dagli © ca. Eftato in vfo appog oli antichi hon folo ne gli edifici] priuati,ma
antichi ne gi ancora negli publicie magnifici, farle mura di mattoni crudi. Hog
da 2A gi li cotti To nell vfo Sari cucotia penur ia di pietre , o per
PA varij vfi di le caufe, parga più fpediente adoprar mattoni. Vfanfi anco a farne
fabriche> + terrazzati. Anziin molte città nobili, l’ifteffe frade delle citta fi fan-
no didetti, pofti in lauoro a coltello. Vfanfi anco gli tetti dell’iftefla
terra cotta, oue 0 lacommodità delle lafire di pietra,non c'inuitiafa-
re altrimente,o la necefsità,di adoprar le fcandole non ci forzi. Chia-
mano
drrna
LIBRO SECONDO. 25
mano embrici, li ritondia modo dicanali:etegole, le piane e late
con due piccoli orli dalle bande. Adopranfi in vfo de vali, e minori e
maggiori : altri in vfo dabere,o conferuare . Altri in vlo da fuo-
co,e da cuocere. Nel che seneralméte per fuoco fi adopra la rubrica:
ma ad vfo de altri vafi,l’argilla : percioche comunemente le argille fo
no più tenaci, e di miglior liga. E perciò in breue fi ritengono & al-
fodano,e poffono maneggiarfi:ma non foffrifcono le violente muta-
tioni del fuoco. Le rubriche da vafi per l'incétro fono più laffate, più
forettolofe,e per il più di vna fottil pagliola partecipi,e refiftono me-
glio al fuoco. Quelle che fi adoprano a crugiuoli per le fufion de me
talli, fono della detta pagliola più manifeftamente partecipi, anzi per
darli maggior refiftéza, e che al fuoco n6 fi fondano, fe l’accopagna
il piobino vena minerale cofi detta. Sono dunque le argille più habi-
liadogni trauaglio e fatica, macano folamente al fuoco . Le rubriche
men dure e più fragili:ma han vataggio nel refiftere al fuoco. In oltre
le rubriche fono di più breue cottura:percioche in tre o quattro hore
vengono a cottura. L'argilla n6 vuol meno di hore otto o dieci. Sono
inoltra habili a figilli e figure, le crete di fotril foftanza, fenza arena ce
fabbia: percioche lc così fatte, ogni delicato lauoro pigliano,e fono
leggiere.Le fabbiofe e sreui come l’Ifchiane, fono idonee a lauori gra
di,& cue fia bifogno d’afpertar la forza del fuoco. E perciò in vfo di
vettine da tener acquae vini,e di tefte da tener terra, fi ritrovano mol
to migliori dell’altre: come che refiftano meglio alla forza del fuoco
fenza fpezzarfi,o diftorcerfi: ma hino bifogno di molto maggior té-
po per venira cottura.Le più neruofe e leggiere prefto fi apprédono,e
vengono a confiftenza di maneggiarfi: main lauori grofli fpezzano,
perlo ritiramento proprio alle materie neruofe,e per la vétofità nella
groflezza rinchiufa,che vuole eflito. Quelle che nella fuftanza loro
hanno mefchiati alcuni calcoletti di pietra calcinale,pofti da banda
fogliono fchieggiare, e diuenir quafi da fcabbia corrofi. Talè la
noftra Matalunefe: quale altrimente è di marauigliofo lauoro : in
breuiffimo tempo fiapprende: è pofta a fuoco in breuiffimo tempo
fl cuoce. Ma fi potrebbe forfe a quefto inconueniente owuiare,
onel cauarla diligentemente,che con detti calcoletti della pietra vi-
cina, la creta non fi mefcoli:o con purgarla da quelli che mefchia-
ti vi foffero: ocon far che nell’itefla fuftanza della creta fi fciol-
gano, mentre fiammaffa. Quantunque li vafi a detto mancamento
fogetti,pofti prefto in vfo,& di humori ripieni, vengono a liberarfi da
detto
Embrici.
Tegole».
Vafi da con-
feruare .
Vafi da cuo-
cere è
Rubriche per
vafi da fuoco .
eArgilleo.
Rubriche da
Vvafi.
Terre da Cru
gioli.
Coparatione
dell’argille e
rubriche.
Varietà dell
argille , e loro
proprietà.
Argille ner-
UOje.
«Argile, che
tengono calco
letti da calce +
Coparatione
tra le argille
neruofe, e fab
bioniccie .
Arena per-
che fi mefcoli
con l'argilla
Pelo bouino
mefchiato co
l'argilla .
«Accimatura.
Canapeo .
Stoppa ado-
prata con l’ar
gilla.
Coparatione
dell'argilla se
rubrica ripeti
A è
Argilla dI-
fchia: e fegni
della fua inte
TA CONTATAA è
26 DELEL'HIST. SNA -TV:IR'ALE
detto accidente. Le ifteffe crete neruofe quanto alla fuftanza loro, fo
no migliori alla conferuatione dell’oglio: il che le fabbiofe come IT-
fchiana non hanno: effendo perlaloro friabilità in breue tempo da
quello corrofi.Onde ancora auuiene che l'ifteffe crete fabbiofe come
l’Ifchiana, crude colorir non fipoffono: percioche bagnate fi la-
fciano, fiche tali mentre colorir fi vogliono, è di necesfità, che due
volte a fuoco fi pongano. Mal’altre afciutte che fono a fole, fi colo-
rifcono e pongono a fuoco. Mefcolafi da molti l'arena con l'argilla,
per torli il ritiramento che fa,e la prontezza di fpezzarfi: onde ne vé-
gono più reggenti del fuoco. Adoprafi l'argilla da fonditori de me
tali oue fia bifogno di forme grandi: & oue non fi poffa adoprar for
me di terra fciolta perla grandezzadell'opra,e la quatità del. metallo :
che tal forme non comportano : nel qual ordine fono le campane,
l’artiglierie & altre figure grandi di metallo: Mefcolafi per quefto
feruitio come gagliardifima l'argillacon pelo bouino ; e tra le argil
le la noftra Ifchiana, fi ftima ottima. In altre cofe l’ifteffa creta fi me-
fchia con fimo giumentino,ò accimatura de panni. Vfafi anco con
canape e ftoppatagliata nel medemo modo incorporata. Altri fe ne
feruono a farne piccole fornaciavarie operationi di fuoco. S'incru-
ftano anco da chimici di tal terra li vafi di vetro,acciò poffano patir la
violenza del fuoco:e fe ne feruono a chiuder le commiflure dell’vn
vafo con l’altro: onde le diedero nome di luto de fapienti. Hora ri-
tornando alle terre da vafi. Diciamo che la rubrica vien prefto a cot-
tura, c con ciò lunghiflimamente refifte a fuoco potente,e patifce le
alterationi di caldo, e di freddo, e tra l'altre quelle più che di paglio-
le ditalco fono abondanti, come èanoila Suefsana. Le iftefle terre
fono dae ftefle farettolofe e porofe:ne fpezzate fan taglio,ma vn’ine
gual rompimento . Le argille neruofe e leggiere,végono prefto a cot-
tura,ma non patifcono la lunga potenza del fuoco: percioche iui fta-
do torcono, e fi fpezzano dall’inegualità di freddo, ecaldo. Scoppia
no ancora fe molto grofle fono lauorate,per lo vapore nella groflezza
rinchiufo. Quelle che fono più gravi e di molta fotti] fabbia parteci-
piall’altre argille paragonate, foftégono nelle fornaci molto la potéza
del fuoco:vogliono molta cottura: e come non coportano molta fotti
gliezza di lauoro:hino d'incontro, il poter per comodità de vafi gradi
lauorarfiin molta groffezza. Tal è la noftraIfchiana,che già anticamé
te fe l’ifola da tal vafifamofa. Arroffifce quefta nel primo cuocerfi :
ma paflando in perfetta cottura perde tal roffore. Onde s'in ana
mal cot-
LIBRO SECONDO. 27
mal cotte mentre roffeggiano. Ma delle argille,quelle fono miglio igille mi-
‘ria pigliar l’inuetratura, che poflono più refiftere al grado e tempo gori ad effer
del fuoco:di cui,la materia di detta inuetratura ha di bifogno,per ben dee
wnirfi e per riccuere il luftrore : perciò l'ISchiana Salire alciin ciò di
forza fimili, fono conuenienti, & altroue per dar tal potenza all’ar-
gilla,vi mefcolano arena:dalla cui mefcolanza fi acquifta, che fia men
foggetta al torcerfi, e fpezzarfi:vitij dell’argilla dalla propria neruofi-
tà caufati. Ma come ho detto non può la noftraIfchiana pigliar il Argilla ifchi
colorimento cruda: percioche bagnata fi lafciarebbe perla fua condi au4n0r fi co-
tion friabile, che dalla fabbia le viene. Cocefì perciò due volte:la pri ‘0#//ce cruda.
ma per poterfi dopo l’efler cotta colorire: la feconda per darfeli il
colore. Ma gli vafi detti Faentini fimilmente due volte fi cuoco-
no : la prima per il bianco della terra: la feconda per l’inuetratura:
percioche la prima volta crudi fi colorifcono di terra bianca da alcu-
ni detta geflo , per la fomiglianza: & da altri detta Paretonio .
Cuocefi la feconda col bianco d’inuetratura. Sono dunque de gli và Coloriméro de
fiditerra,altri vna volta, altri due volte cotti:& altri di loro coloritia AS
crudo, altri dopo la prima cottura. Ma quel, che vuol l’Agricola,che Detto dell'A
molti vafi fi adoprino crudi èfuori diogni ragione. Ilche acciò fi gricela ripro-
faccia manifefto vesgiamo quelche egli dice. Dell'Agricola. Dal- a
Je terre grafle e rare fi fanno vafi quali aflorbifcon gli licori ò anco li
rifudano. Quetti da fe foli nonfi pongono a fuoco : percioche non
poffono foftener la fua forza: ma dopo l hauerfì afciuttato l'humore,
econfumatala sraffezza,fanno rottura:alcuna volta ritornano in pol
ue. Perilche l’anfore, fcudelle, & orciuoli di quefta terra, da vafari
fi afciuganoalfole, fiadornano con varie pitture,c fi vendono crudi.
Mafe con detta terra vi farà mefchiata arena: gli vafi di tal creta fatti,
nel cuocer de cibi,non tanto prefto dal fuoco patiranno. Noi, non
Perriprendere vn tanto huomo altrimente dottiffimo , e di molta lo-
de meriteuole: ma per l'intelligéza della verità, a cui fopra tutte le co
fe dobbiamo, e per torre l’occafione dell'errore, effaminaremo quato Efomination
egli dice. Che diquegli vafi di terra grafla,e rara fi pingan crudi è co delli derri del
fa vera come l’Agricola dice. Perilche appo noi la creta Matalunefe fi Agricola.
colorifce cruda per la virtù di apprenderfi prefto , e per nò efler la fua
glutinofità di fubiro dall’humidirà del colore trapaflata.A cotrario le
crete fabbiofe come l'Ifchiana, per hauere men neruo:fe cruda fi colo-
ra, fi lafcia. Perciò non fi colorifce,fe non dopo la prima cottura » Ma
cheli vafi coloriti crudi, crudianco fivendano, e fi adoprino, è cofa
Gio: che non
28 DELL'HIST. NATVRALE
che non ha confeguenza, ne anco da fe fteffo può flare : percioche
Vafi di creta pè la creta pattice di adoprarfi cruda,ne anco quatunpue cotta fi fuf-
conda int; (e a creta , il color fenzacottura reggerebbe: oltreche fe gli puote
opponere,che’l colore vien fuori per forza del fuoco:dico che l’azur+
Il fuogo dà ro,ilverde,ilroffo non fonotalicolori mentre fu il vafe fi danno.
fuori lamag- 1 a; | ; salvi. 3
gior parte de Ma materie poco diftanti dal color di feccia di vino, e di bellezza, e di
colori. luftrore priui . Il fuoco poi fecondo la potenza della materia, caccia o
il verde, o l’azurro;o il roflo ,0 altro color che fi fia. Che dunque il
vafe crudo non ritengal’humore , è manifelto,per la difinitione da
lui fteffo data, mentre difle che terra è quella che toccata dall’humore
Perchela cre fifa luto:in tanto dunque refifte, inquanto pafa in tefta {petie di pie-
ta cotta paffa tra: ilche non auniene per femplice afciugamento,come alcuni fcioc.
fidi di nuo camente fi ftimano : ma per acquiftarfi dal fuoco vn principio di fu-
wo dall'acqua fione , che ligale parti della terra infieme, e l'vnifce,del che l’elperié-
za ne fa manifefta fede:vedendofi che accrefcendofele fuoco,aftatto fi
lia liquefanno e corrono a modo di acqua. Mache’l color crudo non
lorimento de 1€g3,è manifefto anco.percioche, e materia con femplice acqua ma-
vafi. cinata, e facilmente dalla fuperficie del vafe fi dilaua : ilche non au-
uiencalla cotta, paffando il colore in confiftenza vnita di vetro . E che
li colori fiano effetti del fuoco , e cofa nell’artetrita, e volgare: per-
cioche l’azurro è zaffara macinata : il verde e faglia dirame macina-
ta: il roffo ruggine di ferro con piombo & antimonio brugiati: qua-
li tutti poco diflimili fono a vifta dal luto fatto dalle terre di coltu-
Agricola ri. 12» Quefto è dunque quel che in vna parte all’Agricola opponiamo,
prouato nella Dall'altra parte,che tal vafi di terragrafla cotti fenza arena, fi brucino
cottura della in polue, è cofa non meno degnadiriprenfione : come che fia del
Jlfuocopoten tutto alla fperienza contraria: poi chela cottura potente non folo le
E er 3 fcioglie in polue, mali condenfa, el'indura in fuftanza a duro vetro
zadurafcheg Propinqua. Ilche a tutte le argille, e commune sonde quelle, che
gifan. molto cotte fono, rotte fi fendono in fchiesgie acute à modo di ve-
tro,o de felci. Perilche non è merauiglia come riferifce Plinio,che gli
atarerie che facerdoti di Cybele tagliaffero le parti virili cò pezzi di tefta Samia, fa
fi fciolgono al cendo con l'acutezza de lor tagli effetti di coltello. Le materie dun-
di ondpo TRE di terra,che al fuoco fi lafciano,e {poluerano,fono,o le aride , to-
rete fi (ciolgo figne & arenofe, mentre non hanno fuoco potente: percioche al fuo
Do SEU co porente le iftefle fi fondono, & vnifcono in mafla fivida, e fi-
_ milea vetro: ouero quelle , che calcinano: condition dall’argille
rie fi (ciolgo- ci
no per calema molto lontana. In oltre,che l’argille con arena temprate fi adoprino
UNI in vafi
LIBRO SECONDO. 29
in vafi da fuoco, non è detto fuori di riprenfione: percioche Farena
fe l'accompagna,acciò l'argilla foftéti il fuoco,che nelle fornacifi da: Perche fi ac-
non gia che tal vafi habbiano da feruir per or dacuocere ; alche:è. (04 da
ottimalarubrica. Perciocheil fuoco delle fornaci, è di vn conti- contro bAgri
nuato tenore: ma gli vafi da cuocere, fono alla continua alteratione ‘0
dicaldo, edi freddo foggetti. Quanto alla bceuacità e rifludamento
de gli Sira di cui nel principio fa mentione: diciamo , che la graf-
fezza quanto ad efla appartiene, non è caufa di nno più t0- Perche molti
fto la condition contraria, dico l’aridità:perilche veggiamo l'arena, il vafî rifudano.
fabbione, ela pomice, efler beuacillfimi. Diciamo di più, che l’are-
na non fe I. giunge, perche da fe ftella toglia la beuacità; ma perche
la fa reggente cal todo: onde accidentalmente fe ne confeguifce, che
vnita dallaforza del fuoco la-fuftanza ; per il principio di fufione,il
vafe ben cotto ne divenga men beuace , e più contenente dell’humo-
re. Vengono dunque Benad c tifa ti gli vafi, altre volte per man
camento: altre, per intention del plafta. Per mancamento comeli vafi' che fon
crudi, che non hauendo riceuuto dal fuoco la liga conueniente, di- doro per man.
uengono impotenti aritenere:fimilmételi vafi fatti da rubriche ico- 1992920. di 06
me fonoli vaftda fuoco, quali di natura arida, e porofeefler foglio
no. Di quefti dunque l’intention non é di tondere e rifudar Phu
mor contenuto : ma ciò loro auuiene per la condition della materia:
e ciò tanto più fanno mentre nuoui fono. Altri rifudano per inten- ,-,f, che for
tion del maeftro.. Tali fono gli vafida tener acqua, che appo noi | dozoperinzen.
eftate fi adoprano : aquali per conferuar la frefchezza dell’acqua;dan ap La
no beuacità,e rifudameto.E per quefto temprano l'argilla col fale, &
acqua marina,onde beuaciflimi ne vengono rifudan do cotinuamen-
rel'humor mentre che n'hanno .Mailfale detto soltre,che dà la beua
cità: aggiunse all’argilla bianchezza. Siche tra livafi che appo noifi Sale temprato
veggono di ci argilla, quelti tutti glia altri auanzan di biachezza. E por ice
molte vene di argilla nell iftefli past più dell’altre bianche, tali fi fli- 74
mano,per la melcoliza naturale della filfugine, caufatagli dalla vici-
naza del marc:oltre che ciò poffono fare nel eee vene
d'acque falfe iui vicine + ‘Tanto dunque in quefta parte fia difputato ..
contro l’Agricola. Ma feguitando noi la ‘petrification dell’argil- All'argilla cò
le:diciamo,che perla gagliarda cottura,diuengono ditanta aci s ne a
che molte Pai loro percolle con l’acciaro: cacciano fcintille di fuo- e che
co, non altrimente che le felci. Quefto noi habbiamo {peflo nel- fedi felt
la noftra telta Ifchiana fperimentato : : efi può molto bene più che “ dii
3 nell’altre
30 DELCHISI NA TIRIALE
3
nell’altre refte, vedere nella porcellana,vafi che da Leuàte a noifi por-
dado del tino. Sono quefti di materia quanto niflun’altra, bianca dura, e fot-
porcellana. cile: fiche pofti tra la vifta el lume, fi veggono in qualche grado
di trafparenza. L'eccellenza dunque delle porcellane; è cofi nella te»
fta, come nella inuetratura. Inqualilabianchezza dell’vno,è tanto
alla bianchezza dell'altro fimile, che coloro che non fono in quefte
materie verfati , piglian come fe tutro fufle di vna fuftanza : l’inuetra-
va tura in oltreè di tanta tenerezza, che l’azurro fopradato tutta la fu-
a ftanza dell’inuetratura trapalli.Quette fono le maniere de vafi a noftri
antichi. tempi vfate. Gliantichi appo quali non erano in vfo l’inuetrature,
fesuiuano altre maniere:e perciò fatta elettione di argille fottilifsime
per vafi più delicati , e quelle con eltrema diligenza al torno lauorate
parte di figure a pennello , parte di fegni dirileuo adornauano: &cin
alcune la fuftanza tutta dell'argilla coloriuano;in altre la fola fuperfi=
Vafi coloriti cie della creta:perilche fi veggono molti vali di fottiliflima argilla co-
infofanza. Toriti; per tutta la lor intrinfeca fuftanza di color di rubrica viuace 3,
44 alemniva &in oltre divarijimpronti dirileuo adornati. Sene veggonoaltri,
Le di rubrica da fuoco , la {uftanza de quali non effendo di moltapuli-,
feli dana puli tuta capace, fono nodimeno eglino nella lor fuperficie eftrinfeca con;
sura conaltra mirabil pulitura condotti, e fimilméte di viuace roffo coloriri;ilche;
que: potcan fare dandoli infieme vna fottil mano di colore, e di allifcia-
(olor nero di mento della fuftanza del colore, con calce dipiombo. Altri vafi de;
alcuni vafian quali il numero è più frequente, fi veggono adornati col comparti
Ho. mento di colorimento nero,e del bianco dell’ifteffa argilla,con varie,
figure dell’ifteffo nero delineate : qual color fi ftima che daffero, in-
corporato il nero con l’ittefla calce di piombo.Perilche quefti loro co.
lorimenti non danno fu’ vafe groffezza:ne fi veggono in detti vafi la
varietà de’colori c'hoggi habbiamo.
Terre confiderate tn vfo di figurev. Car. 11.
I n quifia detto degli vafi, e dell’yfo delle terre più neceflario.
Diciamo hora dell’opre di terra, per quanto all’ornamento ap-.
partenzono. Alchequantunque gran parte delle cofe dette faccia,
Terrelauora- percioche L’iftefli vafi {pello anco all'ifteflo fine fi lauorano i hanno,
feporamet nondimeno propria istentione. E, nell’opre e lauoridiargilla ; tra
l'altre quefta comodità, che métre crude fi lauorano, fi poffono facil-
mente
‘(LIBRO SECONDO, 31
mente emendare, e di vnaforma nell'altra trasferire. Perciò appo
artefici diligenti fi lauorano per inuentione, e fi finifcono per efiem
plari dopre,che vogliono farfi di altra materia. Le piccole e quelle opre diorna-
tutte che hanno da cuocerfi,di femplice creta fi fanno fenza altra mi- ci du Le
ftura, e fenza altro regimento di dentro ;perche, ciò che dentro vi plice serra.
fia nel rititamento di lacreta fa mentre fi va feccando,apporta cre-
patura. Le grandi, e de quali il fine non è di conferuarfi, ma fola- Se
mente di far cflemplare: e perciò di cottura non han bifogno, fi che non ficuo
fanno di argilla con la materia de peli, o cofa fimile , fopra oflature ‘02 Si e;
i 1 E, #0 i compagna la
di legno, e fila di ferro, fatto varij riempimenti di paglia, fotto la seria con pe-
corteccia di argilla:percioche dall’accompagnamento di dette fuftan li, e io
ze di peli,pagliole, e fimili,la creta ritenuta quitunque fi ritiri non fa { fr fe
perciò rime: ma continua ft mantiene. Lauorafi l'argilla, e da {e ftef Pogieare di le
fa figurandofi, e pigliando impronti delle figure altroue fatte : c fot suo ve
trahendo, € giungendo: ne folamente molle, ma fecca fcalpellata., Da MES
e li membri feparatamente figurati facilmente con l’itefla materia sia l
fi commettono. Inoltre cotta che fia:a fole a pioggie.a gieli,al fec- mi
co, all'humido,fenza timor di rubigine, o di altro male fi conferua.
Siche fe vogliamo le fue vittù raccogliere:n0 è cofa che in quefta par-
tele ftia a pari.Le opre dunque,che nell’aperto,& alle varie mutationi
dell’aria fono c{pottesche debbano efler corre è manifefto:quali fi veg
gono o di nuda terra, o d'inuetratura veftite : e quefta,altre volte di
femplice , altre volte di variato colore, fecondo il foggetto richiede:
Ma quelle che per conclaui , e luoghi, oue non fono a fimili patimen
ti foggetti: quantunque alle volte fiano di opracruda, fannofino Opresb eni
dimeno peril più cotte, e per bellezza, c per perpetuità,e fe ne tengo- so.
no altre nel color proprio,altre di color dato. Vfafi hoggidì d’imitar
il color bronzino con fuligine, e purpurina : altri imitandoli colo
ri ftefsi delle cofe, variatamente le colorifcono. Sono qualità noch Qualità poli
ue nell’argilla,che a tal lauori appartégono, sella fia calculola, & are- #e alli lavori.
nofa,ilche impedifca il pulito e finito lauoro: o sella faccia motiuo è
fuogo di diftorcerfi,far rime e tchioppare. Delche tutto dalle cofe
già dette nelli vafi, fe ne può hauer conofcenza. Purgafi da calcoli & Rimedi di
dalla fuftanza arenofa con disfarla in liquido luto, fiche la parte di e a
nocineo.
creta pura dal vario rifedimento fi fepari. Tempranfi le conditioni
ftreme, con la contrarietà dell'altra terra, come fanno coloro, chele
fortiflime argille mefchiano con lerubriche. Ilche non folo quiui
diciamo,ma vniuerfalmente in tutte le opre,che di terra fi fanno. Per-
ciò co-
Opre allo fco-
uerto.
Primo inuca-
tore de ritrat-
tiditerrao.
Lyfiftrato in-
uetor delli ca
ni digefo.
La plaStica fu
primache l'ar
te de metalli.
3a DELL’HIST. NATVRALE
ciò coloro che nel Salernitano diftendono le tegole & imbrici, la ru-
blica con l'argilla mefchiano:effendo da fe ftefla la rubrica {erettolo-
fa, e poco forte : l'argilla molto dura, e difficile al lauoro.
Difcorfo di Plinio fopra l'opre di terra. CA». 111. Aut.
O rA farà luogo fecondo l'ordine noftro veder quel che fo-
pra di tal materia de vafi,habbiamo da gli antichi fcrittori : e
prima quel che ne dice Plinio ragionando dell'origine, accrefcimen-
toclodedella Plaftica. DiPlinio. Il primo, che ritrouafie il rap-
prefentar le fomiglianze delle cofe in argilla, fù Dibutade, Sicyonio,
figolo in Corintho: nacque l’occafion da fua figlia, che inuaghita di
vn giouane , facendo colui partenza , efla con linee contornò l’om-
bra del volto del giouane , fatta nel muro dalla lucerna : qual poi il
padre in argilla ritrafle. Altri dicono che gli primi inuentori fufle-
ro Rheco,e Theodoro in Samo. E chein Italia la portaffero,Euchi-
ra& Eugramo, quali accompagnarono da Corintho Demarato: che
indi fugitiuo generò poi in Tofcana, Tarquinio Prifco,Re del Popo-
loRomano. Maal detto Dibutade attribuifcono il giungere la ru-
bricaall'argilla & il figurar la creta fatta di rubrica;e che cottui fufle il
primo,che ponefle li mafcheroni ne gli ftremi imbrici de tetti:facen
do ciò nel principio con lauorarli di proprio lauoro, ma che dopori-
trouafle il farli d'impronto. Quindi nacque l’occafion de fronte-
fpici,e quindi pigliorno il nome de Plafti. Ma Lyfiftrato Sycionio fu
il primo che formando di geflo il volto humano, e tragittandoui la
cera,ritrouò il mododi farli volti emendati. Coftui fù che ando mol-
to apreflo la fomigliaza:percioche altri innazi di lui, ftudiarono folo
di farli quato più belli. Egli dunque ritrouò il far le fomigliaze di rile.
uo,& portò tanto innanzi quefto ftudio ‘che non fi facca più fegno e
ftatua:che prima non fufle di Argilla fegnata.. Onde fi fa manifefto
che fù molto innanzi quefta (cienza, che la {cienza di fonder metalli.
Ecome habbiamo da Varronec,difle Praffitele , che la plaftica era ma-
dre della ftatuaria, dell’intaglio, e cefellatura.. E quantunque egli
fufle in quefte tutte eccellente, non fe mai cofa, che prima non n'ha-
ucfle fatto modello di terra. Habbiamo dall’ifteflo,che la plaftica fia
ftata eccellentemente eflercitata in Italia: e fopratutti altri luoghi in
Tofcana: e che innanzi il'Tempio di Cererefatto nel circo maflimo.
da Da-
a LIBROwSECO:NDO. 33
da Damophilo , e Gargafo Plafti e pittori lodatiffimi , quanto era
negli altri tempi) tutto fofle opra Tofcana.Quefti adornorno il detto
tempio dell’vno , e l’altro geno dell’arte loro, fcrittiui in greco verfi,
con quali dimoftrauano l’opra dalla parte deftra, efler di Damophi-
lo, dalla finiftra di Gorgafo: e che rifacendofi il detto tempio, furno
tagliate da pareti le crufte dipinte: e per conferuarli rinchiufe in qua
dri di tauole con orli circondate. E fimilmente che fuffler tolte dal
frontefpitio le imagini di rileuo. Chalcoftenein Athene lauorò le
fue opre crude: onde dall'officina fua, reftò al luogo il nome di Ce-
ramico. L’ifteffo M. Varronediffe di hauer conofciuto in Roma,
vn detto Pofi, che contrafaceual’vue , e pefci, che dal vero non fa-
pean diftinguerfi . E dell'eccellenza di Arcefilao amico di Lucio Lu-
cullo:di cuili modelli da gli iftefli artefici erano con maggior prez-
zo comprati, che non fi vendeuano l’opre de gli altri. Cottui fe la
Venere genitrice,nel foro di Cefare poftaui innanzi,che compita fuf-
fe per lafretta di dedicarla. A coftui fù dato a fare da Lucullo il fesno
della felicità , per feflanta fefterzi. Qual nondimeno per inuidia del-
la morte dell’vno , e l’altro , nonfi finì. Pagogli Ottauio per vn mo-
dello di vna tazza sche farvolea il prezzo di vn talento. Hora perri-
tornare all’opre fatte da macftri Italiani, chiamò Tarquinio Prifco,
Turiano da Fregelle, a cui diè a far la effigie di Gioue, c'hauca da de-
dicarin campidoglio , opradi terra cotta, c perciò folita a tingerfi di
minio. Furno oprediterra cotta fimilmente le quadrighe pofte nel
frontefpitio del tempio. Opra fimilmente di terrace dell’ifteffo mae-
ftro.Fu l'Hercole, hoggi anco cornominato dalla materia di cui è fat-
to. Quefteerano le lodatiffime fivure de Dei. Ne dobbiamo pen-
tirci de gli noftri antepaffati , che le ftatue di tal materia riueriffero , €
che ne anco per li Dei lauoraflero l’oro ; el'argento.Durano fin hog-
si.in moltiffimi luoghi tal fimulachri. Veggonfilifrontefpiti) de
tempi) fpefsi,e nella noftra città, e nell’altre,di marauigliofo lauoro,
& arteficio, più ficure contro l’ingiurie del tempo, chel'oro : 0 del
certo di maggiore innocenza.
i Quefto
Chalco$tene
vendea li fue
lauori di ter-
racrudao.
Frutti et ani=
mali di terra
che molto fo-
migliauano il
naturale».
Eccellenza di
sArcefilao.
Modello di y-
na tazza pa-
gata va taléto
Gioue în Cam
pidoglio opra
di terra cotta.
Hercole di ter
ra cotta
Lode dell’anti
cafimplicità.
;% DELL’HIST. NATVRALE
Varie virts delle materie de modelli. CAP. 1111. Aut.
Vesto delle ftatue & ornamenti di terra:e de gli modelli
cofi di terracome digeflo ,ecera, Plinio difle. Sono
Perche ilgef hoggi anco, in vfo per le medeme cofe,l'iftefle materie.
fo fia buono Ma altre volte per inuentione, altre, per forme da traggitare , al-
saio 6 tre, per eflemplari. Ilgetlo perla fubita prefa che fa liquefatto;èido
Gefbecerav neo aformedi cauo : alche non è idonea la cera, e quafi nulla, anco
Di si mae la creta. L’ifteflo è idoneo per rileuo & eflemplare.La cera femplice,
1 . perche fi liquefa,per l’ifteflo vfo de rileui è vtile formata détro il cauo
Cera mitra di ceflo. Malatempratacon altre materie,fiche venga arrendeuole:
ta per tuuen- x i Ò ;
fin dificure : Oltre del detto vfo,è idonea anco all’inuentioni . La creta cruda e mol
Cretacrudae le,èidoncaall'inuentione : ela durae cotta a conferuarfi per efflempla
AI chev- e. Altriinvecedicera adoprano il folfo:e nelli getti piccoli il piom
solfoe piom. bo con ftagno temprato. «iboibobine sì
bo adoprati
CLI duri E Vo
ù Benefici della terra, e delli vafi di terra niceuuti in cert-
monie, di Plinio. Cap. v. Aut:
A perche non folo per vfo commune;e negliornamenti:ma
ancora nelle cerimonie, haueano il loro luogo,gli vafidi tera
ra:diquefto anco fa métion Plinio dicendo. PI. Negli facrificij fino
ad hoggi fra tante ricchezze inquante hora fiamo, le prime libatio=
niaDeififanno,non con vafi murrhini , e di criftallo, maconfum
puuij di creta. È veramente non baftaà narrarfi la benignità della ter=
ta, fe vogliamo porre a conto ognicofa. Percioche oltreli fuoi con-
rinui benefici} nelle biade , vini, pomi, herbe, frutici; medicamen
ti, c varie fpetie de metalli,e delle altre cofe Chabbiamo detto: ci fa-
tiano fenza intermiflion di tem po, l’opre figoline diem brici, tufoli:
& tegole hamare ad vfo de bagni: matton cotti , frontaliad vfodi ca-
fe. E di opre di rota: di vettine ritrouate è conferuation de vini, & di.
collegio defi. acque. Perilche Numainftituì il fertimo collegio de figoli. E come
e afferma Marco Varrone era vfanza di molti fepelirfi dentro vafi di ter
‘ ra,confoglie di mirto oliua e pioppo, fecondo il modo Pytagorico.
Li facerdoti della madre de Dei chiamati Galli, fi tagliauano la virili
tà con vn pezzo di tefta Samia. Sin qui Plinio, per quanto a quefta
parte appartiene.
Degli
LIBRO SECONDO. 35
De gli luoghifamofrper l’oprediterra. CAP. vi. DiPlin.
A della nobiltà de gli vafi, e luoghi da loro famofi, n'habbia-
M mo quel che fegue da Plin. La maggior parte de gli huomini
adoprano vafi di terra. La Samia fi loda per vfo de cibi. Il medemo
haue Arezzo in Italia. Made uafi da bere folamente, in Italia l'ha
Sorrento, Afti, Piacenza : in Spagna Sagonto: In Afia Pergamo.
Haue anco Tralli in Afta l’opre fue, ce Modena in Italia. Percioche
dalle opre diterra ancole nationi fi fanno nobili. ‘Traficanfi anco
in quae la per terra, e mare: & è famofa la città di Erythre ne gli lauo
ridirota. Moftranfi hoggi nel tempio due Anfore per la fottigliez-
za del lauoro confecrate : fendo venuti a contrafto il maeftro e’ difce
polo, chi de gli due hauefie tirato la terra più fottile. Le di Coo fo-
no lodatifsime,le di Hadria faldifime. Nelle patine vafilatifurno no
bili Regio, e Cuma. Vitellio nel principato fuo fece vna patina di
ducento feftertij:per la cui fattura fu edificata vna propria fornace in
campagna : già che fiamo venuti,cheli vafi di terra coftino più, che
glimurrhini, fin quiPlinio. Aut. HoggiinItalia è famofiflima
D . \ . . 0 CAS
perlabellezza e varietà dé vafiinuetrati, Faenza. Tra le città del Re
gno in Apruzzo le Caftella.Tiene anco nelle vettine & opre grandi il
primato Ifchia , già antichifimamente per quefto conofciuta:e co-
me altroue diffe Plinio. L’Enaria fu detta da Greci Pithecufa,non
dalla moltitudine delle fimie,come alcuni hanno ftimato : ma dal-
le botteghe di vettine. Hora veggiamo quel che Vitruuio dell’opre
. b] . . a: ° - (e}s)
di terra per l vfo de gli edifici] cinfegna.
Delle terreinvfo di edificij : varie confiderationi nella bon-
tàdemattoni. Car. vir. Di Vitruuio .
IREMO primadi qual terra fi debban formar li mattoni: per-
D cioche il luto o arenofo,o ghiarofo, 0 fabbioniccio,chc fi fia,
non èconueniente: perche effendo di tal materia fono graui : e ftan-
do nelli pareti bagnati dalle pioggie fi rilaffano, efi fciolgono : € le
paglie in quefti pofte per l’afprezza non hanno adherenza: percio fi
denno fare o diterra bianca cretofa 0 di rubrica, o di fabbion ma-
fchio: percioche quefti per la loro leggerezza, hanno anco fermezza :
non fono graui nell’opra, e facilmente nel lauoro fi attengono. Deb-
bonfi
Surrento no0- :
bile per vafi
da bere».
Vafi di terra
traportati da
vn paefe nel-
l’altro.
In Erythre fo
no confecrati
dui vafi per la
loro firema
fottigliezzao
Vafi di terra
di gran prez-
ZO è
Quali fpetie
di luto {i ri-
pronano per li
mattoni.
Terre conue-
nienti per li
mattoni
Stagione con-
meniente.
Spatio di ten
po conuemen-
te alla perfet-
ta ficcita de
mattoni.
Vticefi vo-
glion il mat-
ton di cinque
anni (ecco.
Mifure de
mattoni.
Altri matto
ni conuenien-
ti ad edifcij
publici altri a
prinati.
Mezzi matto
nl.
Proprieta di
alcuni matto-
ni di nuotar
nell'acqua.
“ s
iS »
de) È
x I
[ai
36 DELL'HIST. :NATVRALB2 4 #
bonfi fare nella prima vera & autunno,acciò con tenor conforme fec
chino: percioche quelli che nello folftitio fiapparecchiano, cotti da
fol potente la fomma corteccia, moftrano di efler fecchi, ma non già
cofi di dentro fono. Onde nel progreflo di tempo feccandofi, fi riti-
rano eromponla corteccia di primo fatta, e perciò di filure pieni de
boli diuengono. Dunque molto più faranno vtili, fe due anni prima
faran formati. Innanzi del qual tempo non poflono efler fecchi,e
per confeguenza,fendo fabricati frefchi,e datofeglila tonica, c quel-
larigidamente raffodata, mentre fi raffettano, rion poffono ritener
l'iftetlà altezza,che latonica ritiene:onde ritirandofi non reftano vni-
ti: fiappartano: e fatto appartamento delle toniche dalli pareti:men-
tre per la fua fottigliezza le toniche feparate non poflon ftare, fi {pez
zano : & cffi pareti, che fenza il debito ordine raflettati fono, fi gua-
ftano. Perciò l'Vticefi non fi feruono del mattone, fe per cinque an-
ni prima non fia menato e fecco, & all'hora ad arbitrio del magiftra-
to, approuato fi adopra nelli pareti. Fannofitre maniere de matto»
ni:il duedoni vfato da Romani, che è lungo vn piede, e largo mezzo:
egli altri due per ambi li verfi eguali, dequali fi feruono gli Greci;
ciò il quattrodoni, ecinquedoni:che èl'yn longo e largo quattro:
l’altro lungo ce largo cinque palme:vfando\in vece di palme il nome
di dono:come che con la palma il dono fi porti. Fabricanfi dunque
gli edificij publici col cinquedoni , li priuati col quattrodoni.
Hora con l’ifteffi mattoni fi fan gli mezzi mattoni. E fabricandofi
dall’vna faccia del parete, fi fa fila d’intieri mattoni, dall’altra fifa di
mezzi mattoni: e fabricandofi dall'vna e l'altra parte alinca, conlo
fcambiamento de gli fuoli fi ligano infieme , pofti li mattoni col
mezzo loro fu le giunture de gli altri: ilche fa Popra forte, e da vi-
fta dall’vna e l’altra parte non difdiceuole. E nella Spagna oltre, Ca-
lento ,e nella Gallia Marfeglia, &in AfiaPitane, oue li mattoni la-
uorati fecchi che fono, nuotano nell'acqua: e che quefti nuotar
poflano, par che auuenga. Perchela terra di cui fi fanno, è leggiera
a modo di pomice, & eflendo dall'aria nella fuperficie rafflodata non
riceuc in fe licore. Dunque effendo di natura leggiera, & non rice-
uédo l’acqua,in qualunquegradezza,e pefo fian fatti, è di ragione che
come la pomice,fi foftentino nell’acqua:onde ne vengono molto vti-
li: percioche non fono greui,e quando fi lauorano, dalle pioggie che
fopraueniflero , nonfifciolgono. Sin quìPlinio.
Difcor-
‘LIBRO SECONDO. 37
du
Difcorfo dell'autore fopra l’iffee proprietà delle terre, e
confirmation di quelcheprimaba detto. Car. viti.
TsTEss0O anco afferma Poflidonio delli quadrelli fatti della
creta argentara. Ilchetutto confiderato, conuiene al difcorfo
noftro fatto delle terre : percioche le neruofe , e grafle effendo dall’i-
ftefla loro fottigliezza leggiere: e perla neruofità, e fottigliezza,di fu-
perficie vnita: vengono infieme & leggicre, c più refiftenti alla pene-
tration dell’acqua: perciò habbiamo detto , che gli vafi Mataluncfi
di natura neruofi e leggicri, fi colorifcono crudi : ilche non compor-
tano l’Ifchiani, di natura greui e fabbionicci. Onde fi fa manifefto
anco, che mal habbia intelo in quefto la natura delle crete Agricola: .
difz.1 Er: O tr DO. «Agricola ha
mentre difle, le crete grafle e rare afforbire , e fudar gli humori, e cO- mal intefo la
. N a È È ; » e
lorirfi crude: già che habbiamo vifto, che quefte non riceuono l'ac- propriesà del
leche rccio «cl Li 5 L a le terre nelri
d < percio nuotano:e che per l'iftefla caufa poflono crude co- fudarelbumo
OLIril. Tra
Lodi delli pareti lateriti , e perche dentro Roma non fi coftu-
maffero. CaP.. IX: Di Vitruuio
M A ritornandoagli pareti ateriti),cioè di matton crudi. Veg-
giamo da Vitruuio,quato quefti fiano ftati ftimati, & hauuti
perdegni da efler preferiti aglialtri. Dice dunque. Sc alcun vorrà
dagli prefenti commétarij auuertire, e fcieglier la maniera di fabrica
migliore: dourà ciò ftimare della perpetuità. Percioche le fatte da Febriche di
SE I * cemento pre-
cemento molle , quantunque moftrino delicata e gratiofa maniera : fo inuecchia-
non poflono hauer, che in breue inuecchiando,non ruinino . Dun- #0.
que métre fi fanno gli arbitrij delli communi pareti:non gli apprez-
zano fecondo quel tanto che fono ftati fatti. Ma vedendo dalle ta-
uole il prezzo della loro locatione : togliono da ciafcuno anno delli
paflati, la parte ottatefima:e del reftire comadano che fi paghi la parte. ,,,,,;.4; cemé
che tocca: percioche dicono non poter durare tal muri, più dianni #0 durano de
ottanta. Ma delli pareti de mattoni, niente fitoglic: e femprefi @mottamto.
ftimano, per quel tanto ch’al principio coftorno. Dunque in al- A
cune città fivesgono e l’opre publiche, e le priuate e lecafe regie Slimanofem-
ancora,di crudi mattoni fatte.É prima in Athene,il muro > guarda ÎTP fa
almon-
Edificij nobi-
lifimi fatti di
matton crudi
Per qualcau
fa non fi coftu
maffero in Ro
ma muri di
detti mattoni
Muri di mat
ton crudi han
no bifogno di
groffezza per
reggere il pe-
fo.
Comefi confer
wiuo li pareti
di matton cru
di.
38 DELL'’HIST. NATVRALE
almonte Hymetto, e Pentelefe : li pareti del Tempio di Gioue: le
celle del Tempio di Hercole. Quali hanno nondimeno d’intorno
li colonnati & epiftili dimarmo. Erin Italiain Arezzo il muro an
ticho di molta bontà.In Tralli il palazzo fatto agli Re Attalici: c'hog
gi fi da fempre per habitatione , a colui che miniftra il facerdotio
della città. DiLacedemone,adornamento dell’edilità di Varrone, e
Murena,furno portate nel comitio pitture tagliate dal muro de mat-
toni, e rinchiufe in forme fatte dilegno. Fù fatto anco dell’iftefa
materia il palazzo di Crefo,quale gli Sardiniani deftinorno al colleg-
gio de vecchi, per ripofo dellaloro vecchiaia. Etin Alicarnaflo, il
palazzo del porentiflimo Re Maufolo , quantunque hauefle ogni co-
fa ornata di marmo Proconneflio , ha nondimeno le mura fabricate
di mattoni crudi, fino aquefto tempo faldiffime: e d’intonicato tan-
to pulito,che rapprefentan la trafparenza di vetro. Dunque fe liRedi
tanta potenza, no han difpreggiato le fabriche de pareti di detti mat-
toni:&eralorlecito, e perle renditegrandi, e prede,non folo dice-
mento , o di faflo quadrato , ma di marmo anco,fabricar gli loro pa-
lazzi: io fumo che non fi debban biafmare gli edifici} , fatti da detti
mattoni di terra crudi: purche fiano fatti con la loro debita ragione.
Ma perche non ficoftumino inRoma,hora moftrarò: di tutto dando
caufa e ragione. Le leggi publiche non permettono che fi faccian
nel luogo comune muri di maggior groffezza che di vn piede e mez-
zo: gli altri pareti ancora fl fanno dell’iftefla groflezza , per non ren-
derli fpatij dellacafa più ftretti: maglilateritij di vn piede e mez-
zo folo, e fenza la groflezza di due o tre mattoni, non poflono alzar-
fi più di vnatrauatura: onde eflendo neceffario in vna tanta macftà di
città, & in vnafrequenza de cittadini quafi infinita, far copia di ha-
bitationi quafiinnumerabili: non baftando l'arena piana riceuerne
tanto numero : la cofa iftefla ci ha forzati, diftribuir le habita-
tioni nell'altezza. Dunque con pilaltri di pietra. con fabriche di
mattoni corti, e con pareti di cemento, inalzando gli edificij: e
quelli con fpefle trauature colligando , fi guadagnano in alto ftan-
ze commodiflime, e vedute belle: onde il Popolo Romano mol. .
tiplicando con ftanze, eloggie nell’altezza, ha molte commode ha-
bitationi fenza impedimento. Perche dunque habbiamo vifto che
nella città per l’anguftia de fuoli, non è lecito difarli pareti lateritij:
quando occorrerà fuori della città auualerfene, potrà farfi così, acciò
fi conferuino fenza mancamento d'inuecchiarfi. Nella fommità
de pare=
LIBRO SECOQONDO.: .; 39
de pareti all'altezza di vn piedé & mezzo, fi farà vna mano di fabrica
di matton cotti con proiettura delle corone: ilche vietarà li difetti.
Percioche rotte , che fe fiano le tegole del tetto, o gittate dal vento le
tegole, per cue pofla fcorrerfene l'acqua delle pioggie raccolta: la
coucrta de mattoni cotti non lafcierà offender li crudi : perciochelo
{porto del cornicione caccieràle goccie dal perpendicolo.: onde in-
tera ficonferuaràla muratura de mattoni. Ma del matton cotto, fe
fiabuono o cattiuo per murare ; neffun può difubito giudicarlo : fc
prima pofto nelli tetti all'ingiurie del caldo, e del freddo , non mo-
ftri la proua dell’efler fuo: percioche quel che farà dicreta o non
buona, o non ben cotta : ini toccata dal gielo & dalle brine fcourirà
il fuo mancamento . E quella che intiera allo fcouerto delli tetti non
otrà ftare, ne anco farà idonea a foftenere il pefo delle fabriche.Per.
ilche oltre de gli altri, li pareti fabricari da tegole de tetti fono habili
alla perpetuità. Sin quì Vitruuio delle virtu e bontà de gli mattoni,
tanto crudi, quanto cotti, che tefta altrimente chiama.
° Degliedifcyjditerra,edeletappie. Car. x. Aut
Ecve hora che ragioniamo per la propinquità della materia
delle terre nell’vfo di edificij riceuute. Di quefte altre fi metto-
no in opra con la miftura della calce, per liga delle pietre: altre fi raf
fodano in fe fteffe,e firizzano in pareti, come è latappia: nelqual
modo appo noi in terra di lauoro fi vesgono alcuni pareti rizzati di
terra: main I{pagna molti edificij grandi . Hoggi fono molto ftima-
ti gli arginie baftioni di terra, in vfo di fortificatione : come ottimi
a refiftere alle percofle di arteglierie, mentre habbiano la debita lo-
rogrofiezza. Percioche laterra battuta feco fteffa fi riftringe, e ritie-
ne : la fabrica percofla comunica la fcofla & il trauaglio alle parti vie
cine, efi lafcia:c ciò tanto più fa, quanto più è di materia dura. Per
l’'ifteflacaufa le felicate antiche, che di felci ampiflime e grandi infie-
meradattate ficomponeano:non nella materia di calce: manella fem
plice terra, & infieme fono,raffettate : quaficon eterna conferuatio-
ne:ilche non fannole felci commeffe con calce. Percioche per poco
che fcofle fiano non più tal materia fe li accofta , come fa la ter-
ra:mafpezzata,séza cedere & abbracciare; porta feparatione:onde in
D 2 breue
Mattoni cotti
‘ buonie catti-
ui nelle fabri
che de muri
La bonta de
| mattoni cotti
fi conofce nel
refiftere al gie
lo: e brine è
Tappia.
Virti delli ar
gini di terra.
Silicate anti-
che raffettate
e compofte cò
Semplice ter-
ras.
49 DELDUISTANATVWRALE
Paretiditer- rene delli carrie pefi fi-dislocano. Furno li pareti di terra molto
a viati di . EE i 4 ai
ra pda anco in vlo appo eli antichi,chiamati da loro formacei , come Plinio
c'infegna. |
Delle T appie,o pareti formacei. Car. x1. DiPlin.
EccIamoin Africa e Spagna, alzarli pareti diterra, quali
chiaman formacei:con bona ragione cofi detti : poi che tra
tauole dall’vna e l'altra parte ritenuti fl formano: e fi alzano con
più conueniente nome di riempimento, che difabrica. Durano ne
gli fecoli, alle pioggie, alliventi, al fuoco, più faldi di ogni ce-
mento. Vede fin horala Spagna, le fpecchie di Annibale, e le tor-
| ri di terra pofte nelle fummità de monti. Fannofi anco di cefpugli
Treo» diterrale trincee deallogiamenti campali,e gli argini contro l'empi
Errore de. tidefiumi. Quefto e quel che Plinio ne dice. Ma auuien , che non
V'Agricola. intendendo l’Agricola le dette maniere di Tappia: mentre riferifce
illuogo di Plinio, vada vagando con lungo difcorfo, in altre ma-
niere diedificij, compofte di matton crudi. Ondeè neceflario, che
incorrain molte efpofitioni dalla cofa, e dalla mente di Plinio lonta-
niflime : fopra de quali mi par fouerchio altro di fcorrere: fendo l’in-
tention noftra di moftrarla cofa, enon già diriprender altri: come
alle volte facciamo, forzati dall’amor della verità, e per tor l’occafio-
ne dierrore, a coloro , che in tal luoghi occorreflero. Ilche tanto
più ci conuien fare con l’Agricola. Quanto egli tra gli fcrittori de
quali notitia habbiamo,é il più nella materia de minerali , famofo &
illuftre.
Delle terre che condenfanoin pietreo. Cap. x11.
S! N qui delle terre, che alquanto bagnare e raffodate piglian
forma de pareti. Hora paffaremo a quelle, che dall'humor
raflodate piglian confiftenza di pietre. Alche par che la condi-
rion dell’acqua poffa molto : facendo alla terra vece di glutino ,
Acque che come fa la calce liquida all'arena. Habbiamo nel paflato det-
hp = to, ch’alcune acque di fuccolenza petrigna participi raflodano
s; © la terra, e la trafmutano ò in cemento ; o in altra fpetie di pie-
tra, CO-
LIBRO SECONDO. 41
na, come in alcuni luoghi vicino alle fcaturigini del fume Sarno , e
come in alcuni capi del fiume Liri e del Sele, & infiniti altri luoghi.
Altroue dunque le terre fi rafodano in cementi, & altre volte li mol-
li cementi s'indurano in più dure pietre. Onde potremo dire eflere
iltranfito delle terre in pietra,in due modi quafi oppofti, l’vno dalla
violéza del fuoco: che dandogli principio di liquefattione, le vnifce :
l’altro dalla glutinofità dell'’acqua,che è vnione da glutino eitrinfeco.
Dell’vno dunque già habbiam detto , trattando delle fuftanze tefta-
cce. Horaragionaremo dell'altro che per eftrinfeco glutino affoda;
feguendo quel che da gli'antichi ne habbiamo , e prima diPlinio .
Sono da confiderare altredifferéze di terra:oue chi mai fi marauiglie-
rà a baftanza,la peggior parte della terra pofta détro l’acqua, diuentar
pietra ine{pugnabile contro l’onde : e che dì per di fi faccia più forte:
ilche fa la polue delle colline di puzzuoli, adoprata ne gli edificij den
tro acqua col cemento Cumano. La medefma natura di terra è in
Cyzicene,non già che efla fimilmente fia poluc: ma fi taglia in zolle
‘che fommerfe nel mare diuengon pietra. Il medefimo dicono auue-
nire in Caffandria:e che nel fonte Gnidio di acqua dolce,fra otto me-
fi la terra simpietra:e nel pacfe di Atene,da Oropo fino ad.Aulide,
quanto di terra e toccata dal mare fi trafmuta in faili.
Effamination delli detttdi Plinio. Car. x1rr. Aut
I N qui Plinio. Ma non taceremo, che ne gli fuoi detti per quito
alla puzzolana appartiene, ritrouiamo alquanto di mancamen-
to. Dico che quantunque la fua natura fia nelle fabriche fotto ac-
qua mirabile : non percio fa ella quefti effetti fenza liga di calce. In
quefto dunque a tutte le arene, fabbie & altre terre la puzzolana è fu-
perlore,che per la fua fottigliezza,& aridità, prefto co la calce fiappré
de,c la miftura di ambi, prefto col cemento de gli ftefli paefi. Onde
fi vegsono quafia marauiglia,in breuiffimo tempo aluflimi edifici)
drizzati. Ma l'ifteffa caufa che porta la liga veloce, porta anco il pretto
inuecchiarfi: onde de gli edifici) priuati,& di tutti oue non fi vla mol
ta diligenza, pochi ne fono che l’anno ottantefimo trapafsino : liftef-
fo chein Vitruuio, delli pareti diuiforij ragionando,habbiam vifto.
Qual vecchiaia tanto più in breue le foprauiene : quanto egli pezzi
D 3 del ce-
Due modi per
quali laterra
paffa in pietra
quafi cotrary
Polue delle ‘
colline puzzo
lane nell’ac-
qua s'indura
In che lapuz
zolana anazi
di bonta l'al-
treterrecta-
FENCI
Eccellèza del
la puzzolana
nell'acque , e
la caufa di ciò
Nelle fabri-
che che auan-
Zanol’acqua il
cemento ft cor
rode.
‘Pietre conue-
nienti fu l'or-
lo dell’acqua.
(aufa delle
proprietà del
la puzzolana.
42 DELU'HIST. NA TYRIALE
delcemento fono maggiori,e non bene dalla materia della calce ab-
bracciati, e quanto più la muratura di tane abondi. Ma nell'acqua
vincono le caufe contrarie : percioche la prefta liga fa, che la fabrica
non fi lafci: ela natural ficcità, e porofità della puzzolana, e del ce-
mento,viene dall’onde del mare raflodata:e dî per dì fi fa migliore.
Quefto fi è detto delle parti di fabrica nell'acqua fommerfe : ma in
quelle, che fopra l'acqua ftanno,e vicine alle percofle ,& allo fpruzzo
del mare, fogliono le pietre dalla falfezza del mare corroderfi: ilche
tanto più velocemente fanno, quanto più fono arenofe e fgrettolofe:
nel che fi può vedere,fpeflo licementi profondamente efler corrofi,
reftando la materia della calce eminente. Intal luoghi dunque fi col-
locano bene le pietre viue, e tutte quelle, che meno fono arenofe, e
ferettolofe , mache a fcheggiefi rompono e perciò la tefta ben cor-
ta ottimamente vi fi adopra. E meglio vi fa il piperno, che’ fallo
puzzolano , fe non habbia dal fuoco liga. Ma perche fopra di que
fto foggetto n’habbiamo alcune cofe lafciateci da Vitruuio, così ac6-
firmation di quello,nel che daPlinio,e da alcuni altri ci fiamo appar:
tati: come alla intelligenza tutta della cola: veggiamo quel; ch'egli
ne dice.
Si porta il lInogo di Vitrunio dell'origine della puXzoolana:
efueviria. CAR SIIT LL Di Viti:
* Ancovngenodipolue, che fa naturalmente cofe di maraui-
glia. Ritrouafinelle contrade di Baiae nelli tenimenti de Mu-
nicipi), intorno il monte Vefuuio. Quefto mefchiato con calce &
adoprato con cemento, non folo è materia forte per altri edifici) :
male moli, che di elfo fi fanno , fi raffodano fotto l'acqua : ilche par
che auuenga dalla ragione che diremo . Veggonii fotto quelti mon-
ti, e le terre calde,e fpefsi fonti bollenti: quali non farebbono fe non
hauefTero nel profondo;o di folfo,o di alume,o di bitume ardentifsi
mi fuoghi: penetrando dunque il fuoco e’l vapor della fiamma, le ve-
ne della terra, lafaleggicra: & iltofo, cheiuifigenera, e beuace e
fenza fugo. Concorrendo dunque in vna miftura la puzzolana,la cal-
ce e'l cemento, tre cofe tutte con fimile ragione dalla violenza del fuo
co generate:riceuendo incontinente l'humore,fi attaccano infieme,e
fi raffodano & indurifcono: ne poflon dopo quefto più l’onde e la
orza
LIB RO:4ASEBECONDO:; 43
forza dell’acque fcioglierle. Dobbiamo diique dire, che fin come nel-
le fornaci, retta dalla violenza del fuoco da noi fatto , la calce priua di
humore :coflil tofo e la terra, dal fuoco fotterraneo. La onde eflen-
dole tre cofe diflimili, ridotte in vna qualità:la molta ficcità accompa-
gnata da calore , incontinente fatiata di acqua, nella commun mi-
ftura, con occulto feruore fa gagliardamente ogni cofa raunire, e
velocemente raflodarfi. Sin quì Vitruuio. Dalli cui detti veggia- Plinio ripro-
mo manifeltamente in che fi fia inginato Plinio,narrando della puz- rato delli der
- RESO SILE > > ti di Vitrunio
zolana fola, quelli eftetti,che effa no fa fola,fe non fia con la calce tem
prata. Refta da confiderarfi: come egli faccia mentione del fuoco
come di cofa dalla materia di alume nutrita: ilche veramente non è. $,
Percioche l’alume è più tofto da tenerfi effetto che fegua l’acerbità e sa Tata
potenza del fuoco,e che da quello fia caufato:ma non già che fua ma- 107 materia
teria fia, comefonoil folfo & il bitume : a quali affatto P'alume nel bel menfia
le qualità, c proprietà fl oppone : come procedendo oltre vedremo.
Perciò, quantunque l’alume ne gli luoghi da natural incendio tocca-
ti fempre fi ritruoui : fi deue nondimeno confiderar non come ali-
mento di fuoco : ma come fuftanza dalla violenza del fuoco genera-
ta: c perciò come fegno di fuoco fotterranco .
Perche non owunque fono fuochi fotterranei fia puXZolana.
CAP. XV. Di Vitruulo.
E sTA dice Vitruuio hora da confiderare : poi che veggiamo
i © inalere parti, come nella Tofcana, fpefli fonti di acqua calda:
perche non veggiamo iui fimilmente tal polue, che nelle fabriche
forvacqua s'induri : perilche mi è parfo di farne qualche difcor-
fo. Diciamo dunque, che non in ogni luoco , e pacfe, fi ritruo- Dizerfità di
uan le iftefle maniere di terra, ne l’iftefle conditioni di pietra: ma fo- eng Le,
noalcuni luoghi terrofi , altri fabbiofi , altri giarofi, & altri arenofi :
ne men chein quefto , in altre cole diuerti edi geni del tutto diflo-
miglianti : fecondo che fono diuife le qualità delle cofe, nelle varie-
tà de pacfi. Ilche in gran parte fi può da quefto comprendere, che
quafi in tutti luoghi d’Italia, cdi'Tofcana, che di quà l’appennino _yienzdi ca-
cinge, non manca l'arena di cana: ma oltre l’appennino, cioè vue af- #4 e
faccia al mare Hadriatico, niente fe ne ritruoua. Anzi più oltre , e di A
lì del mare; in Achaia & Afia, neanco finomina. Se dunque non wmazor verfo
ouun que l'hadriatico.
Paragone del
carbonchio cò
da puzzolana.
Spetie di are-
HAS
Arene conue
nienti all’into
nico .
«Arena giaro=
fa one pofa a-
doprarfi.
44 VD RELNETSOT NA 1. VIRLA LE
ouunque nafcono fpefsi fonti di acque calde, concorrono l’ifteffe oc
cafioni di materia: male cofe fono dalla natura diftribuite, non {e-
condo la voluntà de gli huomini : ma fecondo che la forte ha porta-
to. Dunque ouec non fono gli monti terrofi: ma difpofte le materie
c6 le loro qualità:la forza del fuoco vfcédo perle fue vene l'abbrucia;
confumando quel che vi è di molle e tenero:e lafciando quel che vi è
diafpro :e perciò ficome in Campagna, bruciatala terra fi fa polue:
così nella Tofcana bruciata la materia fifa carbonchio. Sin quì del-
le caufe della puzzolana,c fuoi nafcimenti difle Vitruuio. Aut. Di-
remo dunque quiui, inuitati dall’occafion della materia di fabri-
che,dell'arena: quantunque effa non femplicemente tra le terre: ma
forfe trale pietre pofla narrarfi,o in luogo tra l'vne, e l'altre. Sono
dunque delle arene: altre di cana, altre de fiumi e torrenti, altre di
mare. Diqueftel’arene de fiumi, de torrenti , e di mare, fatie di hu»
more, e lauate, e tolta quafi ogniloro afprezza, fono più a piccoli
pezzi di vetro fimili: e per ciò hanno men con la calce adherenza se
non feccando prefto,non foffrifcono anco che fian carricate di pefo.
Perciò han bifogno di efferlauorate interuallatamente, & infieme
raffettandofi, e feccandofi, lauorarfi. Ma quefta conditione all'in
tonicato gioua:come che afpetti il raffodamento che con le mazze fe
gli da:que l'arena di caua perla prefta liga, c difecamento, ritirando»
fifa fillure. E perciò nelle mura,e molto più nelle volte, la di caua fi
deue eligere,& ogni materia che prefto faccia prefa:ma nell’intonica-
to habbiamo intention contraria. L'arena giarofa puote adoprarfi
ottimamente nelli getti : cioè ue le pietre non a mano fi rafietrano.
Percioche altroue,con laloro inequalità , portano impediméto e non
fanno raflettarle. Horaritornando al nofîro difcorfo,diciamo,che ff
come nelle fabriche di terra,o fia di Tappia, o di mattoni, non hab-
biamo bifogno di altra liga, che di efla ftefla, come materie che
bagnate fi afiodano & vnir fi poffono: e nell’opre de quadroni l'iftef
fo: percioche daloro ftefli, col raffettamento pefo e liga fi ritengono:
a contrario nell’opra di cemento, habbiamo neceflità della miftura
di calce, che li cementi contenga, c lighi infieme. Fafsi quefta di
calce e di arena,o di cofa che all'arena equiuaglia,come della puzzo-
lana habbiam detto. Hora veggiamo quel che Vitruuio dell’arena
cinfegna.
Dell’are-
LIBRO SECONDO.‘ 45
Dell’arena, fue [pettesevirts. Car. xvi. DiVitruuio.
ELLE fabriche di cemento, bifogna prima hauer penfiero
dell’arena, che fia comueniente alla mefcolanza della materia
damurare, eche non habbia feco terra. Le maniere di arenadi ca-
ua; fonotre: nera, bianca, roffa,& oltre di ciò il carbonchio. Di que-
fte quella che fregata con le mani fa ftridore è buona. Percioche la
terrofa non haue afprezza,c per confeguenza è fenza ftridore. Si po-
trà l’ifteffo conofcer con menarla fu di vn bianco panno, e fcuoterla:
percioche fe non l’imbratta, ne vi lafcia terra: farà fegno che non
n’habbia, e fiabuona. Ma fe non vi fuffero minere di arena, onde
fi cauaflc:all’horafi toglierà da fiumi: o fi criuellerà dalla giara : puof-
fi anco cauar dal lito marino : ma tali arene han feco quefto manca-
mento, che difficilmente fi feccano: ne patifce il muro di tal ma-
teriafatto,di cffer carricato di pefo i fe primacon l’intralafciarfi non
habbia ripofato: ne è bona per oue fian volte. Malatolta di mare ha
quefto inconueniente di piu: chegli pareti, fatti che gli fono l’in-
tonicati,fpruzzando la falfugine che tégono,li rilaffano:ue le arene
di caua ben feccando il muro, fono caufa che l’intonicati reftino :
in oltre fopportanole volte, purche fiano di caua frefche . Percioche
fe l'arena fuori della caua lungo tempo giaccia, concotta dal fole,dal-
laluna,e dalle brine , fi fcioglie e diuien come è la terra : e perciò po-
fta nella fabrica non ritene licementi: onde quelli abandonati rui-
nano: oltre che tal pareti non foftengono pefo. L'arena dunque
dicaua, hauendo tanta virtù nelle fabriche : nondimeno non è nel-
l'intonicati vtile: percioche mefcolata con efla la calce con paglia,
‘ perla fua gagliardia non può fenza fiffure feccarfi: mala de fiumi per
lafua magrezza battuta ben con mazze, come fi fa nell’opra fignina,
riceue nell’intonicato fodezza.
Del Bolo nella miffura di fabricheo. CAP. XxVvIr.
I n qui Vitruuio delle differenze e virtù dell’arena. Reftami ho-
radi dire nell'iftefla materia di mifture da murare : che in molti
luoghi per la penuria di arena, in vece di arena o di puzzolana, che
eglino non hanno, adoprano vn’altra terza materia detta da loro Bo-
lo. Eilboloterra minerale, e fpetie di rubrica tenace , di condition
di pic-
Tre fpetie di
arena è
Segno di are-
na buona.
«Arena de fin
mi.
Arena mari-
Na.
Mancamenti
delle arene
che non fono
di cana.
Arena di ca-
ua nel muro
ritiene l’into-
mceato e foftie
ne le volte».
«Arena di ca-
na non e con-
ueniente per
INtOnICA TED è
Arena de fiu-
mi tardaa fec
care © vtile
all’intowicato.
Bolo adoprato
în alcuni luo-
ghi inv ece di
Arena
Bolo da alcu-
ni adoprato sé
Za caleeò
Bolo co la cal-
CEI è
Calce fa fotto
la diffinition
della terra.»
Terre fimilif-
fime a calce.
Geffo congene
fe alla calce.
Generation
della calce +
Due fupreme
differenze nel
geno delle pie
tre: di calcina
zione e di fufto
ne è
Natural co-
lor della calce
Pietre che ré
dono maggior
copia di calce.
Pietre miglio
riper calce d'
intonicato »
46 DELL'HISTI.N /ATVRALE
di pietra concotta. Impaftafi e raffodafi comele crete: e da coloro
che manco fono potenti, fi adopra fola. Ma petche in quefto modo
fi bagna,& ammollifce dall’acqua,& haue alquanto men fodezza:da
più potenti , fi miftura con calce nelle fabriche di conto ; e ne diuie-
ne molto più forte : ma non perciò , che alla fodezza della miftura di
arena, intieramente peruenga. Adoprafi communemente il bolo
molto nella prouintia Otrantina, che è il fuperiore, de gli duiftre-
mi progrefli dell’Italia.
Calce che cofa fia,di qual petie dipietraftfacciaze il modo di
apparecchiarla soevCAP. XVIII.
TARA quiui beneiltrattar alquanto della calce , la cui fuftan-
za può riceuerfi nella communità delle terre : fe è ftata ben afle-
gnata la diffinition dellaterra, dieffercorpo , che fi iciolga dall’ac-
qua in fuftaza lutofa . Quefto fi può anco confermare da molte terre
fottili , tanto alla calce fimili, che la femplice vifta non le difcerne.
L’ifteflo diciamo del geffo, materia alla calce vicina: fiche molte fpe-.
tie fian quafi dubbie, fe fotto il geno di calce ò di geflo fi debban lo-
care. Fafli la calce di pictra, da cui l’humore per violenza di fuoco,fi
fepari. Quelle pietre dunque che fono di fuftanza più aride, e nella
cui compofitione poca,o nulla parte di acqua concorre,o l'humor de
quali fia molto con la fuftanza terrena colligato , non fi trafmutano
in calce, mafifondono. Perciocheritrouiamo due nature di pietre,
e due fupreme fue differenze i 'vnadifufione ; el'altra di calcinatio-
ne. Nell’vn geno fonole felci che dan fuoco, cla maggior parte di
pietre arenarie : anzi tutte quelle, che veramentein fabbia & arena
fi fciolgono: percioche quantunque molte pietre da calce ; arenofe
pargano per l’afprezza ce granellofità che tengono, ridotte in tal for-
ma da ftillicidij. & da humori di mano in mano accolti: ilche non
folo di fuori, manco nellicolatorij interni del corpo humano, fi
vede: non fono perciò veramente arena. Onde il fuoco più tofto in
calce, che in granellale fcioglie. Il color della calce è naturalmente
bianco, quantunque per accidente alcuna leggiera tintura la mac-
chiafle. E fono quelle pietre di maggior emolumento, nel render
calce, e quella alle fabriche migliore, che più denfe fono. D’incon-
tro le più fpongiolte, fono per l’intonicato migliori. Come che fia-
no men
LIBRO SECONDO, 47
no men graffe e meno fi ritirino .Le tefte di animali marini fi cuoco- Tele marine
no fimilmente in calce , altrouein vfo de medicina, altroue in vfo darcalce.
difabrica. Macomelacalce,di molto tempo,ediviolenza difuoco _.. _
hadi bifogno:cofi d’incontro il geffo in poche hore,e con poca forza o
di fuoco fi calcina: ele fue pietre fono di fotanza più tenera, altre /.»
volte fogliofe, & altre voltea marmo fimili. Ne fi deue lafciar la cal-
; i ; i .. Modo di go-
ce dopolefler cotta, fenza bagnarla: percioche perderebbe la vir- sernarla cal.
tu tutta della lia, c come bruciata & incenerita ne verrebbe. Ne an- (© -
co fideue con fubita e violenta copia di acqua fpengere : percioche fa
rebbe effetto di rincrudimento : onde poi non fi {cioglierebbe nella
graflezza che cerchiamo ; ma bifogna di mano in mano bagnandola
bene, fatiarla di acqua : c ben fatia che fia, con vna leggiera couerta
di arena conferuarla:perche col tempo maturandofi & à modo di fer
mento folleuandofi, di mano in mano miglior ne diviene, e mag-
gior quantità diarena riceue.Hora veggiamo quel che delle proprie»
tà e virtù della calce, Vitruuio c'infegna.
‘Modo di far lacalcev. Car. xix. Di Vitruuio.
y Ora chabbiamo moftrato come fi habbia di hauer copia di
arena, fi haue anco da vfar diligenza nella calce, che fia ben
cotta, di faffo bianco , 0 di felce. Quella che farà di pietra più fpefla
e più dura. farà bona nella muratura:quella che di pietra più forami-
nofa, farà più conueniente all’intonicati. Smorzata che farà fifarà Temperamen
la miftura di modo ; che s'ella è di caua, fi mettano infieme vna parte fg
di calce, etre di arena. Mafcellaèdifiume, o di mare, che fi me- |
{chino con vna di calce,due parti di arena:nel qual modo fara aggiu-
fto temperamento . Ma fe con ladi fiume, o dimare, vi fi porràla (; P,venzdi
terza parte di tefta pefta, e criuellata: farà materia molto migliore, e fiume fi accî-
più vtile. Sin quì dell’vfo della calce Vitruuio. Madaqualcaufa i nu la
prouenga tal effetto della calce mefchiata con arena cerca egli alquan ‘’*Î9*
to diffufamente dicendo.
Della
Perche le pie
zre da calce
macinate non
facciano liga
come fa la cal
CC).
Dictre cotte
in calce perdo
no laterzapar
te del pefo è
Gelo.
Diuerfe ope-
rationi del
geo ecalce.
48 DELL’HIST. NATVRALE
Dellacanfa dell'abbracciamento della calce , 65° arena, € |
dell'indurimento che pigliano » CAP. xx. Di Vitruuio.
al,
A per qual caufà la calce bagnata di acqua, con la mefcolanza
dell’arena firaffodi, hora diròla caufa. Etè, che gli falfi non
men che l'altre cofe , fono temprati da gli principij ch'elementi
chiamano. E quelli che più di aria contengono, fono teneri : quel
li che di acqua, lenti dall’humore : quelli che di terra, duri: quelli
che di fuoco, fragili. Dunque fegli falli da principij compo, in-
nanzi che fi cuocano, minutamente pefti e mefchiati con arena fi
pongano nel lauoro: ne firaflodaranno, ne potranno tener lafabri-
ca. Mafein vece de peftarli , fi porranno nella fornace, fiche dalla
vehemenza del foprauegnente caldo,perdano il vigore della lor pro-
pria fodezza: all’hora fuanita la forza cheli riteneua , e porofi per li
reltanti forami: effendo l’humore e l’aria che nel corpo della pietra
erano,vfciti fuori, c reftando dentro il caldo occulto, e nafcofto: ba-
gnata diacquapria che n’efca ilfuoco , ripiglia forza, c penetrando
l’humore nella rarezza fua, fi accéde e bolle: finche raffreddato fi cac-
ci dal corpo della calce il caldo. Perilche non poffono corrifponder
di pefo, le pietre che nelle fornaci fi pongono, quando di quella fi ca-
vano : ma ponendofia bilancia reftando la grandezza della pietra, fi
ritruoua nondimeno diminuita nella terza parte di pefo, per l’hu-
mor confumato . Perciò hauendoli fue forami e rarezze aperte, ba.»
enata, & accompagnata con dettaarena, la tira a fe : e fi abbraccia-
no:e feccando con li sementi fi vnifcono : e caufano nella fabrica fo-
dezza. Queito è quanto Vitruuio del ralodamento e prefa della fa-
bricac'infegna. Aut. L’ifteflo anco auviene nel geffo:ma per la de-
bolezza delgeflo, e perlafortezza della calce par che fiano di effetti
contrarij:percioche la calce fi fuole col tempo di molto humor fatia-
re, per diuenir più fciolta e più vrile. Il geflo fubito bagnato fi deue
adoprare, per far prefa , ne bifogna altrimente che frefco adoprarlo,
acciò ritenga la materia che abbraccia. La calce dunque fatiata del-
l'acqua con il lungo tempo fermentandofi,viene all’vitimo grado di
fcioglimento , il che per breue tempo non può fare. E perche ha da
mefcolarfi con l'arena & ha necefsità di afpettar il lauoro: perciò non
deue la prefa fua efler fubita; matarda, & aiutata da calor già fmor-
i zato: OUe
EIBRO SECONDO. 49
zato : one il geflo per la fua debbolezza ammorzato perde il vigore.
Perciò fi pefta: fi conferua in luogo afciuttiflimo,e fi adopra quanto sicerealapre
prima:e perl'ifteffo non fiaccompagna con arena, ne puote alla du- 1h seo
rezza di pietra, per tale accompagnamento venire:cosi per la propria a
tenerezza, come per efler da poco calor difciolta:c perciò poco ca-
pace dell'humore nuouo che lilighi. Apprendefi dunque il geflo
mentre è prefto bagnato , in vna fuftanza fimile a terra condenfata &
vnita : e quafi in pietra molle, come ellaprimaera. Etè il color del
geflo fimilmente che della calce bianco. Dunque l'incrudimento rnersdimene
della calce è vn nuouo rapprendiméto che dalla foprabondanza di ac : della calce.
quale rauuicne: fimile in quefto al rapprendimento che fa il geflo : Vie
e perciò non fi carrica diacqua, mentre fi {morza, acciò non fl rap-
renda: a contrario di quel che ricerchiamo nel geflo, E quel che è
foaue caldo nella pietra del gelfo mentre fi apprende, nella calce che
fi morzaè violentiflimo,e fcotta.
© Varij lauori, che dalla calce babbiamo in vfo di Architet-
inra. CAP. XXI.
S O no congionti alla confideration della calce,in quanto appar-
tiene alla fabrica, l’intonicato, lo ftucco,l’opra fignina, e quanto
fotto nome di aftrico intendiamo . E‘ appo noi in vfo cofi d’intonica 7pito fr ae
to, come di aftrico, vna fpetie di caua detta lapillo, di groflezza come compagna cò
digiara, ma più afpra: e nella fuftanza quafi apomice fimile, quan- 0,
tunque più denfo:opra tutta di calore fotterraneo che a tal grado l'ha cari, ilgrofo
cotta. Diquefto criuellando fi fa feparatione:e la puù fottile ad into- P rici.
nicati,la più groffa ad aftrichi fi detina.Incorporafi dunque commu
nemente il lapillo con la calce, per vfo cofì dell’vno , come dell'altro.
Altri in vece di lapillo perl'intonicato , adoprano vna fpetie grofla Arena groffa
diarena. Tutte dunque le dette mifture date di mano in mano fi 9° 22022048
raffodano : ma l’intonicato come di pocagroflezza prefto fi rafloda,c
piglia il fuo pulimento. L’aftrico ha necefsità, e per la groflezza, & «4frigo hane
vfo aquale è deftinato, di efler più lungamente battuto: percioche fa- 6 resa
fuolo,è foggetto a pefi,e loro cotinui mouimti: & in oltre quelli che
ftinoallo fcouerto fono foggetti alla cotinua violenza del fole, piog-
gie,e brine.Per quefto dunque la groflezza dell’aftrico è neceflaria, &
oltre di quel c'habbiam detto, perche n6 è vefte di altra fabrica:ma fi
da {u?l riccio,e femplice rudo ; onde è bifogno che da fe ftefla habbia
E {ultan-
so DELE HIST'INATVRATE
Sito fuftanza.Lo ftucco è materia copofti di marmo biachifsimo,e di calce
pura e ben curata: con cui s'imita la cadidezza e pulitezza del marmo,
e li varij ornamenti di fcultura che fe gli danno. non folo de femplici
Materia che intagli : ma ancodi vari) fegni e figure. Il foggetto dello ftucco co-
il me era dell’intonicato , è la miftura di calce; e di arenare la fabrica di
‘ pietraoue bifogni faroflatura. Quefta materia dunque rozzamente
lauorata; fi fa foggetto degli delicati lauori dello {tucco:qual par-
te fi lauora di principio con ferretti, introducendoui il fisuramento
| che vogliamo: parte ne gli ornamenti continuati,con forme, che la
oprafignina: rnateria dello ftucco improntino . L'opra fignina,che è materia fimil-
mente di aftrico,in che modo fi faccia , Plinio dopò l’'hauer dimoftra
to li vari] e molti feruitij che dalla terra habbiamo nell'opre, c'infe=
gna dicendo.
Dell’opra fignina . CAP. XXII. Di Plinio .
He cofa;èoue l’arte non habbia penfato ? Rotte le téftole cè ne
feruiamo afarl’opre fignine: accioche durino mefchiando
la teltola con calce: delche fanno li pauimenti. L’opra fisnina di
viv’altra maniera c'infegna Vitruuio in vfo di cifterne: quando bifo>
ona fupplir il mancamento di acqua de pozzi:facendo il vafe tut-
to, dico etuttala fodezza della murata, e tutta la fodezza del fuolo,di
quefta opra : come fodiflima, &atuflimaa difenderfì dalla penetra-
tion dell'acqua, &aconferuarla frefca.
OQ wando,e come faccia l’oprafigmina. Car. xx1tr.
Di Vitruuio.
E gli luoghi farano duri , o nel profondo, del tutto non vi faran
venc:all’hora fi ha da riccuer l’acqua da gli tetti, o luoghi più al-
ti con opre fignine. Nellequali le feguenti cofe han da ofleruarfi..
Prima fiapparecchi l'arena puriflima & afpriffima. E rompafi il ce-
siinaess: ento di felce non più graue che al pefo di libra. Mefchifi la calce
feoforma one quanto più gagliarda hauer fi pofla nel mortaro : fi che con due parti
fi famefcolan dicalce ne fian cinque diarena:aggiungafi anco all’ifteffo mortaro il
ni) ceméto, e di tutta tal materia fi faccian li pareti nelle foffe:quali déno
cemento. èffere tanto abbaffati, che vengano al liuello della profondità che
vogliamo; e li pareti ben battuti con vetti di legno ferrati. Hora
ben cal-
LIBRO SECONDO. i si
ben calcati che fiano tal pareti:cawifi il terreno, che è fradi loro, fino
al baflo liuello oue pofano : & aggiuftato il fuolo , dall’ifteffo morta-
rofigettarà, e calcarà il pauimento alla groffezza che fi vorrà. Tutto
quefto Vitruvio dell’opra fignina c'infegna.
| Parti delpulimento,efinimentidegliedificj. Car. xx1v.
Aut.
A non farà forfe mal fatto, effendo entrati nella prattica de
pauimenti e d'intonicati,come di cofa cogiunta alla calce , &
appertenente alla perfetta fua intelligenza, per quanto fa all'vfo di
Architettura:alquanto diftefamente narrar le parti fue : e la molta di-
ligenza de gli antichi in quelli vfata:ilche non folo giouerà alla cono
fcenza delle opre antiche, che ftanno in piede con merauiglia della
fodezza e bontà loro:ma ce ne potremo anco auualere nelle occorenti
neceflità. Erano le parti del pauimento: il riccio fecco , o rudo, il no-
ciuolo, le quadrella o marmi fegati, o mattonato a fpica: & alle vol-
te fotto il nocciuolo,vn fuolo di tegole ben commefle. E dell’intoni-
cato: l’abboccamento , l’arenato , lo ftucco di marmo, & alle volte
l’arriciamento di teftola.Nell’efecution de quali acciò veniffero fenza
mancamento,vfauano incredibil diligenza:preparando alle dette par
ti di pauimento, il fuolo:& all'intonicato li pareti che haucan da rice-
verli. Delche hauendone curiofamente trattato Vitruuio : riferire-
mo fecondo il coftume noftro quel che egli ne dice.
Ordine , e modo di effeguir li pawimenti. «—CaAr. xxv.
Di Vitruuio.
O MINCIAREMO dal riccio, principio di pulimento : acciò
C vfandoui diligenza, e prouidenza, fi conduchi l’opra falda.
Se dunque il pauimento farà da farfi in piano :cercheremo fe] fuolo,
è per tutto egualmente fodo : & aggiuftato che fia, fe le farà l’arriccia-
Parti del pae
uimento +
Parti dell’in-
tonicato è
Riccio.
meto di pietre.Ma fe farà di materia mouiticcia,con fiftuche battuto «Aggisfamen
fl afloderà. Nelleintrauature fi auuertirà,che niflun muro di fotto giù
gaal pauiméto:ma che più tofto rilaffatto, habbia fopra di fe l’intauo
lato pendete:percioche métre è fodo,feccandofi la trauatura,o facédo
ventre, reftando la fodezza del muro fecondo l'andamento fuo , fada
to,c raffoda-
mento del fuo
lo.
Muri di fot-
to che no giun
gano al paui-
deftra e finiftra fiflure. Fattol’intauolato,e ben fermato, fi farà letto mento.
E uz di fel-
Letto di felce
o paglia.
Statumen è
Riccio è
Nocciuolo
TPanimenti.
ARrico a fco-
uerto .
sAftrichi allo €
Sfcouerte vo-
glion maggior
fortezza de :
traniseffer più €
groffreme pro
fondameti bat
tutt.
Panimenti in
alcune parti
di séplice ter-
ran.
Tauimenti de
mattoni vfati
in molte parti
De gli a$tri-
chi a fconerto
di Vitrunio .
Intauolato
doppio .
$LALUMED è
$2 DELI HST NA TIRA LE E
di felce, e mancando quefta di paglia, accioche il legname non hab-
bia nocumento dalla calce . È di sù detto letto fi 5a lo ftatume de
falli, che non fian minori, che riempiano il pugno. Dato che fia lo
ii fiarricciarà,fiche fel rudo è nuouo, atre fue parti fl dia par-
te vna di calce : ma fe è rinouato, a cinque di ul vi fi mefcolaranno
due di calce. Hora dato il riccio, e chiamatiui operarij , con maz-
zi {peffo peftando ben fl raflodi: «qual ben battuto e finito , n6 deue ef-
fer meno di vna fpanna: fopra di quefto fi darà il scio di teftola
mifturata, fi:che a tre fue parti rifponda vna di calce di groflezza:chel
pauimento non fia men di fei dita. E fopra il nocciuolo ariga e li-
uello firaflettinoli pauimenti, o di pezzi rifegati, o di quadrella,
quali fi fpianaranno, fiche non virefti eminenza :ma fiano c{qui-
fitamente fpianati . Quero fi faccia di opra {picata Teuertina, di te-
ftole aggiuftate con diligenza, che non faccian fofle ne rileuino : ma
che fia iano diftefe è è fregarearegol a:efoprala fregatura criuellatoui
marmo,vi fi faccia vn i concalce&arena. Aut. Sin
qui Vitruuio comunemente de gli aftrichi. Ma fe l’aftrico allo [couer
to debba ftare: vi fi dourà vfare più iche ne gli altri diligenza: così per-
chel’ integrità fuaquiui molto più importi: come per i più efpo-
fto all’ingiurie delle varie ftagioni. Appo noi, che fi fanno di calce
e lapillo: fi vfa diligenza nella trauatura, che da quanto fi poffa falda:
e l’attrico fi fa di aroflezza maggiore: ma nel batterlo fi ftima che
quanto più gagliardamente & in profondo fia battuto , fia più fog-
getto al fenderfi. Nella Calabria da alcuni popoli men delitiofi,
auualendofi della materia c'hanno, su l’intrauatura de cerri fatto let-
ro di paglia, fi buttano gli aftrichi di IPMIBRG terra. Altroue perl'Ita
liaoue non hanno la commodità del lapillo, non vfano aftrighi al
lo {couerto:perciò diftelo fu l’intauolato il Sch accio,vi raflettan gli
mattoni: dandogli per contenerli, di fotto e da lati la miftura di cal-
ce &c arena. Mix veggiamo hora quelche cin fegna Vitruuio d intor-
no gliaftrichia oto Vitr. Allo fcouerto fi denno fare pauimen
tranzi di tutti ben conditionati: percioche l’intrauature crefcendo
di humore, o mancando per ficcità, o calando nel mezzo : mouen-
dofi i. pauimeti difertofi: in so ligieli e brine , n6 le lafciano
ftareintieri.Duque fe molto c'importi o fi DO bene:faremo
nel modo feguéte.Fatto l’intauolato facciafene, vn’altro a trauerfo: fi
che ambi Fiac c6 chiodi facciano al trauamento doppia armatura.
Fatto quefto,al nuouo rudo,giùgafi la terza parte di teltola pefta, &a
cinque
«LIBRO .SECONDO, CR 53
cinque parti di quefta fi accompagnino due di calce. Diftefo lo fta-
tume, diafi il riccio: qual battuto e compito non fia men groflo di vn Riccio.
piede. All'hora datoui il nocciuolo come di fopra ho detto, facciali
pauimento di quadrella tagliate di grandezza circa due dita, che in
pie diece,habbia altrettanta pendenza di due dita: ilche fe bene farà
tempratro,e benfregato , farà da tuttimancamenti ficuro . Ma acrio-
che nelle giunture la miftura della calce non patifca dalli gieliogni
anno, anzi che venga inuerno,deue fatiarfi di feccia di oglio , ilche
lo difenderà dalla brina dal gielo caufata. Ma fe parrà che debbia aodo eccellé
farfi più curiofamente: collochinfi fopra il riccio tegole di ampiezza sedi panimen
di due piedi ben commefle infieme, c'habbiamo ne gli fronti delle ‘ ua Scomex
commiflure canaletti di vn deto:qual congioti fi riempiano di calce regole cor ca
con oglio impaftata, ele giunture riftrette bene fifreghino : cofi la agi nel frà
calce ne gli canali indurita fermandofi,non comporterà che ne l’ac- nà
qua,ne altra cofa pafli perle giunture. Fatto dunque che farà quefta
letto , fi darà di fù il nocciuolo, e rammazzato che fia, di fopra vi fi fa-
ràlacorteccia, o di quadrelli srandi, o di teftole a {piga,con penden-
za come di foprafiè detto: nelqual modo fatti,non prefio fi guafte-
ranno. Refta vna fpetie di pauimento da Greci vfata nelle ftanze d’in
uerno quantunque di poca fpefa, molto vtile: narrataci da Vitruuio
nel feguente modo.
Nocciuolo .
Panimento nelle fianzse d'inuerno vfato da Greci ;
CAP. XXVI. Di Vitruulio.
Avast fotto illiuello della tanza: ad altezza di due. piedi in Paziméro nel
circa : e raffodato con fiftuche il fuolo, fe gli fa il pauimento,o IA n
dirozato di calce, o di matton cotti pendenti,che fi raccoglia in cana- fabbia, e car-
le :al’hora poftiui carboni ben calcari‘, fi vida sù vna materia me- bere.
fchiata di calce,fabbione & minuto.carbone, con groflezza di mez-
zo piè, ariga &aggiuftato liuello : vue pulita con pictra di arrotar
la fomma pianezza : ne prouiene vna ifpetie di pauimento nero:
«cofine gli loro conuiti, cioche datazze e fputi fi fonde, caduto che
fia, fi diflecca:e coloro che iui feruono, quantunqne fiano a pie ;,,,;,9 1
‘nudi, non fentono freddo da tal materia di pauimento. Hab- mento afo:bi
biamo con Vitruvio trattato delle mifture della calce per quan- fe ana
‘to all’vfo de pauimenti: e delle dilivenze che in detti pavimenti fi [impre afcit
«debbano vfare. Hora paffaremo all’vfo dell’intonicati e fucchi:alla te.
E 33 bontà
Maceration
della calce_> è
Modo di cono
fcere la calce
ben macerata
Aferi inchi-
nati pofti in t0
do che comin-
cino a figurar
la volta.
Catene che at
zranerfano la
todezzadi det
ti afferi e lili
gano iufieme .
3% DELL’HIST. NATVRALE
bontà de quali, perche è congionta laconfideratione anco delli letti
e reggimenti, ouc fi danno: feguiremo con Vitruuio quanto egli
in quefta materia c’infegna.
Dello fuccodi marmo. Cap. XXVII. Di Vitruuio.
O po lacurade pauimenti , ft ha da trattar delle opre di bian-
co. Sarà ben fatto fe le zolle di ottima calce molto tempo
innanzi che fi ha da oprare,fipongano in acqua, accioche fe alcuna
zolla farà poco cotta nella fornace, con la lunga maceratione, fia co-
ftretta a lafciare il bollore;e fi maturi con modo vniforme: che fe el-
la non fia ben macerata: ma fi pigli frefca,e tal fi dia a pareti, men
tre ha le brecciuole crude nafcotte , caccia puftolette : percioche det-
te brecciuole, nel luogo iftefloal fine rilaffandofi, rompono la poli=
tura dell’intonicato. Hora pofta che fia a maceratione,e quanto più
curiofamente trattata: piglifi l'afcia e nel modo chellegno fi adafcia,
fi adafci fimilmente la calce. All’hora fe incontrarà brecciuole,è fe-
gno che non fia ben temprata, c fel ferro fi cauerà netto , & afciutto,
te) DLE
farà fegno che fia fuanita, &fitibonda: ma fe vfcirà grafletta, e ben
di al ferro come colla, farà fegno che fia con lafuade=
bita ragione temprata. Sin quidella preparation della calce. Hora
per l’intonicato. perche quefto &alle ftanze a fufitti , & alle ftanze
a volte fi da: e di quelle altre ne fono voltate di pietra, altre femplice-
mente intrauate,di poi fi mettono a volto,per darui fu l’opra di bian-
co:come fi eflesuifcano tali volte Vitruuio c'in feona.
Modo di far le volte di flucco nelle fanze intranateo .
CAP. XXVITI.: Di Vitruuio.
Vanpo vorremo il fabricato a volto ,fifaràin quefto mo-
do. Difponganfi gli afferi, o diciamo trauicelli in mo»
do,che l'vn dall'altro non habbia d’interuallo più di piè
due:e fiano quefti di cipreflo : perciocheli abietini in breue dalla
tarla,e dalla vecchiaia patifcono. Compartitiche fono gli afferi in:
torno,fi che facciano ritondatione:e diftribuite in cflì le catene;c'hab
bian daritenerli : conficchinfi glidetti afleri con fpefli chiodi di fer»
Io. Le
SAEFBRO SECONDO. 55
ro. Lecatene fimilmente fiano di materia,a cui ne tarla, ne vecchiaia
ne humor, nocer poffa. Tali fono di buffo, ginepro olino,ronere ci-
preflo o di altri fimili, fuori della quercia: qual di proprietà torcen-
dofi, fa filure nell'opre oue è pofta. Horafattala difpofition de gli
afleri, a quelli fi collighino le canne grece ammaccate, con refte di
fparto di Spagna, e fopra del volto fi induca la miftura di calce & are
na, accio fe cafcan goccie o dal tauolato o dal tetto: della miftura fian
ritenute. Ma fe non harremo comodità di canna greca:piglinfi fe can
ne fottili di palude, & feruando conforme groflezza fi leghino con
dette refte, fiche non fia la ligatura de nodi lontani, l'vn dall'altro,
più di duc piedi : l’iftefle refte fi leghino agli afferi,e vi fi ficchino fpa
telle dilegno: e’lrefto tutto fi conduchi come fi e detto. Difpotic
& inteflute le volte. Il fotto cielo loro fi rabbochi , e fiaggiulfti di a-
rena, c finalmente fi pulifca con creta o con marmo. Fatto il pulimé-
to delle volte: faccianfi li cornicioni fotto di quelle quanto più fottili
e delicati : perche li grandi fono dal pefo tirati giù, ne poflono fo-
ftentarfi: perilche in quefti non fi mefchiarà getto: ma fitireranno
di marmo, con maniera conforme, accioche il geflo ,con l'anticipar
della prefa, non impedifca Pvniforme feccamento . Si hanno anco-
tadafuggire in dette volte sliandaméti de gli antichi:de quali li cor
nicioni piani fopraftando col loro graue pefo fono pericolofi. Del-
le cornici alcune fono fchiette & altre lauorate:nelle ftanze vue fi dor
me e fi ftà di continuo:& cue, 0 fuogoo molti lumi:fi adoprano, fi
denno far fchiette fenza lauoro , acciò facilmente fi nettino. Ne gli
luoghi di eftate, e loggie, oue non e fumo,ne puote nocer la fuligine,
iui fiano fcolpite: auuifati che fempre l’opra di bianco per la fu-
perbia di fua bianchezza, non folo dagli proprij edificij, madagli
altri anco concepe fumo. Fatto li cornicioni, gli pareti con quan-
ta più afprezza fl abboccaranno . Dopo in quel che l’abboccamento
fi diffecca , fi denno drizzar gli arenati, fi che lelunghezze a regola e
linca, lealtezze a perpendicolo , gli angoli a fquadro rifpondano .
nelqual modo verrà emendara la forma dell’intonicato nelle pitture.
Seccato il primo arenato, fi darà il fecondoe il terzo : nel qual modo
fendo più fondata la drittura dell’arenato:farà più falda contro l’aflo-
daméto dell’intonicato,e meno inuecchierà.Quando dell’arena oltre
l’abboccamento, non men di tre crufte faran date: all'hora fi fpianerà
col grano di marmo. La proua che la miftura fia buona è, che non at-
facchialbadile: ma che'l ferro fi cacci netto dal mortaro. Dato il
si grano
Canne greche
ligate a gli afè
ri,
cane paluftri.
L’abboccame
to delle volte
di fotto è
Cornici fchiet
te 0 lauorate
one fi adopri=
no.
Rabboccamè
to delle mura.
Arcnato è
Tre crufte di
arcnato .
Grano di mar
MO è
Tre incrufta-
menti di mar
MAI è
Bonta di det-
to intonicato .
Intonicato fot
tile prefto fua
nifce .
Intonicati bè
-fondati ft con
Sernano lunzo
tempo .
Crufte d’into-
nicato taglia-
te che fanno
vfficio di tano
leo».
Intonicato în
forma de fpec
chi.
Intonicature
de muri di gra
tic c i de
56 DELL'HIST..NATVRALE
erano di marmo,e feccandofi, vn’altra crufta, mediocremente fi d riz-
zi 0 (piani. Qual ben ftretto che fia, c A fregato, fe ne darà
vn’altra più fottile. mentre dunque di tre crufte di arena, e tre di mar
mo,raflodari fiano l’intonicati , non faranno fiflure, ne in altro man:
camento incorreranno : & in tr e vi farà quelto acquifto , che le fo-
dezze con battitura di mazze indotte, & con falda bianca di mar-
mo,allifciate : mentre riccueranno li colori quell i rapprefenteranno
molto auuiuati. Conchiudiamo dunque che l'intonicati nel detto
modo fatti , hanno e faldezza e {plendore: c fi mantengono lunghif-
fimo tempo. Que fe per contrario vna fola crufta di arcna,& vna di
marmo minuto data vi fia : eflendo la {ua fottigliezza di poco vigore,
facilméte fi compe» c per la fua poca groflezza1 non ritiene il propria
{plendor del pulimento. Percioche fi come lo {pecchio di argen-
to di fottil piaftra condotto, fa le fue imagini incerte, e dalo (pien-
dore più rimeflo e fenza vigore : ma quel is è Lesa foda tépra rice
uendo in fe perla forzac Ta l’intera pulitura,fa le imagini rilucenti,e
certe a chi le confidera: non altrimente l’intonicati di fottil materia
‘condotti, non folo diuengono di filure ripieni, ma ancora prefto
fuanifcono ; equelli che fondati fono con fodezza d’inarenamen to,
e di marmo , con tal groflezza , e fpefli polimenti fpianati, non che
diuengono laftri. ma aa Ti Imaginia coloro che li riguarda-
no.;Sin quì dell’opra di bianco : ‘ & delli intonicati di marmo all v-
fanza Romana, Vitruuio . Ma foggiunge in oltre la vfanza de Greci;
Modo d’intonicar de Greci: e come fi dia l’intonicato nelli
muri cratity dettiintelature da noflri. Car. xx1x.
Di Vitruuio.
INTONICATORI de Greci, non folo feguendo quefta ragio-
; ne, fanleloro pre, ferme: ma ancora accomodato il mortaro;
Si iui lacalce e l’arena:portatiui gli operari, peftano con maz-
zi dilegno tal materia: e cofi quefta a gara battuta mertono in opra,
Dunque molti dalli vecchi pareti tagliando le crulte , fe ne feruo-
no per tauole. Anzi l’iftefli i intonicati compartendo a modo di aba-
chi edi {pecchi; danno d’intorno di talcompartimento gli orli pro-
minenti. Aut... Refta finalmente dimoftrare il rimedio,che non
{i fendano l’intonicature date fu gli i pareti di graticcio, che gli nofîri
chiama»
! LIBRO SEG O:ND O: s7°
chiamano intelature : nelche il principal rimedio è l’ordire doppio
di canne: cioè che l'vno drittamente, l’altro a trauerfo fia fermato . |
Sono li graticci , di trauicelli altri dritt1 & altri trauerfi. Linoftri li Modo degra- |
riempiono di calce e pietresaltri li foglion fare molto più fottili,d'in- *** |
reflimento di fafcine , e farmenti ; couerti di luro ‘qual modo alcune
nationi più ruftiche non folo nelli partimenti adoprano, ma tutte le
loro cafe ne chiudono. Ma comealli partimenti de graticci fi deb-
bia dare l’intonicato che nonfifenda, ma faldofi conferui, c’'infe-
gna Vitruuio dicendo.
bid
è
Modo d’intonicar li muri de graticci.. CAP. XXX.
Di Vitruuio.;.: rtf
dritti e trauerfi, tengan filure : percioche , mentre fi danno di Le Ò
luto concepono humore : dopo delche feccando, aflottigliati fanno
nello intonicato filura. Ma perfarche quefto non auuenga, fi farà rimedio che
nel modo feguente. Quando tutto il parete farà impaftato di luto,al- l'intoricato de
l’hora vi fi conficaranno canne continuamente cò chiodi di tefte pia- n 4
ne:ilche fatto di nuouo dato il luto, fe le canne di prima faranno con- 3
fitte di trauerfo , le feconde fi conficcaranno di dritto: dopo del che fi
darà l’arenato e’ marmo, e tutto il compimento dell'intonicato .
nel qual modo il doppio ordine di canne attrauerfando l’vn l’altro,
con il continuato conficcamento, vietarà che non vintrauengano,
‘torcimenti ne fiflure . Sin qui Vitruuio , del modo di dar l’intonicato
sù li graticci .
( y E l’intonicato fi fa fu li graticci,è neceffario che per li trauicelli Irtonicato nel
Dell’intonicato in luoghihumidi « GAP. XXXI, . Aut \
A perche auuengono altre difficultà nell’intonicati de luoghi rnsonicati de
humidi, oue di altra maniera di rimedio habbiamo di bifo- “roghi bumi-
gno: difcorreremo di quefto anco come di cofa all'vfo della calce e ‘**
fue mifture appartenente, & come cofa oltre il compimento della na-
tural noftra hiftoria, vtile nelli cotidiani bifogni. ll vietar che atodochellbu
l'humor eftrinfeco non contamini l’intonicato,fi acquifta, parte in Phon
vece dell’arenato, adoprandoui la materia di teftola: a far che cato.
’intoni-
Nelle fanze
di baffo fopra
terrafi de ar-
ricciardi tefto
la per altezza
di tre piedi .
R imedio one
l'ifter pareti
piglian l'hu-
MOVE è
«Altro muro
Non potendo
fi far altro
muro,cì ferni
remo di tego-
le basate +
pe)
53 DELL’HIST. NATVRALE
l'intonicato non ftiain foggetto cotinuo al corpo di humor pregno :
bifogna dunquetra il oggetto dell’intonicato, e’l corpo humidoef-
fer qualche fpatio , nel modo migliore che poflibil fia: e che tal {pa-
tio acquiftato , habbia l’aria trafpirabile: e che vadain giù alquanto
più fotto, che non il fuolo del pauimento. Quefte cofe tutte fanno
che l’humor dell’aria diffipato non fi accoglia, e non offenda la ma-
teria dell’intonicato, Ma veggiamo quel che Vitruuio diltintamen
tece n'infegna.
Intonicatoin luoghi bumidi. Car. xxxir. DiVitr.
O N qual raggioni fi debbano far l’intonicati in luoghi fecchi,
(@ fin quì ho detto. Hora efporrò in che modofi habbian da
efleguire quefti pulimenti in luoghi humidi, fiche fi mantengan fen
zadifetto. Eprimanelleftanze cue fivaa pie piano: per pie di tre al-
to dal pauimento, in vece di arenato fi dèarricciar di teftola, e porfia
drittura : cofi quella parte d’intonicato non farà dall’humor contami
nata. Ma fe alcun parete fia per tutto dall’humore oflefo, all’hora da-
remo altro rimedio :perciò fcoftati alquanto da eflo parete, fe ne fa-
rà vin’altro fottile , per quanto lacofa potrà comportare: e tra gli due
pareti, fi caucrà in terra canale più profondo che’l liuello della ftan-
za, che fbocchiin luogo aperto. Et condotto che farà alla fua altez-
za il parete, fi lafcieranno fpiragli:percioche, fe l'humidità non ha li-
bero efito non meno penetrarà il muro nuouo . Ilche tutto fatto ab-
bocchifi il muro con teftola, e drizzifi: e finalmente pulifcafi con l'in
tonicato. Ma fe laftrettezza del luogo non comporti fabrica: all’ho-
ra fimilmente fi faranno canali,che fbocchino in luogo aperto. Do-
po di quefto fatti pilaftrelli di martoncelli di due terzi di piede, che
difcoftino dal muro circa di vn palmo; che è la quarta parte del piede,
fopra ponganfi tegole d’ampiezza di due piedi, che da vna parte fian
dall’orlo del foflo foftentate, dall'altra parte dagli pilaftrellizin modo
che ambi gli angoli delle due regole che accoftano , fedano fuli det-
ti pilaftrelli. Sopra dette tegole c pilaftrelli pofaranno erte, tegole ha-
mate, che dal fuolo,fino alfommo del parere peruengano, econ gli
orli loro ficchino nel muro. E le faccie di dentro di dette tegole quali
verfo il muro riguardano, curiofamente fiano impegolate: ilche gio-
uerà che non riceuan lhumore. Hora al vano tra dette regole e mu-
ro, fi
LIBRO SECONDO. 59
ro,fi denno fimilméte lafciar fpiragli nella parte di sù foprala tanza,
come ancodifotto:e le faccie di dette regole, che alla ftaza affacciano
fibiancheggicranno di calce liquida, acciò non ributtino , ma
tenganl a percioche dall’aridità nellé iti
Oi prefa, non la riccuono: ne la ritengono, fe la cal-
ce di fotto datagli, non Rana ele faccia
vnire. Data la abboccatura, in vece di
arenato fpianifi con teltola, e fac-
ciafi il refto, come di fopra
habb iam detto dell’in
tonicato. Tanto
Vitruuio
del-
l’intonicato in luoghi
humidi c'in-
fegna.
DÒ AN PI: 204,
ALIDALIPIACLD)
DELL HISTORIA
NATVRALE
DI PE RROA:N TE iDuM:PrEaR:A: TO
LIBRO TERZO.
Nel quale fi tratta delle terre, per quanto appartengono
all'arte delgetto.
Delle terre appartenenti all ‘arte del getto. Cap. 1.
A rA' forfe queto luosho conueniente alle terre
cofideràte nell'arte del getto.Quefte fi adoprano,al-
tre fciolte informadi poluc e di fabbia, alquanto
inhumidite, mentre s'improntano : alere ammafla-
tein palta eluto . Ma qualunque fi fia, bifoyna che
ella fia prima in atto pafliuo, e di efier formata:e
perciò habbia confiftenza molle & habile acedere : e dopo che pali
nella parte dell’azzione,e nel dar effà l’impronto,e figura ad altri:nel-
att. i qual tempo gli è neceflario, che fia paflata in confiitenza dura. Ado-
prafiin polue e fabbia, nelli piccoli getti, ‘e dentro Ìe ftaffe : con qual
nomechiamano a le forme di legno, o di merallo compolfte de
margini, dentro quali, la terra fi fringe e impronta: fono perciò
PARADE Le Je: chefivnifcono in vna i fattezza tale, che l’vna
leftafe&»- con l’altra habbia il fuo determinato rifcontro : onde di Ra: fi fac-
nion loro. —ciavnfolo margine, dentro di cul vien contenuta tutta la terra, com-
pofta di due parti , a guifa di due tauole accoftate : fiche la meta della
figura nell’vna, sita metà nell’altra improntata, facciano il con-
concavitaasi cano intero della figura tutta. Quefta maniera di forme è pr api del-
lafigura Sui figure rt ima è anco conueniente nelle ronde,in quali non
partita nelle
due faffe. fia fotto {quadro , che impedifca la formatione dell’vna, o dell'altra
CE conzenga metà. Maquandoo perlagrandezza,o per volerlevote, o per va-
pi riate prominenze, non ci è lecito auualerci delle polui, e terre i
feiolta. | polue e fabbion fciolte : bifogna paflar al rimedio delle palte mo
SA soa e di materie , quali tal fiano mentre fiformano: ma che pallino de po 9
mar col litoo in forma dura: o per afciugamento , e cottura, o perrafireddamento.
cofafimile». Que bifogna auualerfi Ren , € varie parti di forme
Due modi ge-
nerali di for- DIE
MArCA è
LIBRO TERZO, Gi
come fi fa nelle campane , arteglierie , e ftatue grandi : dequali in ol-
treraggioneremo. Euuivna terza maniera di forme fcolpite o in le- Terza manie
gn0,0 in pietra:alqual feruitio migliori fono le fecche di conditione, da sai
che non calcinano, e che facilmente fi rafchino:come efler fogliono di A
molte che fono di fottiliffima grana, e di confittenza fabbioniccia. Quali pierre
Quefte fimilmente per il più bifogna che di due pezzi fiano , o fe pur SARTRE:
di più , facciafi che commettano bene, & nifluna di loro venghi fot-
tofquadro : ma in tutti li getti communemente,e più che in altri nel-
li metalli fi deue hauere auifo, che fi dia l’efsito alle efsalationi, & a-
riarinchiufa nel concauo, c'ha dariceuerla materia: e chel metallo
alla forma accofti , e non faccia ribollimento: cofì dicono, mentre la
figura viene per colpa di ampolle mancante e corrofa. Dalli dunque efalarori.
l’effito all'aria, con farui oltre del gittatoro altri meati, per oue l’aria
{cacciata habbia da vfcire, fiche non s'incontri col metallo: ilche au-
uenir fuole mentre per vn’ifteffo canale fia l’intrata del metallo, c l'v-
{cita dell'effalationi e dell’aria. L’abbracciarfi bene nafce in parte, Onde nafce,
che la terra o polue che fi fia,jnon moua humidità : e che fia di natura ei na
trafpirabile e fortile:accio le minutiffime parti pulitamente improti,e LA
dia'efito ad vna fottil effalatione dal metallo caldo moffa.E fimilmen /@-
te nelle crete , dequali fono fatte le forme maggiori, che fiano leggie-
rec non grafle : percioche per la rarezza della fuftanza loro fanno l’i-
fteffo nel dar tranfito alle fottilifsime parti di vapor moflo : onde
meglio il metallo accolta, e per la fottigliezza bene improntano.
Dall’ifteffa caufa è,che le pietre alla fufione de metalli idonee debba-
no cfler fabbioniccie, di natura arida, e di humor priue: e quelle,che
in calce fi trafmutano non fiano a tal feruitio idonee. Ma perche in
tal foggetto non habbiamo dagli antichi cofa degna lafciataci : e de
moderni n’ha detto molte cofe vtili il Vannuccio Senefe . Portaremo
quiui quel che egli ne dice: rifecandone alcune cofe fouerchie,e che
poco fanno al noftro intento, e riftringendo il tutto in alquanto mi-
gliore ordine.
Terre da formare». Cap. ir di Vannucio.
Si NO communemente idonee a forme di piccolo getto,ogni fab
bione, tufo, e belletta de fiumi, e tutte fimili, dequali la gra- TI pl
na fia di natura fottile e magra. Quefte buone effer fogliono o da Sitola de
loro ftefle , o accompagnate con altre : percioche per la propria
l'aridez-
62 DELA HIST: NA TVRALE
l’aridezza riceuono il metallo. Le già dette fono naturali: ma fe ne.
adoprano altre fatte dall’arte , de quali narrerò quelle che la {perien-
SA artii- 7a per buone mi ha moftrate. Cominciando da quelle che fi fanno
A dalla propriamente detta terra : come che di tali fe ne puote hauer
! ouunque fiamo , nella quantità che faccia di bifogno : e perche fono
Luto , che fi di conditione facile a ridurfi. Fafli dunquedi detta terra il luto qual fi
SL) mefchia con accimatura de panni,cenere morta di bucata,e fterco di
piccoli getti. cauallo afsiduamente battendofi. Talmente preparata fi cuoce: ben
| cotta che fia fi pefta , e fottilmentefi ftaccia , 0 fi macina a modo de
colori con acqua, fino alla fottigliezza che vogliamo. Ilche fatto fi
afciuga dall’acquae fi rifecca : e finalmente con la maeftra di cui ap-
Polue'di va- preflo diremo fi prepara . Fannofi anco polui di matton pefto;di tri
mematerito pela, cenere de viti, tegole e doccioni, di {meriglio bruciato, di fta*
gno, di paglia, di carta, dicauallina, e digemme delle corne di ca}
ftrato , e di tutte dette cofe bruciate , e di molte altre: maio n'ho vfa
ta nelle mie occorrenze vna di parti due di pomice, parte vna di fca-
glia di ferro macinare come fi è detto a modo di colori. (aa
Regole communi delle terre da formare . Cap. 151,
5 ‘ : Sd dd dii 5
Di Vannuccio. so
PRO E conditioni delle poluida formare, nelle quali la bontàloro
ni neceffarie tutta confifte : fono tre : cioè nel riceuer bene il metallo i nel
i one l’etlere fottili preflo all’impalpabile : che fi confacciano alla maeftra;
mare. cioè che con quefta preparate, dopo l’hauer formato, mentre fi fec+
cano reftino falde e tenaci: diqualconditioni fe faranno, ogni fi-
gura per fotti] che fi fia, fivi potrà formareze nelle figure di non.mol-
ro rileuo per vna volta che formata fia, fi potranno far pit gitti. Ma
farà ben fatto hora moftrar il modo di far la maeftra,e di adoprarla. .
Della macfira da formare. Cav. 1111. Di Vann.
RO E terre da formare hanno necefsità tutte » di cofa che lc ritenga
TI nella forma che improntate fono: a quefto intento gioua T'vfo
della maeftra,fe le polui di cifa fiano abbeuerate:ilche fe non fi facef-
fe, la terra nel feccare di nuouo fi rilalarebbe; ma cio non auuiene
MaeStra co- Mentre di efla le terre fono temprate. Fafsi dunque tal macftra
mefifaccia.. di tale fciolto nell'acqua: ma bifogna che tal fale fia preparato
al fuoco finche fia venuto al grado di fonderfi. Perciò fi piglia
il fale
è
itfale. in vn pignato rozzoo:cotto che fi fiajo crudo : copreficon vn
couerchio di fimil materia: e circondato con muro di mattoni non
più diftante che tre dita gaccioche ritengano il fuoco , fi copre di car-
boni; e fe li da fuoco. Bormio della cottura è che gli carboni da {e
Iteflificonfumino. Nelqual termine il falefarà fufo. Falli all'hora 5,15 temae
bollire il fale in tanta quantità di acqua $ che poffa fcioglierlo , e che fra Î find
refti l’acqua ben falfa: bollefi efilafcia pofare:e della {chiarita sim- BS
beuerala polue. Il termine della giufta falfezza è, che formata e fec |
cafirefti nell’efler fuo. Quando dinuouo fiadopra, fi rinhumidi- modo di SR
fce con acquao con vino, o con vrina, o conaceto: ne fi deuc quan- bumidire la,
do fi vuo! con effa formare,bagnar più oltre, che ftretta nel pugno fi "7%
ritenga infieme: con il qual grado fi adopra.
Ordine di formare con terra molle. CAP. v.: DiVann.
gd Hivuolformare con terra ammaffata in luto, è neceffario che. ,,,;07;. che
C o prima vnga il modello con graffo, alche fono buoni L'olio € fi da al model
graflo porcino, & altre fimili materie ontuofe : o che le dia lo {pol- i
wo:ilche può farfi con carbon pefto,cenere , & oflo di feppia: o che’ dopraz,
vefta di fottilifimo foglio,o di argento , o dioro , o ftaznuolo. Al
Phora diftefa la terra ammaflata alquanto duretta in vna piaftra di
commoda groflezza, & habile ad abbracciar quanto vogliamo, le fi ra
commetteràla metà del modello, c fi lafciarà alquanto rafciuttare. per formare.
Nell’ifteffo modo fi farà dell'altra metà,e feccata bene, cofi l'vna , co-
me l’altra parte, fe ne cauerà il modello tra mezzo contenuto. Fattiui Cai had
dunque li canali e sfiaratori , e riftuccato quanto bifogni,firicuoco- sori.
no,cfiadoprano fecondogli ordini delli metalli fufi. |
ì
Ordine diformar conffaffe ocaffette. CAP. vi. DiVann.
i RA perfarmoltacopiadi lauoro,è molto piu fpedita la via del-
EVA lapolue,comedi più facile apparato, di minor {pela, e di mi-
nortépo. Bifogna dunque a ciò hauer più para di ftaffette di brOzO,O pommar con
caflette di legno,fiche l'altezza cofi dell’ynacome l’altra parte auazi la faferre e caf-
metà del rileuo da formarfi,& aggiuntate tutta la cotengono. Si porrà 4: sia fpedio
duque fu vnatauola piana l'vna metà ripiena dellaterra,alquanto in-. sc |
hiumidita;c che fiaben con mani calcata e riftretta: econ vnferro che»...
57 i F_2 tagli
64; DELL'H}ST, NATVRALE
Staffa prima tagli fi pareggiarà co la ftaffetta la fuperficie dellarerra,a cui fopra po-
pane n c -_ ff . È \ x 9 si
fi riempie di {ta vnatauoletta piana, fi riuolterà:e fi darà lo fpoluo all'altra fupficie,
t 2 ò . a i SE =
fina hi che di fotto era,come la più piana e riftretta:gcacciado col fofho tutto
piana è lo fouerchio dello {poluo,fi farà dall'iftefla piarte l’impreffione colmo
Il modello fi dello cha da formarfi calcandolo dentro la terra, fin che fia venuto al
ra i; fuo mezzo.Ilche fi farà in vna 0 due volte, cauandolo e rimettendolo:
della terra. applicherafsi all'hora a quefta, l’altra affetta, fiche l’incontri ben
. comettano,& fi formarà l’altra metà, riépiendo la ftaffa di terra calcata:
pi all’hora pareggiata la faccia di fuori con ferro ragliéte,con vna punta
allaprima. | l’vnadall’altra ftaffa difsiungeremo,e fi cauerà la cola formata. Que
se non è be fel'impronto non fufle nelgrado di bontà che dourebbe, vi fi rimet=
fatto l’impro- wo. pre, 2
to firimerte i terà la figura del modello fin che venga ben formata. Potrebbcefi al-
modello» — cunaparticella cafcata rimetterfi bagnata con acqua falfa,o chiara di
P i 5 Sii
Sfiatatori co- ©9930 GOMMA arabica,o altra acqua che attacchi. Li sfiatatori fi fa
me fi facciano ranno, 0 formati vnitamente col modello,giungendo ad cflo model-
lo le parti, chele formino:ò vi fi potranno intagliare dopo che for-
o mati fiano.Ilche tutto fatto fi porranno preflo al fuoco,che fi {ciughi-
Informamen- : ; . . O.
dò. no : e con la fiammadifeuo, o ditrementina, ocofafimile fi fuf-
. fumigaranno, & all'hora ftrette le ftafte tra due tavolette pianc,o in
SI e qualunque altro modo fermate, vi fi tragitterà 11 metallo. Main
bifogno dicon quelle cofe c'han neceflità di vacuo dentro, bifognache tra l’impro-
canità . ti delle ftaffette vi fia il mafchio collocato in modo;che refti tra’ ma-
Forme che uo } i : . ;
gliono it ma- fchio , e la fuperficie caua della terra, il debito fpatio per la groffez-
Schio. zadel metallo. Perciò fopra l’aflertamento dell’iftefli perni del mo»
Perni del ma ag ol a . < Ad £
febio nell'itef dello fi fermaranno li perni del mafchio, fuppofto che gli vniagli
- . ° D
fafede ouee- altrieguali fiano. L'ifteflo modo, che nelle ttafte fiè detto,nelle ca-
a fcie anco adoprar fi puote: nellequali fpeflo ho vifto gittar mofchetti
. finoalpefodi 300.libre, candelieri grandi, e capofuochi, & altri
p > g bj p b)
lauori.
| Formar con terra bumida. CAP. vi. Di Vannuccio.
] L formarcon terra inhumidita, è inuention di molto vantaggio,
così per abbreuiamento di tempo, come per cuitar fatica. Quan-
tunque da fe ftefla parga cofa cotro l’ordinari] termini dell’arte,per il
Mii di dano che dall'humidità delleforme fuole auuenire nell’altre {petie di
formare con formare.Per quefto fi piglia vna parte di tufo giallo,c'habbiala grana
terrabumida. fottilc,ò fabbion di fiume fottiliffimo e ben lauato , che fia ricotto in
I fornace
LIBRO TERZO; 65
fornace : a cui fi giunge la terza parte di cenere digemme di caftrato
& farina vecchia fottilmente cernita, quanto è il duodecimodi tut-
tala detta fomma. S'incorpora ogni cofa infieme & inhumidita con
urina o vino, fi forma in ftaffetteo caffe, offeruandoli sfiatatori e
fuffumigamenti come nell’altre. Puonfi in quefto modo tragittar Modo di for-
anco campanelli,e mortaretti: ilche volendo fare, mentre non fe gli mar capanet
volefle farl’animadi luto , fi farà formadi tre pezzi almeno : de quali “e mortaree-
N . A tucoterra hu
l'yno farà la forma dell'anima pofante fopra vna bafe circolare , che mida.
faccia orlo fimile a tauoletta attondata: qual parte fuol chiamarfi fe-
dime nelle forme fatte di luto. Il mafchio dunque nella detta bafi po
fandoftarà erto, e le ftaffe ad effo accofteranno fi che fi giuntino nel.
la parte di fopra: e fiano nella parte di baffo incuruate in modo, che
abbraccino il fedime: e tradi loro contengan tutto, il modello: re-
ftando quando è tolto tra l'anima e’ concauo di dette ftaffe,il vano,
che ripieno di metallo dà la figura che vogliamo. Quefto è quanto
del gitro che nelle terre formate nelle ftaffette,e cafle , il Vannuccio
ciha lafciato .
Difcorfo dell'autore fopra tl detto formare con terra.
CAP Y.LI. Aut.
L formar dunque etragittara fecco,è molto piu riceuuto da tragit
I ratori: e fe ne poffono figurar delicatifimi lauori, mentre fiano
di terre a tal feruitio idonee. Perciò molti a quefto vfano le fregature Itragittar 4
de pietre molari:e tral’altre laprouenzana come ottimafi approua: AI 5
altri adoprano le fpianature, che l’vn mattone fa con l’altro,& à que- licazi.
fto fi ritroua eccellentiffimo 11 Romano, comedi creta di {uftanza
più leggiera e fottile. Sono alcuni che non rifiutano la puzzolana.
Quefte tetre tutte , altri con la maeftra di fale,altri con chiara di vouo
battutta con latte di fico preparano. Adopraficome eccellente anco
la terra diRoma, el geflo fcagliolo cotto, fiche per la cottura lunga
habbia prefo il vigore di rapprenderfi. Quefta terra di geflo da fe ftel- ; TA
fa è tenuta leggiera, e debole, e perciò di poco ritegno: macon fef, cò la cò
te, ; : a di
le altre dette accompagnate fa miftura molto lodata. Il chiaro dun- P48% sa ia
que di cuo fi da la prima volta in vece di maeftra, & conlater= uier ortimo.
ra fi cuoce. Ma dopo volendofi porre detta terra in vfo,s'inhumidifce Chiara diono
coliltiuio;oacqua falfa,o c6 altro humore idoneo . Quefto biichume a
dunque dà il neruo e forza allo geffo fcagliolo, & communemente a
bia si, | Fan; molte
66 - DELL'HIST. NATIVIR ALE
seccar le fo,- molte fpetie de polui, & il feccarleforme è.il più ficuro e più ancoin
meèmodopià yfo,e fecondo li terreni .communi: ma è ftato per compendio,e per
ea ii poflere in breue fpatio tragittar molte forme,riceuuto il modoa fre-
yiilitàdeltra fco. Ilchein alcune terre auuiene bene perla bontà della naturalo-
se, sia ro, che eflendo fabbiofe , e leggiere dan tranfito all'effalatione, qual
re 0; que- cedendo al metallo le da commodità, che accofti alla terra formata.
Sia comodità. Bifogna dunque, che fi tengano & habbian neruo, e c'habbian tra
a fpiratione. Quelle dunque che più trafpirabili fono e fottili,com-
Mani portano di efter adoprate alquanto humide,&nelle forme piccole,
le meglio è di poflono alquanto piu afciutte adoprare, nelle grandi alquanto
che fi adopri- più humide:perche perlo lugo tratto delmetallo c'hada paflare , han
più Fidi bifogno di maggior ritenuta :alche alquanto l'humiditàgioua.
alle forme L'aftumigamento fa miglior collizamento.nella terra, l’afciuga al-
grandi Ibi quanto,e porta miglior feparation di metallo. Manelle ftracchezze
dita giona . 3 : i |
Benicio a. che a dette terre auucnir fogliono, altri le rifrefcano con acqua falfa,
l'infizmamen- altri con vna minima particella dicreta: ad altri par baftante l’ador
io: prarla con acqua fola. Ritrouafiladetta terra Romana nelle ripein
filoni:con qual nome chiamano gli fuoli di terra ordinati,
Delli gitti maggiori che non pofono formarfî con terra in
polueo. CAP. NIII: | ni
Assiamo horaalligittimaggiori 8 à quelli che perla molta
grauezza & altri accidenti, non poffono nelle femplici terre in-
humidite formarfi : ma ricercano forme più falde , e reggenti, onde
Elettion della per refiftere al pelo, bifogna peril più che nella terrafi fepelifcano .
e Jr Bifognaquiui confiderar la condition della terra ela mediocrità al-
la fufione vtile. Buoncaquefto feruitio fi ftimano quelle c'hauen-
do qualche tenacità fono leggiere , è prefto fi (ciuzano. Quefte ab-
bracciano il metallo e non fan mouimento. Cattine fono quelle,
che o per la graffezza, e ventofità rinchiufa gonfiano,o perla molta
denfità torcono,o per molto neruo fi ritirano in fe tefle,e fifendono,
La terra fabbiofa da fe fteffa non è quiui vtile come non habile a rite-
nerfi, ne anco la terradi coltura e (ciolta,per la enfiatura che piglia, e
per lo fcioglimento naturale, che la fa alla cultura buona. Ma per
che di quefte diferéze & altre auuertenze a tal materia vtili ne habbia
mo alcune cole da Vannuccio,veggiamo quelche egli ne dica rifegi-
! done
TA FETBRIO TERZI. | (07,
+doneibfouerchio e fuori del noftroinftituto. 0%
Elettion della terra per li getti maggiori. Carp. Ix.
DI Vannuccio .
EiVrtTE le terre o fonoarenofe, o tufigne, dargillofee magre, .
o paftofe con vifcofità graffa. Le magre fanno il luto poluero- |.
£o, e fenza neruo: e fciugate che fiano poco in fe fi rattengono.Le 1” Ri
graffe e vifcofe feccando firitirano e fpezzano, & aflai rientrando di- we.
minuifcono fpeflo il cauo:fan torcere leforme: fivnifcono male:gon 7°? g14)?.
fiano al fuoco,e non rendono glilauori netti, e giufti. Sono dun-
quebuone, le ne graffene magre, ne morbide ne ruuide: dequali fia Terre conse
lagrana fottile fenza laruzze o nicchi : che meffeè al lauoro facilmen Wii
te fi fecchino fenza rotture : che fecche fi tenganoin fe ftefle, e iù
fopra tutte le cofe dette, che refiftano bene al fuoco. Sogliono
quefte communemente efler di color giallo, o roffo: ma di qua-
lunque colorfì fiano , non éil color da fe, che dia la bontà alla terra,
maci dobbiamoalla fperienza rimettere. Potremo dunque per ritro
uarla, cercar varie caue, e per li campiche lungo tempo non fia-
no ftati coltiuati,e illetamati,e nelle fornaci que di terra filauora,e ne
gliargini, eripe de fiumi e de torrenti , oue dalla rofion dell’acqua fi
{cuoprono varij filoni di terre. Lafciata dunque da partela terra col-
tiuata: ogni altra terra da fafsetti purgata ò per fe ftelfa o temprata DE
con altre , potrebbe feruire. E l'argilla pura, perla troppo fuatenaci- , a
tàevifcofità da {e ftelfa non è conueniente . Quelle dunque che mez-
zane fono nelle conditioni ,e da fe ftefse idonee, fole potranno ado
prarfi: ma quelle che tali non fono douranno contemperarfi accom-
pagnando fecondo lacofarichiede , le magre con le grafle.
Terra coltina
._ Come l’iSleffa terra poffa infieme effer magra se tenace.
Carp. x. Aut.
S In quì Vannuccio dell’elettione & inuention delle terre per lo
lutodelle forme,conuenienti. Ma percheegli tra le magre po-
ne l'argilla,qual poi egli fteflo dice cfler di natura tenacifsima . È que’
{to potrebbe generar difficultà nell'animo di.chi legge. N clic:
i nell’ar-
63 DELL"HIST: NATVR ALE
nell’argilla fono giunte la magrezza con la tenacità , ne quefto folo
noi affermiamo : maPlinio ancora con noi, mentre ragionando del-
eccezzion delli fegni,dice . Di Plin. non fi deue ftimar fempre la terra
acquofa, ouc è la longhezza dell’herba, non altrimente per certo,che
fe alcuno volefle giudicar la terra graffa per attaccarfi alle dita: ilche
nelle argille fivede cfler falfo. Aut. Quefto ifteffo poffiamo nelle la-
-.__ chrime di piante vedere,percioche le dette propriaméte gomme, qui-
di vado tunque come le raggie tenaci fiano , non perciò grafle come quelle fi
grafezza» dicono, ne a modo di quelle fono concettrici del fuoco .. Hora fe-.
guiamo con Vannuccio la preparation delle terre.
Preparation dellaterra per formare. CaApuait
Di Vannuccio. |
I accomodarà la terra ammontonata fopra di vn banco,e bagna--
tasimpafterà. Indicon verga di ferro, a modo che vfan gli va-
fari battuta, fe li accompagnarà accimatura de panni con proportio-
proportio del ne, che a tre parti dicreta rifpondan due di accimatuta: Seguinfia
OL, fi ich la buona vnione moftrino effe vna fola co-
so attere, fin tanto che perla bu
fa. Quefta è la commun terradi far le forme. Sono alcuni, che per
non hauerlaterra come eglino vorrebbono , impaftano quella c'ha-
Alle volte sé DEÎ poflonoin pani, quali feccati peftano, e ftacciano:e ftacciati am-
fi mefcolano MOllano:e dandoli laccimatura la battono . Sono altri che vi mefco-
cenere e fab- lano altre forti di terre,altri cenere di bucata e fabbione.Ma altri c'ha
bite» nolaterradebole,la bagnano con acqua falfa , e vi aggiungono 'rug-
gine o fcaglia di ferro fottilmente macinata. Altri vi aggiungon mat-
ton pelto, e la cofifatta più volentieri, chein altra parte adoprano ;
nelle prime manoditerra, che fi danno. Accompagnanfiancora
agli luti in vece di accimatura, le cardature , & ilpelaccio, che nelle
valchere a panni fi leua. Accompagnanfeli ancoli peli,che dalle pel-
cpeli inutili li nelle concie fileuano: ma quefti negli lauori delicati, e negli luo-
tg A ghi vicini al corpo del bronzo non fono lodati, per l'impedimento
il metallo dellalonghezzaloro. Acconcianfianco con fterco di cauallo , afino
o mulo, o pur fterco bouino fecchi: da altri con refte di lino , da altri
con fior di canne, da altri con paglia minutamente tagliata: madi
quatre cofe fe le aggiungono,non fo qual della accimatura fia miglio
re. Quefta dunque da fe ftefla fempre fi deue preferire:fe non di proè
puo
LIFRO TERZO: 69
prio ftudio ricerchiamo la fragilità della terra, come facciamo nelle
anime di molti lauori: quali fi vogliono fragili per cauarfi dall’opra rime fiso-
confacilità. Ilchenelle terre con accimature preparate non habbia- gliono fragili
mo.Sin quì Vannuccio. A noi in vece di paglia trita fi adoprano le
pagliole e fcaglie volatili di biade , quando ci fouuengano: manel- Pelo borino
le cappe di fuori vue è bifogno di molta forzae riftringimento, fiado 9#°/ adopri.
pra fuor delle prime mani il pelo bouino : nelle anime, che fi vo-
glion frangibili, la terra accompagnata con cenere. Lo fterco di
{ua natura genera gonfiamento : onde cotta e condenfata la fuperfi-
cie, auuengono di fotto dilatamenti, fatto appartamento di terrace 51100 /%ol far
terra. È tanto piu ciò fuole auuenire,mentre di herbe l’animal fi nu- STO
trifce. E perciò li accompagnamenti di cofe magre fempre fi denno
preferire. Ma trapaflando oltre, veggiamo quel che Vannuccio fo-
prail compimento delle forme riferifce,
i. Mods deformare, e quel chein questo fi debba oferuare.
CAP. XII. Di Vannuccio.
I L modello c'ha da formarfi è neceffario che fia più duro chel ma-
geriale con che fiforma. Bifognain oltre che fia di materia che
dall'humore non fi gonfie rilaffi. Comunque perciò fi fia, o di mar-
mo, o di bronzo, o piombo, e qualfiuoglia altro metallo : 0 dilegno,
di cera; di feuo, di geflo,folfo o altra compofition de ftucchi che fian
da formarfi di luto : bifogna, che fopra vifi dia, e chevi fi fecchi.
Alcune cofe fono, che bafta formare fola vna parte come li mezzie zutofidamol
bafli rilevize quefti fono facili, purche non habbiano fottofquadri, ‘e chefecchi
La i : ; ; Sul modello.
altri fono modelli che fi maneggiano in tondo c fi formano in due
metà,ò in tre e quattro pezzi,mentre che fia di materia dura. Etoltre
diquiefte vi fono cofe de quali è molto più difficile farne le forme,co- (ofe diffiali
me fono ftorie fopra di vn piano, c'habbian figure di bon rileuo, 6 Cara
fregi che faccino riuolte,o altri ftaccamenti dal piano, fiche non pof-
fatrarfene la forma fenzarompimento,o di effa o del modello . Per- Li fottofqua-
ciò quiui,è dibifogno prima formare riempir li fottolquadri, e tutto re ita Ga
quel;che alla feparatione da impedimento: e dopo quefto formare il
tutto con tanti pezzi quanti bifognino,cò incaftature e rifeGtri , fiche
indi tolti,poffan di nuouo tutti infieme ricommetterfi, a ponto come
ful modello pofauano . E che diano pofte infieme l’incauo apponto
| ]
qua
Incauo fia cor
rifpondéte ap-
vò DELL’'HIST. NATVRALE
piro al rileno qual è del modello il rileuo. Ma quefte maniere veramente quan
TIRI j tunque diligente il macftro fia, portano feco molta difficultà nel ris
Difica pc commetterfi giuftamente : perilche fempre che: pofliamo hauere il
noftro intento per altravia quantunque più lunga, fidenno fuggire
Forme 62 val forti di forme. Euuivn'altra maniera di formare , nellaquale fî
er — richiede mafchio , o per cuitar difpendio , 0 perche l’vfo della cofail
ricerchi, come in vari) vali & nelle artiglierie, campane ,laueggi,
mortari, c varie fpetie de fonagli. Quiui bifogna chel mafchio ela
Difpofitià del formadi fuori fiano talmente accommodate , e fermate infieme, che
le forma di teftitra di loro il vacuo da riempirfi di metallo fufo, qual poi raftred-
fuori col ma- dato, è l'ifteffa cola che vogliamo: per formar dunque la forma eftrin=
Jero feca e che contiene, alcuni fan li modelli di legno; altri di terrajaltii
dicera, altri di feuo, o dialtra materia fufile, o combuftibile 5 acciò;
ò col caldo fi liquefaccia c fene caui fuori 0 fi bruci dentro l'iftefle:
forme; o rotto fe ne caui in pezzi: ma qualunque materia fi fia, bifo-
gna che’l vacuo di dentro perfettaméte da ogni impedimento fi pur-
ghiserefti ilvacùo del tutto netro e {pedito . Sin qui Vannucciodel
ce forme vniuerfalmente . Sid! I1X MAO
Dicorfofoprale varie maniere diformare. Car. x11r, .
| Aut. rali orontileb
%
d
N O 1 perla perfetta & vniuerfale intellisenza di quefta materia
diciamo, che delle figure fatte di getto, altre‘hanno il fempli
ce modello, e la vefte di fuori: altre hanno l’anima; il modello; e la
vefte : tali fono quelle c'hanno bifogno d'incauo. In oltre quel che
nelle forme è di cauo, e vano: nell’opra refta di pieno e fodo: e quel
che nel modello è fodo, refta nell’opra uano. Alcuni dunque fatto
il modello fanno la vefte , e poi vi fanno l'anima: come nell'artiglie-
One fi faccia ria: fiche reftando fpatio tra detta anima ela vefte; tal'vacuo di me-
Foa il ma- vallo ripieno e raffreddato, venga l’opra ifteffa. Inaltre fifa il ma-
©‘ fchioprima, poi feglifa foprala camifcia,che è Fifeffo modello se
vano chere- finalmentela vefte di fuori. Fatta dunque feparatione, la camicia re
si Di: fta da parte : il mafchioe vefte ricommefli, coftituifcono la forma'da
ma. traggittare il metallo nelvanotra dilorolafciato. Alcuni dunque
De La ‘diftinguono tutto il lauoro in anima, camifcia,c cappa. Animadi
fileparti: | cOnOla forma prima, & il mafchio. Camifcia quella che ai ilmas
Di pi chio
Que fi faccia
prima la uefte
LIBRO TERIZ'O. 7r
{chio , e che occupa il luogo del metallo :cappa la forma vItima. Co- (appa.
me nelle campane:oue tanto nel formare, quanto nel tragittare,que-
fte parti divifamente fi confiderano : e fimilmente nelle ftatue grane
di. Manelle ftatue la camifcia di cera, o di feuo= l’anima la cappa i tot
di terra fono: liquefatta perciò lacamifcia, e fuori della forma ca- ra fero.
uata, refta di tal cuacuamento il vano, che riceue il metallo: ma nel-
la campana per euitar il difpendio , fi falacamifcia di creta, con fini- gati
menti di cera e feuo : fatto dipoi la feparatione delletre parti, e pofta terra.
da parte la camifcia, fi ricommettono il mafchio e la vefte,cioè la for-
ma di dentroeladifuori:enelvano, che peril mancamento della
camifcia refta trà le due forme, fi tragitta il metallo , cheè l’ifteffa co-
fa che cerchiamo .Ma nelleartiglierie,alquanto diuerfamente fi pro nellartiglie-
cede: percioche prima fi fa il modello di legno con finimenti di cera, ha fap ima
qual rapprefenta infieme e l’anima e la camifcia: perche in quefte for "9°"
me per la femplicità dell'anima, cperlagroffezza della camifcia,è
iv.{pedito far l’anima feparata: e poi locarla talmente dentro il va-
cuo del modello fatto, che refti tra effa anima e la cappa ilvano del-
lafigura, per tragittarui la cofache vogliamo: nelqual modo firi-
{parmia la fpefa,che nella camifcia di creta anderebbe. In oltre nelle Arima nelle
figure grandi è fpediente che le camifcie fiano di materia liquabile: feste toy
percioche reftando l’anima e la cappa nell’ifteffa pofitione,nellaquale
compofte furno , la cera liquefatta fe ne caua, e fatto il getto l'anima
dentro firefta : percioche quiui l’anima fiadopra non perche habbia
vfo: ma folo per leggierezza, e percuitaril difpendio maggiore.
Gioua in quefto il lafciar l’anima dentro, che oltre la forza che le
giunge più che fe vacua fufle , venendo nel metallo qualche lefione,
eolregimento dell'anima dentro, molto meglio vi firicomme:tte, e fi
rifarcifcela parte mancante: ma hora venghiamo alla più particolare
intelligenza dell'ordine del formare, e l'vfo delle terre in quelta
parre . i
|. Delle forme delle figuregrandi. Car. xiv. Di Vann.
TMrortaA moltoallafacilità delle figure grandi, fe l'ifteffo artefi-
& cefial'autor del modello &il fufor della ftatua di bronzo:percio- FOA
che.in quefto cafo , facendo fu vno ftil di ferro il mafchio di terra di eee Ap
accimatura, nell’ifteffo modo che la figura fi vole, ma fcemo d’intor- xo del model-
- ti 2 ° [ _ lo,quanto è la
no pertanta groflezza, quanta fi vuol che venghi la groflezza delme i
tallo, ‘metallo.
71 DELL’HIST. NATVRALE
+ tallo, e lauorandoui la camifcia di cera nella iftefla groffezza lafciata,
Verghette di
bronzo , che
trapaffane la
cera e ficcano
nel mafchio.
}ngroffamen-
to della forma*
di fuori.
Armature di
detta forma.
Condotti e sfia
tatori,
Euacuatio del
la cera.
Modo di fcal
dar le forme .
«Altro modo
di far le for-
ME è
fiuerrà con tale aggiunta nella grandezza apponto, che fi volea della
ficura. Deucfi in oltre lauorar tal modello,fiche li pofamenti della fi-
gura vengano di metallo ripieni, acciò reggan l'opra. Sin quì del
modello. Venghiamo hora alla forma di fuori, ch’altri chiaman
cappa e tonica : quale acciò che col mafchio fitengabene, fi debbo-
no per la groflezza della cera trapaflar alcune verghette di bronzo bat
tute che ficchino nel mafchio, & che auanzino la cera di tre in quat-
tro dita. All’hora con la terra còcia di accimatura sincorporarà qual-
che parte di cenere di bugata,o di gemme di caftrato,o di fcaglia for-
tilmente pefta e paffata per ftaccio: e fatta morbida con acqua,con vn
groffo pennello, o con la mano ifteffa fe ne coprirà la figura con dili-
genza, dandola nella prima mano non molto grofla. Seccache fia,
fe ne darà vn’altra couerta, e così di mano in mano fino alla fefta —
volta o più, fiche la forma fi renda ficura a fopportar il pefo, a refifte-
re all'impero del metallo fufo, & à poterfi maneggiar ficuramente :
anzi cflendo di forma grande & difficile a maneggiarfi, oltre il ben
circondarla di filo di ferro, fi fortificarà anco con cerchi e {fpranghe
di ferro. Armatache fia,fi deue confiderare oue meglio fi pofla far il
getto : fiche'l bronzo fenza impedimento per tutta la forma camini,
e carricando di mano in mano in fe fteffo fi fpanda nelle parti fottili .
alche per più ficurtà fi debbono fare in alcuni luoghi condotti , che
portino il metallo, oue da fe fteflo,per la forma non andarebbe. Deb
bonfi in oltre accommodarui duc o tre sfiatatori, per ue la ventofità
é li fumi eflalino : ilche fe non facefsimo, ritenuti in alcun ftretto im-
pedirebbono che iui il metallo non entraffe.Deuefi haueré ancora au
vertenza che l'’empitoro,per cue il metallo fi fonde, fia più tofto gran
de, che piccolo . Dopo l'hauere a quefto termine la forma condottta,
liquefacendo la cera per forzadi calore, fe li darà eflito , o per l’ifteffi
forami d’intrata e sfiatatori, o per qualfiuoglia altro luoco : onde ne
reftarà la forma vacua per quanto ha da effere il bronzo. Giouerà al-
lo fcaldar berie la forma, farui d’intorno chiufura de mattoni tanto
alta, che coprala forma: le cui mura habbian dalla forma diftanza da
trein quattro dita, vue fi faccia fuocoe fi liquefaccia la cera. Sono
alcuni altri ch'attendendo all’egualità del metallo, dico ch'egualmen
te fia in tutte le parti fottile, formano prima vn mafchio di terra del-
la condition che voglionle forme. Quetto fanno nelle mifure
tutte , eguale apponto alla figura che vogliono: perciò finito che fia lo
CUOCO-
LIBRO TERZO. 73
cuocono, & all’hora ne rafchiano vna pelle di tanta groffezza, quan-
ta vogliono la groflezza del bronzo: ilche fatto rimettono di cera
quanto di terra ne hauean tolto: & accioche il tutto più giuftamente
confeguifcano, vanno di parte in parte tagliandone, e rimettendo
ui la cera:qual tutta finita,e riftorata nel proprio efter della figura,che
fi vuole, fe le da fopra illuto e fifail refto come di fopra. Sin quì
Vannuccio delle forme dall’iftefo macftro del difegno condotte, c
che non han bifogno cauarfi dal modello perfetto: ilche quado har-
rà da farfi, vi bifognerà molto maggior diligenza.
Delle forme, cheftcanano dall modelliperfetti. Car. xv.
Di Vannuccio .
A felafisura è compita e di materia dura, fiche non fi hab-
bia afaraltro , che tragittarne vna di metallo fimile. Bifo-
gna acontrario far principio non come nelle dette dal mafchio , ma
dalla forma eftrinfeca, e che velte. Nelle piccole dunque e maneg-
giabili, formata che fia a pezzia pezzi con geflo , e ricomefsi li pezzi
infieme: dentro tal forma potrà tragittarfene vna di cera. Altri non
hauédo commodità di geflo , formano con terra da far vafi ben battu
ta, ma alquanto duretta : acciò ftia in fe ftefa, e chein due o molti
pezzi, fecondo che occorra regger pofla. Cofi nel vacuo fi gittera ce
ra liquefatta: 0 empiédone il vacuo tutto, fe le igure piene fi voglio-
n0,0 fe piene né fi vogliono tanta,che andado per il cocauo della for
ma,faccia la groflezza c'ha da darfi al metallo:cauidone al fine col ro-
uerfciare la forma, tutto il refto di cera liquida, che data la detta grof-
fezza,foprauanza. Freddata che fia la cera, fi leva dalla forma, fi rinet-
ta dalle baue,che perle commiflùre di effa forma venute erano :fi fi-
nilce apponto come ha da eflere: e {e gli riempie il vacuo di terra li-
quida compofta con cimatura cauallina , la metà di cenere di gem-
medi caftrato,& vn poco di geffo frefco. Seccata che fia quefta ter-
ra che tiene il luogo di mafchio, fe gli dala terra per la forma di fuo
ri finche fia condotta è conueniente groflezza: e fe li trapaflan punte
di bronzo, o di ferro, che fuftentino l’anima nel fuo luogo . Ilche
fatto e benligata,fe ne caualacera,fi cuoce,e vi fì fa il getto come nel-
l’altra:modo veramente bello:ma più conueniente à cofe piccole che
grandi. Mafecellae grande e malageuol a maneggiare bifogn erà vn-
gerla
Ù
*
Dal modello fi
rafchia quato
ha da efferla
groffezza del-
la cera , qual
di mano in ma
no rimettono.
Vefte di fuori,
Modo di for-
mar co terra»
Groffezza di
cera, che vo-
gliamo , come
fi dia è
Forma di ce-
ra ft riempie
di terra liqui-
da. ì
Vefte di terra
difuori,
Modo di for-
mar le forme
grandi.
Pigura onta di
graffo. couer-
ta di foglio di
metallo .
Forma di fuo-
vi in parti con
incaftature. .
Modo di ri-
comettere li
perzi.
Chiodi confit-
ti nella forma
di fuori .
Cera, 0 miftu-
raperla grof
Sezza,che fi
vuole.
Camifcia di ce
ra fi riepie di
terra.
Ordine di for-
mare di alcu-
ni autori iftef-
fifimile al det
to.
Modello di
Sioppa e pafta
finito con cera
efeuo.
Vefti di tela fi
nite con cera
e feno.
TA DELE: FIST. NA:RYWR ALE
gerla prima di feuo, o di graffo porcino,o di olio,o pure in vece divn
gerla, coprirla con fottil foglio di ftagnuolo , o diargento, o di oro
battuto . Allhora ne formarete la maggior parte che potrete ;
purche conofciate che liberamente fe ne apparti : in quefta fl a-
datteranno quattro incaftature : e fecca che fia feguerete, con for-
mar quattro altri pezzi, che con le dette incaftature poflino riacco-
modarfi. Di nuouo aquefti fecchi fe le faranno l'altre incaftature,ag-
giungendoa ciafcun di eflo gli altri pezzi che feguono, finche final-
mente venga tutta la fisura couerta:facendo fegni in tutti da poter ri
fcontrarli. Finita che fia e ben feccala forma,fitorrannoli pezzi, co-
munciando dall’vItima parte, che fi puofe, e fecondo li fegni fatti fi
ricommetteranno con diligenza, rifaldando di dentro e fuoricon
terrateneratutte le commiflure, e fortificando con armature di fer
ro, ftoppa di canape e terra, finche fia ridotta in due parti , da po-
ter commetter l’vna con l'altra. In quefta forma di fuori a tal termi>
ne ridotta, fi conficcaranno chiodi di bronzo di groffezza di vn
deto, che auanzino dalla parte del concauo quattro dita : e pigliando
ocera pura, o cera con feuo compofta, o qualfiuoglia altra mate-
ria, che al caldo fi liquefaccia, fi darà pei tutto in tanta groflezza,
di quanta fi vuol la groflezza del metallo nella figura . Ilche fatto firi
coprirà e riempirà la cera diterra:e fifaranno le due parti della for-
main tal modo, che gionta l'vna con l’altra metà, apponto fi com
mettano. Giunte dunque infieme e ligate che fiano, fi otturerà benda
commiflura dell’vna con l’altra parte con terra molle, fiche cauando
lacera,refti la formaintera: ma fe le debbono innanzi far gli empi+
torie sfiaratori,come gia fi è detto: e cotta che fia,ui fi gittara il brozo.
Alcuni altri quantunque eglino fteffi fiano gli autori delle figure; e
non formino fu gli altrui modelli , ilche li conftringa di cominciar
dalla vefte di fuori: fesuono nondimeno per elettione vn ordine fi-
mile di formare. Fanno dunque coftoro la loro figura di ftoppa e pa-
fta fopra divn ferro: e con cera e feuo lafinifcono apponto nel mo-
do che voglion la figura:qual,fe ha da rapprefentarfi veftuta di pana-
menti , fi vete nel modo che fi vuol di tela, e fi finifce come fi è detto:
con cera e feuo. Hora ful modello di tal materia fi fala forma di due,
o tre,o quattro pezzi:e quella afciuttata fe gli da fuoco, fiche la com-
pofition diftoppa,cera, e feuo, tutta fi brugi , e refti la forma vacua
& in pezzi. Quefto fatto fe gli fa di dentro la groflezza di cera, efi
fegue l'ordine delle forme in pezzi poco fa detto. di
Modo
LIBRO TERZO. | ss
eModo di formarli meZzie baffi rileui. Cav. xvi. 0°
Ecve iltrattar dellimezzi a baffi rileui , .0 fiano di femplici fi
gure , o fregidi fogliami , o hiftoriati . In quefti dunque fe di
cera fono, dato il luto, ft feguirà il modo detto di formar con luto:
fimilmente fe fenza fottofquadro fono: ma s'eglino fono di legno Fregi & billo
o marmo, 0 bronzo, o con fottofquadri, all'hora riempianfi li fotto- SA da
{quadri e fi afciughino, e quefto fatto fionga ogni cofa,e fi faccia for
ma che abbracci tutto . Cauata la detta forma ch’abbraccia, fi rimet-
teranno in cfla li ripieni de fottofquadri; o attaccandoli con molle e
fottil terra,o fermandoli con conficcarli. Ma auuiene alcune volte, modelli di ce
che quantunque dicera fia: per l'eccellenza del maeftro , e nobiltà ? > voglio:
del lauoro,ci fia molto caro il ferbar l'originale, eche n6 vogliamoli Se:
quefarlo: all'hora fi potrebbe il primo modello formar di geflo,e nel Siscome fi fer-
cauo di geflo dar la noua cera,di cui ci potremo feruire a finir la for- #9 |
ma fecondo li modi detti.
Modo di formarterraconterra. Car. xviI. DiVann.
EsraAMra narrar vn’altro modo vfato di formarterra con
R tetra: & è, chela figura di terra cruda fi vnga ben di graffo , o
volendo ancor di ftagnuolo ; e fopra di quefta fi dia terra compofta
con accimatura liquida, e con altre mano alla debita groflezza fi con i
duca:all’hora fortificata fe cofi ci parrà la forma con filo, e piaftre di Il grafo dato
ferro, fi fcalderà fiche’l graflo penetri,e faccia feparation da terra ater orrori
ra: e dalla parte più fcouerta con fcalpello di ferro fi cauerà fuori tut- la feparatione
tal’argilla della figura del modello. Sin qui Vann. Aut. Quefto mo dre Jr .
do di formar col modello di creta, con vna leggiera mano di grafo è TATA
vfitariflimo ne gli lauori grandi, oue per la groflezza che fi ha da dare o,
al vano che riceue il metallo , non è fpediente adoprarui cera: perciò ea SI
e nelle campane,e nelle artiglierie altro modo che quefto non fiado= js O
pra.Gioua il graffo allafeparatione della creta che è modello,dalla cre detto è utili
ta formachel’abbraccia.Gioua anco alla fragilità della terra, acciò co- dii
modamente firompa,e rotta fe ne catti:nelqual modo, e corniciami,
equanto nel modello è,nel vacuo ricadono: mafi deue lafciar di cera
G 2 tutto
DA DELL’HIST. NATVRALE
Qual parti fi tutto quel che per l’anguftia dell’efito , e pereffer fuori della quadra
LA ricader non porefli.. Ma perche particolarmente delle opre grandi,
| chedi terrafi formano; freguentiflime fono lé artiglierie, cle cam-
pane : veggiamo con l’iftello Vannuccio quel che ne dica, comin-
ciando dall’artiglierie. stai pen
P)
: Formar delle arteglierte. UCAPIURVIII, DiVann.
I soGNA innanzi di ogn’altra cofa far vn modello apponto
sl come debba cfler l'artiglieria. Quefto fifarà o di legno ; 0 di
terra, aggiuftato con gli corniciami tutti, e con l’ingroffamenti cue
fi richiedono: c fupponiamo c'habbia'ad eflerdilegno. Saràatal
Legnolungofi feruitio idonca l’abete che fia di vn pezzo, & a mifura della lunghez-
de de da zac groflezza che volete, con tanto di vantaggio dacapoce piedi, che
perlibilighie pofla biligarfi, e dalla bocca tanto più,che vi fialuogo perla forma
per la mata- della matarozza: è la matarozza vna mafla di metallo fuprauanzante
ASTI , nella fufione dalla parte dell’empitoro,neceflaria nelli gitti, accio col
che cofa fia e pelo del metallo foprabondante riftringa il metallo dentro la forma:
Suagtilità. —;lche fe non vi fofle, reftarebbe in quella parte il pezzo fpongiofo a
modo di pomice. Hora deue eflere il legno ben ftagionato, fodo,
con pochi nodi o fenza, fe tale hauer fi potrà : e fecondo che voglia-
mofilauorerà dò a tondo, 0 a faccie ; o di modo mefcolato. Quefto
fi pofaràa liuello fopra due bilighi fermati in terra, va da capo l'al
tro da piedi, fopra de quali eflo poffaraggirarfi : perilche alla culata
rilafato per fuori del biligo fe egli deve lafciare alquanto di rilafciato roue fatti
n foramifi pofla con ftanghe girare. Sc dunq ue farà a faccie,dalla ban
dagirare daverfolaboccafelifarannolecornici di pezzi, fiche fconfitte fi la-
Cornici inpez, {cino mentre tal ftile fi tiri fuori della forma, reftido nella forma gli
pone tofii Poanichi & altri ornaméti,che fopra di eflo modello faran pofti, quali
le ricafchino. Poico altri mezzi végano a cauarfi. Oltre ciò fe le farà vn orlo a ruota
de allacula {imile,cheformila fede, oue attacchi la vefte della culata,cofi diciamo
ni vna delle parti della forma efteriore, che fa il fondo del pezzo. Sia tal
ruota lauorata accapanata, cioè che vada diminuédo alquanto verfo il
Orlo diminui- focone. Già è manifefto che tal fondo fi debba lauorar diuifamente, e
ira che no fi pofta,all’altra parte della forma comettere,finche non fia det
neò. © tapartefuori del fulo,e de bilichi cauata. Faflele fimilmente preflo il
Forma della taglio della bocca vna formafimile a palla, per la matarozza,come fi è
matarozza fi- i |
mile a palla. detto: & oltre della matarozza, vn’altra ruota che fermi lafede vue
hada
Modello di le
quo , o terra,
ha da pofarela ruota che regge egouerna il mafchio,o anima del pez- rota per reg-
zo:edettaruotafiacome l’altra detta alquanto accampanata. Siano gere ilmafehio
: . Similmente di
inoltre ambe le ruote del modello addattate allo ftile con cenere, 0 4ringità.
feuo di fotto, accioche cauandofi lo ftile fi lafcino. Reftala forma perte rote ca
de manichi fimile a rulli o forme ditamburretti: la groflezza dequali i i fufo
fuole effer quanto è la palla: quefti fi conficcaranno al modello con 3
chiodi lunghi,acciò fatta la forma di terra, fe ne poffan facilméte caua-
re. Illuogodicollocarfiè, che partita la lunghezza del pezzo in cin-
que,le tre verfo la bocca e le due reftino verfo la culata, fin oue giunge pai
la parte del pezzo rinforzata. Fatto il modello & aggiuftateli le ruo- ;sarichi o tor
te ocon feuo , 0 con terra, s'incenerarà con cenere di bucata fottile, rigliori.
quer con feuo o altri graffi che fi habbiano. Sin quì della fabrica del
modello . i
Fabrica della cappa,o forma eftrinfeca. CAP. xvitIi.
Di Vannuccio .
‘‘FOrattratteremo della forma eftrinfeca che velte e contiene il
modello. Onto dunque, o incenerato che fia, fe gli darà
colpenello la prima mano di luto fottile quanto più fipuò. Quefta Prima mar0
prima mano fe nel modello fia materia di feuo o cera che fi liquefac- 1 ferraSott
cia per fuoco , fi afciugarà da fe fteffa je cofì fi farà fino alla terza ma-
no: ma fe non vi fia pofta cofa liquabile, potrà da principio fciugar
fiafuoco. Dopo la terza mano, fi andrà ingroffando, fin che ven- rngrofamen-
gaallagiufta groflezza di reggere : all’hora fe gli auuolgerà d’intor- 10 dopo later
no vna man di filo di ferro , che l’vn filo dell’altro fia difcofto circa ilo di ferro,
due dita. E di nuouofi coprirà il filo con vn’altra mano di terra che che fe le an
lo fermi. Afciugata che fia, fiarmerà con verghe e cerchi di ferro: le sn di
verghe fiano otto, o almeno fei : li cerchi, che l’vn fia difcofto dall’al- serra.
tro vn terzo 0 al più mezo braccio : quali fi ftringano bene, o con l’i- 4” ia di
fteffe loro prefe o con filo di ferro. Sopra di detti armamenti fi darà PES
vn'altra mano di terra, acciò l’armatura più ferma ne gli fue luoghi fi Altra coner-
ritenga. Seccata che fia fe li darà per tutto caldo di fuoco , fino à tan RIE
to che habbia penetrato al modello, e disfatto al tutto le cere & feuo. caldo da fro-
All'horatolta dagli bilighie pofata, toltone li chiodi e tutti l’impe- Dei fr di
dimenti e fuperfluità di terre che poffono impedir l’efito con vn si
traue a guifa di ariete fi percota la punta dello ftile 0a contrario
con la fua punta prominéte fi percuoterà incontro qualche cofa dura
G_ 3; fi che
Fifflere riftuc -
cate ,
Altro modo
col modello di
terra.
Inehaméeto di
più pezzi.
Quado non fi
haueffe la lun
ghezza tutta
del fufo .
Auuolgimî to
di fune métre
non fi ha la
groffezza
Tanola col filo
intagliato per
dar la giuftez
za,efigura al
modello .
Ordine, che fi
deue tener nel
li pezzi lano-
ratta fpira ac
ciò il mod-llo
fi poffa canare
Nello ifteffo
filo di touola
s'intaglia il gò
fio della mata
rozza et il mo
delio delle ro-
LCSor
Nelle tonde
sintagliano
anco le corni-
ci.
(®rnicette nel
Li fini de rinfor
Zi.
Fuffello men-
treè duro ad
vfcire fi per-
cotera gagli-
ardamenten.
78 DELL’HIST. NATVRALE
fiche venga fuori , toltone dunque & manichi & cornicioni hauere=
te la forma voftra vacua e netta : ue fe vi fuffe qualche fiflura, fi po=
trà con terra molle riftuccare: quefto è il modo che fiadopra, mentre
fi habbia il modello dilegno : ma perche quefti legni di tanta grof-
fezza {peffo non fi hanno, o pur l'intention del maeftro fia di far
modello di terra , fi procurerà vn pezzo fecondo la lunghezza, é
groflezza che bifogna: equefto fibiligarà, come nel paflato modo
habbiam decto in fudue caualletti, e fe pur vi mancafle la debita
groflezza, o lunghezza , s'ineftaranno tanti pezzi, che col mezzo
di commifsure chiauarde, corde, e cerchi di ferro,faccino lo flile for-
re come fufle di vn pezzo:& hauendo lunghezza fenza la groffezza,fo-
pra dello ftile fiauuolgerà per tutto fune, accoftido l’yn giro all’altro,
c fopra della fune fi daranno fino a tre mano di terra, fin che gion-
ga a ponto al termine della debita groflezza , ragguagliandola in
tondo con vn taglio di tauola giuftamente condotto con li fuoi rin-
grofsamenti intagliati : & oue conuerrà,dal tondo fi ridurrà facilmen
re a faccie o dritre,o ritorte in fpira, nel modo ifteflo, che fe di legno
lauorata fufle. Ma perche nella fatta a volta, lo ftile non vfcirebbe
fuori della forma, per non hauerli fpigoli e pianezze in linea dritta:
perciò in quefto , prima che venghiamo alla groflezza vltima, per vn
deto groflo con la detta tauola l’agguagliarete, e farete pulito , dan-
dogli vltimamente vna man di cenere: e fopra di effe in vna o due vol
te tanto luto,che venga al fegno che fi vuole, con farui le faccie che
vogliamo a uolta. Nell’itefla tauola fi deue in tagliare il profilo che
le
®
faccia il gonfio della matarozza e modello delle rote, dico tanto di
quella che foftiene l’anima, quanto di quella che fa l’incafto della
culata, oue la forma di detta culata entra e commette . Ma fe noi vo>
gliamolaforma tonda, vi fi intaglieranno anco le cornici , cofi quel-
le che nella bocca fifanno, come l’altre da piedi al focone , &agli
fini de rinforzi, girando fempre il modello biligato, e facendolo ap-
ponto nel modo che fi vonno l’artiglierie. Quefto fatto fi vngerà
tutto con feuo o graffo porcino;o con altra cofa fimile, e girandolo
alla tauola,fi condurrà a fine aggiungendoli,da chi cofi le vorrà,orna=
menti di fogliami diarme, e divariati fregi. Compito il modello
fi fara la cappa con l’ordine ifteflo detto di prima: ma perche nel fee»
care , il fuoco fpingendo l'humore in dentro, ingrofla le terre e le ce-
neri : fiche fpeflo fi ha fatiga di cauar la forma dal modello , non bifo
gna però di ciò far conto: ma gagliardamente batterlo : percioche
quando
CIBRG, FERZO. 79
quando altrove mancaffe, almeno non mancherà di ftaccarfi nella
parte dell’incenerato, dato innanzi che la forma fi compifle : reftan-
do dentro della forma , quel che dopo l'inceneramento per finimen-
to del modello aggiunto fe gli era . Qual tagliato in vna parte del cir-
cuito,che fia: toltogli la {palla della circolatione;tutta dentro ricafche
rà, eccettuando fe nelli corniciami, & altre cofe intondo lauorate,
reftati vi fuffero fottofquadri , che li riteneffero. All’hora farebbe
neceffario con vn ferro lungo di punta curua, andarle feguitando a
poco a poco, fiche laforma nonriceua lefione. Sin qui della parte
maggiore della forma efteriore , o cappa.
Della culata. Cap. XX.
Esta vn’altra parte della cappa, quale era neceffario feparata-
| mente formarfi, come che non pofla ful detto ftile lauorarfi,
fendo che quefta fail fondo dell’arteglieria; per quefta dunque fe-
paratamente fi lauora, e commettendofi poi col refto della for-
ma l’ottura : e quando fi tragitta foftiene tutto il carrico del me-
tallo. Bifogna perciò di quelta come del refto, farne il model-
lo. Coloro dunque che vogliono l’arteglieria tonda, fogliono far il
modello della culata o di legname al torno jo diterra. E fe fonoa
faccie,a mano le lauorano , facendouili finimenti cofi de cornici co-
me de fogliami di legno, o di cera, o feuo, o terra, fecondo che fono
o non fono di fottofquadro. Secondo ilche bifognerà poi, o con
mano, o con fuoco cauarli dallaforma. Sopra detto modello fi farà
laforma della culata, piana nel fondo di fuori , fi che pianamente
feder pofla : acciò fopra di cfla, la forma maggiore pofi dritta. De-
uefì oltre di ciò nel giro oue comette alla forma maggiore farfeli vn
orlo mafchio, che commetta nell'orlo feminino, incaftatura fatta in
detta forma maggiore: onde ne verrà il labro della culata ad efler ab-
braciato dal labro della forma detta maggiore in tondo, e l’vn con
l'altro gionti conftituiranno tutta la cappa. Perilche fi ligherà detta
forma di culata di filo di ferro , & in oltre fiarmerà di vna gabbiadi
cerchie piaftre , riempiti li vacui o di luto femplice, omefcolato con
pezzi de mattoni:dopo delche,con fuoco , o con altro modo cauate-
neil mafchio, fiharrà il vacuo di detta forma diculata, qual come
fie fatto nella parte maggiore fi potrà racconciare cue bifognafie.Ma
lo, dice
Parti che re-
Raffero di ri-
cadere perli
Sottofquadri.
(lata nò può
lauorarfi fu lo
file».
Modello della
culata nelle
artiglierie ton
de,e nelle lano
rate a faccie.
Forma della
culata .
Orlo della cu-
lata che entra
nella incafta-
tura della par
te maggiore
ella cappa . *
Forma della
culata armata
di ferro .
Modi di far la
culata di Van
IUCCIO +
Modano di le
guo per for-
mar l'orlo giu
flo.
vershe di fer
ro pofteaftella
ripiegati co le
tefte fiche imi
tino cefta .
Mediccrità di
terra,che ft ri
chiede nell'a-
nima .
Stile di ferro
e fue conditio
ni.
Buco nel cal-
cagnolo per gi
rar l’anima.
Due altri bu-
chi p ouetra-
paia le palet
ÎC.
Stile di ferro
adoprato fo-
pracanalletti.
80 DELL'HIST. NATWVRALE
io, dice Vannuccio dilettandomi di cofe ornate, fon ftato folito:di
fare vn modello di legname vacuo fopra vna tauola di altezza, appons
to quanto è l'altezza della ruota , che fa l’incafto detto di culata nella
forma maggiore : e nel mezzo e dentro di quefto tondo alquanto più
ampio di sù, fecondo la figura accampanata di curdi fopra ho fatro
mentione, formatoui il modello, ela forma: che col fuo orlo vada
aggiuftato nell’incafto dell'aleraforma,à cui siuftamente il tondoidel
leno rifponde . Molte volte fenza tal madine ho nella forma di:cu-
lata, con fcalpello e per via di mifure diffegnateui l’incaftature : ma
in ogni modo che fiano,debbono eflere fatte di terra bencompofta
con verghe di ferro pofte a ftella, e ripiegate, che in ogni telta di
ferro fia vn’oncino volto con la punta in giù,e cinte con vn buon cer
chio attorno , fiche imitono modo dicefta. Quefta dunque quanto
vorrete far il getto fi ricuocerà nel modo delli altri pezzi.
Del modo di far l’anima dell'arteglieria. = Car. xxr.
I due detti pezzi conftituifcono tutta la cappa, che è la forma.
efteriore. Segue la formainteriore, dico queila che fa la fuper
ficie di dentro, e che lafcia il vano del pezzo. Sendo manifefto , che
tutto quel che nelle forme e pieno, refta nell’opra e nella cofa voto,
& il vacuo nelle forme fa il pieno della cofa.Ha da ritrouarfi nell’ani-
ma vna mediocrità di compofition diterra, che regga al getto,e che
di poi non fia molto difficile a cauarfi dal corpo dell’arteglieria fatta.
Pigliafi dunque vn ftil di ferro di tanta groflezza, che fia habile a fop-
portar il pefo della terra & infieme a non piegare per il caldo del fuo
co:dalche feguirà che girandolo e maneggiandolo non dia fcofse,ma
ftia faldo.. Farafli detto ftile lungo vn braccio più chela forma, dritto
e fufellato, di giro tondo , e ben faldato : qual alla tefta fuperiore
habbia vn calcasnuolo ftraforato per poterfi girare , e più in baflo
apponto al termine conrifpondente al fine della forma,vno o due bu
chi, per oue trapaffin le palette , con quali infiemi , e la forma di fuo-
ri con l’animafilighi, e di più vi fi pofla fabricar fu, la rotella detta,
che fedendo nell’incafto fatto nella forma dalla parte della bocca,ri-
tiene l’anima nel mezzo. Addattato dunque quefto ferro a due.ca-
ualletti, e biligato , fiche girando giufto vada, e che non fcorrane in
giù ne in su, pofato fu forcellette in quali feda con vna incaftatura in
eflo fat-
LITRO? TERZO, 8
eflo fatta. Preparifi all’horalaterra che non fenda, che dentro non Compofitià di
vi fiano fafletti , e c'habbia poca accimatura,, ma in fua vece aflai ca- serra per far
uallina ftacciata con alquantodi cenere di bucata lauata e netta : nel PETRA
qual modo compofta farà di neruo frole e dirotto , e facilmente fi po
tia cauare dal vano dell’artiglieria, ma per potere in vn tratto dall’a-
nima cauarne il ferro, fi volterà fopra detto ferro per difopra tutto
vnafune di commun groflezza, ben incenerata, con lafciar feouerto
del ferro in ogni {panna vn deto:: o in vece di quefto fi anuolgerà c6 a
canape ben ftretta fimilmente incenerata: & altrimente fcaldato il fer 70,0 canape,
ro alquanto:fi copra di cenere di bucata, quanto è la groflezza di vna 0° bon pelto
corda: o in vece di cenere, coprafi di carbon pefto , impaftato con ac
qua infangata di terra, o con chiara di ouo. Afciugata che fia, fe li Terra compo
darà di fopra per tutto vna mano di terra compofta, e filigherà con da pi
alquanto di (toppa di canape. Afciugata di nuouo fiandrà di ma- grofezza di
no in mano ingroflando e cingendo, finche venga allagroffezza,che pala.
fi richiede del diametro della palla. All'hora adattifi tauola di noce SOA
o dialtro fimil legno,che fia lunga tanto più che l’anima, che giunga ce, che colta-
alli {uoi pofamenti: grofla , che rafchiando la térra nel girar che fa SI
l'anima non fi fcuota o pieghi, ma ftia falda, & habbia taglio {muffa sordità all'a-
to di fotto , fiche giungendo terra, venga egualmente da detto raglio nima.
aggiuftata, lafciandoil fouerchio nella tauola detta. Attondata che
fia, finifcafi con alquanto di terra tenera, paffata perftaccio : e finita
e ben fecca, fia tolta da caualletti aggiungendole quel tanto di ter= x;,;mrento del
ra, che mancanell’anima, cue conla tefta del ferro pofaua nel caual- la tefta dell'a-
letto. Finitadeltutto, sincenerarà con cenere di bucata bagnata. 124 CI
; ; 5 : \ 3 È v potea farfi in
Etatempo che bifogni faril getto, firicuocerà con l'ordine fuo. —‘biligo.
Modo di locar l’anima dentro la forma. Car. xx11
Di Vannuccio .
E Gve il modo dilocar l’anima dentro la forma, fiche giufta- aber locar!
mente pofi, e refti egualmente dalla forma efteriore difcolta ; mira de È
; dg - tra la giufta gro/-
onde il pezzo ne verrà di giufta sroflezza: che fe per contrario giufta /2724 per tut
non pofalle l’arteglieria nella parte vue l’anima accoftafle , relta- to alpezzo.
rebbe debole: & inoltre farebbe di tiro fallace. Dunque dalla parte cs iufta nella
di fopra conlatuota a ciò fatta fogliono aggiuftarfi: ma nella parte parre di fopra
= da pie- dalla rota »
Figura della
gogna, che tiè
l'anima dalla
parte di baffe.
«Altro modo
di lunette con
figura taglia
tada detta go
qua.
Rocca ufata
da altri fa in-
fieme due ef-
fetti.
Piedi della
rocca pofano
nella culata.
Strafinamen -
to della forma
per di dentro
Spogia bagna
ta nella Stre-
mita di umn'a-
fia.
Il miglior mo
do delli detti
pare il circolo
conli quattro
gambi.
8z DEL'IH ESTE NIASINVR A L'E
da piedi fono a ciò vfati più modi di ferri. Alcuni facendo vn cerchio
diferro,che chiaman gogna di groflezza di vn deto in circa, di capaci-
tà apponto dell’anima,con quattro gambi in croce, che da altri falda-
ti fono, da altri folamente confitti per buchi fatti nel cerchio, con
detti gambi fermano detta forma, difcofto dalla cornice che fta con
l’orlo di baffo circavna fpanna, o mezzo braccio. Alcuni dunque
fan quefti ferri, che paflin la forma: altri ne taglian tanto , quanto
bafta a commetterli. Fermanfi poi quetti sambi nella forma con ter-
ra ezeppette , fi chel circolo di ferro, cha da riceuer l’anima, venga
a ponto nel mezzo. Alcuni fono, che in vece di quattro, tre ne pon-
gono. Altri la fermano con quattro ferri che fanno l’ifteflo vfficio
della gogna: percioche pigliano quattro pezzi, de quali ciafcuno fia
conftituito di vna parte del cerchio , e di vn gambo detto, fiche tutti
quattro in giro facciano l'effetto della gogna già detta. L’vno e l’altra
de quali richiede, che fi fermino, innanziche la parte della cula=
ta fi vnifca con il refto della forma maggiore. Quelti pezzi dunque
reggono dalla parte di baffo l'anima nel mezzo. Mache non venga
giù, è officio de gliritenimenti da tefta pofti : percioche le gogne det
teno fermano l'animadi fotto:ma folo come fi è detto nel mezzo del
tondo l’aggiuftano: perciò alcuni altri vforno la rocca, che faceffe in-
fieme l’vno e l’altro eftetto, cioè di fermar l’anima di fotto, e di rite-
nerla nel mezzo. Per quefto dunque incrocciano due ferri in vna pia-
nezza, che con le quattro loro ftremità fiano piegati in fu,amodo di.
quattro merli:onde con la pianezza loro habbian da tenere il fondo;
& con le punte ripiegate tengano in tondo. Ma per foftener quefta
croce giufta & alta nel fuo luogo , le fannodi fotto vn regimento di
due archi incrocciati,che con le loro ftremità in modo di trepiedi po
fino nella forma della culata. Al colmo dunque di detti archi ue
s incrocciano fanno il pofamento della croce già innanzi detta. Ho-
ra fermati che fiano e ben ftuccati li ‘detti ferri, che fono regimento
dell'anima, con vna fpongia ligata in vna punta di vn'afta & intinta
in acqua,o chiara di ouo incorporata bene con cenere di gemme di
caftrato fottilifsimamente macinate,fi ftrafinarà la forma per dentro;
fiche ne vengano riturati li piccoli pori, che fa l’accimatura, o qual
che piccola lefione dell'abbruciamento di cere e feui. A qual termi-
ne condotta fi afciugherà. Di quefti modi il miglior pare che fia il
circolo,con gli quattro sambi e buchi,con l’aiuto de quali poffa com:
modamente tirarfi il cerchio apponto nel mezzo: ponendo diri
fcontro
Pi
FIRROSTERZO. 8;
fcontro a detta sogna dacapo la rotella di cui fièdetto. Più di tut-
Gogna e rotel
ti mi fpiace il ferro che nella culata pofa: percioche in quefto mo- la detta poîte
do fi chiude prima la forma di fotto, & dopo dalla parte di fopra fi
cala l’anima che pofi in detta bocca: onde è neceflario ftare a getto
aperto:ilche per cafcamento di qualche materia può darimpedimen
to. L'altro inconueniente è che potrebbe effer che l’anima fi alzafle
alquanto più del douere con carricare vna banda del pofamento del
trepiedi. Quantunque per afficurarfi da quefto , fi fanno le bran-
che della conocchia lunghe, e l’anima di lunghezza mifurata appon-
to quanto fia dalla rotella al buco , onde fi da fuoco. Dalla parte di
fu potrebbe alcuno nello patio vacuo della matarozza commetter
di rifcontro et
agguuftate
Lavocca pare
il peggior mo-
0.
Rimedio di af-
ficurarfi dalli
inconacnienti
della rocca è °
vn'altro ferro sognato come da piedi: maa me, attefo il maneggio.
delle terre carboni e polueracci, piace più hauer la forma coperta
dalla rotella, che fenza, come auuienea coloro che col detto ferro.
l’anima fermano : percioche quantunque fi lodino l’intrate ampie
fono anco per vari] inconuenienti pericolofe,e più, che peraltro per
la caufa gia narrata . Però lodarei la rotella, o fciolta che fi faccia,o at-
taccata all'anima.
Delle forme delle campane: e perche l'autore fî fia diftefo
nelle particolarità di formar di terra. Cap. xx11I-°
Ara ‘forfeben fatto asgiunger la prattica delle forme di cam
pane, e l’ordine che nel farle deue ofleruarfi: accioche gionta
la particolar conofcenza con l'yniuerfale , s'intenda meglio l'vfo di
adoprar le terre, che alla parte del formare appartengono. Ne do-
urà rincrefcere di efferci in quefta parte dell’yfo alquanto diftefi:fen-
do che quefta conofcenzadella natura delle cofe , quantunque da fe
fteffa nell’vniuerfal intendimento fia degna di effer defiderata : cono-
fciuta nondimeno particolarmente ne gli effetti, fiche fi pofla ac-
commodar all’vfo , tanto più deueftimarfi : oltre che meglio daque
fto, laintrinfeca proprietà delle cofe s'intende.
Ordine chefi tiene nelformarlecampane. Cap. xx1Iv.
Di Vannuccio .
I principio di formar le campane fi fà dal mafchio: qual nelle
campane chiaman modano: percioche da quefto , oltre che fi for
mala
Modano della
‘capanain che
modo fi cani
dal quadro ,
Lato del qua-
dro dinifo in
parti 14.
Cielo della ca
Pana .
Penna
84 DELLHISE NAMVRALE
mala fuperficie della campana di dentro : dandole le debite sroffez-
ze compartite fecondo gli luoghi , fe ne ritruoua anco la ceco
della fuperficie di fuori. Casi la figura del modano dal qua-
dro. Alcuni quanto è alta , tanto larga la fanno dalla parte di
baflo altri vogliono la larghezza vna a quarta minore. Fat-
to dunque vn ‘quadro, e diuifo il lato di baffo, &il lato dialto in
partieguali, fi tirerà da alto a baflo linea, che TE la larghezza del
quadro egualmente . Hora fe nel lato foprano, diuifo 3 del qua
drato in parti quattordici, ne torremo tre e mezzo per banda, e nella
linea di baflo fei e mezzo per banda, fi farà vn trapezio cioè quadi an-
golo nella parte foprana diminuito:che nella larghezza di iopra farà
fette,e nella larghezza da baflo tredici:e fe con il ‘compaflo, polio vi
piede. nella linea che diuide la larghezza per mezzo, circolaremo, fi-
che co l’altra punta vada a toccare le tre lince dalla parte di fu, farà for
mata nel modano la curuità foprana del mafchio , che forma il cielo
della campana. Efenellalinca trauerfa di baflo allungata dall’vna
e l’altra banda piglieremo due parti,difcoftandoci dall'angolo del tra
pezio vna parte delle quatordici verfo fuori:& to nelle lince
defcédenti piglieremo vm'altra parte in fu,difcoftadoci altretanto dal-
l’angolo:la linca,che a modo di diagonia gionge li due RS termi
DANicte parti, difegnarà l'andamento MICA, penna, che è la parte
infima della campana: e quefto fecondo il contorno di dentro.
Difegnarafli in oltre il fedime,che è la bafe di detto mafchio , e che
{porse fuori alquanto per foftentarla forma efteriore, e Rd in
modo, che tr agittando il metallo trail mafchio e la cappa non pofla
vfcirne. Quefto è quanto al diflegno e figuramento: hora venghia-
mo al far della forma. Bifogna prima pioliar vn ftile di quercia, o
altro legno che fia fecco, Ragionato, lungo e groflo fecondo il bito-
gno dell’opra:e fopra due cauallerti ben feriti in rerfasalflile bili iva
retein modo, che facendo al più groffo vna croce , o femplice linea,
giuftamente raggiri , c fialo eroi ftile tanto più lungo oltra di quel
che richiedon li bilighi , quanto porterà lo ftar nr al
fuoco per afciugar le terre che alla formafi mettono , fiche li caua-
letti non brucino . Sopra di detto ftile componerete va maflo di ter-
xa alquanto più corto, che non èla lunghezza della campana,di for-
ma piramidata,cioè g i. da piedie fottil da capo, aggiuitata con vn
canto di tauola. Quefta iftefla parte,chiamata rocca nelle campane
iaia il più delli macftri,la fan di legno, el'asguagliano di terra: c
faili
LI BFR\OT TERZO. 85
faffi in modo, che pertutta la fua lunghezza fi ritruoui groffa per il
terzo del mafchio:ilche fatto le danno di fopra per tutto cenere dì bu
cata e l’ingroffano della commun terra da forme, per infino al termi-
ne di quanto ha da venir la groflezza del mafchio. Perilche s’intaglie-
rà nella fponda di vna tauola di noce ben fecca e ftagionata il di fuo-
ri di tutti li contorni del mafchio, fecondo il difegno fatto , comin-
ciando dall’intagliato, che fa il fedime , e feguendo l'intagliato , che
forma tutto il refto. Con qual modano confitto fopra li caualletti fi
aggiufta nella fua groflezza apponto 11 mafchio, feccando ben la ter-
ra,che di mano in mano fe gli da:maacciò la terra non sfuga per l’in-
ceneramento dato alla rocca, fi farà, che la terra del mafchio pigli di
dietro la rocca, come anco nella couerta efteriore che è la cappa,che
pigli infino al legno. Nel qual modo laforma non fcorrerà innanzi
girando per la grauezza . ilche facilmente auuenir potrebbe, perle
ceneri , che di fotto laforma fono. Sopra di detto mafchio compi-
tamente aggiuftato e con fottil terra polito, fe gli da per tutto cenere:
acciò fopra di cefla fi poffa dar principio alla camifcia: tiene la cami-
fcia quefto nome, a rifpetto del mafchio , che efla vefte: ma ella in
fatto altro non è, che il modello della campana apponto, fopra di
cui fi falaforma e vefte di fuori: qual fatta che fia, e tolta la camifcia,
refta il vano tra laformadi fuori, e la forma di dentro, che èil ma-
fchio,che riempito di metallo ci daeffa campana. A far dunque il
modello detto camifcia , tagliarete nella iftefla , o altratauola, il con
torno efteriore della campana, qual fi ricava dall’ifteflo contorno
di dentro, con darle mifure della sroffezza conuenienti fecondo gli
luoghi.Pigliata dunque la mifura del modulo,che è la maggior grof-
fezza della campana, eche è vna decimaquarta parte delle dette: {e-
condo detto modulo fi farà la groflezza dell'orlo : quefta è la parte
della campana oue percote il battaglio , alto dalla linea infima del-
la penna a mifura divn modulo. Altricome hoggi fi vfa pigliano
detta sroflezza di orlo all'altezza divn modulo e terzo: & all'altezza
di due moduli oue comincia adergerfì, le dan di sroflezza due terzi
di modulo,alle tre ne dan mezzo, alle noue tre fettimi,& altri danno
vn terzo,alle dodici vn’altro mezzo.Seguono le lettere & onde comin
cia a voltar il cielo:che dolceméte s'ingrofla , p no effer la volta luogo
che fuoni:c perche fotto vi ha da eflere l’anfola onde fi appicca il bat-
taglio,e di fopra il manico cuer corona c'ha da foftentar la campana.
Hora fecondo il fatto difegno , pofta la tauola cotornata alli medemi
HI buchi
Il coterno del
modano di fuo
ri fi traporta
invna tanola
per far il ma-
fchio.
Terra delma
fchio dalla
parte di die-
tro deue attac
care al legno
della rocca p
non hauer a
Scorrere.
Cappa ancora
deue giunge-
re fino al le-
gno della roc-
caper non ha
ucra fcorre-
Teo.
Inceneramen
to del ma-
Schio.
Camifciascheè
l’ifteffo model
lo della cam-
pana .
Modulo della
campana on-
de ft pigli»
Luogo delle
lettere.
Ciclo della ca
panao.
Tauola del co
torno difuorì
del modello è
Fili nel model
lotra quali vÉ
gono le let-
Lee:
Sopra laterra
della camifcia
fidail (eno.
Forma chterio
rcocappa.
Terra liquida
compolta, che
fida col penel
lo.
Soprala data
col penello,a-
fciutta che fia
fi fop raporra J
laterra ama-
nO è
Ligature et ar
matare di fer n
rO +
Incontro è del
la forma cfte-
riore fegnato
per riconmmet
terli infieme *
Punta
fchio , el mo-
dello.
della
roccafiperco
N
tesaccio fe ne
Salti, e fi poffa
finire il ma-
DELI ARESE INVASEVRALE
$6
buchi fopra caualletti vue ftaua l'altra, cò cui fiaggiuftò il mafchio, fi
metterà la feconda ,giungédo terra alla cominciata camifcia Etico
dola eo po0l:bil fia giufta, e con fotuil terra polita,& ofletnatalo
femprel e mifure dal diferno prefe: -finalméte fifarino nella tauola pico
cole intaccature , fich egirando lafci alcuni filetti d’i SC l’ifteflo
fi farà preflo la punta della penna, 0 a piè dell’orlo, 0 al principio del-
la motata, acciò pofla il modello nel li fpatijtra detti fili ecorniciette
riceuer ornamenti di baflorilcuo a bellezza della campana. Enelli
{pati} trai fili di fu, poffano poruifiJe lettere, fecondo quel che vuol
fignificare. Darafli anco fopralaterra SEA camifcia il feuo lique-
Fatto ,temprato con oglio , 0 graflo porcino , acciò fia più morbido: e
girando fempre verfo” la duo con cflobeniflimo il tutto fi ragua-
glierà, Oni iorcnio alli EE luoghi le lettere, fegni & varij or-
namenti, che fi voleano. Quefto tanto fia detto delia sche
nelle campane è l’ifteflo modello. Segueche ragioniamo della fl
macefteriore,che abbraccia la camifcia. Fatta dique la terra forttiliffi=
ma,che fia paflata per ftaccio,e compolfta con fcaglie di ferro o con ce
nere digemme di caltrato,o altra materia Santo ne parrà, e quefta
col pennello liquida fortilmente dara,fi lafcierà ben feccare, o che fi
afciughi da fe ftefla al vento, o pure i; fole:e di nuouo fe le fopradarà
vn’alera mano, e ciò fi farà da tre inquattro volte, dandofi fem-
pre la frefca fiì l’afciutta. Dopo di quefte col pennello date , fi fopra-
porrà la cerra a mano, ligandola con filetti di ftoppa di canape: qual
girando pian piano potrà cominciare a fciugarfi al fuoco: & afciuga-
ta, fele daranno tantealtre mani di terra; SE venga alla fua conue-
niente sroflezza. Fatto quefto fecondo la ch della campa-
na, che: grande o piccola fia, fe le darà vna o due ligature di ferro au-
uolgendolo o per tutto: fiche ] È vn filo dall’altro fia difcofto circa due di
ta: oltre delche fe le fa armatura di verghe, e cerchidi ferro, per
maggior ficurtà , nel modo ifteflo che nelle artiglierie. Ilche fat-
to, " oguagliata di terra, finita, e bene afciutta, fi leuarà di fu gli
bil lichi : tazliatone prima il indie di terra, che di dietro per
citeher le forme:fa mellor: Spianata dunque in quefta parte , &
aggiuftata, fi fegnerà con due o tre tagli , l’incontro del fedime, e
dell a A) efteriore o tonica: acciò leparare fi poflan g -
te ricommettere nello ifteffo effere ERE Ilche eo fatto fi
batterà potenteméte la punta del biligo da capo, fiche fi caui la rocca
con lo ftile,di mezzo il maffo del idio E finalmente fi drizzarà la
forma
LIBRO TERZO. 87
formain piede. Acconciarafli all’hora il luogo del cielo, da poter co-
mettere giuftamente la forma de manichi, o corona, cofi dal vulgo
detta: e nel vacuo di mezzo cue era la rocca fi darà fuoco, fiche
‘ non folo conofciate cfler la forma afciugata: ma chel caldo penetri
la tonica di fuori. All’hora con taglia & argano;o altro machinamen-
to, ligati c'habbiate alli vncini dell’armadura più capi di fune, col ca-
nape per dritto fi tirerà la tonica,o forma di fuori,& o fi terrà fofpefa,
o fi porrà da banda pofatafopracofache ficura ftia , tanto alta, che
effendo la forma grande, fi poffa entrar dentro a riuederla e raccon-
ciarla, oue bifognafle . Taglicraffi all'hora di canto la camifcia,e non
potendofi cauare in vn pezzo,ftracciata fi faluarà da parte; e 1 mafchio
nudo fi racconciarà fe in alcuna parte bifognafle. Manca fin quì al
mafchio folamente l’accomodamento dell’anfola: & allatonicala
forma della corona. Horaè manifefto , che ilvano, che refta trail
mafchio e la tonica ricommefli:cioè quel tanto , che occupaua prima
la camifcia: riempito di metallo dia apponto la campana.Etfi è ofler-
uato,che per ciafcuna libra di terra della camifcia, vengano libre fet-
te di metallo,& in alcune otto : alterata la proportion del pefo, fecon-
do che la terra fia o pura, o compofta di cofe, che leggiera larendano.
Venghiamo hora a gli manichi,li modelli de quali altri fanno di ce-
ra, altri di terra. Alcunidunqueli fanno fudivn fondo di caldara,
altri fuvn colmo , o dilegno, o di terra al cielo della campana fimile.
Fannofi di cera, 0 a mano, o nelle forme figurate in pezzi:e fopra di
efli fifanno le forme di terra,adattatoui sfiatatori, c quanto occorre.
Sono alcuni, che fanno li modelli iftelli di terra: ilche in vece del ri-
fparmio della fpefa, ègiunger faftidio in cacciarli dalla forma. Si vai
rà dunque la forma de manichi con la tonica quanto più diligente-
mentefi pofla, lafciando ad ogni manico il proprio sfiatatoro, e nel
mezzo di tutti all’occhio del palo di mezzo fifarà il getto da empir la
forma,con il fuo coppo grande . Riftuccati dunque,e netti che fiano,
farà la forma di fuori del tutto finita.
Finimento del mafchio . CAP. XXV.
A quanto al finimento del mafchio.Nel vacuo onde vfei il fu-
{o dellarocca,fi porrà vn maflo di terra, che contenga dentro
H di fe
M
Nel vacuo
della rocca fi
da fuoco .
Si cauala to-
nicae fi mette
a banda.
Camicia fr ta
glia di vn can
to.
Proportion
del pefo del
metallo al pe-
So della terra
della camifcia
Ordini di far
li manichi,
Forma de ma
nichi fi vnifce
con latonica è
Getto da em-
pir la forma.
83 DELL'HIST: NATVRALE
Anfotafimer di fe il ferro chiamato anfola, fimile a ftaffa: ilcui officio é di ritener
sii battaglio . Deuefi quefto in tal modo locare,che l’appicco del bat-
L = . PE ° De ’ ‘ i 1
vo del ma. taglio reti d'incontro dell’appicco de manichi: nelqual modo farà
cuo del ma- ‘*% 1 N ;
febio. l’officio fuo libero: gli fuo1 capi alquanto ripiegati auanzerano, per
[e
Di quanto volete che dalla groflezza del bronzo fiano foftentati. Il maf-
l'incontro del {o dunque ben fecco nel fuo luogo fi commerterà, riftuccando di ter
manico, a ra molle le commiflure con diligenza, & aggiuftando il colmo, che
fonelcano del formail cielo. E fe perefler cotte, l'vnaterra con l’altra non attac-
mafchio. —cafle, fi faràla folita copofitione di matton petto , o di terradi forme
cotta, con calcina, e chiara di duo, riftuccando bene ogni foflolino,
e ftaccamento, che la terra facelle.
Cottura delle formeo. CAP. xxvI.
ATTO dunque tutto quefto,fi verrà alla cottura delle forme:per
Modo dì cuo- ilche fi farà al mafchio vn d’intorno de mattoni fimile a fornac
cer le forme. ciotto,murando a fecco quattro dita lontano dal mafchio, & ad altez
Figura fimile : ei E
afornaciotto. 2&>,che le fia pare: dopo delche fi empirà il vano de carboni:c fi fopra-
porràlatonica, che pofi fu gli muri del fornaciotto : nel qual modo
infieme, & il mafchro, e la tonica fi cuoceranno . Cominciarafli dun-
que co fiamme di legna fecche a dar fuoco fra la tonica & il mafchio
finche le bracie accendan li carboni, e che di mano in mano fi appic
cino fino al fondo. Giàfi è detto, che mentre vi auueniffero fiflure e
__ ftaccamenti, fidebbia riconciare con ftucco di chiara di ouo. Dopo
ny: i ; delche incenerati fi porranno in foffa auanti il forno tanto cupa, che
forma. cuopra la forma tutta, & habbia il fondo tanto duro, che non per-
metta al mafchio di calare peril pefo, perilche fiaccomodarà il ma-
fchio con vnacroce o ftella di legno, che auuanzi da tutte le bande:
per mezzo de quali bracci con cerchi di ferro o legno fi abbracci la
i . tonicaintalmodo,che’l mafchio non pofla feparatamente da cffa
Tonica colli- Li ; ;
gara col ma MOUETÎ: € fl empirà la fofla di terra , battendola con mazzi, e ben
fehio. ftringendola con la forma a poco a poco, come nelle artiglierie
fi è detto : qual’iftefo modo può nelli laueggi, & altri vafi con-
cairo modo CAVI feruarfi .° Ma fogliono ancora le forme di campane grandi
di lauorar le da alcuni maeftri lauorarfi dritte con centina mobile , che giri attor-
forme grandi. no:qual fia da capo cofibbiata con vn pollice di ferro, che auuanzi fo
pra il lauoro da vn braccio , e da baffo habbia vn cerchio di 1500 30
di ferro
\-SLCABRO: TERZO: 89
di ferro tondo aggiuftato , che contenga la circonferenza del f{c-
dime nella grandezza che volete far la forma : all'hora fi torrà la
centina fatta fecondo la propria ragione;a piè di cui fia confitto vn
mezzo cerchio, che tra il cerchio di prima,& vn°altro più in fuori
girando, poflacondurre il mafchio nell'efler fuo giufto : ilche fatto
{opra vna fofla tonda,e cupa da due braccia, fopra di cui fiano attrà-
uerfati alcuni ferri, acciò fattoui fuoco, li carboni e ceneri poflan ca-
{car dentro , fi fabricarà per ilmezzo del mafchio , e luogo della roc-
ca, vn concauo piramidato a modo di conocchia, c'habbia forame
nel fommo, acciò pofla effalare il fumo. Faralli quefto di tefte di
mattoni, murato con terra, inueftendo di mano in mano detta pira-
mide di terra,fin che arriui apponto alla centina. Nelche fempre la
forza del caldo,che è dentro il vacuo del mafchio afciugherà la terra
fopra datagli : perciò non fi deue trametter di dar terra, finche non
fia la forma del tutto finita: percioche,fe affreddifle, difficilmente di
nuouo vi sintrodurrebbe tanto caldo , che le terre di fuori fi riafciu-
gaflero, per la groflezza che la forma contiene. Cofi dunque in-
tieramente fi finirà la forma con le mifure, & ordini delle altre cofe
innanzi dette. Sono alcuni che le biligano dritte tra due piani di ta-
uole, come ne gli molini a vento fuol farfi : fituando prima il pol-
lice in mezzo, che con fue capi, e nell’vno e nell'altro tauolato, hab-
bia biligo : onde ftando ferma la centina, la forma giri attorno, e fi-
nitache fia, fe ne pofla tal pollice trarre , perfarfelilacorona. Que-
{ta fi afciugherà di mano in mano, facendoli a guifa di due fornacet=
teche le reuerberino la fiamma, vna dabaflo, l’altra da capo.
Comparation del lanorar le forme dritte , e colcate .
CAP. XXVIII. Di Vann.
E quallauori , il modo che colcate le maneggia, molto più mi
Concauopirà»
midato détro
del mafchio ,
oue fida fuoco
eAfltro modo
di lauorar le
forme erte.
Il modo, che
piace;come di mentrauaglio e più ficuro , mentre il fufo fia /e lavora col-
‘proportionato al pefo,& habbia ilfuo mouimento. In quefto folo ee pi eligi-
parchefiadi più trauaglio, perche bifogna trasferirle e da colca-
ILE è
Le colcate ha
te oue ftanno portarle alla fofla: ilche non accade in quelle, che nel- di trazaglio il
la foffa dritte fi lauorano...
H 0% . Ricon-
trasferirle».
21° DELL’HIST. NATVRALE
Riconciamento di forme. CAP. XXIX.
TNIREMO hora communemente alcuni auifi, che alla cottura
DD delle forme appartengono:e come elle difporre fi debbanojac
cioche amicabilmente,e fenza alteratione riceuano il metallo fufo :
Necefo del perilche è neceflario cocerle, accio il vento e vapor groflo, che dal-
“0 lhumidità della forma fi caufarebbe, firifolua del tutto. Ilche fe
non fifaceffe , rinchiufo farebbe ribollimento, e le forme ne verreb-
“« » - bonoftroppiediqualche membro, e bucate ; oltre de gli pericoli e
danni , che a gli aftanti potrebbono apportare. Le forme dun-
si 5 TERI ee 3 i
SLI: que delle figure perlo più è neceflario cuocerle di fuori, perche den-
ge tro di loro non è luogo vue fi poffa intromettere ilfuoco , o di carbo
fi le da pio fiammachefifia. Perciò è di miftieri farle vn ritegno attorno‘di
° tefte di mattoni daquattro dita lontani, tanto alto,quanto è la forma:
qual fi riempirà di carboni per quanto ne tenga, &in oltre che fac-
cia colmo:cue pofto a poco a poco il fuoco,e per tutto accefo , fi la-
fcierà confumare il carbone, finche da fe fteflo il fuoco fi fpenga. :
Ne farà mal fatto,oue fi potrà, lafciar nel fommo della forma vn cflà»
‘Jatoro per ue pofla effalare l’humidità cacciata dal caldo del fuoco.
Altri fono , che fanno fornaciotto murato con terra attorno, e fopra
quafi chiufo con volta piana: e con fiammadi legni a poco a poco le
Modi tre di cuocono. Le forme dell’artiglieria,come che fono tre pezzi di varia
“ala conditione, di tre maniere fi cuocono . La maggiore ch'è il primo
glierie. pezzo fi cuoce, o colcata, o drizzata. Nella culata dunque fe le fa
Forma di ceo fuoco di fiamma con legni fottili e sfefli per lungo, finche per tutto
RES si 27224 di dentro s'infoghi,e fi arrosfifca: e fi cuoce in {patio ditre o di'quat-
Modo di cuo. tO hore . Le drizzate fi pongono fopra fornello fatto‘a tal fine. Que-
cer la dritta. fto dewe hauere nel mezzo vn buco largo per la terza parte del diame
tro del circolo, che fa il vano della forma: accioche per eflo afcen-
dendo le fiamme, fe ne vadano fino alla fomma fua parte; fenza per-
cotere in alcuna delle bande: vue fe percotefle offenderebbe mol: .
to la forma: cofi dunque continuando il fuoco, la forma fi fcalda, fi
e) infoca‘e fafli rofla, finche le fiamme perla bocca foprana vfcendo .
de moftezoil Gagliarde, dian fegno di cottura compita della fuperficie di dentro:e
c3pimento del ciò farà almeno per vna groflezza di corda : ilche effendo fatto, turara
la cottura che fialaformadi fopra con qualche cofa, fi lafcia raffreddare: nelche
i * ‘fiauuero
CASLIBRO FERIZO: | 91
fi auuertirà, chel fuoco fi dia più tofto a poco e lungo, che repenti-
moetroppo: & anco chele fiamme non piglin vento, onde fidareb
be occafione alla forma di colare e guaftarfi, o a far per dentro sfen-
diture. Quefti fono gli modi di ricuocer le forme maggiori: maio
quando fono ftate le forme gradi,per più commodirà l'ho cotte den-
trola fofla: oue fi deue auuertire di cocerle in luoghi men che poflibil
fiafcommodi: percioche la terra cotta facilmente fi frange, e franta
con difficultà fi racconcia. L’anima,che fala formainterna delle ar-
tiglierie , per cuocerfi bene, fi pone a giacere fopra mattoni pofti a tra
uerfo & a coltello: cioè col taglio di fotto e fopra , difcofto l'vn dall’al
tro vn mezzo braccio , & aggiuftati in modo, che efla ftia ben liuel-
lata. Etattorno fe li fa ritegno de mattoni, difcofto tre dita dall’vna
el'altra banda, per quanto fi diftende la fua lunghezza : qual empito
di carboni, vi fi appiccia fuoco; lafciandoli a poco a poco accendere,
& aggiungendo di fopra carbone, oue non fuffe ftatal’anima ben
coperta,quallafcifi confumare finche da fe fteffo fi {pinga. Dopo del
che raffreddata, e fatta maneggiabile, fi nettacfi riftuccaoue bifo-
gnafle , e fe incenera con cenere di bucata o chiara di vuo. Altri di-
ftemperanola cenere con vino, altri con acqua. Dopo del che, fe di
fotto non è ligata con filo di ferro,fi liga auuolgendola di detto filo
di due in due dita, o meno , ilche fatto già è finita. Refta la forma
della culata. Quefta per cuocerfi fi poncin terra, fiche poficonla
pianezza del fondo: e d’intorno feli fa di tefte di mattoni vn ritegno
alto, che auuanzi l’orlo della forma due dita, & empiendo di carbé-
niil vano folamente oue ha da entrare il bronzo, vi fi accende fuo
co:qual tanto vi fi mantiene,che diuenga ben rofla & infogata . Que-
fto è l'vn modo. Altrimente,fi fa circolo di tefte di mattoni, qual fi
empiedi carboni,& accefiche fiano,vi fi mette la forma della culata,
voltando la parte caua verfo il fuoco, tanto alta, che per tre dita non
tocchiil carbone, faluando le fronti delle commiflure fenza ricuo-
cere, e cofi fi lafcia il fuoco, finche da fe fi {penga. Sipotrebbe anco a-
dattido le forme fu le tefte de mattoni cuocerle con fiamma dilegna
fecche: ma communemente fi auuertifca che innanzi che fi tragitti,
fiano leforme ben fecche: e fe nelcuocerfi habbian fatto rottura, o
Fuoco dato 4
poco a poco, €
fiamme, che
non piglinvé
to.. 1
Come fi cuoce
l'anima del-
l'artiglieria, -
dà
Modi di cuo=
cer la culata.
Primo modo »
Secodo modo.
Terzo mode .
per terra male attaccata , o per natural ritiramento che molte terre .
fanno, o per vento , che nel raffreddarl’'habbia percoffe , beniflimo
fiftucchino con chiara di ouo, calcina, e matton pefto , o in vece di
mattoni di terra di forme, in cui gia fia ftato fatto il getto : ilche fatto .
fi ner
92 DELL'HIST. NATYVRALE
finettano ben dentro, c fi fpoluerano foffiandole con manticello o
canna: e fe gli da per tutto vna man di cenere di gemme di caftrato
% fottilmente macinate: rifcontranfi dopo di quetto li pezzi, e fi vni-
girone. si fcono.Che fe nel cuocere haueflino in alcuna parte variato, riduchin»
li pezzi della ficonrafpao altro ferro che tagli, sìche nella loro giuftezza ritorni-
Jorma; no. Ligati per gli vncini d’intorno pofti , per mezzo de quali l’vna
. forma con l’altra fi liga, calinfi nella fola , come fa di bifogno
nelle artiglierie, ch'è neceflario gittarle dritte, datogli il fondo fotto
fodo,e battuta attorno ben la terra alquanto inhumidita, ma non già
so oa molle. L'anima dell'artiglieria aggiuftata,che pofi di fotto nel ferro
qualmezzi. agognato , € di fopra cò vn palo che pafli per vn buco nello fil di fer-
ro aquefto fine fatto, fi fermerà gagliardamente con filo di ferro,che
DI
da detta animaagli vneini della forma fi raccomanda : onde ilme>
tallofufo non potrà folleuar l’anima. Deuefi ancora procurare a far
Humidità cà. quanto prima il getto,acciò la forma dalla terra non pigli humidità,
trarizal get- cofa molto al getto contraria. Sin quì Vannuccio delle forme che
ida da luto fi formano.
Summario di quanto ha da aunertirfî nelle forme del get-
to, dell'autore. CAP. XXX.
O RA noiciforzaremodiraccorre in breue la fomma di tuts
| to. Diciamo dunque, cheli capi principali , che in tal ma-
teria fi debbono procurare, fono:prima li fufelli nelle cofe che attodo
contition di fi lauorano. Lacondition delle terre vniverfalmente nella loro te-
serre conueni macità magre , e leggiere , e quafi di neruo rifoluto , acciò per la mol
SIEEa ta graflezza non rompano e fendano, e s'incorporino col metallo:
Materialiche giOUA per quelto accompagnarle con accimatura e ftoppa, & altre
a dette terre materie fimili, che rilafcino la creta ,el'impedifcano, che non fac
| Scopa ciaritiramento : e nelle anime, che dideritro fi han da cauare, il me-
anime,emo fcolamento dicenere, acciò diuentino fragili. L'anime e modelli
ot fenza fotto{quadri,acciò poffano fuori cauarfi: e quelle parti che ti+
| ORA rarfi infieme non poffono, o cheda fe ricalchino nel vacuo, o che
fiano di materia liquabile fiche poffano col fuoco cauarfi. La fepa-
ration della forma dal modello, o con graffo, ocon inceneramen-
to. Quando di vn pezzo la forma non puote farti: il farla di più pez
| zi con
SUN
Forme di più
«pezzi quando
(LIBRO TERZO. 93
zi con contrafegni,che fi poffano rimetter infieme. Fortificare cialcu-
na forma da fe con ferri filati, cerchi, e fpranghe di ferro , & oltre di
ciò con gli vncinia detti armamenti lafciati,vna parte di forma con
l’altra ben fi lighi . Il colligamento del mafchio con la vefte che refta
dentro il metallo altre volte fi fa di verghe di ottone trafitte , come
nelle fufioni fottili : altre volte di ferro,come nelle srofle e di molto
metallo , e per confeguenza di poffanza maggiore,oue fi folpetta che
l’ottone trafitto fi liquefaccia:percioche non è dubbio,che'l ferro nel
non fonderfi molto più refifta al caldo. Deucin oltre la materia fo-
prauanzare dal getto : percioche foprauanzando nella parte fuprema
della forma,col pefo ftringe il metallo tragittato: e ciò non fi facendo
ne verrebbe il metallo {pongiofo aguifa dipomice. Inoltre debbo-
no efler le forme ben cotte, e da ogni humidità libere , acciò il vapo-
re moffo non caufi fbollimento. Tutte le dette cofe alla parte delle
forme, che di terra propriamente detta fi fanno ; appertengono.
NCarration brene de gli altri modi di formare».
CArTxxxi Aut.
A non farà forfe mal fatto efflendoui alcun’altre maniere di
formare fenza terra,a compimento del foggetto propofto,far
ne vn breue difcorfo. Fuilformar di geflo antichiflimo: ne ciò fo-
lo fopra gli effemplari inanimati:ma fopra l’ifteffo volto dell'huomo
come Plinio nefafede, dicendo. Lyfiftrato Sycionio fratello di Ly-
fippo fu il primo, che col geflo formafle la faccia dell’huomo ; oue
tragittandouilacera rapprefentaua l’imagine. Quefti ftudiò molto
al raflomigliare: percioche gli altri innanzi di lui tutti attendenano a
farle quanto più belle. Sin quì Plinio. Formafi col folfo liquido,
ce come ho detto con pietre intagliate , e con forme di miftura, & an-
co con Îe forme fatte de metalli : dequali molte non fopra il modello
ma dae ftefle fi fcolpifcono. Alcuniperforme, che fopra l’ifteflo
modello fi fanno, hanno introdotto le colle con molta induftria. De
qual modi, perche anco ne ragiona Vannuccio : veggiamo quel che
egli ne dica.
Modo
Lifogni e lor
contrafegni.
«Armamento
delle forme .
Ligaméto del
mafchio co la
vefte .
Quando con-
UENZAnNo Ver=
ghe di ottone
e quado di fer
ro è
Forme bè cot
teecheno vi
fia bumidita .
Formarcol gef
fo.
Con folfo .
Con pietre in=
tagliate.
Forme di me-
tallo .
Di colle.
Da DELL'HIST: NA TVRALE
eModo di formar con colla. Cap. XXXII. DiVann.
x ATENTRE nelle figure fiano fottofquadri,per non hauer da rac
Per qual ne- YW È corree rimetter nella forma tal riempimento de fottofqua-
a dri, come cofa ad effeguir difficile : e perche anco quando fi adopra
me di colli. argilla molle, non fi poffono :fi farà fenza tal riempimenti. A que-
| fto dunque fatta colla di ritagli di pelle ; o di rafchiatura di carta pe
a del corà, quanto più netta e forte : & onto.bene innanzi il figurame,che
‘ èilmodello,con oglio,o graffo porcino , e fattoui in oltre d'intorno
Ritego. —vn ritegno, chela colla non fi verfi, alquanto tepida fopra vi fi gitte-
icona rà;e cogelata che fia, fopra poftaui vna tauoletta, giontamente con lo
rouerfamento ftoriamefivolterà fottofopra: all’hora feparandone il modello
reftarì nella colla il fuo cauo ben formato, quatunque vi
STARE fuffer ftati molti fottofquadri. In quefta forma dun
ta nella forma que prima con vn pennelletto ben onta, fi
di colla. può tragittar il seflo,& vfandoui indu-
{tria,tragittaruifi anco cera. Altri-
mente fi puote far tragetto —
nell’ifteffo cauo,di col
la incorporata
con gef-
ii fo
cotto fottilmente macinato: e raffred-
data che fia detta miftura,cauando
ne laforma fi haucrà la fi-
gura che fi cer
caua.
DD}
DER dl
ECZIANEE
DELLHISTORIA
NATVRALE
FE RR A NU ESM PD ERA FEO
[CE/RIOMON RLO,
I
D
Nel quale fi tratta delle terre appartenenti all'vfo di Pittu-
ra, &all’arte Fullonia.
i:
T erre confiderate da pittori. CAP.
O SA "ArrFiNnITA' della pittura alla plaftica & all'arte
3056 diformare c'inuita a raggionar delle terre, che al-
SE) la pittura appartengono: e per confeguenza di dot-
(& trina, & a maggiorintelligenza, a toccar vniuer-
L DI falementela materia de colori. Sono delli colorila
22% maggior parte, &lipiù notabilitolti da minere,
erbe, & alcuni da animali. Minerali fono, la cerufla,gial-
lolino, minio, cinabrio, biadetto , verde detto montagna, e verde
azurro: e delle terre la verde, pauonazza , più maniere di rubriche,
e diochra, la terra nera, il paretonio. Di piante fono comelalacca,
il tornafole fpetie di color violato , il verde ceruino. Mifturate fono
di terra con piante, comelaterra fanta,che è terra di color herbacco
tinta. Dianimali fono come il chermefino moderno, e la purpura.
Fafli da gli pittori differenza tra gli colori, fecondo l’hauere più o me-
no corpo. Hauer corpo dicono quelli colori,che coprono,e fono fen
zatrafparenza: non hauere corpo dicono quelli c'hanno trafparenza .
In oltre fan differenza tra gli colori, fecondo il facile , e difficil feccar
fi:e fecondo il conferuarfi lungo tempo, o in brcue mutarfi, e per
der la viuacità: nelche fi fa confideration delle materie, fecondo
che l’vn dall’altro , con cui fi adopra patifce : onde feguono ancora le
differenze de colori, fecondo gli lauori a quali fiadoprano: percioche
altro colore vuole l’opraa frefco, altro afecco, 0a Guazzo, O ad oglio.
A frefco chiaman quel lauoro, che fi fa fulo intonicato di frefco, in-
nanzi che cominci a feccare: quefto quantunque non riccua molte
nature decolori,ma fubito gliammazzi, nondimeno con quelli che
appropriate li fono, lungo tempo fi conferua , penetrando il colore
nella
Differenze de
colori dal ge-
no di cofa on-
de fi togliono .
Colori minera
lia
Colori di terre
Colori di piate
Colori dimate
rie mifturate.
(olori da gli
animali .
Altra differè
za de colori è°
habbia corpo,
o nò.
Differèza dal
feccarfi prefto
070.
Differéza dal
confernarfi la
go tempo .
Differenze de
colori dal mo-
do di adoprar
li.
Colorito a fre-
Sco.
96 DELL’HIST. NATVRALE
nella fuftanza dell’intonicato: onde fatta vnione per lungo tempo du
colori afec- ra. A fecco chiamanle pitture , che fu l’intonicato o inuecchiato o
E almeno del tutto fecco fi fanno, oue bifogna prima farui il letto di
geflo con colla liquido , o di altra fimil materia, e fopra colorirui.
coloriraguaz A guazzo chiamano & a tempra, vna maniera alla detta fimile data
“Sali tem- {ulatela, o tauola. De qual colori, parte fl temprano con colla di car-
niccio e di ritagli di corio, parte con chiara di ouo.Adoprafi la chiara
di cuo battuta prima cò latte di fico,il cui beneficio è di romper la vi-
{cofità,c filatura del bianco:percio tagliandofili piccoli ramufcelli in
pezzetti, vi fi mettonoatal effetto,e fi dibatte. Confannofi alcuni co-
lori più con lacolla , e fono quelli che voglion chiarezza, come gli
azurti tutti : altri più con la tempra, come quelli c'hanno più ofcu-
rezza: quali fono il cinabrio , elalacca. Equantunque nella prima
mano li colori, tutti di colla fi diano: nel riuederfi,e ritoccarfi fi fa la
Gommacuefì detta differenza. La gommafi adopra nelli colori in carta; & è quali
aio i dell’ifteffo andamento. La maniera ad oglio, è cofa di pochi anni
glio. introdotta, e del tutto a gli antichi incognita : adoprafi in quefta
maniera, l’oglio in vece dicolla, edi tempra, o digomma: ma di
tante varietà di ogli, fono in quefto vfo folamente riceuuti, li fatti di
Dual colori à feme di lino € dinoce. La maggior parte dunque de colori fi con-
qual maniera fa con l’oglio, gran parte rifiuta il lauoro a frefco. Sono alieni dal
conuergano» Jauoro a frefco la lacca, la cerufsa, l’orpiméto,il verderame, il gialloli-
no: perciò in vece di quefti fl adopran le terre di fimil colore: &in
vece di bianco di cerufsa, fi adopra il bianco fatto di calce lunga-
mente purgata, & incorporata nell'acqua con bianco marmo in pal-
le,e di nuouo rimacinata. Lo fmalto adoprato con oglio nello fpatio
ditempo fi annerifce perche fecca tardi: perciò molto meglio fi a-
dopraa frefco , e fe le accompagna, acciò fecchi più prefto, l'oglio di
fallo o di fpigo. L’orpimento fecca ancora tardi per efler di natura
grafla,e corrompe cò la compagnia fua la cerufsa:perciò negli lumifi
adopra folo: nelli fcuri fi carga di terraroffa, o di altro che faccia per
lo fcuro. Il verderame,come che fi fuga quanto fi può di adoprarfi,
pure il men cattino modo diadoprarlo , è in velatura:cioè che dato il
bianco, e nero di fotto, fecondo Îe differenze de lumi & ombre che
bifognano, fi dia fu vna fotti mano di verderame, fiche per la fotti-
cliezza trafmetta la differenza de gli lumi e dell’ombre date di fotto:
in qualunque altro modo adoprato è peggiore .. Alterafegli prefto
il colore, & con la fua vicinanza offende gli altri colori, che con eflo
confi-
LIBRO OVARTO. 97
confinano e le annerifce : accompagnafi bene nello fcuro con il fu
mo.Nelli colori che tardi feccano generalmente fi accompagna il fec
cante : quefto intendono, o il vetro fottiliffimamente pefto, o il
litargirio con l’ifteffi ogli cotti. Ma per feguir il noftro inftituito or-
dine, e per accompagnarl’intelligenza delle cofe antiche con le mo-
derne, veggiamo quel che Plinio delle nature de colori, e delle pit-
ture c'infegna.
Diuifion de colori fecondo Plinio. Car. 11. DipPlin.
be) D
altri, o fono di natura o di miftura. Floridi fono il minio,l’ar-
menio, il cinabrio, la chryfocolla, l’indico, il purpuriffo : quali
anco fogliono dalli padroni fteffi delle opre confegnarfi alli pittori.
Ditutti come ho detto: altri da fe nafcono, altri fon fatti. Nafcono
la finopide, la rubrica, il paretonio, il melio, la eretria, l’orpimento:
gli altri fuori di detti de quali negli metalli habbiamo ragionato, fo-
no fattitij: &oltre di eflitra glicolori vili, l’ochra, e la cerufla bru-
ciata, la fandaraca, il fandice, e l’atramento feyrico .
( O no de gli colori, altri aufteri, altri foridi , e gli vni, eoli
Della $ inopidee Lemnia. Car. 111. Di Plinio.
A finopidefu primaritrouata in Ponto nel tenimento di Sino-
D pi Città,onde ha il nome . Conobbefi pofcia in Egitto nell’ifo-
le Baleari, e nell’Africa. Mala più eccellente in Lemno ifola di Gre-
cia. Cauafi nelle grotte. Quella che è contigua a fafsi , è più dell’al-
tre eccelléte.Ha la gleba finopide il tuo colore di fuori macchiato. Di
efla fi feruirono gli antichi nello fplendore . E di varie manierc:per-
cioche ve ne è della più , e della men roffa, e della mezzana. Ado-
‘prafi cofi col pennello , come per colorir legno . Quella che è
più roffa, è vrile è colorimento di abachi. Vogliouo alcuni dar
alla finopide il fecondo luogo delle rubriche: perciòche la palma
fi concede alla lemnia, come più propinqua al minio. Fu que-
fta molto dagli antichi celebrata, infieme con l’ifola oue nafce : ne
fi vedca prima altrimente che figillata. Danno di efla vna fotto-
mano,econtrafanno il minio. Etècofa nobile per vfo de medici.
I Dell’al-
Seccanti, che
fi danno alli
colori.
Colori floridi »
Colorì natura
li,
(olori fattitij.
Sinopide ado-
prata nelli lu-
mi
La lemnia tie
ne il primo
luogo trale ru
briche.
(onla lemnia
contrafacea-
no îl minio è
x 98 DELL’HIST. NATVR'‘ALE
Rubrica Egiz Dell'altre fpetie di rubriche fono vtiliflimea fabri l'Egizzia, e l’Afri-
zia © Affica cana : perche più dell'altre tutte fono afforbite ; ouefi danno: del-
na perche vti i :
liafabri. lebonealla pitturane nafcono nelle minere di ferro. Fafli della ru-
brica l’ochra,bruciandofi détro pignate noue lutate:quanto più nelle
e l fornaci brucia,tanto diuien migliore. 11 leucophoro, che è il letto
che cofafia. dell'oro quando fi da ful legno, perche lo ritiene eli da fchiarimeh
to, fi fadi finopide pontica libra mezza, di file lucido, libre diece, di
melino grecefe libre due,mefchiati e ben pefti infieme e tenuti per
dì dodici. Quefto delle rubriche diffe Plinio.
(onfiderationdell’autore nelli detti di Plinio. CAP. 1111.
Aut. In ioloo ila ch ov?
Sinopide de an gf \YV E fono alcune cofe da confiderare. E prima della finopide,
tichi bolo rof che fia il bolo roflo pochi anni adietro chiamato Armeno; è
Sobogsi- —.manifefto, cofida quel che n'habbiamo da Diofcoride , che dà alla
bona finopide il color di fegato :come per l'vfo d’indorare, nelqual
hoggidi ancora fi offerua : come per tutte le altre virtù , da Diofcori-
DI de, da Plinio, & altri dategli. E che quello che chiamauan bolo ar-
eli lemnia, Meno orientale , che è di color più viuace, in glebe lifcie, che facil
mente alla bocca fe liquefà a guifa di buturo , vtile contro veleni, e
morfi maligni: fia la terra lemnia , è cofa anco manifefta : cofì
per quello che nel difcorfo di Plinio habbiamo vifto, come. per
che quefta terra ci fi porta da Lemno ifola hoggi detta Stalimene. In
M inio de 4n Oltre,che'l minio degli antichi fia ilcinabrio di hoggi naturale, è co-
tichi boggici- {a anco manifefta: percioche il loro cinnabari è lachrima di pianta,
nabrio . o (47 Ea ; ) :
l’iftefla c'hoggi diciamo fangue di drago... La rubrica fabrile, e chia-
«Magra. mata dal vulgo magra, di fuftanza men che le dette denfa, e più a ru-
bigine vicina, e di tintura più abondante. Adoprafi commune-
mente per fegnare da macftri di legno fciolta in acqua: bagnan-
done laccio : di cui fi tengono li due capi nelli ftremi della li-
nea,chefi vuole, efialza nel mezzo, fiche nel ricadere fegni la linca
che bifogna: illaccio dunque fi intinge fcorfo con vna fpongia di
tal humore imbeuerata. Altre volte fi adopra con ftecche fottili, in-
tingendo nella fpongia a modo di penna. Eche con la lemnia fi
contrafacefle il minio color hoggi detto cinabrio,è cofa conueniente
alla ragione,per la conueniéza del colore,non hauédofi all’hora il ci-
nabrio cò arte fatto:di cui l'abondanza ch'hoggi fe ne ha, toglie la ne-
ceflità
LIBRO QOVARTIO.. |. 99:
ceffità di contrafarlo con lalemnia: fendo che il moderno cinabrio
nel colore porti vantaggio, e nel prezzo cofti meno. Ma che la rubri-
ca bruciata pafsi in ochra, io non fo come pofla dir Plinio: cflendo la
{perienza manifefta in contrario che l'ochra col bruciarfi pafsi in ru
brica. Come la lemnia fi adoprafle ne gli {plendori ragioneremo in-
nanzi, mentre trattaremo delle maniere e modi delle pitture, con l’i-
fteffo Plinio. Chegli abachi de antichi fiano riponimenti de vafi da
alcuni detti credenziere , e da noftri volgarmente detti ripofti, è co-
fa che dall’ifteffo Plinio habbiamo nel trattato delle gemme. Refta
hora feguir con Plinio la materia de colori.
Spetie de Si. CAP. v. di Plinio.
ELLE mineredi argento &oro nafcono ancora colorimen-
ri, il file, &ilceruleo . Il file propriamente è limo . L’ottimo è
uel che fi dice Athenefe. Appreflo è il marmorofo,che cofta la me-
ta del detto. Ilterzogenodifile chiaman Scyrico dall’ifola Scyro.
Vièancoilfile di Achaia, di cui fi feruono acolorir nella parte om-
brata della pittura, di minor prezzo di quefto. Vièilfile chiamato
lucido , che vien di Gallia. Del lucido e dell'Atenefe fiferuono ne
gli lumi. Ne gli Abaci folo del marmorofo:perciò che’ marmo,che
in elfo è,refifte meglio all'amaror della calce . Cauafene vn'altro vin-
ti miglia difcofto dalla città:qual fi brucia, celo chiamano gli adulte-
ratori preflo : ma fi conofce che fia falfo,cofi per l’amarore,come per-
che fia fcioltoin polue. Li primi che introduffero il pingere col file,
furono Polygnoto e Mycone:ma dell'Athenefe folamente fi feruiro-
no: l'età feguente fi feruî di quefto ne gli lumi: ma nell’ombre dello
Scyrico,e del Lydio. Il Lydio ficompraua in Sardi: hora non piùfi
nomina. Dal che come anco da quel che da Vitruuio appreflo ve-
dremo,manifeltamente fi prowa il file efler la noftra terra gialla, e che
fiano di cflo più fpetie, differenti nel colore , 0 nell’effer chiaro , 0 al-
l'adombratura idoneo. Differenti anco nella fuftanza,o frale,o dura.
Dalche anco fi potrebbe conchiudere, la terra detta di ombra efler
nell'ifteflo ordine de fili,& fegnateméte l’Achaico:già che habbiamo
da gli antichi, che delle ochre c fili erano più fpetie di fuftanza diuer-
fe: effendone altri limofi , altri marmorofi, come dall’ifteflo Plinio
vifto habbiamo. Segue Plinio del cerulco .
I a Del
Error dî Pli-
nio nella com
mutation del
la rubrica in
ochra.
edbachi che
cofa fiano j
Varie fpetie
de fili varia-
mente adopra
te,
Terra diom=
bra fpetie di
Ochras e
a DELL'HIST. NATVR'ALE
Del ceruleo. CAP. VI, | Plinio
Lceruleo è arena. Furono anticamente tre geni di ceruleo ; l'Egiz-
ziotragli altri tutti fommamente approuato. Lo Scythico,che fa-
cilmente fi dilegua, e macinandofi ne da quattro maniere variate, fe-
condo il più bianco, e più ofcuro: e fecondo il più fottile e’1 più grof-
fo.Elterzogeno,il Cyprio più anche lodato del Scythico. Oltre di
quetti vi è il ceruleo Puzzolano, € lo Hifpanefe, arena che iui è co-
minciata a farli. Tingefi tutto,e fi cuoce nell’herba propria di cui
beuc il fugo, nel refto tutto fipreparacome la chryfocolla:, Aut.
5 (ona PZ Ritrouanfi fino ad hoggidì le glebe delceruleo Puzzolano di con-
fiftenza fimile ad arena conglobata. » O SIT
Lomento di ceraleo. CAP. . VII. Di Pli.
È At cerulco fi faillomento, col lauare e peftare : & è più del
1) ceruleo bianco. Adoprafi fulacreta: percioche è impatiente
somento non della calce. Horaèintrodotto il Neftoriano cofichiamato dall'auto
E Lio re, e fifa dalla più parte leggiera dell'Egizzio. Adoprafi anco nel-
lainente fila l'iftefo modo il Puzzolano chiamato cielo , fuori che nelle feneftre,
creta» “Nonhamolto, che comincia a portarfi il ceruleo Indico . La ragion
Ceruleo indico |. A o: o ; SR h
per contorna- di adoprarlo è nelle incifure, cioè cue l'ombra dal lume fi difparte:&
re. oltre di quelti cuni vn'altro vilifsimo ceno di lomento,che chiaman
trito. La proua delceruleo fincerifsimo è nel carbone che s’info-
ceruleo come chi.Contrafafsi con la viola fecca,fpremuto il fugo nella terra eretria.
ficotrafaccia. A tr. Dalchefi vede che egli nella fuahiftoria fotto nome di ceru-
leo egli naturali, e fattitij, e di tintura cofi metallica come di herbe
comprenda : macinafi il file difficilmente. Sin qui Plinio del fi-
le, e delceruleo.
Della chryfocolla . CAP. VIII. Di Plinio.
Chryfocola, YA chryfocolla è fuftanza condenfata nelli pozzi delle minere
come (i generi dall'humore,che trafcorrendo perla vena dell'oro , &indi ac-
coltofi, & ingroflatofi il limo,nelli freddi d’inuerno s’indura fino a
pui I durez-
do
LIBRO QMAR TO. OI
«durezza di pomice nafce più lodata nelle minere di rame:a cui in botà
fuccede la fatta nelle minere di argento. Ritrouafene anco nelle mi-
neredi piombo piu vtile,che la detta di oro . Faffene anco nell’ifteffe Pryfocolla
minere per induftria humana, ma men buona, fondendo per tutto
l'inuerno fino a Giugno leggiermente acqua nelle vene, e diflecan-
dofi poi nel mefe di Giugno e Luglio: fiche chiaramente s'intende
non efler altro la chryfocolla, che vena putre. La natiua che chia-
man lutea, è molto più dura , ce nondimeno fi tinge anco ella con
l’herbalutea; percioche ha proprietà d'imbeuerfi il fugo, non altri-
mente che fa la lana, e'llino. Peftafi perciò in pila: fetacciafi fottil-
mente , e fi ritorna a macinare: e di nuouo fi fetaccia molto più fottil-
mente: ciò che non pafla, fi ritorna a peftare, e paflare per ftaccio :
la polue fottile fi diftribuifce in catini, e fimacera nell’aceto , per
toglierli la durezza tutta. Ilche fatto torna a macinarfi , lauarfi nelle
conche, e difleccarfi: all’horafitinge con alume fciflo , e lherba luz-
za detta: e fi colorifce innanzi ch'efla colorifca altro. Importa in
quefto qual fi fia la condition fua,e quanto fia beuace : percioche fe
ella non rapifce il colore, fe gliaggiunge lo Schytano, e Turbifto,
medicamenti cofi detti, che forzano ad aflorbire il colore . La chry
focolla cofi tinta chiamanili pittori orobite dal color dell'orobo her-
ba: e dieffa fanno duegeni: la lutea che fi conferua in lomenti,che
fono pallotte dalla fottil polue ammaffate, e la liquida, che fi fa dalla
humidità, e fudore di dette palle fciolte in humore. Fanfiambe que
fte fpetie di chryfocollain Cipro: malodatiflima fi fa in Armenia:
feconda in bontà in Macedonia: abondantiffima in I{pagna. La
fomma lode fua è, che fia fimiliffima a color di campagna che allegra
mente verdeggi. In fommafidiftribuifce la chryfocolla in tre geni:
nell’afpracheèla più vile: nella mezzana: e nell'attrita, altrimente
detta herbacea,che è la miglior di tutte. All’arenofa innanzi che fi dia
fe le fa il letto di paretonio & atraméto:quefti ritengono la chryfocol
laecopiacciono altuo colore. Dunqueal paretonio, che è di natura
eraflittimo , e perla (ua lifciezza tenacifsimo fi fparge l’atramento,
acciò la bianchezza del paretonio non apporti pallidezza alla chry-
focolla. Stimafiche lalutea fi dica dall’herba dell’ifteffo nome: qual
mefchiata col cerulco contrafà la chryfocolla: materia vilifsima e fal-
lacifsima.
e Difcor-
fatta con inda
firia.
Chryfocolla
dettalutea»
Chryfocolla
orobiteo
Chiyfocolla di
tre geni 5
102 DELL'FEISE :NAT.VRALE
Difcorfo dell'autore fopra l’ifleffi colori. Car. virir.
Aut. .
I n quì Plinio della chryfocolla verde natiuo : della chryfocolla
Lutea berba. de orefici parlaremo oltre. La lutea è herba detta hoggi luz
za,o ruzza,che communemente fi adopra nelle tintorie per tinger di
amariglio fpetie di giallo:è quefta herba di efhigie fimil iva tutto
alla refeda,eccettuado,che non ha il foglio incifo: falli fuoi fiori d'in-
torno il caule dritto, a mododitirfo di efsi veftito. Hor quanto al-
lo Schytano e Turbifto , che fiano medicamenti da far aflorbir li co-
lori, manifeftamente dice Plinio : ma di che fi faceflero non ifpiega.
Hoggi nelle rintorie fi vfano varie forti di alumi, e lifsiuij a quefto
Toro, effetto, ilche è quafi bafe al colorimento feguente da darfi. Portafila
fia detta. ° chryfocolla hoggi fotto nome di verde montagna: ma fono nelli
e4z41779 » © verdi minerali come anco dell’azurro habbiam detto,e de più molli,
verde me- N . a ; - : - i
fibiati inpie- € de più duri e marmorigni:& habbiam vifto , il lazuleo & il verde in
trafimileage vna iftefla mala mefchiati in macchie diftinte: ma ambi di vna iftel-
be: fa durezza,e di pulimento proprio di gemma: e fi vede che Plinio trat
ti del cerulco & della chryfocolla, & generalmente di azurri e ver-
di non folo naturali,e metallici:ma anco delli fatti da tintura di her-
ceruleo nome be. Il ceruleo dunque è nome commune de colori celeftini , de qua
come amol 1; eccellentifsimo è il lazuleo propria rubiginofità dell'oro, etra g
te fpetie. | prop S , gem
me numerato per la denfità della fua vena, e pulitezza che riceue.
fonoui anco li biadetti naturali come fi è detto; di minor durezza,
e di minor forza di refiftere alla lunghezza del tempo. Faffene an-
co con tingere il vetro,e quefti fono nel geno de fmalti. Euuene in ol
tre dell’antico fattitio fsrettolofo e fimile ad arena: come è il Pozzo-
ceruleo fatti- lano,dicuihabbiamo ragionato. Faflene con arte di argento viuo,
His & anco di rame:di cui quantunque fia proprio rendere il verde: aiu-
tato nondimeno dal fale armoniaco , e dal nitro , da il colore azutri-
no:come che quefte fpetie defolubili confacciano con l’auuenaméti
dell'argento , e dell’oro:e che feco ritengono fumofità di detti metal-
li : € perciò quantunque fia proprio di ciafcun metallo rendere il
fuo colore:nondimeno poflono fecondo il vario accompagnamento
de fali,renderli variamente.De gli verdi fraliflima è larubigine del ra
me, e prefto perde il colore: adopraft a velare. Della chryfocolla, fi è
detto,
(4
Verdi.
LIBRO :(OVARTO 103
detto,che ne fiano hoogidi in effere opere antichifsime,e che anco ne
fiano gemme della durezza dipietra lazula. E ficomehabbiamo det zerde come
«to chel verderame con il fale ammoniaco, o falnitro fermentato pali mm azur
pafli in azurro: cofi acontrario fogliono li pittori portar l'azzurro ka azurro
in color verde,con la compagnia dell'amariglio: come fanno del bia # verde.
detto col verde vefica . Segue la confideration del minio cofi detto da
antichi Romani, qual hora chiamiamo cinabrio. Di quefto prima
‘era conofciuto il naturale: hoggi è freguente il fatto con arte per ful-
limatione di folfo & argento viuo, di color viuaciffimo , dicui oltre
ragionaremo. Hora feguendo il naturale veggiamo quel che ne di
ca Plinio .
Cinabrio .
Del minio de antichi hoggi detto cinabrio . CAP. x.
Di Plinio.
ITROvaAsIi nelle minere di argento ancora il minio, hoggi-
R di nelle pitture di autorità grande, & anticamente tra Roma-
nidi grandiflima,anzi fagra. Numera Verrio gli autori a quali dob-
biamo darfede, chel fimulacro di Gioue folea nelle fefte tingerfi la
faccia di minio,e fimilmente il volto de trionfanti: eche cofì trion- Riace
falle Camillo: e con la ftefla religione hoggi anco fi giunge ne gli vm uuo nelle ce-
vuenti della cena trionfale. E dacenfori tra le prime cofe fi da Gio- ritonie de an
uc a miniarfi: delche qual fia la caufa io fto ammirando, quantun- EEE
que fi {appia chiaro, E hoggi quefto fiain vfo de populi Ethiopi,
e che gli loro grandi fi tingano tutti di eflo: e che appo di efsi fiano li
fimolacri de Dei di quefto colore. Perilche più diligentemente trat-
teremo di elfo. Theofrafto nouantanni innanzi Prafibulo , magi-
ftrato di Athenefi,che viene alli ducento quarata noue della città NO-. 7yyeztion del
ftra: dice chel minio furitrouato da Callia Athenefe, fperando nel mimo.
principio di poter eftrarre oro dalla vena rofleggiante nelle minere
diargento :cquefta efler la fua origine. Ritrouarfene gia dall’hora
nella Spagna, ma duro, &arenofo. Ritrouarfene anco appo Colchi
in vnarupe inaccesfibile,onde faettando lo fcoteano giù, ma adulte-
ro. L’ottimo ritrouarfi fopra di Efefo, nelli territori Cilbiani,e che
fia arenain color di cocco . Quelta peftarfi c lauarfi, & in oltre cofi
lafarina,come il fedimento rilauarfi di nuouo. Ma efler differenza
nell'artificio : percioche altri fanno il minio nella lauatura Poe
altri
Minio da al-
tri detto cina
brio .
Cinabrio de an
tichi fangue di
drago .
Cinabrio nelle
pitture dichia
roefcuro.
Perche il ci-
nabrio fi trala
Scia]e nelli
monochromi.
Cinabrio ve-
nina di Spa-
qua.
Cinabrio o mi
nio de antichi
come rubbato
da pittori.
Tod D'ELL'HIST:NA/T.V.RA LE
altri nella prima efller più fcolorito,e nella feconda diuenir ottimo,ne
mi marauiglio che fuffe in tanto pregio:percioche fino atépo de'Tra
iani era in ftima la rubrica per teftimonianza di Homero, che celebra
le naui dalla fua tintura,autore pur nelle pitturc, e colorimenti, d'in-
tendimento raro . Chiaman li Greci il minio milto,alcuni cinnabari
onde nacque errore nel vero cinnabari: cofi chiamano coloro il fan-
gue di drago fchiacciato dal pelo dell’Elephante, mentre fopra dilui
cafca, c fifa mefcolanza dell’vn fangue con l’altro: ne vi è altro colo-
reche rapprefenti propriamente il fangue, come habbiam detto.
Quefto tal cinnabari è vtiliflimo ne gli antidoti,e medicamenti; ma
li medici ingannati dal nome, in vece fua adoprano il minio, mate-
ria di veleno,come poco apprefio moftraremo. Pinferoli pittori anti
chili monochtomi col cinabrio, pinfero anco col minio di Ephefo,
ual vfo è tralafciato : percioche era di molto travaglio il gouernarli.
In oltre P'vno e l’altro di detti colori fi ftima cofa molto agre , e per-
ciò fono paflati alla rubrica,& alla finopica. Si adultera il cinabrio col
fangue di capra e forba pefte . Diffe Iuba che] minio nafcefle in Ca-
ramania. Hermogene che nafca in Ethioppia ‘mada niflun luogo
de detti viene a noi : ne altronde quafi , che di Spagna. Il più famo-
fo è del Sefaponnefe region della Betica: cue le rendite del popolo
Romano fono ftabilite nelle caue del minio. Perilche non viè cofa
oue fia guardia più diligente , che in quefta. Non è lecito iui di raf-
finare e cuocere il minio: ma fi porta in Roma la vena improntata a
pefo di diecimilia libre l’anno. Quiui dunque filaua: e vi è ftatuito
il prezzo per legge, che non pafli lire fertanta. Verò è che fi fofifti-
cain molti modi: onde lacompagnia ha comodità di rubbare: per-
cioche vi è vna fpetie quafi in tutte le minere di argento,e di piombo,
che fifa bruciandola pietra, che è mefchiata con dette vene: non di-
co già quella pietra che vomita l'argento viuo : ma altre pietre in-
fieme ritrovate: vi fi ritrovano fimilmente vene fterili di piombo di
proprio colore, che acquiftano il color roflo nelle fornaci , e fi pefta-
no in farina. Quefto è il minio di minor prezzo a pochi conofciuto,
molto inferiore della detta naturale arena. Habbiamo dunque l’vno
con che fi fofiftica il vero minio nelle botteghe. Sofifticafi ancora con
lo fcyrico : & in che modofi faccia lo fcyrico diremo appreffo : ma
che lo fcyrico fi dia per letto al minio cel’infegna il rifparmio della
fbefa. E foggetto anco il minio alli furti delli ftefsi pittori, mentre c6-
rinuano in lauarli pénelli di minio carchi:percioche il minio rificde
nell’ac-
nell’acqua:onde fi ricupera da rubbatori. Dceue il minio fincero ha-
uer color di cocco: il fecondario patifce dall'humidirà delle mura, &
perde la viuacità del colore:come cli'egli.fia rubigine metallica. Cuo
cefi da maeftri Sefaponenfi la vena del minio fenza argento . Il modo
di approuaril minio è con l’oro:percioche infogatofi l'oro il contra-
fatto fi annerifce , il fincero ritiene il colore. Intendo che fi contra-
faccia anco con calce: ma fi conofce nell’ifteffo modo. E mancando
l'oro fi può far l'iteffa proua fu di vna piaftra di ferro infogata . Sono
«al minio contrari] li raggi del fole,e della luna: alche fi rimedia fopra
dando al minio feccato col pennello la cera punica calda liquefatta
conoglio: ilche fatto auuicinatiui carboni di galla fi tocchi difuoco
finche fudi : dopo con candele & con tele nette fi maneggi, come fi fa
‘nel dar la pulitezza alli marmi. Coloro che raffinano il minio fi liga-
‘no la faccia con vefliche, acciò nel fiatare non tirino a fe la polue per
nitiofa, c con quelto nonreftino di vedere. Si adopra anco il mi-
‘nio per feriuere e fa le lettere di molta chiarezza cofi nell’oro come
‘negli marmi de fepolchti.
°- (olort bianchi: paretonio, ceruffa, melino. CAP. XI.
DiPlinio.
L paretonio tiene il nome dal luogo oue nafce in Egitto,dicono
che fia {piuma di mare col limo raffodata, e che perciò fi ritruo-
uino in eflo le conche marine minute. Nafcene ancora nell’ifola di
Candia & in Cyrene : cotrafafli in Roma con cretacimolia cotta & in
{petlita.Fra gli colori bianchi quefta è grallifsima & tenaciflima nel-
l’intonicati,perlafualifciezza. MELINO. Il melino & eflo anco è
bianco . Nafce l'ottimo nell’ifola Melo. Nafcene anco in Samo:ma di
quefto nò fe ne feruono gli pittori per la fuatroppa groflezza. Cauan
la iui aflettati, ricercando le fue vene tra gli fafsi:diffecca la lingua nel
toccarfi. Cer vssa. Euuiilcolorbiaco terzo detto ceruffa, lacui
ragione habbiam detto nelle minere del piòbo: fu già terra ritrouata
da fe in Smyrna nel fondo di Theodoro:di cui gli antichi fene ferui-
uano nelle pitture de naui:hora fi fa tutta di piobo & aceto,comie hab
biam detto. Aut. Quefti fono li bianchi de antichi da Plinio nar-
rati. Il paretonio, il melino, la ceruffa. Hoggi per gli lauori a frefco
fiadopravmn'altro bianco.
e, ‘ Ceruffa
N
Minio come ft
conferni nelle
pitture.
Raffinatori
del minio.
Paretonio ri-
pieno di minu
te conche.
eNfelino .
Ceruffa> °
106 DEEL'HIST. NA'EVRALE
Ceruffacome fi faccia. Car. xit. DiPlinio.
A come fi facciala ceruffa, Plinio altroue ha moftrato . Perciò
veggiamo quel che iui ne dica. Di Plin. Danno le botteghe
di piombo lo pfymmithio:cioè la cerufla. i Lodatifsimaèla di Rho-
cerufafifadi 90» Falsi con fottilifsime rafchiature di piombo pofte fu di vn vafe
piombo allo- di aceto afprifsimo, e cofi gocciando elle, quanto ne cafca nel-
dordell'aceto l'aceto,feccato fi macina, fi criuella, & incorporato con aceto fi fpar-
te in paftelli, e fi feccaal fole l’eftate. Fafsialtrimente fopra pofto il
piombo ad vrciuoli di aceto, e chiufo per dì diece, e rafchiatone la
ceruffa come muffa, e di nuouo ripofto il piombo, e rafchiato finche
venga meno: quel tutto che èrafchiato fi pefta e criuella,c fi cuoce
nella padella, e fi mena di modo, che nella fuperficie venga alla
fandaraca fimile : dopo delche filaua con acqua dolce, finche tutte
ceruffa ado- le nuuolette fi lauino. Ilche fatto , fi fecca, e fi diuide in paftelli. OL
prata ad ab- tre delle virtù nelle quali fomiglia all'altre medicine pigliate dal pio-
RAEE: bo, èconueniente alla bianchezza di donne. Cocendofi più oltre
la ceruffa diuien rofla.
Bianco afrefco. CAP. XIII.
L bianco c'hoggi dì è in vfo,fi fa di calce alcuni mefi macerata nel-
I l’acqua, e per tal via dall'acrimonia purgata, e con marmo bianco
‘ fottilmente macinato, ftretti in maffe infieme. Ben fecche dunque
che fiano,e fermate le maffe,quando bifogna, fimacina e fiadopraà
frefco , in luogo che la cerufla nelle altre manicre di colorire .
Ceruffabruciata Cav. xiv. DiPlinio.
fa: Ana A ceruffa bruciata fu ritrouata a cafo,da incendio in Pyreo,bru-
purpureo . ciata nelli funerali: di quefta prima fe ne feruì Nicia fopradet-
to Ottima hora fi ftimal'Afiatica,altrimente detta ceruffa purpurea:
fafsianco in Roma, bruciato il file marmorofo, e {pento in aceto: fen
za la detta non fi adombra.
i ba Sanda-
‘LIBRO QVARTO. 107
Sandaraca, € arfenico. Cap. xv. ‘Di Plinio,
W A fandaracafiritruouanelle minere di oro, ediargento, tan-
L to migliore quanto più rofleggia, e quanto più rende odor vi-
rulento. Quanto più purafia, più èfrale. ARSENICO. L'arfe-
nico è dell iftefla materia. Migliore è quel che più va al color dioro:
peggiore è quel ch'è più pallido ò più alla fandaraca fimile. Euuene
vn terzo geno di mefchiato color di oro,e di fandaraca. L’vno ce l'al-
tro delli due dopo dettiè fcamofo. H'primo geno èfecco, puro,efi
fende con fottilifsimo corfo di vene. Sin qui Plinio. Aut. Onde
è manifefto,che l’arfenico de antichi è ilcomune orpimento., e chel
noftro orpimento roffo fia l’ifteffo che la fandaraca. Etaltroue l'iftef-
fo Plin. la fandaraca e l’ochra dice Iuba nafcere in'Tropazo ifola del
mar roffo:ma indi non fi porta a noi. Come fi faccia la fandaraca hab
biamo detro. E dell’adulterina . Fafli l’adulterina di cerufla cotta nella
fornace: il color deue effer di fiamma. Aut. Lafandaraca dun que a-
dulterina è il minio noftro vulgare colore hoggi del tutto riceuuto
in vfo in vece di fandaraca, come in vece di orpimento,il giallolino .
Eretria . Gip. xvisborn DiPlinio.
Y Aeretria hail nomedal luogo ouefiritruona. Aut. Scriue-
-B ne Diofcoride, che è di due {petie l'vna grandemente bianca,
l'altra di color di cenere. Eche l'ottima è la cinerea, teneriffima, e
che fregata ful rame vi lafcia linea dicolor dioro. Bruciafi dentro
pignate. Segno della giuftamente bruciata , è che sfauille, e che fia ve
nuta in color diaria.
Mela. Car. xvII. DIDilade
A della melia quefto habbiamo da Diofc. La melia imita nel
color di cenere l’eretria:è runida al toccarla,e fregata co le di-
ta ftride come fa la pomice rafchiata:ha la virtù dell’alume più rimel-
fa: ilche ageuolmente fi comprende nel gultarla. Vfafi da pittori per
far durare più lungo tempo la viuacità de colori.
i Colori
Arfenico de
antichi che è
l’orpimento.
Minio de mo-
derni .
Eretria tinge
ilrame di co-
lor di oro è
Melia confer
ua la viuacità
de colori.
ia DELL'HIST. NATVRALE
Colori fattity, Sandice, Scyrico. Car. xviti. DiPl
A fandice fi fa mefchiata la fandaraca fatta di ceruffa con egual
parte di rubrica:quantunque Virgilio la ftimafle herba. Ne vi
Plinio riprefo fono colori di maggior pefo, che gli detti. Sin quiPlinio. Que
dai Falloppio par che nella citation di Virgilio giuftamente fia riprefo dal Fallop-
pio : percioche non dice il poeta, cheli agni fi pafcan di fandice:ma
Seyrico, che che faran coloriti difandice. ScyRico. Tra li colori fattitij è
eefaf4 —Îlo fcyrico di cui habbiamo detto che fi fa letto al minio:: falli di fi-
nopide e fandice mefchiati. Aut. Segue oltre Plinio a ragionar
delli colori fattitij, dicendo .
dAtramento . CAP. XIX: DiPlinio.
‘ Ancotragli fattitij l'atramento : quantunque ve ne fia del na-
turale di due maniere: percioche vno ne prouiene a modo di
falfugine, & vn'altro èla terra ifteffa di color fulfureo: ambi a quefto
approuati. ISOGo {tati pittori c'han cauato di fotterrali carboni non in
atvaméto di 1eramente bruciati: cofa in vero importuna e nouitia. Fafsi commu-
fuligine di ra nemente di fuliginei in più modi,brugiando ragia,o pece : alche han-
xd: no fatto proprij edifici] , onde non eflalafle il fio Si fa nel mede-
mo modo lodazifsimo dalle tede , e fi adultera con fuligine de forna-
ci,e de bagni, di cui fi feruono a fcriuerlibri. Sono alcuni che cuo-
«aAtraméto di cono la feccia di vino fecca, & affermano che fe la feccia è di buon
Lia 4; Vino , che tal atramento Hel il color d’indico. Polygnoto, e My-
asramento. CONE pittori famofifsimi, ilferno di vinaccie. Apelleinuentò di far
lo di auorio bruciato , qual chiamano celefantino. Portafi. d’india
l'atramento indico, di fattura a me non conofciuta. Fafsi ancora da
tintori dal fior nero che attacca alle cortine dirame. Falsi dal lesno
delle tede bruciato , pefti nel mortaro li carboni. Etè marauigliofa
in ciò la natura IIC fepie:ma di quefte non fifa inchioftro. Ogni
atramento fi raffina col fole. Quel de libri ficompone con gomma.’
Quel dell'intonicato con colla. Lo disfatto con aceto piu fi attacca
e difficilmente fe ne và.
Purpu-
*
EI:/LIRRO }O.V ARTO 109
,
=
Purpari(fo. Caphbxx.: Di Plinio.
E glicoloriliquidi, quali habbiam detto darfi da gli padroni
; ) pet la grandezza del prezzo, innanzi di tutti c il purpurifso
fatto di creta argentaria. Tingefi quefta creta con la purpura:e beve
quel colore più velocemente delle lane. Il migliore è il primo,men-
tre nel caldaro bollente è delli rozzi medicamenti imbriaco. Ap-
preflo di bontà è il fecondo, pofta lanoua creta nell’ifteflo decotto,
dopo che ne è tolto il primo e quante volte ciò fi fa, fi minuifce la
bontà,reftando il decotto più dilauato, per la diminuition della fu-
ftanza fuccolenta che tinge. Perciò fi loda più il Puzzolano, che non
fa il Tyrio, o il Getulico, o Laconico : onde fonole purpure precio-
fifsime. Caufadi quelto n'è, perche fi infà molto dhyfgino, & è co
ftretto di afforbir la rubbia. Il più vile è di Canofa. Li pittori fatto
c'hanno il letto di fandice vi danno di fu con l’ouo il porporiflo,e c6-
trafanno lo {plendore del minio: mafe voglion finger la purpura
danno di fotto il ceruleo,e dopo con l’ouo vi fopradanno il purpu-
rifso.
Che cofa fia byfgino. Car. xxr. Aut,
A checofafial'hyfsino , di cui anco fa mentione Vitruuio
nel color purpurco , dicendo che fi tinge la creta de rubbia c
d’hy{gino, veggiamo quanto fe ne pofla con Plinio congetturare.
Parlando egli dunque della purpura altrimente detta pelagia,e del
buccino : de quali l’vna dice efler fpinofa, l'altra concha lifcia : del
color del buccino e purpura , e della liga loro, ne dice quel che fe-
gue. . Il Buccino da fe non è lodato , perche rilafla il colore: maliga
molto bene al pelagio, & alla molta nigrezza di quello da quella
aufterità e fplendore, che fi cerca, di cocco : cofi mefchiate le forze ,
Fvn con l’altro fi rifueglia , c fi riftringe. La fomma delli medica-
menti è in ducento libre di buccino cento nouantyna di pelagio : in
quelto modo fi fa quel bel colore amerhyftino. Mail color Tyrio
fi fatia prima del pelagio nell'immatura e verde cortina: dopo fi
tramuta nel buccino. . Somma fua laude è , ilcolor di fangue :
K appreflo
Cretafi tinge
di purpura .
Gradi vary di
bontà.
Purpurilfo
puzzolano ,
pche miglior
de gli altri.
(ol purpuriffo
fi cotrafanne
altri colori,
Buccino +
(0lor tyrao 9
PIO DELL’HIST. NATVRALE
appreflo, quel ch'è di afpetto nereggiante, e rifulgente: quindi Ho-
mero chiamò il fangue purpureo: e ‘paftando all’ hyf{gino. Hanno ri-
Hyfgino cole rrouato in oltre di ica le materie di terrà con ] ‘tell colori; & il
iti tinto di grana fopratingerlo di tyrio,pet farl’hyfgino. Dalche fi sù
chel’ hy{gino è è color fatto da più tinte, e no piantà femplice,come an
co altroue dimoftra parlado del giacinto herba,oue cofi dice . Prouié-
ne in Gallia abondantemetre il giacinto: eglorano coquefto in vece di
Coinparition BiAna il colore hyfgino:la fua radice è bulbofa. Hora fe dalle cofe da
dell'hylgino noiconofciute vogliamo ancora dar giuditio delle fimili : fi tingono
CREO appo noi molti oloni pauonazzi prima dirubbia e poi d’indico . Sa-
‘rebbe dunque l'hyfgino proportionalmente il fecondo colore dato
dopo larubia, per fase purpureo.
Dell'indico. Car. xxIt. DiPlinio.
2 O po il purpuriffo.èin molto pregio l’indico. Vien d’India:faf-
A fi dilimoriunito&:attaccatto alla (piuma di harondini: ne-
ro nel peftarfi, ma che nel dilauarlo renda yna mirabil mefcolanza di
Altra fpetie Purpura & azurro. Enne vn'altro geno che nata nelle caldare delle
d'inlio. —botteche purpurarie,& è piuma dit purpura. Gli adulteratori il con-
itafanno; con tingere il fterco de colombi,o lacreta felinufia, o creta
anularia i vero indico: ma fe ne fa proua col fuoco, SC che
l’indico fincero rende fiamma di purpura eccellente, io.
manda odor di mare:e perciò alcuni ftimano , chefi raccolga da fco-
Purpura bog eli. Aut. Quefto Plinio del purpuriffo e dell indico . Hoggi la pur
a pura è è cafcatadi vlo pla maggior comodità che fi ha del chremifino,
Chremefino , che dall’Indie ci fi porta: fono quefti piccoli animaletti di color hes
checofafia. dantifsimi mentre inhumiditi fi frecano,di figuraa cimici fimili.
Mal'indico hoggi conofciuto o e fuccolenza dell’her
ba detta guado, dà antichi glafto &ifati : di cui anco fi fa la fioretta
Fioretta, che colore dell ifteltà natura dell indico: cogliefi perla fioretta l'herba
Cosa: guado,fi ammontona;e fi lafciache ammarcifca, indi di efla accom-
pagnata cò cenere,e bagnata di acqua calda, fi accoglie la {piuma fot-
to il detto nome: qual fecca va attorno ih polue, nera nella prima
vifta, ma azurra nel dilauarfi:alla fuftanza di cui fimiliffimo è l'indi-
co,che di leuante ci fi porta in paftelli,rifpondendoli fecondo tutte le
proprietà di tintura e fapore . Hafli dunque che l'indico,e della {piu-
ma di
Indico prima
JSpetie è
i ° LIBRO OVARTO, IR
ma di detta tinta , e della [piumadi porporafi accoglie. Ritorniamo
hora a feguir con Plinio le materie de colori.
Di Plinio.
Pietra armenia. CAP. XXIII.
Acci l'Armeniala pietra detta armenia dal fuo nome. Que-
fta è pietra nell’ifteflo modo tinta, chela crifocolla: l'ottima
armenia è quella , che molto verdeggia, di color accompagnato con
azurro: è ftata ritrouatain Ifpagna vnaarena che piglia 11 medemo
colore,perciò il prezzo fuo alto,che era dilire trenta, è calato allire fei:
è differente dal ceruleo nella bianchezza, che fa quefto colore, più te
nero. Sin quiPlinio. Aut. Dalche s'intende chela chryfocollal’ar
menia, e’l ceruleo fono materie congeneri, differenti fecondo le ve-
ne che le rimettono:percioche leraminghe danno il verde, e chryfol
la : leauree, &argentee l’azurro: e le mefcolate l'armenio, color
mefchiato. In oltre alcune di quefte fono materia poluerolenta, co-
me in calabria vna venadi cerulco in polue: altre gleba che con le di-
ta fi disfà,come anco è la confiftenza del verderame : altre di durezza
mezzana come la chryfocolla, l’armenio, il ceruleo : altre più dure
a modo di gemme, e di ottima pulitura: come il lazuli di color cele-
ftino, & alcune vene di verde dell’ifteffa durezza,che fogliono con
l’iftefo lazuli accompagnarfi. Fafli della chryfocolla il verde detto
montagna:dell’armenio il verde azurto,e feparato ilverde di banda,
l’azurro delli biadetti . Dell’armenio dunque fi fa il biadetto, cofi vol
garmente detto:ma del ceruleo duro, detto pietra lazulea,fi fa il color
dell’ifteffo nome, di maggior prezzo che altro fi fia. Hora per mag-
gior intelligenza della materia de glicolori de antichi,farà bene ve-
der quel che Vitruuio in tal foggetto cilafciò fcritto : accioche dal
conferir le dottrine infieme , refti meglio quefta materia fpianata.
Colori narrati da Vitrusto. Cap: xxiv. DiVitruu.
E glicolori alcuni fono che da loro ftefli nelli proprij luoghi
fi creano, altri fi fanno di altre materie maneggiate,e con cer-
ta mefcolanza temprate. Prima dunque moftraremo quelle,che da fe
ftelle nafcono, come è la terra da Greci detta ochra.
K Dell'ho-
è
(bryfocolla;
ATMENIA,e Ce
ruleo congene
Fia
Differenza di
confiftèza nel
li colori mine
rali.
verde monta
gna.
Verde azurro
Biadetto.
Azurro oltra
marino +
DELL'HIST. NATVRALE
112
Del’ochra . CAP. XXV.
‘'OcHRA,come in molti altri luoghi, fi ritruoua anco in Ita-
Ochra Athe- L lia. Ottima era l’Athenefe: hora non fe ne ha: percioche men-
nese» tre le famiglie hebbero le caue di argento fi faceano le grotte fotter=
ra per ritrouar l'argento: e ritrouandofi la vena di ochra fi feguiua
nondimeno : ondegli antichi hebbero copia di file eccellente. Sin
quì Vitruuio. Onde habbiamo che era mancata l’ocra, per eflerf
tralafciato di feguir le caue di argento,forfe perche altronde fe ne ha-
uefle con minor fpefa: e raccogliamo anco che’l file fia l’ifteffo che
Sile è l'iftello i . |
Ti l’ochra. Nealtrofignificando ochra voce greca, che a noi pallidoe
con l'ochra.
giallo : meritamente tal terra è detta da noftri terra gialla. Segue del-
la terra rolla. i
Ù
Rubriche. CAP. XXVI. Di Vitruuio.
E rubriche fi cauan copiofe in molti luoghi : male eccellenti in
pochi: come nella prouintia di Ponto jin Sinope, nell'Egitto,
nella Spagna, nelle ifole Baleari, e non meno in Lemno:li datij di
qual ifola, per conceffion de Romani godono gli Athenefi. Aut.
rubrica hog- E' conofciuta la rubrica fotto nome di magra e terra rofla:le terre rof-
gi nera et fe fonoin vfo de pittori: le magre in vfo de fabri legnaiuoli.
ga.
Parcetonio, e melino. CAP. XXVII.
L Paretonio ha ilnome da gli luoghi onde ficaua. MELINO.
Nel medemo modo il melino; percioche la minera {ua firitruo-
uain Melo vna delle Cycladi.
Creta verde». CAP. XXVIII.
A creta verde fi ritruona in più luoghi: ma l'ottima in Smyrna:
quefta li greci chiamano Theodotio : percioche ‘Thcodo-
to fu,nel cui fondo primafiritrouò il detto geno di creta. Aut. Chia-
| mafi
LIBRO OVARTIO! | © 113
mafi hoggi terra verde: è cretofa e leggiera e di foftanza fottile: cot- res verde
ta rofleggia. Adoprafi principalmente a frefco: adopralianco ad come fiado-
oglio imitando le carnature di donne, in alcuni luoghi con gra- Hejizm e
tia:oue fi è da auuertire, che l’iftefla hiftoria,che Vitruuio attribuifce di Piso,
alla verde, Plinio trasferifce alla cerufla. Quefto dico, accioche fia-
no li ftudiofi auuertiti nelle lettioni de antichi, & a noltra degna
{cufa, cgiufta difenfione, mentre per chiarezza della verità, fiamo
forzati alcune volte contradirli e corrigerli, e fegnatamente in Pli-
nio autore altrimente vriliffimo,& onde pofliamo hauer intelligen-
za di molte cofe, purche auifatamente fi legga : ue altrimente letto
ci condurebbe in molti errori, & intrighi.
Orpimento, e fandaraca. CAP. XXIX: ti
"’ORPIMENTO che Greci chiamano arfenico fi caua in Ponto,
L La fandaraca quantunque in più luoghi, la ottima ha la fua
caua in ponto, preflo il fiume Hypani. Altrove come fa nelli confi-
nidi Magnefia&Efefo , vi fono alcuni luoghi, onde fi caua prepa- o;pimento na
rata, fiche non bifogna macinarla, o criuellarla , fendo ella fottile suralmere pre
comeogni altra peltaamano , e criuellata. Aut. L'arfenico de an PEtzi0r
vAirfenico , e
tichi fl è detto già, che fiail chiamato volsarmente orpimento, e che. fandaraca de
la fandaraca fia 11 chiamato orpimento roflo: & è mamfefto che il co- «ate.
lor di orpimento imiti il giallolino , e la fandaraca rofla il color del
te)
volgar minio o fandice, o più tolto del cinnabari. Segue Vitruuio
del minio de antichi , hoggi detto cinabrio . ,
Del minio, e chrifocolla . CAP. XXX. Di Vitruu.
NtRrARO horaafpiegarlaragion del minio . Dicefi che fuf-
È fe prima ritrouato nelli renimenti Cliuiani di Efefo: di cui l’ef-
fere &il modo di farfi,ha molto del marauigliofo: percioche fi caua
la zolla detta anthrace, prima che col maneggio dell’arte diuenga mi
nio.Haquefta vena il {uo color ferrigno partecipe del rufo,& ha d’in
torno fe vna polue rofla. Cauandofi, dalle percofle de ferramenti
mandafuori fpeflo lacrime di argento viuo :quali firaccolgono. Le
zolle con lalor pienezza di humore fi pogono nelle fornaci a fecca=
re:oue il fumo per il caldo del fuoco da efle folleuato, rifedendo nel
fuolo del forno, fi ritruoua eflere argento viuo . ’Tolte le zolles.
K 3 le goc-
Anthrace
«frgento vi-
uo dall'ifteffa
vena del mi-
nio,0 cinabrio
moderno è
Vena del mie
nio come diué
gatenera.
Minio tocca-
to da raggi al
tera il colore.
Modo, che’!
minio lunga-
mente fi con-
ferui è
Minio adulte
rino come fi
conofca »
cu DELL'HIST. NATVRALE
le goccie che rifedute fono per la breuità del tempo non poffon
raccoglierfi : ma fi fcopano nell’acqua : oue concorrono, e fi am-
maflano in vn corpo . Hora ritornando altemperamento del minio:
le glebe fatte già fecche con peftello di ferro fi ammaccano e macina
no ,econ fpefle lauature,e cotture fi fache acquiftino il colore « ca-
uano dunque dalle zolle quette fuftanze: & il minio abandonato
dall’argento viuo , perde la natural robuftezza, e ne diviene di natu-
ra tenera e debole: perciò mentre nelle puliture de conclaui fi darà
fu l’intonicato , puote ftare nel fuo color fenza difetto: ma ne gli luo
ghi aperti,come li cortili fono e loggie, e tutti luoghi,oue può giun-
ger il fole e luna con fue raggi, toccato da quefti fa alteratione: e per-
fa la virtù del colore, fi annerifce. Cofiè anuenuto, come anco a mol-
ti altri,a Faberio fcriba: qual defiderando nell’Auentino hauer ca-
fa elegantemente pulita, diede alle mura tutte del cortile e loggie il
minio: qualiin breue e tra di vn mefe ne diuennero di color va-
rio, e fenza gratia veruna : perilche ricondufle di nuouo il pittore a
colorirli di altri colori. Ma fealcuno vorrà più fottilmente procede
re,e che il fimimento di minio ritengail proprio colore : colorito
che fia il parete e fecco, potrà con fetole darui fula cera punica cò
alquanto dioglio disfatta. temprata. Dopo del che con carboni ac
comodati in vn vafe di ferro, rifcaldando la cera col muro,mouerà
quella a fudore,fiche venga ad agguagliarfi.Finalmente con candela
e panno lino ben netto lifciado, le meni, come foglion gouernarfi le
ftatue di marmo.Quefta cura fuol chiamarfi da Greci caufis,che figni
fica infogamento. Nel qual modo la vefte fatta della cera punica non
comporta, ne chel {plendor della luna, ne li raggi del fole iui perco-
tendo annullino il coloredi detti pulimenti. Hora gli fondachi che
prima erano nelle caue di Efefo, fono trasferiti a Roma:percioche co-
tal geno di vena è itato poiritrouato in I{pagna, dalle cui minere fi
ortan le dette zolle, e per gli datieri in Roma fl rafinano. Sono
detti fondachi tra iltempio di Flora èdi Quirino . Contrafafli il mi-
nio con mefcolanza di calce:dunque fe alcuno vorrà far proua della
fua fincerità, farà in quefto modo. Togliafi vna piaftra di ferro, c {o-
prapoltoui il minio,pongafi a fuoco, finche perl’accendimento sim
bianchifca: e quando dall’imbianchimento farà mutato il colore in
nero leuifi la lamina dal fuoco:che fe raffredato ritorni nel colore pri
mo,farà fegno di fincerità: ma s'egli refterà nel color nero , harremo
n le) Cal
certo fegno del minio adulterato .
Chrifo-
LIBRO OVARTO 1155
Chrifocolia. CAP. XXXI. Di Vitruvio.
noviciniavene di rame. Il minio el’indico dall’iftelsi nomi fi
fanno ove prouengano. Sin quì Vitruuio.
To A chryfocollafi porta di Macedonia. Cauafi da luoghi che fo
Difcorfo foprabi detti di Vitrusto,e Plinio. Car. xxxIr.
L L'intelligenza di cui diciamo, che il nome di minio ètolto
dal fiume di Spagna preflo di cui fono dette caue. Etl’indico
dall'India. La cera punica, è la bianca:qualcome s'imbianchifcae
Diofcorride e Plinio c'infegna: le fetole di cui ha fatto mentione, fo
no li pennelli fatti difete porcine: quali intendiamo cfler quelle,
che fono nel fomimo della {pina a mododi crefta. Hora fe vogliamo
conferire con li fritti di Vitruuio, quel che dell'ifteffe cofe Plinio
n'ha detto, uedremo manifeftamente che egli,ogni cofa che ne di-
ca da Vitruuio trasferendo, habbia con l’alteration di parole fatti al
cuniinciampi, parte corrompendo il vero intendimento delle cole,
e parte di fouerchie aggiute apportandoui . I] carbon dunque di gal-
la,di cui Plinio fa mentione,par cofa molto fuor di necefsità, 6 forfe
caufa d'impedimento . Il bruciarla col fuoco è manifeftamente cota
nociua. Vitruuio dice fcaldarla. Et il fine di tal rifcaldamento da
Plinio è taciuto: &èche lacerafirenda eguale . Il far prova del mi-
nio con l'oro infogato è cola più fouerchia e d'impedimento, che al-
trimente : potendoli ciò fare con femplice piaftra di ferro. Ilche tut-
to fia detto con riuerenza di quefto autore, qual non è l’intention
noftra di dannare: ma folamente di mottrare alli tudiofi del vero;
con quanto auifo gli antichi ferittori fi debban leggere : ilche colo-
ro che non fanno, è neceflario che incorrano in difricultà ineftrica-
bili, lafciando fpeflo per alcune parole mal riferire, la verità ttefla del-
le cofe. La chryfocolla fimilmente, quantunque dica Plinio na-
{cere in tutte le vene: ma ottima efler quella di rame: Vitruuio non-
dimeno c'infegna che fia propria della venadirame:e fe all’altre è
commune quefto in tanto auuiene:in quanto fiano di vena di ra-
me partecipi: perciò chel verde è proprio del rame. Noi habbiam
vifto
Tnanertimen=
ti vary di Pli
mo nell'hifto-
ria delminio e
chiyfocolla .
Chryfocolla
propria del ra
me cotro Pli.
116 DELGE"HIST. NA TVR'ALE
Cute di cem viftovene metalliche di alternate crufte di crifocolla e ceruleo rico-
cn AA uerte: dico la prima di ceruleo continuato nella fuperficie increfpata
33 " quafi in granella: fu la qual crufta, foprauenea la chryfocolla con
altra crufta fimilmente continua e di groflezza maggiore:e fu di que-
fta in alcune parti, macchie fottili di ceruleo : fiche nella mefcolanza
delle vene,dall’humor della loro rubiginofità infetto facendo princi-
pio,fecondo la leggerezza e proprietà loro , l’vna fu l’altra fan fuolo,
fecondo habbiam detto, la chryfocolla di fopra di fuperficie più li-
... fcia, il ceruleo fotto dici di fuperficie increfpata, e SPES della chry-
a focolla altre macchie fparfe di ceruleo. Ritrouanfi hoggi fin dalli
finoanofrité tempidi Vitruuio e di Plinio le mura colorite di minio, e di chryfo
pi. colla, con prontezza e viuacità mirabile , non altrimente che fe fuf-
fero colori ditempo proflimo dati. Hora con Vitruuio feguiremo
li colori artificiali.
Dell’atramento: CAP. XXXIII. DiVittruuio.
NTtRARO' horain quelle materie , che mutandofida altri ge-
ni col temperamento del maneggio, riceuono le proprietà de
colori: c prima dirò dell’atramento , il cui vfo nelle opre fuole fpef
fo eflere neceflario : acciò fia ben conofciuta la ragione con che fi ap-
Mine ba parecchia . Siedifica dunque vna torretta a volta, a guifa di ftufa "e
raccogliere il fi pulifce con marmo bene allifciato : & innanzi di quetta fi fa vna
fumo per l'a- fornacetta con le fue narici , che fbocchino nella detta torretta a vol-
ENAMENLO è R Go
ta: chiudefi la bocca del forno con diligenza, fiche la fiamma non
{panda fuori. Pofta dunque nella fornace la ragia : quella tocca dal-
la forza del fuoco, è coftretta mandar il fumo per le narici entro la ftu
fa: quale attaccandofia gli pareti & alla volta, indi poi raccolta, par-
te fi tempra con gomma per l’inchioftro de libri, parte temprato con
Cpriamiro di colla fi adopra dall’intonicatori a colorimenti de pareti. Ma fe non
facile apparee hauellimo apparecchiate tali commodità,per non reftar nelle noftre
chio. neceflità impediti potremo auualerci del feguente modo. Si torran-
no farmenti, o fcheggie di deda, & appicciatoui fuoco , fi lafcieran-
no paflar in carboni:quali fpenti e pefti nel mortaro con colla,farino
il nero non difdiceuole per vfo de intonicatori : nò altrimente la fec-
cia di vino fecca cotta in fornace, e pefta con colla, farà bona a que-
fto feruitio, e farà gratiofa maniera diatramento ;e quanto farà di
maggior
i LIBRO QVARTO,. 117
magior vino fi auuicinarà più al color d'indico. Sin quì Vitruuio.
Aut. Noi hora tempriamo per vfo di fcriuere il noftro inchioftro
con chalcanto altrimente detto vitriolo : percioche bollite materie le
snofe acerbe nell'acqua, come fonoo galle o corteccie di granato o
altre fimili, e giungendo vitriclo al decotto , fecondo che’! vitriolo
{i disfà, quafi in iftante, fimutail decotto in color nerifsimo:a cui
giungendo gomma habbiamo inchioftro a feriuere idonco. La fo-
uerchia gomma apporta danno all'inchioftro, che non corra ne fcri-
ua, ma refti aggrumato al calamo: la poca fa che nonattacchi alla
carta, e lafciandofi facilmente l’imbratti: &in oltre trapaffando la
{uftanza tutta della carta,fala lettera interminata. E‘ vtile alla tempra
tura dell’inchioftro il vino, e.l’aggiunge vigore: altri vi danno vna
parte d’indico perrenderli il nero più grato con la participanza del-
l’azurrigno.Quefto è l'inchioftro c'hoggi adopriamo per fcriuere:ma
per vfo di ftampa, fi adopralaifteffa fuligine da Vitruvio narrataci
temprata con vernice : cofi chiamiamo vnlicore compofto di oglio
di linoccolofonia, vtile a molti feruitij:etalèlatinta che fi adopra
nelle ftampe,che improntano con la parte folleuata: ma per ftampe
di rame che improntano a contrario con l’incauo, fi feruono della
feccia bruciata narrata fimilmente da Vitruuio : percioche dando la
tinta alrame, & aftergendo con diligenzala pulita fuperficie dief-
fo, reftanondimenola tinta nelle linee incauate: oue fopraponendo
la carta inhumidita: calcata con feltri piglia l'impronto della tin-
ta lafciata nel cauo di dette lince. Temprafi la feccia con oglio cotto
dilino. Quefte fono le più diftinte maniere di tinta. Segueilce-
rulco .
Ceruleo . CAP. XXXIII. di Vitruuio* -
E tempre del ceruleo prima furono ritrouatein Aleffandria:ma
dopo Veltorio inftituì di farne in Pozzuoli. Il modo come fi
faccia in vero è marauigliofo . Si pefta l'arena con fior di nitro fottil
Inchicftro me
derno da fcrim
e
Giufto tempe=
ramento
Inchioftro de
ffampatori.
Pernice che
cofafia è
Stampe d'ince
V40) °
(eruleo come
mente , fiche fi faccia il tutto a farina fimile. Mefchiafi quefta con Sifeccia,
rame limato con lime grofle, a rafpe fimili , e riuolte con mano
fiammafsano in palle, fiche alligate fecchino . Secche fi accommo
dano in orciuolo di terracotta. L'orciuolo fi pone in fornace. Cofi
il rame e l'arena detti, fecchi che fiano , infogati dalla forza del fuo-
co communicando l’vno all’altro il fudore, fiappartano dall’eflet
proprio
118 DELL’HIST. NATVRALE
proprio,e dalla forza del fuoco vniti fi rendono dicolorceruleo:
Dellofla. CAP. XXXV.
*V sra molto vtile nell’intonicati fi tempra in quefto modo.
L Cuocefì la gleba del file, fiche fiainfocata, {pengefi in aceto,
ediuiene di color purpureo. Aut. L'ifteffo ha detto Plinio farfi del-
la cerufa infogata, e fpenta in aceto.
Della ceruffa, e verderame. Car. xxxvi.
Di Vittruuio.
ORA non farà fuori del propofito trattar della ceruffa e del
Modo di far verderame, che gli noftri chiamano eruca. Li Rodioti ac-
la cerufa. commodandoli farmentinelle botti vi foprafondono aceto , e fopra
li farmenti pongon le maffe di piombo : dopo del che coprono le bot
ti, fiche non fitin fuora: & apprendole dopo vn certo tempo, ritro-
uan la ceruffa fatta dalle mafle di piombo.Nel medemo modo fanno
delle piaftrelle di rame, e ne fanno la detta eruca.
è?
Sandaraca. CAP. XXXVII. Di Vitruuio.
Sandaraca fat
A ceruflacotta nella fornace, mutando per l’incendio il colore,
ta di ceruffa.
diuien fandaraca:ilche dall'incendio a cafo impararono gli huo
mini. Quefta è molto migliore di quella, che fpontaneamente nata
fi cava. Aut. La fandaraca natiua,e l’orpimento detto roflo, fono di
natura cauftica e velenofa.La fatta di ceruffa,è la chiamata volgarmen
te minio , molto migliore nell’vfo della pittura , di color fra l’ochra
e’ cinabrio.
Oflrodicheecomefifaccia. CAP. xxxviIIt. Di Vitruu.
; ORA cominciaro a dir dell’oftro. Qual con la fua fuawirà di
SARAS del colore, di prezzo e di eccellenza tutti gli altri auanza. Que-
° fto fi raccoglie da vn conchiglio marino,di cui fi tinge la purpura:di
© N 3 3 5
proprietà a chi le confidera niente meno dell’altre cofe della natura
meraul-
LIBRO QVARTO.
merauigliofe : percioche non in tutti gli luoghi oue nafce fegue vna
maniera di colore: ma fitempera naturalmente fecondo il corfo del
fole,onde quel che fi raccoglie in Ponto e Gallia, perche quefti pac-
fi appropinquano al fettentrione,è nero : e procedendo tra fetten-
trione e ponente fi ritruoua livido:ma quel che fi coglie dall’equinot
tiale leuantino al ponentino è di color violato : quel che nel pacfe
verfo meriggio ha la potenzadi color roffo. E perciò l’oftro rotio,na
fce in Rhodo ifola, & in tutte le contrade di tal effere proflime al cor
fo del fole. Colti che fiano quefti conchigli,con ferri attorno fi fcar-
nano, e da efsi feriti vlcendo vna fanguinolenza purpurea a lagrima
fimile, fi fcuote nel mortaro: oue dimenando fi prepara. Perche
dunque fi caua da conche matine: perciò fi chiama oftro . Conferua-
fi couerto di mele,altriméte p la (ua falfugine prefto diuien fiticchio-
fo. Aut. Sin quì Vitruuio dell'oftro:l’vfo di cui ‘hora è del tutto di-
{meflo, quuntunque non manchin li conchigli. Le purpure hanno
la corteccia dura e grofla , ce con molti procefli appuntati: li buccini
habbiam vifto con Plinio, c'habbiano anco vna fimil fanie : e che fia
no conthigli fenza detti procefsi: nel qual ordine pofsiamo porre al-
cune fpetie di lumache marine di color purpureo abondantiflime,
molto freguenti nel noftro feno Baiano . Ma perche fia difmeflo l'v-
fo delle purpure,non pofsiamo altro ftimarne, che l’abondanzadelle
cocciniglie animali cofi detti, daqualicon maggior lucro habbia-
mo il noftro intento : percioche femplicemente da efle fi fa il creme-
fino color eccellentifsimo: & accompagnate con altri,il pauonazzo.
Quette dunque dall'India, oue dall'induftria humana in molta abon
danza fi allenano , portateci, han fatto per quanto ftimo difmettere
del tutto l’v{o della purpura.
TI.9
Imitattonde molti colori con altre materie. Cap. xxx1x.
Di Vitruuio .
F NNOSI ancora li colori purpurei dalla radice di Rubia,e del-
l'hyfgino. Non meno fifanno da fiori, altri colori: perciò l'in
tonicatori), volendo imitar il file attico , fan bollire la viola fecca in
vafe con acqua: e temprato che fia la fpremeno per panno lino in
mortaro : oue mefchiando e dimenandola creta: indi la raccolgon
Oftro fecondo
lipacfi varia
il colore .
Come fi rac=
colga.
Come (i cofer
Ule
Buccini, e pur
pure.
Lumache nel
feno baiano
carriche di co
lor purpureo .
Purpura per-
che difmeffa
dall'ofo.
Imitation del
lì colori purpu
rei.
fmitation del
colorata, &imitano il color di file attico. Nelmedemo modo tem. Sile attico»
prando
Imitation del
lachryfocola .
Îmitation del
lindico.
A2urro oltra
marino, che
cofa fia °
Terranera.
130 DELL’HIST. NATVRALE
prando il vaccinio,e mefchiandoui latte, fanno vn elegante color
di purpura. Non altrimente coloro, che non poffono hauer chry-
focolla per l'altezza del prezzo;infanno il ceruleo co l’herbaluzza, &
cofeguifcono vn bellifsimo verde. Similméte nella penuria dell’indi
co, tingonolacreta felinufia,o l’anularia,o’l vetro, & imitano l’indi:
co. Hora perintelligenza di Vitruuio , a me par di dire,che per vio
la intenda il leucoio giallo, o calta, o altro fimil fior giallo, fe ndo che
vuole il file attico: quantunque il file ifteffo eftinto nell’aceto pali in
color purpureo:ec pel vaccinio la viola purpurea, da alcuni detta nera,
fecondo da Seruio quefta herba è chiamata vaccinio. Si potrebbe an
co altrimente interpretrare ilvaccinio con Plinio,ilqual cofi dice .
Non nafcono eccetto in luoghi acquofi il falce, l’alno , il pioppo; il
felare , gli liguftri vtilifsimi a teflare fegni militari . in oltre li vacci-
nij feminati in Italia per caccie di vcelli, & in Francia per vfo di tin-
ger purpurce le veftimenta fervili .
AXurro oltre marino. CAP. xxxx. Aut,
A dell’azurro oltre marino,cofi hoggi detto, fpetie di ceruleo
nobilifsimo, e materia propria delle vene di oro,& hoggi tra
tutti gli colori fommamente ftimato , è marauiglia che diftintamen-
te ragionato non ne habbiano: già che non è inuention di nuouo ar-
tificio: ma propria minera. E' l’oltramarino tintura propria della
pietra lazulea, feparata dalla fuftanza di efla pietra marmorigna con
ottima induftria: percioche macinata, s incorpora con cera, e pece,Sc
altre mifturagini : e lauata nell'acqua, refta la fuftanza marmorigna
nella mifluragine : il color fi accoglie nell’acqua,da cui poi fi fepara.
Softiene quetto folo la proua del fuoco tra li colori hozgidi:come del
minio loro narrano gli antichi. Refta vn breue,e commun difcorfo
de gli colori del moderno vfo parte naturali , e parte dall'arte fatti.
Varie (petie de coloric'hoggi fi adoprano. Cap. xxxx1:
Aut.
ELLA terra nera l’vna è l'ampelite, di cui ragioneremo trale
terre medicinali,di fuftanza arida fimile a carbone . Ritroua-
fene anco vin'altra fpetie foda, che fi fende in tauolette vitle molto a
| diflegnar-
L'IBROMOVARITO. ‘131
| difegn ar in modo di grafio: di fapor di atramento, dalla. cui i infettio—
ne ha la fua nerezza. Non è di fuftanza cretofa,come il più delle ter-.
‘re,ne sindura al fuoco:vfitatifsima tra pittori. Taglianfi le fue laftre
perlungo in fette fimilia ftecchi, & adoprali in difegno nel modo
de carboncini: hanondimeno quella nera molto vantaggio al carbo
ne,cofi nel reftaril difegno {ula carta lungo tempo, come nella de-
licatezza delle linee, & vnion di adombratura.
Terra pauonaZzia: CAP. xxxxII
A terra pauonazza è di color roffaccio &azurro participe, di fu-
ftanza arida: fuole adoprarfia frefco : percioche ad oglio fi au-
uagliono di colori di altre materie; per imitar l'iteffo. Lap pauonaz-
za È Viterbo è più lroffa, di color viuace e più al cinabrio fimile. Il
cinabrio fi fa di (ullitnation di argento viuo, e folfo: il modo di far-
lo, infieme con altri colori, trattaremo tra gli metalli: imita nel co-
lore il cinabrio de antichi : coli chialnurono il fangue di drago: qual
hora nò è in vfo de pittori, eperlo molto prezzo,e per ani altri co-
lori, che fatisfanno in luogo fuo. Ilgiallolino fifa di cerufla nel-
la prima alteratione:imita nel colore il fiordi gineftra. Euui vn'altro
giallolino,di cui tratteremo tra li fmalti,e l'im petene.Il minio moder
no, o fandice de antichi, fi fa dell’iftefla ceruffa, e giallolino paflato in
maggior roflezza per la maggior cottura. Il verde camerato fi fa di or
pimento con indico temprato. Ilverderame fi è detto che fia ruggi:
nofità di rameraccelera molto il fuo nafcimentol’odor delle vinaccie.
Li biadetti fono diceruleo macinato... L’azurro oltremarino,come fi
è detto, fi fa di pietralazulea. L'azurro fmalto è tintura Mio in
materia di vetro. La lacca fifa della bollitura di verzino ifpefsita: :
o della tinta di grana, & cremefino » Sogliono feparar il detto colore
dall’iteffa lana tinta, dico dalla cimatura per brcuità di difpendio: sil
che fanno con bollirki nel liffiuio: ha il nome dalla lacca goma de an-
tichi. La terra fanta halatintura della felce herba,& il corpo di ghia-
racalcinata, altri dicono dititimaglio e terra Binda Laterra bianca è
venafimilea geflo cotto, na nel tatto,e di bianchezza notabile:
chiamanla Dali geflo dalti fomiglianza.: di fu vafi crudi,e ton
quelli fi cuoce,e fi ha foggetto al fecondo coloraméto: vue quelle, che
fenza detta terra fi cuocono, fono di minot bianchezza, e men belli.
Hafsi per il paretonio,e geflo tymphaico de antichi. Il grafo bian-
Zi E co fi
Cinabrio ®
Giallolino +
Minio de mo-
derni,o fandi-
ce.
Perde camea
rato è
Biadetti.
Agurro ol-
tramarino » È
Laccas' © i
Terra fanta.
Terra bianca.
12 DELL’HIST, NATVRALE
Grafio bianco, co fi taglia in paftelli per difegnare, come della terra nera fi.è detto ;.è
olapis bianco. materia che fi fcioglie veloceméte nell’acqua,e non s’indura al fuoco:
ma piglia fapore acre, a modo di calce. Adoprafi nel difegnare fu l'im
| primature,nel modo de paftelli fatti di gelo: e perciò non è molto in
Grafioroo,o vfo appo noi. Il grafio roflo;appo alcuni ematite: quitunque nella fu
emattie» — premaluperficie fi bagni,e bagnato meglio fegni ; nò fi fcioglie per-
ciò nell'acqua, mafiritiene. ‘Tra tutte le fpetie de grafij per difegni
da conferuarfi, è lo più ftimato, cofi per giuftezza de lineamenti,
come per gratia & vnion di adombratura: confafsi nel colore fan-
guigno con l’ematite:e nella fuftanza anco alquanto fe li confa,ma ce
degli nella durezza, che nello ematite è molto maggiore...
Grafio piombino. CAPLXNXXITI
i ai I L grafio piombino fi preferifce a tutte le materie, che prepatino il
A difegnoallapennael’inchioftro : percioche facilmente, vfando-
uiinduftria,fi cancella: e non volendo cancellarlo. fi conferua. Non
da impedimento al maneggio della penna;ilche fail piombo pervn
modo, &il carbone per vn’altro :fitirano con quefto fottilifsimi li-
neamenti, ne fi può ftimar materia per inuentioni da far in carta, che
fe le pofa agguagliare: è ontuofoal ratro,& al fuoco fommamite in-
durifce . Puofsi ragioneuolmente locare. nel geno de talchi: ma co-
fi di quefta,come di molte altre cole,ne ragionaremo più diftintamé-
te nel luogo proprio tra gli metalli. Sri
Terradiombra. CAP. XXXxIIII:
Ae; diot= WA terra detta di ombraè di coloraffumato, di fuftanza leggie-
ig ra, fottilifsima,ben ligata,&adherente gagliardamente alla lin-
gua, mentre con efla fitocca. Si rompe in fchieggie, e fi allifcia nel.
modo de boli: onde alcunil’han ftimata bolo armeno. S'indura al
fuoco,come il bolo,e l’argille.Simile al fuo colore fi vede la terra nel-
le vene putri dell'oro, Serue peradombratura de carni, e de gialli.
Terra Verde. CAP, XXXXY.
Tewraverde. wr A verdefimilmente, cheanoi fi porta , è di fuftanza fottile:ma.
men lisatae men fcheggiola , più morbidae di poca tintura;
: dai Da” quale
i LIBRO! OA RITO. E
quale anco al fuoco: prefto fi lafcia,ediuien nel modo delle argille cor
te. Adoprafiafrefco per dettaleggerezza dicolore. Alcunianco lado
prano adoglio nelle carnature di donne : ue fono per avucnamen-
ti alcuni liuidetti, con miolcagratia. Il bianco a frefco fi è detto,
che fi faccia di calce macerata. Gioua la maceration nell'acqua
pertoglierli la fuftanza vitrea, che'affumma nella fuperficie dell'ac-
qua, mentre fi purga:ilche faceua il bianco trafparente: dunque tolta-
gli quefta,la calce acquifta più corpo:ma per confeguir ciò meglio fe
le giunge il terzo di marmo: quatunque potrebbe ammaffarfi in pal-
le fenza di detto marmo.L’afphalto è fpetie principal di Bitume.Ado
prafi da pittori ne gli adombramenti di carne. Fanfi di varie fpetie di
‘fiorie frutti, variate anco manierede colori per colorimenti di minia
“ture,fecondo che fono tal colori,o più viui,o più habili a conferuarfi.
‘Freguentifsimo tra tali il verde del {pin ceruino, alquanto pallido
mentre è immaturo ; e più verde quanto più.al maturo fi accofta.
‘Hail nomedi verde vellica, per che nellevefliche fi c6ferua jnon altri
«méte,che fa naturalmere il fele.Ilrornafole è colore virile a coloriméto
“purpureo di carte: falli di viole ammaffate, & è di facile alterationeal
contatto di altre materie:pafla toccato dalla calce in celeftino.
| Varie confiderationi all’intelligenZa de colori. Cap. xxxxv.
ABBramodetto,che letinture di terre,c pietre;e generalmen
te de fofiili, tutte, da gli metalli provengano, mefcolatiui li
fumi loro,e rubigini : ilchela fperiéza ci moftra nella tintura de fmal
ti,evetri:e negli colori,che caccian le foglie de metalli variamete rem
‘prati.Ma alcune fono quafi femplici tinture ; e ruginofità de metalli:
altre materie tinte;come è la terra verde paragonata al verderame : il
‘bolo giallo alla rubigine del ferro,&cad alcune fpetie di rubriche. Et
hanno in ciò li fali, fotto il cui nome comprendo tutti li folubili;ope
*rationi molto manifefte, cofi nel cacciar li colori; come nell’alterarli.
E con la virtù degli fali anco, concorrono le fuccolenze acetofe & a-
«€erbe: percioche communemente l'odorloro caccia il colore e rubi-
ginofità de: metalli. In oltre Palume, c fapori acidi, li tralmutano
| dall'ofcuro nel chiaro: ilche fpetialmente tra gli altri fi dimoftra nel-
licélorirofli;e purpurci. Il fal dicalce,come f1 è detto, muta il violato
‘deltornafolein celeftino . Il fale armoniaco, el nitro muouono an-
«co il color celeftino:come che quefti fali col metallo dell'oro , &ar-
“ gento più fl‘confacciano «E perciò accompagnati colrame;che da fe
2 fteflo
Biaco a frefco
Colori di fiori
e frutti.
verde vesfica
Tormnafole .
Origine de co
lori minerali .
(onfiftéza de
colori varij.
Operationi de
fali tin monere
& alterar li
colori.
124 DELL’HIST. NATVRALE
fteffo dì naturalmente il verde: cacciano il ceruleo proprio alla fuc-
colenza dell'argento, e dell'oro .
Terre purgatrici. CAP. XXXXVI. Aut
L LE terre che colorifcono opporremo quelle che purgano e
nettano. E quantunque ciò fia quafia tutte le arcille com-
Terre ottime mune: nondimeno alcune il fanno con eccellenza: quali per fotti-
ST le gliezza di fuftanza e graflezza ; più con le brutture fivnifcono, cdi
‘ conditione afterfiva participano,come fono le nitrofe:molte de qua-
li nell’effigie fi fomigliano all’ifteflo fapone fatto dall’arte a quefto fi
ne. Talelaterra faponara de mori, da efli fottonome di fapon cele-
pa fte adoprata nelli lauacri precedenti le loro adorationi, come cofa
© nonfattadall’induftria humana, ma datali da Dio,a purgation de lo-
ro peccati. Quelta è di color affumato :e bagnata come ho detto è di
fuftanza lubrichiffima, del tutto a fapon fimile,e di nitrofità parte-
cipe. Le ceneri reliquie de bruciaméti de legni fono purgatrici,per la
fallugine & acrimonia folubile, impreflione reitata in ette dalla forza
ceneri,perche gel fuoco: quantunque detta operatione alcune facciano meglio del-
DA l’altre,come le di quercia,e di farméni:duque feparata che ne fiacél’ac
sale condenfa qua tal fuftaza,diuétano le ceneri del tutto inutili:e coloro,che fanno
so dallifimo » ;] lif{iwio,fan feparatione di detta fuftaza dalle reliquie di terra: qual
molti cò la cottura la raccolgono in mafla fimile à pietra, di virtù cau-
ftica:e coloro,che vi vogliono maggior violenza, mefcolano con le ce
nelfarilfa- neri vna parte di calce. Ma volendo renderla più benigna e men
REL mordace, e con quefto non meno anzi più habile a purgare : la me-
delcapitelloe fchiano con oglie graflezze , e con quette l’infpeflifcono in fapone:
fiaccrefee le percioche l'vntuofità de erafli rintuzza la mordacità del fale, & vnita-
765 PS fi conle brutezze perla conuenienza, che con loro haue, feco ne le
porta. Alcuni faponi dunque molli fono,altri indurati con la cottu-
ra, in modo fimile a-pietra.pilche volgarméte fono detti faponi in pie
ita: alla qual confiltenza alcuni naturalmente fi ritrouan fimili di ef-
nose fafanze figie, e di operatione. Le feccie dunque de vini bruciate,e tutte le
folubili , che nitrofità purgano,come fuftanze folubili:e con il loro confortio vni-
PS220° ti all'imbrattamenti,le fciolgono e le trahono feco,lafciando li cor-
pi da detti imbrattamenti purgati: le ifteffe fuftanze anco di vn-
tuoficà fiveggono cfler partecipxilche apporta anco a loro l’effetto di
da Ai P4 taloperatione. Glifeli purgano, per la caufa quafi ilteffa : percioche
Sa il fele è purgamento della fuftanza fottile e mordace del fangue,& è
. fultan- >
LIBRO OMARTO. 25
fuftanza nata da imprefsion'di caldo, di:vntuofità e lubricità manife-
fta:e molte fultanze acide;che nettano e purgano, fono manifettame-
te anco lubriche, & o ma le vntuofità, che dall’acrimonia
purgatrice , & da SE acetofità accompagnate non fono, reftandofi al $
corpo.attaccate ,imbrattano;, e non purgano. Tutte quelie fuftanze
dunque dette CoÙ con acqualauanoe nettano . Altre fiadoprano
afecco,comefiadopra il geflo a fcuotere il fumo dapani: percioche,
fregando con eflo È: il luogo affumato,fi vnifce il getlo col fumb : on-
de di nuouo fcuotendolo, "le ne fcuote infieme la fuliginofità apanni
attaccata. Adoprafi dunque il gelo per quefto feruitio femplicemé-
te cotto, impaftato, efecco. Horanonlafciando il noltro inttituito
ordine, veggiamo quel che da gli antichi i in tal foggetto habbiamo.
T erre appartenenti alla F ullònia. CA P. XXXXVII,
Di Plinio.
O no più geni di creta: ttaquali ne fon due di cimolia,che a me-
dici appartengono, labiancae l’inchinante al purpurco. va;
are l’effer vtile alla medicina, è vtile la cimolia in vfo de velti.
farda daque,che di Sardegna ci fi porta, fi adopra folaméte nelle cu
che: ma aquelle,che fcambian colori,è nociua: tra tutti li geni di ci-
molia, la più vile è il fallo creta cofi Sa miglior dell'vmbrica,
& è proprio del faflo crefcere mentre fi macera:e perciò fi compra il
faflo apefo, l’vmbrica a mifura :nel'vmbricafi adopra in altro, che
per nettamento de panni. Hora l'ordine con che fi adopra detta ci-
molia è quefto : prima fi laua la vefte con la farda, dopo delche fi fuf-
fumiga col tolfo,e finalmente fi defquama con i cimolia: dico quel-
la vefte che è di (da colore: percioche li colori falfificati fi (cuopro
‘no colfolfo, fi annerifcono e {perdono: malicolori veri dalla cimo-
lia fi AR più piaceuoli, e lafciando l’attriltamento datogli dal
folfo,con acquiftato luftrore fi auuiuano.. Il faflo alle vefti Coda è
più vtile dopo il folfo: ma è nemico alli colori. La Grecia in vece di
cimolia fi ferue del geflo tymphaico. Sin dui ì Plinio delle crete in vlo
de pani. Aut. Il delq uamare,ch'eglifaco Ja cimolia o gefio tymphai-
co ; él’ifteffa operatione , che ho col geflo commune fi fanegli pan
ni ia Il folfo fiadopra anco hoggi per dar la bianchezza, {uftu
migando con effo le lane lauorare . Boni farà bene paflar all’vfo me-
dicinale delleterre, parte principale della noftra opera, facendo prin-
cipio dalla dottrina lafciataci diciò da Galeno.
È DEL-
(19.5)
suftaze acide
perche pur-
GINO .
Suftanze , che
mettano a fec=
co.
a Terre viili a
pursambti di
panni.
Dal folfo fi
annerifiono li
colori non fin
ceil
Jolfo per dar
la Lianchezza
alle lane .
DELL' HISTORIA
SRNSATIAIREA STE i
Den FE RCR-ASNUT: Bi > od PELA 1 NO
LIBRO OVINTO. o si
Nelq uale communemente fi tratta delle terre per quanto
appartengono ad vfo di medicina. Di
Delle terre, e modo di purgarleo. Ciò. 1. DiGaleno.
Diuifion delle E
DE p A terra hale fue differenze, altre pigliate dalla graf-
fezza e magrezza, che fono differenze nel femplice
efler di terra: altre dalla miftura de varij corpi, che
feco mefcolati fono: fecondo qual mefcolanza, al-
JAY tre terre fi dicono efler petrofe, altre arenofe...
dato eg Quefta mefcolanza fe ne può facilmente apparta-
re macerando la terra con acqua, fiche fifaccia miftura ben liquida:
sevararid del Percioche da feftefla la parte arenofa e petrofa tutta va fotto,e la vera e
la mefcoliza, femplice terra refta di fopra. Quefto appoto accade nella terra lemnia
dallaterra» quale altri chiaman rubrica lemnia, & altri figillo lemnio, per l’im-
Rubrica lem- o - i z ; ) ; i é
Da preflione fattaui del figillo cofegrato a Diana: percioche togliendo il
facerdote quefta terra con cerimonie di quella patria proprie , non
facrificando con animali, ma fpargendo grano & orzo, fale facre
favisfattioni:ilche fatto porta detta terra nella città, oue macerata che
l’habbia nell'acqua, e ridotta in forma di fango:turbatolo fortemen-
te il lafcia per alquanto pofare, & appartata l’acqua che fopra nuo»
ta ne piglia il luto, lafciando il fondaccio di arena e pietre come inu-
tile. Il detto luto graflo fi lafcia feccar fino a tanto che pigli confiften-
Impronto del 7a dicera molle: di cui all'hora pigliandone piccole particelle v’im-
la terra lem-. . É 3 Si ;
sia prime il fagro figillo di Diana. Lafciafi dopo feccare all'ombra
finche diuenga bene afciutto , e fi faccia ilconofciuto medicamento
da tutti, fottonome di figillo lemnio,così detto dall’impreflione del fi
gillo:non altriréte che altri la chiaman rubrica dal colore. Ma quan
tunque habbia tal nome, è differente dalla propria rubrica : percio-
Minera della che la rubrica propriamente detta tinge, ilche no fa il figillo. Trouafi
rerralemnia. quefta materia in Lemno fecondo l’andaméto di vna collina tutta di.
i color
LIBRO QVINTO. 127
color biondaccio, oue non fi vede ne arbore, ne faffo, ne pianta, ma.
folamente tal forte di terra: e fi fanno tre differenze di terra lemnia:
l'vna c'habbiam detto di terra fagra, che non è lecito ad altri toccar-
la, chea facerdoti : l’altra di quella, che è veramente rubrica, di cui fi
feruono li maeftri legnaiuoli: e la terza, che ferue a nettar pannamen
ti, adoprata da chiunque vuol feruirfene. Hora hauendo io letto ap-
po Diofcoride, & altri, che nella terra lemnia fi mefchiaua fangue di
becco, e che dal luto fatto di tal mefcolanza il facerdote formaua 4 &
improntaualifigilli detti lemnij:defideraua molto di vedere il modo
e proportion della mefcolanza. Dunque perl’iftefla caufa, che mi
hauea fpento di nauigare in Cypro per conofcimento delle materie
che a metalli appartengono, e nella caua Soria parte di Paleftina, per
veder il bitume, & alcun’altre cofe: per l’iftella non mi rincrebbe
di nauigare in Lemno,per veder la quarità di fangue,che con la terra
fi mefcolaua: perciò ritornando vn’altra volta 1n Roma per terra,
perla Thracia e Macedonia,nauigai prima da Troade di Aleflandro
in Lemno:hauendo iui ritrovato naue,che faccua viaggio per Thefla
lonica, e fatto patto col nochiero, che nel viaggio tocafle Lemno : il-
che egli fece: ma non venne nella città, oue farebbe ftato bifogno.
Percioche non fapea io innanzi,che nell'Ifola fufler due città: ma mi
credea, che fi come Samo, Chio, Co, Andro, e quante altre ne fo-
no nel mare Egeo , hanno vna città cognominata allIfola, cofianco
auvenifce in Lemno: ma difcefo che fui dalla naue,intefi che la città
vue era gioro fi chiamaua Myrina,eche non era nel fuo teniméto,ne
il tempio di Filottete , ne il fasro colle di Nettuno: ma che dette co-
fe foffero in vn'alera città chiamata Hepheftia, qual non era vicina a
Myrina. Perilche,non potendomi afpettar il nochiero,difterij nel ri-
torno mio di Romain Afia,riueder Hepheftia:ilche feci come haue-
uafperato,e propofto :percioche tragittato c'hebbi d’Italia in Mace-
donia, e trapaflato quali tutta quella per terra, e gionto a Filippi cit-
tàalla Tracia finitima: calai indi al mare più vicino, difcofto da cen-
to ventiftadij, & inditragittai in Thafo difcofto da ftadij ducento,
& indi per fettecéto altri in Lemno: onde poi trapaflai per fettecento
altri in Troade: qual viaggio io quiui ho fritto d’induftria a quetto
fine,che fead alcuno altro venifse in defiderio di veder Hephettia, fa
pédo il fito fuo pofla drizzar il {uo viaggio: pcioche neil’Ifola tutta di
Lemno, Hepheftia ftalocata verfo levante , Myrina verfo ponente:
e quelche da Poeti fi fauoleggia di Vulcano detto hepheftio sE par
di che fl
Tre differéze
di terra lem=
NA.
N anigation
di Galeno per
riconofcer la
terra lemnia.
L’ifola di Lem
no hauea due
città.
Cerimonie v-
fate dalla fa-
cerdotefa di
Diana è
Pirti della lè
Raw.
Sperienza fit
ta contro vele
ni da Galeno
della lemnia .
128 DELL’HIST. NATVRALE
che fi fia tolto da Lemno,& quefto hauer dato luogo alla fauola, tolta
occafione dalla natura del colle, che appare fimilifsimo a bruciato,co
fi nel colore, come anco perche niente in eflo nafca. Vfcita dunque
la facerdotefla al colle a tempo che io quiui venni,e buttato in terra.
vn certo numero de grani di frumento e diorzo, e fatro alcune altre
cofe fecondo la religion della patriasempi vna carretta tutta di detta
terra, qual portata nella città formòli figilli tito famofi appo gli huo
mivi. Parue dunque a medi dimandare, fe vi fuffe ftata memoria,
che già fa nella detta terra vi fi fufle mefchiato fangue di becco : qual
dimanda intefa molle a rifo tutti, non folamente del volgo, ma huo-
mini dotti, cofi nell’altre cofe,come nell’hiftoria della patria loro:an
zi hebbiwnlibro fcritto giù molto innanzi da vn paefano dell’Ifola,
oue s'infegnaua diftefamente il modo di adoprar detta terra» Peril-
che non mirincrebbe far proua di detto medicamento, toltone ven-
timilia figilli e colui da chi hebbi detto libro, huomo iui dell’ordi-
ne de patrizij , fe ne feruiua a molte cofe : percioche & alle ferite vec-
chie e che malamente fi chiudono: & a gli morti cofi delle vipere,co=
me di altre fiere:c contro veleni non folo innanzi, ma dopo anco, fer-
uirfi di detto medicamento folea. Aggiungea anco, che egli haueua
fatto proua del medicaméto di ginepro, che tiene talnome dagli frut
ti di efla pianta:in cui fi pone terra lemnia: e diceua,che fe alcuno ha-
uefle tolto l'antidoto, a tempo chel veleno era nel ventre che li haue-
rebbe moflo vomito: delche noi anco habbiamo fatto dopo fperiéza:
percioche occorrendoci alcuni, che fofpettauano di hauer pigliato il
lepre marino e cantarelle, datogli il medicamento oue entraua det-
to figillo,ributtorno poco dopo quanto haueuano di dentro: ne do-
po di quefto loro auuenne alcuno accidente di quelli, che fogliono
auuenire alla prefa dellepre marino, e delle cantarelle: quantunque
fi fufle con certi fegni conuintala prefa di dette materie velenofe.Ma
non potrei perciò affermare fe tal medicamento de frutti di ginepro
e terra lemnia, haucfle la forza iftefla contro li veleni detti mortiferi,
non hauendo io fatto di ciò fperienza:ma quel tal di Hepheftia affer-
maua di fi: onde dicea,che fanaffe anco il morfo del can rabbiofo be-
uuta in vino adacquato, e pofta fu la piaga fciolta in aceto forte. Di-
cea anco,che fanafle le percofle fatte da morfo di altre fiere adoprata.
fimilmente con aceto , e foprapolteui le foglie di alcune herbe, quali
altrimente fappiamo che fieno contro putredine. Tra detteherbe
primariamente lodaualo fcordio,appreflo il centaurio fottile,& indi
il mar
LIBRO QVINTO. 129
ilmarrubio. Noi quefto pofliamo affermare, che quante volte hab-
biamo adoprato la detta terra lemnia alle piaghe putride, e di mala
qualità, ne habbiamo conofciuto molto profitto. Il modo di ado-
rarla è fecondo il grado della mala qualità: percioche quella che è
fordida, di grauc odore, di carne lafla e molle,coportala lemnia fciol
ta in luto con aceto forte, nel modo de gli altri paftelli adoprati chi
davno e chi da viv’altro, come fono li paftelli di Polyda, di Prallione,
di Androne,&ilnouamente nominato Betino: quali tutti gagliar-
damente difleccando giouano alle piaghe rebelli , fciogliendofi altre
volte in vin dolce, altre volte con fapa, altre volte con vin mele, altre,
con aceto, con acquauino , acquaceto, & acquamelc. La terra lem-
nia dunque fciolta con alcuni delli detti, fifa medicamento conuc-
niente cofi a faldare le frefche ferite, come a medicar l’inuecchiate,
che mal voluntieri vengono acicatrice , e che ribelli fono .
Delle terre communi, e della E gizia. CAP. II.
Di Galeno.
IsrEsso effetto fa qualfiuoglia altra terra medicamentofa:
| percioche,ficome habbiamo diftinto, la terra che fa luto dalla
terra elemento, che feco contiene anco le pietre, cofianco diflin-
guiamo la medicamentofa dalla terra di coltura. Medicamentofe
diciamo quelle che propriaméte fi adoprano a curarl’infermità:qua-
tunque delle coltivate alcuna ve ne fia grafla, & ela anco idonea ad
indur fanità ouunque fia bifogno di diflecamento. Perciò & in Alef-
fandria,& per l'Egitto molti fe ne feruono,altri fecodo che’l proprio
giuditio li muoue , altri ammoniti da fogni . E mi è occorfo veder in
Aleffandria alcuni hydropici e milzofi, che togliendo il luto della ter
tacgizzia, e di quella, gambe, cofcie, gombiti, fpalle, lati e petto in-
ungendo, nericeucuan manifelto giouamento . Non altrimente l’i-
fteflo luto fi vede giouar le flémoni e l’enfiature molli,che odemi chia
mano: &ho vifti alcuni , che dal fouerchio flufla di fangue per le ve-
ne di fotto, diuenutone infiati e tumorofi, ne hanno anco riceuuto
aiuto non ofcuro. Alcuni altri hauendo patito lunghi dolori fili in
qualche membro, fono con tal luto manifeftamente guariti: ne ciò
deue darci marauiglia, fendo che ogni terra ha manifefta virti di
diffeccare : e perche il {uo corpo è di natura fecco e quanto a fe ftefla
del tutto priua della miftura della fuftanza focale: perciò nel diflec-
care
Terra lemnia”
adoprata nel-
le praghe pu-
tride. si
Terra egizzia
di cultura ad
hydoprici, e
milzofi.
130 DELL’HIST. NATVIRALE
care non fifenteeffer mordace: ma puote a. maggior ficurtà di:que-
fto lauarfi ... io
«Della lascatura delle terrecommunemente. | Cap. 111:
Di Galeno . i STR ST
FX Avastogniteita nel'modo ifteflo, che dellalemnia fi detro.
Prima fi macera nell'acqua pura, edi niuna qualità medica-
mentofa fofpetta. All’horaraflettato, che fia illuto , fiverfa l'acqua
che fopra nuota, & il luto;che era andato di fotto, fi 'appatta datutra
ta fuftanza petrofa & arcnofa; che era nell'infima patterifeduta.
Prouadel g Nelche colui c'ha il fenfo del sufto effetcitato , farà buon'giudice.;
ftos fe la terra -_LÉ Sua x RE
babbia bifo- qual terra habbia bifogno di efler lauata, e qualnò: percioche ne fo
gno di eferla no alcune, che di lauatura non han bifogno : altre richiedosro efler
crutiià lauate e due , e tre volte: ma per quanto alla terra lemnia appartiene
ella fi piglia lavata dalla facerdotefla vna:volta , perilche non ha di
ciò più bifogno.
Samia. CAP. iii. © DiGaleno.
Y A terrafamianonhabifognodiceflerlauata. Adoprafi di effa
i quella fpetie , che chiaman ftella famia;non'altrimente chel fi-
illo lemnio,a gli fputi di fangue,di ouunque quelli vengano. Gioua
anco alli flufsi di fangue della madrice, & al chiamato propriamen>
e fluflo di donne: gioua alle piaghe c difficultà inteftinali , innanzi
che diuengano putride:fogliono li medici chiamar quefte piaghe pa
fcenti: percioche la putredine quafi animal pafcente va mangian-
do e ferpendo nelle parti vicine , corrompendo quelle nel modo
delle parti di prima infette. Quantunque nell’ifteflo male io alle
volte mi feruadella lemnia; e con manifefto profitto , tanto vfata in
‘ criftero, comeinnanzi tolta per bocca.. Alche fogliamo lauar pri-
male piaghe con acquamele, e dopo diquelto con muria. L’ado-
Cipavatiò del PriAmo dunque in criftero con fugo di piantagine, &in beuada con
lalemnia, co acquaceto molto temprata. Ne poco piùmi par efficace la lemnia,
lafamia. «che la famia: perilche le piaghe gia rocche di fiemmone:non com-
portano la lempnia ima dall’vfo fuo fi irritano &inafprifcono, etan-
to più, fe l'huomo è di habito delicato e molle zoue dalla famia non
‘folamente-non s'inafprifcono-dette parti , manericeuono:mitiga-
mento:
virti della fa
miao è
# I AIMIBROVQOVINT; 131
«mento: principalmente quelle,che più humide, e molli fono: come:
ile tette, tefticoli, e shiandole : ma potrai conuenientemente di det-
«ta terra feruirti, fe ridotta che l’harrai con acqua in lifciezza di tatto,
vi aggiungerai tanto di buon oglio rofato , che con la fua mefcolan-
za li toglia il difseccare. Sarà anco cofi preparata conueniente all’al-
tre flemmoni calde, principio de buboni,e fuffioni di podagre,& in
fomma ouunque fia l’intento noftro di rinfrefcare con mitigamento
se piaccuolezza: onde manifeftamente ficonofce,la famia efler di vir-
tù mediocremente raffreddante ; anizi la fuftanza fua paragonata alla
Jemnia è manifeftamente dell'aereo partecipe:delche ne fa argomen-
to la leggerezza. Con quetti fegni dunque fi potrà ftimar ogni altra
terra medicamentofa: dico fegni diconfiftenza , la leggerezza e gra-
nezza, laafprezza e lenità nel gufto: & in oltre la tenacità e potenza
di nettare: percioche la ftella famia è tenace e vifcofa, del che il fi
gillo lemnio poco partecipa.
«| Selinufia e C bia. Caf. vi) 0. ©! Di Galeno:
ENGONO anco moderata virtù di nettare laterra felinufia,e la
© chia: perilchealcune donnedi quelle fi feruono nelli vfidi
abbellir la faccia: ma noi habbiamo moftrato nel terzo libro del
methodo curatiuo , che tutto quel c'ha moderata virtù di mondifica-
re;fia anco idoneo al nafcimento della carne nelle piaghe: e fe con
quefto fia di diffeccamento partecipe, chefarà anco conueniente al
chiuderle. Di quefte poi, quelle fono più conuenienti al chiuder le
piaghe fupficiali,e che végono nella fuprema pelle, & alle fcottature;
quali difleccando fenza mordere, non hanno molta manifefta caldez
za; o freddezza. Perilche la terra Selinufia, ela terra chia fono mol-
to alle fcottature lodeuoli : fendo che detto male richiede medica-
menti di moderata mondificatione, e fenza ecceflo di rifcaldamento,
o raffreddamento: ilche la felinufia, ela chia, come anco la famia
hanno in fe: magià habbiamo detto, che la detta ftella, fia fpetie di
terra famia; in quefto dell'altra famia migliore, che tenga in fe vn
che di vifcofoetenace. Ilche eMTendo cofi nell’altre piaghe,comean
co nelle fcottature,non fi deue comparare la famia co l'altre terre,che
tenaci non fonò:fendo chelatenacità reride la fuftiza più emplaftica,
che non fi richiede a mondificare:mentre che in detto corpo tenace e
vifcofo non vi fiamefcolata altra acrimonia: come nel vifchio ifteflo
veder.
Segni di effa-
minar le ter-
TED è
Selinufia , è
Chia , perche
vtili a (cotta
ture è
Paragone del
la felinifia; e
chia, cò la fa-
mia +
Natasra dop-
piadella cimo
lia
Conte fi ado-
prinole terre
leggiere nelle
fcottatureo ..
134 DELL'HIST. NATVRALE
veder pofsiamo. Ma nelle flemmoni che cominciano nelle mamel.
le, tetticoli, & inguinaglie, fono la felinufiaelachia inferiori alla
famia:perilche cue fia mancamento delle cofe , che in queftofom-
mamente giouano : di efle ci feruiamo come non del tutto inutili .
Cimoha. Cap. vI. Di Galeno.
A cimolia,effendo di mefcolata potenza, parte raffredda e parte
digerifce,ilche fa leggiermete:dunque lauandofi, lafcia e fi {po-
glia di tal virtù. Ma ciò non facendofi, opera fecondo l’vna e l’altra
qualità, come altri medicamenti compofti,che per il più ripercotono
infieme, e digerifcono. Queftafua contrarietà di virtù più cuiden-
te fi fa, mentre fi mefchia con bumori di virtù contrarie : perilche ac
compagnata a ripercotenti e raffreddanti,& ella ripercotére e raffred-
dante fi dimoltra, & accompagnata a digerenti digerente: perciò
conuiene alle fcottature: onde alcuni idioti di fatto la inongono con
aceto: ma pet tal vlo non è bifogno di aceto potente, & cfiendo
tale è meglio mefcolarui acqua: cue io defidero che babbi per ani-
fo communemente dato in ogni terra leggiera, che tutte giouino al-
le fcottature,fe di fatto fiano inonte con aceto ò puro, ò mefcolato cò |
acqua, come che prohibifcano al membro il far bolle: ma fi hano da
cofiderar con quefto le fattezze del corpo che fi medica, fe egli fia di
| habito molle o duro:percioche gli molli non foffrifcono medicaméti
gagliardi,come foffrifcono gli duri. Ma,eflendo quefte cofe non del
tutto al propofito prefente, fi lafciano di più copiofamente fpiegarfi,
cofi nel trattato della compofition de medicamenti, come nelli libri
de rimedij di breue apparecchio: percioche da principio nel difcor-
. fo prefente aquefto habbiamo attefo , in che modo fi.conofcano ge-
Terra pura
diftecca fenza
mordicameto
Aftringenza
qualità, che
neralmente le virtù delle cofe : oue applicandofi l'animo fi venga in-
di poiallariconofcenza dell'vfo particolar, facendoui alquanto di
‘aggiunta, & imparando la ragion di adoprarli: perciò fenza trattener-
ci quiui più a lungo, raccordiamoci di quel che poco fa habbiam
detto , chelaterra da fe fuor di mefcolanza di fuftanza eftranca hab-
bia viruù di feccare fenza mordicamento. Ma fendo che niun corpo
è intieramente puro, e fenza qualche mefcolaza:fi ha da vedere la na-
tura delle fultanze mefcolate : c quefto fecondo le differenze della
leggerezza e grauezza, e fecondo le differenze dal gufto infegnateci;
percioche,fe vi fi conofce aftringenza, diremo che altrettanto di fred
i de.za
LIBRO QVINTO. 133
dezza habbia pigliato, quanto di aftringenza:e s'ella ha feco acrimo- _sftringenza
nia diremo che tato di caldo vi fia,quato vi è di acrimonia. L'ifteflo fi qualità , che
ha da vedere nel graue,e nel leggiero:percioche la leggerezza le auvie Dia sf sa
ne per effer nella fuftiza fua mefcolata abondate quarità di aria: onde acrimonia
quanto è più graue, tanto ella è più fincera,e pura terra. Quefto è quel del caldo.
che Galeno della purità della terra c'infegna : ma fc a noi è lecito per
l’inueftigation dellaverità,cotradir ad vn tato approuato autore,e pro
ferir quello che la {perienza fteffa ci dimoftra: diremo che le men pu
re terre quelle fono,che più delle altre fono greui:pcioche quefte tut- pes fre) cao
«te hanno participanza di fuftiza metallica: e che non fia la femplicità e | gremi
+ della terra caufa di grauezza,ma la forte mefcolaza di humore co ella, ‘6tr0 Galeno,
e la molta fuccoléza dalla lùga téperata cottura codenfata:perilche l'o
ro,l'argéto viuo,e'l piobo,quantuque di poca terra partecipi, fono tra
tutte le cofe create grauifsime. E le terre,che greui fono, sépre di qual.
che mefcolaza metallica pregne fi ritrouano:oue a contrario ritrouia-
mo le terre purifsime,eleggerifsime effercinfieme. queftofiadetto tut
to cò riuereza di vn tato autore,e folo a fine dell'inueftigation della ve
rità. Hora fegwamo il difcorfo dell'ifteflo nella dottrina delle terre.
Proprieta comune delle terrev. Cao. vir. Gal.
E Proprio della terra, che pofta a fuoco non fi liquefaccia, come Terra fecddo
È, fannoil piombo, ftagno,agento, & oro: perciò quando ti vien VA go
detto terra di argento,di ferro,o di orocome foglion chiamare le ter- 070, e verro
re delle minere. Non deui flimare, che per tutto fia mefchiato co efla #4 arene .
l’argento,l’oro,o'l ferro:ma che vi fia toccaméto:cioè,che cò le picco-
le particelle di terra, fiano confufe le picciole particelle di oro, di ar-
gento,o di ferro,fecondodi che vena la terra è: perilche tal particelle
de metalli rocche dalla forza del fuoco fi appartano: & appartate ven-
gono ad vnirfi.Non altrimente auuiene nella terra che contiene il ve
tro,effendo ella arenofa:percioche nell'arena la futtanza di vetro fuol
ritrouarfi.Ma nò gia di ogni arena coloro,che a tal effercitio fi fon de-
dicati, vogliono cauar,l’oro e lo vetro:ma cercano quelle arene , onde
con pocafpefa molta fuftanza cauino: percioche dopo le molte fpefe,
chefarbifogna nel fabricar le fornaci,e nel lauoro:fe poca fuftanza fe
ne raccoglieffe,ne harebbono danno. Dunque fendo in molte arene
cotenute tal piccole particelle di oro, e di vetro, coloro che in quefto
meftiero fono effercitati , non vanno a qualfiuoglia terra: fimilmen
\ M te nel-
Terre che re-
fiano dalla fu
fion de metal
li fono petrofe
Le terre vice-
mono frfione
‘contro Gal,
Loppe e (corie
che fiano ,
Suftanze , che
refiftono al
fuoco »
134 DELL'HIST. NATVRALE
te nella elettione divena chabbia rame ; o argento , o ferro; o fagno
non eliggono ogni vena: € fatta feparatione de gli metalli dalle terre
mefcolate, quella che refta, non è fimile all’altre terre , che veramen-
te tengono nome di terra, per ifcioglierfi in luto bagnate con acqua:
pciochele terre;che reftano dalle vene metalliche , fono reliquie per-
cofle, ne poffono macerarfi: dico chel’humore penetri per la fuftan-
za tutta: ma fi bagnano folo nella fuperficie, come lacadmia petrofa,
qual non fi fcioglie nell'acqua. Madi quefti altri corpi oltre difpu-
taremo. Sin quì Galeno. : Nelche ancora falua la riverenza divn
anto huomo, veggiamo la fperienza contraria aquel che egli pro-
pone : percioche delle rerre,quali veramente egli terre chiama ,etra
le terre colloca, la maggior parte riccue fufione:; eciò fi può vedere
nelle argille, equelle [petie di crete, che eflo narra tutte: purche fe
le dia fuoco corrifpondente. Anzila magior parte di loppe, e fpiu
me de metalli,che fcorie chiamano, fono terre liquefatte nelle fufion
de metalli, che per laloro leggerezza notando dalla fuftanza de me-
talli fi appartano. Quantunque ele pietre anco facciano l’ifteilo,
alcune dunque velocemente ciò fanno, altre tardi:.ne perche dentro
de vafi di terra li metalli fifondono, perciò fiha da credere , che l'i-
fteffe terre non fondano : percioche a quefto feruitio , fi fa elettione
di quelle terre, che più refiftono,e fiano di conditione men fufibili,e
che più fiano partecipi dell'efler di talco , & di altre nature a talco vi-
‘ cine, comeèl'afbeftino , il fiore ilebiano,ela gleba detta piombina.
Mattoni delle
fornaci fi li-
quefanno , €
corrono in mo
do di acqua.
Quali con leterre fi mefcolano , afine di refiftereal fuoco, & non
pigliar prefta fufione: quantunquene quefte anco nella lunga di-
moranza del fuoco, poffono dalla fufione eflerimmuni. Nè è ra-
gion fufficiente,mentre che refiftono al fuoco nella fufion de meral-
li, che perciò del tutto non fifondano. Et chi vuol di ciò vederne
efperienza, può vederla nella fornaci fatte di matton crudi, oue fi fac
cia fuoco gagliardo : percioche li matton crudi altro non fono che
terraammaflata, ne altrimente fi fciolgono, che.tutte l'altre terre:
cotte nondimeno diuégono pietre dalla virtù del fuoco;che l'vnifce.
Ne quefta vnione è altrode caufata,che dal principio di fufione,qual
feguédo la cOtinuità del fuoco diuiene manifefta:pcioche l'iftefli mat
toni cotti diuégono con la cotinuation del fuoco flufili, come nelle
dette fornaci può vederfi:oue dimano in mano colando minuifcono
la loro sroffezza,e finalméte fi cofumano-Hora quato al vetro,el’oro
de quali eglifamétione,dicédo così l'vnocomel’altro,ritrouarfi rale
are-
LIBRO QVINTO. 13;
arene, la confideratione è molto diuerfa: percioche l'oro , quantun-
quecon l'arena mefcolato, fi apparta da quella, perla diuerfità del
pefo,e p ladifferéza delle nature: e fimilmete de gli altri metalli. Anzi
ad alcune vene fe le giùgonoaltre mifture di pietre,per aiutar la lorfu
fione:oue fufi,cofi l'oro come gli altri metalli, dall'altre materie da fe
ftefli fi appartano: reltido quelle in loppa, che è {chiuma della fufio-
ne.Manel vetro fi dè fare altra confideratione : percioche non fi ap-
parta la fuftanza delvetro da dette arene, ch'egli dice: ma tuttala
fuftanza dell’arena pafla in fuftanza di vetro.Ma che dico delle arene?
mentre le integre pietre fi peltano , per farne vetro, giongendoui al-
cuni fali cauati di herbe: tra quali a tempi noftri è famoliffima la fo-
da,come a tutti gli altri fali fuperiore nel È vetro.Quelîe duque fono
Je cofe nelle qualila fperiéza,c la ragion,che è l’ifteflo efler delle cofe,
cihanno {pento adire il parer noftro contro Galeno. Hora veggiamo
quel che egli appreffo fopra la virtù medicinale delle terre cin fegna.
Terra ampelitev. Cap. vI de di Gal.
Ora dice Galeno ritorno alla terra medicamentofa: qual,
perche fi fcioglie in luto bagnata con acqua, perciò terra fi
appella: e perche di effa ci feruiamo per medicamento, come de gli
altri, perciò fl chiama pharmacite o medicinale:ma onde habbia que
fto nome: 0 perche fola tra l’altre così fia, o perche habbiala virtù
medicinale puì manifefta: più tofto fi deue affermar l’vltimo detto .
Chiamafi dunque ampelite , cioè de viti:non perche fia più dell’altre
buona per piantamui le viti: ma perche inonta d'intorno, ammazza
glivermi, che in effe nafcono. Chiaman quefti vermi appo noili
vignaioli fcenipi. Nafcono nel principio di primaucra, quando le
viti cominciano a germogliare, & a gonfiarfiquella lor parte, onde
efce il germoglio,che chiamano occhio. Le fcenipi dunque, palcen-
do quefti occhi , apportano alle viti danno non leggiero. È perciò
coloro,che ciò fanno, n’inongono le radici, e nafcimenti di detti oc-
chi.Perquefto dunque ampelite,cioè terra de viti,& pharmacite,cioè
terra medicinale fi chiama: o perche ammazzi li (cenipi,moftrado in
quefto la fua medicamétofa potenza:o pche quefta iftefa fia molto di
uerfadall'altre rerre,de quali ci feruiamo nellecure:pcioche l’ampeli-
te accofta quafi alla codition delle pietre , e fi mefcola nelle copofitio
ni de medicameti,oue fia bifogno di diffeccare , e di digerire: perche
2 non
Comparation
difforigliante
del vetro, e
delimetallo «0
larenascontro
Galeno .
Perche alla
terra ampeli-
te fida nome
di medicinale,
Virtù delPam
pelite, e (ua
mordacità è
136 DELL’HIST. NATVRALE
non è ella priua di mordicamento, ne anco è di natura moderata, ne
Terre di ur ha virtù mitigatiua, comela chia, la famia, cla felinufia. Egià del-
tà mitigante- Ja cimolia habbiam detto che fia alquanto più gagliarda di quelle,
ma nondimeno è fuori di mordacità, e tanto più ficuramente fe fia
lauata.
Terra creteféo. “Car. ix. Gal.
A terra cretefe è alquanto fimile alle hora dette : madi forza
virtà della molto debole, e di molto aerea fuftanza partecipe : ha nondi-
serra di can meno forza di nettare: perilche fi feruono di efla per nettar i vali di
“ni argento , e ricuperarli lo {plendore. Dunque tal terra ti feruirà
ouunque fono conuenienti l'altre, che mondificano fenza morto.
De quali tutte la lemnia ha più potente virtu.
Terra eretria . Capr. x. Gal.
A terraeretria anco, è più della lemnia potente , ma nondime-
LL no fino a tal termine,che non habbia mordicamento. Lauan
dofi diuien moderata, non altrimente, che le fopradette. Sarà dun-
que fpediente in quefta terra,come nella cimolia,n6 folamente vna,:
ma due altre volte lauarla. Sono nondimeno alcuni che la bruciano,
eretria bru- per renderla di efter più fottile e più agre, acciò paffi nella potenza di
cu ti digerire:oue fe dopo l’hauerla bruciata fi lauerà:lafciando la fua agri-
Bce monia nell'acqua, e ritenendo la fottigliezza dal bruftolamento ac-
quiftata,ne diuerrà più diffeccante:dunque fendo son bruciata con
lacommun proprietà delle terre tutte, è vtile alle piaghe : più nondi-
meno conuerrà a quelle che difficilmente firiempieno dicarne, &a
quelle che difficilmente fi chiudono, fe ella fi adopri bruciata e laua-
Eretria bru- ta: ma eflendo di efla due fpetie, la cineraccia di colore fi preferifce
ciata elauata alla bianca.
chiude le pia-
ghe difficili è n
chiudere, Pnigitoo . CAP. XI. Gal.
V vi vn'altra terra detta Pnigite,di potéza fimile alla cimolia, di
uerfa di colore pcioche ella è nera, non altriméte che l'ampeli-
te:ma vifcofa e tenace, non men che la famia:anzi fpeflo, più di quel
la tenace.
Bolo
sp
go
o n
(3
1 {1 AUIBROVOVENTIOL 0 î137
Bolo armeno . Cappa i si ali
X A,durando quefta crudae graue pefte de noftri tempi, mi fu
VÀ portata di Armenia finitima alla Cappadocia. vna terra delle
dette più feccante, di color pallido:chiamauala pietra colui che mela
donò,non terra: ma velocemente con l’acqua fi fcioglicua,come fa la
calce : così chiamanola pietra bruciata e fuanita di humore dalla for-
za del fuoco: e ficome nella calce, non vifi vede fuftanza alcunadi
arena, cofi anco nell’armenia: Percioche, dopo che col peftello nel
mortaro è macinata,è moltolifcia di tatto , ne più fadi pietra, che la
calce o ftella famia: quantunque nella leggerezzafia inferiore alla fa
mia: è dunque piu fpefla della famia: perilche a coloro che poco dili
gentemente vi mirano , fa apparenza quafi fufle pietra. Hora quan-
to al prefente foggetto, poco importa in qualunque modo-la chiami
| purche fappiamo che è molto diffeccante: per qual virtù è fom-
mamente conueniente, alle diflenterie, flufsi di ventre, fputidi
fangue, e catharri : & in oltre alle piaghe putrefatre della bocca.
| Gioua in oltre fommamentea coloro , a quali defcendono humori
dalla tefta nel petto ; & a coloro, che per tal caufa difficilmente fiatà-
no. Giouaanco tolta a coloro ; che di ammarcimento patifcono,dif-
feccando l'impiagamento, onde fa che non habbiano tofe ; purche
non fallino molto nel viuere , o che dall'arianon le venga repentino:
diftemperamento : perche io fono di parere, che, ficome nelle fifto-
le {peflo fi vede, non folo nell’altre parti: ma'nell'ilteflo fondamen-
to, che fenza porui collirio,che hauetfe tolto l’immonditia & il callo,
col folo medicamento difleccante fi fia ritirata e rinchiufa :cofi anco?
awuenga nella piaga del pulmone: qual fi.vede da medicamenti dif
feccanti effer guarita,mentre fia mediocre e non molto grande.Sono:
dunque ftatidi coloro, che tal male pativano , alcuni liberati del tut.
to:e di coloro che pertal caufa erano andati di Romain Libia, che.
credeano deltutto efleré guariti: e veramente per molti anni. ne ha-.
ueano fenza alcun diffetto apparente nella: vita; madipoi.; non vi-
uendoconl’ifteffa diligenza e cautela, apparue il ritorno del male.
A coftoro dunque come habbiamdetto îl:bolo armeno manifefta-
mete ha siouato,& a coloro che viuono inRoma é che fonotrauaglia
tidacotinuadifficultà di fiatare più ancora. Etin quefta pefte nò diffi
mile diandamento a quella che narra Thucidiré, quanti han beuuto
quefto medicamento , nc fono molto prefto guariti:e coloro a quali
uil M_ 3 non
Defcrittio del
bolo armeno +
Virti del ho
lo armeno.
Virtù del bo
lo armeno nel
le febri pefti-
lenti.
Bolo armeno
vciliffimo a
difseccamtto
di piagheo.
Virtù delle
terre in geNe=
rale.
138 DELL’HIST. NATVRALE
non ha dato giouamento , tutti fono morti,non eflendoui altro che
loro giouaffe. Onde raccogliamo, che a coloro folamente non gio-
uafle, che erano del tutto incurabili. Il modo di adoprarla è, chefi
beuain vin bianco di fuftanza fottile moderatamente adacquato, fe
egli o fia fenza febre;o n'habbia poca:& efsédo di febre aggrauato, CÒ
molta acqua : quantunque fia proprio de febri peftilenti di non ha-
uer caldo intenfo . Ma nelle piaghe,c'han bifogno di diffeccamento,
non occorre di dire quanta virtù tenga il detto bolo armeno:fiati pur
in arbitrio libero di chiamarla come tu vuoi,o pietra come colui che
meladonò,oterra, comelachiamo io, fendo che con l’humor fi
fcioglie. Aut. SinquìGaleno. Horavedremo quel che delle ter-
re mediciuali , e loro vfo Diofcoride c'infegna: aggiungendo final-
mente del noftro quanto ci occorrerà, perla miglior intelligenza di
quefta materia.
Dellaterra tn vfo medicinale communemente. CAP. XIII.
G NI terra che viene in vfo medicinale, ha generalmente vir
tù raffredante, & empiaftica : ma fpetialmente l’vna è diuerfa
dall'altra, fecondo chea varie cofe conferifcono col fuo proprio ap-
parato. barin
— Eretria. CAP: _XIIII. Diofc.
ELLA etetria vnan'è molto bianca: l’altra è di color cinereo.
La miglior eretria è quella;ch’è di color cinereo, tenera mol-
to:e che tirata fu'l rame porta feco linea di color violato. Lauafico
me la cerusfa: ha virtù aftrettiua,raffreddatiua, e leggiermente molli-
tiua , riempitiva delle concauità, e confolidatiua. Agric. La ter-
raeretriacome Plinio dice,ha il nomedal paefe,dico da Eretria città
di Negroponte in Grecia preflo Chalcide. Simile alla eretria fi ri-
truoua nell’Alemagna in Hanobera, in vna caua di pietre da calce
grafla, e che fregata fu vafi dirame ne riporta il lor colore. Aut.
Ma perche diofcoride dà anco vn modo più proprio di lauarla , e di
bruciarla: farà bene per l'intelligenza vniuerfale di adoprar dette ter-
re, viferir quiuinell'vno;e l'altro, quel ch'egli ne dica.
Laua-
E LIBRO QVINTO. 139
Lauatura,ebruciatura dell'Eretria. Car. xvi Diofe.
P Esta chefialaterraeretria fola prima, epoicon acqua, fi la-
fcia rifedere; quefto fatto, verfata leggiermente l’acqua, fi ec-
calaterra al fole: edi nuouo macinatacon acquail giorno, fi lafcia
la notte pofare. La matina fi cola l’acqua: e finalmente macinando-
Ja fortilmente al fole, fe ne fanno paftelli piccoli, fecondo farà com-
modo. BRvciATvRA. Mafchatrai bifogno della iftefla terra bru
ciata: fattone paftelletti nella maniera de ceci, fi porranno in vafedi
terra pertugiato,a cui fia turata la bocca con diligenza, pofta che fia
fu li carboni bene accefi fi foffiarà continuamente, e quando fi vedrà
o che la cenere sfauilli, oche fia diuenuta di color fimile all'aria,fi tor
rà dal fuoco e fi riporrà.
Terra famta. CAP. XVI. Diofc.
NE LLA terra famia fi dè preferir la molto bianca, leggiera, e
cheaccoftata allalingua, vi fiattacchi,quafi che incollata vi
fuiic:che fifciolgabene in fuccolenza: e che fia tenera e ben frangi-.
bile. Diqual maniera è propriamente la detta collirio: percioche
fono della famia due fpetie: l'vna la già detta, e l'altra la chiamata ftel
la, che fi fcioglie in laftre,& è denfa a modo di cote. Confalli nella
virtù, fi brucia e lava nel modo della Eretria. Stagnala famia il ribut
tamento di fangue: & fi da alli uffi dedonne col balaufto : mitiga,
impialtrata con acqua & oglio rofato , le femmoni de tefticoli , e
delle tette: fermaiil fudore,e beuura con acqua conferifce a gli mor-
ficati da ferpenti, & auuelenati. Aut. Le coti, a quali paragona
Diofcoride la ftella famia, fono le pietre con quali aguzziamoli ferri.
Quette fogliono ritrouarfi nelle vene di terra diftefe a file,& a modo
di laftre: come auuiene a molte fpetie dicrete ,eterre, che poi col
giaccio fi fciolgono. Sarà dunque la ftella famiadi effigie fimile a
pietra denfa, &acote, come Diofcoride ha detto , e forfe c'ha quelto
nome dal fcintillamento delle piccole pagliole di talco: comein
molte coti fpetialmente di acqua fi uede:c come fuol uederfi quafi in
tutti glifafiarenari, Effendo dunque ilcollirio di fuftanza fciolta,
e leggiera,tenera e che in fuccolenza fi fcioglie, e la ftella denfa a mo-
do de coti: poffiamo marauigliarci come Galeno diuerta da Diofco-
CS ride
Samia fi confa
con l'eretria.
Virtu della fa
Miao .
Galeno nella
famia fufpet-
to di errore?
740 DELL'’HIST.NATVRALE
ride nel preferirla ftella al collirio. Delche non hauendoegli daro
ragione quanto al mio parere più voluntieri mi accoftareialla clet-
tion di Diofcoride. Agrio La terra famia ha il nome propria-
mente dall’ifola di Greciaoue fi ritrova. 'Trouafinondimeno altro-
ue, c ritiene il medemo nomedellaritrouara in Samo. Ilfimile au-
uicne del melino , che piglia il nome dall'ifola Melo: e nondimeno
Plinio dice, che fi ritruoui in Samo: ne altrimente la creta piglia il
nome dall’ifola Creta hoggi detta Candia: quantunque altronde fi
caul.
Chia e felinnfia. Capeavitrio tt Asi Diofc.
ELLA chiafideue eleggercla bianca, che inchina alquanto
D alla cenere, fimile alla famia, laminofa c bianca, differente
nelle figure dell’incruftamenti da qualiè formata. . Hal’iftefla virtù
della famia:toglie le grinze del volto, e lo rende {plendido e di buon
colore . L’ifteflo opera in tutto il corpo: Serue anco a nettare il corpo
nelli bagni, adoprato in vecedi nitro. SELINvsIA. Diofcor.
L'iftefio effetto fa la felinufia:ottimaè la molto rifplendente e bianca,
facile nel frangere , che velociflimamente bagnata da humore fi vol-
tain fugo. Agric. La chia ha il nome fimilmente dall’ifola del:
mare egco cuefi truova; e la felinufia da Selinunte caftello della Si-
cilia. Li (LENTI slisboht
(imola. | Cavxviino air Dive:
E LLa cimolial'vna ne è biancatl’altra alquanto purpureggia:
pri l | poffiede vna natural graflezza,& è frefca neltoccare , di qual
modo fi ha da ftimar l'ottima. L’vnae l’altra disfatta nell'aceto rifol-
virtù dellaci ne le pofteme dopo l’orecchie, & altritumori nafcenti: inonte di fu-
moli» —bitofu gli membri tocchi da fuoco leconferiano; che non facciano
ampolle. rimettono le durezze de telticoli, ele flemmoni di tutto
il corpo: e fiadoprano anco al fuoco fagro , & in fomma fono ambe
in molte cofe vtili, fe faranno legitime e non falfe.
Pnigi-
LIBRO :O VENTO. 141
Puigiteo i CAP. XIX. Diofc.
E A Pnigite nel colore è alquanto fimile alla eretria, di glebe
grandi, e che rinfrefca le mani toccata. Attaccafialla lin gua
in modo,cherefta appefa. Halavirtiftefla dellacimolia: ma è in-
feriore alquanto di forza: alcuni la vendono pereretria.
Pmigite, e creta nera. = CAP. xx. Agric.
A Pnigite tiene il nome da Pnigeo borgo della Libia Mareoti-
de. A cui nonédiffimale la terra chiamata da noi creta ne-
ra. Ritrouafiquefta nella feconda Germania, neltenimento del no
bil caftello detto caftello diacqua: è vtile a legnaiuoli, non altrimen
teche larubrica:e perciò perlo.più atal vfo fe ne feruono . Sono di
quefta due geni. Il molle,quale quantunque non fia bagnato, fegna
Je lince che tiriamo con eflo, & ilduro, che fegna mentre fi bagna:
è terra alquanto grafla e rara, alle volte molle, & alle volte dura,nera
& agre algufto. ritrouafidell’vno e l’altro geno in Hildefimio terra.
di Saffonia , nella foffa de muri che è verfo tramontana. Aut. Quel Errordel'4-
dunque che fpinge l’Agricola a porre la detta fua creta nera con Ea
pnigite , fono le parole di Galeno , che dà alla pnigite il color nero sai
dell'ampelite. Ma io non poflo in modo alcuno a detta opinione
condefcendere :percioche egli manifeftamente defcriue la terra ne-
ra,egrafio nero de pittori, che in niun modo con la pnigite di Dio-
fcoride fi confà, cofi per far Diofcoride la fua pnigite glebofa: ilche
non halaterra nera dafabri e pittori vfata, quale o è molle e rotta, o
fi fende in crufte: come per non efler in detta terra nera notabil fred-
dezza di ratto,qual conditione Diofcoride dà alla pnigite : e per non
bauer quefta l’adheréza alla lingua,che nella pnigite è notabiliflima
più che in niffun’altra terra da effo nominata. Ma quanto alla quali-
tà del colore, dandoli Diofcoride il color dell’eretria, qual egli ha
detto in altre effer fommamente bianco , in altre cinerco ; e dandole
Galeno il color nero : 0 bifogna che diuerfe terre defcrivano : 0 vo-
lendo concederli tal colore da Galeno datogli, diremo più tofto che
fia la pnigite lacommunemente detta terra di ombra, glebofa, fenza rrigite è la
acrimonia,tenace,c più che niun’altra adherente allalingua, di color pos A 4
fumofo trail nero e cinerco mezzano. i
Melia
142 DELL’HIST. NATVRALE
Melia. CAP. XXI. | Diofc.
A Melia fomiglia nel coloreallaeretria di color cinereo, ma è
Li afpra, e fregata con le dita ftride a modo di pomice rafchiata.
Fa le operationi dell’alume, marimefle : ilche dal sufto ifteflo puote
Melia ba la effer manifefto: percioche diflecca alquanto lalingua. Ha virtù di
lst ali nettaril corpo & imbellirli il colore: aflottiglia li capelli , e fcancella
la vitiligine,e la {cabbia.E'vtilea pittori per conferuare lungo tem-
po a viuacità de colori : accompagnafi vitimamente ne gli empiaftri
Verdi.
Comune elettion delle terre. Car. xxII. Diofe.
A terra Ampelite, che alcuni chiamano pharmacite, nafce in
L Seleucia di Soria,deuefi eliggere,che fia fimile a piccoli carbo-
nidi pezzo, alquanto laminofa, & egualmente fplendida:e che non
tardi a liquefarfi,mentre peftando feli diaoglio. Labianca cenerac
cia,e che non fi disfaà, fi dè hauere per cattina. Ha virtù di rifoluere
e d’infrigidare: adoprafi in oltre ad ongerle viti innanzi che germo-
glino: percioche ammazza li vermi che vi nafcono.
cAmpeliteo » CAP. XXIII. Plin.
"A mpELITE èfimiliffimaa bitume. La fua prouaè, fe con l’o-
glio fi liquefaccia a modo di cera, e fe bruftolata confervi ilco
lor nero : adoprafioue bifogna ammollire, e rifoluere. Aut. Tal
perche vam Che s'intende efler detta terra bituminofa: e perciò s'incorpora pron-
pelite sincor- tamente con l’oglio,& al fuoco non muta il fuo colore: tali fono, la
Do; ce © terra nera, el carbon foffile: dicefi la terra melia dall’infola cue fi
= ritruova: &l’ampelite dalle viti :a conferuation de quali è piu in vlo
frequente. Sin quì delle terre nel proprio luogo da Diofcoride trat-
tate:ma perche egli già innanzi dell’ochra,& altre terre,non come ter
re, macome diuerfa materia tra colori hauea ragionato: feguiremo
con l’ifteffoDiofcoride di ragionar di quefte terre , a compimento di
quanto fi è propofto .
Dell'o-
LIBRO QVINTO. 143.
Dell’ochra. CAP. XXIV. Diofc.
I deueeliggere l’ochraleggierifsima, pertutto gialla,di color fa- _._. Io
ria; fenza pietre,e frale, del paefe di Athene: bruciafi, e lauafi, 0a (e
come la cadmia. Hauirtù carrofiua,diflipatiua de flemmoni e tumori
nafcenti: reprime le foprabondanzedi carne : riempie mefchiata col
ceroto le concauità, e rompe li tofi nelle giunture.
Ochra, e [tue congeneri. Car. xxv. Agric.
Ecvon leterredì notabile acrimonia inueftite: ilche loro au- 0chra,e cone
uiene dal molto caldo,che l’ha diffeccate in modo, che pargan gereri.
di cfler bruciate. Ritrouanfi per il più nelle caue de metalli: cquan-
tunque auuenga a quefte,come all’altre rerre,di hauer molte varietà
de colori : fono nondimeno per il più o gialle, o ruffe, o roffe,o pur-
purce. Han tutte virtù di difperdere e corrodere , c fono fenza pro-
prijnomi, eccettuatane l'ochra nome greco,da latini anco riceuuto, DOT vi La
quantunque eglino haueflino illuteo nome proprio delgiallo: ma gar terra gial
piacque a loro chiamarla o con quefto nome, o col nome peregrino la.
di Sile. E' dunque fuo color proprio il giallo , e perciò dicea Theo-
frafto , che gli pittori fe ne feruiwano in vece di orpimento , per con-
farfegli in tutto nel colore. Come dunque l'ochra terra gialla fi
confà di colore con l’orpimento j cofi l’altra terra fenza nome di co-
Jor rufto non è vario dalla fandaracha:quantunque di natura fiano
ambe dall’orpimento e fandaracha diuerfe. Nafce l’ochra e nelle ve-
ne de metalli, & anco nelle vene proprie. Fu preferita all’altre l'A-
thenefe.Magià fina tempi di Vitruuio erano le caue de metalli nel
l’Athenefe mancate,per non etler più le vene di argento in poter del-
le famiglie , che prima n'erano padroni:onde mancò il fermo inten-
to di lauorarle. Cauafi hora l’ochra nella parte di Vngheria antica-
mente chiamata Dacia. Cauafi nella Rhetia, e nelle minere di ar-
gento della Germania. Cauafi in Hildeshimio tra efla città e la grot-
ta de nani: qual ochra è compofta tutta dicrofte. Cauafi tra Alfelda
& Embecca: cfpeflo fi ritruoua di figure fimilaad ofiraghi : trouafi
in figura de cannuoli nell’ifteffo tenimento d'Hildefimio, nella via
dal cafal di Hafda al caftel di Safterda. Gli pittori di Hanodera bru-
ciano l'ochra ritroyata nelle caue di pietra da calce,e fe ne feruono in
i ‘vece
144 DELL’HIST..NATVR'ALE
vece di rubrica. Anzi l'ifteffa ochra,mentre infogata fi reftin gue in
aceto,diuiene di color purpureo: conturba l’ochra con la fua acrimo-
nia il gufto .
Ochra , e bolo giallo. Cap. xxvI. Aut.
O 1 habbiamo più f{petie di ochra:vna di cui la crufta è di co-
lor ferrugineo difaporaftringéte,ingranellata a modo di tutia,
le cui granella fi (ciogliono in color di ochra,di color più ofcuro del-
l’altre: quefta propriamente ftimarei che fufle ferruginea. L'altra di
terra molle frale,di color chiaro,attaccata ad vna crufta bianca dura, e
Ochraattica» lucida nelle fue fratture, venutami dalle parti di Grecia:qual ttimarei
propriaméte Attica,e di argento . Euui l'ochra comune di color men
viuace che la detta,e di fuftaza alquanto men molle,e men frale. Cor
te l’ochre in brieue diuégonopurpurec:e fpente nell’aceto acquiftano
chiarezza:ilche è commune alle fuftanze acide, métre fi temprano col
Bolo gialloin detto colore. Boro GIiaLLO.Il bolo giallo fi puote annumerar co
chefia dine:= P’ochre,c6quali di colore fi confa:differéte nella (fina glebofa,di etti
Sodallocbra* ciee confift ietra fimile ; onde fi n dita non lafcia del-
gie e confiftenza a pietra fimile : onde fregato co non lafcia de
la {ua fuftanza , come fa l’ochra de pittori, ma piglia nella fuperfi-
cie fua pulitezza. Trafmutafi nondimeno infocato , come l’ochra
in color purpureo. Ma s'indura per la fua fuftanza argillofa: il-
che l’ochra non fa, per efler di confittenza laffa : perciò non altrimen-
te, che l'altre fimili fi fcioglie e lafcia nell'acqua, e s'indura pofta a
; fuoco. Enne del materano , qual fente fapor quafidi calce, e que-
Ochre dinerfe {to più de gli altri coppia afuoco:euucne dell’iteffo materano altro,
conofciute dal . i : |
Sc che men fente di calce,e meno falta in fchieggie.
Bol de varij colort. CAP. XXVII. Aur.
A nell’ifteffo geno,e confiftenza de boli gialli , habbiamo al-
tri molti boli differenti folo nel colore. Traquali è il mate-
rano bianco, il violato, &ildiftinto a fafcie in tutti li detti colori:
& inoltre ne habbiamo dileuante vn'altra differenza di color di fu-
mo,venduto fotto nome di afphalto,che è geno principal di bitume,
forfe per la fomiglianza, e forfe per l’v{o fimile appo pittori: percio-
che l'afphalto fi adopra nell’adombratture di carne: e così il detto bo
ho | lo.Ma
Li
(LIBRO QVINTO. ‘#65
lo. Maènondimeno quefto molto diuerfo dalla terra di ombra fo-
‘miglia ndo egli del tutto nella confiftenza alli detti boli gialli.
Bolo armeno. CAP. XXVIII. Aut.
L bolo armeno dunque da Galeno defcritto , e c'hosgi di Arme-
niaa noi fi porta è fpetie di bolo giallo , in tal corrilpondenza al-
l'ochra de pittori, come la terra lemniaalla rubrica fabrile: l'vnae
L'altra fono in vfo medicinale , e fi adopra ne gli antidoti contro ve-
leni, e febri maligne . E quantunque a detti colori ficonfaccino non
tingono come fi è detto maneggiate,per la fodezza delia loro fuftaza,
anzi pigliano pulitezza. Hora palliamo co Diofcoride alle rubriche.
; Rubrica finopicae fabrilevi Car. xxix: Diofe.
‘Fo A rubricha finopica ottima è la denfa, graue, che nel colore
; imitail fegato , fenza petruzze, di colore confimile , che mol-
‘to fi diffonde bagnata. Cogliefiin Cappadocia in certe grotte:onde
«purgata fi porta in Sinopi città , oue ficomprae ne piglia nome di
finopica: ha virtù diffeccante, & empiaftica. Mefchiafi perciò nel-
l’empiaftri di ferite , ene gli paftelli,che fon deftinati a feccare , c co-
“-ftringere. Beuefinell'ouoariftagnarilcorpo , e per l'ifteo s'infon-
de con crifteri. Daflt anconegii flufli epatici. Malafabrileè del
tetto alla finopica inferiore, l'ottima è la Egizzia, e la Cartaginefe
fenza petruzze,e frale.Nell'Iberia Occidétale fi fa la rubrica di ochra.
< Rubriche hoggi adoprate. Cap. xxx. Aut.
OceInefonoinvfodue fpetie forto.nome di bolo. Il volgo
fi A ledàancoilnomedibolo armeno jpcheatempi paffati non
era conofciuto il bolo giallo, che hoggidi Armenia ci fi porta: peril-
che diedero tal nomea dette rubriche fpetie di finopica.L'vna di que
fic è pit a terra roffa fimile,men lucida,e men {cheggiofa: l’altra è lu-
cida nella fua fuperficie, (cheggiofa nel frigere,e di fuftanza molto li-
gara,auwenata di lineamenti alquanto più ofcuri del refto:chiamamo
-modi N quefte
Bolo armeno.
Elettion della
rubrica finopi
CAS è
Boli armeni
vulgari.
Sinopiche ri-
conofciute dal
l'autore è
146 DELL’HIST. NATVRALE
uefte finopiche n6 già che di Sinopea noi vegano ; ma perche fiano
dell'iftefsa fpetie. L’auwenata detta è di foftaza molto più dell’altra fot
tile,e più compatta, e confeguenteméte più empiaftica:adherifce per
quefto anco più alla lingua, L'altra più fimile a terra rofsa è più fquali
dae di foftiza più arida,c pofta nell'acqua più veloceméte fi fpezzain
frammenti. Mal’altra auuenata, quantunque più tardi fi rompa, ri-
ceuc nondimeno più perfetto fcioglimento . Horlarubrica fabrile
è conofciuta da maeftri legnaiuoli altroue fotto nome di magra, al-
troue diterraroffa. Apponoivna fua fpetie da pittorichiamata ter
raroflaè di color più viuo,e di fuftanza più corporea. L'altra dimen
conto da legnaiuoli è chiamata magra»
Terra Lemnia. CAP. XXXI. - Diofe.
A terra lemnia fi porta dall’ifola Lemno: cue fi caua da certe
grotte di vnluogho paludigno:fciegliefi ivije mefchiafi con fan
i gue di capra,e formata in paftelli fi figilla col fegno dell'itefo anima
pi sa le:onde è detto figillo di capra. Ha virnù di antidoto eccelléte più chie
altro, che fi fia, contro mortiferi veleni beuuta nelvino. Mentre
dunque farà tolta innanzi;conftringe chi gliha tolti a ributtarli. E
vtile fimilmente contro lemorficature dianimali velenofi; mefchia-
fi ne gli antidoti: & è in oltre vtile alle difenterie . Alcuni fi feruono
Rilation fa- di ella nelli facrificij, Aut.'. Tantodella terra lemnia c'infegnò
uolofadi pio- Diofcoride. Que noihabbiamo per propria teftimonianza di Ga-
È fera leno, che detta mefcolanza di capra fufle importuna, e cofa del tut-
conlalemnia. to finta:e che fuffero in Lemnotre fpetie di terra:l’vna detta, che fi fi-
Tre fpetie di Gillaua: vnacheera rubrica fabrile:&vn'altra di cui molti fi ferui-
terralemnia + \ CO A :
vano a nettar li pannaméti. Ma perchela terra figillata de noftri rem
Hif. di Gale- pi,quantunque nell'iftefla ifola cauata, non corrifponde alla defcrit-
Dr rfpon tion di Galeno ; ene habbiamo vna diligente defcrittione da vn me
figillata di bog dico moderno mandato a pofta per riconofcer detta terra di Coftan-
gi. tinopoli da Augerio Bufbeke ambafciator Cefareo , come in quefta
materia riferifce Andrea Mattiolo : miha parfo ben fatto riferirne
quanto da detto medico n’habbiamo..
Lem
‘AL1:B:R@ BOVINI 0.11 1] ‘147
Lemnia figillata. CAP. xxxtt. Stef. Albucario.
A terra lemnia per detto de pacfani, nonfi caua, nefifa che fia
ftata cavata altroue , che del luogo onde hoggi fipigli ia: ne an-
co vièmemoria feritta di REPAROL, del pacfe i in contrario:quantunque
il colle da Galeno notato nonle corrifponda punto: percioche egli
feriue chel colle cue fi cauaua era tutto roflo, come fe bruciato folle,
e che non vi nafcea, ne albero ne pietra, ne pianta di forte veruna:
&infommanonvieraaltro,che la terra di cui fi faccano figilli:e nel
colle, ouc hora fi caua, fi vede affatto il contrario di quanto coli dice,
fendo che particolarmente nel luogo della caua vi fono (af srofli,
dequal i fanno macine da molini: gi in oltre non iî vede nelcolle fe-
gno diroflo, ne vifta fimile a bruciato : anzi è tutto fertile di piante
& alberi, dilimentemente coltivato: onde hanno non poca copiadi
grano,e di lesumi, e fpetialmente di fagiuoli. Riguarda il monte È O-
riente, € prello diluivièvna villa da di detta R cpon di. La cauaènel
panne del monte, cue fi dilata in pianura. Quiui fono :re ° caue, de
quali due,oue per È paffato fi cauaua, fono ruinate e ripic:ìe : later
do horafi caua,è dalla parte del monte pae ei ae in
oltre alla radice delmonte.tre fontane limpidifsime: dequali I@due
minori fcorrono verfo Settentrione, e la maggior di tutte verlo Me-
rigcio. Laterra,cheiuificaua perla maggior parte è bianca o rofî
fia , quantunque ve fe ne ritruoui SOR #0 rofsa, e di gialla
del tutto fimile al bolo armeno hoggi vfato : marare nori auniehé
che fia di quefti colori. Ondem a adire, ochelaterralemnia
atempo di Galeno fi cauafse di altro colle, cho fia per lunghezza di
temporuinato, o per terremoti, o per innondation di acqua, come
fappiamo anco efsere auuenuto altroue:o che detto colle habbia mu
tato forma, e natura, per diligenza di coltivatori, come veggiamo in
altri luoghi già fafsofi, clileraì c pienidi fterpi, hora ripieni il vigne,
di oi e digiardini: matral’altre herbe feluaggie, Hans in
quefto. monte, il chameleon bianco vi è è copiofi na Cauafì la ter-
ralemnia a noftri tempi ognianno vna volta, il fefto giorno di Ago-
fto, non fenza fuperftitione: percioche fi perl fuadono , che o ca»
yata in queftogiorno habbia folamente le virtù , che fe oli attribu i-
fcono. Coloro Ch la canano fono Greci, mavi (0a fopraanti Tur
chi, li gouernatori di ciò dell’ifola , con altri de primi vfficiali. Ma
non polsono perciò far fi buona cuardia, che coloro che la cauano
suoi N 2 non
©
Luogo oue fi
caua la lénia »
Ginrno dell'a-
no deftinato a
canar la terra
lemmnia.
Terra lemnia
bona,qual fia.
sigillo della
lemniao.
143 DELL'HIST. NATVRALE
non ne afcondano qual che particella. Quiui dirò, che è cola ma-
rauigliofa, quanto fia fuaue l’odor che rifpira dalla caua. E fi deue
fapere,che non tutta la terra, che vi fi cana è buona: ma fi eligge fola-
mente quella,che fi truoua tra certe pietre fragili nafcofta, grafla e te-
nace: principalmente quella, che nonha petruzze dentro. Cauafi
dal leuar del fole per fei hore continue,e non piu: e dopo coprono
nella caua la parte difcoperta quell'anno: ne la fcoprono più, fino
all'anno feguente nell’ifteffo giorno . Et è pena capitale , che nefciu-
no ardifca ne in aperto,ne in afcofo di cauarne : e perciò non fe ne ha
quantità: cofi per il tempo breue di cauarla,come per la ftrettezza del-
la caua, oue non poflono ftare fe non pochi lauoratori. Hora tutta
quella channo pereletta , filaua per mano di vn folo deftinato a tal
opra, e lauata fi trafporta in alcuni facchi appicati in alto, fiche tut-
ta l’acqua coli. Dopo delche ficaua fuoride facchi,fiammafla con
mano,e fe ne formano pallotte maggiori e minori : quali fi fegnano
col figillo Imperiale: fecca bene fi manda con l’ifteflo figillo in Co-
ftantinopoli al loro gran Signore. Sin qui l'Albucario.
Differenze di terra lemnia: CAP. xxxIII Aut.
O 1 habbiamo dall'ifola lemno hoggi detta con voce dall’an
N tico corrotta Stalimene, tre differenze di terre : la rubrica fa-
brile di cui non è difputa , la glebofa, detta bolo armeno orientale ;
roffa, che non tinge, come è la detta famofa per vfo di antidoto: e la
bianca di color leggiermente cinereo, alle volte incarnatina: di cui fi
fanno li tanto hoggi ftimati figilli. Fannofi anco da moltili figilli
della roffa detta, mentre nelle ricette de Greci antichi occorre di ado
prarla: come che quefta fi tenga l’ifteffa di Galeno. Perilche diremo
che fianola figillata de tempi noftri, e la figillata de gli antichi diffe-
renti: quantunque l’vna, e l'altre ottimefiano in vfo di antidoti : e
che fi ritrouino in luoghi diuerfi: e che all’horala roffa, et hoggi la
bianca fi figilli: trapaffando dall’vn luogo e dell’vna terra nell'altra,
con occafione,che la lunghezza deltempo fuole apportare. Reftano
hora alcun'altre terre riceuute hoggiin vfo medicinale,de quali da
gli antichi non n'habbiamo memoria. a
Terra
-ETBROUOVINTO: = 149
Terrabezsaara. CAP. XXXIV. Aut. E
A terra bezaara cofi da Boemi detta, è di fuftanza trale terre, e
; pietre mezzana,fimile quafi a geffo:di confiftenza rara, arida:di
color bianco punteggiato è macchiato di purpureo:frale , fiche ttale
Virtà della
dita riftretta fi conduce in polue:adherifce alla lingua. E' ftimata an- serra bezaare
tidoto nobile contro le malignità de humorinellefebri.
: Bolo Toccatefeo. CAP. xxxv. viel sAneo
L bolo Toccaiefe è di color incarnato, di molta pulitezza : guftato
or di ar
Toi
0-
; i 3 Sap
dì con alquanto di acutezza fapor diaroma. Stimafi non meno ma nel bolo
delle altre terre famofe, per antidoto nobile. | . Toccaiefo è
Sigillata Slefiana. Cap. xxxvI. Auc.
T: figillata Slefiana piglia il CA PRA
ta prouintia detto Montacuto, con il cui fegno fuole impron=
tarfi. E' nella vifta fimile a fapon duro , di tatto lubrico,di color nel
bianco mezzanamente fofco . Disfafli prontifsimamente toccata da
humore: e fomiglia molto al figillo di lemno denoltri tempi: acui
nelle virtù anco fi confà. | a al
. Terra Maltefev. Cap. xxxviI. Aut.
E. A terradi Malta, che altri pietra di Malta dicono, è dicolor
É , bianco:di confiftenza di pietra, molle,granellofa,frangefi tra
E
denti a mododi zucchero, & imbratta maneggiata di polue bianca.E pis della
antidoto riceuuto dal volgo beuuta contra veleni tolti per bocca, € serra dalte-
fee
morfi delle beftic velenofe . Cotta piglia acrimonia di calce .
: Boloinfanguinato. Car. xxxvirt.. Aut
; e bolo infanguinato è punteggiato e fparfo di macchie fangui-
gne, come la terra bezaara gia detta, a cui di confiftenza fomiglia, -
x S \ . . Li ‘ ° . . °
Ma è piu denfa,onde piglia nella fuperficie li [ciezza, come fanno gli
NS. (3 altri
&
4
150 DELL’HIST. NATVRALE i
altri boli è nella fua fuftanza di color parte incarnato e parte ceruleo..
Oglio diRilla- Adoprafi in antidoto da alcuni : quali, da effo con ogli e ragie con-
losa 400 A wa | 9 :
sodalbolosa- enienti mefchiato,ne diftillano oglio, che onto fu l’arterie contrafti
quigno contro SITR |
veleni. alla malignita de veleni.
General confiderattone delle terre. CAP. xxxix. Aut.
E stAhora vna general confideratione delle terre, nella qual
R raccogliamo in breue quanto diuifamente fi è detto, e veg-
giamo infieme le communi differenze dell’vna all'altra: trattando
nel commune quel che fpetialmente non cOueniua più di vna,che di
Dar vn'altra trattare. Delle terre alcune hanno origine e nafciméto mani-
i fefto,altre hanno il lor nafciméto nella lunghezza del tempo ofcuro.
Puofli nodimeno dalle cofe vere e manifefte venir all’intelligéza del-
Faltre lontane danoftri fenfi. "Tra le terre di manifetto nafcimento
fono quelle,che da violenza di fuoco o incenerandofi, o calcinando-
manifefto trà fi da corpi fodi terre divengono : fono anco quelle, che da corrut-
ito delle cofe rione ammarcite fi lafciano : oue appartandofi l’aria e diffeccato l’hu-
“assi more refta la pura terra. Altre fi fanno di frangimento, e corrodimé-
| to, come la pomice rafchiata cuero pefta. Veggonfi manifeftamen-
te anco molte pietre tralmutarfi in terra,concotte dal freddo e da gli
ghiacci: e tanto più mentre fono tocche da humore. Hora, parago-
nandole terre naturali con le fatte da caufa manifefta e per humano
artificio , veggiamo molte glebe naturali, come nell’effigie alle pie-
tre di calce 200 in molti altri accidenti manifefti fomigliarle:per-
ilche, a modo di calce, tocche dahumore fi fciolgono in fcheggie
prima, e poi in fottiliffima fuftanza . Ne fi vede in quefte altra
differenza, che’! molto feruore , e caldo, che caccia la pietra da
calce, ilche l’altra non fa: percioche l'vna con la lunghezza del tempo
è concotta: l’altra retiene le veftigia del proflimo fuoco. Per l'iftefla
i. caufa,così nella cenere,come nella calce, fi fente l’acrimonia,che nel-
dat cociméto L argille e boli communemente non fuol fentirfi: qual acrimonia, co
canfata fi to- me cofa dall’effer della terra eftrinfeca,con la lauatura fi dipone,reftà-
gle Ai done le terre fpogliate. Ho detto già che’ bolo Materano alle volte fi
ritruoua partecipe di acrimonia fimile a gufto di calcina: ilche perle
.. dette caufe non ha marauiglia:fendo li boli non altrimente,che la cal
OE dan cina cotti da caldo,quantunque non manifefto. Onde per la porofi-
da aleme ter- tà reftata dall’humore fuanito reftano de gli odori conuicini rapa-
teo » | | ciffimi
v
Md Er de. d
sai " SSN i
de" Lo ; CREMA Ra)
LIBRO QVINTO. IS
cifsimi: quali per tutto intrinfecamente penetrando , non altrimen-
te che fe propri) foflero,fono poi dalle terre refi.Hora delle pietre che
in calce fl cuocono, altre ciò fanno c6 lunga forza di fuoco , altre con
breue,come quelle fono,che alla natura del geflo inchinano. E delle Leggerezza
terre leggiere e rare alcune fono tali, per effere accolte da humore in- dii
torbidito:percioche quel tanto,che nuota nell'acqua è la fortiliflima, e forrigliezza»
e leggerifsima fua parte,come fono alcune bellette accolte dalle terre
dall’iltefsi fiumi portate, fopra notando la leggerifsima e fioritifsima
{ua parte. Di tal geno è la felinufia,o altra che fi fia, che data fu la car-
ne, l’illuftra, e la lafcia quafi argento illuftrata.
Calcimonia. Car. x1 Aut,
A Calcimonia terra cofì detta daAbruzzefi è bianca molto, fred-
da,di fottilifsima fuftaza, fi che nella proua di fcioglierfi all’hu-
midocon molta celerità non fia inferiore ad altra terra:è nondimeno
greuc:perilche oue è bifogno d’infrigidire e mitigare fi giudica coue-
neuole. Adoprafi per la copia,che iui n'è,in vece di calcina: nelche cl-
la in bona parte ferue: percioche più alla codition di calce ben lauata,
che a cretafifomiglia: eperciò pofta a fuoco acquifta acrimonia, Calcimonia di
ce . i - niene al fuoco
come è proprio della calce enon fiimdurifce come fa la creta. È ba
eAgarico minerale . CAP. XLI. Aut.
GaARICO minerale, terra così detta, è nella bianchezza alla
calcimonia pare , ma diflomigliante nella leggerezza: quale
nell’agarico è fomma. Trouafi nelli cieli di fpelonche di confiltenza
molle: haue alquanto del fibrofo nel primo fuo fcioglimento , ma
finalmente fi liquefà , come l'altre terre. Nè pare il fuo nafcimento
dal vero agarico del tutto diuerfo: come nella effigie del tutto fe le fo- |.
Ap ; . È . c Virtù dell'a»
miglia. Adherifce alla lingua, perilche fi tiene, e da molti dotti fi g,rico minera
adopra in vece di terra famia. E‘ vtile alli ributtamenti di fangue per le»
bocca,& alli fluffi feminili:e generalméte nell'altre cofe tutte fiadopra
no altriméte,che la famia.Chiamanla alcuni latte di luna,perla bian-
chezza se tenerezza c'ha, mentre fi coglie ne gli fuoi proprij luoghi.
Variedifferenzse diterre,eloroproprietà Car. xL11.
E terre laffe e fimili di fuftanza a rubigine fi bruciano e diuétano
i 4 a carboni fragili fimili,come fa la rubrica fabrile e Terigine Le
A " | denfe
»
rs DELL'HIST.NMWOTVRALE
Terre feheg- denfe e fcheggiofes'impetrano,e fifondono cò la pofsiza del fuoco.
giofe e denfe Le furfurofe refiltono più, e rifiutano di fonderfi, comedi natura di
Dada Ha talco partecipi:le ontuofe, eche tingono; o bianco, o nero che fia
A fiftonoal fu conlucidezza, appropinquano a quelle nelle conditioni:comela
HA crgen- SETTA piombina , e l’argentina: quale altri felinufia, altri chia yaltri
tina, | cimoliachiamano. E la dettaterra argentina bianca, lucida,frale,fa=
: | cilea lafciarfi nell'acqua: e datafulacarne vi lafcia tintura fimile ad
a pone inargentamento . Leterre bianche altre calcinano,come fa la Mal-
bili. tefa,clacalcimonia, cla detta grafio bianco ; ma di queftela Mal
. tefaèpiùingranita e vegetale e perciò fuole fpeflo ritrouarfi impref=
FARLO fa di conche marine,e tutta di quelle ripiena : altre fono più fimilia
che marmev materia già Galcinata. Di quelta materia dunque di terre,e pietremol
li e calcinabili fono per il più le terre e pietre,che rapprefentan foime
dicoche:de quali tra le pietreragioneremo: vi fono anco alcune fpe
tie di tripela,la confiftenza de quali è di fottiliflima fabbiaapprefa.
— Tripela. Car: LI. Aut,
- A DopPrast latripela perciò a dar pulimento,p lafortezza & e-
Terre, che da
qualità della fua piccola grana:alche n6 fono idonee le fultize
pulimento. © calcinabili,come dipochifsimaforza,echeprefto fi [ciolgain fugo co
«0 «lhumore:onde fono più foggette al cofumarfiche habili all'azzione..
Le di 1 RIPISE GF c PROT viag
i 135
Mafono delle tripele,alcune più fimili a terre di tatto tomentofo : al-
tre più a fafflo duro, e cementitie. Scalfano.suftate la bocca: il color
ni $ Id i loro
LIBRO OVINTO,: 153
loro è biondaccio,qual color prefto lafciano al fuoco . Indurafi dun-
quela terra tripela e pafla in pietra, & in eflere dalla condition de cal-
cinabili lontana. Euuenne dunque vna di quefte,che fi fende in fca-
glic tutte di piccole forme di concha imprefle. Quali figuramenti. ie a:
onde auuengano , ad alcuni ha dato marauiglia: puote nondimeno da deo
renderfene facilmente la caufa dalle cotidiane ofleruationi,anzi dal- vidi figure na
l’iftefle operationi dell’arte, già che l’iftefla terra fciolta è in vfo di ar- tarata.
tefici d'improntarfi con varie figure da tragittarui: mentre dunque
ha proprietà di riceuere e ritener l’impronti, non è marauiglia, cue
copia di tal conchefia,che raffodata da humor foprauegnente con tal
figure refti,ammarcita con la lughezza del tempo la materia che im- Pig
prontaua. Latripela dunque fciolta s'impronta, e le fue glebe con- i
fiftenti s'intagliano d’incauo,da farui detti tragettamenti. E quantum eripela chesi
que la più eccellente da Tripoli città nella rivera de morici fia porta- 8%? forme
que la piu e p I
ta, &indi pigli il nome : nafce nondimeno altroue,e particolarmen-
te nella noftra ifola Enaria hoggi detta Ifchia . Onde detta tripela fi rripelatfehia
| porta perintagliarui,e tragittarui varie fpetie de vali di ftagno. Ri- "99544.
trouafi fimilmére nel Baiano. Le pietre dunque,checalcinano, a detti
tragittamenti vtili non fono: percioche dal caldo fi fciolgono, e fi la-
fciano:male fabbioniccie fono vtili,mentre fiano di grana fottil:: il
fimile diciamo nelli pulimenti: tra quali la tripela è fopra tutte l'al-
tre eccellente. Adoprafi dunque dopo lo {meriglio adar pulimento mo dellatri»
alle gemme, &all’acciaro quatunque di duriflima tempra indurito. pela.
Ho detto de gli faponi foflili, che fono di fuftanza fottilifsima e lu-
brica seche s'indurano come fpetie di argilla. Noi n'habbiamo UE saponi fperie
differenze venuteci di Africa: vna d'incarnato efofco in glebe grof- di serra di fi
è . ni ° - . te) .
fe, di fuftanza egualiflima, che fi fcioglie fottiliffimamente nell’ac- Te fotti-
LIMA è
qua , fiche imiti annuuolamento: vn’altro di color rubiginito;e co-
me di ochra, meno del detto facile a fciogliere,e meno eguale e più
roflo:& vn terzo di color fouuerdaccio men graflo de gli altri , e fl-
mile a fortilifsimaargilla: di cui fogliono lauarli cadaueri; di tatto
rinfrefcante .
Colori vari diterre. Cav. xLIIIT. Aut,
L1 colori delle terre,come ho detto,fono proprij alle fumofità oa
de metalli : fanno varie mutationi dalli gradi di cottura;e dal- {eg metalli.
li fali,che muouon detti colori: perciò Veggiamo,; ela cerufla, &al- ho.
trema-
Varietà di co
lori onde ven
4 °
Terre che mu
tan colore al
l'aria.
Terre che da
fe fiele all'a-
ria pigliano n
brene colore.
Cenere foffile.
154 DELL’HIST. NATVRALE
tre materie bianche di piombo paflar colfuoco in color di gialloli
no : e più oltre in fandice. La erugine in ceruleo con l’armoniaco, e
l’ifteffa metalli calcinati,nelle milture de vetri in vari) colorimenti
confeguenti alle proprietà loro & alle mifusagin, Quindi auuicne
chel’ iftede glebe, fecondo la diuerfità della fuccoléza e fumofità, che
le tinge, & cano la variata potenza de gradi, cflendo più pronta
l'vna parte che l’altra a riceuere alteratione, îi veggano di diucrifi colo
ri tinte. Hò detto che vna ifteffà futanza di g Di fi ritruoua e bian-
ca, e gialla, e palombina compartitamente: come nel noftro bolo
Va auuicue, e ne gli altri. Tutti gli colori di ochra,e di fimil
giallore,paflano al fuoco in rubrica più e meno viuace, fecondo laec
‘ cellenza del giallo: e perciò l ochra pafla in rubrica, che unge libo
li gialli in tefta rofsa:& il ceméto noftro di campagna,che difetto co
i alquanto partecipa, preflo al fuoco concotto dal caldo piglia rof=
fezza,fecondo il grado delgiallo. Sono ancora terre,che da fe ftefle al
l’aria piglian colore:del che oltre di quel che da noi ne pofsiamo far
fede, veggiamo quel che ne dica il Centomani . Cent. Si ritruouano
nelli territori] diPadoua glebe di terre, détro de quali rotte vi fi ritruo
uaterra bianchifsima, TIE e frale vi in breuifsimo tempo fco-
uertadall’aria muta il fuo di di in celeltino. Veggonfi in.
oltre,fecondo le varietà de minerali che vi nafcono o vicini fono ,
ritrouarfi varie differenze di terre, e loro colori. Alle radici della
marchefità di color di orichalco pentagona è vna fpetie di terra cene
raccia, che niente è dalla cencre di legni in vifta differente. Nelle ca
ue di fn e vna terra fottile e leggicra, che incontinente fi {ciogli ici
Non diuerfa di effigie da quefta è quella che rifiede nell’alume, men-
tre nelle cortine fi cuoce, hanno virtù feccate. Di terra fimile I ochra
dice il Centomani fi cuoce il piombo i in Ilmena preflo la felua Bacc-
na. Durarofla e fabbiofà fi ritroua nelle caue di rame d'Iflebia:
e fotto di quefta vna argilla bianca. Dalla Boemica frale fi cauan
gli granati, Aut. Di col: tral’ochra e fuligine ficaua vna vena d’oro
nella calabria. Cent. fitroual’ochra congenita nell li fafsi di ferro in
Francobergo al fiume Scopa. Si ritroua anco l'ochra ingenerata & ag
gionta alla pietra di piombo, in Fribergo.Ritrouafilaargilla bionda
cruftofa i in Radebergo dentro v vnaterta arenofa. Quella contiene in
Rilafa-
LIBRO QVINTO. 155
Rilaffamento delle terre nell'acquase loro induramento al
fuoco. Car. xLv. Aut.
NIREMO alquanto del rilaffamento , che le terre fanno nell’ac-
5 qua, e dell’induramento al fuoco. Le terre midollari, cioè rerrechese-
tra vene de fafsi ritrouate e graffe, fogliono velocifsimamente lafciar loceméze fila
fi, quantunque alcunedì quefte più lafle , alcune più denfe fi fiano. DE dal
Di quefte quelle,che del fabbioniccio fono partecipi, prefto vanno a
fondo:le di fuftanza più fottile, fanno vna nuouoletta nell’acqua, Differenza di
amodo,che nell’vrina l'hypoftafi.Le terre che hanno del cementitio, Hcialo:
come è l’ochra noftra,e laterraMaltefa,n6 fi lafciano da fe fteffe:sonde 0 resolerra..
fi poflono tra li confini delle terre pe delle pietre porre: percioche il Ra DE
romperfi tra le dita, e ridurfi in polue , fa che tra le terre fiano ftima- Pacqua.
mate ; il non lafciarfi nell'acqua trale pietre. Li boli fi fciolgono
Jafciandofi in fchieggie. Alcunc,quantungne ammollite,fi tengono
nell'acqua,come vnafpetie di marga bianca micante. Il figillo lem- Sipilti serie
nio dunque, clo Sletiano fi lafciano velocifsimamente nell'acqua:
percioche midolle fono:malo Slefiano è di fuftanza più fottile,c nel-
la fuperficie lubrico,a fapon fimile. Il fapon Mauro più dello figillo
Slefiano affumato enero,e più anco di fuftanza fottile s fi fcioglie fot-
rilifsimamente: ma pei la fotrigliezza della fuftanza fa nello fcio-
glierfi vna apparéza di nuuola di condenfatifsimo fumo: S'indurano
tutte l'ifteffe terre al fuoco. Il paretonio , che è la terra bianca, che fl
da a vafi innanzi,che sinuetrino, conofciuto fottonome di gello , fl
lafcia, e s'indura fimilmente al fuoco : quefto è bianchifsimo , e re-
nero al tatto. La marga bianca e micante fi lafcia, & ammollifce: ma
fi tiene, quantunque ammollita,in fe fteflo per molto fpatio. E'‘que-
fta alla detta argentina alquanto fimile, fimilmente lubrica : ma tie-
nelemiche,e pagliole di argento diftinte dalla terra: e quella nel-
L'ifteffa confiftenza ha la lucidezza fua,e tutta fi fcioglic,a modo di pa-
gliole, che finalmente fi fcioglie in polline. La marga zonite, o li- Margazonite
ftata scofi chiamamo quella; che di bianche ; c purpuree lince tutta
e diftinta,& ordinata a fuoli,di fuperficie lifcia:non fi (cioglie,fe non
con la lunghezza del tempo nell’iftefsi campi, tocca da gicli: è di na-
tura di cadmia, di acrimonia partecipe. corrodente: perciò ambi-
Pietre che ft
guamente trale terre fi loca. Quelle pietre in calce fi fciolgono feigono Bi
LITIO l'humo- calce.
Saponi terre .
Paretonio.
Marga biaca
Micanteo è
Pietre che n0
fi Sciolgono ,
ma innetrano
Innetraméto,
che cofa fia, e
da qual wirtà.
Inuetramen-
to ultima ope
ration del fuo
COR
Terre chan
no fapori a
smentiti.
Lemnianatu-
ralmente odo
vatao*®
Venadi arg?
to, ch'eraodo
rata
DELL'HIST. N£TVR:ALE
l'humor interno de quali con la violenzi del fuoco fi fepara dalla ter
ra, non altrimére che il legno pafla in cenere: percioche la calce nelle
piette è proportionale alla cenere nelli legni: e perciò in ambidue
refta l’acrimonia veltigio della forza dél fuoco, & è la fuftanza falfu-
gino fa,di efla acrimonia foggetto lacui proprietà è tra l'humore e la
terra mezzano. L’altre di fuftanza più con l'humore vnita e non fe-
parabile,o del tutto di humor priua, fi fondono e s’'inuetrano:percio
che l’inuetraméto è vnione non da humore,ma da forte operation di
fuoco data. Dunque nelle terre altre al fuoco indurano e fi vnifco-
no, altre ritengono ancora parte calcinabile: quali finalmente al-
la violenza del fuoco lungamente tenute, riceuono fufione: paf-
fando prima in pietra femplice,e poi in fuftanza vitrea vitima opera»
tion del fuoco . o
156
Sapori es odori di terrev. Cad. xLvi
I fipori, & odori altri fono da meftolanza di fuccolenza mani
fefta: altri quafi proprij della generation della terra:perciò altre
terre aluminofe ritruoua, altre vitriolate, altre nitrofe , altre fulfu-
rec, altre bituminofe. Il grafio nero e laterra nera dell'ifteflo seno,
manifeftamente è partecipe di chalcanto .L’altra terra nera più pro-
pria a pittori, principalméte nelli colorimenti ad oglio, è manifefta-
mente bituminofa. Laterra detta di camelo viene di Algiero , laffa
di color cinereo, adoprata ad efterminar la fcabia,fi fente manifefta-*
mente nel principio aluminofa, ma finalmente foprabonda la qua-
lità fulfurca. Ilfigillo lemnio de tempi noftri è manifeftaméte odo-
rato:e che tal nella caua fia,ne habbiamo vifto la rilation dell’Albuca
rio. Odorato anco con acrimonia aromatica è il bolo Foccaicfe. Ta-
gliandofi dice l’Agricolala vena di argento nel pozzo detto San Fa-
biano e Sebaftiano, ne vfciua tale odore,che difle Henrico Prencipe
de Saffo1mi;ccco quiui tutti gli aromi di Calecuto.
Natural ordinatione de fooli nelle terre. Cav. x1Lvit
r3 Asstinoltreaconfiderare vnanatural ordinatione di terre
i 1 cpictre:nella quale, fecondo il piùe men profondo;fi ritruo=
uan varie {petie di terre; altre nella fopremacorteccia', alerca pari
dell’ac-
MRROCONINITO. 157
dell’acqua, altre tra quelte ordinare. Quefte ‘ordinationi parte fe onde vésamo
suono l’inondationi in vari] tempi auuenuec,come veggiamo.porta= le natrrali sa
re dall’acqua,da fe ftelà la materia leggiera occupar la parte fuprema, "09 /tol.
e lagraue l’infima. Vengono anco le varietà de fuoli dall’operation
decalori dico coli dell'interno c fuoghi fotterranci, come del caldo
celefte: perciò la terra che dall'aria contigua è di vna conditione,
quelle che fono fotto efla di vn’altra gradatamente fecondo gli gradi
delle materie, che eflalano, e del caldo che iui giunge. Seguono
dunque quefti fuoli il curuamento della fuperficie terrena, come la
pelle fegue la formade gli membri. Quantunque quefte, in variati
luoghi variate, e diuerfe fi fiano, come per etiempio vna propria
dellanoftra Campania di ordini fedici fuccedenti fecondo l’iftefo Ordination de
ordine, che narriamo, cominciando della fuperficie fuprema. Reti
1. Terra nera di cultura mouiticcia , dal fole e dalle pioggie fciol- inordini fedi
ta & alterata. 2. Puzzolana bianca di altezza circa piedi otto. ©.
3. Lapillo groflo da piedi tre in quattro. 4. Puzzolana nera da
piedi due , e fotto diefla. 5. Puzzolanaroflain altezza da picfei:
fiche ambe gionte vengonoall’ifteffa altezza della bianca. 6. Puz-
zolana azurrigna dell’itteffa altezza di piedi otto, di conditione alla
bianca fimile. 7. Taffoda pieditre: èiltaffo fuolo denfo, e duro
controlazappa: ma indi tolto con mano facilmente fi {srettola, nel-
fa materia fua alla puzzolania bianca fimile, & infimil vfo, che quella
adoprata. 8. Lapillo fottile da pie due,che altri chiamano arenella,
dicolor nero. 9. Puzzolanabianca da pie quattro, ditatto molle Przzolane ua
&afarinafimile. 10. Taffo molto più duro da pie due. 11. La- riameze bone.
pillo circapievno. 12. Puzzolana bianca da pie quattro. 13.
frena nera fimile ad arena di mare dicircapiediotto. 14. La-
pillo grofio piedi noue.. :15.. Appamonte da pie quindici.
16. Monte fermo. Delle puzzolanela prima delle bianche,in vfo
di fabriche è di condition dell’altre peggiore: la roffa e nera fo-
no di liga veloce, ma fanno il lauoro alquanto bruciatic-
cio: perciò l’vfoloro è nelle volte:oue fia necefla-
rio prefto di torl'informature .La bianca è di
liga migliore, ma più tarda: onde fi fuol
< fare mefeolanza di tutte, per
Sori far la liga fecondo
il voto.
+ 3 si
158 I | ,
DELL' HISTORIA
NATVRALE I
DIF UFSE/ROURO ANT E FM DEORA TOO
LIBRO SESTO.
Nelquale, paffando all'elemento dell’acqua, fi confiderano le
fue differenze, fecondo le qualità fenfibili: e le fue
varie virtù nell'vfo medicinale.
Della natura dell ACQUa nelcommune, e della natural com
pagnia c'ha con la ftffanza terrena. Car. 1.
mensa 9 E c ve cheracioniamo dell’acqua, fuftanza fem-
SIR - si
TÀ LES
dr
SÈ 39. pliciffimaenatural compagna della fultanza ter-
fa @ rena,non altrimente nel globo della terra contenu
) NA ta, chel fangue nelcorpo animale : fe vogliamo
IW/GÒN dalle cofe minori e foggette a noftri fenfi trafcen-
dere alle cofe maggiori, e più dalli fenfi lontane.
- Elanarural neceflità dell'vna foftanza all’altra, fi
può facilmente intendere:mentre confideriamo,che non fi pofla dal-
vrilità cipar l'una fenza l’altra conformarfi corpo organico:percioche l'humor li-
tita dell'hu- gala fuftanza terrena da fortezza e fermezza. Stimano alcuni, che la
more , e della 7 i
fiftanza ter- terra:altri che l’acqua fia fommamente fredda. Noinon perche vo-
rea. gliamo contradir ad huomini di tanta authorità: ma folo per amor
go sa Ce della verità diremo quel, chela fperienza ci moftra. Che dunque la
mo fredda ci- terra non fia fommaméte fredda dalle fesuéti offeruationi raccoglia-
io ci È mo:dico la generation de metalli, e tante fpetie de minerali fotterra
‘ concreati: la generation de molti de quali non folamente di mode-
rato, madi potente calore ha dibifogno . L’ifteffi fuochi fotterranei,
che da più parti di terra rompono nell’aria. Le tante fpetie di ani-
mali,che per fuggir l’immoderate freddezze dell’inuerno,fi riducono
tutti nelle tane fottertanee : la virtù vegetal delle piante, che tutto
l’inuerno fotterra fi ritira:il non vederfi mai nelle vene fotterranee
generarfi neue:ma per contrario nelle parti fuperficiali, e fupreme, c
che fonoall’aria contigue. Livapori, che dalcalor della terra rifo-
luti
E'PBIRIO: (STEESTITO. 179
luti afcendono nell'aria, & indi ritornar condenfati, e congelati:
c l’iftefs'acqua,che mentre congela non fa ciò nella parte contiguaa
terra: manella parte vicino all’aria. Dal che rutto raccogliamo non
efler la terra principio di freddezza. Mache ne anco fia l’acqua di
fredezza principio da gli feguenti efperimenti raccogliamo : perche
l’acqua, ficome non reggeall’eftremo caldo ma da quello fi difcio-
glie,non meno conferuar n6 fi può allo eftremo freddo , ma da quel-
lo ficongela, & indura. E non par ragioneuole riccuerfi per natural
qualità di vna cofa,quella,con cui non può ftare. Quefto ifteflo è co-
feguente alla ragione : percioche effendo l'humor di natura flufsile,
& il freddo del mouimento e fluflo impeditiuo , non è ragione, che
ftiano infieme. Non dobbiamo dunque in detti corpi porre nè l’v- SL sa
nanèl’altra qualità ftrema : ma più tofto che a vicenda dette qualità, E, for
fecondo li varij accidenti, vi afsiftano: nel modo che veggiamo efler da.
nelteftagioni la naturale alternation del caldo e del freddo. All’acque Qualità pro-
dunque daremo la femplice humorofità e flufsibilità:alla terra l’aridi pria dell'ac-
tà e cofiftenza.Ma fono dell’acque altre femplici, altre compofte:fem- ea pro-
lici fono le ben trafparenti, di ognifapore e di ogni odor nude, e pria della ter
che nè per diftillatione , nè per altro modo che fia, fi poffon diwdere 7}; dal
in parti di fuftanza diuerfe: compofte fono quelle, che o fenfibil- tre seplici al
mente di fapore, di odore ; &caltra qualità eftranea fono inueftite 0 ?"" compolte è
anco per refidenza,colamento e deftillatione dipongono altre fuftan
ze. Delle differenze e caufe de quali hauendone dette alcune cofe de-
gne di auuertimento l’Agricola:ne rifereremo quiui le parte più no-
tabili, fecondo l'inftituito noftro ordine da principio +
Semplicità,e mifturagini dell’acqua. CAP. 11. Agric.
"A cova fempliceèfredda, pura, di fuo proprio colore, tra- Proprietà del
+ fparente: fenza fapore, e con quefto giocondaal gufto : fenza " Hein feme
odore:fottile e leggiera. Quella che non è tale,ha mefcolaméto di al- Qualirà com-
tra fuftanza:qual fi può coprendere fecodo le qualità,nelle quali è di- prele oa
uerfa dall’altre.Sono quefte differéze nel colore,odore,caldo, fpeflez- 1°" a
za,e pefo : fecondo lequali ne feguono anco varie virtù. Se diique noi
tal differenze,e virtù che tal differéze feguono,fpiegaremo : harremo
in gran parte manifeftata la natura dell’acqua. L’acque che fimplici
non fono,o hanno tal infettione da effalatione,o da qualità di fuoco,
o da qualche fuccolenza liquida o denfata che fia: cuero da terra,
O 2 pietra
160 DELL’HIST. NATVRALE
pietra, metallo,o da mefcollanza di quefti. In Germania tra Strapela e
__. Seburgo caftello, difcofto dal fiume Sala circa miglia vndici, è vn la-
Si go,che fecodo il detto.de pefcatori di fette in fette anni fuol infettarfi
nofi con lac- da eltalationi venenofe, onde in tal tempi ne muoron li pefci. Le
qua» qualità anco de fuochi fi mefchiano con l’acque, mentre le fcaldano :
ne ciò oprano nelle calde folamente , ma nelletepideanco. S'incor
porano l'acque con fughi liquidi,o fiano fuccolenze petrigne, o alu-
meliquido, cbitume: ma quefta vltima materia fuol fopranatare.
Dalle terre fciolte fogliono l’acque rader tata parte , che alle volte per
quefto ingroflate fi potrebbono dir fughi; onde e fonti,e riui ne di-
uengon limofi: ma fopra tutti ciò fannoli torrenti e fiumi, mentre
inondano pacfi di tal coditione. Radono anco dalla fabbia fciolta je
non poco dalle pietre molli, come fonol’arenare , & in parte le pic-
tre di calce:radono anco nell’iftefo modo dalli fughi condenfati,e né
diuengon falfe, nitrofe, aluminofe , atramentofe , o pur di folfo e
bitume infette. Pigliano anco imprefsione dalli metalli e dalle me-
fcolanze varie de minerali , facendoui molta dimora: anzi {pefle vol-
Quali terre tene portano feco le rafchiature. Per contrario l'acque pure , odi
Kar Lacgie poca mefcolanza, fogliono vfcire da terre di natura fpefle, dalla felce,
ghiara, fabbion mafchio, & arena dura: percioche da quefte non
molto radono. Sin qui l’Agricola della purità, & infettion del-
l’acque.
Dijfferenke di acque nelli colori Car. 111. Agric.
A noivi aggiungeremo alcune confiderationi a più perfetta
intelligenza. Diciamo dunque;che fi diftinguono le mefco-
lanze fatte co l'acqua: pcioche altre materie fono di fottilifsima liga,
Suftanze » che e quanto a fe quafi infeparabili, fe no vi fi adopra molto'artificio : al-
fortemente co
l'acquafi mi- tre da fe ftefle in vn momentofacendo refidenza fiappartano:& alcu
fcono. re 0° vi lafcian impreffe più tofto qualità, che mefcolamento di fuftan-
ACE f za: le fuftanze dunque folubili,come fono gli fali,alumi, nitri,chal-
appartano. canto,fono difacilifsimo fciogliméto,e veloceméte vi fi mefcolano,
madifficilifsimaméte fi appartano:onde nò fi veggono da fe ftefle fe-
pararfi,fe ciò né fi faccia ò per lambicco, o per altro fottil tracolamen
to per terra, o altro modo fimile. La fabbia, e le terre in breue fan-
no refidenza, e tanto più, quanto fono di parti più groffe e meno fi
fciolgono.La fuftaza fulfurea vi fimefcola per lo accompagnamento
della
i LTBR:0%:SE:STO. ‘161
della aluminofa, o atramentofa, con quali infieme effer fuole : altri-
mente più tofto fa communicanza diqualità: perilche gli ramenti di
folfo prefto rifedono. Il bitume, & ogli fopranatano,e nel retto fan-
no più tofto communicanza di qualità, e di odore: percioche quan-
tunque tali odori fiano in foftanza corporea fondati, nondimeno per
la loro fottigliezza meritano nome di qualità. Lafuccolenza pe-
Comunicanza
di qualita few
ZA COTPO è
trigna, che con l’acqua va mefcoiata, fi dipone fimilmente col mol-
to e quieto camino dell’acque: ficome con le cadute, e nelli moui-
meéti rapidi fi piglia,rafchiando,e trahendo feco li ralchiamenti fatti
di efla fuftanza de falli: onde li paefi, que tal corfì e fcaturigini di ac-
que fono , fogliono abondar di cementi, pietre molli dal fopraue-
nimento dital humore caufati. Talè il Teuertino di Tiuoli fimile
a marmo, tal è il ceméto del fiume Liri fotto Arpino Sora, il tartaro
Sarnefe , & altre pietre di molti luogh1. E ne gli aquedotti fogliono
dall’acque lafciarfi nelli pareri incruftamenti durifsimi , fatta dipo-
fition continuata di tal fuftanza portata feco da monti. Dalla mefco-
lanza di varie fuftanze con l'acqua, ne fegue anco neceffariamente la
varietà de fapori , e colori:fecondo la mefcolanza fatta delle materie:
percioche le rubriche di roffo , l’ochre di giallo, e fimilmente l’altre
fpetie di terre e rubigini delli proprij colori, c fapori l’infettano: l’i-
fteffo diciamo delle pietre, bitumi,e fali:oltre gli effetti, che dall’opa-
cità de paefi,dalla freddezza o calore , e da altre caufe prouengono.
Hora feguiamo particolarmente quel ‘che de gli colori dell'acqua
riferifce l’Agricola.
.. Differenze di acque nelli colori. Car. 1111. Agric.
re tra il bianco e nero mezzano: ma fi fanno colorate dalle
fuftanze con quali fi mefchiano ,delche ne fanno fedeli torrenti,ri-
ui,c fiumi, quando oltre l’ordinario crefcendo,rafchiano dalle ripe,
o foprauanzando lauano literreni de campi. Altre dunque fono di
color di latte, dette propriaméte bianche daRomani: e tali fonoinfet
te,o di creta,o altro geno diterra biaca,come è il fonte di latte a Glau
ca caftello di Mifena due miolia indi difcofto : e come veggiamo il
bianco geffo mefcolato cé acqua darli il color di latte. Altre volte ha-
A LL’AcQvEfipotrebbeattribuire vncerto proprio lor colo
Come la (uft4-
za petrigna fi
mifchia con
l’acqua e fi di
ponga.
Varietà di fa
pori y e colori
dell'acqueo è
«Acque di co-
lor di latte».
Terre biache.
no il color bianco dall'alume,come neltenimento di Tiuoli fono le. Alume,solfo,
Ol 3 Albu-
162 DELL’HIST. NATVRALE
Albule,e le acque Labane neltenimento Nomentano.Sonoalle volte
biache l'acque dal folfo, che effo anco fuole tinger l’acque di bianco,
come nell’vmbria il Nare è come in Ildefimia il fonte folforigno di
Hafdaviliaggio. Anzi il Danubio fteffo è di color di latte dilauato ò di
fiero: tal fi uede nelle parti oue diuide la Vindelitia , e’ Norico dalla
Germania. Dunque ficomel’acque non da vna fola, ma da più e di-
Acque gialle. nerfe cofe, acquiftano il color bianco : cofi ne gli altri colori. Gial-
le fono, come l’Ochra fiume di Saffonia preffo Gofselaria:di qual co-
lore diuiene dopo lo riceuere vn riuo , che dalmonte Ramelo corre
ineffo: onde appreflol’iftefli‘Tedefchi ha tolto il nome Greco di O-
Acquebisde chra. Sono alcune bionde: tali fono in Germania l’acque di Meno
principalmente,oue paflata la Francia,entra nel Rheno:e nell'Italia il
Acque rubi. Teuere. Altre rubiconde:come L’Acidola preflo Goppinga caftello
conde». —deSueui. Altre di color quali di fangue : come il fonte di Gioppa
città d’Hebrei vicino amare: &in Licia preflo Patara caftello , l'ac-
seque dico 19 di Telefo fonte fivede (empre turbida,e par mefcolata con fan-
lor di fangue. GUE + Narranfi ancora l’acque rofle di Ethiopia , che beuute induco-
eq saria po in pazzia. Tale anco dicolore è il fume Rubicone.MaRedera fiu-
drolar eo me di Mifena,che corre preflo le mura di Radebergo , altroue fi vede
rofleggiare,& altroue nereggiare. Sono altre acque verdi,come l’ac-
Acque nerdì. quan cufola nelmote carpato,checorre da vna caua vecchia:e l’acqua
della Lacunanel colle della vena di rame in Cipro. In Apruzzo è vn
fiumec'ha dal color nome diverde.cofianco è laMofella.L'acque del
Color Glauco. Rheno inchinano anco al verde di color glauco, che è di verde e cele
ftino partecipe. E l’acquain Thermopile, che corre nel bagno det-
eo da pacfani Chytri donnefchi. Altre fono dicolor celefte, come il
leey. fiumetra Treuigi; e Feltro: qualperciòli Germani, che preflo iui
habitano, chiaman Blaua, o Biaua : el'Italianil'imitano anco, lafcia-
to l'antico nome, Del medemo colore è Bla fiume de Sucui nella val-
le preffo Blabeura caftello che indi n’ha tolto ilnome. Quefto nato
davn ampioeprofondo fonte, dopo l'hauer caminato diece miglia
ad VIma città {carga nel Danubio. Celeftino anco è Ifara fiume del
Norico , & il lago Mantiano di Armenia di fapor falfo: anzi Man-
tiano voce appreffo di loro fisnificatalcolore. L’'acque fimilmente
Ne nel ce- di Aucrno nereggiano nel celefte. Sono altre acque nere, comel' ac=
Da nere; Qued'Ilza, che dal monte di Boemia calando , entrano nel Danubio
incontro Beoduro: percioche hauendo il Danubio il color difiero,
per cagion d’Ilza ne corre due miglianero. Sono oltredi ciò drv
altri
crap
altri fumi in Germania neri:come è il nero , che nel paefe di Mifena
entra nella Mulda, & il nero Eliftro in parte tien quefto nome dal co
lore:qual pafsido Liberda,& Herceburgo entra in AIbi.Ma nero più
de gli altri tutti è nella Saffonia Allera fiume, ch’entra nel Vifurgo.
Ha mefchiato roffore con nerezza il fiume Spreuo , che pafla tra Per-
lino è Colla caftelli. Ne mancano nell’Italia fiumi neri: percioche
lAuferi, che pafla preffo Lucca nobil città di Tofcana, nereggia.
Galefo anco di Calauria è nero. E percio diffe, bagna il nero Galefo
ibiondi campi. Sono altre acque, che imitano il color di rame, o di colo vai
coatrame
: «argento alquanto fcolorito , come auviene ad alcune acque calde. fa
Mutation de colori nell'acque , e come detti colori fi la-
fcino , €95 acquiftino giio Cw. Vi . Aggic.
ORA lematerie mefcolate con l’acqua, per il più rifedono
: nel fondo, e fiattaccanoagli fafli: onde procedendo oltre Come l'acque
7 O I ) : . lafcinoli colo
cofili riui, comelifiumi,lafciano tali colori. Faffi anco mutatio» ,;
ne nell’acquiftar colore,come li bagni caldi de Statuelli,nelle pifcine Acque chepi
in due giorni diuengono verdi:e l’acque del lago di Babilonia l’efta- na dl
te diuengono rofle: l’acque del fiume Boriftene alcuni tempi dell’an
no pareno tinte di verderame .E nelle molte ficcità Facque del Nilo
Acque, che
fono parfetinte di verderame, come feriue Teofrafto. Alcune {cal- 13 ch
Scaldadofi pi-
!“dandofi mutan colore, come l’acque del fonte de Tungri, che dan- glizx colore.
‘ doli fotto ilfuoco , col bollite diuengon roffe. Sonoaltre acque che oqie defi
‘colorite pareno dall'alueo che lecontiene, non da fe fteffe: come le #0 apparenza
‘acque del mar roffo, e comeilriuo del monte Rechela , che fcorre nai
preflo Ifenaco chiamato matto da Turingi, fono rofle: per l'arena
tofla il riuo, eperl’arena e fafli, che fono nel golfo Arabico e fuc li-
ti il mare. Il Penco èverde perlaghiara: percioche l'acqua fua dal
letto tolta fi vede dicolorargentino: fimilmente altre acque fi veg-
gono di color nero, celeftino , cinereo, biondo, fendo nondimeno
mentre fono dalletto tolte niente differenti dall’altre. Talapparen-
za de colori non folo all'acqua viene dall’alueo : ma anco dalle cofe
circonftanti; come dentrole felue , verdi: e da diuerfi fiori, o rofse, colordalla g-
© bianche, o di altri colori,pareno colorate : ne anco è color proprio fordtà.
quel che dalla profondità del lago le auuiene, come il Baller della Re
tia & altri. Horaeffendo l’acque femplici, pure e limpide , come fu
0 Mi la Mar.
164 DELL’HIST. NATVRALE
la Martia chiarifsima tral'acque tutte di Roma. Le mefcolate,pet il
efcque da più impure e turbide efler fogliono. Di quefte molte , quantunque
efer Le fredde e fenza bollire, fi fchiarifcono, facendo la materia meftolata
refidenza: come fono l’acque limofe trafufe dall’un vafe di terra nel-
altro. Alcune divengono limpide fenza far refidenza, come l'acqua
at de del Teuere, qual conferuata in vafi diterra quantunque non faccia
zafar refide- limo,diuiene pura e chiara. Ne cofi rinchiufa fi corrompe, quan-
Sa na sche EPque per lungo patio di tempo. E fuole la forza del caldo ri-
coterbida al fchiararl'acque turbide,feparando col bollore dalla fuftanza dell’ac-
fuco. + qualepartiterrene: ma auuiene il contrario nell'acqua del fonte de
| ‘Tungri:qual pofta al fuoco s’inturbida. Perche in quefta il fuoco mo
uele parti di terra, che in efla erano occulte,e l’inturbida. Sin qui l'A-
gricola d’intorno li colori dell'acque : alche noi per più perfetta in-
telligenza aggiungeremo alcune noftre confiderationi.
Confiderationi fopra la trafparenzia , e colorimenti del-
l’acqueo. CAP: YI Aut.
Icramo dunque, quanto al. color delle fimplicifsime e
purifsime acque , che effe fono di.color priue; come è conue-
nientealle fuftanze di purifsima natura, e di perfetta trafparenza :il
medefimo diciamo del vetro , che chiaro. e puro fia . In quefto dun-
que dall'Agricola ci appartiamo,perchenon diamo colore all’acque:
ox die Ma diciamo, che tal apparenza auuenga dalla mefcolanza del chiaro
divengono bia e del (curo , e per rifleflion rapprefentata alla vifta; eche perciò non
che. folo l'acque,mali fpecchiiftefli,e tutte le cofe 0 di perfetta trafparen-
zao di perfetta rifleffione, tal colori dimoftrino:fendo più comune,
che di alcun'altra rapprefentatione, lariflefsione della luce, c del-
— l'ombre: perche dunque per il piùtali riflefsioni dentro di efsi fi veg
gono: impongono anco che fia tale il proprio lor colore: ma perche,
«comealtre volte habbiam detto, le fuftanze trafparenti. dirotte bian-
«che dinengono,come nelcorno rafchiato o nel vetro pefto,& in tutti
gli altri fivedi. Il medemo nella fpiumadell’acqua,nelia neue, e nel
È ghiaccio auuiene . L'acqua dunque nell’eflerfuo proprio n6 è colora
Onde- Pacque tà, come ne anco ha fapore alcuno, quatunque co la fua lucidezza al-
pigliano colo- L'occhio diletteuole e con lapurità di fapore, al gufto aggradeuol
A: fia:mas'inuefte e di fapore; e dicolore dalle vene della terra per oue
IR iV. bi — traCo-.
LIBRO SESTO: 165
tracola. L’iftefle materie dunque,che la terra colorifcono,l’iftele an
co danno colore all'acqua. Euui differéza,che le materie terrene dal-
le fumofità metalliche fi tingono , l’acque dalle terre le dilauano e fe-
co le portano. Quantunque l’iftefla compofition dell’humore e fu
ftanza terrena,con le lunghe pafsioni & operationi del caldo, appren
dali colori: ilche nelli frutti di vegetali manifetamente fi vede. Bilo
gnanondimeno diftinguer li colori proprij da gli auuentitij, o di ap
parenza e velatura: come l’inuerdimenti dell'acque paluftri e fta-
gnanti,e delle terre e luoghi opachi:non èil verde color proprio del-
l'acqua, ma di vna fuperficial vegetatione: qual, appartata che fia,re-
fta l’acqua nel {uo colore. Rapprefentano ancora l’acque il color del-
aluco,che perla {ua trafparenza fe le communica:e riflettono 11 color
dell’aria:conde, fecodo la ferenità del cielo, fiveggono efler più e men
chiare,e riceuer varietà de colori. Sono dunque li proprij coloriméti
dalle fuftze minerali,e dalla varietà di vene,per oue colano: onde pi-
gliano varij colori, e nomi da efli colori: come il Verde ramo del fiu-
meLiri detto hoggi Garigliano nelli cofini di Apruzzo,e di capagna:
laNera ramo del'Teuere nel Norcino:il fiume nero nella valle di Dia
na in Bafilicata:la Piomba dell’Apruzzo, che va al mare Hadriatico,
fpeflo quantunque l'acque feparatamente , e tolte dall’alueo limpide
pargano,nondimeno la tintura dell'aluco da loro iftefle auuiene:per-
cioche quel che in vna volta non ha apparéza, nel progreffo di tempo
dal corinuato corfo accogliendofi fi fa manifefto : come nel Conche-
fe,tra Venafro e Teano Sedicino, va fonte quantunque limpido, tin
ge l'alueo di color diochra viuace. All’acquamarina fe le da com-
munemente il color glanco chiaro , tra il verde e celeltino: ma que-
fta ha manifeftamiftura. Limpidiflime fono l'acque , che dall'arena
| fcaturifcono. Le acque di creta facilmente s'intorbidano, e tanto più
l'intorbidamento ritengono , quanto più di fottii fuftanza è la terra.
S'intorbidano anco da fe fteffe molte acque, quantunque chiare fia-
no:1lche fi fa per feparation di fuftanza, che era nell'acqua incor-
porata.Quel dunque, che nell’ynione,e nel gagliardo abbracciamen
to no è manifefto, nella feparatione apporta turbidezza e colore. Per-
cio l’acque,che nelli vafi di piombo diftillate limpide parono,miftu-
rate con altre acque,s'imbianchifcono e pigliano turbidezza di fiero,
perlo dirompimento ; e feparation della cerufsa. El decotto dilitar
girio di chiarezza aurea, mefcolataui acqua falfa,diuien bianco fimi-
lealatte apprefo: onde di due liquori chiari, e trafparenti ne re fulta
fultan-
Color caufato
da alteratione
Q operatione
del caldo .
Colori non pro
prij dell'ac-
que.
Colorimeti de
fiumi.
Acque chia-
re che colo
rifcono.
Intorbidame-
ti e limpidez-
ze di acque
onde nenzono.
eAcque chia-
re, che dinen-
gon di color
atteo .
Mutation del
l'acquam ver
de> .
Ogni turbi-
dezza fa qual
che rifedimen
to a
Come il caldo
faccia effetti
contrarij di
fchiarire , &
intorbidire>
eAcquaotti-
ma fenza fa-
pore alcuno.
166 DELL'’HIST. NATVRALE
fuftanza denfa e bianca fenza trafparenza: fciolta la cerufla dalla me
{colanza de gli humori. Quefto dunque all'intorbidamento delle
fuftanze chiare e trafparenti appartiene, & infieme alla trafmntation
del colore. Che dunque l'acque calde de Statuelli fra due giorni nel-
î pifcine diuentino verdi, comel'Agricola riferifce,non èaccidente
ontano dalla ragion delle cofe;poichel'acque minerali toccando il
rame, o vene di rame partecipi manifeftamente in altrettanto tempo
offono far detta mutatione. Ne anco e fuor dell’ifteffi termini, che
, 5 GN . 3 È ì pl
l’acque fcaldate diuengano rofle:già che e l'antimonio, e le vene ferri
one & altre materie fanno nell’aceto & in acque minerali fimili effet-
ti. Mache’ Teuere turbido fenza far fedimento fi fchiarifca,non bi
fogna cofi femplicimente affermare : poi che è cofa nell’efler fuo im-
pofsibile, che la materia dell'intorbidamento feparata, non faccia
ualche confiftenza:diremo bene, che in tanta turbidezza,è cofa no-
tabile, che rifeda fi poco fedimento : ilche auuiene per la fotti
gliezza della materia,che {parfa nell'acqua caufaua turbidezza. On-
de fi potrebbe non molto dift:mile tal fuftanza RBimare dalle pagliole
che per la loro leggerezza fi veggono nell'aria quieta: come fi vede
nelle ftaze rinchiufe,oue entrano raggi di fole:quali, quitunque mol
te, raccolte non compongono quantità fenfibile: perilche l’ifteffo fti-
miamo nell’acqua.Quatunque le dette pagliole da fe ftefle non fi veg
gono fe non cue la differenza dellaluce , e dell'ombra alternando le
fanno alli occhi fenfibili: ela detta turbidezza di acqua fi fupponga
più fenfibile. Equanto al caldo,che faccia effetto contrario di fchia
rire & inturbidire,è cofa fimilmente alla ragion conforme: poiche
bi x x q- . - Le ì È
la proprietà del caldo è di difgiunger le parti. Onde auuiene,che nel-
la prima operatione apporti intorbidamento:ma finalmente fatta {e-
paratione, € perfedimento e per feparatione fatta in {piuma caufi ri-
fchiariméto: alche gioua anco la moderata freddezza:perilche l’acque
erfettamente chiare, frefche ancho efler fogliono ; riftrette & vnite
dal freddo nella propria confiftenza. Quefto fia detto nella materia
de colori,e chiarezza.
Della varietà de faporinell'acqueo. Car. vir. Aut.
E c ve la confideration degli fapori, dipendenti dall’iftefle
caufe e mefcolamenti,che de gli colori fi è detto. L'acqua dun-
que nel femplicifsimo fuo effere,nel quale anco èalla falute ottima, è
diogni
=
#: LTBR0€ SESTO! 167
di ogni fapor priua, e con quefto al gufto gratiflima , non altrimen-
te, ci’eflendo fenza alcun colore nella femplice fua limpidezza ap-
portaua dilettatione a gli occhi. Le varietà poi de colori feguonoli va
ri] mefcolamenti:de quali oltre diremo.Hora riferiamo con l’Agrico
Ja le varietà de fapori delle acque. Agric. Chiamano acque dolci RETE
non folo il volgo, maancogli fcrittori, quelle, che fono nude di fa- come fi dica-
poreftrano,foaui e gioconde a coloro che le beuono : tra tali famofo ”°-
è Smeno fiume di Laconia, che nafce da gli fonti di Tigeto n6 difco-
ito dalla città più che cinque ftadij, e pone in mare afiniftra del capo
di Diana Di&ynna:oue era il fuo tempio. Famofe tra tali fono le ac-
que del fiume Euleo,e Coafpi: de quali è fama,che beueflero li Re de
Perfi,c per foprabondaza di delitic,ne portaflero feco in lontani pae-
fi. Quefte lafciando da banda, ragionerò hora dell’acque dolci,
che con dolcezza notabile, ma nondimeno ingioconda mouono il Dolcezza di-
gulfto . Di tal conditione ne fono a Glauca caftello non folo nella fel- Sdicenaler.
ua verfo Oriente difcofto due miglia:ma anco nelle foffa delle mura.
Di fapordilatte, e più dolce.Scriue Paufania efter {tata l'acqua di Can
dia nel capo detto bianco preflo il villaggio Dafcylo.E di fapor di vi- de di vino
no efler ftata l'acqua di Paphlagonia a cui andavano i paefani per be ”° ro
re: edivn fonte dell’ifoladi Andro, e divn°altro di Nalo. Quetto
fia detto dell’acque dolci: percioche ambi detti fapori,cofi dico il lat-
teo, come il vinofo Theophrafto numerò tra le fpetie di fapor dolce.
Sono altre acque di fapor falfo:e de tali ne fono fonti, laghi, e fiumi: iepor ili
anzi molti caftelli da tal occafione n'ha pigliato il nome di Hala, co- fonti, laghi, e
me l'Hala di Ermbduri fopra il fiume Sala,l'Hala de Sucui preflo Co- fumi.
charo , l’Hala della Retia prima, fopra diOeno. Sono altri fonti
falfi,e non pochi nella Saflonia: ma più nobili tragli altri, li di Lune-
burgo: & altroue pozzi,de quali altri non fono veramente pozzi,ma Pazgi fulfi.
fonti ritenuti, per ritrouarui fempre l’acqua: altri veramente pozzi
profondi:dall’acque de quali tutti cò la cottura fi raccoglie il fale . De
quali efsedone copia molta in varie parti del mondo, n6 occorre qui
ui far mentione de luoghi cue fiano. Di quefti molti caldi ne fono, atolte acque
comein Sicilia le Selinuntie: la fonte falfa di Pegafo, e li caldi nel te- /#/t calde.
nimento di Methone caftello de Trezeni. Narra anco Ariftobulo
Cafandreo effere in Mileto vn fonte le cui acque profonde fono fal- corrarierà di
fe, le di fopra dolcifsime. De fiumi anco narra Strabone, che ne fia- Gate alfa un
no inIfpagnaalcuni (ali. E Vitruuio dice ch’vna parte d’Himera fia 1
falfa: cioè quella che riceue l'acque falfe di Selinunte. Euuene vno in
Caria
Laso bitumi-
nofo falfo .
Acque ama-
0:
Acque ama-
re fono nitro-
f CIS.
Acque nitro-
fe.
Cotrarietà di
acque in un
fonte nitrofo .
(3lde nitrofe.
«Acque aceto-
fe.
Fonti acetofi
detti pazzi.
«Altraacetofa
detta furiofa.
168 DELLHIST NATVRALE
Cariaoue il tempio di Nettuno. Er altri più alle porte Cafpie; &
appoli popoli Mardi, & Armeni. Appoli Battri il fume Ochro, &.
Oxo. Et vn'altro non lungi dalla bocca di Eufrate, che li popoli Or-
chenirinchiufero. Sonouianco molti laghi falfi:& in Germania ne
è vnotra Srapela e Seburgo: cue eflendo due laghi confini, l'vnon'è
dolce, l’altro falfo: falfo in Italia è il lago di Taranto: faifi ne fono tre
in Sicilia: il Cocanico, l'Agrigentino , el terzo preflo Gela: e mol-
ti famofi appo Greci nell’Afia minore, & appo Indi, quali per breui-
ri tralafcio:nell Armenia è il Mantiano tra gli altri grandiffimo: &in
Babilonia il lago Thopeti in cui entra Tigri. Et in Giudea falfo il
lago bituminofo, che alcuni chiamano Mar morto. Hora pafliamo
all’acque amare.In Potro il riuolo di vn picciol fonte chiamato Elam-
peo, è tanto amaro , che con il fuo amarore infetta Hypani fiume
erande. Sono fontiamatri tra il fume Nilo, & il marroflo:& in Cili-
tiadi vna fpelonca preflo Coricio efce vn fiume amaro , le cui acque
fono pure, e chiare:quefto per meati fotterranei và a mare. Maama-
re fono per il più le acque nitrofe, quantunque non fia laloro ama-
rezza fenfibile , fel nitro non vi è abondante: e nitrofe fono l'acque
di Penna Veftina,é l'acqua di Cutilia. E de gli laghi,il lago di Letein
Macedonia,& il lago Arfeno di Armenia, altrimente detto Arethufa
in cui fcorre Tigri: anzi le nebbie che dieffo eflalano nitrofe fono,
e perciò nettano e pulifcono le velti. Nellago Afcanio, & in alcu-
ni fonti di Chalcide, come Plinio narra ; l’acque di fopra fono dol
ci,e fi beuono;le di fotto fono nitrofe.Nell’Arabia in Mecha l'acque.
de pozzi fono infette di nitro.E nell’Egitto le acque del Nilo.E di ac-
que calde anco nitrofe ne fono in Phrygia preflo il villaggio chiama-
to Meni: & altre nel villaggio di Leonti. Paffando hora all'acque ace
tofe, dico che molti fonti talifi ritruouano . Comein Germania vno
ne fappiamo alla rocca detta cafa noua. In Veftophalia ne habbiamo
quattro nel pacfe de Chatti preffo Valdunga caftello: molti nel teni-
mento Elbogano, l’vno all'acque calde di Carlo HITI. l'altro va mi-
glio difcofto dal villaggio di Culma verfo Egra. Da quefto non mol-
to difcofti, fono alcuni fonti acetofi fopranominati pazzi: percioche
l'acqua eflendo fredda par che bolla. Daquefti anco quattro miglia
verfo Egra, e l'acetofa detta furiofa: percioche bollendo con gra fuo-
no viene fuori quafi tonando. Finalmente quali nell'ifteffo borgo
di Egravi è vn fonte acetofo. Nella Sucuia fono due acetofe: l’vna
preflo Goppinga città al fiume Vilfo, l'altro in vn villaggio Preifa
) : Calba
" LIBRO SESTO. 65
Calbacaftello. Tre acetofe fono conofciute in Italia, l’vna difcofto
da Teano Sidicino miglia quattro: l’altra n6 molto dalla detta lonta-
no,nel teniméto di Venafro:la terza nel teniméto di Stabia detta Mez
za. E anco nella Sicilia vn'acquaacetofa , & in Macedonia n'è vna
nobile preflo Linceito. Ma hanno fapore aftringente tutte le ac-
ue, che vengon fuori da luoghi aluminofi : tal vna calda ne è nel te- Afringtti aa
niméto di Volterra:tali fono l’Albole nel tenimento di Tiuoli: aftrin Wine
gono fimilméte l'acque infette di Vitriolo, Melateria, Sori, Chalciti,
Mifi:ma quefte,oltre di tal fapore,hano feco molta acrimonia: come. _sstringente
è il fiume Ochro in Saffonia preflo la caua di Gofelaria. Taleèin Ce- visriolaze.
pufio l’acqua pozzana de Semolniccio,che rode il ferro,e lo trafmuta
inrame. Tale par che fia il fiume Suge preflo le Tempe di Teflaglia,
la cui acqua non può contenerfi nè in vafe di argento, né di rame,nè
diferro : maquel corrodendo efce fuori: tali anco già furono in
Puzzuoli alcune calde, che rodeano il piombo. Li fonti che tengon
di folfo, rame, o ferro hanno il proprio fapore difdiceuole e molefto OA
mal’infetto di oro , argento, o piombo appena può fentirli. Difle tida inferzion
Plinio che l’a-qua del fonte di Tungri fia di fapor ferrigno. di metalli .
eMutation de fapori . Caro Vili Agric.
vOcLionoancolifapori dell'’acque,non altrimére che li colori,
S mutarfi:percioche le dolci fi voltano in falfe,come auuéne nella Miutatisdi fa
Caria in vn fiume preflo iltempio di Nettuno. Voltanfi le dolci ih pori nell'ac-
amare come nelia Thracia tra Philippopoli & Hadrianopoli auvéne @-
nel fonte Regio a tempo che Giorgio Defpota fignoreggiaua nella
Mefia . Nè folo ne gli fonti quefte mutationi de faporidi falfo e di a-
maro auucnir fogliono: ma fcrifse anco Theophrafto che li fiumi in-
teriin Boetia preflo Citherone habbian fatto tal mutatione . Le muta
tioni dette fono opre tutte di natura: a cOtrario p induftria di huomi-
ni fono gli laghi amari divenuti dolci, portidoui fiumi:come è auue-
nuto in quel che con vna fofla per dentro di loro portata ad Arfinoe
sindolcirono . Sogliono anco fcaturire le acque dolci giuntamente
alle falfe:come auuenne preffo al fiume Vara nella contrada Creuce- scsiuzizini di
burgiana: cue coloro che ne fanno il fale non poco fi affatigano nel «eqre falfe» e
fepararle falfe dalle dolci. ‘Tutto quefto de gli fapori l’Agricola. pu
P Con-
170 DELL’HIST. NATVRALE
(onfideration del Autorefoprali fapori dell'acque. CAP. 1x.
| LCcHE per più compitadiligenza aggiungeremo alcune né-
vuota (e D3 {tre confiderationi . Prima dunque diciamo,che l’acqua in fe
fefa prua di ftefla,come di colore,cofi è di ogni fapor priua:ecome nella {ua trafpa
Saporese ricer renza di color nuda aggradifce al fenfo del vedere: così nella purità e
tina di ogni fa . s spie } : ì
pore. nudezza di fapore , diletta il fenfo del gufto: ilche fa che fia fincerif.
fimo foggetto de fapori pigliado fenza alteratione quito fe gli dà: ri-
ceue dunque ogni fapore dalle cofe o che in effa s'infondono , o che
eflà laua. Ma nelle fpontaneamente nafcenti , il fapore, o che dalla
condition della fuftanza terrena, 0 che da altra fuftanza minerale lo-
ro auuéga,é già manifefto che niuna cofa è che cofì veloceméte,e per-
sufliza dei fettamente con l'acquafi vnifce, come la natura de folubili, coli di>
luboli più che ciamole fuftize che fono nel geno de fali,come è'iftetio Sale, il Chal
niftun altra “ canto, l’Alume, il Nitro, &il Sale ammoniaco, appreflo di quetti le
velocemtte fi 5 È toi no 2 A
vmifce calac Varie fpetie de rubigini,come è il Verderame, la Cerufla, e ciò che da
qua. metalli fiorifce . Perilche dalli metalli iftefli,in quelli dimorando,pi-
glia fapore:mada niuno ne più manifeftamente, ne più difdiccuole
rubigini de Che dal Rame,appreflo dal ferro. Ma da quefti metalli tanto più ve-
metalli fime- locemente s'infà, quanto fia di acetofità, o di altra acrimonia minera-
a le parte.ipe : percioche quelte in breue muouonla rubigine. Il ra-
qua. me dunque tra metalli communica il fapore diamarezza partecipe.
Sani Il Nitrù è tragli fali alquanto amaro : quantunque fia ciò con poca
Ì ofienfion digufto. Il Vitriolo con l'acerbità & acrimonia alquanto
amareggia.Il piombo dàil fapor dolce:perciò l’acque,con lambicchi
di piòbo ttillate,di dolce partecipi fono. Il piombo, & il litargirio,&
altre futanze piombine bollite nell’aceto il rendono dolce: ma tal
dolcezza è da vnafeguente difpiacenza accompagnata. L’acetofità è
manifeftamete nell’alume. Diftillafi anco dal folfo, e dal vitriolo per
violenza difuoco vna fuftanza humorofa di fommaacetofità,& acri+
monia: fi che per piccola quatità che fi fia, mefchiata con molta quarti
tà di altro humore,lo muta nel fapor proprio . Sono dunque manife-
i fte le caufe , onde li fapori all'acque auuenghino: perilche gioua'al-
ui alta purità la purità dell’acque nafcenti , la terra onde diftilli,e fcaturifca : e nelle
dell'acqua . piouane la ftagion dell’anno: & in tuttel’acque che nò fiano pure il té
po della refidenza. Perilche l’acque dalle terreche manco fi fciol-
gono,e meno infette di fuftanze minerali fono, più pure vengono.
È nel-
= x ,LIBRO: SESTO. 171
E nelle piouane dopo li fommi caldi per la violenta elewation de va-
pori che dalle terre alterate feco varie eflalationi inalzano fono meno
pure, c perciò tali acque & al tatto ontuofe a guifa di lifsiuio, & al
gufio meno grate fi fentono. E qualunque acqua piouana in pifci-
naconueniente raccolta con la lunghezza deltempo fi dipura , e di-
iene di miglior fapore. Hora con l’Agricola venghiamo allediffe
renze de gli odori.
DifferenZe di acque dagliodori. Car. x. Agrie,
"A cv A femplice,dice lAgricola,non ha odore veruno:le me equa in fe
fcolate poche volte odorano bene,ma per il più fono di cattiuo fafa da di
odore.Sono in Romagna alcune calde che odorano eccellentifsima
canfora:in Modone del Peloponnefo vi ha vn pozzo;che per la mefco Aegua di o-
liza di bitume rapprefentaua n6 folo l'odore, ma il colore anco del- condi caforaa
l'vnguéto Cyziceno . Nella Mefopotania in Cabura è vn fonte la cui
acquaha giocondo odore.In Germania in Hildefimio fono due fonti
che male odorano: l’vno alla rocca Steureualda fcorre davn marmo
che ha odore fimile ad ouo putrido , e l’acqua è foauc al gufto , enon 4°94 di o-
x vee | e A ce dor di ouo bu-
mal fana:ma beuuta a digiuno cenerarutti no difsimile all'odore del ,,;d0. P
detto marmo pefto . L'acque si de Statuelli beuute rendono odo-
re di ouo corrotto. Vièvn'altro fonte folforato in Hildefimio pref
fo il villaggio Hafda difcofto dal fonte già detto vn miglio , che ren-
de vno odor cartiuo non diffomigliante ad odordi polue di b6barda: odore di pole
fiche agli huomini che fono alquanto di lontano, l'odore ifteflo infe #ed: dobarda
gna il luogo del fonte. Nel fapore anco fifente l'iftela tuffa. E la {ua
acqua p il rivolo onde pafia ricopre le pietre di vn limo che rafchiato
fecco fi ritruona efter folfo. È nella Pannonia balla, a Buda vi fono
acque di vn fonte freddo di odorfulfureo. Di odore anco di folfo Odor fulfureo
fappiamo ch’erano l'acque di vn fonte che correva dal monte pref-
fo Scapara caftello della valle Mugellana eflendo coquaflata da terre-
moti: qual nodimeno poco dipoi cefando itterremoto fi afleccò. Sé-
te di folfo il fonte de Palifcim Sicilia: ele acque fontane del fiume
Anigro. Malecalde di Perofcia puzzano peril nero bittume, che li
fopranuota. Similmére a Leuca di Calabria è vn fonte di cattiuo odo-
re,che finfero gli Pocti che fufiè nato dal fangue de Giganti Leuterij,
È anco appo gli Etoli alle radici di Tafofio colle vn fonte di catti-
uoodorc,le cui acquefcaturifcono piene digrumi:oue anco cò fauole
Pz han-
172 DELL'HIS'T? NATVRALE
hanno couerto la natura delle cofe dicendo, che iui fia il fepolchro di
Neflo,e di altri Cétauri, e che la puzza fuffe caufata dalla puzzoléza lo
SP ARRTRECE In Giudea anco non lungi dal lago bituminofo, cron riuiche
SED) bolono dall’ifteffla cagione puzzoléti:e per certo le acque calde per la
Puzzuoli co maggior parte,per lo molto brutto odore, fono difpiaceuoli. Onde
Li Puzzuoli datal puzza tiene il nome. IllagotraLaodicea& Apamia,
oltre che fia falfo,fiata vn certo che di brutto e puzzulente: & Aretu-
fa fonte di Sicilia a certi tempi dicono che rende odor di fimo . Que-
fto quanto all'odore.
(onfideration dell’ Autorefopragliodori. Car.x1. Aut.
TO1 diciamo che effendo l'acqua, come gli altri femplici ele»
Diuer(e caufe . menti,di tutte le qualità e differenze, e di colore, e di fapore, e
de gli odori di odore priua, come foggetto nudo: e perciò dell’altre qualità e-
SEU Itranee ricettivo: l’auuiene l'odore, o dalla mefcolanza della cofà
* che da principio con tale odore fele mefchia, come fa il folfo & al-
tre minere effalabili: o dalla corrutella delle materie, che mefcolate,
ni Lagnado l’acqua,feco fi corr6pono,quali fono le paluftri: e che, fi co-
pagina me le materie folubili e falfe principalmente alterano le differenze
michi più facit de fapori,così le eflalabili e cocettiue di fuoco, più che tutte l’altre cor
mentelodore rom pono l’odore:tali fono il folfo, arfenico, cloro cogeneri , & altre
graflezze minerali: come le fpetie de bitumi: quali, quantunque pet
più rendano cattivo odore,ne fono nondimeno alcune in luoghi dal-
la violenza del fuoco lontani, che per la temperata cottura rendo»
no odor foaue. Reftanol'vItime differenze dell’acqua confiderate
nel tatto : de quali hora feguendo l'Agricola ragionaremo.
Differenze di acquedaltatto. Cav. x11. Agric.
pifferéze del Lt cova femplice,dice l’Agricola,è nel fuo efler fredda . Del-
l'acque nelle le mefchiate con altre fuftanze,alcune ne fono fredde,alcune te
ai tatti pide,alcune calde:trale calde ne fono alcune tanto accefe,che pelano
Acque bollé- gli animali, che dentro vi fi mergono: tal ne è vn fonte in Germania
ti. detto di Carlo IIII.& vn che fu di M. Aurelio Antonino,tra la felua:
Martiana e’ Reno:& vn delli fonti Mattiaci nella piazza di Vifebada::
in quali ficocono l’oua,fi dipiumano l’vcelli,c fi pelano gli porci,o fe
dentro
E INBRR/OM SESTO. Li 173
dentro vi pongono, o fe di quella fibagnino'. Narra Plinio delli fon:
ti Mattiaci,come di cofa oltre il folito;cheé l’acque indi tolta p tre gior
ni ritéga il bollore. Bollenti anco dice cffer l’acqua nel feno di Baia,fi
che rifcaldan libagni e forzino anco nelli fogli bollir l’acqua fredda.
Aut. Horafeguendo l’Asricola di narrar altre acque e calde c fred
de e mezzane, che tepide chiamano, de quali molte ne narra,a me
par fouerchio ilfarnelunga comemoratione : già che ne è tanto nu-
mero delle comunemente conofciute:dirò bene, chela caldezza nek 7, caldezza
l'acquafi deueftimare come qualità etranca c non propria: e che gli dell'aeque, e
auuenga dalli fuochi nelle terre vicine,peroue pafla,rinchiufi e nutri on i:
ti:fccondo ilmancamento o auuenimento de qual fuochi , non è ma
rauiglia che fifaccia mutatione;che alcune di calde in fredde, & alcu»
ne difredde incalde pafsifio.: Anzi fpeflo avviene che vicini e giun
ti fcatorifcano il fonte freddo alfonte caldo ; e perciò quantunquele
calde, perilpiùfiano di ftrano! fapore infette,e n6 è perciò che {peflo
non fi ritrouino pure e dolci. Enon è dubbio che la moderata fred- «Moderate
dezza renda l’acqua migliore, e di più eccellente gufto. Illuogo cal: ESE fa
do e tepore laalteri, e la renda più infuaue . Quefto delle prime dif- neo
ferenze tattiue fia detto. Hora paffiamo con l’Agricola all’altre dif- Diferéza rel
ferenze,fecondo l’ifteffo fenfo,dico della srauezza,e della fpeffezza. ata
L'acqua femplice,dicel’Agricola; è di matura fottile: mefchiata di- equa fempli
uien fpeffa,e tanto avanza in detta fpeflezza, quanto di maggior me © n pelo e-
fcolamento è partecipe: e fendo l’acqua femplice nell'’ifteffa grauezza #22.
del buonoe fchietto vino:dico,che eguali mifure di acqua e di vino
fi ritrovano di egualpefo:le mefchiate fono molto più greui : per il
che veggiamo leacque dolci foprandare all'acque marine, e l’acque RE
marine ad altre acque di maggiormefcolanza. Quindi auuicne che o Rei l'altra
gli fumi foprawino‘ gli laghi, come l’acqua Martia al lago Fucino;
l’AbduaalLario, il Ticino al Verbano, il Mintio al Benaco, l'Ollio
al Seuinno, ilRhodanoal Lemano . Speffo l'vn fiume fopraua l'al-
trofiume,come fal’Arfania al Tigri, fiumi l’vno all’altro vicino;
mentre gonfiando foprauanno ‘oltre del proprio letto. In oltre
l'acque graffe o bittuminofe fopranuotano all’acque dolci: onde Pe- riumiche fo-
neo, come Plin. riferifce,riceuédo.il fiume Eurota,nò perciò l'abbrac OSS
cia,ma portadolo fopranuoto a guifa di oglio;in breue fpatio lo ribut fecido PAagri
ta. Arfania dunque & Eurota di nuovo feparati fcorrono negli aluei cola.
propr1}. Ma fono'altri fumi,che fopridando peralcun lungo fpatio
al fine firimefchiano ..Così fa l'Ilza che va per due miglia in circa ful
i pe Danu-
Acque mce
Schuate foften
tano meglio ii
Pejo.
Acque pela
no l'vna men
dell'altra.
Acque fecon
do il tevo del-
l’anno più, e
meno greui.
Suftanze che
fanno compita
vnione co l'ac
Gay
174 DELL'’HIST. NATVRALE
Danubio non deltutto mefcolato ; come l’ifteffo colore dimoftra.
L'acque con altre fuftize mefchiate molto meglio foftentano li pe-
fi, che le femplici, comenelle falfe, nitrofe, aluminofe, e fimilifi
comprende. Ma di quefte, le infette de vaporie fuccolenze grafle,
che fopranuotano,hanno minor grauezza: e le più ditutte graui fono
le mefcolate con fuccolenza petrigna. E benche nell’acque dolci
non fi vegga facilmente differenza nel pefo:fi feriue nondimeno l'ac-
qua di Pirene fonte in Corinto efler più dell’altre tutte leggiera: & in
vna cotyla della mifura Athencfe effer nell'acqua di Euleo, vna dram
ma meno; che nell'acqua dell'Eufrate ò.del Tygre.Onde liRe di Per-
fia di quella folean bere,come più dell'altre fana: percioche quanto
più leggieraè, tanto anche più fana fiftima. Auuiene anco che di
vno ifteflo fiume fia l’acqua fecondo gli anni del tempo più leggiera;
ò più graue: perilche dell’acque che fcorrono preflo le caue di Pan-
geo Mote di Thracia, fi dice che la cotyla di mifura Athenefe l’eftate
pende feffantaquattro , l’inuerno nouantafei dramme, e di quetto cf
ferne caufa ilfreddo, chel’inuerno le riftringe, elecondenfa: per
qual via le rende più greui . E perciò anco le Cleffidre in maggior fpa
tio di tempo rendono l’acqua l’inuerno;che l'eftate .
Efamina delle cofe dette dell’Agricola. CA sb sive) Aut
VESTO tantodellafpeffezza, egrauezza dell’acque, e del-
laloro mefcolanza, e feparatione ci ha lafciato l'Agrico-
la.Nelche noi,fec6do il noftro inftituto facendo alquan
to di confideratione,ritrouiamo alcune cofe degne di eflamina, e
da non eflere femplicemente riceuute , & cominciando dall’ingroi-
famétodell’acque. Già habbiamo detto ch’alcune cofe fanno co l’ac-
qua tanto compita vnione, che non facilmente da quelle fi fepatano:
tali fono le fpetie de falie generalmente tutti gli folubili; tali fono
molte fuccolenze , che dall'acqua fi ftiolgono in minime parti e con
quella fi abbracciano, più chela capacità del fenfo pofla comprende-
reccomeilzucchero, il mele, &altri. In quefto numero fi ripongo-
no molte fuccolenze petrigne , & alcune rubiginofità metalliche .
Quefte e con l’acqua fi mefcolano : e di due acque, o che l'vna, o che
ambe fiano di quefte partecipi, tra di loro anco fi fa prefta vnione:ne
vnite che fiano , vi è mezzo che l’vna acqua dall'altra diftacchi . Qua-
to dunque dall’arteficio poffiamo confeguire, è di diftaccar la mate-
ria au-
LIBRO SESTO. 175
ria auuentitia, dalla fuftanza dell’acqua: ma non già l’vna acqua dal-
l’altra.Perciò né le mefcolaze di quelte tardano a far vnione:ne tali ac (we auuen-
que vite è pofsibile che fi ftacchino. Mentre dunque l'Agricolaci So A
narra dell’acque de fiumi, che con laghi e con le marine non fime- z0.
{chino :noi diciamo che ciò non fi debba fchiettamenta accettare, e
che fe pur auuenga non fia dalla diuerfità dell’vna acqua dall’altra:
ma che fia da altre caufe, che vietinola mefcolanza non folo del-
| Pacque difsimili: ma di quelle, che di vno ifteflo fonte fi fiano . Così 71 veloce cor-
l’acque veloci, fpinte dalla continua fuccefsion dell’altre, non fi me- So di vwac-
. A Psi x UR ; qua può tener
fchiano con l’acque ftagnati; onde non è marauiglia,che?l fiume tra- {, diuifa dal:
*paffando e tagliando per mezzo il lago, traporti l'acque fue oltre. l'altracheftà.
Che dunque Penco ributti di nuouo l’Eurota;e che fi apparti, non fi
può in alcun modo concedere, fe vogliam pigliar caufadi ciò l’iftef- Acqua non fi
fa fultanza dell'acqua: ma che l’acqua ributti la parte ogliofa,c bitu- a n da
minofa,è cofa confentanea alla ragione: poi che tali fuftaze fono dal- zeogliofe.
la (uftanza dell’acqua feparabili , nè per breue arteficio o induftria fi
vnifcono. E cominciado dall’efflempio;che egli ci apporta della Mar- control’ eeri
tia per il lago Fucino: ciò noi non trouiamo effer cofi:fendo che il Fu de rea dr
cino n6 ha manifefto efito ; e l’acque che dal d'intorno in cflo corro- aiartia dalru
no in breue anco fi mefchiano. E fe fono in mezzo di effo lago alcu- c#0.
ne forgéze de fonti , che manifeftaméte dall'acqua nel lago fi difcer-
nono, cio auuicne dalla caufagià da noidetta della poffanza della
forgenza e continua fucceflion di acqua;come nell'aria ftefla la {pen
ta co l foffio e con mantici,per alcun fpatio col refto dell’acqua non fi
vnifce,e tanto ciò più fa,quato la violéza che lo {pinge fia maggiore.
Mentre dunque il foffio fia debole prefto rintuzzato con l’aria fi me-
fchia.In oltre la quiete può matener l'acque nel fuo luogo,e che l'vna
con l'altra non fi mefchi: &il dibattimento commune fa prefta me-
fcolanza. Le caufe dunque,che tengono l’acque feparate fono di po- fuel che fa
tente mouimento dell’'vnachabbia efsito , e continuata fuccefsione: fmefilino.
o la molta quiete di ambe ; quel che fa mefcolanza èl’efito impedi-
to, el dibattimento,che fia all’vna e l’altra commune . Ma quanto al
fofteniméro del pefo,diciamo che quanto più greue è la materia,che , Too
con l’acquafivnifce, tanto piùle cole pofte a nuoto vivanno leggie- zo delle gra-
re: percioche fecondo è detto da gli Mathemateci, e la fperienza di- nezze nell'ac
moltra: ogni pefo pofto dentro l'humore tanto fi affonda,e tanto luo 9° 7% i
go occupa quato l'humore che ftia in egualità di bilancia col pelo po
ftoui. Dico chele pelo orauafse céto libre affondarebbe nell'acqua p
dl tanto
176 DELL’HIST. NATVRALE
tanto luogo quanto farebbe occupato da cento libre di acqua,n6 più
ne meno. Se dunquela materia greue piglia minor luogo, e cento
libre di acqua falla piglian meno fpatio di cento di acqua pura, è di
ragione,che molto pit affondi il pefo pofto nell'acqua dolce,che nel-
la falfa: e che molti, che nell'acqua dolce aftondano,nella falfa fi con-
feruino a galla : perciò coloro che de lifliuij potenti hanno bifogno,
pigliano perfegno proprio della fuftiza fua, fe l’ouo vi vada a nuoto.
Varie viriù dell’acqua fecondo le fe varie differenze .
Cars obi Gia
O RA feguiremo conl’Agricola i varij effetti fecondo le det
Hi te differenze dell’acque, raccogliendo da gli fuoi detti quan-
Virtù dell'a tO più breuemente quel che fa al noftro propofito. Agric. L'acqua
quafemplice. femplice, come tutti gli altri humori da bere che fani fono, beuuta
inhumidifce la fodezza de cibi, e fa che la virtù concottrice del uen-
tre,alterandoli poffa di efli farne fucchio atto a nutrire. L’ifteffo aiuta
il fangueadiftribuirfi perle parti del corpo, egli è come guida. Le
fue qualità,o che fi beua, o che di fuori fi adopri, fono d’inhumidire
e rinfrefcare. Le compofte hanno molte e variate operationi proce-
denti dal mefcolamento: percioche fele vogliamo fpicgar per ordi-
Sane ne. L’acque infette di effalation peftilenti ammazzano. Già ho det-
peftilente to che’l lago tra Srapela e Suburgo a certi tempi dell'anno fa tali effet
ti:mal'infette di qualità nociue fe ben non di fubito ammazzano;
nondimeno offendendo,col progreffo di tempo portano a morte.
L’acque che fono femplicemente dalla forza del fuogo toccate, fenza
mefcolanza di altra qualità, 11 che di rado auuenir fuole, hanno vir-
tu folo di fcaldare & inhumidire, che è propria virtù della femplice
acqua. L'acetofelle muouono l’vrina,e giouano alle pietre delli mea-
tivrinarij:togliono anco l’ebbriachezza.Le vnite con fuccolenza pe-
trigna che molta fia , attaccandofi alle vifcere, echiudendo le vene ,
impedifcono le operationi del fegato, e la diftriburion del fangue
peril corpo: onde ammazzano, coloro chele beuono: e quantunque
alcune ciò non facciano di fubito: portano nondimeno danno nota-
bile alle vifcere. Quelle che poco fono di tal fuccolenza partecipi,
non fono tanto nociue. E fe auuenga,come auuenir fpeffo fuole,che
la fuccolenza petrigna corra per lo fondo; non è cofa inconucniente
che
Acque tocca
te dal fuoco.
Acque aceto-
{ea
LIBRO: SESTO. 177
che l’acqua di fopra fanafia. Le mefcolate con terra fogliono l'ifief.
fi effetti produre: dico di oppilar le vifcere , e generar le pietre nelle
reni. Le acque partecipi di futtanze folubili generalmente fcaldano
efeccano ; e perciò giouano a coloro che d'intéperie fredda & humi-
da patifcono,& alli mali che dahumorflemmatico dipendono:nuo-
cono d'incontro alle complefsioni difteperate nel caldo e nei fecco,
& alle infermità che nafcono dacolera, e generalmente da humor
caldo. Maanzi di tutte offendono la complefsione,che calda e fecca
fia: aquella,che èfreddae fecca, giovano conla caldezza: nuocono
per la ficcità. Le falfe che leggiermente aftringono, mentre habbia-
no tanto temperamento quanto l’acqua marina, fono à paridi quel-
la efficaci: ma feo piùo menodi falefiano partecipi , fecondo tal té-
peramento haueranno le loro operationi. Nondimeno, mentre
di vno ifteffo grado fifiano, & oltre diciò fiano naturalmente calde,
farino tanto più efficaci.Perilche le marine ancora;e le altre che fred-
de fcaturifcono, fe fcaldate fiadoprano fanno molto più manifetta
operatione,ne ciò dico folamente delle falfe,ma di ogni altra mefco-
lanza che effe simbeuano. Quefte dunque che falfe fono,beuute rur-
banoil corpo, cacciano fuori la lemma &1l fangue appreffo,minui-
fcono il corpo, elo rendono macilento, ma, dopo l'haucr confuma-
to la flemma, offendono il ventre, rodono & impiagano le budella:
generano prurito ; e fcabbia : percioche con laloro falfezza inferra-
no il fangue: ma fe la falfezza non è molta, tardi e men chiaramente
tali effetti producono. Adoprate di dentro tepide,fono vtili a cacciar
& aflotigliarla femma: &adoprate calde togliono li torcimenti del
‘corpo. Ma venendo all'vfo de bagni; dico che li caldi giouano a to
glier la cattiua difpofition del corpo,caufata dalla foprabondanza di
femma: giouano alli difetti de nerui, al petto trauagliato da deltilla-
tion di humori : giovano al ventre diftemperato nel freddo & hu-
mido: fanano la (cabbia c'habbia origine dafemma, e fe non vi fia
fcabbia muouono prurito , e quel di nuouo dopo alcuni giorni gua-
rifcono . Pigliandone il vapore,mentre bogliono,emendano la gra-
uezza del capo: e fimilmante adoprate giouano anco alli dolori delle
orecchie: ma adoprate co’l bagnare, rifoluono li gonfiamenti,cofi
quelli che dopo l’infermità reftano, come quelli che da fe ftefli dalla
flemmaficreano. Giouanoa gli hidropici: e riftorano il colore alle
membra liuidite . L’acque nitrofe effe anco beuute conturbano il ve-
lin gra-
Acque mefco
late con terra
Acque ca fu-
fianze folubili
Acque falfe
beusnte.
Ze acque ne-
dicate calde
fanno più ma-
nifefta opera-
tone è
Bagni falfi.
Vapori de ba
gui falfi..
ì ì 3 ta Da «Acque nitro=
tre, e caccian fuori la flemma: rendono inoltre lematrici habilial- e.
In che l'opera
. tionile nitro-
fe operino di-
uerfamete dal
le falfe .
Acque alumi
nofe.
Acque atra=
mentofe »
Acque julfu=
vee.
Acque infet-
te di cerulco
verderasme, e
Chrifocollan»
138 ‘ DELL’HIST NATVRALE
l’ingratidamento ,e minuifcono le ferofole. Li bagni dell’ifteffè e-
mendano la mala difpofitione,che dalla femma prouiene: giovano
alli defetti de nerui, al petto trauagliato da deftillatione:& hanno ge-
neralmente l’iftefle virtù delle falle, ma più efficaci, diuerfe in que:
fto , che non aftringono, ma nettano. Onde abbellifcono la pelle ,
guarifcono la fcabbia: e gocciate nell’orecchie giouano alli loro
ammarcimenti , gonfiamenti,e fufurri. Ma le aluminofe hanno in
oltre l’aftringenza : perciò poffono ridurre nella fua integrità il ven-
trico!o folito a vomitare: guarifcono le piaghe della vefsica: giouano
alle donne che non purgano fecondo il debito detempi, & a quelle
che foglion fare aborto. Guarifcono ritenute dentro la bocca le fue
piaghe, e raffettano l’infiaméto delle gingiue:gargarizate togliono li
ftrigoglioni.Li bagni anco giouano all’ifteffi mali: ma, anzi di ogni
altra cofa,alle piaghe efterne,che ab6dano di humore. Sono vtili alle
rifolutioni de nerui,e ftagnan li fluffi di fangue,cofi glli che pla boc-
ca, come QIli che p il fondameto végon fuori.Ma bifogna fapere,che
elle nociue fono a coloro,che fono difpofti ad hauer febre. L’acque a-
tramentofe,tali dico quelle che o dall’ifteffo vitriolo,o mifiy o chalci-
ti, 0 fori, omelanteria pigliano imprefsione , hannol'1fteffe qualità
dell’aluminofe , macon più violenza: percioche con l’aftringenza fi
accompagna molta acrimonia:perilche fono vtili alle piaghe che ma
gnando ferpeggiano : 0 mentre fono molto di tal fuftanza partecipi,
bceuute ammazzano. L’acque di folfo partecipi rammollifcono le
durezze de nerui, e fcaldano.. Sono vtili cofi alli rilafamenti, come
alli ritiramenti de nerui, &alli membri tremanti, e giouano aloro
dolori: caccian fuori e rifoluonoli tumori delle gionture: perilche
fono medicina della chiragra, podagra, &altre infermità de artico-
li. Difcacciano ancoli dolori del fegato , della milza, e della matri-
ce:e riftorano gli loro enfiamenti :ma commuouono e riuoltano lo
ftomaco: guarifcono la fcabbia e le piaghe:togliono le lentigni del
volto, &emendanole vitiligini. L’acque che di bitume fono par-
tecipi, beuute giovano alli difetti delle partiinterne : e li loro ba-
gni col progreflo deltempo rifcaldano & ammolifcono li nerui. Ma
riempiono la tefta, & offendono gli fenfi ; e fopra di tutto gli occhi.
L’acque infette di Ceruleo, Verderame,e Chrifocolla,beuute mouo-
no vomito, e li loro bagni medicano le piaghe,che pafcédo camina-
no. Leinfettediorpimento fcaldano & aftringono . L’ifteflo ope-
rano l’infette di Sandaraca. Maquefte fchiarifcono la voce e giona-
| noa
BIUBERIO1 SESITO) I° 179
noagli afthmatici. Le infette dalle vene di oro, di argento, piombo, _geque infet-
eftibio,fogliono indurire,e ritirar li nerui,riépir le gionture di flem- se di vene di
ma,& infiarle : e {peflo anco generarle brogne del collo. ‘Tal effet- vinba ef
to auuiene hel Norico a coloro c'habitano fopra Salfeborgo,e nll'al bio. fe”
pia Valle Cillera,& a Valle Sundera difcofto da Curia cattello della
Rbhetia circa miglia dodici:oue anco è vn fonte, che beuendone of-
fende in modo il ceruello , che ne reftano ftolti. In Italianelteni- parer di alc
mento di Tagliacozzo fi gonfia la gola , e diuengono bocciolofi per niche l'acque
colpa dell’acqua. Stimano alcuni che l’acque dall’oro , &dall'argé- ora; do SE
to puro piglino qualità gioucuoli e che conferifcano al core.L’ac- batario
que,che dalla vena di argento viuo s'infanno,da tal communicanza do di dr
ne diuengono riempitrici del capo : onde di nuouo ricalando gua- 2 Rn
{tan le gingiue, e le giunture:quantunque io ftimi, che non folo nel-
l'argento viuo: ma in altre vene minerali, tal malignità fi ritruoui.
Sono nell’Arabia alcune particolari infermità, che corrempono la
bocca, e le gambe, cagionate dalla malignità dell’acque. Narra Pli-
nio di vn fonte di acqua dolce nella maremma di Germania,che a co-
loro che ne beuano tra due anni cafcauan li denti,e fe le fcioglican le
giunture;in vn fonte anco de Sufi città principal della Perfia, l’ifteflo
auuenir narra Vitruuio . L'acque delle qualità di rame intinte gio- Infette di ve-
uano al mal della bocca, & alle ghiande, che ineffa fono, & all’vuola: we di rame:
giouano fimilmente agli occhi,e lepurgano dall'impedimenti, che
l’offufcano. L’acque ferrate giouano alventre, milza,rognoni: gio- Acqueferrd»
uano a coloro che patifcono di dolor colico: cacciano li dolori delle se.
giunture:e fono anco vili alle piaghe della vellica : onde l’acque fer-
‘ratein T'ofcana,che erano cinquanta miglia lontane di Roma, come
fcriue Marcello medico , erano chiamate veflicaric. Made gli altri
minerali, che fogliono hauer feco mefcolanza : fe la pietra piom- eque infer-
bara infetti l’acqua: apportarà l’ifteffidanni, che l’infette di piom- # ® pietra
: . : i ci VAS piombara, .
bo,nell’offender li nerui e le giunture. L’infette di Pirite,che non fia 7nfere di pi-
ramingo,rifoluono le durezze: ma,fe’l Pirite fia ramingo,faràno nel- vite.
l’operationi fimili all’acque dirame infette. L’inferte della Cadmia do i Cal
mordace, corrodono li membri interni: non è però tanto nociua la
cadmia, che di argento abonda. Hora paffando all’altre confiften-
ze, che diodor metallici non fono partecipi . Diciamo,che le acque, ni
che fcorrono per felci & altre pietre dal freddo agghiacciate, perche O rijgenidi pie-
niente o poco da dette pietre pigliano, hannole qualità quali della © -
femplice acqua; fono nondimeno per il più fredde,ccrude, cbeuute -
tardi
180 DELL'HIST. NA’TVRALE
tardi fi digerifcono: ma quelle che per altre pietre fcorrotio, fe dette
pietre dure e magre fiano, poco della fuftanza loro pigliar poflono, fe
molli fiano e graffe , molto. ‘Tali fonole pietre da calce, che ramol=
lite da acqua calda lafciano in detta acqua non poco della loro fultà-
za. Taliacque dunque fenza mordacità diffeccano. Nell'ifteffo mo-
Infette di m- do fanno quelle, che fcorrono per le pietre geflare: oue dirò, che
neradi 80: mentre di molta foRaza di geflo partecipi fiano, beuute poffono ftran
Infette di € colare. quelle che partecipano della pietra Ematire riftringono e fta
Tnfette di pie Gnano il Buflo di fangue. L’infette di pietra Giudaica pietra Sactrale
tra Giudaica. e Trochite,rompono li calculi j che dentro il corpo s'increano. Nel-
l’ifteffo modo fi dirà dell'altre fpetie di pietre, né fiamo indubbio che
le calde radano delle pietre più chele fredde: e perciò tali acque fo-
gliono hauer più manifette operationi,e qualità. Tanto dell’acque ci
difle l’Agricola, i
Cofiderationdell'eAutore fopra le varie virtù medicinali
dell'acque, es onde le piglino:. Cap. xv. Aut.
DI *& TE LcHE volendo noihauernef; pedita e certa determinatio
SL, N ne:diciamo prima, che dell’acqua nell’vfo de fanità quella i
ma in vfo di deue ftimar migliore & ottima, che fia quanto più di ogni qualità di
ce * fapores colore, & odore nuda: e che tal fia l'acqua nel femplige efler
povalmzse ne (UO1e che per tal femplicità fiano cofì acqua, come l’aria, ela terra
di di faporeet elementi degli altri corpi: ondeefli non fi fciolgono in diuerfe fu-
liré dualità . i ; ua Pira
Fenntina, {enze, come coloro che di feparation chimica fanno profeflione ne.
fi fciolgono in pofsono far certa fede.Ma fe vogliamo fare efperienza di altra fuftan-
corpi di die? 7a, oltre delle dette tre,come p effempio del vino: fi vede fepararfi dal
4 i vino primala fuftanza fottilifsima ardente, e poi di effa la femmati-
li detti elemé ca, e feguendo garliardamente la cottura del vino, che venga a con-
4 fi Le fiftenza di mele,fe ne caccia per diftillatione vna fuftanza ogliofa : e
fufanze. —finalmente bruciando diquel che nel fondo refta incarbonito,il fale.
i Il medemo auuiene in altri,equanto migliore il vino fia più compi-
nere chefi fe tamente le dette varie fuftanze ci rende : ilche non fi vede nell'acqua,
parano dalvi che da principio al fine per forza di fuoco fciolta in vapore, raccoglié-
CA fepararfi dOTa diftillatione fempre vna iftefla fuftanza ritroviamo: eccetto fe
dall'acqua al- ella impura fia e di altra fuftanza partecipe : nel qual modo e con il.
2 fan:
pra fidanza © tempo da fe fteffe ; e per fola cottura poffono dette fultanze fepararfi.
Segno d'impu- I
rità. Se duni-
LTERO: SESTO,
Mentre dunque dall’acqua fi farà feparatione di altra fuftanza, non fi
dourà acqua pura e femplice ftimare:ma co altri corpi mefchiara. Di
ciamo dunque l'acqua,quato a fe fteffa,efler di fempliciflima natura:e
métre tale fia,cfler ottima all’vfo della fanità: ma infarfi di altre quali-
tà etranee,e dalla comunicanza delle minere per quali pafla , o dagli
vafi,oue è cotenuta:e che quindi ne diuéga medicinale: onde le virtù,
che he acquifta,fono rifpodéti alle materie,che fanno in effa impref-
fione . Lafciando duque di ragionar di tale imprefsione per hora, ri-
torniamo all'acqua femplice , qual habbiamo detto, che debba efler
di ogni fapore,colore, & odor nuda.Ma quatro al caldo e freddo, dicia
mo;che per vfo della fanità, debba inchinar al freddo,e che cofi fia lo-
deuole,purche eccefsiua n6 fia la fua freddezza:percioche tale eflendo
fatisfà alle necefsità della natura,e vigora li membri interni. Ne è fuo
ri della ragione & efperiéza quel che Ariftotele diffe, che la fete altro
n6 fia,che defiderio di freddo,e di humido.Duque l’acqua fredda nel
l’effer fuo,di qual grado frefca nell'idioma della noftra lingua la dicia
mo, fideue giudicar migliore: male tepide, e men frefche rilafsano,e
non fatisfanno alla naturale appetéza: e da fe fteffe n6 coferuate in luo
go idoneo diuégono col tempo molli.Et è già riceuuto dal comun fen
{o del popolo la differeza di acque fode e molli dall’effetto,e dalla im-
prefsione,che fanno nel corpo humano .Ma l’acque che oltre modo
fredde fono,fi ftimano nociue,come corruttrici delle virtù,e di violé-
ta freddezza inueftite:e tito più il danno loro è prefentaneo, mentre a
ftomaco digiuno;e da afletati per rifcaldaméto fiano beuute: pcioche
fanno apprendiméto nelli mébri & apportanoal corpo varie forti de
dolori. E molti fono che poco auuezzi all'acqua, dal beuerla liberal-
mente,ne fono incorfi in graui infirmità. Ne mi è cofa occulta,che al-
cune nationi quindi lotane,come li Giapponefi, amano l’vfo di bere
l’acque calde, cofi dal nafciméto inftituiti:ma nè l'acque da loro vfate
naturalméte fonocalde,onde poffanohauere riceuuto cattiue qualità:
e calde da loro beuute fatisfano al corpo in altro modo: ma comuque
ciò fi faccia,migliori fono in vfo di fanità calde,che tepide:quali natu
ralmete fono turbatiue & incitatiue di vomito. Ritornido dunque a
quelchefi era propofto,diciamo,che l’acquadi propria qualità fia fred
da,& per ciò cò tal qualità lungo tempo ottima fi conferua. E l’eccef-
{tua freddezza l’agghiaccia e trafmuta in neue:la tepidezza lfiga l’alte-
rail fapoie:il caldo la fcioglie e la rifolue in vapore;e col bollore lun-
18I
Varie mate-
rie che com-
municano le
loro qualità
all'acque .
Freddezza p-
pria dell’ac-
qua
«Acque tepide
non fatisfan-
no alle necei
tanaturali.
Acque fode e
molli onde fi
dicono .
Acque eccelfi
uamete fredde
Acqua natu-
ralmente fred
da non è eftre
ma è
gamente dimouendola l’incorpora con altre fuftanze. Perciò la bon- |
tà del-
Q_
182 DELIRES:F. N°ASFVRALE
tà dell’acque in gran parte fi compréde da le vence,onde fcaturifcono .
L’acque dall’arena fi ftimano leggerifsime ye purillime dalle pietre
LU Da calcare e geffare, come facilmente dell'acque. corroie fono alquanto
Prede cerra, MEN buone. Quelle che di odor metallico, & altre fuftanze fimili par
tecipano fono ftimate cattiue,come infette di qualità, ftrane di ochra,
aan chryfocollaò di altra fuftiza folubile. Maio mi marauiglio molto,co
Tione nell'ac- ME all’orpimento dial’Agricola conditione aftringente, cofain cf-
que infettedì fo non manifefta, lafciata la virtu fua corrofiua. Etècofa vulgata,
o;pimet2- che l’orpimento fia l’ifteffa materia: onde fi follima l'arfenico ve-
neno pernitiofiffimo , oltre chela fua qualità corrofiua è da fe ftefla
conferuata. E gia dall’antichifsima età è riceuuto nelle medici-
DORTO ne, che dipelano il corpo. Pa confideration dunque delle virtà
dell'acqueme Medicinali dell’acque tutta dipende dall’iftefse miniere: onde elleno
dicinali dipen riceuono impreflione : perciò fecondolevirtù di quelle fi determina-
CE no le operationi dell’acque. Quefto ifteflo è il principio delle be-
uide medicinali frequentifsime in vfo de medici: nelle quali piglian
do per foggetto d’impreffion l’acqua, fi fanno varie infufioni, e de-
cottioni: percioche tra tutti gli humori efsendo l’acqua di qualità nu
da, riceue più intera e finceral’imprefsione,non alterado le virtù del:
Acque babi. lacofa , mariceuendole in fe ftefla. Fanno imprefsione ; & vnione
lifimo fogget migliore con l’acqua, le cole , che menofono di fuftanza grafla: e
to da METE viti di tute le fuftanze folubili,quali fono nel geno de fali:ma di que-
medicinali. fto foggetto difcorreremo alquanto appreffo nel proprio luogo.
So L'acque piouane fono ftimate da alcuni purifsime , clegserifsime,
a come follewate in. vapore nell’aria, onde difcendono'. Il che
Chelfarfilac non è del tutto accettabile principalmente nella purità : percioche
ae veggiamo il fuoco folleuar le fuftanze metalliche , egreui: e le fu
del vapore nò ligini, e le factte celefti fi accolgon di materia fciolta in eflalatio-
STAI ne. Ele acque piouane di frefco tutte-hanno vn proprio fapo-
la fuapurità, 10, del quale col tempo fi {pogliano, mentre fi conferuano in vafi
dae grandi , e da quali niuna qualità pigliano. Quelle acque dun-
e) f que piovane fono tra tutte migliori , e più pure, che fi conferua-
poreamétitio no in cifterne grandi, e molti anni innanzi fabricate: e chie effe anco
non fiano di propinquo nelle cifterne condotte : ma che in quelle
habbiano qualche anno fatta dimora: percioche nello fpatio di tem-
po fatta refidenza, dalle auuentitie fuftanze reftan purgate:ilche l'ac»
Spor nitsofo quenoue non hanno. Emanifeftamente par che l'acque piouane di
proprio del {i ftanza nitrofa più che di altro fiano partecipi,come che quefta più
l’acque piova
"i che
LIBRO SESTO. 183
che altra materia effalabile fiacon glihumori,& effalation della terra
— confaccia.=E fi puo [limare, che gli tuoni celefti habbian generatio-
ne dalla fultanza nitrofa, e fulfurca:dopo che fa feparatione dall'altro
vapore. Perciò tengono le acque piouane nel lauare, e nel purgare
all’altre acque vantaggio : aiutano per l’iftefflacaufa la cottura prefta
de legumi:e manifeltamente più che l’altre acque,a guifadi liflivio,
lubriche al tatto fi fentono; e le accolte di certi tempi manifeftamen-
te amareggiano : percioche nelli caldi maggiori non folo è laterra
maggiormente alterata, ma la violenza del caldo puote meglio anco
folleuarla: e nel caldo rimeflo afcende l’humore più puro fciolto in
vapore.Alla bontà dunque dell’acqua piovana concorrono il tempo
nel qual fi accoglie : il vafe, che la conferua cofi nella grandezza, co-
me nella qualità:il frefco o caldo: la lunghezza di tempo, che la depu-
ra. E nell’acque, che corrono, la vena onde {caturifce: gli luoghi,per
ue palla, e la copia: percioche la minor copia più facilmente riceue
alteratione. Siconfidera anco nell'acque,che fcaturifcono la fpiag-
gia del cielo: percioche quelle , che al Sole nafcente affacciano, fi lo-
dano come migliori , c più leggiere: più greui quelle, che affac-
ciano a Tramontana. Et in tutti fi confidera, shabbiano moui-
mento, 0 pur ftagnino : percioche l'acque ftagnanti fono a varie
corruttele e viti) foggette: e le acque mofle e correnti fi purgano
dalle fuperfluità , e pure ne diuengono : quantunque le cadute
grandi fogliano render le acque carghe di fuccolenza petrigna,
qual feco con la loro rapidità rafchiando portano. Il commun
rimedio dell’acque corrotte , e nitrofe è il cocerle : percioche la
cottura fa feparatione del cattiuo accompagnamento. Gioua an-
co il colarle , e darleil paffaggio , e tracolo per l'arena , & altre
terre conuenienti , & imitar con l’arte il natural dipuramento.
Puote nocer l’acqua fredda per l’intempeftiuo vfo fuo , come fa
acoloro, che o per molta fatiga, o per vfo di bagni caldi, e ftufe,
o altre caufe femplici, rifcaldati repentinamente la beuono: nuo-
ce a ftomaco digiuno ,& emenda li fuoi danni , quanto niflun’al-
tra cofa, che fia l’accompagnarli il zucchero. E'più che manife-
fra la vniuerfal necefsità dell’acqua nella natura delle cofe : & alla
vita delle piante, & animali: & al commune vfo fuo nelli cotidia-
ni feruiti) di lauare stigare, ammollire . E di quelle che corrono, di
muouer vari) machinaméti,di vari] beneficij alla vita humana. E nel-
le raccolte in mari,fiumi,c laghi l'vfo della nauigatione. Nell'ufo di
LO fanità
Tuoni, e fact-
te celefli.
Perche l’ac-
qua pionana
habbia virtù
di nettare .
«Acque pioua
ne alle volte
AMAYCO è
Cofe che con-
corrono alla
bonta,e purl-
tà dell'acqua.
Come l’acque
fi dipurino.
Nocumtti ac
cidentali del-
l'acqua.
vfi varij del-
l'acqua,
Me
Cinque differè
ze dell’acque
da bere».
Differéze del
le piouane, e
lor proprietà.
184 D'ELL’HIST. RATVRALE
fanità eftrinfeco, fpenge li rifcaldamenti de membri:fortifica e ra.
foda il corpo. E'in vfo vulgare fpenger con l’acqua li feruori
conceputi nella tefta dal fole eftiuo : empiono per quefto di ac-
qua frefca vn vafe di bocca lata, fi che poffa raffettarfi fu la roton-
dità della tefta, coprendo la bocca con un panno: e riuolto il va-
fe quello al capo foprapongono, etanto vifitiene, fin che fi hab-
bia manifefto fegno di hauere fatto la fua operatione. Pigliano ar-
gomento di quefto le donne da vn bollore, che fi muoue nell’ac-
qua: ilche per efler il vafe da lor adoprato di vetro e trafparente, fa-
cilmente fi comprende. Nè quefto bollore altro è, che fegno del
ripatimento dell’acqua dal feruore della telta.
Dell’ufo dell’acque nella fanità . CAP. XVI.
di Rufo.
ELL'ACQUVE dabere fono generalmente cinque differen-
) ze , dipioggia, di fonte, di pozzo, difiume, edi ftagno. Di
quette fi vede l’acqua piouana piùdi tutte l'altre leggicra, di facile al-
teratione , & in tutti gli altri effetti ottima da bere, {e fubito {e pigli,
e colata dalle bruttezze auuentitie fi beua: ma fi conofce nondimeno
dannofa nelle febri , &a coloro che o per di fopra, o per di fotto ren-
dono humor colerico,& a coloro che patifcono di arquato:percioche
per la fua facilità facilmente fi communta nella fuftanza dell’humor
colerico. Conofcefi la piouana effer conucniente alle medicine
de gli occhi, che fi fanno, o per rimediar al corfo de humori, o
per piaghette, che in cfli vengono. Manon già conueniente per
li medicamenti, che acuifcono lavifta. Ne anco per lauar le me-
dicine minerali: percioche effa è più che l'acqua fontana parteci
pe di aftringenza: perilche nè mondifica, nè aiuta la concottione,
nèhumetta: &impedifce l’euacuationi. E quanto più dimora, e
più vecchia fi fà, tanto più ne diuiene acerba, più difficilmente ,
firende , e più tardi fi concoce , e digerifce. Moue le diltilla-
piferenze,e tioni : e ciò piùfa, fe fredda fia beuuta. Ma dell’acque fonta-
proprieta del-
le fontane».
ne quelle, che verfo'Tramontana fcaturifcono , e che diftillano da
pietre, & affacciano a piaggie riuolte dal corfo folare,fono crude, tar-
di paffano,e tardi fi {caldano,e raffreddano . Maquelle che affacciano
al fo-
LIBRO SESTO. SETTI
al fole nafcente, eche colano per canali, e perterra pura, fogliono
preftamente rifcaldarfi,e raffreddarfire tali eflendo fono ottime,fe da
ual che vicina fogna non riccuano contagio .» | L'acqua di pozzo è EG ian
fredda;hà del terreftre,difficilmentefi rende, difficilmente fi digérifce asi do
per ilcorpo:e perciò a ftomaco e ventre bollente è pidcommoda,che
l'acqua di fonte. L'acque defiumi,ede ftagni tutte cattive fono, 409% Lele
Eccettuandone l’acqua del Nilo: percioche quefta ha feco ogni bon- vt
tà : égioconda a bere: poco tempo dimora nel ventre,c fpenge la fe-
te, c beuuta fredda non molefta ilcorpo:& è alla concottione, et alla
digeftione vtile: onde rende ilcorpo robufto je ben colorito. Ma
l’acqua de gli fiumi turni difficilméte fi {maltifce, difflecca,e tien l’huo
mo affetato : e tanto piu ciò fa, fe pafla per pacfi,che le communicano
le male qualità loro. Sono migliori tra gli fumi quelli,che da fonte
perpetui, c corrono, & con altri fiumi non fi mefchiano. L'acqua de Bodio
itagniperla circoferenza fangofa,da quale è contenuta, fi fente limo quedefiscni.
fa,egreue: cperche ita, e non fi moue, è come morta e putrefatta:per
ilche;hauendo altra acqua, non fi deuequetta adoprare. Hora fecon cc se Da
doleterre, ec li pacfi vengouo molte differenze di acque: ma perco- 00 de
chiuderla in breue : quella fi deue approuare, che ha fapore conuc-
niente al gufto, e di cui l'habitatori n’hanno bona fperienza: e ge-
neralmente quella,che prefto fi {calda e fi raffredda, e che prefto co-
ce lacarne, e l'altre cofe :quellaancora aiuta la concottione de cibi
nel ventre... E quella che nelfapore haue aftringenza, o falfezza,
o nitrofità , o groflezza , o altra tal qualità dal sufio conofciuta,
fi deuc ftimar cattiva : fimilmente qualunque acqua habbia odor
grauc, &aculo fopraftia vna couerta a cuifa di panno , 0 che
faccia refidenza puzzolenta e foda. Cattiuc fono quelle,che a validi
rame lafcian attaccate petruzze, equelle che nutrifcono magnat-
te , 0 aleri fimili piccicli animali: tutte le acque paludofe , e che
ftanno : e tutte quelle, che nelle miniere fi ritrouano o fiano di
oro , 0 di argento »o di alume , o di folfo jo di altra fimil co-
fa. Cattiue fono quelle, nelle quali fono capillamenti,e radici di
herbe:e quelle,a quali fono vicine acque naturalmente calde. Quali
acque,che bone non fono communemente, farà molto meglio, bol-
liti prima in vafi di terra, rafireddarle: e di nuovo ribollite beuerle.
Ma nelli viaggi, che.con efferciti fi fanno, farà ben fatto far vna ARIE
continuata ficcefsion di fofle da gli luoghi alti alli più balli, e fl rersgichizo
porui terra dolce davafi, per cui l'acqua tracolandolafci nelle foL fiji
Q 3 {e ogni
militari.
Huomini più
Soggetti a dan
ni dell'acqua.
Rimedi con-
tro li varij da
ni dell’acque
Vtilità medi-
cinali dell’ac-
qua.
«Acqua fred-
da benuta.
«Acqua tepi-
da beuuta.
Calda beuuta.
Acqua di
BIO è
186 DELL’HIST. NATVRALE
fe ogni malitia. Main fomma ogni acquatardi fi {maltifce,tardi
fi concoce,genera fiato , e vento: e,fe fredda fia,moue le diftillationi..
Molto fono fogetti coloro adanni dell’acqua, che la beuono do-
pò il mangiar herbaggi : percioche fi fanno foggetti alle éfiture
che mal trattano latefta,alla fcabbia e lepra, bruciole, impetigini e
furfuri,piaghe putride,formicole, enfiamenti della verga, vrina mor-
dace:& altretanto nelli pnrgamenti di fotto, e ciò più manifeftamen-
te fa l’acqua che fia nitrofa ; qual cofi effendo farà nociua anco al pet-
to,alle piaghe dell'arteria vocale,delli reni, e della vesfica . Ma per ra-
gionar delle cofe,che a gli danni dell’acque refiftono. Giouano'con-
tro l’acque nitrofe,li cibi,e'l vino, che ingroflano: cétro l’acqua grof*
a,li cibi che aflotigliano ,come fono liagli, e cofe fimili: contro
l’aluminofa il vino di fuftaza fottile,e tutte le cofe che muouono vri-
na,e promouonole euacuationi. L’vfo dell’acqua d'incontro pare vti
le nelli dolori di tefta, vifta offufcata, al mal caduco, mal di giunture,
tremoli e paralitici, e da fe fola,& accompagnata con mele: vtile è al-
le donne che patifcono ftragolation nella madrice,& a coloro che ge
nerano colera , © nera, ò gialla: a coloro che patifcono rodimento di
ftomaco,e fiano robufti di ventre:giouaall'inteftino,Ieuno cofi detto,
allicarnofi, atutti grafli, a gli molto purgati, & a coloro che fon-
dono fangue , o dalle ferite, o dal nafo, o altronde. Gioua alla febre
ardente data a tempo , a coloro che nel fonno fpargono , o che
altrimente patifcono fluflo di feme, vfata a bere : quantunque gio-
ui anco natare in cfla. E vile alle donne che patifcono il fluflo, o che
patifcono l’infirmità detta Pica. Gioua beuuta fredda a coloro c'ha-
no il finghiozzo;e l’odor di bocca greue . E tepida al mal caduco, alli
dolori di capo : gioua a coloro che patifcono di humor, che fcende
ne gliocchi, alle gengiue corrofe, apoltemate, e fanguinolente : al-
li denti forati, allo ftretto della golaimpiagato , a ftrangoglioni, al-
lo defcenfo di humor dalla tefta,allo fbollimento della colera, che per
di fopra odi fotto firende,nel principio: & àcoloro, che vomitano
nelle febri coleriche. Conuiene ancola tepida mentre vi fia occafio-
ne che non pofla darfi la fredda, & a coloro c'hanno impiagate le par
tiintorno il partimento trauerfo, &acoloro che fputano fangue, o
c'hano rottura nella mébrana, che vefte di détro le colte. Mal’vfo del-
li Pacqua calda conuiene cue bifogna prepararfi ad euacuatione, & cuce
bifogna aflottigliare diffondere, o liquefare, o ammollire, o lauare ,
o concocetre, 0 rifoluere. Nelgeneral dunque l'acqua calda a quefte
cofe
EIBRO:SESTO. 187
cofe gioua:ma particolarmente caccia fuori il mucco: aiuta il rafco,
mitiga il dolore : ma più che de altri, delle parti che fono al partimé-
to trauerfo:oue mouendo rutto,e prouocado effito alla ventofità, alle-
gerifce. aiuta l’euacuation dell’vrina, e feceffo:& è bona alla concot-
tione, e digeftione , & al nutrimento , & accrefcimento de membri:
prouoca li meftrui,& è conueniente alli nerui,c fpafmi, alla puntura,
poftemation de polmoni,e fchirantia. Ma sella nutrifca o nò,e s'ella
fiacome guida del nutrimento, non è luogo quiui d'inueftigare.
Quel che quiui tralafciar nò fi deue è, che fenza dell’acqua non fi può
cococere il cibo, come anco nifluna cofa può fenza di efla riceuer c0-
modamente cottura. L'acquadilifliuio , oil pane di effa bagnato o Uequadilif-
cotto gioua molto alla groflezza della milza. Quefto è quanto dottif fimo.
fimamente Rufo antico fcrittore dell’acquee fue differenti virui, c
correttioni c'infegna . MAC
Conferimento delli detti dell'autore , con h detti di Rufo.
CAP.XVII. Aut.
E sTAREBBE forfe alcuno ambiguo, come habbiamo
R noi all'acqua piouana dato virtù di nettare più che all’altre,&
egli per l’altringenza & acerbità la rifiuta nelli lauamenti di medi-
cine minerali: & in oltre par che egli vituperi le piovane vecchie co-
me più acerbe,e crude:e noi come più purgate e frefche l'habbiamo »
lodate. Che dunque le piovane frefche, perla loro nitrofità,e più Mn
nettino & aiutin la concottion de lesumi,e di altre cofe,a coloro che PABLO
far ne vogliono fperienza puote farli manifeftifsimo. Manon per- lasatrice del.
ciò neghiamo in efla aftringenza : ma diciamo , che nelli vapo- Siani
ri da quali l'acqua fi accoglie , fiano varie imprefsioni pigliate , e
dalla terra onde fiinalzano,e dal calorche l’inalza,e dall’accompagna —|—
mento delle varie c{falationi che infieme fi folleuano:tra quelli la ni- ra g
trofa e manifeftifsima , come materia, che quanto ogni altra in {ubi- piovana. :
taneo vento fi rifolua, quafi di fimil fuftanza eflalabile fia raccolta.
Quefta dunque feparandofi con la lunghezza di tempo , è necefsario
che le virtù dalla {ua parte dipendenti manchino, e che refti l’acerbi- Sn
tà imprefsion dalla terra dipendére:nondimenola detta acerbità al- } acque di ca
l’acque piovane commune nelle conferue grandi, e c'habbian qual- Serze meglio
> ; - ri fiano men
che mouimento , refta meno fenfibile ; nelle piccole moltiplica. io) n°
o
188 DELL'HISTNASCVRALE
Acquefonta- Alle lavature dunque delle medicine minerali fi debbono preferir le
He fi acqueforgenti, cede fonti: come più di ogni eftranea qualità nude;
tuarto medi mentre da alcun mineral anuenamento non fiano infette. Perilche
cine minerali. Ja nowa, quantunque meno aftringa , e più leggierafia, edi virnì
i in molte cofe più manifefta, non perciò nell’vfo della fanità fi deue
s migliori preferire a quelle che fiano inuecchiate in conferue ben conditiona-
delle vecchie. te; del che, &il proprio gufto ne fa fede, e pofitamo hauerne conget-
tura da dette acque diftillate :che per purificarfi sinfolano , e dal ca-
lore del fole aiutate a purificarfi , fl confernano dalla putrefattione..
Hora per dar compimento al difcorfo dell’acqua nell’vfo della fanità,
farà bencaggiungerui quel che Galeno dell’vfo dell’acqua nelli ba-
gni c infegna.
Differenke de bagni,et ordine diferuirfene. Cap. xviIII.
Gal. & Actio. i
Differenze de
® Y ACI . ° ì - P n n SEN mi
IA TR EtLti bagnialtri dolci fono, &di ogni altra qualità cltra-
A 2 neanucdi, altri dimanifefte qualitàinucfiti. Equefti altre
volte fono di tal qualità naturalmente partecipi: altre volte l'acqui-
5, ftano pernoftrainduftria. Cominciaremo dunque dalle dolci:come
Bagni dolci, e 1 LA È fi : L i Xi
fisc vini: ©he più dell’altre fiano di vfo frequente . Dell’acque dolci la propria
dequetepide virtù è d'inhumidire e rifcaldare, mentre fiano di calor temperato .
e-deque calde Te tepide fono humide e fredde. Male calde più del giufto hanno
qualità di fcaldare fenza inhumidire : percioche da tal caldo ne viene
ilcorpo in vn certo horrore:onde vengono li fuoi naturali poria
chiuderfi. Si che nè puote il corpo goderfi della eftrinfeca humidità:
.., neficoncedeeflito alle intrinfiche ridondanze. Cominciaremo du-
Esetti de ba- 4: - 3: I l -
Viioiciriaa IE dalli bagni di moderata caldezza. Quefti come ho detto, qui-
mente caldi. to a loro ttefsi, inhumidifcono e fcaldano: ma per auuenimento
alle volte o rifoluono i'humore nelle parti del corpo contenuto, o ri-
molliftono, o vigorano la virtù, ola fiaccano: nelche non ha poca
parte il molto,o poco che ce ne feruiamo . Sono quefti bagni dolci e
temperati vrili nelle febri fecche, e fenza humore: e tanto piu, oue è
fetefuordi modo : giouano alle alterationi dal fole ardente , & alle
brucioie di fcabbia. Nelche farà bene aiutarl’humiditaà dell’aria del
Bavni che fs 3 »: 2
rendono di bagno.con fpargere il panimento,e le mura dell’iftefsa acqua. Mafi
virtù rifcalda rendono pet noftrainduftria di virtù calda li bagni, mentre voglia
srice per arti» Tata DO. E Do.
PET mo difcacciar lafreddezza a membri molefta,o mitigar,e rafictar lin
fici i HLA Mo
LIBRO SESTO. 189
difpofitione da trachezza caufata, o il ritiramento de membri , 0 ac-
chetar il dolore. Rendonfitali, con por dentro l’acque alcuni ma-
reriali di natura rifcaldatrice,come fono nell'herbe il pulegio,l'origa-
no, l'hyflopo, il thimo;lathymbra, o fatureia , la faluia, li fogli
di lauro , il pyrethro, l’iua, la radice di panace , il feme di libanoti, e
fimili. Ci feruiamo delli bagni da rifoluere, mentre o vogliamo
render il corpo piùgracile,comefi fa acoloro, che fiano molto graffi:
o che fiano gonfi) per indifpofitione , o fiaquefto intutto il corpo, o
fia in vn particolar membro, come nella pancia tefticoli,gambe, e
piedi: ilche ne gli hydropici auuenir fuole. Ce ne feruiamo anco nel.
le piaghe fluflili, o che ciò venga da humori , che in tutto il corpo a-
bondino,o che venga dalle varici alla piaga vicine. Fannofi li bagni ,y,periali che
rifolutiui, mefli nell'acqua tali fuftanze, come fono fale nitro:fanno- rendonoli ba-
fi di acqua marina fcaldata di mele mefchiato con acqua, o di feme 8 rifolutiui.
di (tafi cotto in lifsiuio fatto da ceneri di fico , o di vite. Giouano a ri-
foluere le bacche di ginepro nell'acqua di detti bagni bollite;il folfo,
l'alume,el’adarce. Seruiamoci de bagni molli, e mitiganti:oue è flé- Bagni rimol-
mone, o durezza di parte:quefti fi fanno di malua cotta nell’aqua,cofi Se
di horto, come della feluaggia. Fannofidi feme di lino, di fien gre- _spofemefiui
co, edi meliloto. Manelle flemmoni, che rendono humore,fi bol- d@.
le nell’acquala piatagine, o il polygono, o la corteccia di granato,o le
foglie di ruuo. Nelli ritiramenti de nerui,che minacciano flémone, rizizamento
ci feruiamo dell’ifteffe cofe,c'habbiam detto nelle lémoni fenzahu- de neri.
more. Ma fommamente in quefte gioua l’acqua mefchiata con
oglio , in cui fian bollite la malua, il fien greco, , & il femedi lino.
E fc viè durezza fenza flémone ci auualeremo delli rifolutiui detti.
Delli bagni freddi. Car. xix. Gal.
L bagno freddo conuienea coloro,c'hinno intiera fanità: percio- ,;;1,) de ba.
che ingagliardifce il corpo tutto,rende la pelle dura, e chiufa. Ei griffedai.
dunque aiuto ottimo contro l’offefe , che dalle caufe eftrinfeche au- paio aL
uengono: e perciò dico , che non conuiene il bagno di acquafredda , C CALARE,
acoloro che acafo vivono, ma folo acoloro , che ofleruano buon re- g4,e#achinò
gimento di vita: & vfano, e fatiche, c cibi conuenienti. Non deb-
bono dunque eflere Bracchi o per caufa di venere, 0 per qualunque
altro rifpetto.Nè che fiano dicibo indigefto, nèc'habbiano già vomi
tato , nè che fiano indifpofti di ventre, nè che fian ftati in et per-
cioche
Come fi debba
il corpo afte-
fare al bagno
freddo .
Come fe debba
entrar nella
ficdda.
Cibo ft dene
dare più abo-
danteméte do
po il lauacro
freddo .
Virtù del la-
macro caldo.
ida DELL’HIST. NATVRALE
cioche aqualfiuoglia di coftoro è pericolofo il bagno freddo. Ma
coloro,che al lauamento freddo fono infoliti,bifogna afluefarli a po-
co. Cominciando dunque l’eftare ad adoprarlo , di prima non do-
uranno entrar nell'acqua, che puramente freddafia: mache in ciò fia
rimefsamente difpofta:e feguendo a poco a poco l’inuerno fi debbo-
no afluefaruifi: e finalmente venir all’vfo dieffla. Deue in oltre il
dì, da cui comincia,efler cheto da vento,caldo fecondo la ftagione, &
cominciar dal meriggio. Macolui,che del bagno freddo vuol (er-
uirfi fia di età circa dianni venticinque, dianimo viuace, e molto vi-
rile. Dunque prima fregarà il corpo con panni lini alquanto alla lun
va,di fregamento duro. Dopo delche fatta fregation col folito oglio
fleflercitarà, c calarà nella fredda, nona poco a poco, ma col corpo
tutto infieme:acciò in vno ifteflo tempo l’acqua circondi tutto il cor-
po » che s'altrimente accofti genera al corpo horrore: e fia l’acqua co-
me fi è detto ne tepida, ne fredda del tutto. Dopo l’efler vfcito dal-
l’acqua,fia da più con l’oglio fregato, finche fi rifcaldi la pelle. Do-
o del che pigli il cibo alquanto più pienamente del folito:percioche
dopo il bagno freddo, e più fi appetifce, e meglio fi padia, e men
fi ha fete, perilche anco menolor fi deue dar da bere Aut. Sin
quì dell’vfo dell’acqua delli bagni da Galeno:ma perche, oltre di quel
che ne diffe Galeno, tra gli antichi Agathino cihalafciato alcuni cu-
riofi, & vrili documenti del femplice bagno, cofi di acqua fredda, co-
me di calda. Non farà forfe mal fatto,fe per più compita intelligenza
di quefta materia, riferiamo quanto da detto autore ne habbiamo.
Paragone del lanacrocaldo,e freddo. Cap. xx. Agath.
A RA benfattoilconfiderar le proprietà del lauacro caldo, e
freddo . Dico quefto, perche quato al parer mio gli lauacti caldi
non fi debbono del tutto ributtare: ma ne anco lodo , che fi frequen-
tino: ece ne dobbiamo feruire, cue l’occafion c’inuita di vfarli: gio-
uano dunqueatoglier la ftracchezza: giovano a torre la pigritia, che
nafce da indigeftion de cibi: e tanto piu potrà far profitto , fe nell*-
iftefli bagni, beuendo della calda, fi ributti il riempiméto di ftomaco
raccolto da cibi corrotti: rilafla il bagno caldo il corpo,che alle vol-
te fenza manifefta caufa,par ligato,e riftretto: giova a coloro che non
fono di animo difpofto alli lauacri di acqua fredda. Il bagno caldo
dunque,quanto ad eflo appartiene, frequentato è più tolto nociuo:
ma
LIBRO SESTO. 191
ma adoprato a tempo puote molto giouare. Perciò coloro , che de- 7/0 del tana-
fiderano paflar il corfo della vita,quanto fi poffa fano e robufto , deb- Gre JFeddome,
bonohauerin frequente vfo gli lauacri freddi:nè già mai potrei con e sa
arole baftanti {piegare quanto beneficio prouenga dall’vfo del laua Danzi del fee
ero freddo. Perilche auuiene,che coloro chel frequentano, quantun- cenno ca
que di età quali decrepità, fono nondimeno di corpo forte e fodo , e
di color viuace, e rapprefentano vna certa virilità, e robuftezza : han-
nol'iftefsi l’appetenza, c la digeftion gagliarda, e gliloro fentimenti
intieri, e perfpicaci, c per dirla in breue tutte le naturali attioni fane e
pronte : oue à contrario coloro , che frequentanoli bagni caldi, fi
versono di carne fiacca e fluflile , di color alieno , di forze quafi di-
fneruate : veggonfi di più fenza appetenza, & in tutte le cofe efler peg
giori: ilche non deuc efler merauiglia: percioche qual mediocrità
pofliamo afpettar da vna continua cortura fatta dall’aria calda, ec da
humor carga. Intendo efler vfanza di alcuni barbari di attuffar yfunzediat
fpeflo gli loro figliuoli nell'acqua fredda: manoigli alleffiamo con li ee nazioni
I: pi l A Aa Sn ; «n Gi attuffano
continui bagni caldi, perfuafi afarciò dalle nutrici,channo a PIACELE /;folioli nel
che gli fanciulli dopo la fatica fatta nel bagno, fiano foprauenuti lacque fredde
dal fonno: e pare ad cfle hauer fatto molto , fe detti fanciulli la not-
te fano cheti, affermando che difficilmente fi addormentino co- .5,,.}./% a
loro, che non fiano dall’abondanza del caldo bagno foporati. Per- trici fequen-
ilche invn mio figliuolo;e di altri miei conofcenti mi auuaglio fola- se r Do
mente dell’yngerli, e me neè fucceflo molto bene. Maacoloro, che i cè a
altrimente fi allevano, e fono lauati fpeflo di calda, non è marauiglia
fe quali corpi da caldo humor e allefsati incorrano in mal cadu-
co,e da quello con difficultà fi suarifcano. Dico dunque, che a nef- Dc l'età
fun fanciullo, che ecceda l'età dell’infantia, difconuiene il lauarfi di i
fredda-purche per natural proprietà non habbia impediméto di vfar. cro freddo, è
la; comeinaltre cofe veile auuenir anco fuole: e molti efflempi ne fo- ‘024000100.
nodiciò. Dicono molti, che’ principio di lauarfi di fredda,a coloro
che auuezzi no vi fono,debbaefler la mezza eftate:ma io ho vifto gran
numero di huomini,che incominciido di qualfiuoglia altro tempo,
niflun danno n'han riceuuto : perilche dico , che diogni tempo fen- PI
za pericolo alcuno pofla darfi principio allavarfi di fredda: e fe pur po 990, na
vogliamo eligger più l’vn tempo, che l’altro, ftimo,che ciò debba far- principio ala-
fl diprimauiera. Dico bene, che volendo andare all'acqua fredda, e E Hi
fempre,e tanto più quando fi comincia, dobbiamo efler ben difpofti, condizioni che
leggieri,e fenza impedimento;e cheprima ci fiamo fin a tanto molli, A ggono
& cflet- fredda.
19: DELL’HIST. NATVRALE
& cfTercitati, che ci venga vn quali defiderio,e voglia di entrarui:per-
chela molta, e fouerchia fatica di corpo, che ci habbia condotto a
ftracchezzavoltre che non è mai cofa lodeuole , come eccedente il mo
do , innanzi del lauarfi di fredda, è cola inconuenientiflima: percio-
che lega il corpo, 8 accrefeie la ftracchezza . Ma farà ben fatto comin
ciando dal principio moftrare il modo di vfarla. |
eModo di adroprar il lanacro freddo. = Car. xxi.
Agath.
Corpo rifealda O PO dunque, che il corpo fia rifcaldato o dall’effercitto de
to in qualche proprij negoti], o per paffeggiamento, o per altro modo di
modo innazi il
lauacro. © efter portato: all'hora fi deuc andarc a lauarfi, nè molto innanzi l’ho-
ra folita dipranzo , nè molto dopo : percioche dell’vna ; e l'altra ma-
nicra fifa errore. Spoglifi dunque fe’l tempo ciò permette al fole, in
luogo cue non fia vento. E fe nello fpogliarfi foprauenifle qualche
rivore,couertofi dinuouo, con più forte pafleggio,dico con diftendi-
mento di gambe maggiore , o anco con correre , ci rifueglieremo il
calore,con panni afpri fregandoci, o per man propria , 0 per man di
| altri: fiche ne vengano li membri di color rauuiuato: vue farà bene,
Maniche per fecoloro,che in ciò miniftrano,facciano per tale effetto maniche di
fregar il corpo panni lini cufciti, accioche dal radoppiameto delli panni lini non ne
rreganéto cè tifulti fregamento difeguale: onde ne feguirebbe alcuno fcortica-
Semplice ma- mento della pelle: indi fifregarà con mania fecco, adoprandofi in
06 ciò, &efloeglialtri:ilche oltre chefomenta il corpo , dà anco va
ammirabil corroboramento alla carne . Senza dunque far altro, fec6-
| do la fpontanea prontezza l’inuitarà, potrà lauarfi dopo detto frega-
Ontine. —mentoafecco: & all’horafi vngerà bene,principalmente eflo con le
proprie mani,e per mano anco di altri. Ne fi potrà dir cofa,che fia tan
to fenzaftracchezza, e dolore,quato lo fcergamento fatto con le man
proprie. Se dunque alcuno per lauarfi fia contento di quefta prontez-
za, edi tanto eflercitio, che faccia lo fpirto alquanto fpeflo, farà ba-
ftante, ne vi bifognerà altro: ma perche non è fempre facile l'hauer
le cofe apponto quanto bafta , & a voto: potrà perciò ciafcuno, dopo
li {uoi foliti effercitij,lauarfi : purche la fatiga non fia venuta à termi-
ne di ftracchezza. Nè bifogna in ciò afpettar la gonfiezza demembri,
come alcuni vogliono: ma fin che il corpo fia rifcaldato,& a baltan-
za allauacro di fredda apparecchiato . Finito l’eflercitio all'hora per
tutto ,
Nona frcgatiò
CON IRANO è
ÈEFBR@. SESTO.
tutto fi douerà fregare fe ciò prima fatto non habbia, ritenendo il fia
to,& impoluerando alle volte il corpo, fe inhumidito fi fenta di fudo-
re: e fenza dimora incontinente entrar nell'acqua fredda, e per tutto
bagnarfene. Deuccefler l’acqua fe ftia ad elettion noftra ne agghiac-
ciata,ne fuori delli termini di freddezza:pcioche quefta più che l’altra
nuoce. Madell’acquacheallaarfi fredde conuengono, principal
mente quando ficomincia, è l’acqua di mare,fredda tanto che bafti,
e che col mordicamento, che dalla falfezza prouiene rifcaldi facil-
mente il corpo: ma qualunque fi fia,deue efler pura, e chiara, non pa-
ludofa non fansofa, ne in altro modo, perla pigrezza ftantia e dob-
biamo cligere più tofto di entrar nell'acqua, che bagnarfene fpargen-
do:e nel primo entrare, fregarfi vn poco il corpo, e dopo entrarui: &
appreffo gagliardamente fregarfi,e di nuovo detcendere, è perfeucrar
notando, o in altro modo perfeuerarui lungamente in modo che fu-
bito & all'oglio, & al fregamento fi ritorni: e delcendendo la terza
volta, non lungamente dimorando, fi deue porre e'lcapo e’ ventre
(e)
all’aquedotto : o non l'hauendo con piulancelle fpargendo bagnarfi:
né dobbiamo in quefta volta fcioglier con l'oglio quel tanto dirobu-
ftezza che nel bagnarfi fi haue acquiftato . Ilche fatto con ftriglie che
non fiano del tutto ottufe,alquanto alla lunga ci fcergaremo, e ridu-
remo il corpo aroflore: dalche e fifa più gagliardo , e firende la fua
fuperficie eguale : nè, fe occorra di hauer mangiato, per quefto ci afte-
neremo del tutto di lauarci, mentreo molto ne habbiamo defiderio,o
che l’eflercitio fatto a ciò c'inuiti , o pche il caldo c'habbia infogato :
percioche dobbiamo ftimar quefto p meglio,che patire il caldo,e fon
der continuo fudore.E quanto a me,molte volte dopo cena ritrouan-
domi inhabile al fonno per il caldo,fon folito calar nell'acqua fred-
da:& è cofa di marauiglia quanto indi fenta la notte piaccuole.Deue-
fi nondimeno auuertire nel lauarfi di fredda,che inauertitaméte non
entril'acqua nelle orecchie : percioche aquelle parti nocerebbe : nel-
che mi marauiglio come l’vfo dell’acqua fredda nell’altre cofe tanto
vtile , fia nondimeno penetrando forami dell’vdito nociua. Sin quì
Agathino dell’acqua nell’vfo di lauacro.
193
Effetti prodotti dall'acqua variamente. Car. xx11. Aut.
EL chediciamo noi,che gli effetti dell'acqua, parte fono dalla
qualità del caldo e del freddo, e parte dall’humore : altre
auucn-
Im polnera
mento .
Estrata nel-
l'acqua .
Condition del
l’acqua da la-
varfi a freddo.
Meglio è ene
trar neil'ac-
qua , che ba-
gnarfi pargen
do.
Capo e ven-
tre efpofti al
canal freddo .
Nel lanarft
non dobbia-
mo la terza
volta che fi e
{ce dall'acqua
vagerfi
Stiglie da fci-
ersare ilcorpo
Alle volte an
co dopo man-
giare e ben la
uarfi .
Coftume di A
gathino nello
lanarfi .
Che l'acqua
fredda non en
tri nell’orec-
chi.
194 DELL:BiJST NACVRALE
Proprietà del auuengono dalla fucceflione dell’vna all'altra qualità. Il freddo natu-
freddo e del ralmente chiude, condenfa, indura, riftringe, e fortifica il caldo inter-
“i no delle cofe: il caldo apre,fonde, e rilafla. Che dunque l’acqua fred-
fredda poRa da apporti robuftezza a coloro, che abondano di calore, la caula è ma-
poten 0: nifelta:e che perciò renda con la fua circonftanza il caldo intorno più
me pojsa offer vigorofo & vnito:ma a coloro,che p altra caufa deboli fono,e di calor
Sar A diminuito, foprabondado il freddo puote apportare nocuméto, pene
nacri caldi tranido & apportando raffreddamento alle parti, che naturalméte han
poffiamo rice- bifogno di caldo. Ma quanto all’humore, che caldo accidentalméte
ali apporti quel danno, che non apporta il freddo, non è marauiglia:
dagli freddi. percioche alcuni bagnati di acqua calda, o altrimente ftufati, fopra-
uenendo fubitaneo freddo, riceuono lefioni, che dalla iftefla ac-
Ha i qua fredda riceuuto non haurebbono, rilaffatala pelle, e penetrato
babile a refi- l'humore , e dalla foprauegnente circoftanza dell’aria raffreddato . Pe-
A netra dunque per caufa del caldo il nocumento, il che a coloro che da
‘ principio di fredda fibagnano non auuiene. Quindi veggiamo co-
loro, che nelle ftufe dimorano, fe di quelle v{citi da vento freddo fia-
no foprauenuti, riceuer nocumenti notabili: & a coloro, che di cal-
da fi lauano e bagnano, fe molto diligenti nel riafciugarfi non fono,
auuenir nocumtti di flufli catharrali,& ingroffamenti delle ghiando-
le:il che non auuiene cofi facilmente a coloro, che nelli fiumi nuo-
tano,o altrimente di acqua fredda fibagnano. La pelle dunque,come
dalla natura circondata a gli animali a quefto fine,riceue fenza nocu-
mento le impreflioni del freddo, fe eccefsiue e di molto lungo tempo
non fiano:il che non auuiene nelle parti interiori: quali foprauenute
dal freddo,come da cofacontrarijflima & inufitata fono oftefe. Per-
ciò,per occafione di ferite fcouerte, ne riceuono grandiflima lefione.
Etanco dal rilafamento della pelle dal caldo caufato,dandofi adito al
freddo,ne auuengono al corpo danni notabili : perilche la natura ha
rinchiufo e le vifcere,e quanto è fotto la pelle: acciò con la fua denfità
fiano conferuate dall’ingiurie efterne. Ma meno patifcono dal fred-
do e dall'acqua le parti del corpo, che abondano di vene,e di arterie:
Rimedi pi- e più,quelle che fono effangui. Il freddo dunque,quanto a fteflo, e
SAI «© non inconuenientemente adoprato , riftringe , e vigora. Perilche
i ‘ nonè merauiglia fe Agathino tanto lodi li bagni freddi: e fortopon
gailcapo e’lventre al corfo dell’acqua : e che Cornelio Celfo con-
forti,coloro channoil capo debole di porlo d’incotro vn largo canale
l’eftate.Nè deue efler merauiglia,che alli meati dell’vdito, come parte
inter
LIBRO SESTO. 195
interna efangue neruofa & infolita a fentir detta freddezza, apporti
danno manifefto.Ma raccogliendo hora li danni del freddo:diciamo
che cyli communemente nuoce cue è rigidezza, inegualità tumore
viceratione, e ligamento de membri; percioche di propria natura è
nvordace & induratiuo . Il caldo d'incontro concoce, rilafsa, & fa
indolenza: e perciò Hippocrate li diede proprietà di narcotico. Ma
quato pofla oprare l’alternatione del caldo col freddo, il pofliamo mol
to manifeltamente com prendere nell'induramento dell'acciaro: per-
cioche métre infogato fi attuffi nell'acqua fredda, piglia in breuifimo
tépo quella fua ftrema durezza, e diuien fragile come vetro: 0ue altri-
mente fe fenza infogarfi,nell’acqua fredda fepolto lungo tempo fofle
{tato,né perciò n'harrebbe riceuuto fenfibile alteratioue:pilche dicia-
mo,che le fubite mutationi dell'vna nell'altra qualità fogliono appor
tare alcorpo notabili detrimenti:il che non fanno le ifteffe mutationi
fatte col fucceffo deltempo . Tutto quefto fia detto per l’intelli-
genza de bagni caldi,e freddi.Hora feguendo il noftro di-
fcorfo dell’acqua,aggiungeremo quanto a compi-
mento di detto foggetto parrà conueniente;
inalzando alquanto il noftro ragiona-
mentoatrattar de gli nafciméti de
fonti,e dellaloro perennità,c
varij accidenti, e diffe-
renze di natura,
che in det-
to ele-
mento fi veggono. Cominciando da
uel che Ariftotele autore nel-
le fchole celebratifsi-
mo n’infegna.
Quanto poffa
apportare l'al
ternation del
caldo , & del
freddo.
Alcuni fl:
marono chel
acque de fiu-
mi vfciffero
da terra co-
me ini conte-
nute da vafi,
Quali acque
babbiano per
petuità,e qua
li nò, fecondo
coftoro.
Ridargutione
dell’opinion
predetta .
Secondo Art
ftotele l’acqua
nelle vifcere
della terra ft
genera da fol-
leuatiò de va
pori.
196
ELL HISTORIA
NATE VROVAME E
È ERRO ANT FE DIM PUBIR A TO
LIBRO SETTIMO.
DI
Nel quale fi fa confideratione del nafcimento de fiumi, &
altre acque : dell'origine del mare,e fua
falfezza.
Ci i! Arift
Del nafcimentodell’acqua de fumi.
I cerca del nafcimento de fiumi, quel che fe ne
debbia ftimare, e s’egli fia bene affirmare, che tut-
ti efcan da vn vafe commune, o ciafcun dal vafe
propriotonde tutta fi cuacuarebbe fe nuouo riem-
SAW/GY pimento non fopraueniffe. Alcuni dique dicono
<A. che’l riempimento venga dalle noue pioggie, che
da vapori eleuati dal Sole fuccefsiuamente fi generano: e che l’ac-
qua iui non fi generi : ma l’inuerno dalle pioggie raccolta, fi fummi-
niftri:perilche li fiumi l’inuerno corrono molti maggiori , che l'efta-
te: e quantunque molti perpetui ne fiano, molti nondimeno manca-
no: e che perpetui fono quelli c'hanno vafi di tanta capacità, che du-
rino fino alle noue pioggie: non perenni quelli,che non han vafi tan-
to capaci: onde fi feccano innanzi, che la noua pioggiali riempia.
Quefto da coftoro fi dice: ma dourebbono ftimare che fe voleffimo
confiderar vn vafe, che l'acqua, che di alcuni fiumi correnti riceuefle,
in fpatio di vn’anno eccederebbe la grandezza della terra,o non mol-
to meno reftarebbe : ilche effendo cofi in vno, che ne auuerrà fe vo-
gliamo coliderar l’acque delli fiumi tutti ? Perciò è fciocchezza il non
confiderare,che per l’itteffa caufa, per qual l'acqua fi accoglie nell’a-
ria, per l’iftefla fl pofla raccoglier fotterra. E perciò, come nell’aria il
vapor folleuato,incontrandofi col freddo,fi riftringe vn’altra volta in
acqua:cofi l'ifteflo vapore folleuato fotterra,rincontrandofi nella fred
dezza della terra, fi condenfa anco in acqua: onde fi dourebbe dire,
che
x
EIBRO SETTIMO. 197
che non folamente il corfo de fiumi venga dall’acqua raccolta, ma Perennità del
che continuamente fi generino dalli vapori, chefi eleuano, e dalla ‘414.
freddezza della terra ficondenfano in acqua. In oltre quantunque
l'acqua non fi generafle di nuouo , meglio è ftimare , che non venga
da quantità di acqua raccolta, quafi da ftagni e laghi fotterranei:
mache fin come nelli torréti da picciole goccie di acqua fi raccoglio
no ruoli, e da più riuoli minori altri maggiori,e feguendo quefto or-
dine il torrente tutto : cofi anco fotto terra fi raccolcano le goccie di
mano in manoin corpo maggiore: e finalmente in tanta quantità 5
come fi veggono gli fiumi: e che quefto fia il modo, nel quale dalla
terra fcaturifcono li fiumi. Quefto fi comproua dalla fperienza:per- _ g;gomento
cioche coloro,che fanno gli aquedotti le accolgon da foflle e caue fot- pigliato dagli
cerrance: quafi che la terra fudi dalle parti alte : perilche fi veggono Sn ar-
li fumi fcaturir tutti da monti: e quelli che grandifsimi fono da i
monti grandifsimi: e la maggior parte de fonti fono, o nell’iftef- Argomento
te) Cf
fimonti, o vicini allifiti alti. Néfi veggono facilmente fonti in P'Hato dalla
luoghi campefi, fe non vi fia fiume vicino: percioche li monti , e fi- ni
ti alti, come fpongia fofpefa danno goccie di acqua in molti luo- ca del-
chi, da quali raccolti ne prouienela quantità grande. Ne fa dif- APR
ferenza il fupponer la figura concaua della terra fupina per tener
l’acqua raccolta : o prona e conuefla per raccoglier l’acque che
ftillano , condenfando in acqua lo vapor che afcende. Se dun-
que con dilisenza vogliamo dalla defcrittion della terra, confide-
rarli nafcimenti de fiumi, vedremo li maggiori che fiano dalli mag-
gior monti delcendere : e fe pure alcuni fono,che da paludi prouen-
gano , fono o de paludi del tutto a monti fottopofte, o raccolte da
luoghi più alti. Non dobbiamo dique porre,come origini de fumi,
l’acqua raccolta in gran copia, a guifa di vafe pieno che fonda per
canale: percioche, come habbiam detto,non farebbe baftante a tan-
ta capacità, la gràdezza della terra:ficome nè anco baftarebbe la quan-
tità delle nuuole alle pioggie, fe hauefle da (correre quel che fola-
mente prefentialmente iui.fuffe , e non feguifle continuata fucceflio-
ne, fiche fcorrendo l’vna parte, fopraueniffero altre nube e vapori.
Di quefto fa fede l’ifteffo chabbiam detto, cheli fonti quafi tutti
fono alle radici di efli monti : raccogliendofi l’humore da molti goc-
ciolamentisonde diremo,che quantig ue fiano molti luoghi c'hanno
l'acqua raccolta, a guifa de ftagni: non per quefto fi debbono confide
rar come conferue,che fondano acqua perpetuaméte: ma come fonti
3 mani-
STA
=
ax}
198 DELI HISTF. NA*FFVRALE
manifefti de fiumi: fendo che per il piùli fiumi da fonti dipendono.
DI Sono dunque molte apriture e voragini di terre, oue l’acqua fi acco-
corfo intiero glie » & ove fonoli fiumi afforbiti, come nel Peloponeflo nel teni-
dejinni. —"mentodell’Arcadia apporta tali aprimenti l'efler il paefe montuofo:
onde impedito il libero corfo de fiumi, che li porti nel mate: ripieno
il paefe di acqua, e quella non hauendo via da pigliarfi il corfo aper-
to verfo il marc:fì fa la ftrada profonda fotterra:forzandola a ciò la cé-
tinua moltitudine dell'altra acqua, che foprauiene. In Grecia dun-
que pochi luoghi tali fono. Ma fotto il monte Caucafo vi è vno fta=
gno, che iui chiaman mare: in cui entrano molti fiumi e quelli gra
di. Non hauendo dunque corfo manifefto fi fa l’efito per vie fotter-
Acque dolci tanee.Preflo li Coraffi,oue fi dicono le profondità Pontine: fono que
porone den- {te vali,che non fi fa vrinatore che fia gioto al fondo loro:e firitruoua
"°°. in detto luogo détro mare da circa ftadij trecento, e per molto fpatio,
l'acqua dolce da bere divifaméte in tre partite.E nella Liguftica vi è vn
fiume non minor del Rhodano, che è dalla terra afforbito, qual di
nuouo efce in altri paefi. Egià fappiamo, che il Rhodano è fiume
nauigabile. Sin quì Ariftotele del nafcimento,e perpetuità de fiumi.
Confideration dell'Autore fopra il nafcimento de fiumi .
CAP. TL: Aut,
nità de fonti: e continua fumminiftration dell’acqua, tolta
-_.,, dalla fperienza delle cofe,e dalla natural feguela & accompagnamen-
e cei to della fuftanza humida con la fecca: e quantunque veggiamo l’hu-
appoggiarfi a more non altrimente, che la terra di propria natura affettare il centro,
Le pafanze fo- & andare al baflo:ciò auuiene nell’aperto,& mentre non hal'humore
s. l’accompagnamento della fuftanza fecca,a cui fi appoggi : percioche,
cue ritruoua appoggiamento, fi vede l'humore diftenderfi non folo
nel baffo: maneglilati: e verfo l'alto. Cofiveggiamole fpongie fo-
prapofte all'acqua imbeuerarfi di humore: e gli panni lini pendenti,
che con la ftremità tocchin l'humore,inhumidirfi tutti. Ele mura
fopra terreno humido ftar bagnate fino a certo termine:e nelle piante
M A noialli fuoi detti aggiungeremo vn'altra caufa della peren-
falir ’humore fino alle fup Perni parti: e finalmente ne gli animali dal
ventricello darfi l’humore per tutto il corpo.Perciò diciamo,come ne
cli animali,e nelle piante fono le vene che contengono l’humote,co-
fi avuenir nelle parti di terra: e più l'vna; chel’altra contener acqua, e
per
EYBRO: SETTIMO.
er le apriture fcaturirla. Perilche diciamo farfi quafi vn circolo e
né folo l'humore cotenuto nelle vene fcaturir,e caufar fiumi termina
do il fuo corfo nell'vitimo ricettaculo del mare: ma dall’ifteflo mare
di nuouo comunicado,afcendere perle vene della terra:onde fi faccia
continuato circolo . Perilche vesgiamo nelle fupreme parti de altif-
fimi monti, fonti viui di acqua. Concorrono dunque alla fcaturigi-
ne de fiumi efonti loro : e l’acqua, & humidità delle nubi: & il vapo-
re dentro l’ifteffa terra folleuato:e l'humoreilteflo,che appoggiato al-
la fuftanza della terra a poco a poco fi diftende,& afcende alle fupre-
me parti:oue trotando occafion di ftillare, come da vena punta fcatu
rifce,e rende l'humore:0 rifudando per goccie a poco a poco raccol-
te fa rivolo. Quindi auuiene anco che le riuiere de fiumi, e del ma-
re fogliano hauer fpefle fcaturigini ; percioche in quefti luoghi non
‘manca lacontinua fimminiftration dell'acqua, che perle vene falga,
&abbondando fcaturifca. Quefto fia detto del nafcimento dell’ac-
que. Ma per quanto alle voragini appartiene, diciamo, che la fum-
merfion de riui è cofache in molte parti auuiene , e fegnatamente in
paefimontofi: & appo hoi in Bafilicata ne è vna grande del fiume det
to Nero, quefto correndo per la valle detta di Diana, nel fin di detta
valle fiaffonda, e poche miglia oltra di poi fcopre il fuo corfo. Del-
le più piccole ne fono molte : ma altroue fi vede il foffondamento
dell'acqua fenza vederli, cue habbiano effito : altroue l’vno, e l’al-
tro è manifefto.Et altioue in dette voragini {è precipitaraltroue fi ac-
coglie in lago,comefa nel lago diScanno: e fpeflo più fiumi in vno
iftelTo lago, che non ha manifetto ellito , come è a noi il lagoFucino .
Madi quanti foffondamenti fi fanno non n'è alcuno più famofo, nè
199
maggior di quello ; che fail fiume Nigirnell'Ethiopia, che è vn del- N
Natural CIt=
colatione del-
l'acque in alto
e bafio,
Raccolto del-
le caufe che
concorrono al
nafciméto de
fiumi.
Scaturigini di
acque preffo li
lidi del mare
e ripe de fiumi
Soffondameti
de fumi.
igir fiume
grosfifimo fof
li maggiori e più conofciuti fiumi del mondo.E delle fcaturigini,che fonda per mol
D
venendo di fotto terra fanno gorghe di acqua fenza fondo , molte ne
fono appo noi,fotto nome diauifo,che l'è lifteffavoce di abiffo . Ma
altroue vérono nelmezzo di altre acque di mare,e de laghi:altroue ef-
fe fole fi vengono. Hora feguiamo con effo Ariftotile,quel che delle
noue featurigini,e diffeccamenti de fiumi;e delle alterationi delli pac
fi, da acqua interra, e da terra in acqua c'infegna.
Della
te miglia.
4
n. DELL'HIST. NATVRALE
Della mutatton delli paefi di terra in acqua, e di acqua în
terra. CAP. III. Arift.
T A non fono fempre l'ifteffi pacfi acquofi, nè femprearidi:
IWA anzifi (cambiano, fecondo li noui nafcimenti de fiumi e lor
difleccamenti:perciò li termini e di.terra ferma ce di mare fi mutano,
e non fono fempre quefto luogo terra,e quefto mare: ma foprauien
Terra fecon- mare, ouceraterra, e fafliterra ove era mare. Ilchediciamo auueni-
06 al re nel corfo de fecoli con ordine e circolo. Delchene è principio e
caufa,l'hauer le parti interiori della terra confitenza e vecchiaia, co-
me hanno li corpi delle piante e degli animali: quantique vi fia que-
fta diuerfità, che li corpideglianimalie piante tutti infieme, e fo-
no nella perfettion loro, e sinuecchiano :ilche nellaterra tutta non
auuiene, ma varia nelle fue parti, fecondo la confeguenza delle ope-
rationi del caldo,e del freddo . Il caldo dunque e’ freddo feguono il
corfo del Sole, c dalle loro afliftenze. le parti della terra riccuo-
Le mutationi O Varie conditioni, e virtù: quali per alcun tempo mantenendofi
e ci ro acquofe,e dopo col fucceflo del tempo feccandofi, finalmente vengo
corfo del sole. no in vecchiaia, come d'incotro in altriluoghi fi auuivano & acqui-
ftano humore. Mentre dunque il paefe diuien fecco è necefsario che
gli fonti fecchino:onde gli fiumi prima digrandi diuégono minori,
ce finalméte fi feccano. Dalche fatto commutamento,& altroue diflec-
one manchi candofi li fiumi: altroue perla rata generandofene de gli altri : ne fe-
l'acquaset ove ee, che que il mare dal concorfo de fiumi foprabonda, iui appartan-
later. — dofi lafsifecco:& ove mancail concorfo iui rifondendo venga a fta-
Perche dette gnare. Quefte mutationi di terra e mare, quantunque con la lun-
Mateo fe ghezza del tempo grandifsime , fono nondimeno a gli huomini afco
ql Reni * fe: facendofi la mutationea poco a poco, e mancando la memoria
delle cofe per morte delle genti: ilche tanto più facilmente auviene
concorrano mentre o guerre, o peftilenze, o naturali fterilità: quali
alle uolte fanno cumulare mutation de popoli, & alle volte ciò fanno
col progreflo, fiche non fi veggono .. Dunque mancando nelle fteri-
lità alcuni ch’abbandonano il pacfe,ereftandoui alcuni fin che'l luo-
go diuenga del tutto fterile:non è marauiglia, che corra tanto fpatio
di tempo, che non vi refti memoria. Ecome delle abbandonare,
cofianco delle noue habitationi, nelli paefiche di aquofi diuengono
habitabili,fuole efler il principio ofcuro: percioche cominciado l'ha-
bita-
Me PT ne
TIRO SETISITM*O. 201
bitatione da pochi, con la lunghezza del tempo a poco a poco fi fa ac-
corfamento, fiche non vi refta memoria chi fuflero li primi, e di che DI
tempo, ecome il paefefifufle. Ilche nell'Egitto manifeftamente fi fi ro dl.
vede: percioche quefto luogo di mano in mano par che diffecchi: € narcnamentò
tutto il pacfe par fatto da inarenaméto del Nilo:e perchea poco a po- “Nile.
co diffeccate le paludi fi è andato habitando in oltre: con la lunghez-
za del tempofi è fcancellato il principio. Anzi le bocche tutte del Ni-
lo oltre del Canobico parno fatte da man dihuomini , e non bocche
naturali del fiume. Etanticamente era l'Egitto chiamata Thebe: del
che fe ne piglia argomento daHomero autor moderno, fe vogliamo
paragonarlo a tante mutationi : percioche egli fa mention di Thebe,
come fe Memphio non fufle, o almeno non tanta, come hora è. Ilche
tutto auuiene,fecondo l’iftefla ragione apporta: fuccedendo col tem-
po alle habitationi più in alto, le habitationi più al bafflo.Percioche cli
pacfi,all'atterramenti più vicini, fogliono anco più tempo mante-
nerfì paludofi. Sendo che l’vItime parti fempre più dell’altre ftagnar
fogliono: quali di mano in mano feccando migliorano e diuengo- i
no ottime adhabitare. E d'incontro quelle che bene ftauano,diflec- i
candofi oltre del bifogno,diuengono peggiori. Ilche è auuenuto al- la Grecia.
la Grecia;& alla contrada de Argiui,e Micene: percioche à tempo de
Troiani Argo per effer paludofa : non poflea nutrir molti : e Micene
ftaua bene: onde anco cera più honorata. Et hora auuiene a contrario,
perla caufa c'ho già detta: percioche Micene del tutto è divenuta inu
tile e fecca: e gli luoghi di Argo,all’hora per li ftagni, inutili, hora fo-
no diuenuti vrili. Quel duque che in quelto luogo picciolo è auuenu-
to,fi puote anco ftimare in maggior tépo auuenire nelle prouincie in-
tere, e paefigrandi. Onde coloro,che più oltre non veggono,accu-
fano di cio la mutatione fatta del tutto ; e quafi il cielo fia {tato fat- Nor fi muta
to,vogliono,che di paffo in paflo il mare vada feccando,e mancando: ni di
del che parte ne è vero e parte falfo : percioche non folamente molti
luoghi prima di acqua, hora fon fatti di terra: ma a contrario a molte
parti di terra è foprauenuto mare . Ma non è ragioncuole voler attri-
buir ciò alla generation del tutto: e per picciole mutationi mutar pica: GIr
l’vniverfo, già che la terra paragonata al cielo è quafi nulla. Ma farà anni, fe
ben ftimare ; che ficome nelle parti dell’anno l’inuerno eccede nelle parti di der-
: . N 7 re » 3 - te circolationi
pioggie, cofî nelli circuitigrandi di anni intrauéga cofa fimile a gran O
| deinuernata: e ciò non fempre ne gli luoghi iftellizma come nel di- modo che nel-
luuio detto di Deucalione,che fu più nella Grecia ch’altroue,e più fe- lamo lora
fragion dall'al
gnata- ir.
192 DELL'HIST. NATVRALE
gnatamente nella Grecia antica, contenuta nel circuito di Dodone
& Acheloo: qual fiume ha in molti luoghi mutato il fuo corfo. È già
vi habitauan gli Selli ; e coloro; che prima erano detti Greci, & hora
Helleni, Mentre dunque auuerrà vna tal foprabondanza di pioggie
bifogna Rimare che l’effetto fuo duri per molti anni. E ficome ho:a
devli fumi dicono , che altri fiano perenni, & altri nò: delche molti
han detto che ne fia caufa la gradezza delle cocauità fotterranee: e noi
diciamo eflere caufa la grandezza, {peflezza,e freddezza de luoghi alti,
qualie coprono,e raccolgono moltaacqua. Etoueleconfiftenze de
monti non fono grandi, ma di materia lafla petrofa & argillofa, è ne-
pe Ara ceflario che prima manchino . Cofì bifogna ftimare nelle differenze
ii se de paefi: percioche altri per molto tempo conferuano l’acque,finche
quofi & altri vengano di nuouo fimili inondationi:& humidi fi conferuano : altri
ps primafiafciugano. Perche dunque è neceffario, che nell’vniuerfo
auuengano mutamenti, non dico gia che eflo patifca generatione è
corruttione : percioche il tutto deue ftare : ne vien di confeguenza,
come detto habbiamo,che non fempre gli luoghi iftefli fiano bagna
ti da mare, e da fiumi, o fempre fecchi, come Ja fperienza delle co-
fe ci moftra : percioche di quelli, che tra gli huomini antichifsimi
Egitto tutto ftimiamo, come gli Egizzij fono, fi vede nondimeno illor paefe
opra di fiume. te 5 ] ci
efler cola fatta,e tutto effer opra di fiume , come da fe ftefio il
pacfe lo dimoftra. Pigliafene anco argomento a baftanza dal mar
Perche kl Re roflo: percioche furono alcuni de gli loro Re che volfero far ta-
di Egitto re- _{. 1 5 E 1
faffero dita- Gliata per pofler nauigare dall’vn mare all’altro , e dicono che Sefo-
gliarelo free {tri il primo ciò tentaffe:ma che ritrouò quel mare più alto della terra;
ari perilche & eflo primo, e Dario dopo di eflo hauendo cominciato, re-
terraneo. ftarono di cauare, per non interropere 1l corfo del fiume conla mefco
Frei sl lanza dell’acqua marina: onde fi può conolcere , che tal paefe fufle
‘ prima mare continuo col mediterraneo: per l'ifteffa caufa fl vede nel-
la Libia, la contrada detta Ammonia molto più bafla, e profonda di
quel che il luogo richiede:percioche fatti dall'inarenaméto,ftagni dé.
tro terra,e quelli finalmente feccati e ridotti in niente,refto il pacfe
afciutto . E nella palude Meoti per l’inarenamento & alluuion de fiu-
mi molte parti fono , c'hora non poffono riceuerle naui della gran-
dezza, che già (effanta anni fà vi nauigauano: perilche fi può ftima-
re, che quefta palude fia tutto opra de fiumi,come altroue fono li fta
gni: eche finalmente il tutto verrà a feccarfi. Si vede anco lo Bosfo-
ro nel fuo corfo fempre inarenarfi : perilche interrompendofi il {uo
corfo
ORTI
LIBRO: SEP TINO, 1 6h
corfo della banda dell'A fia fi fe fano prima,e poi fi feccò del tutto,&
in quetto modo continuando e facendofi altri ftagni di mano in ma-
no fi tramuta il luogo di mare in terra: onde fi può ftimare, che nel
progreflo ditempo fi habbia à ridure in forma di fiume, e che final-
mente habbia a feccare. Non è dunque iltempo,nè il tutto che man
ca: ma il mancamento è delle parti: & è manifefto , che nè il fiume
Tana ne il fiume Nilo fiano fempre ftati : ma fu tempo che era fecco
oue fono hora gli lor fonti: e l'opreloro, fono opre c'hanno termi-
ne:mail tempo è fenza termine:e l’ifteffo che di quefti habbiam
detto fi deue dir de gli altri fiumi. Al nouo nafcimento e mancamen
to de fiumi, e della terra variamente inacquata, feque la mutation
del mare,che da alcuni luoghi di terra manca,ad altri foprauiene:per
ilche ne viene, che delle parti dell’orbe,non fempre fiano quefta ma-
re e quella terra: ma che ciafcuna parte col tempo fi muti. Hafli dun
que la ragione delle parti della terra, perche faccian dette mutationi,
& come gli luoghi oue altre volte fi nauigaua, altre volte fono diue-
nuti terra ferma.E perche delli fiumi altri peréni fiano & altri no . Sin
quì dottillimamente Ariftotile della noua generation de fiumi e lo
ro difseccamenti.
Difcorfo dell’ Autore fopra lamutation depaeft.CAr. 111.
M A amaggior intelligenza di quelto,& è confirmation di mol-
te cofe,che alla noftra hiftoria appartengono , aggiongeremo
alcune cofe, che lapropriafperienza ci ha moftrato. E prima della
comutation di terra e mare di molte e molte miglia in pacfi petrofi,
ne habbiamo ampifsima teftimoniaza nella Appulia e nella Iapigia,
que altroue p quattro e cinque, altroue per dieci miglia fiveggono lù
ghi tratti di paefi di frequentifsime conche marine in pietra tralmu-
tate con varie imprefsioni e veltigij dell'inondamenti marini.Di que
fte nel teniméto della Vetrana caftello non molto difcofto da Taran-
to verfo il capo fene veggono molte miglia con conche cannellate,
Che li fiumi, e
mari altrone
manchino, &
altroue co-
mincino +
Tratti di ter-
ra mediterra
nei nella Ap
pulia oue già
di ampiezza alcune poco men, che di fpanna, con l’vnadelle tefte fia fia Saro
piana, l’altratonda: e molte delle minori. La fuftanza della pietra e
quafi che di teuertino e più tenera.E quatro alla mutation de fiumi,e l
imacameto,e ritiraméto del mare: dal corfo dell’iftefsi fiumi fe ne veg
gono ofleruationi manifefte poiche pochi fiumi rapidi fono laboc-
MArCA è
sea | DELL:HiST., NAFSNVRALE
ca de quali non fporga più dalle parti delle fpiaggie circonftanti, fas»
to promouimento di terra, per la materia che continuamente feco
portano : ma le mutationi de letti de fiumi,più che di altri tempi au-
uengono nelle prime pioggie di Autunno:percioche all’hora e late-
IRR dalle precedenti ficcità ecalori, è più dell'humor rapace: e le piog
aluco manife- Giè più impetuofe e fubitanee caufano grofsi torrenti : e l'impedimé-
ste onde ven- ti nell’aluco dell’acqua,dalla precedente vacanza fono più vari], per-
Confiderazio- che varianoli fiumi dell’yn alueo all'altro. Hora fe vogliamo di al-
ni generalio» cune differenze vniuerfali difcorrere , oueil mare manchi, & cue la
vini E terra . Diciamo che per il più nelle {piaggie il mare col progreflo del
laterza.. tempofiapparta: nelli promontorij rode, e confuma:percioche nel-
le fpiaggie diminuendofi dimano in mano l'altezza delFacqua de-
bole a terta peruiene: perilche fempre rilala. Enelle ripe giongen-
do con l’altezza dell'acqua vnita , c ritrouando refiftenza continua-
mente rode e confuma.In oltre le fpiaggie,per il più fi fanno dal con-
corfo de fiumi, e dalla terra da torrenti portata: per il che continua-
mente le fopragiunge materia: onde corrofe in quefto modo l’alture
E 99 er ;
Ra: accrefciute le fpiaggic,ne fegue la egualità:c finalmére cda quefle,e
piane in colli da altre occafioni fi fa commutatione. Il trafmutarfi il paefe piano in
ne in alcuni montuofo è cofa che facilmente auuienc alle piane che alte fiano,mé-
= siria de t1e dal corfo de torréti fi fanno profondità gradi e valli. L'alzarfi la ter
motti. rain alto nel modo che fanno le pofteme nel corpo de gli animali, e
delle piante : & il dar vegetatione alle pietre, onde poflano li mon
. ti inalzarfi,non è cofafuori di fperienza, e diragione: e manifeftame-
siti fatti da te in molte pietre fi vede la virtù vegetale. Veggonfi in oltre monti
incédii fotter da incendi) fotterranei auuenuti come a noftri tempi nellaCampania
De neltenimento di Puzzuoli habbiam vifto di vn monte fatto dalle ce-
neri di fuoco fotterraneo:onde ne tiene anco il nome,detto Monte di
cenere:nè il Vefluuio moftra hauer nafciméto diflimile. Altroue con-
fumatalaterra è rifeduto il fuolo:cofi nella folfatara Pozzulana è auue
nuto;oue confumata dal continuo incendio la terra;e reftato il luogo
in guifadiampijfsimo amphitheatro,con vnaegualifsima piana nel
Eaffezze ca Mezzo di colline brugiate nel circuito d'intorno. E da gli terre-
fate da incen- moti accadono anco molte mutationi di apriture,di folleuamenti, &
difotterranei bbaffamenti di terra : come vesgiamo in più luochi di Apruzzo
«Apriture de a veggiam È D È D
monti, altifsime ripe di pietre viue fatte per feparation da alto abaflo demon
tie quefto per molte miglia, fiche le pietre deftre rifpondano alle
finiftre dico il cauo al rilieuo, &ilrilicuo alcauo , cetra diloro iui
corli
f
È
L'IBR'O SETTIMO. 205
cori de fiumi, manifefta reftimonianza della mutation del paefe, e
del variato camino de fiumi. alle volte le dilamationi han caufato
lachinegli luoghi c'han lafciato,e fatto altroue moticelli, & itolet-
te in mare: come d tempi noftri nella Calabria, nel tenimento di S.
Lucido è auuenuto ; ue da fotterranee eflalationi,fatto fcioglimen
to diterra, fono fatte dilamationi, che fcorfe in mare hanno iui fat
to ifole: quantunque dette ifole,come di foftanza terrena dalla tem
pelta del mare fiano ftate finalmente disfatte. Nella Belgia, ue il
mare ha gran flufite riflufli,alzati nel tempo del rifluflo gli argini,
fiche auanzino il gonfiamento del inare.fi fecca il paefe,edi mano
in mano fi fà terra ferma: ilche altre volte auuiene da fe fteflo, altre
volte dall'induftria humana. onde di confequenza ne refta fpeilo 1l
aefe più baffo che’l mare , l'ifteflo è auuenuto in alcune fpiaggie
del noftro Regno;& è maraviglia come non molto difcofto dall’or
lo marino fi veggano fecondo l’ifteffo andamento limitoni conti-
ui molto folleuari più del refto del mediterraneo , altri più, altri
meno dal mare lontani. L’ifteffo che nella Libia della contrada am-
monia Ariftotele ha detto. Quefto della mutation de paefi. Hora
fesuiremo con Ariftotile la fpeculation della natura del mare, ter-
“mine del corfo de fiumi,& onde le venga tal falfezza.
Dell'origine dell'acqua marina. = CAP. v. Ari
DD! ciAMO horadel mare qual fiala fua natura,& onde vé-
gala falfezza di tanta acqua,& in oltre del fuo primo nafci-
Dilamationi è
Inarenaméeti.
mento. Coloro dunque che nell’antica Theologia verfano , diede- opinion di t-
ro al marli principi}, e fonti,come anco alla Terra le radici : forfe cmiche lac-
È ° ua Marina
perche quefto haueua più del tragico,e venerando,quafi chela ter- {x
abbia li fue
ra fia vna gran parte del tutto: & ilrefto del cielo d’intorno di efla proprij fonti.
fiafatto à fuo fine : perloche la confiderarono comela prima delle
cole, ela più honorcuole.Ma coloro che piùattenderono allatse-
culation naturale , differo che da principio , il luogo tutto d'intor-
nolaterraera humore: che difleccandofi dal fole,quel che ne vapo
raua era caula degli venti, e degli mouimenti del Sole, e della Lu-
na,e quel che reftaua effer mare. e che per quefto fi verga fempre
in qualche fua parte diuenir fecco: onde finalmente verrà tempo opiniondi al=
che del tutto fecchi. Altri dicono chela terra fcaldata dal Sole,fu- tri chel mar
dando caufi il mare,e che perciò fia fallo : percioche la falfedine è Pale ar
N pro-
206
Opinion di al-
cri che fom!-
gliano il mare
al lifsiuto .
Argometi ap
portati di A-
riftotele che'l
mar non hab-
bia propryfo
Le
Differeze del
l’acque nel
correre.
Mari che non
bano commu
nicanza l'on
cor l’altro.
Mare vltimo
termine del
corfo dell'ac-
qua.
Mare princi-
pio dell'acque
DELL'IST. NA BNIRALE
propria del fudore . & altri, che la terra dia la falfezza all'acqua, co-
me fa cenereallifsiuio,colando l’acqua per effa.Che dunque il ma
re non habbia li proprij fonti, fi puote argomentare dall’efler delle
cofe : percio che dell'acque d’intorno la terra, altre ne fono flufsili,
altre ftabili. Aufsili fono tutte delli fonti:e degli fonti già habbiam
detto che bifogna intenderli non come come difpéfati da vn vafe:
ma comecofache fempre fi generi,e che raccogliendofi corra.del-
le ftabili alcune fono fediticcie, e diraccolta,come le paluftri : &cal-
tre de ftagni,ò fiano di quantità poca ò molta : altre de pozzi, quali
fontane anco dir fi poflono. nelle quali dette tutte,fi vede che’ fon
te fempre fia fupcrior del corfo dell'acqua:e perciò alcune da fe ftef
fe fpontancamente corrono . come fono le acquede fonti,e fiumi:
altre han bifogno che dall’induftria fe le dia inferior baffezza, cue
l’acqua corra; come fonoli pozzi. Quefte dunque fono le differé-
ze dell’acque. ilche eflendo determinato in tal maniera,ne vien fat
to chiaro,che n6 habbia il mare proprio fonte: percioche nè puo-
te eflere egli nel numero de fonti che corrono , nè de fonti fattià
mano. già che è neceflario,che qualfiuoglia fonte fia, 6 dell'vna, ò
dell'altra maniera: oltre che no fi vidde mai alcun fonte fpontaneo
effer di tanta copia di acqua: & oltre che fono molti mari, che non
hanno trà di loro communicanza.percioche il Roffo poco hà di c6
mune col mar fuori delle colonne:& il mar Hircano,ò Cafpio,è del
tutto feparato, & habitato nel d'intorno : onde fe in alcuna parte
fuflero detti fonti in mare, fene harrebbe qualche riconofciméto .
Aut. fegue delli fiuf+i,e niflufsi del mare, che in alcuni luoghi più
manifeftamente che in altri fi dimoftrano.
Sommario,e conclufion dell'Autore. CAv.vi. Autore.
FEAVITO quefto Ariftotele difle, moftrando che non habbia il
mare vn pro prio fonte, onde efca: ma che l'iftefsi fonti, e
principi) de fiumi, fiano li principij del mare.Il che tutto è dottamé
te detto,e fecondo la grandezza del fuo ingegno.ftimaremo duque
il mare come vltimo termine, & oue l’acque tutte finifcano : e ciò
mentre confideriamo il manifefto corfo dell'acque. ma altrimente
forfe pofsiamo ftimare il mar principio: fe vogliamo cofiderare il
primo nafciméto di clsi fonti: perciòche, comunicado il mare Per
l’interuenij cola terra, fciolta dal caldo ; e folleuata la fua foftaza in
vapore:e di nuouo dalla freddezza dell’aria,e delle concauità di efla
terra
i TBR'O SETTIMO; 207
‘| terra codéfata in goccie dà principio à gli fonti:ò pur come noi hab
biamo moftrato p pprio faliméto della foftaza acquea: quale quan
tique accolta da fe ftelfa non s'inalzi:ritrouido nodimeno l’appog
gio del corpo terreno, nella foftanza fua fi diffonde,come in fpogia
‘ foprapofta: e diftédendofi di mana in mano,peruiene alle fupreme
arti de monti ; onde di nuouo dà principio al corfo de fonti, c fiu-
mi,dalche ficonferua la loro perennità : dunque nell’vno , e l'altro
modo troviamo il mare come commun principio dell’acque,
Come, es one anuenga il fuffo almare. Car. vir.Arit
L marenelli fue ftretti fi vede hauer corfo :oue per la vicinanza
delle terre d'incontro pofte,da ampiezza grade in poca fi riftrin
e; Quefto corfo l'auuiene dal libramento che fà l'acqua hor quà
hor là:che quatunque nella fpatiofità dell’acqua diftefa, fia sì poco,
che non fi conofca, nondimeno accogliendofi il mouiméto del tut»
to in poco,per la vicinanza delle terre d'incontro: è neceflario che
quel che nell'ampio è poco, nel riftretto divenga molto . ma il ma-
re mediteraneo che dentro delle colonne intendiamo, manifefta-
mente hà fluffo per lo rinchiudimento del luogo, e moltitudine de
fiumi,che vi concorrono, Dunque la palude Meoti {corre in Pon-
to. Ponto nel mare Egco: e gli altri mari fucceflinamente,quantun
que con corfo nò così manifefto : percioche la Meati,e l’Euiino ri-
ceuono più fiumi,che gli altri molto più ampij: perlo che procedé-
do fi vede il mar farfi più profondo,dico il Ponto più della Meoti,c
PEgco più di Ponto.lo diSicilia più dell'Egco,& il mar di Sardegna
8il Thyrreno più ditutti. ma il mare di fuori delle colonne non fi
vede profondo,come clie fia fangofo,e di fpiaggia.è anco fenza vé-
to per effer nella vltima baflezza.
Difcorfo dell'Autore fopra il fufo , e riflufo del mare.
Cap. VIII. Autore.
Anto del fluffodel mare Ariftotele ci lafciò . alche noi ag-
giungeremo alcune cofe che dagli cffercitati nell’Aftrolo-
gia habbiamo in detta materia.e prima diciamo; che l’accrefcimen-
to,e diminuimento dell’acqua, che fluflo e rifluffo chiamiamo, fia
affetto che fegue il corfo de luminari,dico del Sole,e della Luna, di-
ftinto fecondo gli quadranti degli loro corfi,trà l'Orizonte,e Meri-
diano . percioche mentre dall'orizonte al meridiano afcendono,
i S 2 ap-
Perche nelli
Siretti l’acqua
habbia corfo »
Il mare medi
terraneo ma-
nifeftamente
ha corfo »
Fluffo, e rifluf
So fegue ilcor
fo del Sole sé
Luna»
208 DELL'ILS-E NAITVMRALE
apportano l'inalzamento dell’acque .. e mentre , dal meridiano
defcendono all’Orizonte, l’abbaflamento . per lò che fi veggos
no detti effetti da feiin fei hore mutarfi ; o in alquanto più emen 3 di
tempo, fecondo che per la varia declinatione di detti luminari. ’
Flufsi e rif fonole dette quarte di camino, ò più lungho, ò più breue . mentre
fi grandi nel-
le-cogiuntioni
de luminari,
Hore de flufsi
varie in diuer
fimari.
Bocche de fiu
mi hanno ri-
flufsi.
Oceano mare
infimo .
Vento fegno
di terra vici-
Na
dunqueg li luminari,ò in vno ifteflo grado gionti fiano, ò vero op-
pofti per di o,gli effetti detti fi aumentano: percioche l vo; €
l’altro concorrono nell’ifteflo . ma mentre fono diltàti per quadra-
to,fi chel'vno nell’Orizonte, l’altro fia nel Meridiano, operado gli
luminari cotrariamente, l’acqua fta quafiimmofla: negli altri afper-
ti,fecondo che nell’hore preuagliono,auanza l’yno ò È ‘altro affetto.
“dico che fe l'vn luminare fia nell’Orizonte,e l’altro già à dal Meridia
no declini , preualerà in detto tempo accrefcimento, &cinalzame-
to. contrario auuerrà mentre effendo l’vn Rf nel ! Meridia:
no;l'altro fia dall'Orizonte allontanato : onde di mano in manoje fi
mutarà l'hora del fuflo , e refluflo , elaquantità dell’inondatione .
Quantunque negli mari,che dall'oceano diramando fi fcoitano,fi
habbiano dafar dicunc altre confiderafioni: : percio che,ficome in
vn’acqua ftante, cafcando vna goccia fl fpande il mouimento, e fi
dilata in circolo fuccefliuamente , fatto principio. dalla goccia: Così
il mouimento,& zaccrefcimento dell oceano fi oa {ucceffiua-
mente dalle più vicine parti alle più lontane. onde è neceflariò che.
l'hore de fluffi,e riflufli di vn luogo, non rifpondano alle hore.del-
l’altro.In oltre fi i veggono liflufî, e pe non folo nelli ftretti del.
mare,maanco nelle = Bocche de fiumi e gli eftuari) nell'oceano fo-
no molto maggiori,e violenti più che altroue,per la molta vicina-
za channo all ampiezza di vn tànto mare.Quefto degli flufsi. Qua
to alla quiete de venti,che all'oceano Ariftotele actribuifee per la
baffezza del luogo : :noinon neghiamo che l’occano non fia nell’vl
tima baflezza, cometermine delcorfo dell’acquetutte: ftimiamo
nondimeno che ciò più tofto auuenga per falontananza della terra
oppotta: percio che il vento damarinari è riccuuto per manifefto:
fegno di terra,che non fia molto difcofta: fegue hora, fecondo l’in-
cominciato difcorfo di Ariftotele, vn’altra difputa: Queftià è, che
s'habbiamo pigliato l’acqua per vn de gli elementi, e ciaftuna da
mento deuchauere illuogo fuo proprio, qual fi debbia ftimare il.
luogo proprio dell’ elementodell’ acqua,
‘Del
{
“EMLIBRO SETTIMO. 209
Del proprio luogo dell Elemento dell'Acqua, e fe queSto fia
il Mare. CAP. IX Arilt.
O RA quanto quel che fi fia il mare. Alcuni fanno il mar
principio,& ilcorpo dell’acqua tutto . e ciò pare efler ragio-
neuolmente detto: percioche,come ne gli altri clementi,la quanti-
tà tutta fi vede raccolta, cofi dourebbe efier nell'acqua. e che’ mar
fia dell’acque principio, pare anco ragioneuole : percioche gli cie-
menti ftanno negli proprij luoghi, e fitramutano nella communi-
canza dell’vn con l’altro. come dunque il fuogo tiene il fupremo
luogo, e fotto di quefto l’aria, e nel mezzo di tutri la terra i par che
con l’iftefla razione debbia proceder nell’eleméto dell'acqua,e che
relti cra l’aria ela terra. fe dunque non fi vede altro cumulamento
diacqua, che eflo mare ; percioche l’acqua de fiumi nè fa vn tutto
raccolto ; nè è cofa che ftia; ma confiite in continua generatione.fa-
rà con bonaragione il mare ftimato principio de gli humidi tutti,
edi ogniacqua: perlo che dicono alcuni,che non folamente li fiu-
mi nel mar corrono, ma che anco daeffo cominciano. né fa in ciò
ottaculo la falfezza del mare; veggendofi l’acqua falfa tracolata di-
ueair dolce. Ma contro di coftoro nafce difficultà,come tanta qua-
tità d’acqua raccolta non fia dolce, mentre ella è principio . Delche
Mare fecodo
alcun princi.
pio , € corpo
dell’acqua
tutta.
Luozo dell'e-
lemesnto del-
l’acqua trà!
aria e la ter-
ra. ;
Difficultà c3
tra il detto pa
rere
dadola caufa,fciorrà infieme la difficoltà, & fi harrà vn buono e pro :
piio giusicio dell’effenza del mare.Diciamo dunque;,che diftefa l°-
acquad'intorno la terra, come è la sfera dell’aria d’intorno l’acqua,
ed'intorno di quefta il fuogo vitimo di tutti, ò s'intenda ilfuoco
della maniera che altri dicono,ò come diciamo noi; e che girando
il fole,che col luo mouimento porta la permutation delle cofe, &
illoro nafcimento,e corrompimento: la parte forciliffima,e dolcif-
fima dì per dì s'inalza,e fciolta fe ne vì nel luogo di fopra, &iuiri-
trouando il freddo,di nuouo condenfata cala giù nella terra 1 e che
ciò fia negli ordini della natura cofa continua.Per lo che è degna di
eflere fpreggiatala opinion di coloro,che vogliono che’! fole fi nu
trifca di humore: e che perciò vada attorno,come che fempre da
vn'ifteffo luogo non pofla riceuer nutrimento è baftanza. diremo
dunque che la parte dolce dell’acqua, per laleggerezza vada sù tut-
ta,e che la falla rifeda per lagrauezza. e che quefta fiala caufa della
falfezza del mare.e che il luogo da effò occupato, fia il proprio luo-
3 59
Rifolution di
detta difficul
n
lA.
Partepit fot
tile dell’ac-
qua portata î
alto dal fole',
Falfa opinio-
ne chel fole
fi nutrifca di
bumore .
Separatio del
la parte dole
ce e leggiera,
dalla graue,e
falfa.
Mare proprio
luogo dell’ele
mento dell’ac
GA4
(ome il mar
non crefca da
tata moltitu-
dine de fiumi.
210 D EDIMISTI N AGUVIRLATLE
godell'acqua,e che quefta refti falfa per l'appartamento della fofti-
zadolce,reftando giù le parti grewi,e falfe: come auniene negli cor-
pidianimali: oue riceuendo Il corpo dal cibo ilfuo nutriméro dol
ce :reftano gli eferementi falfi & amari. percio chela parte dolce,e
potabile tirata dal nariuo calore viene in carne; econfiftenza delle
parti del corpo , fecondo la loro natural proprietà richiede . Dun-
que comenegl’animali farebbe opinione non con veniente lo-fti-
mare che’l ventre non fia luogo proprio del cibo, ma degli eferemé
ti: perche il nutrimento vtile prefto ficonfuma, evi rifede l’efere:
mento, così debbiamo ftimar nell'acqua. e fi deue dire che''mare
fia il proprio luogo dell’acqua. oue concorronoli fiumi,e general=
mente tutta l’acqua che fi genera: percioche lo fcorrere propriame-
re è verfo ilconcauo e baflo ; & il mare ottiene ral luogo della'terra:
conchiuderemo dunque che il dolce tutto fene voli in alto, & che
refti il mare giù falfo perla detta caufa. Perloche coloro,c'han du-
birato quel che fi faccia di ranta acqua de flumi,che continuamen-
te fcorrono,di numero quafi infinito jeditanta srandezza:e che nd
perciò fi vegga il mare accrefciuto: hanno per giufta cauta dubi-
fato:ma nò è molto difficile ilrenderne la ragione: mentre veggia-
mo,che l’acqua di vna ifteffa quantità con differenza fe fia,ò {par{4;
ò raccolta, non pone nel feccarfi tempo eguale: mal’ifteffa quanti:
tà che raccolta dimora vn giorno intero a feccarfi; fparfa in luogo
{patiolo, quafi in vn'iftante fi fecca. l'iftefo dunque diremo degli
fiumi: che continuamente fcorrendo con l’acqua raccolta, mentre
vengono in luogo {milurato e fpatiofo,in breue,fi diffeccano'. .
Della perpetuità del mare. Car. x. ‘Ariftotele.
A dellafuadurabilità, diremo che per l’itelacaufa che da
LV principio fuil mare, per l’iftefla farà fempte,e duretà : per-
cioche ò l’acqua dal fole inalzata non ritorna più in giù, ò sellati:
torna, mentre dura ciò, durerà anco il mare;e la parte dolce, e po-
tabile portata sù,di nuouo verrà in giù: fi che da tal continuatione,
ricalando quel cheera falito,non verrà mai manco: ne ci è differen-
za feo vna volta ò più intendiamo che quefto fi faccia.
ae St
TEZZE
ER esi
Confide-
LIBRO SETTIMO. 21I
Confideration dell'Autore foprala conferuata vniforme quan-
| sitadell'acquemarine. Car. x1. Autore.
i VestO tanto dell’acqua del mare Ariftotele c'infegnò;e co
# “ ime il fuo luogo fia il vero luogo dell'eleméto dell'acqua,
0 € come relti fem pre fallo ; con il concorfo ditanta ac-
quadolce : e perche indi non fi accrefca .E noidiciamo che l’yni-
formefua quantità è da fe ftella neceflaria:; percioche 6 fe confide-
riamo l’acquanella tanta fpatiofità inalzata dal calore , & alsorbira
dalcontatto dell’aria, & indiraccoltain nubi, rilafciarfi in piog-
gie ; è fe confideriamoli fotteranei afforbimenti dell’acqua per l°-
auuenamentidella terra ,diffonderfi nella fua foftiza fino alle fupre
me patti demonti, onde.in fonti fi raccoglie : cflendo l'iftefla ma-
teria che circolando fale,& indi cala al bafio. non puote altro auue-
pirne che equalità. reftaua nella {ua dottrina confiderare onde det
ta fallezza peruenifle: delche nel feguente capo ne difcorre.
$ alfezadel mare onde venga. CAP. x11.. Ari.
DI ORA paffando iaia into per quel che in
molte.cofe vergiamo,che tal fapore venga da mefcolanza :
come nelli corpi noftri veggiamo il men cocotto efler falfo,& ama
ro; mail più inconcotto è l’efereméto del nutrimento humido. tal
dunque ogni refidenza, & oltre di tutte,quella che fi fà nella vefi-
ca:ilche dalla {ua ifteffa fottigliezza fi argomenta: fendo che le co-
fesche riceuono concottione, singroflano anco,e pigliano confifté
za. appreflo è il fudore:dunque con l’vno;e l’altro di detti eferem:é-
ti,efce fuori del corpo vna iftefla foltanza che glida il fapor falfo:
l’ifteffo auviene nelle cofe che fibruciano . e per dirla in breue, la
materia oue il calor non domina,nelli corpi refta efcremento: nel-
li bfuciati refta cenere. perloche alcuni fi han perfuafo, che il mar
fi faccia dal bruciamento della terra . e noi diciamo che il farfi in
in quefto modo è cola fconuencuole, & chel farfi da cofa fimile,
fia verità. Dunque,ficome nelle cofe dette, cofi nell'vniuerfo,ilche
e dal nafcente,e dal naturalmente fatto poiliamo intendere: la rer-
rac fimile aquelcherefta da bruciamento: &l'effalatione moffa da
ella ha molta quantità di tal foftanza. onde mefcolata l'effalation
: Vapo-
Perche il ma
re conferui
vna ftefsa
quantità .
Sapor fallo
vien da me-
Scolanza.
Efcrementi
del corpoama
rie falli .
Terraparago
nata alla ce-
nere.
Effalation fec
caporta feco
molta folian-
za terrena”.
2
Softanza ter-
rena dell'effa
latione fecca
minifirata co
lv pioggie.
Mare perche
fia fallo.
Perche il ma
re non diuen-
ga più falfo.
Sapori di tut
ti gli bumori
utgono da me
Scolunza .
La potabile
afcende, & il
mar refia .
Che afcenda
si parte di ac
qua, e parte
di terra.
12 DELEL'IST.i N-AWVR ALE
vaporofa conlafecca, e riftretta in nubi, & acqua,è di confequenza
che con le pioggie venga giù molto di quefta potenza : e che ciò fi
faccia fempre con certo ordine , nel modo che le cofe di quà
giù di ordine participano . fl è detto dunque onde venga il fa-
por falfo nell'acque. per qual iftefla caufa , e'l'’acque dalla par-
te del mondo auftrali , e le prime dell'autunno fono più grof-
fe,c più falfe. percioche l’oftro e di grandezza di fofhio eccede gli
altri,& è infogatiffimo;come che fofij da luoghi fecchie caldi.e né
porta feco molto vapore: quantunque dal principio del fuo%nafci
mento tal non fuffe,ma freddo, nondimeno procedendo innanzi,e
comprendendo per li luoghi per oue pafla molta effalation fecca,
ne vien caldo: ma Borea come che venga da luoghi freddi, e vapo-
rofi è freddo : fereno quiui perche {caccia , ma acquofo negli luo-
hi auftrali e d'incontro. per qualifteffla caula l’ottro nella Libia è
fimilmente fereno.diciamo dunque che quel che con l’acqua vien
giù fa la falfezza, e chel'acque di autunno fono falfe,perche é di rà-
gione che quel che è più greue prima venga giù: & qualunqueac-
qua haue abbondanza di tal foftanza terrena,e greue. per l’ifteffa il
mare è caldo: percioche ; tutto quel ©'hà conceputo fuogo ritie-
ne feco poteftà di fcaldare : come nella calce , e nella cenere,
enellerefidenze de animalitanto fecchequanto bumide fi vede.
perloche anco negli animali di ventre caldifiimo ; lerefidenze,cal-
diffime fono. fi farrebbe dunque fempre per tal caufa il mar più fal
fo. ma eleuandofi fempre di efio con il vapor dolce alcuna parte di
falfo, mentre fi eleua tanto falfo quanto è nella piovana . ne reful-
ta egualità. che dunque quel che vapora dal mare diuenga di na-
tura potabile , c che non perciò quando di nuouo fi condenfa ri-
torni dell’efler diacqua marina, fi può dalla fperienza delle cofe ar-
gomentare. percio che nell’altre cole fi vede auuenir l’ifteflo. così il
vino,e gli altri humori che couertiti in vapore,di nuouo piglia c6
fiftenza di humido tutti diuengono acqua. e l'altre qualità vengo-
no da mefcolanza fatta con l’acqua. onde fecondo la foftanza che
vi fi mefchia fi rende il fapore; del che diftintamente faremo con-
fideratione nel proprioluogo . Hora diciamo folamente, che del
mare,ne và sù qualche parte potabile,e che di st nelle pioggie cali
l’altra non quella iftefla che dal mare era falita,e che folleuata la po
tabile refti il mare più greue :e che perciò no machi,come ne anco
mancanoli fiumi fe non fecondo li luoghi . Ilche auuiene così nel-
la
LIBRO SETTIMO): 213.
laterra come nell'acqua : dico che non fempre l’ifteffe parti refta-
no della terra,nè l'iftefle del mare,quantunque ftia la mole del tut-
to. della terra dunque fumaremo l’ifteffo , dico che parte di efla ne
afcenda,e parte ne ritorni in giu:e che fi faccia commutation di luo
ghi,altroue auanzandol’acqua,altroue rifedendo giù. e chela fal- Modo di tras
fezza avvenga da mefcolanza, non folamente dalle cofe dette, ma 907 19%
da quefto anco fi fa manifefto,che fe alcuno,fatto vafe di cera, il p6- marina.
gain mare,chiufa la bocca,fiche l’acqua marina non vientri : l'hu-
mor che entro penetra per le mura del vafe,diniene acqua da bere.
pcioche à guifa di fugo colato,la foftanza terreftre che mefcolata fa
ceala falfedine fi apparta.Quefta ifteffa è caufa della grauezza,e grol
fezza dell’acqua marina. nel che è tanta differenza, chele naui che Peli che nuo-
con certo pefo negli fiumi quafi fi fommergono , l'ifteffe fono nel Si funi,
mare commode & vtili al nauigare.onde alcuni che ciò non fapea-
no carricandole navi nelli fiumi,come nel mare, n’han patito dan-
no:mache quefto auuenga dalla mefcolanza, ne fa fede la confité-
zadell'acqua marina più grofla . e percio,fe alcuno mefcolando fa-
le conl'acquala renda molto falfa, fopranuotano l'oua,quantique
piene;di qual proua fi feruono coloro che falifcono,fendo che il fa-
le ingrofla à guifa di luto. e fe è vero quel che fi dice, che in Palefti- Di 5 DR
navi fiavno ftagno in cui buttato vn' huomo, ò giumento ligato, as HER
non fifommerge,fa anco fede di quel c'habbiamo detto, perciuche liligati nor fi
fi dice di detto ttagno che fia amaro,e falfo fi che non vi ci nafce pe- ica
fce: e che fi nettano gli panni,fe bagnati in effo,fi fcuotano . à con- Jalfa.
firmation di quel che fi è detto, dico che la falfezza fia cagionata da
mefcolanza di altro corpo,e da participanza di natura terreftre,fan
nogliargométi feguéti.in Chaonia vi è vn fonte di acqua falfa,che
entrando nel fiume vicino,dicondition dolce non vi nafce in oltre
pefce. dunque fe di detta acqua fi cuoca qualche parte, e fi ripon-
gaeraffreddata che fia, per eflerne euaporato l’humido,reftan fali,
nonaggrumati, ma relaffati à modo di neue in fiocco: di qual fale
come debole, quantunque più de gli altri fene dia alle viuande,n0
turbano il gufto, ma dilettano . fono L'iftelli fali di color non mol- sal canato da
to bianchi. Nell’Vmbria vi èvn luogo,oue è copia de cannuccie, e da de
gionchi : dalla cenere de quali fatto liffiuio , cotto e raftredato fenc de
raccoglie il fale.ma fi dè Itimare, che ouunque fono corfì falfi de uoghi renda-
fiumi,ò de fonti,cheper alcun tempo innanzi fiano ftati luoghi cal #0 14 differen
1 i . za de fapori
di, che poi fmorzato il fuogo , perchelaterra per oue colano firi- f;1pg 6; A
toua
cugina
214 DELL'IST.TNA DVR ALE
truova alterata dal fuogo come calce e cenere, percio falfi fiano.Per
che dunque fono in molti luoghi, e fonti, e fiumi c'hanno variate
maniere de fapori, bifogna ftimare che caufa di-ciò fiala natural
virtù del fuogo, che iui bruciandola terra fecondo il più c’l meno,
le dia si varie {pecie,e modi de fapori,perlo che tutta divien piena
di virtù di alume,calce,e fimili:e colado per effe l’acque dolci fi traf
i mutano,& acquiftano l’iftefsi fapori . altre dunque ne fono aceto-
Acque aceto fe, come nella ficania di Sicilia: oue fi genera vna natural muria
di acetofa,che fe ne auuagliono in vece di aceto in alcune ‘loro viuan-
de: e preflo Lynco è vn fonte d'acqua acetofa , in Scythia è vn fon-
._— teamaro,che fcorrédo l'acqua di eflo in vn fiume; il réde tutto ama-
seem 44 ro, Quefto Ariftotele ci lafciò detto della differenza de gli fapori
n dell’acque , c della cauta della falfezza del mare, È
| Sommario,et effamina dell Autore negli detti di AriBotele,
CAP. KIif ‘© Autore.
chi:
i)
18 AL chefivede,cheegli voglia la falfezza del mare prouc-
Î ) nir da mefcolanza,e che l’humor pigli detta mefcolanza dal
- laterra,come auvienenellifsinio,nell'vrina,e nelfudore, che tutti
- in modo fimilefiraccolgono, e portano feco la falfezza dalli corpi
per oue paflano :ma la falfezza, quanto à fe nafce, da calore, e bru-
ciamento:perlo che negli corpi più caldi,e nelle ftagioni più calde,
e nelle parti della vita più dal caldo trauagliate, foprabondano tali
n eri falfuggini,come pofsiamo noi far fede l’eftate nella piana della Pu-
ne fa le carmi Glia fu le carni de metitori hauer vifto le crufte di fale raccolte dal
bumane. —fudore. Horcome il mare tal mefcolaza pigli,fpiana:dicédo,che le
auuenga per mezo dell’effalationi fecche,che col vapore fi mefchia
no: percioche venendo giù l’acque da dette effalationi, e vapori ac-
| colte: dinuouo eflalandonela parte dolce,e leggiera, e refidédo la
Secondo Ari parte falfa,e orewe,ne refta il Marfalfo.Ilche mentre coli fufle pro-
fiotelebifigna ce derebbela falfezza dobiniare; anali dall’acque piouane:per=
rebbe la' fal» squali tutta dall'acque piouane: per
fezza tutta cioche l'alire,comele fontane fono, ò tal mefcolanze non hanno,ò
fo fe pur l'haueflero tracolate per le vene dellaterra la deponerebbo-
mefchiate nel nO: fe non volefsimo eccettuarne alcune,che per uene di tal falfug-
epioggie. gine infette tracolano.maiono negandola parte di caufa che egli
apporta, aggiongerci che anco nel luago del mare ifteflo l’aqua s'
inamarifca,e falfa diuenga;ò fia ciò perl’alteratione caufata dal cal».
| | do, e
Ì
LIBRO SETTIMO, 215
do, et:pore deluminari, ò pur dalle effalationi di fotto nella fua
iltefla fede mofle,e con l’acqua mefcolate : perloche l'acque de fta-
gni,c laghi terminali: così dico quelli,oue l'acqua non oltre,nè per
manifefto canale, nè per fotterranco trapafla, di amarezza, & fallez-
za tutti partecipi fono. e manifeftamente la frefchezza, & opacità
aiuta alia dolcezza, e chiarezza dell'acque. Refta hora perche cer-
chiamo non folo la conofcenza,ma l'vfo anco delle cofe, far confi-
deratione dell’inuérione,e conducimento dell’acque. apportando-
ui fecondo il noftro inftituto,quel che da approuati Autori n'hab-
biamo:&aggiungendoui di più,per compita intelligenza, quel che
di piuci occurra.
Riconofcimento delle vene fotterranee. CAP. vix.
Di Vitruujo .
TORA ragionaremodell’inuétion dell’acqua,e come fi hab
i A Diaà far proua della fua bontà, e del modo di condurla;
nei che fi harà magior facilità, mentre c'incontraremo in fonti aper
tie corréti.mà ciò non hauendo, bifognarà ricercar li fuoi capi fot-
terra,eraccoglierla : al riconofcimento de quali fi terrà quefto mo-
do.Si porrà innazi il nafcer del fole,il cercator dell’acqua chino col modo di co-
mento fermo,e ftabilito in terra, acciò la vifta non vadaerrando in »ofcere il pae
IOE ; ec habbia ac
alto, maftia in vnaquafi liuellata pranezza. all’hora cue fi vedran- qua di fotto.
no gli humori afcender nell’aria,e fare increfpamento,iui fi caue-
rà: fendo che deîte apparenze non auuengono in luoghi fecchi .
Quefto è il modo di eflaminar oue fiano vene diacqua.
Segni dell'acque pigliati dalle cofe nafcenti. CAP. xv.
Vitruuio.
M A fegni anco de luoghi oue fono di fotto acque hauer fi po
tranno daalcune fpezie di herbe nafcéti, dico il gionco fot-
tile,il falce erratico,l’alno,il vitice, la canna, l'hedera, & altre herbe
che non fialleuano oue non fia abondantemente humore. quan-
tunque fogliono l'iftefle herbe nafcere in lacun c,ouel’acque fl rac-
colgano da campicircoltanti,conferuandofi iui lungo rempo f'hu-
more: quali non fi deue dar fede. dunque mentre vi nafcano,e nò
fiano lacune,ne anco vi fiano ftati feminati, ma Sencrati naturai-
mente,
rr6 **" D'ELL'UST. NATOVR A:L E
mente, iui fi hà da cercare, & oue non poteflimo auualerci di detti
{eo ni, verremo ad altri Re di (periéza Dunque fatta fofla: in ella
verlo il colcar del fol le ficollocarà non meno di pie cinque per ogni
vafi de metal Verfo,bacile di rame,ò di piombo, fecondo che fi harà com iniodi ld;
lo. &onto di dentro di oglio,fi por con la concauirtà riuolta di fotto,
& otturata la fofla con ‘Canne gal tre herbe,fl coprirà di terra . aper-
ta dunque il giorno fesuente la foffa, fe nel vafe faranno concrea
to fudori e goccie, pro fegno , che iui fia acqua: ò fe nel-
lasdcta fofla fia nell'itello Molo ripofto vafe di terra crudo, &
il luogo habbia h umore, il vafe fitrouarà molle, e forfe anco fi la-
Pelo di lana. (i da fe fteflo:ò (in vece di quefto vi fia pofto vello di lana; &
il fe: guente difi preina, renderà acqua. Sarà fesno anco conuenien-
Lucerna ac- lo)
cefa. te; (ela lucerna piena di oglio,& acconcia nell’ifteffo detto luogo fia
olta,& il di fe guente li ritroui non fucchiata, ma con le reliquie
dell’oglio,e de i licigno; & efla in fe humida: percioche ogni tepo-
Dani DE tira a fe l'hu. I SI può oltre di ciò pigharfene argomento dal
to di fuoco. fuocoche vitificcia: percio che fe la terra fcaldara mandi da fe va
por nebbiofo,tarà fegno che vifia acqua,
Accoglimento dell'acque. Car. xvi Vitruuio.
SseNDO ledette cofe nel detto modotentate,e ritrouati li det
ti fegni fi abbaflerà i iui il pozzo: e fe farì ritrouato capo di ac-
qua, Cna: cauaranno p iù d'intorno, e le forgenze tutte fi portaran-
Più pozzi d NO per grotte invn us Ma debbano Tar avvertiti di far det-
intorno al fon to ricercamento nelle parti che affacciano è Tramontana: oue e più
"n che fuaui,e più fane ,e più abbondanti l'acque ritrouar fi fogliono: cofi
affacciano a perche queite parti fono riuolte dal corfo del fole, come anco per-
oo che vi fonolefelue di alberi: oltre che l'ombre dell’ifteili monti fan
abodar diao- no oftacolo,che li raggi dritti del fole non peruengono alla terra: e
qua. per confequenza che non'faechiinol'humore.li fpatijanco tra mò
ti riccuono le piogg ie,c perla fpeflezza delle felue fono iui le neui
dalle ombre degli a bebi e de monti lungamente conferuate : per-
loche disfacendofi, "MEO perle vene dellaterra alle infime radici
de monti, onde vengon fuorili corfi degli fonti. Quindi auniene
che negli luoghi ca. npeftri non cofi Felicnie fi habbia copia de
fonti, e e quelli che vi fono non fogliano efler fani: percioche il po-
tére impeto dal fole per non eflerui oftaculo diombra, tira per bol
lore
LIBRO SETTIMU.
lore humordella pianezza del campo . e di quelle acque che iu110.
no ritiridone,e difpergendo nell'aria la parte più leggiera, reftano
negli loro fonti le parti più greui dure,&infuaui.
ludicy dell'acque pigliati dalle fpette de fuolo. CANI
Di Vitruuio.
Ec ve di confiderar la proprietà del luogo oue detta acqua cer
chiamo. Onde infieme intenderemo;e fe nafcer vi pofla,e n2-
— fcendouidiche condition debba fperarfi. Nella creta l’acqua
fuole efler fcarfa,di nafcimento nionprofondo., e di fapor non ec-
cellente. nel fabbion fciolto fcuole efiértcarfaze fe ciò fia in luoghi
bafsi farà anco limofa,e brutta.In:terra nera fcaturifce a mododi fu
dore, e cò goccie fcarfe. le raccolte di pioggie d'inuerno métre fl ri-
tengano in luoghi {peili,c fodi hanno faporbuono. le vene nella
hiara fogliono efler incerte,e mezzanc inquantità, di fapore eccel
reta.
abbion fciol
to.
C
Ss
Terra nera.
Acque di rac
colta.
Ghiara.
Sabbion ma=
lente. nel fabbion mafchio,nell’arena ye nelcarbonchio fogliono febio.
eflercerte,e ftabili,e di fapor buono. Nel faflo roffo fogliono efler
bone, & abodanti,fe da vene.interrotre non fi difperdano.fotto ra-
dici de monti,e fafli di felce , foglionorefter. l'acque abondanti;con-.
tinue,fredde,e fane.ma quelle-che da fonti campeftri fcaturifcono,
fogliono generalmente efler falle; greui , tepide, e fenza fuauità di
guito : eccettuandone fe alcunache da monti vicini dipenda , di
{otterra rompendo in mezo de campi fcaturifle . quali mentre fia-
no ricouerti dall’ombre de alberi,rapprefenterino la bontà dell'ac-
quemonmne.
Effamina della bonta dell'acque. CAP. xVIIt.
K A feglifonticorrano, e fiano manifefti. pongafil’animo
VA, agli huomini.che nel d’intorno di detti fonti habitano,che
fattezza de membri habbiano, fe fiano di corpo fano, di color pu
ro,digambe fenza difetto,fe habbiano gli occhi fenza grame: per-
cio che cofi eflendo l'acque feranno lodatiflime. In oltre {e'] foffo
fia di nuovo cauato,e fparfa l’acquain vafe divame non faccia ma-
‘chia, farà ottima. e fe bollita non lafci nel fondo arena, ò limo: e fe
gli legumi polti con detta acqua à fuoco;prelto vengano è cottura:
tutte le dette cofe daranno fegno che l’acqua fia bona, e fana. non
T meno
Arena.
Carbonchio.
Saffo roffo.
Radici de m6
ti
Acque came
peft.
28. DEFPESI NA DVR ALE
Effecto del li-
uello.
Lisello con
acqua .
meno fi confiderano, fe l’acqua ftefla nel fonte fia limpida, echiara,
& ouunque vada,ò corta: fe non vi nafca mofco,ò gionco, nèil luo
go fi vegga imbrattato di alcuna materia , ma netto . quefti fono fe-
gni dell’acqua fottile, e bona.
Linellamento dell acquese Varie [pette decondotti.
CA P. l'x. Di Vitruulo.
I ] orA difcorreremo comefi portino l’acque all’habitato, &
alle mura della: Città Cominciando dal modo di liuellarle.
Auto. Nel livellamento cerchiamo vnalinea che né inchini al
l’vna,ò all'altra parte. quefto fifa col perpendicolo. percio che il
perpendicolo è lineache va al centro del mondo, qual fempre che
faccia angolo retto con lalinea delliuello,ferà certo fegno che der'
talinca fia nel giufto.fito orizontale cioè che non inchini, neal-
l'vno,neall’ ilo capo. alcuniin vecedi perpendicolo fi fio
dell’acqua pofta dentro canale fatto fula regola con cui fi Jiuella : e
| fel’acqua ftiain modoichie dall’vno,e altro capo tocchi egualmen
tel'orlo della regola figiudica fimilmente nel giufto fito orizotale
Tre fpetie de
condotti.
di quefto modo fi feruoho mentreil piombo ‘fia da vento (collo.
ma per fuggir detto incommodo,coloro che liuellano col piombo
han ritrouato di farcanale al perpendicolo , dentro di cui ftia eflo
perpendicolo couerto: nel che gioua anco chel DR bo appefo fia
quanto più graue. . Vitruuio. ‘fe l’acqua hà molto faftigio il che
èla pendenza di onde, e verfo doue fi porta, fi potrà codurre ce feil
luogo peroue fi habbia da condurre, habbia varij infofamenti, bi-
fognarà con le fabriche di fotto inalzate,dar egualità al {uolo de c6-
dom: fi fanno i condotti ditrè fpezie:diriui per canali fabricari,di
canne di piombo, e di tufoli di terra cotta,il modo di farli è quefto.
edomadibti di fabricare loro ordine. CAP. xx. Virdidi
E fifacondotto per canali, procuraremo che la fabrica fia {o-
diflima,e che'lfuolo del riuo fia guidato con pendenza,che in
cento pie non habbia meno di mezo pièdi caduta, e fopra detti
canali fi faccia volto; fiche?! fole non tocchi l'acqua.
Autore. In quefta ragion dicondotti, Vitruuio da} per
ogni ducento mifure della diftanza ; vna di caduta dal DO
ora
LIBRO SETTIMO... 219
hora fi daperogni mille vna,e meno,fe cofi bifogni. Vitr. Gionto
che fi fia alle mura,facciaficaftello che ricena l’acqua , & al caftello
tue ricettacoli congionti,con tre canne egualmente compartite: fi
che auanzando l’acqua negli eftremi,venga à ridondare nel ricctta-
colo mezano, in cui fi pongan le canne diftribuire per tutti gli la-
ghi,e fontane della Città. dall'altro ricettacolo fi porti l’acqua nelli
bagni, onde n’habbia il popolo ciafcun annole fue rendite , e da-
ti]..e dal terzo nelle cafe de priuati, fenza che manchi al publico. Il
che fi confeguifce perlo detto compartimento,percio che hauendo
Ja duttura dell’acqua feparata:non fi può far divertimento.& fi haue
rà infieme quefto beneficio,che gli aquedotti de priuari portati
nelle proprie cafe,col mezo de publicani e datij,vengano conferua-
ti. mafetra le mura,& il capo del fonte vi fiano monti tramezzi , fi
cauarà grotta fotrerra pendente dal liuello , fecondo la detta ragio-
ne:e fe farà fol0,6 faflo,effo fteffo riterrà il canale : ma fe farà di ter-
ra,ò diarena,fi faranno il fuolo , lipareti e la volta che ritengano,
con lafciarui fpiragli àìmodo de pozzi in ogni due atti.
eAcquedotti con canne di piombo , e con tufoli.
CAP. XXI. Di Vitruuio,
Vestoèil mododecanalifabricati,ma fe vorremo con-
durre l’acqua con canne di piombo :fifaranno le canne nò
men lunghe che di dieci piedi,e con la debita quantità
di piombo: qual’èche innanzichela cannafi pieghi,nella lunghez
za detta perogni dero di larghezza, habbialibre dodici di piombo,
fe dunque ilcapohala fuadebita ragion diliuello alle muraglie , e
li monti tramezzi non fiano tanto alti,che poflano interrompere il
corfo,fi pareggiarà con fabrica di fotto ilcondotto:come nelli riui ,
ecanali fiè detto; e potendofi fare fenza lunghi raggiramenti figi-
rarà per falde de monti. mafe egli vi fia continua valle, potrà darfe-'
li ilcorfo per lavalle,fiche calando,con quanto più lungo receflo.
venga al livello del piano,cue fa ventre : nella falita oppofta sinal-.
zi nell’iftello modo :il che fe non fifaceffe , e l'aquedotto hauetle.
gombito fi romperebbono le commiflure delle canne: nel ventre:
ancora fi faranno gli colonnariperqualila forza del fiato fi rilafsi.
in quefto modo coloro che con cannedi piombo conducono l’ac-
que,potranno far gli loro corfi,le raggirate per le falde,le piegature
i 2 del
(aStello,0 con
Jerua.
R icettacoli
gionti al caftel
0,e modo di
diftribuir l'ac
qua.
Grotte cauate:
pl'acquedotti
Spiragli .
Groffezza del
le lamine.
Quel che fi.
debba fare in-_
contrandofi in
valle che in-
terrompa il
corfo dell'ac-
que .
Colonnari fat
ti nella baffez
za delle valli,
& inalzati ft-
no al linello.
220 DEL:L'IST. NA TVR ALE
del ventre, e l’efpreffioni verfo alto. ma farà bene tra qualfiuoglia
coferue fatte ducento arti far caltelli.accio che accadendo qualche mancaméto,
to di fpofto= non fia bifogno trauagliar la lunghezza tutta dell’opra,e facilmen-
Vama dall'sl- te firiconofca cue fia il male. Manon it faranno licaftelli nelle ca-
Desa late,nè anco nelle pianezze bafle delle valli: nè in le cacciate in alto:
ma nella propria,e fomma linea del liuello.
"
Dichbiaratione delle cofe dette da Vitruuio. CAP. xx 11
Autore.
VESTO tanto del mododi portar l’acque per canne di piò
(afello che *_P bociafegnaVitruuio. li caftelli come habbiam vifto fono
Mele luoghi vue l’acqua fi accoglie, & onde fi puo partire, e
diftribuire ouunque vocliamo: perloche tramezzido al corfo del-
l’acqua detti caftelli, fi può riconofcere in qual parte del corfo l’ac-'
Cine fi qua habbia detrimento . è neceffario farli nelle parti del livello fo-
0 tinello fi preme: percioche nelliabbaffamenti l’acqua abondando verfareb-.
premo. be, il che non fa nelle parti alte, oue il natural falimento dell'acqua
‘non foprauanzal'altezza delfuo principio; onde nelle canne fi ri-
ftringe. li colonnari fono fabriche in forma de pozzi non già man-
dati n giù, ma folleuati fino all'altezza del liuello:cofi l’acqua qua-
tunque portata per baflo potrà cacciar ilvento per l’altezza di detti
colonnari fenza verfarfi . Dunque per tal mezo viene farfi gran
rifparmio di fpefa mentre l’acqua per mancamento di altezza, e di
falde de monti à quali appoggi,fi conducaal piano baffo,onde hab
bia di nuouo à rifalire,per poterfi condurre al luogo deftinato: cue
1 fe derti colonnari non fi facefflero impedita dal vento generato l'ac-
Forme trian- qua,reftarebbe difar il fuo corfo. Alcuni fanno in vece de colon-
golari, nari,forme triangolari,fi che invn fuolato fi porti l’acqua in alto fi-
no alla pianezza del liuello, ue fi da lo sfiatamento da rilaflare il
véto, e nell’altro fi rimandi l'acqua in giù per portarla bafla . gli du-
cento atti ch'è l’interuallo delle conferue,à pie cento venti perarto,
è {patio di quattrocéto ottanta pafli,che vien preffo ì mezo miglio.
fegue Vitruuio il portar dell’acqua per tufoli,che fono condotti di
terra cotta quali oltre che fupplifcono all’vfo delle iftefle canne di
piombo : fono anco nell’vfo del viuer più fane,
Colonnari.
Come
LIBRO SETTIMO: Dn
Come l'acqua fî conduca per tufoli . CAP. XXIII.
Di Vitruuio.
A fe vorremocon minor difpendio portar l’acqua, fi farà Materia det
M nel modo feguente. Si faranno tufoli di tefta:di corio grof. I P0r01
{o non men di dita duc; di figura che fiano linguellati , fiche pofla
lvno entrar nell’altro,& vnirfi ; leloro giunture fi inongeranno di
calce impaftata con oglio,ma nel ginocchio della decliuità, oue fi
hadaliuellaril vétre,fi porrà vna pietra di fallo roffo, bucata in mo- |
do,chel’vItimo tufolo della calata entri in eMfapietra, e l’iftefio fac- ;e;n, forati
ciail primo tufolo del ricacciamento . Qual modo feguendo, non wel gorzbico |
s'inalzarà,nè la pianezza liuellata de tufoli,nè laloro calata, nèla cac *$197090#>.
ciata in alto: come altrimentefacendo facilméte auuerrebbe. per- vento genera
cio che negli condotti di acqua vi fi fuole alle volte generar vento ?° Co
. ; i ; dotti de tufoli
potente,in modo:che rompe ancogli fafli, fe l’acqua non vi fi metta ©
dacapo con piaceuolezza,& à poco a poco:e feliginocchi, e ripie-
gamenti non fiano ritenuti con ligature , e col pefo della fauorra.
L'altre cofe tutte fi facciano come nelle canne di piombo.e nel prin
cipio, da capo vi fi manderà cenere, acciò fe legionture non fiano
del tutto è baftanza otturate,con efla fi riturino . Dunque il portar- ciparatione
la per tufoli, hà quefta commodità: prima,che s'alcun guaftamen- degli A
to vi auuenga,ciafcuno può rifarli:& l’acqua per efsi condotta è più SR i
fanache la condotta percanne di piombo,nociuo perla cerufla che rufori di piò-
di eflo nafce, percio che fela cerufla del certo è nociua alli corpi,nò 2° dee o
deue effer dubbio:che’l piombo che la produce fia anco mal fano . dial
Del che ne poffiamo anco pigliar,argomento da gli ifteffi artefici
delle vene di piombo ; quali tutti fi veggono di corpo fquallido, e
giallo :percio che mentre il piombo fi foffia,e fonde , il vapore che
fieleua,rifedendo nelle gionture,e membri del corpo, dì per dì co-
fuma,e toglie la loro virtù fanguigna . Per quefto dunque nò lode-
rciche l'acqua fi portaffe con canne di piombo, mentre vogliamo
hauerla falutifera.e nel fapore anco che la portata per tufoli fiame-
gliore,ce ne può far fede l’vfo di giorno in giorno: percio che ha- ,,f; di terra
uendofi da molti le tauole piene di vafi diargento,fi feruono nondi coferuano me
meno degli vafidi terra , come che conferuino il fapore dell’acqua ST
Rs che li vafi di
piu INtiero . Argento +
iD783 Auuer-
23 DELT'IST. i NA DVR ALE
ETzlationi
moriifere.
Quizo fe deb-
ban furcifter
ne.
Modo di purì
ficar l’acqua
ufatom Alef
fandria con
gueciolatori A
| Anuertimenti nel canar poRzise del fardelle ciRerne ....
Cipe ;cicDi Vitruulo.
FA fenonhaucflimofonti,onde fi pofla condurre l’acqua, fa:
Î raàneceflario cauarpozzi:nelcauamento de quali bifogna
ellere auuertiti, cconfiderarle molte proprietà delle terre: percio
che l’iftefla terra , comegli altri geni di cofe ècompofta di quatro
principij,e vièla prima,che è la toftanza terrena: vi è l'humore che
fonole origini di acqua: ‘vi è il calore onde nafce il fol fo,alume, e bi
tume:e viéla fuftanza Hus dell’aria: qual,mentre e di codirion
raue,e cattiua,giungédo alli pozzi che ficauano, per le foramino=
fexchedel terra, iouihde; ivi licauatori, & aianzatà col
fuo vaporeli (picti animali nelle narici, fe elli ga indi noi fuy-
gono,reftan fuffocati. Per cuitar dunquetal male,fi farà così . cal bi
È liosina accefa,e fe quefta fl matenerà ardendo, fi potrà andargiù
fenza pericolo: ma fe la torza del vapore (uffochiil-lume: saliborà
fi faranno dalla deftra;efiniftra del pozzo: sfiatatori, per qualicome
per narici, fi diipi ilcattiuo vapore. e fi potrà feguirl” opra: gronti
all'acqua fi accomodaranno le mura alle faccie del pozzo di moda
che le vene non fi oitutino. Ma fe Iuogo farà duro fi che nel:{uò
baflo del tutto nonfiano vene, allliora vi.fi farà conferua di opra fl
gnina,riceuendo l’acqua datti ,0 di altri luoghi piùalti: e fe itaca
clan più conlervegli RT acqua dall'vna all'altra fi pur-
chi,ne verrà]? De molto più fana. se chehauendo illimo co-
AS di tifedere,l ‘acqua fifa] limpida, lafcia ogni odore ftrano, e
conferua il fuo ari intero ; ilche fe non habbia, bifogna gittan-
doui fale,aflottigliarla. Quefto Vitrunio del modo di raccorre l'ac-
que piouane, edi reitificarle. Hora à più compita dottrina dell’ac-
que,e loro vfo,aggiungeremo alcuni altri modi lafciati da gli anri-
chidi tail l’acque fecondoliloro mancamenti. quantunque
alcune cofe di quefte con altre occafioni fiano ftate già dinnanzi
danoi toccate,
Della purification dell'acque di Atheneo. C A P.xxv.Athen.
°Acova alle volte fi purificacon gocciolatori come vfanoi in
Alefsadria:onde dalle goccie che afliduaméte cafcano, l'acqua
dalle
LIBRO :SBTTTM'O.
dalle feccie fi (epara . purificafiancora per colatori , ò fiano fempi],
ò doppi,o tredoppij.per raccorne l’acqua quanto più pura. fannofi
pretlo 11 mare per feparar la foftanza dolce,e potabiie,dalla (alfa, &
amara. & appretloliftagni, accioche appartandofi le magnate, e
corruttele di efsi ftagni dall’acqua,per mezzo della terra, per cut co-
la, fi raccolga nelle fofle l’acqua pura,e fenza nocumento. Ma bi-
fognando trarre indi molta quantità di acque, come negli eflerciti
auuenir fuole , fi fortificherannogli lati della fofla con pietre, e le
‘gui, e l'ifteflo fi farà nel fuolo. e perquefto modo l’acqua farà men
foggetta adinturbidarfi:da quefto ancora ne verra che l'acque fatte
più ieggiere, e più pure; il rendano anco più fredde. ma fono mol-
te acque, che quantunque colate , nondimeno ritengono le male
imprefsioni,che dalli corpi eftranei hauean pigliate.
233
(orrekzion dell’acqua,di Diocle. Diocle.
CAaP.;ixxiVI.
YI renderàl’acqua bona, &innocente,fe cocendone vna quan-
tità fino al terzo con chiara di cuo,vi porrai vna gleba di arcil
la finche fi maceri,e di quelta ne porrai mezo feftaro per amphora:
e fchiarita che fia,fi bcua. Si rorrà anco il cattivo odore dell'acqua,
fe {caldata fi dibatterà incontro il vento s e fitenga al fereno in vn
eran vafe : ondeà poco a poco fi trafonda in altri piccoli vafi.
Autore. Lo fchiarar li fughi con foftanze acetofe , e con chiare di
oua,é in vfo nella noftraetàappo gli artefici medicinali, &il zuc-
chero fi purga con la creta foprapolta , che colando giù petira feco
le brutture. Dunquecon l’iftefle ragionigli antichi hanno adopra-
to tal mezià purificarl'acque, lafciato da parte le foftanze acetofe :
che con l’acqua vaite non facilmente fi deponerebbono.per l’iftef-
facaufa il Teucre turbidifsimo in breue da fe fteffo fi fchiarifce,c la
fua acquaè volgarmente molto flimata.
Purification del'acqua di Rufo. CAP. xxvii. Rufo.
v9QLoRO;channo l'acqua cattiva, debbono vfar diligenza per
migliosarla. Sarà dunque bene cocerla in vali di terra:e cot-
ta, e raffredata che fiala notte, di nuouorifcaldatafibeuerà . Mà
nelle occalioni dieflerciti, farà bene per rettificar l’acqua, far più
fofle ordinatamente,cominciando dagli luoghi più alu,alli ba!size
con-
Colatori per
purgar l’ac-
qua,
(ome nella
frequenza del
trrare l’ac-
qua non Sine
torbidi.
Acque purifi
cate dinengo-
no più frefehe
Acqua fi pu-
rifica cò chia-
ra di ouo , &°
argilla.
Cattiuo odor
dell'acqua co
me Sele toglia
Softanze che
aiutano lo ri=
fchiaraméto è
Modo di pur-
gar l'acque
nelle efpedi-
tioni de effer-
citi è
224 DELL'IST. NATVRALE
codurl’acqua per dette fofle, poftaui terra dolce conuenienteà far
vafi : nel qual modo la malitia dell’acqua tutta reftarà nelle fofle.
Separation dell'acqua dolce e chiara,dalle turbide, et infette di
alcuna minera, di Bulcafi Arabo. CAP.XXVIITI.
D a a
gata, e fopra- no legni,e vi fi fopraporranno velli di lana ottimamente mo-
pofta al fumo
È a 4: - 1
dellacouabol dificata,e lauata da ogni fordidezza,e bruttura. Daque dando
lente. fotto detto vafe alquanto di fuoco leggiero,dal fumo che fi follcua
oa pil ie Ò oa .
PAGA dî imbenerranno dette lane di acqua : perloche afsiduamente pre-
Diftillation p Mendo detti velli , e riponendoli sù la bocca del vafe, che di nuovo
cappelli. s'imbeuerino,fi raccorràl’acqua.puofsi ancora raccorre col cappel-
Purgation fat x ‘N: . pesi ’ . LION
SIR lo à modo de diftillatori. altri chiarificano l'acque torbide,fpargen
doui di fopra polue di aneto;ò diamido,ò farina, che defcédendo ;
trahono feco al fondo la groflezza dell'acqua ì
Lana ben pur S I porrà l’acqua in vafe grande:fopra la cui bocca s incrocciari-
Sommario dell'Autore fopra la rettificatione dell'acqua.
Cap. xx ix. Autore.
Vnaove nellidetti moditutti habbiamo la rettificarion
separatione AI dell'acque per appartamento delle parti contaminatrici dal
delle parti cò la foftanza dell'acqua pura, e ciò,ò per tracolo;ò per boliore, ò per
Aa altro femplice mouimento,come è il datogli dallo continvo ftilli-
rracolo, Cidio . feparano anco peraltro modo le argille,e farine fparfeui,ti-
Bollimento. rando feco al fondole feccie,e materie contaminatrici: & altrimen
Stillicidio. va È A ; , 4
carzille, efa- *0la diflillatione vaporofa nella qualel’acqua fciolta in vapore, di
rin. —nuovuoritrouando il freddo, fi condenfa, e firaccoglie, lafciando
sa le feccie contaminatrici nel fondo. Vi è anco vn'altra feparatione
piftillation p fatta per inalzamento dell'acquain corpo,familiare è chimici:det-
feltro. ta diltillation per feltro,e quantique ogni panno pefla in detta di-
ftillatione adoprarfi,fe bagnato dell’acqua, co vn fremo tocchi l’ac
qua contenuta dentro il vafe,e con l’altro penda di fuori, da cui l’ac
qua afsiduamente deftillando fi raccolga. Fù nondimeno come ot-
timo à ciò eletto da efsi il feltro tagliato in forma didingua:dico lar
go nello ftremo con cui tocca l’acqua,e la beue: aguzzo nell'altro
ftremo,onde diftillando larende. percio che giouano giontamen-
te alla prefta,c copiofa diftillatione;e che la parte che tocca l’acqua
fia
LIBRO SETTIMO. 225
fia più ampia,e che la punta,onde deftilla fia inferiore alla fuperfi-
cie dell’acqua . Quefta diftillatione oltreche dall'altra è differente
nel modo,é differente anco nell’yfo : percio che in quefta folamen
te le feccie fiappartano lafciando la materie che cò l’acqua han fat-
to vnione: onde il fuo fine è femplicemente di rifchiarare, e non di
far feparatione della foftanza eltranea,come fa la diftillation vapo-
rofa,che dall’altre parti tutte fepara la parte aquea,e potabile . Potrà
alcuno molto marauigliarfi dell’acque nelle fpiaggie marine rac-
colte con fofle,come fi ritrouino fpeffo in tanta bontà, per fi breue
tracolamento . mà sé fi,vada ciò profondamente inueftigando, tro-
varanno che dette acque non tanto fiano tracolo del mare, quanto
forgenze,c (caturigini della terra vicina:e perciò molto più fi ritro-
uaranno in pacfi fottopofti à colline,& ad altre forgenze, e corfi de
fiumi,che altroue.Quefto fia detto del purgameto dell'acqua, e del-
la feparation della fua puriflima foftanza dalle eftranee . ma vi è vn'
altra correttion dell’acque, che fifàperaggiuntione,e mefcolame-
to. Talèquellache fifa con meleò zucchero,ò aceto, 6 altre fpezie
di fug0,ò p decozzione; ò perinfufione de fiori,herbe,e radici:dal-
l’accompagnamento de quali fe letogliono alcuni vitij naturali.
del che comedi alcuni altri auifi vtili alla perfetta intelligenza del-
l'acque e fue virtù, hauendone lafciato fcritto Galeno, & altri anti-
chi,né referiremo quiui quel che da detti Autori ne habbiamo..
Effaminadellabonta dell'acque potabili, e loro correttione.
i CAP: xxx. Di Galeno.
‘Acqua cheottima fia, è priva di ogni qualità comprenfibile,
L cofi del gufto , come dell'odorato : nel qual modo è gio-
condiflima à chi la beue,e manifeftamente pura. e fc oltre di que-
fto non faccia dimora negli precordij,e prefto paffi : dourà hauerfi
per tale,che non debbia defiderarfene altra migliore.ma fe effendo
pura limpida , e aggradeuole al gufto,tardi nondimeno è fmaltirf1,
&che,ò apporti qualche dolore;ò gonfij,ò aggraui il vérre, fi deue
ftimar vitiofain qualche parte. dital conditione moltene fono,
& Hippocrate volendo moftrare il modo di diftinguerle da quelle
che ottime fono, diffe l’acquache prefto fi fcalda, e prefto fi rafired-
daè legseriffima. qual maniera di {perienza è manifefto che non
ferua all’acqua,cheò fangofa fia;ò puzzolente, ò di manifefta natu-
ra
Virtù e copa-
ratione del-
l'vna,el'altra
diflillatione.
Rifolutione dì
detia difficul-
VIA
Correzzio fat
taperaccna-
pagnanito di
alire foftaze »
(oditioni del-
l’acque lode-
noli.
Regula di Hip
pocrate circa
l'effaminar È
eccellenza del
l’acque dal j-
o fcalda:fi, e
raffredarfi.
20 DELL'IST: NATVRALE
.Proua dalla
preftacottura.
Segni cò quali
fipuò antine-
dere la bontà
dell’acqua .
Acque rinol-
te dTramon-
tana crude.
Acque che af
facciano è Le
uante, e cola-
no per terra
pura fono otti
me è
efcque piona
ne lezgerilli-
ine fecondo
Hippocrate.
secgue pioua
nesperche fo-
no clenate da
corpi mifti fa-
cilmente fi pu
rrefanno.
Il prefto putre
farfinonè fe-
gno di acqua
cattiua +: Pier
c’habbia l'al-
tre qualita cò
nonienti .
No-um?tidal
beser l'acqua
che s'imputri
difce.
Quali pionane
fiano megliori
Acque palu-
Stri fi corrigo-
no dalla cottu
3
dg rouno DIS
ra.
Beneficio del-
la cottura nel
le altre acque.
ra medicamentofa al gufto. ma in quelle acque che patifcono qual
che contagio di aria,o qualche altro natural vitio;di cui non fi fap+
pialacaufa. nel qualcalola fperienzafatta da Hippocrate puo mo
itrarciil mancamento dell’acqua. Faffene anco vn'altra prova non
difsimile,con il cocerui,ò herbaggi,0 legumi, carne,ò frutti,ò ra-
dici: qualcofetutte preftamente nelle acque buone, tardamente
nelle cattiue fi cuocono. per lochealcuni de gli antichi dette acque
chiamarono crude,e difficili à fmaltire. come fi fà degli legumi che
difficilmente vengono àcottura. Dunque il più ficuro iudizio è il
fatto dallafperiéza. mafe alcuno volefle cidantiuedere p fegni:fap-
piache l'acque , de quali gli fonti fcaturifcono da pietre, e fonori
uolte,à tramotana,e che nò veggano il fole, generalméte crude fo-
no,c difficilméte fi concoceno, tardaméte fi {maltifcono, e n6 han-:
no proprietàdi prefto fcaldarfi,e raffreddarfi: ma l’acque che affac-
ciano à leuite,e colano per alcun meato,ò terra pura, e prefto fi fcal
dano,e fi raffreddano fi debbono itimare ottime, le piovane fecon-:
do il parer d'Hippocrate leggerifsime fono, percio che il fole del-
l'acquan'inalza,& tira sù il più leggiero,e più fottile: il che nos fo-
lo fa dal mare, madagli ftefsicorpihumani. onde auuiene che que
fc più dell'altre tutte fi putrefacciano, percio che le cole dì fempli-.
ce qualità, mentre altra caufa non vifia, più difficilmente quanto è
fe ftefle fi putrefanno,che quelle c'hanno mefcolanza di molte. nè.
fi deue perche fi putrefaccia prefto , far giuditio che fia perciò catti-
ua.e mentre habbia il reftante de fegniche le conuengano; puote
ella eflere eccellentifsima:e la molta facilità di tralmutarfi fi deue
più rofto attribuire à bontà cheà vitio. in oltre,che l'acqua pioua-
na fia dell’altre migliore, pofsiamo fartie argomento perche è corta
da? caldo del fole , elecofetutteche ficuocono , fi fanno fempre
più dolci. ma fe habbia cominciato ad imputridirfi, del tutto è in-.
habileà bere. e coloro che tal acqua bevono,incorrono in grauez-
ze,tofsi, erochezze: Delle piouane;l’eftiua, e generata con tuoni è
migliore che la generata da nembi: pelsime fono quelle che da
ghiaccio;e neui fi fciolgono: percio che in tutte le cofe apprefe per.
freddo,la pi fottile parte fene vola. Le paluftriò puzzolente, ò che
habbiano altra ftrema qualità, fi debbono con la cottura corrigere.
fi fuole ancol'acqua piovana rifcaldarfi,e dopo raffreddarfi ,quan-
tunque purafi vesga,c niun mancamento dimoftri,né al gufto , nè,
all’odorato: mentrefiriconofca effer tarda è {maltirfi, ò dar mole».
fia
ILI:BRO SET TEMO.
ftia al ventre: percio che il caldo diffondendo la foftanza dell’ac-
qua,la rende più habile alla fequeftratione: e mentre fi raffredda, la
{oltanza terrenache erain efla , con lanatural grauezza calando al
fondo fa refidenza,e foprauà l'acqua pura:di cui raflettata,e trafufa
in aleri vafi,potremo feruircene fenza nocumento.ma fe dopo ef
fer cotta,freddifliima vogliamo renderla, fe habbiamo neue, rifcal-
dato prima l’acqua fi porrà d'intorio ilvafelancue:e fe non hab-
biamo neue,ci auvaleremo de pozzi,ò di acquedotti à raftreddarla,
hauendola come habbiam detto primarifcaldata, accioche prefta-
mente fi alteri. fendo cofa certa chele cofe d'innanzi fcaldate, più
prontamentericeuono l’alterattone,che dalle vicine cofe le auuie-
ne.Giàè manifefto che mentre caliamo il'vafe nel pozzo,0?l fotro-
poniamo ad acquedorti,che fia neceflario coprir ilvafe,e d’ogni par
te con diligenza rinchiuderlo. anzi per darli detta frefchezza,non
fideue il vafe del tutto riempire, malafciarfi in qualcheparte va-
cuo :accio l’aria che tra’ couerchio,e l’acqua relta,piglido efla pri
mo freddezza,la communichi all'acqua del vafe. e métre niunadi
dette commodità ci fouuenga,come nell’Egitto avuenir fuole, iui
fi lafcia1l vafe all’aria fcouerto : percio che cofi meglio dall'aria fi
rinfrefcarà. Maperchel'acqua di fua proprietà non hà virtà in cifi-
ua; tifcaldatrice;ne auuiene che ogni acqua tardi pafsi,malamen-
te ficoncoca,e malamente vada giù, quantunque altrimete ottima
fia: percio che e molto tempo ftà nel verricello, efainondamento;
ue fe fia detto ventricello di coditionbiliofo, ella infieme fi cor-
rompe: mentre dunque non pafsi dal ventricello all’inteftino ieiu
no,non prefto fi diftribuifce, e perconfequenza non può giouare
nè a mouer l'orina,nè à cacciarfuorilo fputo: anzi nè anco fmor-
zala fete, quantunque lungamente nel ventricello dimori : fendo
che non penecra profondamente, e no bagna quel chè il diffecca-
mento . Hora che l'acqua non dia nutrimento, ma che fia folamen
te portatrice del nutrimento,e già ftato detto,e da Hippocrate , eda
altrieccellenti medici, per lo che non può fortificare la virtù vita-
le. equefto è in caufa che Hippocrate lafciando l’vio dell’acqua ne
gli ammalati, fi voltò alla mulfa,all’ofsimele,& al vino. dalche mol
fo alcuno non forfe verrebbe all'acqua. molti nondimeno ingan-
nati nel refto,ricorrono all'acqua in cui non è qualità che pofla pot
rar effetto molto dannofo:, effendo non di molta poffanza. ma del-
l’ofsimele,della mulfa, e del vino, l'vfo è colpeuole, ò per la fubita
muta-
>ba:
Come l'acqua
fi renda pre-
Sftamente fred
da.
Vafe che tien
l’acqua couer
to,e no del tut
to ripieno.
Modo di rin-
frefchar l’ac-
qua in Egitto.
Mancamento
commune del
l’acque È
eAcqua non
mone l’vrina
ne lo fputo .
Acqua no nu
trifce
Perche Hip-
pocrate nodia
l'acqua agli
ammalati.
Acqua non
puote appor-
tar nocumto
grande.
228 DELL'IST.: NA TDVRALE
o mutatione e perche fiano fchictti 4 cfenza mefcolanza come fpel-
e» utero porio {0 da Medici adoprar fi fuole : Dique ilvino che con l’acqua fi me-
nifi accompa fchia,dene effer quanto più poco,e folo pertorre la fincerità dell’ac-
2 na #6 qua,e che quafi per mano porti l’acqua, el’aiuti à diftribuirfi. pet
FIGINO: poca l'iftela ragione filodal’ofsimeleacquofo.e per l'ifteffa cò mino: pe
ERE - È \ È ; È \
ao ricolo ii porrà adoprar mulfa acquola : che métre mefchiata no fia,
dell'acqua. ©Prefto non vada gili,potrebbe far molto danno ;e più manifefta-
Offimele em- mente neglihuomini che abondano dicholeraamara,e c'hanno le
prato con «6 vifcere grandi, a quali l’acqua iftefla ancoraè nociua,mentre couer
geo tita in cholera lungamente.nelli hyppochondij dimora: & oltre de
dell'acqui pa gli inconueniéri detti che in efla fono,vi è quefto ancosche non fa-
Faenec#04 cendo flerco non tira per di baflo. Giò fanno tutti,che negli princi:
bo mia do dunq us faravtile a bere? diciamo che allhora, quando l'amma-
0 rac- lato viuefolamente col bere,ne perancora piglia il fucchio della or
qua fia utile zata :&callhora tra l'altre beuande potrà alcuno pigliar l’acqua à 1é-
SEAN po -ctanto più fel’ammalato fia dalla fete trafitto: percio che allho-
racome Hippocrate c'infegna, apporta vn certo inhumidimento.
Dunque trà il dar dell'acquamele e dell’ofsimele , fi darà vn poco
. diacqua. perinhumidir quel che con lo fputo hà da venir fuori. ff
daanco l'acqua mentre il vino fianociuo; come auvicne fe ò l'am-
mato deliri,0 ilcapo doglia molto.
Difcorfo dell'eAutore fopra le cofe dette in aiutar le operationi
dell'acqua 2 CAP. XXXI. Autore.
. € £Econpo qual dottrina di Galeno noi raccogliamo la nateiral
SI impotenza dell'acqua,cofi nel digerirfi per lo corpo,come nel
l'acqua. mouer l’vrina,promouerlo fputo,e mitigarla fere. lo che le auvie-
acetofità, fenza aftringenza,o altra fpezie di fapore,, e qualità: da al-
cunade quali la diftrabution fua per lo corpo potrebbe efler pro-
mofla,asgiongafi à quefto che non effendo efla partecipe di altra fo
Acqua accò- tanza habile a trafmutarfi in fangue,& in fucchio nutritivo, non è
pena dalla natural virtù del ventre, & delle inteftine abbracciata, e per
nutritina di. confequenza non diftribuita : ondefluttua nel ventricello, efi
uiene mero fente alcorpo molelta. Argomento di cio pofsiamo fare, per che
lefta all x i dig
A °. mentre,ò per aleffamento di corpo in cfla cotto,ò per altro modo fi
faccia
nocamenti pij degli effacerbamentifebrili l’acqua apporti nocumento : quan=
ne per efler di propria conditione infipida,fenza acrimonia, fenza:
—
LA BIRO SET IIMO. 235
faccia di (uftanza nutritiua partecipe, coine nelli caldi brodi, e co-
menelli firoppi, non è piùalventre digiuno molefta : come ne an-
co è molefta o nociua à coloro, che per l’aridità del cibo precedéte
ingerita, l’appetifcono,e beuono. Già hòdetto che tra tutte le co-
fe, che togliono li danni dell'acque allo ftomaco digiuno, fiacom
mendabile i accompagnaméto del zucchero,e del mele,ò altra fuc-
colenzafimile. percioche quefte fuftanze e nutritiue fono,e di pre- P
ftilima vnione con l’acqua: Dalche poffiamo ftimare onde il zuc-
chero, & 11 mele fiano ftatieletti da medici per bafe general de fi-
roppi: cofichiamiamo le potioni da effi ordinate in beneficio de
ammalati, parte al foftentamento della vita,mentre occupata la na
tura nella cocozzione , e fuperatione dal male;fele prohibifce ogni
altro cibo:parte alla preparationde gli humori;e parte all’alteration
de mali affetti . Quantunque dette fuftanze mellee per altra cauta
fiano à tal vfo idonee, dico è la retentione delle virtù che fe l'impri
mono per la natural vifcofità,e mediocrità di emperaméto,e la lun
ga conferuation dell'ifteffe ; fendo atta la fua fuftanza lungo tempo
a conferuarfi, & à conferuarfimilmente lecofe che con etle fi con-
difcono , perloche quantunque l’vfo dell’offimele , è di altre fi-
mili potioni da fe ftefle poffano greui efler all’ammalato nelle fe-
bris come anco il vino: accompagnate nondimeno in poca quan-
tità con l’acqua, fi fà l'vfoloro lodeuole. percioche tépratala fince-
rità dell’acqua,firéde alquato nutritiuvajonde ne è più abbracciata
dalla natura, & fi fà alla diftributione per lo corpo, & al promo-
uergli efcrementi più habile:quantunque è noftri tempi introdot-
to l’vfo dell’acque ftillate,e de giulebbi, non fiano più le dette po-
tioni mellite, nelle febri vfate. Dalle cofe dette raccogliamo, per-
cheacoloro che nelle mefli l’eftate fono daeccefliuo caldo trafitti,
non laudandofi l’vfo del vino,come accéfiuo:nè dell’acqua come di
pocaforza,e da fe fola n6 intieraméte eftintiua della fere, fi dà la po
fca;che èl’acqua con aceto téprata:come nell’Appuliaà detto tépo è
nelcommun vfo. Quefta dunque con la fua acetolità, & aftringen
za, penetrando le tuniche del ventricello, e diftribuendofi per lo
corpo fmorzala fete , e tiene il corpo in più vigore: per lo che anco
‘ ftimo che fuffe in vfo molto nella militia Romana.l’acqua dunque
infe ftefla,e tanto più fe non fia nella ua vera frefchezza, non è mol
to della fete eftintiua , e rilafla lo ftomaco, e fluttua: e perciò le det-
re altre futtanze fe gli aggiungono. Già è manifelto da fe fieflo che
si Va l'acqua
zucchero , €
mele accompa
gnato alle po-
rioni , e firop-
È
Siroppi va-
riamete ufati.
Altre utilità
del mele e zuc
chero oltre la
detta è
offimele & al
tre benade tè
perate con ac=
qua .
Acque ftilla-
te e giulebbi
introdottilin
ufo de febrict
tanti.
Pofca cioè ac
qua conaceto
beuuta negli
ardori delle
campagne.
236 DELL'EST IMA W”DVIRALE.
ui come l’acqua à coloro ch’abbondano di flemma, & hanno il ventre ac-
fa biliofe FO: i ; Sh i
quofo;smoltiplichi il detto habito . ma come fial’acqua biliofa, il
che Hippocrate afferma, potrebbe alcuno giuftamente dubitare,
confeflando cialcuno l'acqua efler l’eleméto de corpi, à cui propria-
mente conuengono la qualità fredda,e l'humida: el'humor bilio-
fo di natura caldo,e fecco:di quefto dunque parte ne habbiamo in-
tefa la caufa da Galeno,e parte poffiamo dirne alcuna cofa da noi. e
perquelche da Galeno n’habbiamo: effendo l'acqua eccettuidone
l'humidità, di nifluna altra potente qualità inueftità; facilmente
riceue le qualità aliene: per lo che ritrouando nel ventricello la bi-
le,pigliale fue conditioni, & in efla fitralmuta. È noi diciamo che
fetrale manifefte caufe chel ventricello raccoolia la bile,e la {ua
> CIT - ” D . -
iciunità.comefioflerua che dettohumore foglia moleftarlo inni-
zi l’ingeftion del nuouo cibo: ecoloro chedebàlo l'hanno facil-
mente la raccolgono. e fe l’acqua è fenza alimento, e fenza atrin=
genza, anzi di natura rilaflatrice , e piu tofto di dilauare, che di ag-
giunger fuftaza ; non è marauiglia fe a coloro che l'ingerifcono ap-
gequadifito POL tale effetto. Dell’acqua per lambicco ftillata cola molto è tem»
lata per-m- pi noftri frequente;fi potrebbe cercare in che luogho,e grado di lo
bicco » defidebbia ftimare. dunque fe noi confideriamo il fuo nafcimen-
....to,non è dall’acque delle pioggie difimile: poi che ambe fiacco-
Parragone Gliono da vapori generati dal caldo;e di nuouo codétfati dalla fred-
de Si ao dezza,in cui s'incontrano. potrebbealcuno preferir l’acqua pioua-
De) sa nacome folleuata da calor più fuaue, eraccolta da elenatione fatta
più in alto, econ più lunghezza ditempo:onde più purgata fi do-
uerebbe ftimare. ce noi a quefto poiliamo dire d'incontro, che l'ac-
qua piovana non di vna certa materia,ma indiftintamente da ogni
corpo,e da luoghi tanto montagnofi, quanto paluftri, e da mare, e
varie virtè daterra,e da corpi tanto finceri,quanto corrotti fi folleua : ma P'ac-
pane quadilambicco fi eleua da certa,e fceltamateria:onde poffiamo del
RIA le {ue virtù più certamente determinare , fecondo la materia onde
‘fi caccia. già è manifefto che ella fi raccoglia dalla acquofità delle
cofe da quali filambicca: nel chel’vna fillata dall'altra non fareb-
; be diuerfa: ma perchein detta acquofità fi è fatta impreflione del-
nano le proprie qualità del corpo in cuiera: che fecondoli geni delle
co riportano COfe fono diuerfe . In quefto l'acque diuerfe fono, & à diuerfi vfi
e vtili.e perlo più l’acque dalle piante,e loro parti fi tillano riportà- |
Poi S' done di quelle, egli fapori, e gli odori , in altre più, in gi meno
ccon-
LIBRO SETTIMO. 237
fecondo che dette virtù più ò meno fono all'humor colligare, ò
habili à fuanire : ma del colore non riportano alcuna differen- |
za : quafi che quefte più dell'altre fuperficiali fiano . Diftil- ei a
lafi anco l’acqua dalle carni con perfuafione, che il vapor da fu-
ftanzanutritiua folleuato , porti anco feco virtù di nutrire : ma nel-
la vfata maniera di diftillatione , non faprei con quanta buona
ragione cio fi prefuadano:cue più tolto debbiamo ftimare,che po-
fte le carni crude in lambiccho come fi fà, venga è folleuarfi la più
cruda,& indigefta humorofità della carne. Ma delle differenze del-
lediftillationi,e di quello chein effe auuenga,e di molte cofe è det-
to foggetto appertenenti, tratteremo nel proprio luogo;e nella con
fiderazion del fuogo. Seguiamo hora quel che circa l'elezzione, e
correzzion dell'acqua, Rufo c’infegna: acciò in vn foggetto tanto
frequente,e commune,non refti per quanto pofsibil ci fia cola, di
cui non fia fatta confideratione.
Efamina , e correZzsion dell'acqua di Refo.
CAP. xxxI1.
| si ove cheftanno :cofi chiamo l'acque de pozzi: perche Lgeqiede por
nonfi trauagliano , perciò non fono molto fottili, e beuute 3
meno ammollano il cibo , menolo fciolgono,e meno il fanno co-
cocere : e cofi per la groflezza,come per efler fredde non bene fi cac
ciano per vrina. Diuentano migliori col tirarne fpeflo , e con pur- © gequeicore
gar li pozzi: perciò che cofi vengono ad eflerq uafi correnti.l’acque *e1%-
che fcorrono,fono molto migliori, più fottili, più habili al fciogli-
mento delcibo,al concocerlo, &à rendere l’vrina.pefsime fono l’ac
que de ftagni : perciò che hano odor cattiuo come putride, e l’efta- edegue defte
te fono calde,l’inuerno fredde: il che io conftituifco perla più in- £*
conueniente condizion di acque. Quefte dunque l’eltate turbano ‘nocumenti
iì corpo,tardi pafsano nella vefica,& apportano torcimento,& inco cal
tinenza de inteftini. onde ne fesuonole Idropifie. e l’inuerno fred e. ila
de quantunque non turbino il corpo,apportano nondimeno fen-
fo di fpezzamento, dolori di cofte,e tofle : ingroffano anco la mil-
za,c finalmente apportano Idropifia. dalla milza s'impiagan le ga-
be è tali piaghe non facilmente guarifcono.folo le paludi Egyzzie 5314 dellepe-
tràquante io nefappia,fono fane : perciò che l'inuerno l'acqua non ‘di Egyzzie»
fi putrefà: perche nonfirifcalda , e l’Autunnoil Nilo riempiendo
| V2 effe
Nocumento
nell’inuerno è
25010 DELEIST. N:ATVRAEE
«Acque piona
ne, cloro vir-
tù, e difj ereze.
Acque d'in-
uerno,e prima
uera migliori,
cotro il parer
di Galeno.
«Acque di efta
te peggioridel
Ù alire acque
pionane,e mi-
glioridelle ter
reftri fecondo
Rufc È
Differenze
dell’acque. fe-,
condo li venti
che le porta-,
no.
Nocwinento
dell'acque ne
uofese fredue.
Dif renze” fe
co) le piag
gie del modo.
efle paludi caccia l'acqua vecchia, e pottal’altra nuioua. dell'acque
pionane io dico in'quefto moda :l'acque piouane: fono leggiere
fottili ,puree dolcial gufto, e fe in efle cocerai alcuna cola; ‘preftò:
verràà cottiità : e fewvoi rifcaldarle, prefto fi rifcaldano.. e [etiche
darle prefto fi raffreddano ve con’ poco vino fi temprano i perloche*
fono bonealla concozzione; :&'al render dell’vrina, ‘conuenieriti’
alfegato, alla milza; ;rogifoni ; polmoni, scagli nerùi: : percioche:
non ‘ellelido lafua: freddezza eftretna; ne vengono perciò, più'arder=:
te parti amicheuoli le tquedique di inivennio ,eprimauerafideb-. |
bono ftimareconuénietiti, &ortime, ‘quali io fom mamente lodo +!
Paurunnali,e leftive fono elleno migliori dell’altre'acque ‘e divit=-
tùauanzano le rerreftti: ma nonidi potrebbe dire quanto fimorin+.
feriori all'acque di primauera, e-d'inuerno. percioche Veftato 103
l’autunnola terra rende l'eflalationi fue più fecche:;'e l’aria titione!
molte (uperfluità della terra, che con l'acqua fipurgano: ohdeadso
uiene che tali acque fiano più fecche, e piu nitrofe, accommodate
al mondificare,& alcalar ‘ghi perl inceltini: ma nongià conucnien
tinèigli rognoni; nè al ‘pulmone, néall’arteria: è anco peceflario
che fe È dia più vino per vincerla loro nitrofità . Viene in oltre nel-
l’acquegrafi differenza dagli véti : e foffiandoli Venti ferteneriona-$
li; l'acque più dolci fono; epiù fredde: foffiando: gli auftrali meno!
dotao ;e più calde*in fommali tempi. piouofi danno l’acqua più
dolce, linon piouofi e fecchi più nitrofa. e tutte quelle che dalla
neue,edalishiaccio Ape dure;& eccedono nella freddez;
za: Grolididimelo dolci al gulto: mal’acqua dura; è efreddamnon .
entallaconcozzione;nè all’vrinare accommodata, & in oltre è no-
ciuaalli reni;al petro;gralle cofte; apportandoritiramenti; e figo-
ri, e per confequenza rotture nel petto: onde alcuni ne forno >
fanigue, &chinalmente marcia . l’ acque defontiche'affacciano al le-
uante, ioiio migliori dell’altre tutte nell’humettare ; nella totti- >
rg liezza? nella (Gara dell’odore‘;. e nel moderato raffreddare , e
{caldare: ‘quelle che affacciano a Tramontana fono elledolci, ma:
fouerchiamente raffreddano . l’aque:verfo.il Ponente, fomopà (oa
val
nellafreddezza,e nella durezza violente: per lo che apportanotigo
ri,rochezze,e doloridilati: : quelle che fono verlo il Meriggio fono
più i fallese più calde,n6 couenientiàmouere vrina:ma mioliorià aa ©
jar giù pl’inteftini.e quelle ch'olttel’affacciar al meriggio, Esas: an=
Lsu
co ftantie, fono tanto peggiori. Degli fiumi] ‘acqua del Nilo la: fis ii
Y) mo
LIBRO SETTIMO.
mo tale, cchabbia pochi fiumi che fe gli poffano paragonare: & ol-
tre che aiuta l’euacuatione fatta dal fondamento, moue le purghe
alle donne, fe fia beuuta nel tempo del partorire . Quanto alle dif-
ferenze de pacfi : la terra ò è piana, ò collinofa,ò montofa.la piana è
peggiore nel dare corfo all'acqua, e fono in cfla molti pozzi, e fon-
ti, channol'acqua ftantia ‘le colline , e monti fono migliori : per-
ciò c'hanno l’acque più pure, più fottili,di migliore odore, e di fa
porpiùfoaue: madelle terre piane, alcune l’eftate producono fali-
‘monie e nitro, altre che dolcichiamano n6 producon cofa tale. In
quefte dunque l’acqua è migliore , e più habile a bere:nell’altre det
te l’acqua è corrifpondente alleterre . Delli monti, altri terreni ne
fono,al:ri petrofi. gli monti terreni portano l’acque migliori, e n6,
dure:gli monti de falli hanno l’acqua peggiore , cofi nella durezza
come nel freddo. fono nondimeno più dell’altre pure,e non fanno
refidenza .Magrandiffima,e più dell’altre notabile , è la differenza
dell'acque, che prouien dalle minere, e dall’herbe che vi nafcono .
gli pacfi vue fono le minere: oltre che nel refto dell’habitarui non
fono conuenienti , nocciono nell’acque che fi beuono .. l'herbe an-
co alle volte molto nocciono,alle volte emendano l’acqua: tali fo-
no il fio, il capeluenere, la nepita,che fpeffo nafcono nelli rivi;que-
fte dunque all'acqua che pura fia, fanno nocumento ; e quella che
altrimente fia nociua , rendono migliore: percioche le communi-
cano le loro qualità: e le rendono migliori à prouocarl’vrina. Si
deue dunque non folo confiderar la condition della terra onde l'ac
qua fcaturifce,e che di quefto fonte fia migliore à bere, e diquello
fcaturifca falfa,e nitrofa: ma fe doppo per li riui per vue vanno tali
fi conferuino . fin qui Rufo delle cofe di momento maggiore nel-
la confideration dell’acque.
239
Difcorfo dell'eAutore , foprale cofe detteda Rufo.
Autore.
M
CAP. XXXIII.
x ° { è o
A defiderarà forfe alcuno delle cofe dette intendere più di-
ftintamente le caufe. Dico perche l’acque ftantie fiano prù
Nilo più de
gli altri fiumi
eccellente.
Differeze del=
l’acque dalla
condition del
peefe»
Monti di (af=
fo dino acqua
peggiore che
li monti terre
ni.
Cotaminamèe-
to dell’acque
dalle minere
de metalli
mi.
Herbe che ap
portano all’ac
que giouamt-
to, 0 nocumen
to.
Si deue confi-
derar la terra
&oue l'acqua
nafce, & per
oue palla. ,
Caufe della +
greui; e perche l’acque fimili,tardi fi (caldino,e tardi fi raffreddino: prietà dell'ae
e perche meno tramutino il cibo in fucchio,e meno fi digerifcano
perlo corpo.Dunque nella prima dimanda: fe vogliamo argomen
V_3 tare
qua circa la fa.
cil digeflione è
240%. DELEIST: N44 VaR A LE
i tare da quel che la fperienza ci dimoftra: vesgiamo li corpi anima-
La li dal mouimento farfi più agili,e più trafpirabili; e fimilméte nel-
pui trafpirabi altre cofe : cofiveggiamola palta del pane col frequente ammaf=
inevigori farfijedi menarfi,farfi più duttile, più folleuata e fpongiofa, e con
quefto fentirfi più leggiera, e più facile;a {maltirfiperlo corpo . lo.
ifteflo vesgiamo negli glutini,e nel mele. e per contrario lafciati:
diuenir ftantij, e perder la liga: onde trasfergendo la ragione dalle
cofe apparenti, e più fenfibili alle men fenfibili »riceneremo le
iftetle differenze nell'acqua. e diremo, che mentre ftia, perda il vi-
gor proprio, e quella infenfibil duttilità, e che rifeda in fe ftefla, e
per confeguenza fia men porofa,e più greue : e chel proprio vigor
Acqua moffa dell’acqua , faccia allaleggerezza,& allafacile diftributione , come.
acquiffa poro più habile al mouimento: e che a contrario quella che fta, lafcian-
fas; gare {o il fuo vigore, e rifedédo in fe fteffa diuéga men trafpirabile, più
Acquicolmo Srewe,& più inhabile alla diftributione , Diciamo in oltre che l’ac-
cola quacol mouerfì fi purghi dalle fuperfluità,e limofità, che per la lo-.
ua tra- 10 eftranea conditione fono al corpo molefte. Hora fe’ mouimen-
Spirabili rice-‘ rose l’elerpurgata l’icqua dalle fuperfluità, la rendono più tralpi-.
iti rabile; nè viene di confeguenza,che ella fia di condition più facile;
re. ‘e più habile à prefto fcaldarfi, e raffreddarfi : percio che le: foltanze
ii trafpirabili, fono più ricettiue delle nuoue qualità . dalle cofe dette
qua pura più di00;€ della purità , e dalla vigorofità , e dalla trafpirabilità dell'ac-
prefto ramolli qua, nevieneche meglio fi vnifca col cibo ingerito ; e con quello
feat 60» meglio perlo corpo fi diffonda. Dell’acque piouane habbiamo da.
opinion di ca Ruio alcune cofe meglio,e più diftintamente dette,che da Galeno: I
leno nellac- percio che il preferir l’acquadieftate,e raccolta c6 tuoni à tutte l’al-
cb A tre come Galeno con l'autorità de Hippocrate afferma, non è del.
accettabile. tutto accettabile: e manifeftamére quell'acqua è più de tutrel'altre.
medicametofa,& amara. Onde efsédo due le ftremata :l'vna dell'ac-
que che da ncui e ghiacci fciolte fi accolgono : l’altra che c6 tuoni,
e baleni,debbiano cosìl'vno comel’altro ftremo vietare:dico l’vna
acquacome dura,l’altra come nitrofa, medicamentola;& amara. la
la bontà dell’acqua delNilo,e delle fue paludi, poffiamo riferirlaal=.
pifferèzenel- la bontà della terra . Ma degli fiumi ; in altri nell'ifteffo iftante l’ac-
«Sa defit qua è lodenole,come quelli fono,che vengono dalle viue fcaturigi
ni,fenza mefcolanza di altri canali altre fono lodeuoli doppola re
acquadelte, fidenza: perche eflendo di veloce corfo, e turbulente,perla terra &
perifichi.- * argilla rapita,e mefcolata,quefta rifedendo le purifica: tali fono l'ac
que
LIBRA; SETTIMO. 241
ue del Teuere, che in breue rifedendo, fono eccelléti ftimate . ma
delle fuftanze minerali che l’acqua infanno , nifluna ne è più della
nicola migliore: perloche l’acque del Nilo, e le piouane non fono
ftimate cattive . Delle paludi poffiamo dir cola fimile, e quantun-
que leloro acque pefsime efler fogliano;e di varie corruttele conta-
minate, fono nondimeno l'Egyzzie fane: come appo noi auuie-
ne nellalapigia parte eftremadell’Italia, oue per la bontà del fuolo,
l'acque piouane nelle paludi raccolte fono falutari. percio che ef-
fendo quefto paefe naturalmente faflofo,e di fuolo duro: negli luo
chi più bafli che paludi chiamano la terra, è di foftaza di bolo.Qui-
ui dunque tagliando le fofle ampiffime, e fortificando le ripe con
mure di pietre foprapofte , ilche oltre di conferuarle,fache l’acqua
meno s'intorbidi,riceuono l’acqua delle campagne: che d'inuerno
foprabonda per le parti bafsi d'intorno: l’eftare diminuita refta fo-
lo nellefofle. Giafono molti luoghiche non conofcono altro vfo
chediquefta acqua: gli cui huomini fono di faniffima,e lunga vi-
ra:& è communloro opinione della falubrità di quefte acque , e
che molto allaloro fanità conferifca . E quantunque alcuni fiano
che per delizie, e per credenza di hauer acqua più purgata, habbian
fatte cifterne,oue la loro acqua raccogliono: fi ritrouano no di me-
nodi bontàalle dette acque inferiori. percio che le dette dalla for-
za de raggi folari, e dell'aria fono purgate,e concotte. nè la fuperfi-
cie dell’acqua verde, e di lenticchia paluftre inueftita, le da argome-
to di mala qualità: anzi quella onde hauer la poffono raccolta la fo
pragettano all’acque di dette foffe , quafi molto vtile alla loro fre-
fchezza, e conferuatione. Degli metalli generalmente ftatuifce Ru
fo che fiano mal fani, cofi alreito dell'habitarui, come nello conta-
minar l’acque:e noi ad effo confentiamo . Dell'herbe , che l'acque
ne pigliano contaminamento, & corregimento fecondo la condi-
zion,e dell’herbe,e dell'acque da Rufo ancora habbiamo . percio
che il fio,la nepetha, il capeluenere;che nelli fteffi riui nafcer foglio
no,rendonole acque che pigre fono,e tarde,migliori: mentre le cò
municanola loro qualità di afottigliare e mouer l’vrina. Habbia-
mo dunque da Rufo la correzzion dell’acqua delle materie infufe.
Ma fono in v(o de medici frequenti l’infafioni, non tanto alla cor-
rezzion dell'acqua, quanto ad imprimeruile virtù che vogliono .
Ilche quantunquefifaccia anco in altre {pezie di humori, dico e
nel vino,enell'aceto;e nell'acquaardente: non è perciò foggetto
più
Paludi Egiz=
gie teugono ac
qua fana.
Foffe de ac-
qua nella Ia-
pigia ottime
inufo di fani-
tà.
Acque di det
te foffe prefe-
rite alle cifter
NE è ;
Acque piglia
no qualita dal.
le minere , &
berbe.
Infufioni,e lo-
ro ufo.
243 DELL'IST' NATNVRALE
De più atto à dette Impreffioni che la femplice acqua, per efler ella di
aio # diogni altra qualità nuda . fannofi anco nell’iftetfo vfo le decozzio
la decozzione ni,el'infufioni; tra quali non è altra differenza: che l'vna fenza bol
limento dell'acqua, l'altra fi faccia cò boliimento , per poter attrar-
diaterie ©. re dalla materia le più profonde qualità. Il che oltre che fi fà in vlo
perrenderla dimedicina . alcuniilfannoindelizia, e vogliono con le mate-
piùgrata» rie incotte corrigendo li mancamenti dell’acqua , renderlà ò
più all’vfo de fanirà ficura,o più algufto grata. fono frequentiflimi
in detto vfo,il feme dicoriandoli;ilfeme di anifi,il cinnamomo,&
altri fimili. Quefto fia detto della correttion dell'acqua fatta perag
giunta. leguiamo hora con Rufoli fegni deila bontà dell'acqua pi
gliati dalla caldezza,e freddezza fecondole ftagioni.
Delli fegni pieliati dalla caldelzsa,e freddelza dell'acqua fecò
dole Stagioni,e degli fuor accrefcimenti, e mancamenti. ©’
CAP. xXXiIT1. Di Rufo.
‘Quali acque ET ORA fi racconteranno gli altri fegni, che alla bontà del-
Pea fiano = È l'acquafanno.l’acque tutte chel'eftà fredde, l’inuerno cal-.
fo 0, de fono, fono ancora ottime. Quelle che hano la caldezza, e fred-
li à contrario. dezzafimile alla ftagione,fono peflime: perciò che il caldo l’eftate.
occupa la fuperficial parte della terra: l’Imuerno entra nel profon-
do. Dunqueli fonti che dalle profondiffime parti fcaturifcono,e le
{pelonche profonde,l'inuerno hanno le loro acque calde, l’eftà fred
diffime ; e perl'ifteflo l’acque che fono quali cutanee, e nelle parti
fuperficiali , a contrario delle dette feguono le ftagioni:e calde nel-
seque che l’eltate, fredde nell'inverno fono. & è cofa marauigliofa che in.
Tea molti Inoghi l’acqua l'inuerno fparifca, e l'eftà fivegga,à contrario.
srncano. Giquello che efler dourebbe: ma caufa di ciò ne è il caldo,che por-
ta feco le acque dal profondo mentre ivi giunga: onde fi ritrouano
tutti gli fonti profondi che poco riceuono dall’acque efterne delle
pioggie,nell'inuerno, e nelli potentiffimi freddi effe piccole : l’efta
tecrefcere,e farfi grandi.quefto ifteflo fi vede nello ftagno che è in
Delo, e negli pozzi che fono in Pytopoli. Autore. E noi pofliamo
anco dire, che l’accrefcimento, e minutmento dell’acque fegua il
corlo de luminari, come innanzi habbiamo detto: onde fecondo
che nelle quarte del giorno l’acqua crefce , e diminuifce , l’ilcMo fi
può dire che auuenga nelle quarte dell’anno ; eche perciò l'acque
viue,
T LABRIO SETTIMO. agg:
viue,casì dico quelle che:dal profondo della'terra fcaturifcono,l'e- »fegie dn
ftate col fole s'inalzano;e più abondantifono.maquelle:che fuper- Casi
ficiali fono;e.che pigliaho amento dalle piosgie;l'inuerno aceré-? sue.
fciute dalle pioggie fono copiofe; l’eftate beuute dall’avidità della:
terra fi diminuifcono . qual differenza di acque puote anco da fe
ftefla conofeentà perla condiriondelluogonperciò she: quelle che
daradice de monti petrofyfsaturifcono,eflendo per lo più forgenze
viue,crefcono anco l'eftate. quelleche dacolli di argilla ; infieme
celcaldo;8c aridità dell'ottate/mancinoneziali‘iteifecaufe dadi
depende l’accrefcimento!si ediminuirnento dell'acquesdall'itteflc i ®* * *
auuiene,che fecondo le flagioni l’acqua, dapparifca vue: Moneta Fri cano
inuetno, 0 frannulliodeera Rufo. Dique l'vifesiiodell’acquer
boneecattiueèquefto;fe l'imuerno.calda l'eitade fredde fiano ene
uiancovn'alerofe niére apportiho di afferronotabilealgultoronde* Kn; Di
anco nomharrà bifogno drmolto vino nel'fuo remperamento; e 60! ceffità di mol.
uerràad ogni vino , Et altrimente ottima è quella cheèin rerataghi: 10% per té.
te pura,nè di alcun colore partecipe; e:che non hà feccia, refident nio |
za. perciò:che.quella cheèpura,c anco nel pefoleggiera e quellali
che èleggiera;è fenza mefcolanza di:terra:è quella chie è oreue per!
caufa della terra è più greue; frhauc anco da confiderare ; fe prefto?-
fi {caldi, e firaffteddi: diqualcondizione ella è, fi' ftimara miglio? !
reificonfideraràin oltre comeallaconcozzione decibije:come all? «i
lapurgatiomdegli efcrementi confaccia: perciò che quelle che pie!” acque che *
fto fi padiaiomigliori fono; e nella féqueftratione fono mivlivri pesa ri
quelle chefequeltrano perlavefica, di quelle checiò fanno perdo di da
fondamétoe l'inteftini;è quellecofe chè non pofliamio per mezzo. he muonono
de fegniconfeguire,debbiamo dimandarlo dagli abitanti. ‘©’ goorpo.,
% s Djp | ; ci ì ai
Continuation dell Autore conle cofec'hannodatrattarfi.0 «© >
MSA 03 lui» © © reo DOSI
20%
TAspramo viftoconRufodemataralaccrefcimento;e di-''*
i A minuimento dell'acque:e perche'altre l'eftate,altre l'inver*
no crefcano;:ecome l'acque migliori;negliloro nafcimeti l'inuèt- |
no più calde: l’eftate più fredde firitrouino "Ma perche altre volte
il calore accidentale da fuochi fotterranei,nò folo l'intepidifce; ma
le rende feruenti: quali generalmente fogliono di cattivo fapore'!-
eflere infetto: cenondimeno inq uelto ‘auuengono' anco'contrarte!*
PALA ofler-
bo
ja ner
2
Come l'acque
calde alle vol
te babbiano
ottimo fapore
come alle vol
te l'acquetoc.
cate dal fuogo
& infette, na
fcono fredde.
Acque fred-
de che bollona .
MA DELL'IST. NATVRALE
offeruazioni,e fi vesgono gli/fonti freddi bollire,e l’acque calde ri-
tener fapore ottimo ; de quali accidenti cerca Vitruuio di render-
nelacaula,farì bene à compimento di quefta dottrina, riferir quel
cheegli ne dica. | _
o» Perche alcune acque fredde Lollano,di Vitruuio.
CAP. XXXVI:
MANO, alcuni fonti caldi; da quali fcorre l'acqua di ottimo fa-.
2J. pore,cofi foaue a bere;che non fi debba defiderar nè la fonta- »
ni delle Mufe,nè la fagliéte Martia: Il che come poffa auuenire ho-
raio dirò. concitato il fuoco nel profondo della terra; oue è la for- :
zadell’alume,del bitume, è del folfo,viene l'ardore a communicarfi |
allaterra di fopra: ue fe per cafovi fiano fonti di acqua dolce,rice..
uendo la forza del caldo,bollono nelle fue vene, fenza corromperfi
il fapore:à contrario altri fonti di odore, e di fapore infetti,vengo- .
no di fuora freddi. qual cgncreati nel profondo, e pafsando per
luoghi ardenti,mentre più oltre vadano per lungo tratto di terra,di
nuouo raffreddati, fcaturilcono fopraterra,di fapore, odore,e color
corrotto, quarunque freddi. diquefta maniera è l'Albola nella via.
Teuertina,e gli fonti detti fulforati nell’Ardeatino, &altroue. altri .
quantunque freddi fiano,nondimeno fi veggono bollire. il che au-
uiene,perche ritrouandofi fcorfi nel profondo del luogo accefo:fat
«ta mefcolanza di humore,edi fuoco , e rotti infieme dalla violenza
‘dello fpezzamento, riceuono in fe molta forza di fiato : onde infia-
«ti,efpenti dalla forza del vento;efcono dalli fonti loro con frequen
Alcuni ingan
nati dall’inal-
zamento del-
l'acqua,
© zade bollori. di quefti quelli che non hanno bocca aperta,ma fono
ritenuti,0 da fafli,0 altra forza di vene, ftrette dalla violenza del fia-
to , s'inalzano in'alti groppi di acqua : dal che ingannati alcuni fti-
mado dall'inalzameto dell’acqua, hauer capi;e fonti nell'iftefla altez
za: mentre tagliano,e danno {patio per ritrouar detto capo,reftano
ingannati: fuccedendo loro non altrimente che auuenir fuole, nel
vafe di rame, che non fia pieno fino al fommo . ma contenga circa
li due terzi di acqua,e le fia foprapofto il couerchio.dunque toccata
l’acqua dal potente caldo del fuoco , perla natural fua rarezza rice-
uendo molto enfiamento dal bollore,non folo fi empie il vafe, ma
crefcendo con inalzar il couerchio ridoda,oue fe tolto il couerchio
sfiati nell'aria aperta,l’acqua rifiede , e ritorna al fuo termine . così
, men
LIBRO SETTIMO. 241
mentre l'acque de fonti fono dall'anguftia della bocca riftrette ,
vanno inalto li bolloricaufati dal fiato: ma fubito che fono fatti
più ampijgli efiti, fuanito il vento perlararità dell’humore, ritor-
nano nelloro proprio liuello,
eAnnotamento dell’ Antore fopra il natural bollimento dell'ac-
que fredde . CAP. XXXVII. Aut.
‘VesTO tanto Vitruuio del bollore dell’acque fredde c'in
fegna, c noi hauendo piùdiftintamente con l’Agricola of:
feruato detti bollori effer frequenti nell’acque acetofe.
raccoglieremoambele caufè, dico e lo fpirto dell’acqua richiufo;
claproprictà dell’acqua, che detto fpirto ritenga , già che habbia-
mo dell’vno;e dell'altro manifefto efperimento nelle cofe dall’arte
maneggiate. E quanto all’vna parte che la puriffima acqua pofla
dalla forza del vento non folo bollire, ma molto inalto inalzarfi, fi
puo ueder negli fonti artificiali,che fenza altra dipédéza di capo al-
to,perforza dell’aria comprefla da altra acqua, lanciano l’acqua
foprapolta mefchiata con l’aria inalto . e quanto all’acque acetofe,
chefiano di fuccolenza aluminofa infette, habbiamo già prima
detto : ma della natural ventofità, nella fuftanza aluminofa rinchiu
fa, nè puote hauercerto argomento chiunque voglia darli cottura.
nèètràle fuftanze folubili alcuna che cocendofiscome quefta con
alti bolloris'inalzi. Hora aggiungendo vn difcorfo di Galeno fo-
prale proprie operationi dell'acqua, e qual delle qualità più intrin
fecale fia: & in oltre quanto debbiamo dalla {ua propria freddez-
za {perar nello fpenger delle febri, daremo fine al prefente trattato.
Confideratione dell'operationi del'acqua di Caleno.
Cia pi XXXVIII.
"ACovaA propriamenteèdiì natura fredda, &humida: ma
per caldezza acquiftata può fcaldare,& humettare ue è ap-
plicata. non dicogiache faccia l'vno, el’alero egualmente: perciò
che inhumidifce fommamente,ò fia temperata nelle qualità, ò tepi
da,ò anco calda: ma non fommamente , fe ella fia di:molto fer-
uore . di quanto habbiamo detto pofliamo pigliare arsomentoin
vna
Aque bollen=
ti di fapore ac
cetofo.
ella conft-
Astg dell’a=
lume , € rin-
chiufa molta
fuftanza ven-
tofa che gene
ra l’ampolle.
L'acqua per-
petuamente
ha virtù di:
humettare,
nello raffred-
dare, ò fcalde
re è diuerfa-
mete difpofa.
243 DELLIST: INATNVR'ALE
vnatemperata natura . Percioche fedtal naturafi offerifca l’acqua
temperatamente calda;lauando ò bagnandone alcun membro.me-
tre talparcefi bacna , e più humida, e più calda fi fente; è fe dopo
di queto fi latci ne fi riflringa,ò condenfi'il corpo con la fredda, fi
Membro qui
tunque dall’ -
acqua refti
corrugato n0
perciò refia
più fecca,
Febri non co-
plicate con al
tro affetto fi
quarifcono co
l'acqua,
Affetti copli-
cati con la fe-
bre d quali l-
acqua nuoce .
ritrouarà la parte da fe ftefla refa più fredda: per effer il calor natu-
ral del membroin parte eflalato. mavon perciò la calda come lafcia
il corpo più freddo, cosi anco il lafcia più fecco : ilche parrebbe che
dovefle auuenire perl’apritura de meati,e per lo rammolliméto del
corpo,e fufion della fuftanza: onde deue feguirne maggior vapora
mento , ilche altro noméche perdimentodihumore. Ma in fatto
non refta più fecco. percioche in'detta eflalatione fi cuacuano gli
humoriche negli vafi,& altre piccole vacuità delcorpo erano con-
tenuti: mail corpo fteflo degli vafi,e lafuftanzacarnofa tutta viene
“adinhumidirfi. dunque per quanto fi vedela fola poteftà d'inhu-
midire non mai fi toglie dall'acqua i e fe quantunque bollente fcot
rigli corpi: no n’aunwiene,perciò che la parte fcotrarà fi diffecchi,co
me fanno lebruciature dalfuoco . e non altrimente l’acqua fredda,
fequanto fivogliaraftreddata tutto il.giorno, d'anco più lungamé-
te fi verfì sù dialcun membro,non perciò ilrende più fecco , quan-
tunquepargacorrugato, & diminuto , per l’ifteflo chabbiam der-
to: dico che gli humori negli vafi,& altre concauità fparfi fi fuanis
fcono,male parti naturali, fode niente perdono.
Come dalla freddelza dell'acqua pofsiam aunalerci in fper-
ger la febri. CAP. XXXIX. ‘di Galeno.
ERCHE tutti gli diftemperamenti del corpo fi curano da
virtù contrarie:ne fegue, che la febre poffadel tutto fpengerfi
le)
dalla freddezza dell’acqua, quanroà fe fteffa, mentre non fia ac-
compagnata da altro affetto ,à cui l’acqua fia nociva: nel qual ca-
{o quantunquela febre prefente fi eftingua, ne fuccede nondime-
no altra febre maggiore, per l’accrefcimento dell'altro affetto, cui
la freddezza dell’acqua noceya. tali affetti fono , 6 fe le parti fiano
occupate da flemmoni,ò fe vi fiacrudezza dihumori , ilche'fi può
conofcere dalla crudezza delle vrine. mentre dunque l’vrine con-
cotte fiano , e nifluna delle parti principali del corpo gar da
em
LIBRO SETTIMO. 241°
flemmona;fono fegni baftanti che poffa darfi la beuuta fredda al-
l’ammalato. anzi fe nella ftagione eftiua la violenza della febreci
aftringa,e lamimalato fia giouane , & affuefatto al beuer freddo , e sale ghe bi
nell’vrina fi veda vn lodeuole annuuolaméto, quantunque in alcu /ogna barer
na parte fia femmona, dando la fredda,non perciò fallirai : percio- È' A
che in fimili cafi, fi deue preferire il chetare la violenza della febre,
bre che al'af-
quantunque nel tempo alquantofi allunghi, reftandoui le reliquie feiro coplca-
della flemmona,che per tal beuuta fi fà alquanto fcirrofa, e più dif- 1°" i
ficile à rifoluere. Que fe le febri non fiano molto accele, &alcun Maia |
membro patifca di femmona,dadoà bere la fredda reftarai nel tuo plicate cò fiè-
parere ingannato. percioche la febre molto accela, moftra chela #0 Ao
fiemmona inchini all’erifipela:come fi vede nell’erifipele efterne: e odo, ser
perciò l’acqua può darli giovamento, il che non auùiene nell’altre
flemmone. in coloro dunque a quali comincia la femmona nel fe
ga:0,0 ventricello,ò in altrafimil parte;fi hà da far colideration di-
ligente. percioche.quantunqueà tempo la beusno, fe la beuuta fia
molta,nericeuon molto danno. fendo cheli privcipij di femmo- confideration
ne che fono fenza percoffa,e piaga, auuégano ò da debolezza delle Sn a
parti ,ò da qualità fogofa. quelle dunque l'origine de quali è de- fel dar Par
bolezza, faranno fempre dalla beuuta fredda offefe : ma quelle che quafredda.
da caldezza fogofa dipendono, faran giouate dalla freddezza, men-
tre moderata fia. quantunque dalla beuuta più del debito ampia, è
pericolo chel membro fi traporti nella indi(| pofition contraria.Di- .gequa fred-
ciamo bene,che farà fempre piùficura detta beuuta à coloro,che in & dg vie
vfo l'haueuano,mentre eran fani.e perciò diciamo,che fi debba pri- Gitai da
maconfiderar il mal,fe fia nel ventricello, nel fegato , ò nelcollo:
percioche gli membri atticolari non ne riccuon molto dan-
no: eccetto cliein alcune particolari indifpofitioni. fe dunque nel.
l'hypochondrij fia male,che tenga condizion di eryfipela, ò dither-
pete,ò di altro affetto molto caldo,eche fia da diftem peranza lenza
humori,giouerà l’acqua fredda beuuta: come à contrario farà mol-
to dannofa,oue fia,òpoftema, dedema, ò (cirro, piaga, alcuna —,. ciale
altra indifpofitiò fredda. ma perche hò promeflo di ragionar degli Sen
membriarticolari. fihà da fapere,che le flemmone delle parti ner- ue pofia ac-
- uofe,onde puote altrimente auuenir pericolo difpafmo, fono fom 94 #90.
mamente danneggiate dalla fredda benuta.ma fe la flemmona ven
ganelle parti carnofe, potrà l’ammalato beuer acqua: anzi fe l’ac- s&mario one
qua freddadifuorile tocchi,quantunque ne fentirà danno,n6 farà Agia la
DO mani-
e
242 DELL: IST: NAGWRIALE
manifelto,e notabile : e fecnatamente fe egli fia aTuefatto è beuer-
ne.Dunque fe fia femplice febre,fenza aggiunta di altro affetto,che
poflaefle: danneggiato dalla fredda,fi potrà dar tanta acqua, quan-
to in vna beuuta pofla pigliare. ma l’oflimele nel tempo di cftate fi
dà freddo,acciò non accréfcala fere dell'ammalato . perloche con
ofimeldato fiducia l'eltate diamo l’offimelfreddo,quantunque il mal concotro
invecedì ee non fia; e quantunque nell'ifteflo affetto non permettiamo l'acqua
174 fredda à fatietà: percioche la fredda denfarebbela flemmona, fela
febre da flemmona hauefTeorigine,e materrebbe la crudezza
) di humori, fe da quelli veniffe la malatia . non dimeno
diamo in fua vece alquato di offimele , percioche
s'intepidifce prima che la fua freddezza
gionga alle parti :e fe pur parte vene
giunga,riceue correzzione
dall’ofsimele, in cui
è virtù d’inci-
dere.
DEL
DELLHISTORIA
| NA TIVERALE
DI FERRANTE IMPERATO
LIBRO OTTAVO...
Nel quale paffando all'elemento dell’aria fifa tratta delle va-
ric qualità, & impreffioni che riceue, eche fa ne
gli corpi animali,
Di/corfo dell Autore fopra le qualità,e natura dell'aria;
/ #
AP. Io
ARE Assramo horaall’elemento dell’aria, in cui rivi fan
2 propriamente èla vita del Geno humano, e gene a
#52 ralmente de gli animali fanguigni, E la fuftanza nell'aria. |
A dell’aria manifeftamente più dell’vno, e l’altro
al 3) elemento'narrato fottile, più mobile,& in fe fte[-
4 fa compreflibile,e rarefactibile. Per loche coloro ostia cGpref
che puofero principij delle cole il vacuo, e’ pie- fibile, e rare-
no,comefanno gli ferittori de machinamenti fpiritali, danno nella E,
confiftenza dell’aria molto più participanza di vacuo, che nell’vno, asobilità,e ca
el'altro degli già trattati elementi: onde dipende la molta mobili. preffione det-
x | i A liél'ati . . o + l’arta onde di-
ta,e la molta compreflione , che l’aria patifce ; ilche non fannogli cat
altri clementi sc per ciò veggiamo in.vno vere pieno diaria, infof-
fiaruifi altra aria moltiplicamente , finche fivenca all’vitima com- «Ariapriza di
CORSA a ; 2 {x colore,odore,
preflione,e riftringimento.e fe vogliamo far ciò nell'acqua né fuc- cfpore.
cede. £' in oltrel'aria comeelemento, di ogniqualità e differenza , i
1 ns È Nr 1 Perche l’aria
di fapore,odore,e gufto nuda: e perla fua rara natura più trafmifli- fia y0ezo dive
ua;che retentiua: e perciò miezo,per cui veggiamo,odiamo, & odo- derese di odo-
riamo. maquanto alle ‘differenze tatuiue diffe Ariftotele che fufle DICH, die
calda;& humida: pigliando argomento dr ciò dalla combination de all'aria la
delle quattro qualità, dico caldezza , freddezza, humidità , e ficcità. A,
N È p . . : Li sd
Mì perche queta opinione falua la rinerenza di vn tanto huomo opinion di 4-
DI ‘o n . ; 2°
parche piu tofto rifponda alle fue pofitioni,che alla fperienza delle A nò ri
3? i N . eaiti /Ve
cofe'in. fe ftefle, non reftaremo noi per amor della verità, dirne spo fi
FIENZA +
X.xrz quan-
44 * DEBEL'IST NAMPWERALE
Onde fi argo-
menti che l'a@
riafirpiù fec
ca che humi=
da,
Onde fi argo-
menti che l'a-
ria fia viù
fredda che cal
da,
Quel che fi
debbia fiima-
re delle quali
ta dell’aria.
quanto dal fenfo,& offeruatione mofsi ne fentiamo . che dunque
l’aria quantoal fuo femplice effere, più tofto fecca chie humida fia;fi
può argamentar dalle cole che per commun confenfo de gli huo-
mivi,flefpongono p inaridirfi all’aria aperta, come veramente !uc-
cede:c ciò tanto più mentre fia l’aria moila,quafi che di propria na
tura fecca fia: e fe pur humida fi fenta, l’auuenga ciò percommuni-
canza di vapore, & di alera (ultanza.onde l’aria puriflima,e fomma-
mente ferena, qual'efler fuole dopo le Tramontane:fi fente pitù che
altre volte fecca : e gli corpi di piante & animali quanto più nell'a-
ria alta,e dalle piane dellaterra folleuara dimorano, più afciutti fo-
no:quafi che l'humidità le fia comunicata da gli humori che nella
terra dimorano : quefto diciamo quanto alla ficcirà: mache nè an-
co calda, mapiùtolìo fredda fia ; pofsramo per fimili argomenti
perluaderci: percioche l'aria quanto più pura Ga, e più da terra fol-
leuata,fi fente anco più fredda; onde gli gradini,e le neui dalla fred-
dezza dell'aria in alto fi codenfano: e l’acque che gelano,non fanno
ciò nella parte alla terra contigua, manella parte efpofta allatta,
quafi che indi fele communichi il freddo;& il calore interno d'ani-
mali fanguigni firempra.con lifpiratione afsidua dell’aria. e le par
tiefterne conlaventilatione dell’aria fi-rinfreftano. mentre dun-
que veggiamo gli efferti dall'aria femplice caufati, inchinar cutti al
freddo, e fecco: non pofsiamo con Ariftotele ponerla caldezza, 8
humidità qualità eflentiali dell’aria. mà ò porremo l’aria,femplice-
mente fuftanza fpiritale atta a riceuer fuccefsiuamente tutte fe quat
tro qualità dette,ò fe pur vogliamo oltre la cofiftenza fpiritale darle
propria qualità,;inchinaremo al freddo, & al fecco, per lo manca-
mento del calore,e dell'humore; de quali efsa per la fua natural vir-
tù trafmifsiua , non ha lungo ritenimento . Daremo dunque
varie differenze all'aria fecondole mefcolanze varie di effalationi, e
{ecodo li varij affertiche riceue dalriuerbero della terra, c dall'efler
variamente efpofta alle parti del mondo, e variamente difpofta fe-
condo le ftagioni dell’anno. e dall’efler più pura, e men pura: del
che per efler materia molto alla vita humana congionta,e degna da
confiderarfi nell'vfo della fanità,e della vita, non farà mal fatto ri-
ferirne alcune dottrine vtili lafciateci da antichi fcrittori .
Dalle
LIBRO OTTAVO. ©» asi
Della bontà, emalitia dell'aria;di Galeno,et Oribafio.
Cia cisinnil: i
(I deneftimarottimal'aria che fia deltutto pura: tal farà men-
S tre non fia cotaminata da eflalationi de ftagni,c de paludi,0 di
‘alcuna profondagrotta: come patifeono Sardi,& Hierapoli Città.
fi vitupera anto la vicina à fogne che purghino alcuna grofla Città,
ò effercito numerofo. cattiua è l'ariache da animali,da herbe putre=
futte,e da fimoficontaminazequellacheò per ftagno , ò fiume vi-
cino fia nebbiofa.catriuaanco è quella,che rinchiufa trà alti mon-
ti,non haue occafion di ventilarfi: percioche tal aria:è fuffocata, e
putrida; e può.in vn.certo.modo:affomigliarfi all'aria rinchiufa in
alcune ftanze , cue perche, non: hà mouimento vi fi genera muffa.
l'arie fin quì dettegeneralméte a tutte.leetà fono nociue, come che
l’aria pura a tutti è conueniente. male differenze di.aria che vengo-
n0,ò dal caldo;e freddo, è dall'humido je fecco sfanno varietà nel
giouar più all’vna;cheall'altracondition di huomini: à coloro dun
que che di.ottima compleflione fono,conuenientiflima è l'aria tem
perata: ma ue alcuna qualità foprabondando domina,à coftoro è
conueniente più dell’altre,l’aria che è di qualità alla detta contraria:
dico alla compleffion fredda;la calda:& alla calda la fredda:alla hu
Cotaminame-
to dell'aria:
Aria altera-
ta,variamen=
te vtile, è n0=
CIHA»
mida la fecca: & alla fecca la humida, in tal grado ; quanto la fecca
foprabondaua. “ii ibiblo Autore
Ma perche l’aria piglia le fue differenze dalle parti dell’anno,del
mefe,del giorno , e dalle piaggie à quali affaccia: delle qualianco
hanno diftintamente trattato dotti antichi fcrittori, confideriamo
hora con efsi dette differenze.
Degls tempi dell’anno. Cap, ia Di Galeno,& Oribafio. .
Icra mo l’inuernoefler freddo, & humido: non perche
quefte qualità femplicemente fiano in eflo, eche non par-
tecipiancodelgli contratij eftremi; ma perche nell’inuerno la fred
dezza naturalmente preuaglia al caldo, e la humidità preuaglia alla
ficcità. c fimilmente l’eftate diciamo eflercalda,e fecca :percioche
preuale in effala caldezza;elaficcità.-e la freddezza & humidiràin
efla fono minori. In tutti dunque glitempi è diragione che fi afle-
* xe gnino
Le flagionidel
l’anno no han
no vna pura
qualità.
i}£ DEEFELIST.I N AOTVIR ALE
gnino le proprie qualità, fi che da quefte,come naturali, fi dicano ef
fere dò caldi;ò fiaddiepettidlizia o hicall’avtiniio nifuna qua-
lità firema fe le debba afegmare : c cheQuahto al caldo, & humido
e4utunnona habbia egual mefcolanza: quanto all'humido, e fecco preuaglia la
«veramente» -ficcità ma oltre diquelto:porral'antunno:feco dimale; l'inequa-
megazi >> Jyrà del temperamento ;ondeficilmente rende li corpi ammalati.
‘perciochel'sftello:giornonel mezzodi paragonato alli mattina, &
«alla fera è molto più caldo;iche la ragion: richiede < Dunque colo-
-roc'hanno diftribuito le quarro ftagioni dell'anmo;fecodo le con-
giogavoni delle quartro qualità;lran:fallato, così nell'attribuire la
Primanerafe CONZIORATIONIdi caldo; & humidoyalla: primavera : come molto
condo Galeno più,mello attribuir.la congiogarione difreddo;e fecco; all'autunno,
ra fi & ionon folo non concederorchedà primauerafi debba dir calda, &
bumida. ‘timida: maaffermo ancoche di: tutti gli remperamenti dell’aria
niflunoneè peggiore;che dell'aria calda,;&humida. eperciò noh
attribuifco ioralicongiogatiane ad alcunaparte dell'anno . ma più
tofto allo ftaro dell'aria» pefbilente Edattiva ; mel quale gli corpi
vengonofacilmente è putrefarfi.Quando dunque gli tempi dell’an
go, habbianole:proprie,e camuerienti qualità: cla primauera farà
tra tutte fana ele malatie:chein ella vengono ;dimouimento ve
loce;edi prefta rifolutione il'autimno d'incontro; cattiuo , & ap>
portatore d'infermità: ipercioche nell'ilteflo giorno , hora caldo;
Mancamenti horafreddo fifente,oltreche èfucceflor dell’eitate: nella quale, fo:
dellatumzo. no moltihumori bruciati &àimolti fi ritrovano le forze satura
li indebolite: nèfololperderta: cava l'aituimo è vituperabile ima
anco, perchenella parredell’anno dipropinquopaftata; gli humo=
rierano venuti verlo l'ambito del'conpos:elapelle sc nell'autunno
dalla freddezza che fopra viene, fono fpenti in dentro quebec hab-
biamo detto è communeà tutti gli huomini : ma particolarmente
coloro c'hanno malamente viffuto, e che perla fowerchio riempi»
mento de frutti fiano ripieni di fuperfluità, fentono pericolo dalle
infermità proprie dell’ettare, mentièdeparti profonde. del'corpo Ti
- efpursano ve glihumoricattiui lafciando Ji membri principali fe
| nevannodla pelle generendourepre; viviligini., impetigini,; pias
CARE she,evatie puftule,&altrimontefì purgailcorpo., per nafcenzeè
rd Los ci perconcorfo di humorinellegianure..vengonoianco futh di'fan=
feruare jtcor ue,che'portan fuori la:picn ezza,omaliviade humori: con lo.cheri
rea Y foluono le-infirmità da dervi humpricautare, Ma la primaucra&
gi Pai ni È IICro-
Hi AEBRIO: O TTANMO.: 53
ctitroui ilcorpo dibuoni humoriripieno;fanifsimo il conferua;nié
te perquanto:allafua natural:proprietà appartiene innouando: il
che non fà l’eftà, l'autunno, e l’inuerno . Qualiquantunque ritro-
uano il corpo con buoni humori,e fenza pecca; nondimeno l’efta
re;accrefce lacolera fpezialmente wialla,, l'autunno accrelce la,ne-
ra, l’inuerno la lemma. per loche l’eftate fa bene alle complefsioni
di natura fredde,& humide. l’inuernoallecalde,e fecche, & al con
-trario le calde;e:fecchémalamentel'eftate:lelfredde&humidéma-
lamente paflanol'inuerno, e stiowmaslii
o dra calda, er bumida. TOT PENE d IUEIEIRE adbti pi
dati Autore. 39) cTDROO RIV 1
Si difendono coloro c'hanno attribuito alla primanera:legua-
‘Vestro Galeno c'infegnò delle differenze dell'aria; fecoh-
dole quatro ftagionidell'anno: accettando l’eftare di {ua ‘Ridfinto del
n, 01 ‘conditione apportare alcorpo il temperaméto caldo, e lè cofe dette
fecco,l'inuernoil freddo, &humido; l’autunno'efler mediocre,ma “ seta
conincqualità,&ecceflo horadicaldo, hora di freddo: e riceuendo |‘
daprimaueracome tràtuttela piùremperata, cofi nella differéza del
caldo;edel freddo,comedell'humido; e del fecco . e perciò ripren-
dendo coloro che:dicono cfler la primauera di condition'calda,, &
humida. echequefta condizion'appo lui tra tutte le altre fia pefsi-
ma,epeftilente. Maperchela opinion'da Galeno riprefanon è fen-
za Gagliardi fundamenti, farà bene difcorrere alquato fopradi cio.
che dunquelaprimauera lidebba dirhumida,dalle ifteflefue pofi- Che laprima-
tioni pofsiamo argomentare: percioche fe l'inuernoè humido co- i
me egli dice, nè mentre quefta ftagion dura, l'humore fi diflecca: dafiz.
peretfere il folelontano,&cfla di fua:condirionifredida,c.più habile
a ritener l’humore , cheà dilsiparlo:è di ragione che nelli primi, e
temperati calori , l’aria e gli corpi humidi ancorafiritrouino , fin-
che:dettocalore fia tanto venuto innanzi jc'habbia fcioltoildettò
humoreèconfumatolo: e che'glicorpiall'hora più che maidihu- (oi nella
morabondino,è di ragione, hauendo di moltohumore necefsità, DÌ Lo
perla nona prole, e frattificatione:e fe l'ilteflò corpo piùtofto fi more più che
dourebbe dir humido mentre è (ciolto;e fafo, che mentre è appre- Racine Lee
{ò, e ‘ghiacciato :re/fe nell'interno l'humor foprauiene, e nella pri- sibi
maucra:è giàfawrosnerinfeco;li deve la primauera ftimare ftagion
" humi.
254 DELL'IST.: NATVRALE
‘humida .0-Seguono le differenti qualitàdell'arià caufate dal corfo
‘della Lunaje parti del mefe delle NESS ne: da il Vira re di-
Hanse Reno: €)
> Ori” > [Y pr}
Bf nelle gu dell'aria fondo dr darsi del metta
Ca A piu Di e"
ì A iaoteà hon rialetimehed der I fall difftonza nell'aria smen-
tre difcorre il zodiaco: e rifpondono:le ‘quatro parti del mete,
Ovavta del allequatro ftagioni dell’anno: dico chela prima fertimana che co-
ba La all inca gallanovaluia, fin che è mezza ripiena, fi i.fomiglialà pri-
luna nuesa. mauera: percioche la luna di quel rsmpoecalda, &humida fi fen-
te,& la condizion dell’aria è deil’:Refle a dunque l'humore
abonda,efi moue all’hora nel modo che fa la primauera . La fecon
datettimana che:è dallaluna meza piena, fino alla mtera Picgfezg,
* “Quarta. del fi fomiglia all’eftare,& aiuta molto lamaturità delli frutti. Laterza
dr ar: fettimanache è dallapiena luna fino alfegueureammezamento , è
lune piena, di condizion fecca;efimile all’ autunno: L'ultima che è dall'ammez
ue rhino, zamento fino allalunadeltutto vota;è fimile all’inuerno . Hì dun-
‘queiltempo meftruo le fuequattro parti fimili alle parti dell'anno,
operationi e fiha generalmente daauuertire che fi come la propria virtù. del
dillalita» — £oleè di fcaldare,cofì della luna è d'inhumidire: perlo che laluna
inhumifce il ceruello humido,. putrefà lecarni;crendeli corpidi
coloro che allo fcouerto viuono, più humidi;e più ottufi.: cperl-
iftefla caufa apporta grauezza di telta, e mal caduco. Quefto An-
thyllo delle differenze dell’ artdifecondo le parti del able ; Seguo-
nole differenze pigliare dalle parti del giorno.
Quarta del
mefe Red:
| Delle di ifferenZe dell'aria fi condo le part del Giorn
èGApo LVII ;3, ODI Anthyllo. -
puro ENDIAMO to pergiorno lo Gu di Do ventiquattro,
Prima parte JM che contiene in feiltem po del dî,e della notte giuntamente . di
del coro, e tutto quefto fpazio la parce che diciamo matutina; fi afomiglia à
Dà ne | primauera,e s'intende eflercalda,&humida. per loche hagli fonni.
« puri, daqualifiricrgano non menoli corpi dé fani , che degli ame
malati. e ne auuiene che gli affebrati più in {en parte ché inak
tra, palsino piaceuolmente: percio, che fi rifoluono nella mattina
| le
LIBRO OTTAVO. 249
le eflalationi,foffiano le humide aure de fiumi,e cade la rugiada. Il
meriggio fi fomiglia all'eftate.La parte dopo il meriggio nella qua-
le cala il fole all’autunno.La prima parte di notte fi ftima nella con-
ditione dell’vitima delgiorno. e perciò non configliamo in quel Prima parte
rempoàgli ammalati che dormino,non gli offeriamola beuanda , at ;
nealtra fpezie di aiuto, fe nonvi fia particolar cagione che ci fpin-
gaà farlo: il chefi fa, perche come habbiam detto,quel tempofi iti «Amanalat cf
ma di condizion fimile altempo delcolcar del fole. Il tépo di me- ar
za notte fi fomiglia all'inmuerno : perciò che il fole allhora da noi è è
molto lontano, come fà l’inuerno : onde gli dolori neltempo di
notre s’inacerbifcono, percioche la notte col fuo freddo codenfan-
do la fuprema parte della pelle,ritiene la occulta euacuatione delle
fumofità che negli corpi figenerano: perl'ittefla caufa moue le fluf
fioni è coloro c'hanno gliocchi aggrauati, e che patifcono diffi-
coltà d’iviteftini,d altro fcioglimento di ventre: perl'iftefla caufa è
dannofa à coloro à quali fcorre il fangue . percioche à coftoro la
euacuatione che infenfibilmente fuo! farfi per lo corpo tutto , vie-
ne raccoglierfi dentro,e va pervn fol luogo.l'vitima parte di not-
tecome vicina alla matina, tiene l’ifteffle conditioni. si
Meriggio.
Difcorfo dell'Autore fopra le cofe dette da eAntbyllo.
CAP. VII. ‘Autore.
E dette differenze dell’aria nelle quattro qualità da AntbyIlo
moftrateci fesuono il corfo del fole se l’accrefcimento , e di-
minution del lumenella luna, fecondo le fue diftanze dal fole. per-
cioche le quattro ftagioni dipédono manifeftaméte dal fole, e fimil
meéte le quatro parti del giorno.dico diurna anzi meriggio,diurna
dopo meriggio , notturna anzi meza notte , e notturna dopo meza
notte, terminate da gli quattro interfecamenti fatti dal giro diur-
no del fole,con l’orizonte e meridiano. ma perche habbiamo vifto
negli accrelcimenti, e diminutioni dell’acque, & altrimente negli
flufli,e rifuffi,che in detti accidenti fono fimili le quarte oppofte:
dico la diurnaanzi meriggio, fimile alla notturna anzi meza not- Dificaltà ne
te : come quarte ambe nelle quali gli luminari accoftano al circolo de on Ra
detto meridiano: potrebbe dubitarficon qual raggione faccia fi- Quart del
mili AnthyIlo le due quarte,l’vna che precede , e l’altra che fegue il giorno conzi-
colcar del fole, che fono quarte non oppofte,ma contigue: fe non PI e
voglia- i
2 ga DELEISTI NU DWURALE
vogiiamoconfiderare il meridiano come diuifore della metì della
sfera,che falese vien sù, dalla metà della sfera che defcende : qual
ittela confiderazione poiliamo far nel circuito del fole annuo: per-
‘cioche hauendo due ftremi: l’vno della fuprema altezza l’eftate, l'al
trodell’infima baffezza l’inuerno : che:fonoli due punti chiamati
— foliftitij. dallo folftitio d’inuerno a quel di eftate fono due ftagio-
ni,dicol'inuerno,elaprimauera,nelle qualiambe il foleà noi fl ac-
cofta, non altrimente che nelle parti del di da meza notte parte in-
fima,ai meriggio fono le due parti contigue l'vna di notre, l’altradi
Parti dell'an siorno: inambe le qualiil fole.afcende. Dunque {e le due quarte
noe del gior- *
no peggiori dell’anno dico l’inuerno, e primauera tono men pericolofe dell’al-:
nella fanità. tredue.chefono l'eftate,&autunno, emenoalli movimenti delle.
Alesre infr 7a notre. fono nondimeno alcune infirmirà proprie dell’hore ma-
mita proprie : i £ sf 3
dellamattina. tutine,cheà mezo giorno finifcono come fappiamo eflervna ma-
og” A a
tale infirmità fia nel corpo humanofimile alla nebbia , la cui pro-
pria confiftenza,è nell’hore matutine , e fi fcioglie verfo il merig-
De do gio . le differenze detre dell’aria fono diftinte dal corfo del fole: per-
E i fole è dat. CiOChe cofi l’anno come il giorno fono propri) del corfo folare :ima
la Luna, l’anno dipendente dal proptio monimento per lo zodiaco, il gior-
no dalcommun riuolgimento diurno intorno la terra. refta la dif-
ferenza menftrua che fegue li difcoftamenti lunari dal fole: quali
anco fi poflono paragonare al corfo folareannuo: dico la luna vo-.
taalla folftitio d'inuerno la piena allo eftiuale : il riempimento e
crefcenza allo accoftamento contenuto dall’vn folftitio all'altro il
mancamento;al tempo dallo folftitio eftiuo all’inuernale. perloche.
le notti della luna piena, più che l’altre calde fifentono , e con l'ac-
crefeimento dellume; licorpi di humor fi riempiono nel manca-
mento fi fcargano. e per confeguenza fono alcuni mali che perlo.
Alcuni tumo difcargamento delcorpo,nella luna mancante pigliano aumento,
riche crefeo- cofi habbiamo vifto nella detta mancanza crefcer le ftrume, mal
(i al j a n a SN 0
ante che fegnatamente trauaglia le parti delcollo: chiamate perciò fero=:
fole.
EIBRO:OTTA:WQ.1 26L
fole. fin qui delle differenze dell’aria,che feguono le patti del cor-
fo de luminari, e perciò communemente più conofciute . re-
{tano le differenze dal predominio de pianeti, e loro configu ratio-
pi. Dunque negli princi pij delle ftagioni: fecodo che piùl vn pia-
netache l’altro ‘preuale negli angoli, & nelle altre parti principali
dell a pofitura celelte: ritengono il moderamento di efla {tagione.
angoli diciamo gli horizontali del leuante , e del ponente: egli me-
ridiani della (oprema, & infima parte dcliciclo altri luoghi princi-
pali intédiamo,e degli lumivari {tefli,e le ftelle che fanno le prime
apparitioni dal fole. nel chela ftella di Mercurio più che altra, nel-
le tuccelliue mutationi dell aria ha poteftaà .li:nafcimenti delle ftel-
le fife fi vegzono anco in ciò hauer molta poteltà, & è già volgar-
mente inanifella la violenza de giorni canicolari per lo acne
ro della canicola, ftella cofiderta: per loche.il nafcimento delle Ple-
jadi, e di Arturo, € dell’altre, fono da gli ofleruatori de mouimenti
celelti annotati,come fi fignificatori delle mutationi dell’aria. Seguo-
no le differenze dalle contrade,e piaggie del mondo,e prima di Ga-
lcno, ani
Difirake nella Megna dell. aria un ladiffe Data de paefî.
CAP. VIII. o Di Galeno.
E contrade hano diuerle ua. Conde le feguenti cagio-
ni; dico la prima,dalla pofitura c'hanno nel mondo: qual di-
pendetutta dallainchination della sfera.fecondo il chele parti che
fono all’Iltro,e la palude Mcotide fon fredde:e per dirla in vna,tut-
te le cotrade che fono à Tram6tana. calde fono quelle che apparté-
gono al Meriggio: come auuiene all’ ‘Ethiopia, e l’India. temperate
fono lemezane, come è Gnido, e Cò ,.ggaltri paefi,che néalla Tra-
montana, ne al Meriggio auuicinano. Seguel'altra differenza dalle
Piaggie à quali riguardano: ‘percioche altre affacciano al Sole che
na (ce,& altre al Soleche colca,altre al Meriggio, altre alla Tramon
tana. La terza differenza è è da caufe acciden ul sfecondaguel chelo-
ro auuiene da Ragni fangoli, e daacque paluftri,cheogenerano pie
tre negli reni; ò rendano, grande la milza. e fecondo venti pro-
piij al pacfe, che nafcono.ò Ko) 7a ftagni fiumi e paludi, ò.da gola, ema
ri;e fecondole varie Slzioni or dalla. terra,ò buone,ò o catriue:
come fono quelle che dalle minere vengono.» € come è quel che
pro-
Quali de fa
gioni dipendé
ti dallo fiato
de pianeti.
Poteft delle
ftelle fife è
Parti delmò
do fredde.
Parti del ma
do calde ..
Tifferèze del.
l’aria dalie
piaggie del
mondo.
Differtze del
l'aria dacan-
a fe acisctiat
2fj2* DELL IST #N29A PYVRIALE
perche lipae prouiene dalla grotti Charon'a.mì accorre in quelto vna degna cò
Do fideratione:percioche in Thracia,e Ponto paefi treddi.gli luoghi à
disaltroue mé marevicini,per la baffezzaloro fono più degli altri caldi: ma nel-
pg l'Egitto,e nella Libia paefi caldi: perche l’eftate pigliano li véri che
croterra da Tramontana foffiano,gli luoghi preflo mare fono men caldi de
gli luoghi che più di loro fono fra terta.
- Difcorfo dell'Autore foprale cofe da Galeno.
CA P.i n.2 Mo
vIn quiGaleno delle differenze dell’aria, dalle qualità de paef:
3 alla più perfetta inreliigenza de quali, noi aggingeremo alcu-
varietà de NECONfIderarioni . diciamo dunque chela più potente,e conofciu-
climi, e loro ta differenza de paefi,fi piglia dalla diuerfità de climi , così dictamo
SE Hi le diuerfità dell'inchinariòn della sfera mondana : fecondo qual cò
ana . fideratione la larghezza della terra (i divide in cinque zone, altri-
Cinque zone. mente dette fafcie:i’vnade qualicingelaterra nel mezo,eguatmen-
zona tervita 1 diftante dagli dui poli,& è tutta trà li due ftremi circoli del fole:
zrale due fre l'vnocheèilcircoloeftiuo,l’altro che è l'invernale,da quali due cit
o coli ppetuaméte è terminato il corfo del fole: nell’vna metà dell'an>
Licceffo, e re MO accoftandofi all'uno: e nell'altra metà all’altro oppofto. Quanto
ceffodelfele. dunque della terra è trà detti circoli contenuto,tutto è chiamato zo
Opinion degli
eAf:tchi che 5
ia torrida fel bitabile:fpétià dir ciò dalla caldezza che fotto gli tropici ritrouaro-
S AI no.e pareuaverifimile,fe accoftandofi à tropici, il caldo era in eccel
Opinion degli fo: che nel mezo tra di efli fufle l'incendio maggiore, e per confe-
anticbi falfa. ouenzailluogo inhabitabile. del che fiondimenola fperienza mo-
«© ftrailcontrario: percioche il detto mezo della terra fi ritroua con
frequenza habitato.&è coloro che diftintamente la cofa confide-
Cusfetre pi- rano, firitroua avuenit fecondo la ragione: percioche effendo tre
SE 3 e caufecheà moltiplicareilcaldo concorrono:dico il fole perpendi*
a colare: chein vn giorno ifteflo lungamente dimori fopra la'terra;
ilcalore. —&hauerlopér più giorni in parallelo propinquoallatefta: nel cir-
colo mezano della terra che chiamaimo'equinottiale , manifefta-
Dalle tre det mente mancano alcune di dette caufe. e prima la gridezza del giot-
oa no: perioche efflendò iui ligiorni tutti alle notte eguali,il caldo ap
quinottialens portato dalgiorno,con la frefchezza della notte fitempra: &cil fo-
Pe le verlo il mezo della terra fà li paralleli di giorno in giorno, alqua-
to
nato:rida:eftimarono molti dé eli antichi che fuffe del tuttoinha
LIBROOTIPA VO. 255
to più fcoltatiche non fali circolieftremi, che chiamiamo tropici:
oue perla curuatura del zodiacole circolationi de più giorni fono
vicine, l'vnaall’altra. Finalmentea coloro che habitano nel'circo.
io equinottiale, quantunque il Sole ne gli equinottij girando pali
pertatelta;nontain quelto molta dimora.dico che coloro che fot-
to va piccolo parallelo dimorano, la ftella che per detto parallelo fi
muoue,guantunque dal ponto della tefta fi parta, non è perciò per
tanto numero de gradi nel circolo verticale baflata quanto fa quel-
la, che fi muoue per circolo grande . dunque {egli gradi de tropici,
eminori fono, e meno drittamente dal punto della tefta delcendo-
no : farà men di caldo dal'Sole caufato , mentre è nell’equinottia-
le, che mentreèneglitropici. La già detra differenza dell’aria e pi-
gliata dalli climi.Euui l’altra differéza pigliata dalla codizion del fi-
to,fecodo l’alto,c baflo;e fecodo l'aperto, & piano, o cauo:perloche
nell’itteffa prowintia gli luoghi eminenti, & aperti, freddi : li pia-
ni, balli caldi fono : e tanto più fe fiano concaui; per la riflef-
fion de raggi, che nel cauoficumulanio, e nell'alto '& aperto , fi
| Differéze del
aria dalla c6'
dition del fito -
difperdono; oltre del ventilamento c'hanno gli luoghi aperti. Se-
gue la differenza delle piaggie : oue àniffuno è dubbio; chele parti
\
Differèze del
l’aria da altre
cfpofte à mezzo giorno, per efler potentémere battute dal Sole fian' cafe.
calde, leefpofteà tramontana fredde; le efpofte à Levante, e poné-
temezzatie “Ma diquelte due, quantunque fimiliforfead alcuni
parer poilano., per l’equalità del tempo, nel qualcel'vna,, el'altra
è dal Sole percofla,e nondimeno moltaladifferenza:percioche non
poco importa!fe’l caldo foprauenga al.freddo, &all'humido:0il
freddo al caldo &alfecco:fendo chel’vno di quefti fa temperame-
to,c;maturità; l'altro diftemperamento;e crudezza,come può copré-
derfidagliftutri delle piito,cfpofte al S6hnalcéte, o colcante:cue di
molto miglior fapore; e maturità, fi comprendono efler quelli che
affacciano alleuante, più crudi, &acetbij quelli che al ponente,
Eavicinanza dell'acque importa anco molto alla condition, &ine-
gualità del luogo i percioche coloro'che !fopra fiumi afliltono, fo-
gliono il giorno fentir vn’accefo calote; el'ifteflo nella prima par-
te della notte: ma nella parte feguente fenitono il freddo dalla hu-
midueà dall’acque caufato : perlochie cofi le ftanze elpofteal ponen-
te; come le pofte in luoghi aquaftrini’, perla detta inegualità mal
fame fi (timano:oltre le altre caufe che poflono à ciò concorrere. cu-
ui oltre di ciò la differenza caufata dalla condition del paefe,che fia
rio5l Y o nudo,
Differéze del
Para da altre
Aria illuftra
ta”
Aria ombro-
fa.
Infirmità ag-
granate dalla
notte.
Aria delle
città groffa, €
men pura.
Aria forefese *
più fana.
254 DELL’HIST. NATVRALE
ò nudo, ò veftito di alberi, e l’effere freguente di edificij, d aperto,
delchecome dialtre cofe appartenenti d detto foggetto, vedremo»
hora quel che ne dica Atheneo antico fcrittore.
D; Fronte dell'ariadall'efere illuminata, oueroopaca, € dal
l'effer aperta,0 rincimufa. Car. x. diAtheuco.
"ARIA illuftrata dal Sole, è diuerfa dall'aria chi enon.
maicoccara da lume. e l'aria di giorno, diuerfa dall’aria di
notre :perciochela toccata dal Sole,è più calda & affottighiata: l'om
brofaacontrario è più groffa. e nell’ifteffo modo l’ aria c'ha luce,
dall'aria renebrofa. Dunque dall'aria più calda,e più fortile,fi ren
de ilcorpo ventilato , e libero. ma effetto contrario ne auuiene dal-.
la fredda.perloche non è marauigliafeà coloro che fono trauaglia-:
ti daflufsioni, e flemmoni,d o da hr le.notti fiano molchRifsigits fi
L’aria anco della città, è in quello diuerfa dall'aria di fuori: percio-
che l'aria della città , èritenuta dalle cafe ce perconfeguenza è più
calda, e più grofla. ic modo che è l'aria di luogo conicauo. il caldo»
dun que leauuiene, percheil Sole più accende l’aria rattenuta,e rin
chiula. &l'efler groffale auuiene, perche non ha niouimento. &.
l'aria dal mouimento:fi affortiglia non altrimente che fail foffio de.
mantici; ondeconchiudiamo, che l'aria nelle città non folo diuié+;
ga piùg sroflà, ‘perche rifiede., e fi riftringe. in feftefla, per non ha-:
ver mouimento:ma perche anco per lo più ftà nell’ Li seperche.
è infetta di molte maniere di eflalationi, che da gli.iftefsi luoghi
| città, come sa ogni o i cofi dell na e ini
enne di cafe, comeda gli cetti,rende li corpi inhabilial digerirey
c per con feguenzali tien.ripierri: oue per: contrario l’aria del pacfe,
di forigorge ampia, &caperta, aiutando il difcacciamento delle
fuperfluità, ticne ilcorpo ventilato e leggiero , e pronto a piglia-.
re il cibo. Quetlo generalmente delle differenze dell’aria dall’il»
luminamento, & opacità;0 dall cfler rinchiufo & opaco» Habbian
moda Atheneo. i
D peste Di
LIBRO OTTAVO! ssi
Difcorfo dell'Autore foprale cofe dette da Atheneo ,
CAP. Xx.
_No. àpiù perfetta intelligenza di ciò come di cofa molto
importante, & appartenente alla falute dell'huomo, foggion
geremo alcune noftre confiderationi : daquali,c meglio potremo
determinar delle cole già dette , e meglio faremo difpotti all'intel-
ligenza delle feguenti. Diciamo dunque, che il caldo, c la luce ma-
nifeftamente diffondono, e fciolgono la groflezza de’corpi. ma no chel'nria cal
affermiamo perciò che l'aria di luogo più caldo,e di ftagion più cal aa di
da fia di confeguenza anco più fottile:percioche l’aria de luoghi ca pu Preti |
ui,toccata dal Sole,è più calda,che l'aperta,& nondimeno è di mag” i
gior. groflezza, comermen purgata. e li mefieftiui, e per la quiete
de' venti, e perlagrofiezza dell eflalationi, hanno l'aria più caligi-
nofa.e.li venti meridionali, per venirà noi con abondanza di efla-
lationi, fono caldi, e fuftocatiui, erendonoli fenfiottufi. Li fet-
tentrionalivifchiarano, & aflotigliano l'aria. e perconfeguanza ri-
fueglian li fenfi. nelchiufo anco , &aperto,e nell’opaco & lucido;
è molta differenza, & altrimente habbiamociò dagli alberi: altri-
mente da gli edificiy. percioche gli alberi non del tutto ritengono
l’aria rinchiufa; ne del rutto couerta: come gli edificij fanno. Di- zenti boreali
ciamo in oltre , che il paefe di alberi nudo, confiderata, & la vio- pa
lenza del caldo, eletempefte de venti, e neuiche patifce , è molto 1! paefe nudo
piùalle mutationi foggetto di quel che è il veftito. Quantunque si fog»
fiamolta differenza nell'eflere, ò più, ò men veftito. eche l’aria di pefte,
fuori, fe non fia di qualche accidental vitio partecipe, come fono
l’eflalationi de paludi; ftagni,ò fimili,all’aria di dentro le città fi pre- (O ni
ferifca:& che negli luochi che è qualche cotagio vicine fono,è mol l'babitationi,
ta differenza fe di primo incontro riceuano le eflalationi da ven- alle Rita
tj portate: ò fe prima l’eflalationi ritrouino intoppo di alberi, edi eTtolationima
edifici}: da’ quali ratrenute le effalationi ne venga rimefla la ma- ligne portare
litia dell'aria portata . -Come anco è molta differenza tra quelle 9? #07
Luoghi nelle
che per efler da tutte le parti aperte,non ritengon le nebbic,e quel- falde de mor
le che appefe, &attaccate d falde de mori leritengono.e che fia mol # Segliono pa
\ ; È 7 ; : : Cir NnEDUSE.
to più nociua la dimora di dette eflalationi,e nebbie,che il tranfito,
br: e Final
Daria del tue È
to aperta, €
ucntofa non
puote intiera
mire lodarfi .
Paefi alti,
freddi,e ven-
tofi è
Pacfi bal,
caldi, e [uffo-
cati è
Fiumi quan-
do fiano noci-
ol.
Paefi ffagnan
256 DELL'HISTiI NATVRALE
Finalmente diciamo, che l’aria molto alle mutationi foggetta, co-
me è l’aria nuda, e del tutto aperta per.vn modo,e come ii ara delle
valli fopra fuime pet vn ‘attto,debbiano Bia ai i. e'odiamoll’aria,
che è di egual coditione, e men foggetta alle mutationi : perloc he
il biaf finali aria ò del tutto aperra,o del tutto chiula. preferiamo 1 0-
dimeno generalmére la fecca all'humida,e l' aperta alla richiuta.Ma
vesgiamo hora quelche Athenco fopra \ iterlo oggetto e indegna.
D: fire renze dell'aria dall'effer il paefei alinitalii ò ad leadis:
Lu owmero afciuito CA PURI di lita
«Li luoghi poftii in alto più a freddi fono; e più cite Ca |
tono ogni vento » Freddi fono percioche hauendo poca pia
nuia; di confeguenza hanno poca rifleflion de raggi: fentonto pui
facilmente il vento,perche fono aperte da ogm baida ine vrèeola,:
che ributti li venti: ‘ondene auuiene che coloro che iurhabitano j
viuano anco più fan: fono nondimeno l’inucino più loggetti alle
infirmità cautate dafreddo. Ginluoghi balli nun tono ‘coli fani;®
fegnatamente l'eftare,perl'ecceflo del caldo, percioche perla batlez
za usino men fofhati davéri:che fe oltre di ciodiano da alitiméa
ti d'intoruo polti nnchiufi., farà l’aria loro molto piu feruente; e
mal fana dalla moltiplicata rifletfione, e rinchiudimento del caldo.
Lacontradafolta di alberi, è men foffiata, e men'toccata dal Sole:
che noa fa la nuda: perloche l’inuerno è fredda,& ombrofaye l'éfta-.
te non facilmente li venti vi penetrano, onde coloro cheui dimo»
rano ne fentono fuffocamento. Lecontrade,elecitra c'hanno fumi
che altronde calano Se paeleinfefteflo afciuttofia; ne diuen-
gono ben temperate, ma fe inchini all'humido, ‘pigliano quin.
di non poca aggiunta nell'efler mal fane: petciochel arra sinhumi=
difce;onde ricevuta fiarando nel:corpo. 1l rende fimilmente humi-.
do.in oltre alterata, cofila fera come di mattina dalli freddi corfì
dell'acque, raffredda ancoli corpi; e rende l'eft:te fim le all'autun->
no. Giiluoghi ftagnari, ue fono paludi, per molte caute fono mal:
ti,e paludofi fani: percioche dalli hag n: tuttala vicina contrada: riceue humidi»
mal fani, per £)
qual caufe.
à, e gli frutti che in ella nafcono, fono men lodcuoli, come
che dall humiditaà touerchia perdono il buon temperamento, e
non pigliano conueniente maturità: inoltre l'aria ifteffa ne di.
viene humida, ec groila. oltre di cio perche li ftagiii pacilcono ogni
geno
LIBRO OTTAVO: ©’ 357
geno di corruttela, ec l'effalation che da effi fi muoue,non folamen-
te ingrofla l’aria, malacontamina anco . Ewuidi più, che lecon-
trade di molto humore abonditi,fono perlo più folte di alberi: e
meétre tali fono, l'aria no è foffiata.aggilighiamo anco, ilchealtri ha
taciuto,che fono mal fane perlafreddezza & humidità de cibi che
dette còrrade danno, duque perche cocauefono,han l’aria n6 foffia-
ta,c per la baflezza,grofsa: e l’eftate fentono fuffocaméto, pche l’aria
ritenuta fi rifcalda per la rifleffion de luoghi conwicini:e tanto più para
quato più detti luoghi d’intorno fiano erti. Già fappiamo li luoghi sin
ftagnanti,e paluftri effer mal fani,p l'inegualità dell'aria:percioche fipaludofi.
l’aure matutine che nafcono dalliftagni, raffreddano coloro che vi
habitano : il Meriggioli rifcalda, el’aure della fera li raffreddano:
perloche l'autunno à coftoro , per la molta inegualità fuole ap por-
tar malattie. Malecontrade che fenza acqua fono,& afciutte,ren- Paeft afcintti
dono gli habiti del corpo afciutti, meglio purgati, c di più fiato li- */7z142%4
bero. el'aria fecca gioua non foloin render l’habito del corpo più
fecco;ma anco nel dar il nutrimento più caldo, e più fecco e per
confeguéza più facilmente padito , e digefto, onde ne vien la natu- ba
radegli habiratori più calda, e più pura. Hora quantoalla differen ng sita
za del mediterraneo , e maritimo , perche gli luoghi maritimi fo- *
no tutti de gli mediterranei più baffi, e più caldi : perciò molti
di efli e fono più fani, & hanno le contrade più tofto fecche che
humide, e fono men bagnate da pioggie: e per quefto l’Ifole tra
gli paefi tutti fanifsime fono,& hannogli loro frutti più eccellenti.
e quanto alla qualità del paefe, ne vien differenza nell'aria : per-
cioche li paefi montofi più fani fono, e di condition più fecca:per- Paefimontuo
cioche l’effalationi da terra folleuate fono fottili, e fecche:onde l’a- !"*
ria da efsi generata, non folo aggiunge, matoglie qualche cofa al.
licorpi,c diffecando gli euacua: el'acque fe per qualche acciden-
tenon fia la terra vitiofa, come più fottili, e pure,fono anco più leg
giere : li frutti più alla fanità conucnienti, e generatiui di più pura,
e fottil foftanza , e miglioriad eflerpaditi. Sin quì Athenco delle
differenze dell’aria da gli fiti.
Difcorfa dell'Autore foprale cofe detteda eAtheneo .
Clap XILT
È Noialle cofe da lui detteaggionghiamo , che l’aria montana
: _—, manifeltamente fia più della piana afciutta e fottile,come che
Vela fia
Parti fupre-
me de monti,
che tengono
perpetuamen
te humore , €
perche.
In che fia no-
cisal’aria ma
LANA è
Qualità del
l'aria mariti-
ma «
Diftintione de
luoghi mari-
timi.
Petricare.
Laghi »
Nebbie ma-
turine è
DELL'HIST. NATVRALE
fia dalle srofle eMfalationi purgata . eche quanto è più alta; dicon-
feruenza fia tanto più fottile,veggiamo nodimeno le fupreme par-
ti di altifsimi monti, quafi perpetuamente da humor bagnate: il
che loro auuiene parte delle nubi che in dette fommitafi tratrégo-
no, ele communicano l'humore: parte per mancarui il caldo dalla
riflettion de raggi folaricaufato. perloche confelsiamo che quella
non fia da groflezza de maligni uapori infetta, mafolo per la ftre-.
mafreddezza, e fottigliezza , nociua:e fegiratamente nelli tempi,
che nell’ittefe qualità eccedono. Nelle contrade maritimel'aria
perla baflezza,e pianezza del luogofuole eflercalda,e per eflerinfie
me dall’occafione del mare aperta, non di uéto priva. Se dunquefia
in pacfe petrofo farà anco di condition fana, ma fe illuoco fiain.
fpiaggia; oue perla pianezza l'acque ftagnino,eperlo corfo de'fiu-
mi che iui peruengono,fifaccia dalla marina con la dolce mefco-.
lanza, l’aria ne vien contaminata:e più manifeftamente nel tempo
de gli efsicamenti da caldi caufati. E dunque tal aria molto alli cor
pi dannofa, e pericolofaalla vita :eciò.più nell'eftate,e nell’autun-
no. L'acqua delaghi grandi,altrimente ne gli pacfi freddi, & alti:
& altrimente ne gli caldi; e bafsi, faalla bontà dell'aria : percioche;
mentre gli Jagh1grandi fono à guifa di mare,& in alto:con la rifief=:
fion de raggi; e concauità del paefe rendono l’aria alquanto tem-
prata : e per hauer detti laghi per lo più per fottertanee vene efsito,
ecorfo, giouando:in ciò molto la copia dell’acqua, non portano.
corruttione:e per confeguenza non rendono, l'aria contaminata.
gli laghi nelle parti bafle , e nelle fpiaggie , crefcendo iuiilcalore,
e mancando manifeftamente il corfo dell’acqua, e fpeflo alterati.
dall’acque marine apportano manifefto contaminaméto nell'aria.
In fomma nocciono l'acque ouunque le nebbie firitégono:l'inuer.
no perla humidicà da dette nebbic.nelli corpi lafciata:e l'eftate per.
la corrutela, e malignità caufata dal caldo che le diffecca. e gene-
ralmente in tutti gliluoghi di aria nebbiofa,fi fugge l’aria macuti-
na, finche il Sole inalzato habbia difciolto le nebbie: fuggefi anco
258.
— generalmente l’aria notturna per l’iftefla caufa di humidità. Hora
piffertze del quanto alla differenza del piantato,0 nudo:non è dubbio che gli al-
Paria dal ve- beri ritengano.l’effalationi da terra mofle,
Stito è nudo.
fe dunque fiane li pacfi
di bofcofi, impedito da detti alberi ilvento, l’aria da raggi fcal-
data fi rende fuffocata, come negli caldori eltiui, intépo nuuolo-
fo ecalizinofo , e nella quiete de’ venti fentiamo : perloche molti
prefe-
LEBRO OTT AVO. 259
preferirono l’aria delpacfe nudo, e fe l’aria del tutto aperta è molto
alla mutation foggetta : e felaficcità, e latotal priuatione dell’om-
bra nell’eftate, e l’impetuofità de venti l’inuerno, fono alli corpi
molefte, non fi deue fempre.preferir l'aria del tutto nuda. Ma :
pigliamo perrimedio ne gliluoghipaludofi & humidi, la purga- Na:
tion de fterpi, e la nettezza, c corrifpondenza de'canali: onde tol- pi, e dare il
togli ogui impedimento habbiano il corfo libero : le nebbie non ip
habbian ritenimento ,el'humor fouerchio della terra, da! moui- galaria,
mento, & aprimento dell’aria fi confumi: ilche non proueduto ha
fatto molti luoghi altre volte fani, econ frequenza abitati, inha-
bitabili: & d'incontro mentre fia efleguito, ha dato ottima corret-
vioneà paeli altre volte per l'abbondaza dell’humor paluftre,e neb-
bie, mal fani. Lodanfi nondimeno mentre il paefe fia non mol- oggetto di al
te miglia da paludi, e ftagnidifcofto, le felue di alti alberi tra detti ji. fa
paludi, & l’habitatione trameze;come che ritengano,e disfacciano
le confiltenze, che con venti da detti paludi fi muouono,& il ven-
to all’habitarioni purgato peruenga.
Quel chefî debba arcomentar della qualità dell'aria , dalla po-
futura verfoil Solev. “DiSabino. |
CAP. XIIII.
O ftimo.lacontrada poftaà meriggio fopratutte fana: percioche Luoghi efpoz
haue il Sole, e per tutti li giorni dell’anno, e quafi per tutto il fd meriggio
giorno. Quella che declina à Tramontana, perche nonognigior- ,.,,h; DE
no; & in poca parte di eflo è dalla luce del Sole illuminata, e quel- pi; da
laluceche vi peruieneè inchinata e debole,ha perciò l’aria men fa- rara.
na. Diquefto ne habbiamo chiaro argomento : percioche il pae- EA
fe efpolto à meriggio,fi vede di herbe,e frutti più odorati,e più ma- pigliato dalle
turi. anzi degli iltefli frutti;la parte, che'è toccata dal Sole è miglior e seloro
diquella, che è mentoccata: altre cheli frutti di quefto fito fono "°°
più grandi, più odorati, più prefto vengono à maturità, e più fono
algufto asgradeuoli. Sipuò vedere ancora che di ciafcun’albero
la parte che èverlo mezzo giorno, c più di humido naturale abon-
dante, e piegheuole, piglia migliorlifcezza, & è di maggiorvirtù:
più manageuole, e più accommodata all’opre de' maettri,et l'albe-
roindi è naturalmente più groflo. Quella che è verfo tramonta-
na è più fecca,più greue, piu denfa, più difficile à piegarfi, men lo-
deuo-
|
|
» 60 DELL’HIST. NATVRALE
deuole nell'vfo de maeftri fabri,e meno fi dilata:onde raccogliamo
che non folo fiano lecétrade efpotte à meriggio migliori di quel-
leche fono.efpolte è tramontana, ma diquelleanco che fono ò a
Lcuante , ò aPonente inchinate: percioche fono più del Sole par-
tecipi.
Di/corfo dell'Autorefoprale cofe dette da Sabino.
CCA PI x Vv. Autore.
EL chefi vede da Sabino confiderarfi folamente la quanti-
N tà deltempo nelqual fiano le contrade dal Sole toccate. E
noi habbiamo già detto,che non folo fi debba confiderar quefto:
, maanco fe fia efpofta al Sol nafcente, 6 colcante, e moftrato infie-
Il Leuante è > 3 » 5 x
di condirtone Me quito fia l'eccelléza della cotrada efpofta à Levante , e quanto
molto miglio- Ja luce che nafce, e foprauiene,fia migliore diquella che ci lafcia,
De rsa &abandona.Hora quanto alle habitationi efpofte è meriggio, fo-
che. no le dette lodate nel noftro clima per caufa da detti autori tacciu-
Nel noftro ra: dico cheli raggi folari l’eftate , di mattina e fera per lo nafcimé+
clima le babi ° i a
sationi efpo- to loro fcoftato, e verfo fettentrione, non peruengono dentro l’ha-
Se à Merig- bitationi.e di mezzo giorno perl’altezza c'ha il Sole in detta ftagio
DL ne, n6 penetrano molto dentro. D'incotro l’inuerno la mattina nel
nafcere, e la fera nel colcare vi giungono perlo fuo nafcimento , c
colcamento accoftato al ponto horizontale di oftro:e nel mezzo dì,
perlabaflezza, penetrano molto dentro: onde e nell’vna, e nell’al-
tra ftagione, fi ritrouano dette habitationi hauer proprietà conue-
niente. Hora perche non folo dalla pofitura propria, ma dalla po=
fitura delle cofe vicine il luogo riceuele fue qualità : fegue ilragio-
nar di quefte.
eMiglioramento, e peggioramento che piolia la contrada dalle
cofe Vicineo, CAP. XVI: de Sabino.
V E L che nellecontradeè dalla parte di meriggio:fe è ab-
baflato giunge caldo , e fe è inalzaro da rinfrefcamen-
to: à contrario, quel cheè da tramontana inalzato più
rifcalda, & abbaflato più rinfrefca. mezzanamente fono in quefto
le cofe pofte à Levante, ò Ponente. ma tutte le cole dette che giun=
gono; ì caldo,ò freddo alle volte poffono giouare, & alle volte nuo»
cere:
LIBROOTTAVO. 261
cere. percioche nelli paefi caldi gionano le cofe che raffreddano: L'ifeff: qua:
e nuocciono quelle che fcaldano.e ne gli freddi à contrariole calde lità poforo
falutifere fono,e le fredde nociue. Segue da coliderarfi quel che au- pa
viene alla contrada dalla natura delle cote vicine : percioche quan- la uarietà de'
to le foprauiene dal mare, e dallicampi che non habbiano acqua, P4%_.,,
e quanto de gli monti, e colli, tutto rende l’aria più fecca . quel che VR
prouiene da’ fiumi,& acque potabili,rende l’aria più humida.Quel #4.
che da ftagni, e paludi rende ‘’aria più groffa, Le cofe che rendono Laici
l’aria più humida nelli paefi fecchi miglioran l'aria,come fa il Nilo Lorca lei
nell’Egitto. e ne gli humidi l’impeggiorano. & à contrario oprano dit4.
Je cofe che diffeccano. ii
«Miglioramento, e peggioramento dell'aria dalle cofe che nel
a luogonafiono. Car. xvir.o
O RA dalle cofenafcenti l’aria puote ancora effer più fan3, Quo
: omenfana; fane fonole pianteche rendono fiutticonue- riceve laria
riential cibo, & le odorate, come il lauro, il cipreflo,e tutti gli fio= 444 piante».
ri che rendono'odor fuaue. ‘e tral’heibe: l’aneto, l’appio, il thy-
mo,quali poffono render l'aria più fottile. maquelleche nè danno
fiutto atto à mangiarfi, nè odorate fono, nè tengono virnù di affo*»
tigliar l'aria, non fi debbono ftimar fane: anzi fono alcune di eflle, i
che rendono effalationi mortifere, come il raffo . onde fi vede SA
gli huomini che dor nono preflo quefto arbore fi muorono: ilche
non patifcono coloro che dormeno più lontano, mefcolandofi la
{ua cattiua eflalatione con le altre efsalationi migliori.
Come firiconofta la qualità dell'effalationi dal paefeoy.
CAR. "XVIITT
, È te ì pr che vengono
paefe : percioche la terra iftefla bagnata, non folo rende vn dalla verra.
certo proprio odor di terra, ma fiata anco odor foane , come fa la
terra diEgitto. L’ifteflola mattina fentiamo nelle ftanze: mentre Qualità del
rion fiano, ò da fumo, ò da muffa di altra cofa infetta ze le cofe che !4P-lationi ,
MOSIDA: Ca ; n Riga della terra cò
di fuori nellacittà vengono dall’efsalation del paefe pigliano 0do- mynicate alle
re: onde ne fentiamo vnagrata qualità caufata dal vapor mofso piane, =
hi > ° Pal . . tt ,
dalla terra, come nell’£gitto fi ofserua . oltre di ciò fe alcuno fi de a
°° gli animali.
colchi
P Ossramo pigliar fegnodellabonrà delle effalationi del Fffelationi
Effetti dell ef
alationi fane
262 DELL'HIST. NA TVRA LE
san in terra, e vi faccia qualche dimora: inalzato fi fente più lega.
gieio, 8: habile almourmento .& appetifce il cibo . Puofsi an-.
co argomentarfi dell’effalatione, e dalle cofe che vi nafcono , fe:
ba bel colore, e fiano dor rare , e fecoloro che riguardano,
l'herbe verdeggianti, dh dilettino , cnoiraporuno altroue la vifta,
& le parti legnofe delie piante preflo la terra, fiano più lodabili,.,
che, de lontane: fe ogni cofa fia ben colorita, le frondiben nutrite, e
portino li frutti prefto maturi, & odorati. Siconofcela bontà del:
Li eflalation del paele, dagli animaliche vi nafcono: :percioche li fan
ciulli iui faranno viuaci, fuccipieni e.ben coloriti:e li cagnuo=.
lie figli de oli nn più che altroue eccelleuti, e Gini.
Argomentali anco dalle or ripofte : com'è è il grano, l'orzo ,e
tutte {petie di biade,e legami, gii fichi, e dattoli, & ogn ‘alerò frurtg,
fe lungamente vi fi conleruino: Sarà fegno anco di {ana eflalation,
fe di DI che ui dormono, il fonno fia foaue, e l'animo métre i
dorme; fia men turbato da infogni. daliecentrarie qualità {irco=
“nofcerìl’ eflalation cattiua: dico fe l’ odor della glebadi prefente ba
efidztioni n0
ciue , e fuoi ef
fer.
Que il paefe
rende effala-
ron grani , €
bene alberga
se ffaze fol
le pate »
Le pioggie do
pò lunga ficci
ta vedono ef-
falationi gra-
ui.
Came diuerfa
mente Varia
confcciano
con li corpi,
enara, fia fimile ad odor dicarbon {pento; e fe nell’altre prove nar-,
rate ; fi oflerui diuc rfamente diquel che fiè detto. Dunque fe ‘in.
tal pacfe, ti occorrerà dimorare per qualche fpatio di tempo, alber-.
gando negli, tauolati, e parti alte della cafa, non ne riceuerai nocu®
mento: percioche l'effalavoni che dalla terra,e dagli humori fi mo-.
uono , follevati in alto lafciano le loro parti gravi nel baflo , ven,
cono in alto purgate, e digefte..
Dior odell'Autore fo gu pra le cf dette da $ stimo, e che una
-flefa terra fecondo le varie Stagioni fia nella
bontà dell' effalationi diuerfa
c AP. XIX. Autore.
4 è“
vin qui via Sabino Sn eAaminare la Bang: ema
liti dell’eflalationi, e noi diciamo che è c:ò non lolo: cori-'
corre la natura del luoco , ma la ltagione anco ; perloche nelle.
rime pioggie che fuccedono à lunghi caldi , e ficcita, l’odor della
terra bagnata è Itimato molto nociuo:e l' Lc; delle paludi altrimé-.
re l'eMtare peftifero; l’inuerno non è nocciuo, nè fi fente graue. Ma.
quantunque generalmente della bontà, e malta dell’aria habbia
Sabi-
LIBRO OTTAVO. 363
Sabino difcorfo, fenza la confideration delle varie nature de’ corpi
| auuiene nodimeno che rifpettinamente fecondo le differenze del-
le nature, & inhabilità delli corpi, fia l'iftefla aria più all'vno, che
all'altro nociua. Dunque fi come fe piante fecondo le differenze
de fuoli,ec dell’aria, altre altroue confanno, e moltechein vo fuolo
& aria allegriffime fono,in vn'altro malamente vivono, onde è pre-
fto, e per ogni leggiera caufa fi perdono: non altrimente fi può fti-
mare,chene glianimali auuenga: anzi nell’iftefla fpezie humana,
fecondola varietà de’ temperamenti. perloche ne auuiene, che al-
tri nell'aria fottile, & aperta percofli dal freddo , fiano da fluflioni
moleftati: & altri à contrario quali rauuiuati meglio in tuttele at-
tioni,e leggieri, e pronti fi fentono. [DIS
Elettion, eg° emendation dell'aria. CAP. xx. Autore.
A quel che fin horafi èdetto poffiamo molte coferaccorre,
che all’elertione,& alla emendation dell'aria facciano. dico:
edipurgarlagreue, & aflotigliarla grofla:ingroflar la fottile,e tem.
prar variamente le qualità alli corpi molefte .ma generalmente più
al fecco, che all'humido, piùal foruile,chealgroflo debbiamo fem
pre inclinare:e quantoci tialecito fuggir l’inegualità, che altrimé- rnegualità
te puote auuenirdalla pofitura fecondole piaggie, come nelle ha- vera tor i
bitationi efpofte ali’occidente : & altrimente dalla habitatione in n a
valle, e luogo paludofo, & acquofo: ue dall'eflalation mofla dal-. __**
l'acqua,di giorno fentiamo eccefso di caldo,di notte ecceflo di fred
do. &calerimente dalluoco,come nelle habitationi che fouo preflo
efuglifafli viui, chenel giorno dalli raggi del Sole percolli,'e nella
notte dal freddo notturno raffreddati,rendono l'aria del luogo ine-
guale.& alerimente dal molto aperto p efler illuogotale efpofto ad
ognifubita mutazione je tempefta. Dunque purgaremo l’aria dalli
danni dell’acqua,con tenerli canali continuamére aperti, e purgati!n1,,;;one ; e
dall’herbe,che rattégono l'humidità, oche da feftefle rendoito:cat= sretrificazione
tiuo odore, onde ne reftarà l’aria libera dall’infezzion delle cattive 404114.
eflalationi., e lacontrada più fecca , e purgata:prohibiremo'quan-
to fi pofla ilmefcolaméto delle acque marine conle dolci;e fugire-.
| mo di auuicinarcià luoghi oue le nebbie paluftri fpente fiano rite-i |
nute, inognialtio modo procurando che dette eflalationi; co non iaia
peruengano alle noltre habitationi, ò che quanto mea fia pofibile effalationi.
| vitac-
Piante utili
alla corruttio
dell'aria è
Piante varia
méie utili al-
la moderatio
dell'aria.
Efo della ui-
se winifera.
Noce Giogla.
da di ombra
necina.
Correttiono ©
dell’ aria con
Suffumigtj.
e
LA RT PATTI
264 DELL’HIST. NATVERALE
vi facciano dimora. alche giouerarninolealtezze de colli; e piante’
rrapofte:gli edificijchiufi nell’incontro';:e feneltrati dalla parte
oppofta: le ftrade fimilmente drizzare., fichenon trguino dette ef.
falationi-dopò le habitationi impedimento: Hora quanto alla cor-
rettion dell’aria dalle piante procurata;è freguétifsimo:à tempi:no-
ftritra gli alberi; l'vfo:de gli aranci,limoni, cedtt;'e piante conge-
neri;checon la foauità; & eccellenza del loro odore, danno non
poca commendarione all'aria circoftante e tra frutici, ibmirto ; &
il rofmarino, tutticommendattin ciò doppiamente: dico ce della
X JD 5 A a 1 È di.
bontàdell’odore, e del perpetuo!verdeggiare. equantung we Sabi
no.géneralmente commendi glialberide:frutti vili al cibo; non è
perciò quefto indiftintamente dariceuere.: ma fi deuc anco confi+
derare quali nella frefchezza,e quali nella bontà dell’odore fiano
commendabili, &in che fianowtili fé Piante perpetuamente frohs.
zute:in che quelle che l'inverno reftan nude. nelche la vite che dà
l'vua,è tra le piante domeftiche molto ftimata.cofi perche'conla
fua flefsilitàin ognialtezzafiporta, &inogni:forma fi accommo-
da.. come: arico perche l’eltarecon la freguenza delle foglie ; e fre-:
fchezzadell'ombrafua.;.mitiga la moleftia de’ raggi folari, e d’in-!
contro:Finuerno fpogliata de frondi ;le da libero:tranfito:ondene
viene nell'vna e i’altra ftagione:cammoda alle habitationi.La noce.
gioglanda quantunque fiariceuutain cibo ; nondimeno è l'ombra:
del fuo albero ftimiata, molto è cotpi nociua è graue!: Horafegué-
doquelche fa allarertificarion:dell'aria: € in' commune vforetti*
ficarl’aria delle ftanze rinchiufa ;:confuochi; e fuffumigij : elig-
gefiin quefto.come migliore il fuocodi fiamma ; ‘e percio fi lo-
da il fuoto de: farmenti:; e di ‘altre falcine:: migliori in. ciò fe
fiano di piàare odotate.8il principal'foggetto:de fuffumigij com
muncmenteèlincenfò ;ondeinvna graue peftilenza è tempi no-
fiti; alcuni confidati (olo nella virtù de fuochi,iefuffumigij poten-
ti; -hantolto:in imprefa il purgar publicamente le franze; e pan-
namento, altrimente!pér-ccaufa di detto:contagio pericolofi , fenza.
‘ ‘nocumento'di vitasteliggenfi a detto feruitio: tra le piante quelle
ago”
83 VEGA VOLE
*radelbodure:: 5 otistori
che-fpetialmente finoralla:correttion del contaggio, ‘e corruttela
dell’aria lodate, comeil ginepro, erofmarino: edelleragié quelle
più; che poflano nellaaccutezza eficcità,che nella molezza:rcifuavi-
LA Sto È
DEI AY | Aria”
4
LIBRO OTTAVO; 265
efriaPuZzolana, e fuos bagni.
C'A Pi: MRI
li FA fard forfe né mal fatto fe in quefto luogo inuitati dall’eL
ì falationi fotterranee, difcorriamo alquanto di quel chefi
ceoba Rimare, dall’aria de'noftri bagni , e fudatorij puzzolani , c
diajtri fimili. Che fe noi confideriamo l’effalationi mortifere che
man:fitamente da alcune concauitàdi detti luoghi vengon fuori, (arità che
vc da DI
debbiamo con ragione fofpettare della condition dell’aria tutta , andar fuori
Tal éla grotta detta de cani ad Agnano, che ne tiene il nome da ca- fini Pe
ni, cheividentrocacciati, incontinente muorono . Tal è in Poz-
zualo, fotto il TempiodiSan lacobo, vn bagno antico, detto di
Ortodonico : vue è rempo che fofha Borea, ne vien fuori eflalatio- LuogbieNest
neàsh huominimornfera. Illago Auerno è già anticamente fa- fa'ano balizi
mofo dall’halito , pernitioto a gli veelli. Non altrimente diciamo Pertoji.
de gli altri laghi, & acque graui di odore : anzi dall’iftela prefente c,f.cpe mi
caligine dell'aria in detti luoghi, par che ragioneuolméte cebbia- dano, e resf
mo hauerla fofpetta. D’incontro fe confideriamo li molti efliti del chi DO di
fuoco, che di continuo in più parti vengon fuori, potenti à difcio- ei
gliere ogni cattiva confiftenza, e fe la lunga (perienza di molti,che
quiui dimorando per pigliar l’aiuto de bagni, e fudatorij , ne han
coafeguito perfetta falute : oltreche veggiamo le genti ifteffe del
paefe di pertetta fanità,ne verremo ragioneuolméte è lodar le qua-
lita di detta aria. Debbiamo perciò in detto paefe intendere vna
natura di fuolo ineguale,& altroue eflerui condition di minera mi- Inegualità
gliore,altrcue peggiore. Quelta dunque altroue rifondédo acque , aria
cue rende il pacfe lacuftre:altroue mandando fiamme in alto:&al- ni, dell’aria
troue ritrouandofi con aria aperta , altroue con aria rinchiufa tra Pozrelana.
valli, porta conditioni varie di paefe. Diciamo nondimeno dalla Gereicio de
potenza del caldo,che generalmente domina, difsoluerfi gran par- i natura
te delle eflalationi , e confiftenze maligne, e l’aria purificarli . qua- CRI di
tunquein alcune parti fegaaraméte, da velenofe eflalationi fia con-
amunata. È fe noi di quefta ci feruiamo, come di aria medicata se
fappiamola natura de rimedij non efler fchiettamente falutifera è
corpi humani:ma adoprata fecondo vna certa proportione: non
è marauiglia di alcune minere , & eflalationi , nel femplice lo-
ro efler nociue, che rintuzzate, c moderata la lor polianza, ap-
76 porti-
è? 1 bi li = sean . ” . ; %
166 DELL'HIST. NATVRALE
canfe concor portino beneficio.Concorrendo dunque,e la purification fatta dal
venti allabon fuoco, &illuogo dell'habitato in promontorio aperto,e libero da
tadel”'aria di ; ce 0 £ fe: ARTE £
Pozzuoli, Ogni cariua vicinanza de itagni, ne rifulta la fana difpofition de-
corpi. di
(Che alla dottrina dell'aria ffa cosionta la cofideration de viti.
CAP. XXII.
L Lr Acominciata confideration dell’aria, è gionta la con-
fideration degli venti : percioche; 0 fe vogliamo chel ven-
to fia l'iftefla aria mofla, ò come Ariftotele dice , che fi faccia
dalla fpezie di cfTalation, fecca: inogni modo la confiftenza
fua è aerea : oltre che fecondole differenze de venti fi
fente l’aria diuerfamente difpofta. Comin
ciaremo dunque da quel che di
efsi Arittotile n'in-
fegha: 0»
*
DEL-
267
DELL'HISTORIA
NATVRALE
DI FERRANTE IMPERATO
LIBRO NONO.
Nel quale fi tratta della generation de uenti , e delle prime confi-
ftenzecommuni all'acqua, &all’aria, che fono, piog-
gie, neui, rugiade, brine, e gran-
dini.
(Che fiano due fpetie di eRalationi : e che l'eBalation fec-
ca fia il principio de venti .
E A P. I, Arift.
ZIpicLianDO il noftro principio , diciamo che Due fpezie di
fono due fpez'e di effalationi,l’una humida,cl'al- efalzuoni.
tra fecca: de qualila prima chiamiamo uapore:
la feconda non hà proprio nome: Ma può fomi- r'yng effila-
gliarfi à fumo. e ueramente non è la effalation tiore n0 è del
Sun humida fenza la fecca,nè la fecca fenzal’humida; tto Senza
3 , vit; altra,
ma fe dicono tali fecondo chel’una, ò Paltra foprauanza. Dunque
procedendo il giro che fa il Sole: mentre fiaccofta perlo caldo:fol-
Jena, e porta in alto l'humidità. e mentre fi allontana per lo raffted
damento il uapore s’'infpeffain acqua. perloche più tofto vengono
l’acque d'inuerno, che di eftare : e più tofto di notte, che di giorno.
L'acqua dunque che uien giù, fi diftribuifce tutta perlaterra in cui
in cui eflendo molto fuoco, e calore, & tirandone il Sole non folo
la {uperficiale humidità, ma difleccando l’ifteffo corpo terreno: fe-
gue di ragione che ne prouengano, due fpezie di eflalationi:la Ua- x falzzion va
porofa dico,e lafumofa: de quali quella che è uaporofa tiene MOl- porefa.
ta quantità dihumido , & è principio dell’acqua che pioue . quella
che èefumofa, èfecca , e principio proprio dalla natura de uenti.
Quanto fi è detto dall'efler delle cofe fi comprova: perche già è ma-
nifefto, che fial’una eflalatione differente dall’altra:e che'i Sole, & Materia del
shy WAS ì DI No - ’ ’ » (aa 1 d venio diyerfa
il caldo,che èin efla terra,moua l'unael'altra: efsédo diquele dette dita maeris
fpezie diuerfe, ne uien di confeguenza che mon fia l’iftefla natura dell'acqua.
FARE del
0 zi <( È)
Effalation fue
mofa +
‘268 ——DELL’HIST. NATVRALE
del vento, & dell'acquèche piouc, comealcuniftimano, dicendo,
chel'iftefaatia mentre fi muoue è vento:e mentre ftà c fi apprende
FO divenga acqua, L'aria dunque fecondo quel che moftriamo pro-
Dar di ef uiene dall’vna, e l'altra natura. percioche il vapore è humido, e
lationi . freddo: aria inquanto riccue facilmente determinatione: Gui
do inquanto fi fa dalla fuftanza dell'acqua di cui la natura è fred-
da.&ilfumoècaldo,e fecco. da quali ambedue nature congionte
ne prouienela natura dell’aria humida, e calda. Stimo dunque cO-
fa inconuenmiente, che l’aria che ne circonda comunque fi moua,
e di douunque venga , fia vento. Ma direi più tofto, che fi come
non ogni acqua AA e fume , quantunque fiain old quantità :
eche veramente fiume fia quello, c'haue il fuo fonte, & origine:
vero deue ba cofi anco fi debbia dir de gli venti.ne fi dirà vento qualunque g oran
ucre origine quantità diaria da eran cafo mofla, mentre non habbia: origine, €
non Mi men
te che'ifume fONtE » Di quel che diciante; fe ne piglia argomento dalle cole iftef
fe, dico che facendofi continua ale , ò poca, 0 molta, che
fia di confeguenza, ne prouengono e nuuole e venti, fecondo le
loro proprietà: e perche altre volte foprabonda la eflalation vapo-
come attrian 1Ofa, altreuolte la fecca,e fumofa. ne auuien differenzane gli anni,
ni fiano pioso che altri fiano piouofi , & humidi : altri ventofi, e fecchi. & aviuic-
È atriafent e che le ficcità, ele pioggie altre volte uengano abondantemente
in tutta la contrada, ò nella fua maggior parte : altre volte compar-
Come vna p- titamente: dico che in vna fua parte fiano molte pioggie, & l’altra
Di parte fia fecca, fecondo che fimilmente fono, ò non fono difpofie
fpofta dail'al- n Sole, conio che l’yno, o l’altra fpezie di eflalatione foprauan-
tra. , € fecondo che l'effalation fecca fi muoua nella fua propria con-
I ,0 trapafli nella vicina, ò pur da venti fia fpenta in altra lonta-
comparati na. Quefto iftefio fuole auuenir ne gli corpi: dico che fia la parte
di del ventre foprana fecca, ela baffa humida, o alcontrario humida
Ania foprana, c fecca la di baffo. in oltre auuiene dopo le pioggie ef-
fer venti, e dopo li ventiefler pioggie per le caufe iltefle. percio-
che dopò le pioggie feccandofilaterra, e dal caldo che è dentro di
cfla, e dal caldo che vien d’alto: : quel 1° ne eflalaè l’ifteflo cor-
po MS a appartamento di tal materia, & hauen-
do dominio li venti : mentre il caldo fi 1 apparta , c cà ne và in
alto , fi riftringe il vapore , e diviene acqua . onde accoglien-
dofile nubi rafreddan l’effalation fecca, e ceffanl’ acque. Dunque
nel modo detto le acque fan ceffarliventi, cli venti calar l'acqua.
Dalie
LIBRO NONO; tha
Delle ifteffe caufe auuiene,che perlo piùli venti fiano;ò dell’vno,ò
Venti princi-
dell'altro polo. e per lo più foffi, o Borca, duet Oftro : delche ne è palmence fof-
caufa, perche il Sole non và per quefti luoghi, ma ad effi horafi ac
cofta, hora fi fcofta: tenendo fem pre il corfo fuo dal Leuante, al Po
nente: onde le nubi fi accogliono alle bande verfoli poli, è qua-
li, accoftandofi egli eflala l'humido,e vienl'ettate:difcoftandofi
ricalan le pioggie , e ritorna l’inuerno. L’eftate dunque, e l’inuer-
no vengono dall'accoltamento, ò difcoftaméto che fa il Sole: e dal-
l'iftefla caufa l'acqua l’inalza, o uien giù ima fe nelle parti eftreme
aquali fiaccofta, e difcofta il Sole alternaramente,come fono,l’or-
fa, &ilpolo del meriggio:iui più che altroue cala molt'acqua : &
ouericeue la terra molta acqua, iui è neceffario che faccia molta ef-
falatione,come veggiamo dalli verdi legni vfcir molto fumo:e l'ef-
falatione è vento:fegue diragione, che da quefte due parti foffino
la maggior parte, c glipiù principali degli venti. Quelli dunque
che vengono da tramontana Boree , e quelliche da meriggio Oftri
fono chiamati, & il mouimentoloro è obliquo foffiando intorno
laterra, quantunque l’effalatione s'inalzi dritta: percioche l’aria
continente tutta feguita il mouimento celefte. Potrebbefi dunque
dubitare onde fia il principio de gli venti, dicoòdisù, odignù:
che fe innanzi che fi fenta mouimento di vento fi vegga mouerfi
nell'aria chiara alcuna nuuola, ò caligine, fignifica nel fuo andare,
e principio di vento, & onde venga, dalche fi dimoftra , che il prin
cipio fia alto . ma fe vogliamo confiderare che il vento fia vna mol-
titudine di effalation fecca moffa intorno laterra: intenderemo in-
fieme, e che il principio del movimento fia di fopra, & il principio
della materia, egeneration fia di fotto. e che cue giunge l’eflalatio-
ne , indi comincia a mouerfi il vento . dunque alle circolatio-
ni fi dà il dominio delle:cote dalla terra allontanate: ela materia
fifumminiftra dalla terrà. raccogliendofi dunque à poco i poco
molte eflalationi in vno,fifa indiil vento.e perciò vue comin
. ciano, iui fono di pucchiflima forza, ma andando oltre
: diuengono molto potenti. Quindi auuicne che
il pacfe fotto l'orfa l'inuerno è tranquillo.
.. ma procedendofi oltre il vento
i diuien molto po-
1 tente;
*
Z ‘4 Della
fiano dall: po-
lio
Boree è
oftr Îo
Se'l principio
del vento fia
da terra, ò di
baffo, è da ale
10%
Come il prin=
cipio fia dalla
terra, e come
da alto °
fome il sole
faccia macar
è venti +
Tranquillità *
de’ venti dal-
l’effremità de
freddi,e dalla
eftremità' de
caldi +
Orione tempe
fiofi{Fino.
Etefti quando
foffiano.
«Ambionità
nei scfimet-
to de gli £Ete-
fido
pr®
è
179 DELL'HIST. NATVRALE
Della duratione , e del mancamento de nenti.
CAPI Asift.
L Sole dunquee moueli venti, egli fa ceflare: percioche disfà
le eflalationi , che poche ; e deboli fono, e col caldo maggiore
| aifgrega il caldo minore, che è dentro dell’effalatione. in oltre an-
ticipando in feccarla terra ,innanziche fia fatto molto appartamé-
«to, confumail vento : non altrimente che fe picciola cofa da bru-
‘ciare fi metta 1n fuoco potente , fibrucia prima che facciafumo.
Dunque per le dette caufe il Sole può far ceflare li venti,ò prohibé-
do da principio, che non fifaccino, òconfumandole, ò con l’an-
tecipato difleccamento prohibendo che fi mouano: perloche do-
pò del nafcimento di Orione, fuole efler molta tranquillità fin che
vengan gli Etefij, egli Prodromi . fendo che vniuerfalmente de
tranquillità vengono da ambe le due caufe ;.dico ; ò che il freddo
cftingua l’elfalatione, come nelle granfreddure je congelamenti:
ò che l'etialation dal molto caldo, & infogamento fi ammarcifcai.
d'incontro molti venti fi generano neglitempiintramezzi,; dico
tempo rramezzo, quel che è tra li dui.ftati quicti,l'vno nelqualeno
era anco generata l’eflalatione, l'altro nelqualeè giò paflata; «e non
venuta l'altra. per quefto dunque Orione fuolgetiere ncerto;e mo
letto cofinelfuo mafecre, come nelcolcare, perche vien l'una, e
l’altro nella mutation de tempi.dicftate; ed’innerno ; oltre che
per la grindezza della .conftellatione porta cofinel colcarea; come
nel nafcere molto tempo :& è cofacerta, che tutte;le mutationi.per
l'incertezza-portano turboléza . Magli Etefij foffiano dopò li foltti-
tii:edepo il nafcimerito del cane: dica mè quando il Sole è;;molto
Vicino , è quando è diftante. efoffiano:nelgiorno celano nella
notte. non-fotha diqua prima,perche eflendadi. vicino il Sole pre-
uienedifleccandolageneration dell’eflalatione: ma difcoftansiofi
alquanto;ilcalor è mediocre: onde l'icquecongelatefi liquetanno,
cla terraifleccata ie dal proprio calor je dal Sole ys'accende, & ef=
fala.e celano la matte: percioche:m ahca per. la freddezza delle not
ti il congelato, diliquefarfi. eflala‘durique nonquel che è congela»
to, nè quelche hà nientedi fecco: mailigorpo fecco, quando è aca
compagnato dalla humidità. Madubitano alcuni perche dopò lo
folfUtio di eltare foffino continuamente li venti borcali detti te
RIDE: i: fij.c
IP
LEABRO NON 0; 271
fij;c non l'iftefo avuenga negli venti auftrali, dopò lo folftitio d'in
uerno, &è il dubbio non fenza ragione. e veramente neltempo
‘oppotto fottano li venti chiamati Leuconoti, ma perche non fono
nell iltetfo modo continui, non efiendo mamifetti danno occafione |
di cercarne la ragione. Diciò dunque ne è caufà perche Borca fof-
fia da gli luoghi otro l'orfa pieni di molra acqua, e molta neue,
qual difcioita dal Sole , foihano gli Erefij più tolto dopò , che
nell ifteflo foltutio; fendo che il maggior caldo fa, non quando stesi venti
il Sole fi è pì avvicinato all'orfa, ma quando fe ne ritorna, e che Jetcesrionali,
non fia ancora allotanato: percioche fi ritroua hauer rifcaldato per
maggior fpatio di tempo. colì dunque nell’Etefij auuiene. ma do-
| polofoiftitio de inuerno foffiano gli Ornithiy,che fi poffono chia- Ornithi.
mare Etelij deboli . quefti fono e di forza minore,e toffiuno piùtar
«di de gli Etefij cominciando il fettuagefimo di dopò: quando 1l So-
;le per la lontananza e men potente. e non foffiano continui:perche
-all’hora fifarifolutione , & eflalano le parti fuperficiali, e deboli.
«ma le paiti più congelate richiedono maggior calore: quefti dun-
| sque interpollatamente foffiano, fin che fotto li folfitij comin-
- cino à foftiar gli Erefij, de quali è proprio il foffio cotinuo. Diciamo Qlra non NE
“anco chel’Oltro a noi no foffia dall'altro polo,come faBorca,ma dal px Di Lai hi
«tropico , circolo che fa il Sole nelli tempi eftiui. Percioche eflendo Pifinzion del
«Ta larghezza della terra diuifa in cinque fafcie, l’vna nel mezzo , vue RO di
‘perpendicularmente vengono li raggi del Sole fecondole parti del- mezzo; e z0-
«l’anno ; altre due che cingono l’vnal'vno, e l’altra l'altro polo: nel. Pi
sle quali non è habitatione per la molta freddezza , come ne anco babitabili.
‘nella mezzana perlo caldo.reftano due fafcie tramezze,, tra le dette
iduefredde , e lacalda, l'una habitata da noi, l’altra habitata dagli
‘altri appartari da nol. & è di ragione che come noi habbiamo il ven
sto che viene dalle bade del noftro polo:cofi anco l’habbiano quel-
‘Trecomenon peruiene il noftro Borea a gli habitatori dell'altra fa-
fia abitabile : cofi il loro vento polare non peruiene a noi:perche
:idunque l'habitation noftra inclina al polo dell’orfa,owe quantun-
que foffiano più Borci, mancano nondimeno quì, ne poilono tra-
-paflare all'altra fafcia habitabile.veggiamo anco che nel modo,che
-quiui foffiano li Borei,e gli Oftri,colt nel mare auftrale oltre l’Afri- sy
‘cacontinuamete foffiano gli Euri,e Zephiri fuccedendo l’vn all'al- no e,
“tro. dunque raccogliamo che l'Oftro n6 è véto,che venga dall'altro le, come Bo-
ut Da . ; sa "les rea, Cftro nel
polo,anzi ne anco dal tropico d'inucrno,pche ne verrebbe D ne #1 SA
n. a
Lenconoti ve
ti aufti dlio
273 DELL'HIST. NATVRALE
dal tropico di ctate. Vien dunque Oftro confufamente dalla detta
fafcia mezzana, c luoco bruciato che per la vicinanza del Sole non
hà acqua, nè pafcoli, da quali per rifolution dell'humore fottiaffe-
CU ro gli Etefij. perche dunque dalla parte meridionale , e più diftefa,
Soiea. —cpivampia,nefegue che molto maggioree diftefose più caldo fia
l’Oftro del Borea, e che più tolto preuenga quel di là in qua, che
quefto di quà in lè.
General diuifione, e determination de gli nenti.
| Capo rit. Arift.
CA della pofitura de gli venti, quali di efsi tra di fe contrari;
M fiano: e quali poflano foffiare infieme, e quali nò . & in ol
tre quanti, equali fiano , e dell'altre circoftanze de’ quali
nelli particolari problemi ragionato non habbiamo, hora ragio-
naremo . Dunque per più fegnato intendimento , per conto della
pofiturabifogna farne defcrizzione . Intendafi perciò il circolo del-
l’orizonte nella parte del m6do habitata da noi . e fuppofto che c6-
Quali venti trarij di luogo fiano quelli che più lontani fono di luogo, fin come
fiano contra- contrarie fpezie quelle che quanto più nella fpezie difcofto:intéde-
n remo nel circolo dell’Orizonte vn diametro dal nafciméto al colca-
Quattro ter- MENTO cquinozziale, & vn°altro, che co’l detto s'incroccia dal pon-
ni rai to dell’orfa al meriggio . Hora fe pigliaremo gli dui altri nafcimé-
riondegliué- 1 dico il nafcimento di eftate,ed'inuerno, e gli dui colcamentifi-
Ha, milmente di eftate,e d'inuerno : haueremoli dui contrari}, dalcol-
d ti ra camento cquinozziale, Zephyro, e dal nafcimento equinozziale
leyante, ego» Apeliote: & gli altri due, Borea dal ponto dell’orfa, & Noto dal pu-
nente to del meriggio. Sono dunque contrarij gli due primi, e contrari)
Quali ventifi DCO gli due feguenti.perche fono quanto più lontani:e pofti d'in-
dican contra. COntTO per diametro . perl’iftefla caufa al vento Cacia, chevien
1] dal nafcimento eltiuo non fi oppone Argefte, che viene dal
colcamento di eltate, ma Lebeccio che foffia dal colcamento
d'inuerno: & all'Euro, che foffia dal nafcimento d’inuerno ; e fi
auuicina al Noto fi oppone non Lebeccio dal colcamento d’inuer-
d Ca no, ma Argette dal colcamento di eftare . Li detti venti dunque fo-
sentrione non MO POÎti in contrario, ma ve ne fono altri due è quali non fi affe-
barno contra enano contrari) , dico il Trafcia collateral di Borea verfo Occiden-
ry sonofcinti. re e mezano tra Borea, & Arsefte:e'l Mefe collateraldi Borea ver-
. (e) . . » . .
fo Leuante, e tra eflo Borca, e Cecia. all'vno, e l'altro di quefti non
fiaf-
le S59
fi aflegna contrario , che farebbonogli due collaterali di Oftro:ec-
cetto che fe volefsimo al Trafcia opponezrli il Phanicia, il cui foffio
è poco conofciuto. Quelti dunque fonogli venti communemen- Da dalla
te riceuuti. Ma perche fia appo noi maggior il numero de ven- Ei fa at
ti, dalla parte dell'Orfa , che da Meriggio , ne è caufa : perche gior numero
noi famo in quella parte habitabil diterra , che è verfo l'Or- iL
fa, oue accogliendofi gran quantità di acqua, e dineue, e disfa-
cendofi quefte fuftanze nella terra, rifcaldate,e dal caldo del Sole, Riduttion di
e dal caldo della terra iftefla, neceffariamente vi figenera maggior P!#*er* “Po
} e I 3 ri: conumeree
copia di efialationi, e perciò occupa più luochi. Horaraunando
sAparltia . Settentrione. & polo dell’Orfa»
Tramontana. Borea.
e a Mefe.
i
as
\
\
«ArgeSte. Olimpia »
Colcamento eftino.
Cacia.
afcimento chino.
Ponente. Zephiro » Leuante. aApeliote.
Colcamito equinozziale . Nafi cimento equinoze
Ziale.
Lebeccio. Euro.
Colcamento d’inuerno. Nafcimento d'inuersto »
Phanicia,
Itagene .
Noto. Ofiro. Mezzodì.
Polo oppefto.
le differenze de venti, diciamo che Boreale è detto principalmente
quelche viene dal punto dall’Orfa, fi da nondimeno l’ifteffo nome
agli fuoi collaterali Trafcia, e Mefe: Ceciaè vento ftimato com-
mune à Borea, & Apeliote. Sotto nome di Oftro intendiamo Ita-
gene, che vien da mezzo giorno . & ancoil fuo collateral,che chia-
miamoLebeccio. Sotto nome di Leuante intendiamo quel che vie
ne dal ponto equinozziale, & Euro anco. IlPhaniciaè ftimato Generaliffima
| dimfion de ué
commune aLeuante, & a Noto. Sottonome di Zephyro ficom- ,; n due diff
prendono e quel che viene dal Ponente equinozziale, & Argefte. renze,
Ma con più vniuerfal determinatione fi riducono à due differenze,
Sc una parte di ehi fono detti Boreali, un’altra Auftrali. Dunque
gl
274 DELL’HIST. NATVRALE
gli Zephyti fi conhumerano con li Boreali, gli Apelioti con gli
Aultrali:perciochegli Oriérali più caldi fono,e gli Occidentali più
freddi: come che gli Leuantinifiano più forto del Sole: e gli Occi-
dentali prefto dal Sole abandonati, &aqualipiù tardi peruiene.
venti chepor Ordinari dunquecofigli venti, è manifetto che gli contratij non è
fono foffarim poflibil che infieme foffino, perche fono oppotti per diametro se
sE quello à cui fi fà violéza cella. ma in quelli che altriméte dipolti io-
no,fe pigliati fiano 11 pofti tra di fe, come, Cacia, & Euro,e potlibil
Differenze de che umbi fiano fauoreuoli nel portare ad vno itteflo fegno: quati-
Di: a que da vnvifteflo fegno non vengano, ne fia l’iftefto foffio. Equan
#58 to alla contrarietà de venti, diciamo che fecondo li tempi contra-
rij dell’anno, principalmente foffinoli venti contrarij. Nell'equi-
nozzio di primaucra-Cacia, e generalmente quelli che fono fuori
deltropico eftiuo:ne:l’autunnal sempo Lebeccio: nello folltitio di
venti checae State Zephyro,& nello folftitio d'inuerno, Euro . Sogliono fopra-
ciano gli alri venire, e ributtando farceflargli altri: l'A paria, il Trafcia, &
l’Argefte: percioche quefti vengono di vicino, e fono {peli, e ga-
Dual gliardi: perloche anco fono tràgli alri tutti, più fereni. Dunque
fiaro fereni,e foffiando di vicino più che gli altri venti, e quelli ributtando;tan
perche. — checeflino:e disfacendo la confiftenza delle nubi fanno ferenità,
fe non auvenga che oltre modo freddi fiano: percio he ail'hota fe-
reni non fono.mafe auuenga che più freddi fiano che grandi, al-
l’horaanticipando,anzi congelano che ributtano . Dinerfamen-
te da quelti fa Cacia,che non rafferena : percioche riflette in fe ftef-
fo, onde ne è forto il prouerbio ditirare è fe fteflo, come Cacia
Matatione, e fa delle nubi. Madella continuata fucceffione de venti fatta in gi-
fuccefsion de PUNT ; i ST S
AGE ro dell'vno all’altro vento: diciamo che fegua il paffaggio del So-
operazioni & le: percioche il confeguente fegue il fuo principio. Dunque
a 1245" fecondo il principio che è il Sole, fegue il mouimento de venti.
Diciamo in oltre che gli venti contrarii apportino;ò effetti fimili,o
| contrari:percioche Lebeccio,e Cacia,che chiamano Hellefpontia,
ARE ambi humidi fono. Argefte, & Euro, che chiamano Apeliore , am-
bi fon fecchi. Mal'Euro eflendo da principio fecco , finifce con
yentinenofi. acqua. Neuofi fommamentefono Mefe, & Aparctia: come che
-___, freddilimifono.grandinofi fono Apardtia, Trafcia, & Aigefte.
venti grandi- . i TO] rea ORE 3 :
sin caldi, Noto, Zephyro,& Euro. Empionoilcieldenubi, Cecia
vcnti nuuolo con fpeflezza, e di più rare nubi Lebeccio. Mataleffetto fa Cacia,
fi. perche riflette in fc fteffo , & è commune è Borea, & Euro: dunque
cilen-
LIBRO: NONO! 275
effendo freddo congela l’ariache vapora,c di confeguéza raccoglie
le nubi: in oltre eflendo di pofitura oriétale abonda di molta mate
ria,e vapore,cheegli fpenge inanzi. Sereni fono Apardva, Trafcia,
& Argelte,e ne habbiamo dato la caufa. Vengono con bal:ni,e oli
hora dettie Mele: percioche foffiando di vicino fonofreddi , c la
materia del baleno fa feparatione perlo condenfiméto caufato dal
freddo. Per la caufa iftefla alcuni di efsi fono gradinofi, pes lo pre-
ftoagghiacciamento che apportano. Mafono procelloli gli ven-
ti primariamente nella ftagion di Autino, &apprefio nelia prima-
ucra,& più de gli aleri venti AperCtia, Trafcia, & Argefic:percioche
le procelle vérono da véti che foprauégono a gli altri che foffiano.
Ilche hanno gli fopradetti, che fopra fanno impeto à gli altri che
prima foffiauano, come n’habbiamo detto la caufa . Diciamo an-
cora che gli Etefi] venti come fi è detto proprij dell’eftate , fanno
mutatione è coloro che habitano verfo Occidente ,e paflano gli
Aparétij in Trafci) argetti, e Zephyri,chabbiamo detto efler con-
numerati tra Borcali : dunque cominciando dall’Orfa finifcono
finalmente ne gli detti venti difcotti. Ma a coloro che verfo Leuan
te habitano fan da Apardtia giro ad Apeliote.
Varie confiderationi appartenenti alla dottrina de venti.
GiAD LV. Aut.
I x quì ariftotele dottaméte delle differenze nomi, e proprie-
G tà de venti: alli cui dettiaggiungeremo alcune noftre confi-
derazioni, parte in modo di effaminatione, e parte maggior com-
pimento di dottrina; acciò quelta parte relli quanto pofsibil ci fia
chiarita. Cominciando dunque dalla materia propria de venti fe
fial’ariaiftefla come molti Filofofi hanno affermato, ò altra fuftan-
za, come parche ariftotele affermi dicendo ; che il vento fia non il
femplice mouiméro dell'aria,ma il fuflo di eflalation fecca:c c'hab
bia origine, nel modo che fono li fonti de fiumi.Diciamo che ogni
foftanza fpiritale pofla efler materia de venti: e come l’eflalation
fecca métre eflalata dal fuo corpo ftà,n6 fi può dir vento, ma piglia
folamére tal nome métre corre, e foffia:cofi debbiamo dir dell’aria
edi qualfiuoglia fpezie di effalatione. ne altra differenza aflegna-
motral’efler, el non effer vento, chel dal mouerfi,ò non moucifi
l'aria, ò detra eflalatione. Quantunque non di ogni {pezie dimo»
uimen-
Venti ferenî .
Venti c0 ba=
leni.
Venti procel
loft quando, e
quali »
Mutation de
gli Etefîi da
un vento in
vi'altro,
Qualfiala p-
pria materia
de venti.
Il vento è me
uimeto di f=
fianza fpirita
le.
Onde uenga il
mouimeto de
gli venti è
Vartj modi
generatini di
vento.
Primo.
Secondo.
Quarto.
Quinto
Seflo .
Venti propry
de paeft .
‘Principio di
vento da ogni
parte di terra
276 DELL’HIST. NATVRALE
uimentociò diciamo: ma folamentedì quelche habbia flufso: il-
che è vna continuata facceflione dell'aria fegnente alla precedente.
Dunque nè il fumo, nèle nebbie matutine quantunque molte di
efse atfattofecche fiano, fi poffono dir vento:ma folamente il foffio..
Confifte dunque l'efler del vento non nella differenza della mate-
ria (piritale, ma nell’efler flufsa è non flufsa. Segue hora che in-
ueftighiamo qual fia il principio dital movimento. nelche farà
forfi ben fatto fe pigliandone argomento dalle cofe al fenfo mani-
fefte , trapafsiamo alle lontane, & ofcure. Veggiamo dunque il
vento generarfi altrimente da movimento d'inftromento che fpin
ge, l’aria,come fa ilfabello:& altrimente da coprefsione, come au-
ujene nel fiatar degli animali, owe tiratal'aria nel petto, di nuovo
fuori firimanda:e come avviene nel folle, che empiendofi nella.
{ua dilatation d’aria, dinuouo premuto foffia. & altrimente ne gli.
buchiche à concauità grandi rilpondono : oue auuiene,che il mo-.
uimento che poco è neil'aria {patiofa,fi moltiplicarittretto, e fi vai
{ce nel flufso del buco. & altrimente fe li da il ffuffo, e riflulso col
rifcaldamento, e raftredjdamento delle parti: come fanno gli artefi-
ci fpiritali:mentre rifcaldata alcuna cGauità in cui rifponda fiftola,
l'aria cacciata verfo fuori fi moue, perlo dilatamento fatto nelia
concauirà rifcaldata : qual dinuouo raffredata , fatto reftringimen-
to l’aria vi ricorre. Veggiamo anco altrimente dal corfo deil’acque
generarfi vento, come nell’aure matutine de fumi, e ne gli aque-
dotti, e nelle cadute di acqua da alto. Et altrimente da bolloridi
bumore, & altre materie, che rifoluendofi in fuftanza fpiritale fan
no vento, apportando violenza, e fchioppamento alli vafi che le
contengono. Cofi da vali couerti che tengano acqua, potfti prefso
al calor del fuogo, lafciato alcun piccolo buco, per cue foffi, fi ac-
cende il fuoco col fuo foffio. Horatrapafsiamo alle cofe che più
rimofse dall'intelligenzafono, veggiamo fecondo le differenze de
paefi efserui particolar proprietà de venti, & altri véri efser propri]
advn pacfe: altri ad altri. come nella Puglia è proprio il Fauonio,
ad altri il Maettrale : ad altri Borea. Nella noftraterra di Lauoro,
Borea, e Sirocco, &allevolte Lebeccio. Et efsendo ogni terra di
vento generatiua, più, è meno, fecondo che dibumore fia parteci-
pe, &cheda forzadi caldo fia toccata: non debbiamo alsegnar cer
to principio di luogo à gli venti: ma tutte le parti della terra egual-
mente quanto à fe ftefte eccetto quanto,o l'oltacolo de monti, ò il
corfo
LIBRO NONO. 277
corfo de ualli,ò alcuna apritura l’accogliefle:ò che la particolare ha-
bilità del luogo alla fua generation concorrefle: perloche non é ciu-
bio , che più dalle paludi, che daterra fecca, e pit da quefta, che da
paefi faflofi debbiamo afpettar abondanzadi eflalatione. Refta da
“confiderarfi come l’eflalation mofla, più uerfo una parte . che ver-
{o l’altra habbia da mouerfi,& onde pofla ciò prouenire. Pico dun-
que che non è dubbio , che in cidimporti molto l’oftacolo. Dico
che fe l'effalatione in pianofigeneri, e moltiplicata quelta habbia
il piano montofità da alcuna parte, mentre la materia moltiplica-
ta ha neceflità di luoco vue fi diffonda, e non l'è permeffo di afcen-
dere più in alto : percioche bifogna dar termine nel falire : ri-
trouando da vna parte l'oftacolo de monti: è neceflario che il
foto uada nella parte oppolta. e quella che in alti monti fige-
nera mentre moltiplicando non può nel fuo luogo contenerfi ,
che cali nelle piane : perloche per lo più l'impetuofità de uenti
fiueggono da monti defcendere , e fe alcuni uenti maritimi fono:
hanno oltre del mare a!tro concrefpamero de monti; onde detti ué-
ticalando rrapaflavo il mare. Dailecofe da noi dette fi può racco.
gliere che in uno ifteffo momento di tempo, in qualche cdilîanza
de paefi,da uno ittefio principio, potfono foffiar uéri molto diuerfi.
Bifogna ancora confiderare non folo il principio di fluffo prouenir
dalla terra, ma più propinquamente dall’eflalationi accolte, e dalle
iftefle nubi, che in vento fi fciolgono . e confiderar dette nubi rifol
uerfi parte in acqua, parte in vento, e parte in nebbia, ò in aria fere-
na.Dalche ne può feguire anco la circolar fucceffione de venti: per-
cioche cacciate le nubi in parte ue ritrouino oftacolo, iui ritenute
firifoluonoin vento, che diftefo fecondo linea orizontale diuerfa
dalla prima fa altro corfo di vento. Diique vna iftefla materia de nu
bi,& effalationi farà foggetto di diuerfe differenze di venti, diuifi
dinome, fecondo le parti dell'orizonte:nelqual modo nella pianez
za della Puglia habbiamo offeruato più volte il Fiuonio mutarfi in
Maeftrale, & il Maeftralein Borea, &alle volte farli circolatione
dall'vno nell'altro , quafi per tutto il circuito dell'orizonte. Hora
quanto alle qualità del caldo, e freddo,bifogna flimar quefto auue-
nire cofi dal luogo onde eflala, come dal luogo per oue pafla. per-
cioche non debbiamo dubitare che l’eflalationi che dalle neu fi
fciolgono, fiano più fredde di quelle che vengono'dalla terra fem-
plicemente bagnata, & humorofa. Cofineltranfito per vue paf-
Aa fano;
Una terrapiù
che vn'altra
effer generati
ua di vento.
Perche l'efa
lation fi mona
più verfo una
che verfo vn°
altra parte.
Da vno ifeffo
principio pof=
fono in varij
paefî fofiiar
nenti varij.
Venti che vé
gono dalla vi
fotution de us
bi.
Continua fuc-
ceffione, e mu
tation da vn
vento in un’ al
0.
wiffeTa par
ticolar mate-
ria fucceffina
mente piglia
vary nomi de
venti diuerfi è
tr
Vv
Dinerfe quali
tade uenti,ca
de dipendono.
Fauonio afpo
Pugliefi,e [ua
qualita.
Qualita de 4?
ti onde depen
dono.
Venti altrone
hanno aitre
qualità.
Venti varia-
mere altroue
portano piog-
gie, altroue fe
renità
Oggetto de
monti ritiene
le nubi,
Venti varia»
mente copro-
node nesi le
parti motane,
e le parti ma-
rine,
278 DELL’HIST. NATVRALE
fano : generalmente fi deue ftimare; che li venti che dalli pacfi
Meridionali vengano fiano più caldi di quelli che dalli fettentrio=
nali : quantunque nelle particolari difierenze de pacfi alle vol-
te TORE auuenga , come veggiamo nella de l'Oltrog
che quanto alla pofitura dell’orizonte farebbe il più di tutti cal-
do efier nondimeno men caldo del Fauonio. Già ho detto del Fa-
uonio che: appo gli antichi.era? ifteflo vento Ponentino.Hora a appo
Puglieli,& glia ii dell’ifteflo tratto di terra, fotto detto nome è chia
mato coli ih vero Ponente come soc tandillo verfo Meriggio, nel-
la genera! diuifione detto Lebeccio. Il Lebeccio dunque, & l'iftef
fo Ponente ambi fotto nome di Fauonio appellati in quefte corrade
fono caldiflimi,& infogatitlimi,e fegnatamete nell’eftate,e tépi fec-
chi, onde DI eo quiui gli corpi de animali ammalati,e l’infiac-
cano,e l’ifteflo fanno nell’herbe: &a c6trario Borca gli follena; eri-
crea. Diuerfamente da quefto auuiene nella pendenza contraria Ver
fo il mar noltro: perciocheBorea fi (ente più tofto difleccatiuo,e nel-
l'eftate caldo, & infogato . Il Lebeccio , e Ponente riftoratiuo de fe-
minati, e della campagna. Vedefi danque cheli venti, fecondole
cOtrarie pendenze cotrariamente operano . è quelli che altroue fec
chifono, altroue humidi fi fentono:e che ciò nò folo dalle differéze
orizorali,ma anco dal fito della terra habbia mométoL'iftefla cofi-
deratione fi fa nel fereno e nuuolofo, nellecco,e piouoto . nè fono”
l’iftefli venti nel comune de paeli di effeno fimili; anzi quelli chel.
trouve cargano de nubi,e pioggie; altroue fono fereni:&à contrario
li fereni in vn pacfe; in altriturbidi fono: perlocheli venti meri
dionali maritimi che nel tratto di terra noftro Napolitano portano
pioggie, ecargono l’aria de nubi:fanno nella P. glia cotrario effetto:
duque poitàdo lenuuole fino a gli vltimi termini de mot, che cò la
parte piana della Puglia cofinano , cargado le fommitaàdidetti moti
fofano pia Pugliatutta chiari; ARChO o Borea,d il Maeftrale,ò Leua-
te ripigliado il fofio porti le pioggie. Quindifi puofiimare che al:
racco: glimento delie nubi, e generation delle | pioggie faccia molto.
i ‘oggetto della terra,e de moti,c che Raro) live marini portadola.
confifteza delle rubi &eflalationi contro di detto oggetto cumula-.
dofi la materia Ghaluchtie fi rilafla in pioggie , E :he non fan-:
nol’ettalationi, che tal rattenimento non hanno. Ne fegue anco:
che altri venti nelle piane;e vicino lemaremme, altri nelle - parti lon:
tane, emontuofe le loro pioggie, 0 neui portino ; come il Si
nella
Lo
è
LIBRO NONO... 279
nella Pugliaiui detto fchiauonefca,carrica di neue Je parti mariti venti che car
me, e piane vicine:perefler di quefta parte il pacle aperto, & sport ricano di nes
fto al fuo foffio. Ma.il Maeftrale ad efli detto Maiellele da Maiel- , cui
lamontedi Apruzzo, carricali monti, ele parti alte, Percioche è. vent. ché
dalle parti in, edi vicino viene L’ifteffo fa Borea, che quantunque a,
difcoflo venga: nodimeno per l’Oftacolo del monte Gargano grani
parte della piana Pug 7lia ne vien dalle neui da eflo portate dio
Si rende caufa di molte cofe ofermate nella natura de venti .
rie ArSa
A LLE cofe già. dette potremo facilmente ali cani di
DD quanto gli antichi nella varietà de gli effetti caufati da venti
ci lafciarono annotato:e perche l’iltefli venti che in Grecia apporta- perche bifef
no pioggia: nell'Egitto fiano fereni:già che l'Egitto nella pofitura e fi verzi che fo
qual: tà, paragonato ni maggiore al minore non i malamente alla Pu- Si ak:
glia rifponda, e la Greciaal lito contrario ,e pendente verfo Merig Lia in Egit
gio: qual'è la noftra Campania. Intenderemo ancora la caufa della ‘© % DE
lunga ferenità nell'Egitto: perche habbiamo detto il rattenimento ali
delle nubi farfi d all'oftaculo demonti, che quiui eflendo molto l0- © dpezlia,
tani, non danno occafione alle pioggie. Quanto alla contrarietà de SI
venti che non foffino infieme gli venti contrari, diciamo noi che Perche in £-
ciò non aniERgPile, mentre l'vnofiainferiore, &à terra vicino ca Se quafi
l’altro fuperiore, e nella più alta parte dell’aria. 1lche la continua Dir ATIAE
fperienza ci dimoftra nel mouimento delle nubi: percioche nel cO- che di none
trafto de veti, fe noi ftando pigliamo con l'occhio alcun termine fta o
bile Jdal paragone di cui pofsiamo confideraril mouimento di efle tempo contra
nubi, vedremo le nubi inferiori verfo una parte , le fuperiori rift
verfo vn’altra mouerfi, & alle volte di mouimento affatto contra-
rio. echegli venti à terra propinquifi fiano più potenti à d difcacciar il Perche li nen
vento contrario, € fuperiore è cofa alla ragion conforme: per» I Ae
cioche la fodezza della terra le fa fpalla , e le porge aiuto a ri- ia
buttar il vento contrario. Segue hora che confideramo la diui- 0.
fion dell’Orizonte nel fito de ali venti:e come diuerfamente fia l'orizonte nel
ftata da gli autori confiderata. Diciamo dunque che tutti han con- È sai
fentito nella prima diftribution dell'Orizonte , e nella colloca- 3 °
tion de quattro venti principali,dico di Tramontana,&del fuoop-
ofto Mezzogiorno, e diLcuante, & dell’ oppofto {uo Ponente, Tr
Ma fono ftati diuerlì nell ordination de venti tramezzi: percioche #r0uenti a
Aa 2 eflen= ©ipali.
£35 DELL'HIST. NA'TVRALE
effendo fecondo la pofition di detri i quattro venti principali, diufa
SM l’Orizontein quattro quadranti: altri foprà’diuifero ciafcun qua
vifonenétig, Arantein parte dae, altri in tre. Duriquè fecondola prima diuifioné
altri 13. * vengonotrali quattro principali collocati; altri quattro venti ché
dannola farma tutta di otto. e nella feconda diuifionetra lî quat=
tro principali vengono otto venti, che dan la fumma tutta de venti
Diuifionene- dodici La prima a diftributione detri in'‘otto venti fù da alcuni
liwenti 8 fse- de gli antichi riceuuta; & hoggi ccommunillimaà naviganti. per
ta da Vieri Joche polti nella diftribution ‘dell Orizonteli nomi antichi fecodo
fono da Vitruuio narrati foggiogeremo li nomi de tépi noltri . Du-
que il fofho dal ponto del polo fu detto Setteritrione: ‘oggi il:chia-
l DESCRIZZION DE PENDI SECONDO IL MODERNO PsO. +
Sertentrione.
MIO è
ala:
"Tramontana è | ©. LIS fi: RIOVNOIC OS
te La È
: « Cauro. ul:
Maeftrale, Aquilone
‘ Garbino. Greco. '
x I
pi Toni Solano.,
CA Gai ILEREFTIPALA ) Lenante.- SIE
s. CpAYIO. Apeliote a. 197
|
Lebeccio. Ve |
TTI
a Oftro.
a Mezzogiorno è
miamo Tramontana.dal luogo oppofto di mezo giorno fudetto da
tà gli antichi come hoggi il Bebo: Auftro. dal poto cue nafce il Set
lc a tempi di equinottij,fu detto Solano, da Greci Apeliore, hoggi il
‘ diciamo Leuante.e dal poro owe colca ti detto Fanonio,e Zep! 3yro,
hoggi il diciamo Ponente. Trala Tramorana,e Leuate da gli antie hi
fu i polto Aquilone,c ‘hoggi chiamiamo Greco.Tra ceneri onbe Po
néte,Cauro,C ds: TERUEIOAO maeftrale,altri Garbino. Tra Leuare
uo e Meriggio, Euro;ci loggichiamiamo Sirocco Tra Ponéte e Merig-
Ria giò, Affi igo,C HOgsI diciamo Lebeccio.La fecéda diuifione da molti
ventina. Antichi vfata,& hoggi lafciata del tutto, fesucla diuifion de circoli;
è da gli aftrologi vficatai in parti dodici: nea qual: ‘iuifion ciafcun' de.
| quattro
Sirocco.
Euro.
LIBRO NONO. 281
quattro principali da due collaterali:nella narration de quali fegui-
remo le uociufate daTolomeo,duqueallaTramotana uerfo Leuate
fegli da Borea collaterale:c uerfo Ponéte, 0 Zephyro,fi da Thrafcia.
AlLeuante uerfo Tramontanafe gli dà collaterale Cacia: e uetlo il
Meriggio,Euro,oVulturno.alPonéte ò Zephyro uerfoTramotana
fegli da il Iapigio:seuerfo Meriggio fe gli dà Africo,ò Lebeccio.al.
l’Oitro, ouer Noto, che uiene dal Meriggio : verfo Leuare fi dà Eu-
ronoto: e uerfo Ponente Libonoto. Quefto dunque è l'ordine de Aa
venti quanto alla diftribution dell’Orizonte. Ma non fono perciò dial di
in ogni luogo tutti detti foffij conofciuti , e fecondo la difpofition cuite dell'ori-
et . Li; : gote fono ma
del paefe altri altroue foffiano: perloche non debbiamo maraui Sifefli inogn
DESCRIZZION DE VENTI SECONDO TOLOMEO, paefe»
Tramontana +
Settentrione .
Thrafcia. Borea.
Iapigio, Cacia.
Ponente. Apeliote.
Zephyro. Leuante.
) bj TULA
Africo,
EUr0 è
Lebeccio.
p ulturno»
Libonoto. ” Euromoto.
oftro.
Noto.
gliarci che Ariftotile fia in dubio de gli collaterali, di Oftro:percio- ECORRI
che in Grecia eflendo la parte uerfo Meriggio, maritima, c lontana ciali collate-
dalla terra oppofta:appena ui peruengono. Habbiamo deferitto li rali di Offro
venti,quafi che ciafcun dal fuo proprio pito uenifle:bifogna nodi- Me
meno darli larghezza, fi che il circuito tutto uéga da detta diftribu- Yeni nor5"
: DIRI . . intendono da
tione occupato. dico che fe fia fatta la diuifione negli uenti otto, fi }, falbonro
darà l’ottaua parte del circuito dell'orizonte per ciafcun vento, ma da una
e fe fatta in uenti dodici , fe eli darà la parte duodecima: ma nt di cir
in modo che il ponto della diuifione principale s'intenda fem. 10
pre nel mezzo di detta porzione. Hora farà ben fatto trasferir
la confideration de venti nell'ufo della fanità : dico quali fiano
Aug le lo-
De uenti altri ©
fono vaiuer-
{ali aleri par-
ticolari.
238 DELL'’HIST. NATVRALE
le loro qualità, e come debbiano efler difpofte le città, e loro ftra=
de, che quanto men pofhbil fia dal fofilo de venti patifcano Lotant
Differenze sé proprietà de’ nenti. i 5 A
Gapritaos ee USI
L vento è mouimento dell’aria: ma CA du maniere de venti‘
dico che altri fono venti vniuerfali aleri, venti particolari:par=
ticolari fono quelli che. fi affegnano allecontrade:vniverfali quel-
li che per tutto ritengono l’ ilteTo nome , perche non fegli aflegna
luogo onde Lina , Dunque li particolari feguono la proprietà
de gli luoghi, onde eflalano, e mentre vengono da luoghi fani, fo-
no fan, mentre da luoghi mal fani, fono Ch fani: ma per darne
Confideratio-
ni de véci par S
ticolari è
venti da ca
pi.
penti Wuuer
Sali general.
mente miglio I
riche li par-
ticolari.
Paragone tra
li nenti vai-
uerfali.
Proprietà de.
uent auftrali.
Cauro manie- a
ra di Oftro.
più (petial dottrina, dico) che de gli venti,quelli che da terra vé-
cono fon fecchi, quelliche dall’ acque humidi: é quelli che d da ma-
re fani; e Ceonatamente Pinucrno,ela primauera:ma l’eftate fon più
caldi che douerebbogio . Quelli che da fiumi,fono più humidi de
gli detti, peggiori d' imucrno ; € migliori dieftaté, Quelli che ven-
gono da ftasni fono de gli voi, € © gli altri peggiori. Petlimi tra
tutti fono quelli che nafcono da paludi, né fitamano. buoni in al-
cun tempo buoni fono quelli che vengono da campi, e terra libera
& aperta.Ma generalmente tutti gli venti particolari, fono men
buoni de gli vniuerfali.E nella dicono vniuerfale fanifsimi fono
gli Bagicali. Gli Zephiri che fono propri) del ponente; fono alguan
to humidi > ©piaccpoli, Pan fan a pari di Borea, ma miglio: de
gli altri. qui e cotrari] alla fanità fono gli Euri,che vengono dal
nafcimento RR Gal WIN caldi iono l’Olîtro Sue? vien dal
Meriggio egli fue due collaterali, e percio aggranano la telia: ma
auuicne alle volte, che il detto o. non fia humido,ma fecco»&;
li’hora è chiamato Cauro. Qual fpetiale maniera di Oftro detta
Cauro foffia continuo, & hà violenza. L'altro Oftro primo detto è
molle, elento di to che non fi conofce il fuo mouimento nel-
Faria, c nelle nubi, & è fempre caldo : ma quelche è chiama-
i paefi ] ontani,
to Cauro alle volte manifeftamente fi fente freddo , e vien da
e montagnofi: onde porta feco la freddezza, ela
violenza del (E Bo: oue l’altro femplicemente detto Oftro, vien da.
paefi vicini, e balsi, epercio foffia piùlento, & è adiqualtrà calda,
€ graue.
Bilo
LIBRO NONO.. 283
Difcorfodell'autor fopra le cofe dette da Galeno, et Antyllo,
CiARI!/'VEL Aur.
S I offerua dunque da vna ifteffa fpiaggia, foffiar venti di qualità ,,.}e ro-
contrarie.Ilche auuicne perche quantunque,vengono fecon- firo nelii paefi
do iiicf{sa linea:non percio illot nalcimento è da vno ifteflo prin pari hi
cipio, qual altri piu, altri men difcofto hino. e che variaméte fiano FITTA
li nomi de venti da detti autoririceuuti:percioche il nome di Euro fard leggier
da Vitruuio polto fegnatamente nel luogo tra?l Meriggio,e’l Leua- 7° ie
te,hoggi detto Sirocco,da Galeno fi dà al Leuante.e neli’iftelo mo- Nomi de uen
doèda Antyllo ricevuto . Il Cauro fecondo Vitruuio all'Euro op- E. dt a
pofto, che è il luogo tra Settentrione , e Ponente, c'hoggi diciamo o i
Macftrale,da Galeno fida al Meriggio mentre gagliardamente fof-
fij: percioche mentre è di fofhio piano , tiene il nome commune di
Oftro. in oltre habbiamo detto:che’l Fauonio nella Pugliacompré- ,.g sta
dafeco il Lebeccio, vento quiui:tragli venti tutti pefsimo: e non- quanto hab-
dimeno Antyllo celebra il:Fauonio fopragli altri venti tutti,eccet- ciano varie
tuandone Borea. e cofi veramente altroue efler fi rituoua. L'in- Gue irta leeon
control'Euro vituperato più de glialtritutti, quiuie falutifero fot de pafi
to nome di Altino,imitando nelfoffio gli Etelsj:percioche comin+
ciaà foffiar dopo alcunehoredi giorno .e come il Fauonio quiui fi
eftende fino al Lebeccio,cofil'Altino fi eftende fino al Greeale : c6-
trarije di pofitura; e di qualità. Habbiamo dunque viftocome cò
maniera contraria,l’iltelsi venti altroue falutiferi, ‘altrove pefsimi
fiano ,emal fani:e che feguono in ciò la poficura della terra, e ma-
re altrimente difpofti. Hora vediamo con Vitruuiolaragion di
drizzarle ftrade delle cittàcontro gli uenti, fiche da detti quanto
men pofsibil fia, nevengala citta offefa.
Come fi debbano driziziar le flrade delle città incontro a’ uenti .
CURSI Lar. Di Vitruuio.
AraANNO bendrizzatele frade della città , mentre con pru-
denzafidiuertiranno li venti da gli capi delle {trade : percio-
che fe freddi fono offendono, fe caldi corrompono, fe humidi noc
ciono. Debbiamo dunque vietarquelto mancamento , e far che
non
2 dti
284 DELL'HIST. NATVRALE
xitbylene ci non li aunéga quel che auuiene in Mithylene città dell’Ifolalesbo,
rà mal ditbo- edibicata con magnificenza, & eleganza:ma collocata non con mol
fia quali còtro D ° ; a E
vuttili ueari « 12 Prudenza:oue mentre foffia Oftro gli huomini fiammalano, mé-
tre foffia Cauro hanno tofle : mentre foffia Tramontana vengono
in fanità,ma perla violenza del freddo non poffono ftar nelle piaz-
ze, e nelle ftrade: perloche per vietar fimili inconuenienti fi potrà
si debbono fare nelmodo feguente. Fattala diuifione dell’orizonte nelli venti
drizzardan- otto, Ediuifala pianta della città in Ifole,fi drizzeranno gliangoli
ni prua delle I{ole incontro li venti molefti:e ne refteranno le ftrade da ven
controliutti, ti libere. Aut. Ma alquanto diuerfamente da quefto c'infegna
Sabino.
Come fi debban difponere le frade delle città.
CAP. IX. Sabino.
ciali E le ftrade fiano dritte;e parallele cofi per lungo, come per tra-
Lele choceii uerfo , fiche per va verfo vadano da Leuanteà Ponente, e per
se, verfo Tra l’altro da Meriggio à Tramontana ze fiano dette ftrade da ogni im-
of: ch pedimento libere, farà la città di aria fana, ben illuminata dal Sole,
Effetto delli‘ e ben da venti foffiata:perciocheli venti quattro principali, che fo-
I L no, Borea, Oftro, Leuante, e Ponente, fe ne {corrono ordinatamé-
difbofRte neile te per le ftrade drizzate al foffio loro: e non hauendo intoppo che
firade. — ritengail foffloloro,difcorrendo perle vie non apportano violen-
oferni det 508 Mentre dunque cofì difpofte le {trade fiano li venti, e fumo, e
le nelle fee. polue, e l'efalationi tutte che vi fiano, ne difcacciano: e di piu il So
le e nafcendo, e colcando illumina per lungole ftrade tutte,che fo-
palla inegual no perl’vn de gli due detti verfi : e di Meriggio riempie di luce le
23, ftrade, che fono per l’altro verfo. Che fe non fiano le trade cofi di-
nutro diué- fpofte, dico ne pofte di pari, e con egual diftanza:ne dritte, ma pie+
ta più e più cate: e di più non fiano difpofte dritte alli corfi delli venti detti, di
ara ; neceflità ne auuégono turbationi nell'aria; perche métre dette ftra-
so nell'aria. detengono non vno, ma piùverfi , da vn ventone rifultano più.
E fe le ftrade non hanno efito,il vento non ui penetra, ma commo-
ue folaméte l’aria. Et fe ondeggiano,il uéro fa varie rifleffioni: & in-
correndo in qualche ftrettezza, dopò fi dilata, e fi diuide . Percon-
trario anco auviene che li diuifiin più, firaccolgono in uno : onde
ne prouiene inegualità nell'aria , qualcommunicata alli corpi de
gli animali, impedifce le operationi della concottione , e digeftio-
ne.
TFR NDN ÒI 235
pe; L'ifteffi inconuenienti auuengono nell’ illuminatione farta da
Dall'iteffe .
raggi del Sole: dico che perl'iftefle cante apportano inegualità,e ne feno impedite
vengono le effalationi della città non difciolte,e difcacciate, ma va-
riamente mofleè, el'aria alterata.
7, omparatione delli detti di Vitruuio, e di S abito Î
Cer
D Ar chefivedeche Sabino contro il paret di Vitrutuio ftima
etler molto migliore Te trade efier drizzate i gli venti, e fe-
le)
gnatamentea gli iquattro detti principali: echetanto per. lo purga:
mento fatto da, clli venti,quato per conto del Sole, lacittàft goderà
dell'aria purgata, c fana:e che il drizzar incotro li véti ghi angoli ap-
porti nell’ aria conturbamento,& inegualità. Ma dun inconuenien
le operationi
del Sole.
vd
Il parer di Sa
bino più loda-
to, che di Fin
truuio»
ti fi: actrelcono, ou: Ò fial'inesual diftributione delle ftrade, o :
chenon fecondo 1Redo verlsfiaiio difbofte:ò che in fe ftefle a
no curue, e piegate. Gli Oftramontani, c'habitano le parti della
Germania baffa,e cchannola Tramontana potentiflima non dando
otecchieà quel ehi Vitruuioinfegoa;drizzano quanto poflibil fia
le trade al fuo foffio.nel qual made hauendo il potente vento il cor
fo libero, per le dritte reftano le ftrade trauerfe quiete , Ma oli fiti
che fono à quale chenociuo, e mal fano vento, foggetti 0 fl ELL
no nel tutto fuggire, è > o forzati di aio all’alere
ftrade libero uo chiuderemo l’adito delle firade, & habitatio-
n'ijcontro detto vento.Sin qui delli venti. Segue che} ravioniamo di
quelle cofeche dota all’aria,& all'acqua, eparte alla terra comunifi
ftimano.tali fono ic pioggie, rugiade, brinic, nubi, caligini. Nelche
cominciaremo da quel che nrificiele neldetto {ogg getio n "in fegna.
Della ceneration del sapore, nube,nebbia, c pioge cia.
i € AP. XI. Arift.
VPPONIAMO cher il principio cite mou, & è caufa delle co-
fe,fiailcircolat mouimento del Sole, eche dal fuo accoltamé
to3 E difeoftamento ne fegua quel che quigià fi fà cf fi disfà. Dun-
que ftado laterra,e l'humido d’intorno di efla,dalli raggi,e da qual.
{inoglia altro caldo foprano vaporando fe ne vàsu, e nente ilcal:
do; chel hà inalzato l'abandona, parte di eflo; fe ne difperde; ap-
ada partan-
Germani bafi
drizzano le lo
ro firade ‘alla
Tramontana
ini potentifi-
ma.
Gli lumi deb-
bono effere
dalla parte cò
traria de uene
ti nocinii è
Il Sole princi
pio del farfi,e
disfarfà delle
cofe
Vapore aban.
donatodal cal
do ricala in
acqua .
(be cofa fia
vapore, nube,
encobia.
Nebbia fe-
gno d: fereni-
1a.
e4cqua,
aria fono di
vna ift-(P fas
fiaza : qual ju
fianza afcen-
de informadi
vapore,e rica
la in forma di
acqua .
Goccie, e piog
gia è
Che la diffini-
tione data da
esrift. della
nube fia mal
affegnara .
Nebbia Jec-
Cda
28,6 DELL’HIST. NATVRALE
partandofi nel luogo piùalto,parte fe ne {morza. Quindi fegue che
Il vapor dio coli per eflere abandonato dal caldo, come per
la freddaconditione delluogo oue fitroua, di nuouo fi cc 16
dalla natura acrea pafsi in acqua, e ina acquaricali nella terra,
Il vapor dunque e eflalation fatta dall'acqua. Nube e condenfamen-
to del vapore in acqua, È nebbia la reliq via della nube paffaza in
acqua; perloche la nebbia è più tolto fegno de ferenità, che di pios-
gia, e puo dirfila nebbia efler quali nube flerile. Et in di fi fa
giro fimale alla circulation del Sole ; dico che comeil Solehoraà
noi s'accofta, hora fi (colta: cofì i quella materia hora afcende in va-
pore, hora de (ARIE in pioggia. anzi debbiamo intendere, vna fo-
ftanza commune all'aria, & all acqua, che vada.in su, &in giù: dico
che effendo vicino il Sole,uà in fuun fiume de uapori,& difcefiai
dofi uiene in giù un aa di acqua. e quello conordine perpetuo;
perloche fi può ftimare che gli antichi parlando ofcuramente della
circolazion deil' Oceano,di quelto ragionaflero.Hora eleuidofil'hu
mido perla uirtù del caldo, e STA terra per lafreddezza, fe-
condo li uarij effetti, s impongono linomi. Et effendo quel che
cala poco , e diuifo, fd dicon goccie; eflendo più fpeflo, & in copias
fichiama pioggia.
Difcorfo dell'Autore,fopra le cofe dette da eAriftotele».
(GeABuit Madabr Aut..
A noi alquanto fondo da Ariftotele. Prima non con-
M fentiamo alla fua diffinition della nube: dico che fia con-
deofamento di uapore in acqua. e prima perche fe fuflele nube cf+
falation condenfata in acqua, non farebbe più nube, ma pioggia.
Inoltre gran AE delle nubi non calano in pioggia: quantunque
niffuna pioggia fia (enza nube. c molte delle nubi fi rifoluono in
uento: e di quelle ifteffe,che fono di acqua pregne, dopò che fiano
deli” acqua ci ic. reftano nondimeno nubi, non più habili à dar
pioggia. Diso dunque la nube cffer corpo condeniato da eflala-
tione. e quanto alia confiftenza delle nubi : accioche in quefta par-
te anco diamo qualche aiuto all'intelligenza di effe; diciamo che
fi faccia alle uolre tanta tenace e ligata in fe Mella, che fi diftens
dano dalla fua cofiftenza forme nell'aria fimili alli diftendimenti
che uediamo farfi delle materie tenaci: cofi habbiamo ofleruato
pen
LIBRO NONO. 287
pender più hore da unagran nube vna molto lunga, e fottil coda
fpinca hora in vna, hora in vn'altra parte.E quanto alla nebbia i:0b-
biamo manifeliamente ofleruato due fpezie di nebbie, l’vnafecca,
che quattique dimorado in elia n6 perciò fi fente humidità in parte
alcuna del corpo,in quefta diqueti fente il corpo fecco,&efla neb
bia fl fente {peilo,& alle narici,& agliocchi molefta, p l'acrimonia
della ua fuliginofa fuftanza. L'altra come preflo gli humi, e palu- Nebbia bus
diefier fuole; bagna ilcorpo cheineflo dimora , quali fufie ftato mida.
in acqua. e nondimeno cofi quelta come l’altra è detta nebbia:
perefler confiftenza contiguaà terra, e matutina , che non men che
l’altra dal Sole che s'inalza fi rifolue. Siano duque diftinte dette due Quel che fi
fpezie in detto modo. onde fi potrebbe forfe ad Ariftotele opporre potrebbe op-
che quantunque fia la nube ftcrile, e di acqua priua, non percio fi e
debba dir nebbia: come habbiamo detto auuenir delle nubi fcar- pra si diffni=
ghe diacqua.ma che fpetialmente fe dica nebbia quella che occupa 4 della neò
la parte bafla, e continua a terra: perciochela vulsar comniunanza
«degli huomini ponelinomi alie differenze manifefte.
Deila rugiada, ebrinache cofa fiano, € che fi facciano preffo la
la terra. CAP. XISI° Aritt
TA rugiada,ebrinafigeneradiquel che effalando il giorno,
i_y perlapocaforzadel caldo nonafcende , e non fi accoglie in
‘nube:ma ricala, raffreddato lanotte. fallita Brina, mentre il vapore ,,,, nica
anzi che fi faccia acqua preuiene in congelarfi: ilche auuiene l’in- cialebrina.
verno, & in luoghi di condition tale qual'è Pinuerno. Ma la tu- cone fi fe
giada fifa mentre il vapore s'infpefsifce in acqua,ilche auuiene me- ca la ragia-
tre nonfiatanto il caldo, che diffecchi detto vapore, nè tanto il fred- “4°
‘do, che lo congeli. e percio richiede & il luogo, e la fiagion dell’an-
notepida. e propria dunque la rugiada della ftagion & aria tempe-
rata: mala brina detempifreddi:percioche [el vapore è più caldo
dell'acqua, hauendo feco ancora il fuoco che l'hà eleuato, ilche non
hal'acqua: e di ragione che fi congeli con maggior freddo. Hora rugiada , e
cofila rugiadacome la brina fi generano à tempo fereno, e tranqui! È” ca
loda véti.percioche feltempo fereno non fufic, il vapore non fi ele- ting. * 0
uarebbe, e fe ventofo fufle non fi condenfarebbe:e che fifaccia da
vapore non molto folleuato; fe ne hà manifefto argomento, perche Ripiada ci
negli montinon fabrina Dunguefifolleua in iuoghi caui, & hu aa Ù
SERIA midi: baje.
288 DELL’HIST, NATVRALE
«midi: oue il caldo chela folleua quafi aggrauato dal pefo fouerchio,
e più che la fua forza comporta, non può folleuarla più alta, mala
ritafla di vicino, Mavièvn'altra caula, perche in paefi alti non fi
faccia la rugiada, &èche nel paefe alto l’aria ftando in fluiio, e mo-
rugiada fare Bimento , fcioglie tal confiftenza: in oltre la rugiada in altri paefi fi
pidi oRrves fa a tempi di Olftro, e non di Borea: eccetto che in Ponto, cue
cr he i» è contrario, fi genera a tempo di Borea , e non di Oftro. Del.
a tempi dio Che ne diremo la caufa:& è, che quantiique la rugiada fi faccia in té-
rea, pi temperati, enon d’inuerno. e l’oftro faccia fiagion temperata,
Borca inuerno, efsendo di natura fredda,e percio eftintiuo del calo-
In potro la re. In Ponto quefta ragione non hà luo go:perche iui la temperie
DO. di Oftro n6 hà tiro vigore, che pofla follenaril vapore:e la freddezza
gione . di Borea puote per oftacolo,e riftringimento accrelcere 11 caldo,on-
de p ragione affatto alla primacétraria,, accrefciuto il caldo fi fa più
vapore. Di quelche fi è detto ne portiamo argomento dalle cofe
che veggiamo , giàche li pozzi vanorano più di tépo di Borca, che
di Aulftro. Mavi è quefto,che nelli tempi di Borcali vapori fi {mos
zano,anziche fe ne raccolga moltitudine, & a tempo dioftro fe ne
raccoglie moltitudine,
Difcorfo dell'Autore, foprale cofe dette da cAriffotele
nella rugiada. Cibo \xaw; Aut,
VotL dunque generalmente Ariftotele generarfi la rugiada
dal vapor per lo giorno inalzato. ma che negli pacfirempe-
rati quefto fi raccoglia à tempi di Oftro, perla fua temperie: & in
Ponto paefe freddo, à tempi di Borea, che per la freddezza facendo
de oftaculo al calor fotterraneo, l’accrefce, onde aiuta l’inalzamento
ara del vapore che diurnalmente fi accoglie. alla cui opinione come va
aifiravie. ria, e diffonante non pofliamo in modo alcuno confentire: e prima
Pro as”, Oopponiamo , perche hauendo già egli ben propo!to , che la ru-
Popinion di Giada non fifaccia, fe non à tempi fereni, etemperati. perciò quan-
virifotele. tique Ponto fia paefe più della Grecia freddo, tal freddezza nò deue
portar contrarietà, ma folamente diuerfità di tempo:dunque le ru-.
giade chein vna parte dell’anno anticipataméte fanno in Grecia: in.
Poro dourebbono eflere in parte dell’anno più tarda:fiche la téperie;
secondo argo dell'aria a tépi delle rugiade fuffe eguale, e la varietà folamente nelli
MENTO è s © Ù * e;
220°. giorni dell'anno. Quanto à quefto dunque non bifogna cercar co».
trarie
LIBRO NONO. 289
trarie ragioni. In oltre mentre vuol che Borea con la freddezza fac
cia oftacolo, & accrefca il calor fotterranea, fuppone tempo eftre-
moin freddezza, ce nondimeno hà egli detto , che le rugiade fi fan-
no folamente in tempi mediocri. non pofliamo dunque in modo
alcuno riceuere in quefto il parer di Ariftotele: c tanto più, che ne Cafe pehete
habbiamo fperienze, eragioni manifefte, pigliate dalle pendenze, psi io
& affacciaméti de paefi, fecondo le piaggie da noi altreuolte nota- soin tempise
te. Dico che nelle parti d’Italia, che affacciano al meriggio, & al #44.
mar mediterraneo, il tempo di Borca , perla ficcità disfa tal confi-
fiéza, comeanco fadelle pioggie,& il tempo di Oftro, edi Lebec-
«io, che in Puglia chiamano Fauonio per l'humore gli è in fauore.
Nella Puglia auviene il contrario : percioche il Fauonio come dif- ni da t
feccante confuma tal confittenza, Boreale da fauore:come anco fa SIA cera
nelle pioggie . L’1fteflo dunque debbiamo dirin Ponto ‘0ue feco- modo che fà
fideriamo la pofitura del mare al paefe,è l'iftefla ch'è dell'Adriatico ‘ P0#0
alla Puglia. Perloche conchiudiamo auuenir fempre,fecondo una
ragione iftefla : e diciamo larugiada cfler effetto, che non ecce- , eferizzion
detempodi vagiorno , e generarfià tempitepidi,e fereni,c quie» della ruziadto
ti davento : percioche il vento dista tal confiftenza. e che fecondo
li giorni fono diuerfi , e partecipi della condition dell'vno,ò l’altro
vento, fiano atti alla rugiada: eche le virtù di detti uenti fiano di-
uerfe, fecondo le pendenze-perloche altrove Borca,altroue Oftro,
\ tal effetto fauorifcono , fecondo che in tal contrada han uirtù di
diflecare, 0 accrefcer l'humore. L'ifteflo dico de glialtri venti.
In oltre le rugiade foprabondano nelli pacfi bafsi,& acquofi, e che
naturalmente abondano di humore, più che altroue .
Paragone tra la pioggia , neue egrandini, corpi che fi apprene
donoin alto : conlarugiada, e brina, confi$len-
ze, che fi fannopre(fo terra.
CAP, XV. Arift.
M A l’acquaguiui in terra non fi congela nel modo che fa nel-
le nubi:percioche indi vengono tre maniere de corpi appre
fi per freddezza: dico acqua,neue,& gradine.de quefti, due ne fono
corrifpodenti à due altri che fi fanno nel più baflo:& hanno if efle Paragone tra
caufe,diuerfi folamente nel più, e meno, e nel molto , ò poco:dico 1) pioggia, e
che la acue ècorrifpondente alla brina, & la pioggia alla rugiada. Scar
Une Ma
va
ion DELL'HIST. NATVRALE
Mavi è la differenza del molto, e del poco: percioche la pioggia fl
fi dal malto vapor raffreddato: alche cocorrono ilgran luogo oue
ouefiaccoglie:il molto rempo nelqual fiaccoglie:* il molto paefe
oue fiaccoglie. La rugiada viene dal poco: dico che la raccolta è di
vn fol giorno, & il luogo cue fi accoglie è piccolo , pcioche veggia-
moraccoglierfi fubito in una notte,e la quatità dell'humor efier po
Paragon ra C2» L'iticile differenze allegnano alla neue, & alla brina; dice che
la neue, ela congelandofi la nube , è neue: e congelandofi il vapore è brina:
ariagg percioche fono fignificatiue , 6 della ftagion dell'anno, o della
contrada fredda, nè fi congelarebbono , fe non foprauanzafle il
freddo: fendo anco nella eflalatione, e nube,molto caldo refiduo
Grandise non Jel fuoco, che facea vaporar l'humor dalla terra.Refta il grandine
IE che figenera nelle nubi, e nell'alto, e non ha il fuo vaporolo cor-
rifpondere nel luogo preflo la terra. ritorno a dire che come iui è la
neue cofiquiui è la brina, e come iui è la pioggia, cofi quivi é la ru
giada: ma come iui è il grandine non è quiui cofa di ricontro . del-
che farà manifetta la caufa,quado harremo difcorfo del grandine .
Dellageneration del erandineo. CaPr. xvi: Ari.
Arà bene raccorre le cofe che cocorrono nella generation fua
auualendofi di quelle, che non apportino errore, eche fiano
fecondo laconfeguenza della ragione. Già è manifefto che il gran
dine fia giaccio , e che l’acqua fi agghiacci à tempi d'inuerno:ma il
grandine perlo più fi genera di primauera, & autunno, & a tempo
Laneue fige- del maturar defrutti. e fe pur fi generi d’inuerno , quefto auuiene
fred 2 iemiP! dirado , & àtempi men freddi . e per conchiuderla vniuerfalmen-
dine è tempi te il grandine fl generain pacfi più temperati, & la neue in più
menfreddi,o freddi. maparinconueniente, che l’acqua fi congeli nel luogo di
selerandine fOpra: percioche non è pollibile efler congelata prima che fia fatra
fi agghiacci acqua , € fatto che fia acqua, non è poflibile che ftia nell'alto.
DE i Ne fi può ftimare che come la terra, ò l'oro quantiique di fu-
inanzi. ftanza più greui, nondimeno per la lor fottigliezza fpeflo fo-
pranuotano ali’acqua : e le piccole goccie di acqua , che per la
loro fottigliezza fopraftanno nell'aria, poi raunandofi cafca--
no in goccie grofle : che l’iftefflo auuenga nel grandine : per-
cioche l'acqua fendo corpo fiufsile, fi vnifce, maciò non pofs
| fono
LIBRO NONO. 291
fono far li corpi congelati: in ogni modo dunquefi deue direche
la quantità della goccia fia l’ifteila, che è la grandezza del grandine
congelato.altri dunque ftimarono, che'l congelamento de grandi- opinion de
niauvenga:perche fpenta la nube nel luogo alto,e freddo,oue ma- antichi circa
ca la forza delli raggi rifratti: iui venga dalla freddezza del luogo > Ag Fang
congelata. e che li grandini fi generano più nell’eftate, c nelle uf A
contrade tepide , perche maggior copia di caldo fpenge le nubi
lontane dalla terra. ma contro il parer di coftoro fi offerua chel |
gradine non figeneri in luoghi molto alti, e pur bifognarebbe co- 6) Mr!
fi avuenire fecondo il dir loro: ficome veggiamo negli iftefsi luo- %ifforele cairo
ghi alti generarfi la neue : oltre che fpeffo habbiamo vifto le nubi sU antichi.
mouerlì vicino terta, altre volte con molto ftrepito,fiche apporta-
uan terrore,e fofpetto di cola maggiore:& altre volte fenza tale ftre
pito, & cfler foprauenuta gran copia di grandine,gi grandezza nO Grandinifi ge
credibilc,e di figura non ritonda , comeche fuffero caduti di non Ao n,
molto lungi,e di congelamento fatto vicino la terra, contrario di 10, e n0x mol
quel che dicono : & è dibifogno che quanto più grofsi li grandini #0? alte.
fono, che fiano da tanto più potente caufa agghiacciati: fendo che
il grandine altro non è, che ghiaccio: e che li grofsi grandini fiano
di figura non ritonda, è fegno che fiano agghiacciati vicino terra:
percioche quelliche di alto e lontano cafcano ; vengano infranti
d’intorno , e confeguentemente di grandezza minori , & attonda»
ti. Raccogliamo duque,che’l grandine non fiagghiacci,perche fia
Ja (ua matteria difcacciata nel luogo alto,e freddo. Ma nol piglia-
mo la ragion di quelto dall’afledio che fogliono farfi il caldo col
freddo fcambicuolmente , onde nelli tempi caldi fi veggono efler
fredde le parti interiori della terra,e nelli freddi effer tepide: l’iftel c,andini 35
fo bifogna ftimare che auuenghi nell'emineza dell’aria . dunque nerati dall
nelli tempi dell’anno più tepidi afleggiato il freddo, che è nelle nu 0 Lia
bi dal caldo di fuori, che'l circonda:alle volte dalla nube fubito fi afediara dal
genera acqua,& alle volte fi fa grandine:e per quefto fi fanno mol- sa So
to maggiori goccie nelligiorni tepidi, che nell inuerno, è l'acque e srifiotcle.
più impetuofe . Più impetuofe diciamo quelle che più fono accol-
te. e più accolte fono perlapreftezza delcondenfamento. Au-
uiene dunqueà contrario di quel che dice Anafsagora; percioche
egli dice che fi faccia il gradine per afcéder la nube nel luogo fred-
do;e noipercontrario diciamo che fi genera, perche cala nell’aria
calda, e tanto l’affetto è maggiore quanto più nel caldo cala.
Bb è» Men-
29% DELEHIST. NATVRIA LE
Mentre dunque é riftretto il fre. ddo interno dal caldo efterno,effen
dofl fatto acquali co 1 congela più, e diuiea grandine. Ilche ali'hora
auuiene mentre fi faccia il congela mento prima che l’acqua venga
Grandine ge ‘a terra. percioche fe la calata del l’acqua haue vntanto di tempo,
nerato men- ©lcon selamento DI farflin men tempodi quello: non è cofa tuo
da a ri dirag gione, che la g ccia nell'aria ficongeli, anzi che fia gionra
a GIÙ. e quanto più TRA tasto PRIA lubicahed! Giacebito fifa
le, Il con: velamento , el'acque cala no più impetuofe, ele goccie, e
grandini fono più grandi: percioche fi MOUOnO per ifpatio | breue.
perl'iltetia caufa anco le goccie grandi fono più rade. Ma nell’ Rai
te vengono detti orandini men che nella primauera, & autunno:
nondimeno più che l’inuerno : perche l'aria nell’eftate è più fecca :
nella primauera è già bumida: nell'autunno s'inbumid:fce. Gio-
ua molto alla preftezza del congelarfi , il ritrovarti |: acquainnanzi
{caldata, che cofì più prefto s ‘intredda; :come coloro fanno. che vo-
lendo raffreddar 1 Do la p ongono prima al Sole.e li pefcatori i in
ponto per dar pefo alle canne vi fondono attorno acqua calda:per-
che coli prefto fi fi agghiaccia: e fiferuono del ghiaccio in vece di
piombo. perl Met ragione che noi habbiam detto delle piog-
gie, egrandini l'eftate: li ‘ofleroan nell'’Ethiopia, & Arabiaefict più
fp eflele pioggie l’eftare, che l'inuerno, & piouerfpefla in vn'iftef-
fo giorno: perche eflendo il paefecaldo , la freddezza delle FE
dai caldo dell’aria fi niltringe , e fal ‘effetti ‘dedi
Dicorfa dell'Autore, fopra le cofe dette da eAri iflotele
nei foggetto de gli erandini.
CAP. XVII. si o Rari
"Vot dunque Ariftotele,che le pioggie dell’ eftate, egligra-
dini fiano condéfati dall’iftefla fr delle nubi, mentre
sincontranonell’aria calda: percioche dal caldo eftetno il freddo
nelle nubi interno afleggiato fi vnifce,e fi fa maggiore, «e fa condé-
famento. Maànoi in quefta ragion di pioggie, e grandini, non
men.che delle rugiade , perc E fimili fono, parche Ariftotele
Da 53) fia degno di riprenfione. Prima dunque de Ila freddi lezza dellenu-
conselaméro bi, no gna vedere come egli le aflegni freddezza, poiche ha detto
Do ia dafrcd chel’ l'acqua delie nubi fcaldata più facilmente fi congela, fe duque
o inirinfeco.
cofefla egli l acqua efler calda;et ilrefto della nube edizo la eflalatio»
nesaltrove hà più volte detto efler calda:non puo efler fecondo lui
tal
ri
LIBRO NONO. 293
tal freddezza nelle nubi. Inoltre felenubi fono confiftenze fatte secondo argo
da eftalationi mofle dalla terra, e qualunque altra aria alta dalla ter- mento.
ra, è mencalda di efla terra, non potrà giamai per potenza di caldo
efterno,diuenir la nube fredda:fendo che ogni parte dell'aria è men
calda della fuperficie della terra, lafciado duque del tutto tal opinio-
ne; ricorreremo à caufe molto più manifefte , e dalla contradizzion
lontane. Se dunque vogliamo dalle cofe minori argomentar delle SS,
maggiori. veggiamo nelle deftillationi fecondo l’accreferimento pria circa la
del fuoco moluplicarfi l'effalation cheafcende,e ritrovando l’alto,e strerazion de
freddo del lambicco raccoglierfiin humore:nelle deftillationi fuaui SS
in goccie minime, e nelle deftillationi gagliarde in goccie grofle, c
raccolte.Pofto dunque il (oggetto cella terra che contiene l'humore
rifcaldato dalla potenza del Sole, e l’aria di natura fua fempre più di
ella terra fredda: e di fe (tefla hora più, hora meno,con gradi intenfi
e rimeffi : è neceflario che l’effalationi da terra mofle mentre nell'al-
to dell'aria peruengono, ritrouando il freddo ficondéfino in acqua
{e freddo fia moderato:& in neue, 0 gradine fel freddo fia intento.
L’inuerno dunque perche il calore è debole, e la materia è foprabo- RO
dante le goccie fono fpefle,e minori, & mentre il freddo fia intenfo fi generi d'in-
fi hà neue: quel che dico d'inuerno s'intende anco in paefì fred- semo erilgrà
di. Mal’eftate con ilcaldo potente la materia abondanteméte è con cc
impeto afcende, eritornando il freddo dell’aria fi vnifce in goccie
maggiori, e fe freddo fia intento preuieneil congelamento. IM- ra caldezza
portaal congelamento molto la caldezza dell’effalatione:come veg- dell'effalario=
giamo noi il ferro freddo pofto nell'acqua fredda per quantunque a
di tempo fi fia, nò far mutatione fenfibile,ma fe detto ferro fia info- méto del gr»
gato pigliar durezza, fuori di credenza. l’eflalation dunque calda E
mofla dalla terra,penetrata dall'intempeftiuo freddo che nell'ariati yy 169; caldi
troua è neceffario che fi condenfi, e tramutiin ghiaccio , e faccia legrandini fo
grandine di groflezza maggiore in tempi caldi, perche la materia è 70 ”4gS/0r1*
più raccolta, e da maggior potenza folleuata: di minore in tempi
men caldi. nel vigore dunque dell'eftate quefte cofe non fpeflo fi Nel vigore
veggono: perche il caldo che moue l'humore,il confuma. ne gli al- E FERRE
tri tempi auuengono con differenza, & fiveggono nelle parti vlri- do corpi.
me di primauera, e principio d'eftate, alle volte molte grandini di Grofizza de
grotlezza maggiori di auellana, & alcunidi caftagna.ne gli tépi più SR
all'inuerno vicini, fimili a piccoli coriandoli. altri d'inuerno mol-
to minoti. Horaleneui fono tutte di fuftanza di acqua, e perciò è
Bb 3 prima»
294 DELL'HIST. NAT VR ALE
primauera mentre nelli monti di neue carchi, fi disfanno le neui,in-
groflano li fiumi,e torréti,n0 altriméte,che fe fullero grofle pioggie.
Ligradini oltre della fuftanza dell’acqua contengono in fe molta
Grandine 10m i quantità di diuerfa eflalatione : ilche in parte aiuta il fubito
contiene in fe
molta quanti COngclamento, e durezza: come di ftagno , e rame fufi infiemi fi fa
ta di acqua» metallo molto più dell'vno, e l’altro duro.e perciò da gran
quantità di gradini, e che copra molto paele , fciolta dal
caldo, nonfi vede fcorrer molv'acqua,ne far-
fi ingroflamento de
fiumi.
DEL-
DELLHISTORIA
NATVER:"”4A LE
DI FERRANTE IMPERATO
Hi LIBRO DECIMO.
Nel quale fi fa confideratione delia generation delfuoco fotterra-
neo : c degli varij effetti, che ne gli corpi elementari
= . x: Lt
dalla virti del fuoco, e dalla luce
prouengono,.
Delli minerali, chefî veggonogiontamente confuochi fatterra-
nei:cdelnatrimento di dettifuochi.
Cap. I, Autore.
®-g ORA trattaremodegli fuochi naturali, che in
8. varie parti fi offeruario ; e di quelle cofe che di
fuoco; ò luce hanno apparenza: cominciando
da gli fuochi che di fotterra vécon fuori.Quefti E 5A
dunque fi vesgono ouc;e folfo,e bitume,& va- no fuochi fot=
ric falfuginofità di alume chalcanto, & altre fi- ferranei.
mili fuftanze fi cauano . de quali.altri fono nu-
trimento alfuoco, altri fono effetti, che feguono l’afprezza del-
lefue operationi. Se dunqueilfolfo, &il bitume fono nutrimé- solfo , e bitu=
to di detti fuochi,bifogna-vedere onde tanta copia di materia fou- o rar
uenga:che non manchi alla perpetuità de fuochi che continuame- fiero ente
te detta materia confuma. Alche diciamo che bifognafare il ca. Sorgono.
lor centrale principio dell’interne operationi. fi come dunque ne. o
gli animali il caldo occupa ilcentro delcorpo, & iui più che al- principio d'e-
troue firaccoglie, cofi nelicorpo di turca la :terra eflere il caldo 89/4
interno raccolto nelle fue intime parti. E dalla concozzione
che fa deito calore, generarfi le dette graflezze bituminofe , e
{uifuree : come nelle pianteleragie, & ogli: e ne glianimali, il |
feuo;, & affongia.accefo dunque in dette graflezze terreftri , il fuo- def
co,fi uede in molte parti dellaterravenirfuori. &altrovela fiîma gni. >
vien pura,e fecca:& altroue fcaldando l’acque contenute in colica»
uità,
Sale ammo-
niaco d'intor
no Le foci del-
le fiamme .
Alume nitro
virriolo .
Fuochi, e ba-
gui Pazzola-
ni.
Vefunio
Monte di ce-
Were è
296 DELL’HIST. NATVRALE
uità, ò che dette acque ltiano sò che caminino, le rende bollenti.
Hora oue tal fiamme de fotterranci fuochi din fuori, fi veggono
gli fiorimenti di folfo,e d’intorno]'ittefse foci delle fiamme NE cru
Îte di faleammionidco : ‘88 altroue helle parti vicine li una i
e fuccolenze di alume, dinitro , di vitrrolo ; efeparati, & vni-
tiinfieme. ‘Tale è nel noftro i vn piano circodato da mo-
ri fimilia Theatro pet tutto di potente caldo feruente,ma più nel-
le radici di cli monti ue ropon fuori le fime de fuochi,che nelle
migliara di anni,ò nulla,6 poca mutatione hi fatto. Fuoridel'Thea
tro,nel continente del pacfe {caturifcono varij fonti caldi che fou-
uégono a diuerfe indifpofitioni del corpo,altri nelle parti mediter
rance:aleri ne gli liti,e nella iftefsa arena del mare.per cotrario fono
altri luoghi, che plunghiflimo fpatio di tépo nò moftrando fegno
di fiamme, dopo il Iso ripofo daefli porétifsimi fuochi, BIRRA
Talè il noftro mote VeRibicinel mezzo di cui è la cacauità per cue
altre volte venédo fuori le fame;ceneri,c pietre bruciate d'intorno
fono fparfe. L'iftefso è auuenuto nel monte detto di cenere prefso
Pozzuoli,oue prima era pianura,cumulato da fubito vomito di fia-
me,e ceneri,e reftando nel fuo mezzo concauità fimile alla detta di
Vefuuio. Leceneri dunque, e fauille per molte miglia fi fparfero
d’intorno è modo di fiocco, ma cumulataméte,& è modo di torren
te preflo la foce della fiamma,onde detto monte riforfe . Simili efi-
‘ tidi fuochi fono nell’ifola Enaria detta Ifchia, incontro l’ilìeffo
Vari luochi
che .mandar
fiamme.
Pozzuoli : &in' Vulcano ‘incontro Calabria, e nel monte Etna
detto Mongibello.èfamofa da fuochi fotterranei Grutlandia ifola
fetrentrionale,& altre parti molte prefso il tolo. A quelc ’habbiam
detto de Bacchi fotterranei. fi i foggioge con ragione lacfideration
de fuochi che vesgiamo in aria détro le Hobin negli mefi men fred
di: quantunque quelli non fiano Lodtindfnolimado: delli fotter-
.fanei detti, ma fi veggano folo nelle rotture de nubi,mentrela ma-
‘teria accefa facendoli via venga fuori:del che con altre cole aggio-
“te hauendone difcorfo Ariftotele,cominciaremo da quel che egli
ne dice.
Dellagenerationdelle Saettecelefti, lampo, etuono .
o Uabre: d9 © -PEBSII E 0 cinm Arift,
ORA ragionaremo del lampo, del tuono, del girello, e'gi-
HI ro accefo, &in oltre delle faette celelti. De qualiturti bi-
fogna
L:LBURUO. (D'EC:1.M:0° 297
fogna ftimare che fia vno ifteffo principio. Dico che eflendo due ,, perio di
modi di effalationi, l'vna humida, el'altra fecca,e potendofì l'vna efalaiioni.
e l’altra condenfare,c rifiringere in nube: infpeflita la nube nell'vl- ;
timo fuo grado per lo appartamento del caldo, che fi appartanel- pa
la contrada piu alta, fi fà la confiftenza loro più fredda, e più greue. |
Quindi auuiene che le factte celefti,e le procelle, e le altre cofe del- i Ap
liftefo ordine vengono giuù:quantunque le fuftanze calde di pro- altre fimili di
prietà vadano in sù, difcacciati dalla {peflezza, e freddezza delle natura di feo-
nubi, comeglinocciuoli riftretti faltano dalle dita : che quan- i
tungue habbian pefo, nondimeno dal riftringimento delle dita
fpetio vanno in su. fe dunque qualtique eflalatione nella mutation
dell’aria che fl raffredda, firitruouirinchiufa, raunitele nubivuol
vfcir fuori, mentre ciò fà con violenza, incontrata nelle nubi che ,,,,, e facà
lc contengono le sompe, e fa percofla. & il fuo fuano è detto ruo- cizi/ suore.
no. c fe vogliamo noi dalle cofe minori pigliar argomento delle
maggiori pofliamo aflomigliar quefto allo itrepito che rendono ..,....s0%e
le fiamme : quando il volgo dice, cherida Volcano, & altri che dello firepito
rida Vefta:&altrichel'vn,o altro di quefti minacci ; che in fatto fatto nelle fé
nonè altro che la forza dell’effalatione , che fi volta infiamma, & "°°
apre lilegui. coli dunque nelle nubi facendofi appartamento del
vento, & incorrendo nella fpeflezza delle nubi fa il tuono. nelche
auuengono tanto varie maniere de fuoni, per la incerta forma del-
le nubi, e perle concauità tra di loro tramezze, oue mancala fpel n.50 che fi
fezza di efse nubi:quefta dunque è la caufa del tuono. Hora il vé- accende fa il
tocacciato, c che vien fuora; per lo più fiaccende d'infogamento Ae da
debole,e fottile,equefto è quel,che diciamo lampeggiare: perche il
vento cacciato fi vede colorato. Il baleno dunque è dopò la percof-
fa,e dopo del tuono: ma perche fi veda dinanzi, è perche prima vi "a
o: new x RESOR Perche il (uo
giuge la vifta , che l'vdito; delche fe ne può far fede dal remiggiare 1, verga do
oueatépo che'l remo è inalzato,giunge all'orecchia il fuono del- pòil Lampo.
Ja percoffa fatta prima daremi. Sono alcuniche ftimano che non opinion di
fifacciafuoco nelle nubi, nelqualparere vesgiamo Empedocle, Empedocle ee
& Anafagora. & Empedocle dice che n6 vi è altro fuoco, che l’in- vg ee
terceputo nelli nubi dalli raggi del Sole: & Analsagora, che tal
fuoco fia trapigliato dall’iftetto Ethre , che viene da sù in giù:e
che'l lampo fia la luce di detto fuoco, & che’ltuono fia il fuo-
noe ftridore dell’ifteflo mentre fifpenge: quafi chel lampo fia pri-
ma del tuono;e che le cofe in fatro fiano come alli fenfi fi rapprefcn
tano.
Opinion di
af naj]ugora
rifiutata.
Opinion di
Empedocle
falfa.
Opinion di
Clidemo nel
lampo .
Opinion di
Clidemo rifiu la
tata.
Conclufion di
«Ariftotele,
298 D:EEL'HIST.#NATVR'ALE
tano.Noi cotro di effi diciamo che”! rinchiudiméto del fuoco; nel-
le nubi,ò neli'vno, è nell'altro modo è cota fuor di ragione : è più
di chi dice che fia parte dell’Ethre : pe rcioche bifoonaua moftrare
come tal corpo, che naturalmente va sù, cali in giù contro la fua
proprietà: e perche folamente quando il cielo è nuuoloio:e perche
quetto non fempre:& perche a tempo fereno non auuenga giamai,
Dunque coftoro inconfiderataméte parlane: e non molto meglio
coloro che vogliono, che’lcaldore delli raggi tr apigliato nelle nu-
bi ne fia caufa. altri come è Clidemo dt ‘che’ llampo veraméte
nò fia,ma che fia apparenza.e fomiglia ralapparéza à quella che au-
uicne mentre di notte è percoflo il mare, ove [acqua battuta con la
verga riluce. L’ifteflo dunque ftima avuenirnellanube , e chel
mpeggiaméto fia apparenza di lume caufato da percuflione del-
la fuftanza humida.Ma coftoro non erano anco auuezzi alla dottri-
nadelle rifrazzioni,dalla quale talapparenza dipende. diciamo du-
que che l’acqua percofla riluce,mentre in effa fi fa riflellion dellavi-
fta da alcun corpo lucido,e fuloéte: e percio l'appareze diluce fatte
darifrattione fono più la notte,che'l giorno: percioche l'abbondi-
za dellaluce diurna oftufca la luce deila rifleflione. Siè dique vilto
quel che gli altri habbiano detro de gli tuoni, e de gli lampi. e co-
me alcuni dicono, che llampo fia dlalione altri che fia fuoco
mofio,e trapigliato:e che’l tuono fi faccia métre detto fuoco fi {pen
ge;quafi che’ fuoco non vi fi generi, ma ui fia prima. E noi dicia-
mo, che fia vna ifteffa natura, che per fu laterrafa vento : dentro
di efla terremoto: e nelle nubi tuono: e che tutti quelti fiano effetti
di vna fuftanza, dico di eflalazion fecca,che come ho detto fcorren-
do per di fuori,è uento:mofla détro della terra fa terremoto:e nelle
nubi,mentre fi fain efle alteraticne, e raffreddamento, appartata, €
cacciata dallalorfreddezza le rompe, ecaufa tuoni, elampi , ò al-
tri efferti dell’ittefla natura. fin qui Aniftotele.
Efamina delle cofedettedacAriftotele, e parer dell'Au-
tore circa la vera caufa de tuoni,
CAP. 111. Aur.
/
A noi veggendo che nel propofto foggetto fono alcune co-
fe,dequaliegli indiftinramente ragiona, & altre che pati-
fcono oppofitione:non reftaremo di dire in ciò quanto ce Occorre.
E pri-
LIBRO DECIMO: 299
E prima che fia vna iftefla materia del vento, e de baleni: non èco- ajonè fempli
fa del tutto accettabile, già che veggiamo che gli venti di loro pro- ceméte Lilef
prietà non concepono fuoco, &1l baleno è caufato propriamente Sri
da materiache apprende fuoco . Nè delle materie accendibili, che tuono , come
nelle nubi poffono contenerfi,hà diftinto cofa alcuna . e pur Ho- pci o
mero poeta antico innanzi lui fa mentione dell'odor fulfurco del- AREE di
le faetre celefti. e coloro che nella chimica fi effercitano prouano Homero nelle
con la fperienza, chele fuftanze ogliofe, bituminofe, & ognigeno RO
digrafiezza, perforza del calore fi folleuano in aria. quali efli di pigliaro da
nuouo per fabicco raccolgono. Se dunque nella terra fi contengo- CREA
no,elafuftanza ‘ulfurea , ela bituminofa, & ogliofa di varie Ma- suoni.
niere, & oltre di queftela nitrofa, materie tutte accendibili,e que-
fte iftefle veggiamo dal caldo folleuarfi in vapore,e poi raccoglierfi
cetra di loro raunirfi,è di ragione che debbiamo porre materia pro-
piaqua de tuoni dette fultanze folleuate con le nubi, edi mano in
mino raccolte, e non qualliuoglia materia uentofa . Molto dun- Difintione
que communemente della materia de tuoni Ariftotele ragionò; A
niente roccando la materia propinqua.Hora fe vogliamo à miglior lenare nell’a»
intendimento nel propolto foggetto rayionar di dette materie fol- "8.
Jeuabili, e accendibili, diciamo che fono altre di efle di confiften-
za più foctile,altre meno: & altre meno,altre più diffolubili in ven-
to.eche quanto fono più difiolubili in vento: con tanto maggior
impeto rompendo le nubi, poflono generarlo ftre pito che è il
tuono. di quefto à tempi noftri ne habbiamo eflempio nelli inftru PERSI
menti, da guerra,che per fimil modo di violenza offendono,come delle faette ,
fonoli fchioppiinftromenti minori, e l'aruglieria inftrométi mag i
giori: dentro la concauità de quali pofta la materia della poluora. l'iAvoméri di
Mentre concepe fuoco velociflimamente fi {cioglie in vento, e r6 - guerra moder
pendo l’aria, rende Rtrepito horrendo . componefi quefta di falni- "**
tro, di folfo, e carbon di falcio,ò fimile. di quefte tre materie, il fol-
fo da il prefto apprendimento del fuoco : 11 carbon dà, che prefto fi
{panda per tutto, per la fua porofità: il falnitro dàla materia di mol
to vento miniftra:percioche fi fcioglieimmediatamete con l’iftef-
fc accendimento in vento. Da quette cole dunque pofsiamo inté-
dere la materia delle faette celefti, ele caufe detuoni, elampi: pi peveheli tuo
gliando argomento infieme , perche non vengano d'inuerno , ma wi nor vengo
nelli feguenti tempi caldi, c nell'autunno: percioche fe vogliamo 99 sero.
{eguirl'offeruationi fatte nelle operationi chimice,c l’iftefla ragio»
ne Veg-
Come fi accen
da fxoco nelle
nubi,
Opinion di
Empedocle
non del tusto
wana,
Error di colo
ro che flima-
no firfi lam-
po fenza tuo-
MO è
300 DELL’HIST. NATVRALE
ne veggiamo nel poco calore, e nella prima folleuarione eleuarfile
più fottili, e l'humoracqueo,che raffreddato fa piosgia,& agghiac
ciao fa neue. maaccrefciuto il calore fi veggono fo'leuarfi inlieme
dimano in mano le parti più grofle, e denfe. Le fuftanze dunque
fulfuree, bituminofe, nitrofe, e fimili, che da calor debole non ug»
gono fciolte in vapore, foprauenute da potenza di caldo mag-
giore, fi eleuano: e perciò gli cfietti loro fono nelle ftagioni calde,
ce non nelle fredde. Quindi habbiamola caufa di quel, che la {pe-
rienza ci moftra: perche a tempi neuofinon mai fi fentano tuoni.
Refta da confiderare, come ilfuogo in detta materia fi accenda.
nelche pigliaremo, che lamateria che fa la faetta, fendo di fuftanza
accendibile,e feparidofi dalla freddezza,e dall'humorofità delle nu
bi, ft raccoglie nelcentro di effla nube; dunque e dalla freddezza
circonftare, e dal mouimentodelle nubi raccolto , moltiplicato il
calore nel mezzo, fa fuoco. già che fappiamo il fuoco efier inten-
fion di calore. Hora accefo il fuoco nella materia, fi genera la mol.
ta ventofità, cherompeconuiolenzale nubi, efaghi effetti detti.
né in quelto l'opinion di Empedocle è del tutto dalla ragione lonta
na, dicendo, che’ calore delli raggi del Sole rinchiufo dentro le nu
bi poffa generar fuoco : perche veggiamo nelle concauità de fpec=
chi, e nelle rifiattioni fatte da vafi di vetro ripieni di acqua; accen=
derfi il fuoco . ma nò fi potrebbe quefta ftimar caufa vniuerfale già
che manifeftamente veggiamo rali accendimenti farfi fenza raggi
folari: néefler differenza in quelto tra’ tempo notturno, e diurno.
Stimano alcuni che alle volte volte fia il lampo fenza tuono, & il
tuono fenza il lampo:perche fpeffo l'vno fenza l'altro fentiamo.ma
in quefto manifeftamente s'ingannano: percioche nelle molte lon
tananze facendofi nel romper della nube fchioppo,il fuono non fi
fente perla diftanza,e nondimeno fi vede i lampo in alto perla vir
tù della vifta che quafi in infinito fi diftende : ma ne gli vicini non
mai il lume fenza il tuono peruiene alli fenfi. Hagià detto Arifto-
tele che peruicne primala lucealli fenfi, che iltuono, quantunque
non fia prima nel generarfi: nel che le confentiamo. ma mentre
dice che’l tuono veramente primafifaccia, e che poi venga il lam-
po, mentre fi accende il vento , c'ha fatto la rottura. in quelto hab-
biamo il fuo parere per molto diflonare dalla fperienza delle cofe.
eprimanellituoniche viciniffimia noi fi fanno fi fente non efler
primalo fchioppo. oltre diciò lo fchioppo nafce dal dilatamento
della
LIBRO DECIMO, 301
della materia, chefi fcioglie in vento: & il dilaramento dal molto
calore caufiro da accendimento: bifogna dunque farfi princi-
pio dall’accendimento : e non è in modo alcuno lo fchioppo pri»
ma che'llampo: e quel che lui fuppone del vento vfcito, che sine
foghi,è parer moltoleggiero:percioche bilognarebbe moftrare on
de venga detto accendimento: e percheà tempi fereni,liuentinon
fiaccendano, efsendo potentiffimi. Refta da vedere come dopò lo Del Iigc mor
fchioppo grande che fi fa nel romper di efsa nube, fi oda per molto #00 [risa
fpatio ditempo toneggiare perl'aria, e ftracorrere il fuono è suifa Ò i ia
dirumor fatto da carro ferrato, che corra per laflricato , c'habbia
di fotto vacuo : del che la ragione non è ofcura: percioche dopo
chel vento mofso dall'accenfione ha rotto la nube, oue era rinchia
fo :è necefsario, che feguendo il principio della violenza, che l'ha
cacciato, tracorra per le nubi, erompendo la ioro continuità dia
fremiro, finche finalmente la confittéza {ua fi (ciolga . Horafeguia-
mo con Ariftotele gli altri effetricongeneri.
Della procella,girello,giro accefo, e faette celeffi .
CAP, 01. Arvift.
Di O RA feguendoil cominciato principio, diciamo, che la
ventofità mentre à poco,e fparfamente fi apparte, & che fia
di parti fortili, fitaoni, e lampi: ma feella fi apparta tutta infieme
con groflezza, c non vifia fottigliezza,fa procella:perloche la pro-
cella porta feco tanta violenza: hauédo principio la forza dalla pre-
ftezza dello appartamento: dunque dalla fecca eflalatione ne pro-
uengono tali effetti.che fe humida fia ne vengono pioggia,& ab6-
danzadi acqua:percioche fecondo la habilità della materia vengo-
noleconfegueze. dico che fecGdo che la materia, ò nel fecco,o nel-
l'humido abondi, ne fegue ò nembo, ò procella. Ma fe il fiato che
fa feparation nelle nubi, fi ritruoui percoter nell'altro , nel modo
che auuiene quado il vento da luogo fpatiofo venga in riftretto de
portici,evie:vue la parte del corpo fcorrenteche è gionta non pof-
fendo andare più oltre, per l’impedimento' caufato ;.ò dalla ftret-
tura del luogo,ò da altro, è neceilario, che faccia circclo.percioche
l’yn vento è impedito andare innanzi, el’altro di dietro fofpinge
fcacciandolo: onde è coftretto mouerfi lateralmente, per oue fia
meno impedimento, ilche continuando fi fa giro continuo , e ne
«vien circolo. Dunque nel modo detto,e nella fuperficie della terra,
Ce e nelle
Che cofa fia
procella.
Come fi fac-
cia il girello è
Ventofita del
girello nò ftac
cata dalla nu
be.
Affnità del
girello conla
procella.
Come il girel-
lo cali a terra
co l'ifteffa une
be .
Mouimenti ,
che da alle co
fe il girello.
Giro accefo.
Saetta chiara
Saetta fumo-
fa.
Corpi che pa-
tifcono dalle
faette .
efrzomenti
pigliati dal-
incendio del
tempio nobile
di Efelo.
DELL'HIST. NATVRALE
e nelle nubi auuengono detti girelli, ma fi come la procellacon ap
partarfi dalla nuuolafa vento continuo : d'incontro il girello non
fiapparta, ma porta (eco la continenza deila iltefla nube : percio-
che iawentofità mentre per la fpeflezza non puote vfcirne , fi volta
infeftela, ecalagiù: perche la anube perl'appartamento delta
infpellita fi £ fa greue. Chiamafidunque taleffetto girello,{c è fen-
za colore, che als non è che uento,& indigefta SE ma non
fi fa, nèin rempi boreali, nè cempi neuofi: percioche coli Iquefto,
come l’altrecole dette fono fiati: &il fiato è effalation calda, FRA;
ca. ove dunqueilgielo e freddo hanno predominio, fpengono
di fatto quel c che farebbe di tali effetti principio . Falli dunqueilgi
rello quando laprocella che comincia à generarfi , non puote ap-
parcarfi dalla nube,ma fa circolo perla ripul(? facheli dailgirare:on
de viene a terra, Daasare feco la nube da cui non può cc se
per cue foffia, moue col fuo foftio quel che incontra,elo rivolta in
tondo, RANE ma quandotal giro fia info:
gato ;i tI he viene quando il fiato fia più fottile, all’ io chiama
giro accefo: ia fiaccendel’aria, econl’ infogamento piglia co
lore. ma fe nella nube fia molto , e fertile il fiato che vien Boi ne
di la faccta chiamata. ua da Poeti, che non brucia perla
molta fottigliezza: e fefarà meno accefo, la e chiamata fumo-
fa:percioche la prima perla fottigliezza và veloce, e perla fua mol
ta preftezza anticipa nel paflare, c penetrare, anzi che bruci; oche
rardando dia nerezza: e l'altro più tardo, colora, e non biualii ma
patlando anticipa ilbruciamento. Quindi auuicne che li corpi,
che più refiftenti fono, più patifcono, e quelli che men refiftono,
meno. efie vilto dello fcudo la parte ramigna cflerfi fufa ,&il le-
gno non bauer patito:percioche perla rarità del legno,la faetta an-
zi è paflata che bruciafle, e ne gli veftimenti fl rio è auuenu-
to, che non fiano bruciati, ma ftrufciati folamente. da quali argo-
menticonfermiamo che le cofe dette altro non fiano, che vento,e
fofhj.e ne pofliamo ancofare argomento dalle cofe, che tra noifi
VeRona come poco fa è auuenuto nel Tempio di Ephefo brucia-
to, ouela fiammacontinua, etuna era nondimeno diuifa in più
parti; e cofiandaua vagando. Già fappiamo, che ilfumocera che.
ardea, eche’lfumofia foffio; e vento, altroue l'habbiam moftrato:
ilche tanto più manifeftamente fi conofce, mentre molto infieme
ne venga DRICHI quei dunque, che ne gli piccoli fuochi fi vede,
quello
30£L
LIBRO DECIMO. 303
quello ifteffo iui vue la materia che bruciava era molta, molto più
gagliardamente auucniua:rotto duque il legname onde era il prin-
cipio del foffiare andaua il foto abondantemente raccolto,&cami -
naua accefo in alto,e fi vedea la fiama mouerfi, e difcorrédo andare
alle cafe vicine: cofi dunque bilogna ftimare , che fempre alle fact- dia
te preceda, e fegua vento, e che non parga: perche è fenza colore, e i i
quindi avviene, che quel che da fatta celefte ha da efler percofio, fi
muoua innanzi che fia percoffo, come che prima fia aflalito dal
| principio del vento. Li tuoni dunque aprono non con lo ftrepito, Tuoro apre
e fuono; ma perche infieme uien fuori il vento, che fa la percofsa: 5 la percof-
qual percottendo apre,e non brucia. Si è dunque detto, del tuono, *
lampo, procella, girelli, e giri de fuochi , e delle factre : e che tutti
fiano vna cofa iftefla, e qual fia la lor differenza.
Difcorfo dell'eAutore fopra le faetre celefli, e giri accefe.
GiA P. «Vi Autore.
OrncHIvpramo dunque,che'l tuono, lampo ; e faetta Î12- impo, toro
no cofecongionte: e non l’vn fenza l’altro . dico che accela e pesca: fono
la materia il vento che dà tal accendimento fi genera,accompa- ?? ira
gnato dalla fuftanza accefa è la faetta. Il lampo è confeguenza Sg, 0”
dell’ifteffo accendimento,& affe:to appertenente alla vifta, come il
tuono è affetto appertenente all’vdito,& èil fuono caufaio dalla rot
tura delle nubi: dunqueintendiamo le cole dette ellertutrein vana
fuffiftenza. Hora fela materia nelle nubi raccolta non puote efser piserfizà del
vniforme, & altroue più, è meno la fuftanza fulfurea,altroue la ni- lSaerte cele-
trofa, altroue la bituminofa fi accoglie, & efsendo in ciafcuna di Ù
quefte varie differenze di fottile, egrofso:puro,& impuro, è necef-
fario,che le maniere delle faette fiano diuerfe,& altre fiano lucide,
altre fumofe, altre di maggiore, altre di minor violenza , altre di fu
ftanza fottile,altre di grofsa. c fe nelle nubi, è non meno varietà, perche le
che altre fiano più denfe , altre meno, è di confeguenza, che porti, parti eminen
altra più, altra meno impeto: onde altre fanno maggior danno, al- id
tre minore. Hora perche le parti più dell’altre eminenti fogliano faeve.
da faette efser percofse, neè caufa:perche quefte fogliano rattener ni
Je nubi.c che nella terra ue cafcala faetta vi fi foglia ritrouar fufta- o vot i
za minerale, come molti dicono, non è marauiglia:fe la materia in ritrovare nel
cui fi accende fuoco,e fi fcioglie in vento,che è la materia dell’iftef- a
Sea la faetta .
Cc 2 fa fact
304 DELL’HIST. NATVRALE
Nonè necef- fa factta , è di fuftanza minerale . la natura de girelli da noftri detti»
fi SE Ziphoni è più nell’acqua,che nella terra conofciuta:percioche co il
riftotele data loro ravuolgimeto a guifa di triuella,penetràdo, & afsorbédo mol-.
algiroaccefo. ta quatità di acqua,feco in alto la portano,e finalmente larilaftano,
e perciò fono pericolofifimi à vafcelli : ma cheil giro accefo, fia:
di fuftanza più dello girello fottile, come Ariftotele dice,non è cofa:
c'habbia neceffità,folamére a ciò batta che fia di materia accefa.
(ontinuation dell'Autore delle cofeda dire con ledette,e che’!
terremoto fia effetto caufato dafuoco
CA dist oa, Aut.’
LLA fpeculation paffata de fuochifotterranei; e factte cele-:
A fti,è congionta la fpeculation de terremoti, la caufa de qua-
li noi principalmentesattribuiamo à violenza di vento generatd da
accenfion di materia fatta da fuochi fotterranci: e quantunque al-
tre caufe poflono apportare movimento alla terra , fono nondime-
» no caufe men potenti, & la {petie di mourmento è dalproprio ter
s. remoto diuerfa: ma perche di quefto foggetto hauea lungo difcor
fo Ariftotele. cominciaremo da quel cheegli ne dice
| Difcorfo dicAriftotelefopra la generation del terremoto ge pri-.
mafsnarrano le opinioni de antichi fopra di ciò.
CAPs* Neg vaciano «Avia
ELLo fcuotimento,emouimento dellaterrahabbiamo tre.
opinioni di tre diuerfi autori: percioche altrimente ne fen-.
tì Anaflagora Clazomenig:altrimente Anaffimene Milefio, che fu
opinion di prima di eflo : & altrimente Democrito.di Addero. Anaffagora
A dunque dice che l'Erhre, che di propria natura va sù incontrando-
10° È . °
to che venga li nelle parti fottane,e concaue della terra,le dia fcuotimento. Dice
dal fueco. dunqueegli,che effendolaterra di naturain fe ftefla {pongiola,e.
rara;nondimeno la fuperficicin cui habitiamo bagnata dalle piog
" Opiniondi gie fi vnifce, e fa corteccia .Qual opinione fuppone che delle par».
anaffagora ti della terra eftrinfeche, altre fiano insù, &altrefianoingiù, c
confutata da lei Lf i habiti inni] diri l
cenftotele, CHE iN sù fiano , oue noi habitiamo, in giu l'altre di rincontro
de noftri piedi : opinion veramente femplice : percioche in ef-.
fa fi confidera il sù, e giù non riferito al centro della terra. ,
i o cnon-
na
LIBRO DECIMO. 305
e nondimeno fappiamo, che’ centro fiail giù, &il sù la circonfe-
rézalontana,oue va il fuoco, e ciò può farfi manifefto à coloro, che
vogliono farne proua : percioche di mano in mano, fecondo che
mutiamo paefe,fi muta l'orizonte , con quelle proprie conditioni
che richiede vn corpo conucflo, e sferico, comelaterra è. & il dire Leterra nòfi
che perla fua grandezza fi mantenga nell'aria : ò che fi (cuota per /#0 #4 è
rutto percofla di fotto, e manifeftamente fciocchezza. oltre che gnafagora
egli mancadi dar conto delle altre concorrenze, che fi ofieruano ta de
negli terremoti,niente dicendo ne delle contrade, ne de gli tempi 57445
inquali fegliono tali effetti anuenire. dalche manifeftamente fi co- 10.
prende l'infufticienza dital parere. Ma Democrito dice altrimen- opinion di
te, che fa terracflendo diacquaripiena,concorrendo in detta caui- Aa
tà, di nuouo l’acqua piouana più copiofa di quel che le concauirà de
poflono riccuere,patifce violenza, e nefegue terremoto: dicein l'acque.
oltre, che difleccamdofi e tirando l'acqua da gli luoghi ripieni ne
eli vacui, mentre in detto paflaggio s incontra nelle parti fotterra-
nee muoue la terra. & Anaflimene , che la teria bagnata fec- opinion di
cando firompa:e che da dette rotture ricadendo le parti alte ne au- Araffimene,
uenifse lo fcuotimento, e cheli terremoti auuengono, & àtempi satin
fecchi, &à tempi piouofi, perche come fi è detto feccata firompe,, la fucceffione
& dall'acque foprainhumidita ricalca: ma contra coftui diremo, eg
che fe pertal caufa il terremoto aruenifse in molte parti fi vedereb Lqnaffmene
beriuoltalaterra fozzopra; oltreche fono alcuni luoghi , che fpef= riprobato da
fo tal effetto patifcono:e nondimeno non fiveggono in quefto ha- sa
uer nouità,più che altri luoghi habbiano. e finalmente contro del-
l'ifteffo diciamo , che fecondo la fua opinione bifognarebbe che
col progreffo del tempo di mano in mano mancaflero li terremo-
ti, e che del tutto ceflaffela terra di fcuoterfi:percioche,quel che di
tempo in tempo {mouendofi fi riftringe,bifogna che finalmente ri
ftretto non dia più luogo al ricadimento.
Opinion propria di «AriStotele foprala generation de terremoti :
SIR GLAvBUiLN CEI
ON debbiamo dunque riceuer alcuna di dette opinioni,
j madiremo:perche habbiamo due fpetie di eflalationi,dico Tue
e dal fecco, edall'humido , che da quefto principio dipendan li fiefa fecca ca
terremoti : percioche la terra da fe ftefla è di condition fecca, ma nta di ha
dalle pioggie riceue molta humidità. Dunque rifcaldata e dal cole, ar
ui Ge 3 c dal
Fenti dentro
il corpo della
terra ,e fuori.
Difcorfo qual
corpo fia più
de glialtri tut
si motiuo ,
Véto motiuo
più che ogni
altro corpo.
Il vento prin
cipio di terre
moti.
Terremoti
perche per lo
più in tempo
tranquillo,
«Alcuni terre
moti effendo
mento per di
Sopra è
“perche li ter
remoti fono.
pit di notte. e
di Meriggio.
Terremoti
notturni per
lo più la mat-
tina è
306 DELL’HIST. NATVRALE
c dal fuogo che è dentro di efla, è di confeguenza che fi generi mol
to vento, e fuori, e dentro salle volte dunque fcorre il vento con-
tinuo tutto difuori, alle volte per di dentro: & alle volte comparti-
tamente. Hora fe quelchefi è detto non puote efler altrimente,
refta da confiderare qual corpo fia più de gli altri motiuo : nelche
diciamo, che quello che è più habile ad andare quanto più oltre. e
quel che porta feco quato più di veheméza,quello anco fia più mo-
tiuo:e quel che più veloceméte fi moue quello anco fia più vehemé
re: percioche l’ifteffo molto percuote per la velocità . e quello mol-
ro più puote paflare, che puote andare pertutto . nelqual eflere è
quel che è de gli altri fottile. Sedunqueil vento è di condition ta-
Je faràl’ifteto, più chealtro qualfinoglia corpo motiuo: percioche
il fuoco ifteflo,quado è nella fuftanza fpiritale,e diuien famma,ve-
locemente fi muoue. Dunque per render la caufa del terremoto
non debbiamo ricorrere ne all'acqua, ne allaterra: ma debbiamo
{timarne caufa il vento,che in vece di eflalar fuori fi muoua, e corra
perdi dentro la terra: perloche e la maggior parte, e li maggiori
rerremoti vengono in tempo tranquillo: percioche l’effalatione ef
fendo materia cotinua,fegue per lo piùil principio:fatto dique co-
minciaméto i venir fuori, ilreftàre ancora fegue l’incominciame-
ro, & cominciando di mouerfi per dentro , fegue di andar per den
tro, Manon perciò è cofa fuori di ragione, che auuengano alcu-
niterremoti , e che di fuori foffi alcun vento:veggendofi anco alle
volte foffiar più venti infieme “Dunque fe l’vn di detti venti vada
perdentro, el'altro fi mouaperfuori, farà in uno ifteffo tempo.
e vento,e terremoto:nondimeno 1n dette occafioni fono li terremo:
ci minori, fendo diuifo in più parti il principio e caufaloro. Ho-.
radi notte fogliono efler , e lamaggior parte, e li maggior terre-.
moti; e di quelli, che nelgiorno fifanno,li maggiori fono nel Me-
riggio. Ilche accade perche del giorno la più quieta parte è il Me-
riggio,come che il Sole in quell'hora più che nell’altre dominado,
rifolua l’eflalatione. Le notti anco fono più del giorno quiete , per
l'abfenza del Sole:percioche il fluflo và in détro quafi p ritiramen-
to contrario dell’elsalar fuori . e nel mattino fogliono auuenir più
che in altro tépo terremoti: percioche à quell’hora fogliono hauer
principio li foffij. Se diique illoro principio fia mutato verfo détro.
afomiglianza di corrente di mare,per la moltitudine del vento,che
fi accoglie , firendeilterremoto più grande. in oltre iui nni)
ono
LIBRO DECIMO. 307
fonoliterremoti, cue il mare è fuflile , ò il paefe laffo, e grottofo: pafi fogget=
percioe nell'Helefponto,e nell’Achaia, e nella Sicilia, e nell’Eubea ti dzerremoti
fogliono fpeflo auuenireli terremoti, in qual luoghi fi uede il ma ia
re per alcuni ftretti correr fotterra. Anzilicaldi bagni d’intorno & ef fono
ALdepfo fono da tal caufa forti. Dique in tal luoghi più che in al- gretsofi.
tri auuengono li terremoti perla tretrezza: percioche l’effalatione,
che era folita vfcir dalla terra, fatta potente dall'abondanza del ma-
re, che le uiene incontro, è ributrata dentrolaterra:e li paefi, chan
no le parti fotterrance grottofe riceuendo molto vento, patifcono
maggior fcuotimento. ilche auuiene nella primauera , e nel- Dica:
l'autunno fopra l'altre ftagioni. e nelle pioggie, etempi,fecchi , tifcono serre
per la iftetia caufa : percioche quefti tempi fono fopra de gli mori.
altri ventofi: ma nell’eltate , e nell’inuerno , nell'vna perlogiclo, e.
nell'altra per lo molto caldo, il tempo ftabile: fendo l’vna molto zi.
fredda, l’altra molto fecca:e nelle ficcità anuengono li terremoti:
percioche all’hora l'aria è fpiritofa, fendo chela ficcità fignifica,
che molto più abodi l’effalation fecca, chel'humida. e nelie piog-
gie auuengonoli terremoti, cofi perche l’effalation , che fi fa den-
tro è più abondante, come per efler rinchiufa in luoghi più ftretti,
c per effer cacciata in luogo men capace, fendo chele concauità
della terra fono ripiene di acqua:perciò cominciando à dominare,
perche molta eflalatione in poco luogo firiflringe,il vento che fcor
re, e troua intoppo moue con violenza: percioche bifogna inten-
dere , cheficomela virtù dello fpirto rinchiufo è caufa nel corpo
noftro de tremori, e dibattimenti: che fimili effetti faccia lo fpirto
rinchiufo nella terra, eche de gli terremoti, altri fiano fimili à tre-
mori,altri à pollo. e fi come auuiene fpeffo dopò l’hauer vrinato
che’l corpo patifcavn certo tremore,efsédo che dopò detta cuacua-
tione l’aria di fuori vien dentro tutta infieme: che così auuéga nel-
laterra. ma quanta fiala violenza dello fpirito non folamente pot.
tremo intenderlo dalle cofe che fuori nell’aria fi fanno:perche qui violenza fpie
ui potrebbe alcuno ftimare che auuenifse perla molta quatità. ma vitale.
negli corpide gli animali percioche li tiri,e fpafmi fonoeffetti cau
fari dal mouimento di fpirto, & hanno tanta forza che molti vo-
lendo ritenerli membri che patifcono, non poffono fignoreggiar
il mouimento dell’ammalato . fimil cola à quefta bifogna intende
reche auuenganegli terremoti . per voler paragonarla cofa mino
re alla maggiore. di queto ne habbiamo anco fegni manifefti dal-
l’ilteffa
Differenze de
terremoti.
|
IA
|
Bffetti de ter
vemoti ,
Vento folto
l° concauità
dell’ifole det -
te.
Concorrenze
innanzi,e do-
poli terremo
to
Sol caliginofo
Tranquillità
di aria, e feed
dezza è
Venti di natu
ra caldi,come
dinegano fred
di +
308 DELL’HIST. NATVRALE
l’ifteffa cofa : percioche li terremotifatti in alcuni luoghi non fo-
no mancati , finche.il -vento non rompefle fuori fopra terra ,
quali procella . così è anuenuto in vn terremoto prefio Heraclea di
Poto,poco fà. cosìè auuenuto nell’ifola detta Sagra, che è vna dell'i-
fole Eolie, oue gonfiò alquanto di terra,c forfe quali vnamachina
di vi colle con 0. qual finalmente rotta vfci molto vento, c fa-
villa, inalzo la cenere fiche inceneròla città diLiparoti n6 molto
indi lontana. gionfeanco ad alcune città d’Italia : & hora anco fi
vede onde habbia ‘rotto fuori percioche debbiamo ftimar che
la caufa generatrice del fuoco détro tesira, fia l’accéfion dell’aria fat-
ta per li molti minuti rompimenti. & che difcorrano fotterra in
dette ifole tali fpirti facilmente ficonofce: &èche mentre habbia
da fothare Oltro, fe ne hà fegno precedente, perche gli luoghi on-
de il fiato efce babi e ciò perche il mare di lungi da Oftro
fpento il ributta. Diquedetto fiato ributtato dentro dal mare che
le fo prauiene fa fuono;, ma fenza fcuotimento perl’ampiezza de
gli luoghi:fendo che quelte. concauità molto fi dilatano in dentro:
ini poca copia dell’aria ributtata.E che'l Sole innan
ziche vengail terremoto fifaccia caliginofo, & ofcuro, non eflen=
douinube, echeinnanziliterremoti Dì iii tranquil-
lità di aria, e molto freddo, fono fegni.che la caufa da noi afleona-
talia vera: percioche è è diragione, do [ Sole divenga caliginofo, &
ofcuro, mentrelo (pirto la cui proprietà è di difiregare,e (cioglie-
re l'aria,firitira dentro lateria.eche nell’aurora, edi mattino pre-
cedanotranquillità diaria, e freddo e di ragione. la tranquillità,
perche mentre lo {pirto firitira dentro, è quieta, e ciò più ì di certo
nelli terremoti grandi, non vi efflendo duiiohe che l'vna parte va-
da per di fuori, 7 altra per di dentro Mentre dunque tutro va infie
me co ragione retta l’aria cheta,&il terremoto è potente. ma il fred-
do auuiene perche l’eflalatione, che di propria natura è calda furti
uolta, efene va dentro. ma perche venti cflendo di natura caldi
non pargandiefler tali,ne è caufa: perche muouono l’aria carga di
molto, e freddo vapore: : ilche fi vede nel fiato, che vien fuori dalla
bocca, n nel fuoeflerè caldo; e tal fi comprende mentre fiatamo
di vicino:ma mentre il foffio viene di lontano fi fente freddo, perla
caufa iftefia degli venti. ritirandofi ri dentro nella terra tal
virtù, il fuflo vaporolo riftrinsendofi per l’humidità,apporta fred-
do ouunque auuenga fimile ‘accidente, La medefma caufa fi può.
render
-
LIBRO DECIMO. 309
render dell'altro fegno che fuole apparere innanzi ilterremoto: & ‘Nunoletta fot
è, che nel giorno, 6 poco dopo il colcare del Sole, eflendol’aria fe- tile » e lunga
rena, è folito vederfi vna nuuoletta fottile diftefa lunga, & elquifi- 00 SET
tamente dritta. di ciò dunque ne è caula il mancamento del vento
perlo ritiramento , che fi fa dentro terra: percioche fi come ne gli
liti del mare, quando il mare ondeggia fortemente, le rotture del-
l'onde fono, e grofle e torte: ma quando è tranquillo , che fa poca
caduta,li orli dell'onde fono dritti, e fottili : quell’ifteflo che fa il
mare nelli confini della terra, l'ifteflo fa lo {pirto nella caligine del-
l'aria: perloche fatta tranquillità refta nuuoletta fottile quafi vna
rottura diaria. Perl'iftefla caufa ancora nel tempo dell’ecliffi luna- IRE
ri fogliono auenir terremoti piccoli, e quando è vicino il tempo di reinpo dell'e
traporfi la terra tra gli due luminari:& il lume e caldo del Sole, non cliff lanari.
del tutto manchi dall'aria : ma già vada mancando, fi fa tranquilli-
tà, per trasferirfi dentro la terra il vento,che è la caufa ifteffa del ter-
remoto innazi l'eclifle.Speflo anco végono venti innazi l’ecliffe nel yéti che vé-
principio della notte, fe lì eclifli fono di mezza notte, e nella mezza $90 !rmenz
notte fe l’eclifli fono di mattino:ilche auuicne perche fi ammarcifce do ; sn
il caldo chevien dalla luna, efsédo già vicino il termine del circuito
nelqualtermincha già da eflerl’ecliffe.rimefla dunque la caufa che È ;
ritenca l’aria nella quiete; fimoue di nuouo il véto più pertépo del- de
la ecliffe matutina che fegue. fuole anco mentre il terremoto fia ga- 44rar. molto.
gliardo,non fubito, ne per vna volta cefsare, ma nel principio fuo] “7P9 Pe
durare per quaranta giorni, e dopo anco pervno, e due anni hauer
dominio ne gli luoghi iftefsi. La caufa dunque della fua gagliardia
è l’abondanza del vento, e le figure degli luoghi per oue haue il
uo mouimento : percioclie cue è ributtato, e non facilmente paf-
fa,iui molto percuote , & è ritenuto nelle ftrettezze de luoghi,come
l’acqua che non ha vfcita. perloche fi come nel corpo noftroli pal-
pitamenti non fubito pafsano, ne prefto, ma con alquanto tempo
confumandofila materia:cofila caufa che ha mofsa l’efsalatione,
e l’impeto del vento,non di fubito confuma tutta la materia gene-
ratrice del vento, che fail terremoto: mentre dunque fi confumi-
notali reliquie, è necefsario, che fi faccia terremoto, ma più de-
bolmente , fino à tanto, che l’efsalation fatta fia meno di quel
che polsa portar manifefto mouimento. Hora il vento rinchiufo ni iman-
alle volte fa li fuoni., che fono fotterra innanzi li terremoti. & 2; li terreno
alle volte fa fuoni fenza che fia feguito il terremoto. e urea ti.
° modo
Luado fi oda
fuono fenza
ilterremoto .
Acque fcatu
rite dopò li
terremoti.
Conchiufione
de'le canfe
del moumen
L9%
Ieondationi
venute col
terremoto se
perche .
Terremoto
non fi frende
in molte par-
vi della terra.
Venti fi eften
dono per tut=
to.
A DELL'HIST. NATVRALE
modo, che l’aria percofla genera varij fuoni, nell’ifteffo modofa
mentre effla, è che percuote. nè in quelto è differenza. fendo che
quel che pcuote nell’ilteffa attion di percuotere , vien percollo. ma
che il fuono preuengain efler fentito prima del movimento, ciò
viene perche il fuono è di più parti fortili,e penetra per tutto più fa-
cilmente , che non fa lo fpirto, ma quando il vento non ha forza
tanta, che poflamouerlaterra, echabbia molta fottigliezza , e che
molto facilmente penetri ; all'hora non porta mouimento: ma in-
contrandofi nelle moli che fiano fode, e concaue, e variamente fi-
gurate,rende vari] fuoni:onde par che la terta faccia mugito: come
dicono coloro,che de prodigij ragionano e già è auvenuto;che fia-
no vfcite acque da rotture di terra dopò literremoti:ma non perciò
debbiamo dire,che’l terremoto véga dall'acqua: ma chel'acqua vé-
gafuori cacciata dal vento,chefa1l terremoto, nel modo iftefio,che
fappiamo il vento efler caufa dell’ondeggiare, e non l'onda caufa
del vento. anzila terra nell'ifteflo modo vien mofla : dico chemen
tre è fcoffa, fi volca fozzopra. Conchiudamo dunque,che non è ra-
gioneuole, che laterra porti il mouimento , ne anco l'acqua: e che
bifogna pigliarl'vna, el'altra come materia, dico che ambe pati-
fcono,enon fanno, eche come principio mouente sdebbiamo pi-
gliarelo (pirto. Echealle volte infiemecol terremoto auvengzano
inondamenti, ne è caufa la contrarietà de foftij: ilche auuiene qua-
do il foffio,che fa il terremoto non pofla del tutto ributtare il mare
moilo da altro vento, onde cacciandolo, e riftringendo!o, ne hab-
bia raccolto molto in vn iuogo : all’hora dunque vinto quetto fof-
fio dal contrario , e neceflario, che rompa, e faccia diluw1o.coli au-
uennein Achaia: percioche di fuori era Oftro, & dentro Borca, e
fatca l’aria tranquilla, ecorrendo dentro il vento, auuenne infieme
ilterremoto, el'inondamento, il cheera, percheil mare non da-
va sfiatamento allo fpirto, che facea impeto fotterra, mailtenea
rinchiufo:facendo dunque l'uno con l’altro,contrafto,lo fpirro cau
sò il terremoto, el’onde, chel feguirono caufarono il dilvuio. Li
terremoti dunque auuengono particolarmente, & occupano fpef-
{o poco luoco: mali venti fono vniuerfalmente : e fono alle volte
particolarmente , quandole fole effalationi di quel luogue vicini ,
firaccogliono in vno: come habbiamo detto delle pioggie,e ficci-
tà. Già fiè vito come fi faccianoli terremoti: mali venti vanno di-
uerfamente; percioche quantunque lecofe dentro la terra , hanno
occa-
a
LIBRO DECIMO, $II
occafione di raccoglierfi in vno, né vi ha il Sole tanta pofsaza, qui-
ta ha nelle eflalationi fopra terra . onde quefte, mentre habbia-
no pigliato principio di mouimento dal corfo del Sole feguono il
corfo vnitamente , fecondo le differenze de luoghi. Quando dun ana
quelo molto fpirto muoue la terra lateralmente, apporta tremore: de terremoti.
ma auuiene alle volte,che fi moua in modo fimile à palpitamento,
ilche accade quando fi moue di fotto in sù: e ciò è più di rado: per-
che nò avviene facilmente, che in tal modo pofla raccoglierfi mol-
ta virtù che mous. Dunque per lo più lateralmente fi moue,e di ra-
do fi fa la fequeltratione dal profondo in alto, & ouunque auuenga
detta fecoda (petie di terremoto , vienfuori infieme quantità di pie
trenel modo delle cofe, che criuellido s'inalzano: cò qual modo di
rerremoto fi fommerfe il pacfe intorno Sipylo, &ilcipo Phlegreo,
& alcuni luoghi della Liguria. Si vede in oltre che nell’ifole molto rfole entro
entro mare, non coli volentieri vengono literremoti, come nelle pari
vicino a terra : percioche l’abondanza del mare raftredda l'effalatio- /;ono rerre-
ni, ecol pefo le raftrena. in oltre corre,enon facontrafto, ma è fpé- meri.
to innanzi dalli fofhj.e perche occupa molto luogo non vengono
uiui l’effalationi, ma più tofto di quà fi mouono, e fono feguite
dall’altre eMfalationi di terra . Diciamo dunque, che l’ifole preflo
terraferma, fono parte di efla terra, fendo,che'l mare tramezzo per
effer poco, ha poca virtu. e che le molto détro acqua feguono gli ef-
feti del mar tutto , dal quale fono contenute.
E(famina delle cofe dette da eAriflotele, e della vera caufa de
terremoti, fecondo il parer dell'Autore.
CAB: IX.
(CIN quì Ariftotele de gliterremoti con alquanto lungo difcor-
S fo in parte toccando la-propria caufa de terremoti, & in parte
“mancando nelle cofe molto manifefte:percioche mentre egli accet
ta, chela materia de terremoti fia lo fpirto generato fotterra, tocca
l'ultimo mezzo, & inftromento . ma qual fia la caula primamouè-
teche apporti vna fubita ridondanza di fpirto,egli lafcia: quantun Pe e
que dalli fegni da lui fteflo narrati, l'hauerebbe pofluto raccorre. e4riftorele
Concorrono dunque alla fubita generatione, & abondanza de fpir nelli terremo
i i : i ti non ha fuf=
ti la materia che prelto fi fciolga in effalatione, e la caufa potente pasa
c
Pond
23 « —
5%,
31% | DELL’HIST. NATVRALE
puecofepri- del caldo: e percio veggiamo à tempo de mofti bollenti (chioppar
cipalmécecò- Le botti sforzate dalla ventofità mofla dal calor del mofto ; e riftret-
corrono «lac, dall’ancuftia del vafe:concorrendo iui è 'humorche fi (ciogliein
gencration D i iii ©)
deserremoti, vento, e'lcaldo , chelo fcioglie. ilche molto più man:feftamente
pofsiamo uedere nelle materie de fuochi che fchioppano:dall’accé
Paeficue fis" SiMeNTO de quali violentifsimi effetti fi veggono.fe duque dalle co-
mlicerremo fe dell'arte e minori s'intendono le fimili nella natura, e maggiori:
di frequenti» habbiamo il proprio principio de terremoti , e che ue le {uttanze
accendibili,e fuochi fotterranei abondino iui li terremoti fiano fre
quenti, e che la terra fi fcuota forzata dalla violenza delio fpirto
reomento mollo. come ne gli fparamenti di bombarde quanto è vicino tre-
a ma. E fe nelli detti machinamenti, che nello aperto ftanno fi
fcuote, e tremala terra, fi puote argomentare quanto ciò maggior-
mente auuéga in quelli che fotterra fi fanno. né fi deue ftimare, che
il terremoto fia accidente fotterra , difsimile a gli (chioppi far
ti nell'aria dalle faette celefti con tuoni,e lampi. Habbiamo duque
Anafagora Infieme la caufa del tremore,e del fuono nelli terremoti. perciò co-
malignaméte loro che puofero il fuoco principio di detti effetti nò fono cò ragio
ka “4 neripreli da Ariftotele.nè debbiamo finiftraméte in ciò pigliare per
‘— principio il fuoco dalui finto, che circoda la region dell’aria, mail
fuoco,e caldo fotterraneo,che accéde le materie dette fotterra core+
Fuoco fotter mute. Dalle cofe confiderate;fi hà, che il fuoco fotterraneo fia il pri»
Co mo mouéte,e la fuftanzafpiritale, l'vitimo inftrométo di detti mo-
Perchelifuo wimenti. Ma perche dettifuochi abondino nelle ifole à terra vici-
ci ea ne, c nelle parti di terra vicine a mare,hà degna inueftigatione : co-
no nelle parti fi veggiamo abondar di fuoco fotterra l'Enaria,e Vulcano ifole del
0 ma” la nolîra contrada:e Pozzuoli, e Vefuuio parti di terra continen-
re appo noi,& Ethna parte marina nella Sicilia. Famofillima anco-
raper detto effetto è la Gruclandia ifola fettentrionale in una parte
3 mar vicina. Debbiamo dunque dire, che la rifleflton de raggi
folari fatta dall'acqua marina contenuta nella fua concau:tà faccia
detto effetto di raccoglimento di calore, come veggiamo dopò le
ampolle di acqua piene raccoglierfi ilcaldo . e che vn calorfimile
detto raccolto, sfiati nelle parti vicine : 0 più tofto che la freddezza,
efpeflezza dell’acqua,impedendol’eflalationi terreftriè caufa, che’l
detto calore accolto fiati nelle parti vicine à mare, dunque quel cal-
do che nelle parti di terramediterranee sfiatando per tutto hà mi-
nor occafione di raccoglierfi e per confeguenza di faraccendimé-
. to;ma
lIB°R'OlD.ECI MO) 313
to, ma quel cheè fotto la continua fuperficie dell'acqua raccoglié-
dofi nella fua ftremità porta oue fi vnifce accendimento . Già è ma-
nifefto che le parti diterra di fuochi fotterranei abondanti, foglio-
no più delle altre cffer da terremoti trauagliate. ma perche lo {pir-
to che fi moue altre volte ha tranfito fimile a canale,per que lateral-
mente fi moue, come nell: (chioppi, ebombarde: altre volte non data
hauendo efito, rompe con violenza, come fa quel che fi moltiplica moti,
generato dentro di palle caue, nefeguono letpezie de terremoti di
uerfe, &altre volte fi vede femplicemente il tremore, e fcuotimen-
to : altre volte laterrafi volta fozzopra, altroue fuffondata altro- Caufe dell'inò
uc inalzata. Quindi ne feguono ancora l'inondationi,ò per lo inal- 4azioni.
zamentodell’acqua, e balamento della terra, ò perrompimento,
& aprimento di nouavena, ò per bollore caufato dal fiato che vien È
di fotterra: perl’ifella caufa da gli sboccamenti del fuoco fl lewa- ynceneramen
no inalto,e falli, ecenere, portati dalla violenza del vento , co- t5 e Saf fpar-
) tore ì =. 9) 1 per lunso
me nelle contrade da noi dette, fiè vifto con l’iltefsiterremotifarli j,gto. ©
larghi inceneramenti fparfa per molte miglia la cenere dalle boc-
che di fuoco folleuata. Mache auuengano aprimenti di terra di- pie
lamationi, e fuffondamenti per altre caufe,è anco manifelto, ò per % SES
acque raccolte, chenon ritrouando efsito fcauano,fciolgono,e col terreni.
corfo di fotto corrodono: ò che perla molta ficcitàla terra fi apra,c
fenda come nellelegni, che per la ficcità dopo l’humidità fi fendo-
no. Qual accidenti dopo detti quantunque è movimenti di terra fi
poffano ridurre,fono nondimeno di altro geno , ecaufe. Habbia-
mo dunquele varie fpezie de terremoti. Segue che iconfideriamo
l'altre apparenze de fuochi, ede lumi, che fl veggono nell'aria, co-
minciando da quel che fopra di ciò Ariftotele ne dice.
Delle varie [pezsie defusochi che nell'aria foveggono.
CaBiix. Arift.
NIc1AMO hora perche fi veggano nel cielo le fiamme accefe
ID) leftelleche corrono,e le chiamate traui, c capre, fendo che
tutte feguono l’iftefsi principij da noi pigliat1, e végono dall'iftefle
caufe:nè vi è altra differéza,che del più,e del meno,come anco alcu»
ne altre apparéze delle quali ragionaremo appreflo. Diciamo dun-
que, perche fcaldata la terra fi fanno due fpezie di eflalationi, l’vna
più vaporofa, e l'altra più fpiritale. e vaporofa è quella che fi fa dal- Due fpetie di
l'humore , cheè, ò dentro la terra , ò fopra di efla. fumofal’altra, M94%0ni
Dd che
Ni
314 DELL'HIST. NATVRALE
che prouiene dall’iteffa terra: di quefte la (piritale fopraftà per la
DIE caldezza: l'humidaftà di fotto per lo pelo .eciò è caufa dell'ordine
de corpi ele- de Corpi d’intornolaterra:dico che prima fotto il giro circolare è la
mentari. —fuftanzacalda, e fecca, che chiamiamo fuoco, non già che fuoco
fia:& è commune atuttele feparationi calde, e fumofe: quefta per-
chenonhanome, & è molto habile è bruciarfi ritiene il nome di
Quel che fi fuoco. Sotto di quefta natura vi èl’aria. Bifogna dunque intende-
Si requelche chiamiamo fuoco efler materia accendibile nello vlti-
ramente fiso- MO della sfera d'intorno la terra, fiche per poco mouimentoche
co , perche gliauuenga, fpeflo concepa fuoco, come failfumo:nèla fiamma
100G chia 6 altro che ardore dì fpirto fecco. Que dunque è più difpofta.tal co-
filtenza mentre dal mouimento circulare fia mofla, fi accende. Vi
cri nato te è dunque differenza fecondola pofitura , e moltitudine di detta ef-
1A Sip sriee falatione accendibile:percioche fe ella habbialarghezza, e lunghez
de fuochi cele za,fi vede fiamma accefa, come brucia la ftipa nell’arca: ma fe.èdi-
n ftefa per lungo folamente fa apparenze chiamate capre, traui, e {tel
"le. Sedunqueil foggetto accendibile habbia più lunghezza, che
larghezza,& appicciandofilancia fuoco, &ardeinfieme. Ilche au-
uiene perche va bruciandoa poco, e fempre ricorre al principio:
tal attetto fi chiama capra: ma fe brucia fenzale dette conditioni,
fichiamatraue .e fela.eflalatione fia, 6 difpertain parte piccole, &
in varij luoghi, e fia la confiltenzaloro tanto 1n largo , quanto in
Stelle cadéti. profondo pigliano nomedi ftelle volanti. Hanno dunque quefti
fuochi due caufe: percioche altre volte l’effalatione fi accende dal
mouimento faperiore: altre volte vien dall'aria mentre dalla fua
Due caufe di freddezza è riftretto, e cacciato il caldo. onde quefto fecondo mo-
accenéiéto imento più tofto fomigliaà cofalanciata,che è bruciamento. per-
cio dubitarebbe alcuno qual modo de gli due fi debba accetrare.Di
co che vergiamo dalla famma pofta più in alto accenderfi la lucer-
nadifotto per mezzo dell’effalatione, & inciò fi vede vna mirabil
velocità fimile è lanciaméto,e n6 a fuoco generato di nuouo, quati»
PORRE: coli fia.0 dique debbiamoriceuer, che fiain Gfto modo, è che
monimento di a va'corpo ifteflo che difcorra. e par che l’vno, e l'altro fi debba ri-
fuoco. ceuere:dico quello chefi è detto del diftendimeto della fiamaallalu
cerna:e l’altra che è a modo di lanciaméto,come il nocciuolo che fal
ra dalle dita,che fi tringono.onde fi veggono e di notte,e digiorno
efsédol'aria ferena cafcarli fuochi,e neila terra,e nel mare.ma pche
vengano è ballo, ne è caufa la fpeflezza, e freddezza chele caccia in
giu.
Traue.
LIBRO DECIMO; 315
giù. e percio le faette celefti vésono giù, perche non è la lor natura
fuoco che fi diftenda bruciato, ma foftiza calda fcacciata da freddo,
già che noi fappiamo,che ogni caldo di propria natura va sù. Dire-
mo dunque, che quelle cofe che vengono nel piu alto luogo, fiano
dacflalatione accefa:e quelle che più abaflo fiano per appartamen-
to, raffreddata, & infpeliita l’effalatione più humida, che lancia la
materia calda in giù.ma della poftura della efialatione: fecondo che
ò nellargo, ò nel profondo fidiftende, cofi anco il mouimento và
ò in sù,é in giù,ò di lato:nondimeno perlo più auniene,che fi mo-
uain lato : &neé caufa, perche l’eflalatione ha feco duce mouimen-
ti, l'yno dalla violenza che è in giù, l'altro dalla naturalezza,che èin
sù, da qual due mouimenti ne fegue il diametrale; c perciò delle i
ftelle cadenti, la maggior parte fi muouono obliquamente. Con- dai
chiudiamo dunque, che di tutte quefte apparenze ne è caufa, come lateralmente
materia l’efalatione: ma come mouente alle volte il mouimento £ 2008»
circolare decieli, & alle volte il riftringimento della freddezza del-
laria:e chetutte fiano di fotto il cerchio lunare. delche ne facciamo
argoméro dalla loro apparente velocità, non diflimile al mouiméto
delle cofe da noi laciate,che per mouerfì di vicino a noi, par che cò
la loro velocità auanzino il mouimento delle ftelle,Solc,e Luna.
Difcorfo dell'Autore fopralecofe dette da ArsSlotele , € ilpro-
prio parere fopra gli fuochi aerei. CAP. XI. Aut,
In quì Ariftotele de gli fuochi, che nella ferenità dell’aria fi
cenerano. ma perche noi, fecondo la {perienza , € laragion
delle cofe ci moftra, parche in gran parte manchi, cofinella mate-
riadetalfuochi, come nella caufa del moutmento , & altre cofe ag
gionte a tal foggetto , ne diremo quanto per horaci fouviene . Pri- Primaoppo:
madique opponiamo ad Ariftotele in quel che egli fuppone , che feste sono
oltrelafuprenza parte dell’aria vi fia vn altro corpo più fottile mate sii e fore
riadellifuochi, che nell'alto fi veggono : percioche oltre che egli delfuoco.
nonhadiciò certo argomento: quelta parte fecondoli {uoi fuppo-
ti è fottililima, 8 inconfiftente. ma la materia de fuochi aerei è
confiftentehabile ànutrirli, &all'effer lanciati: néli concediamo
che fia proprio delle materie accendibili l’efler fecche ,efumofe: secîda cppo
poi che veggiamole fuftanze che fono femplicemente aride, come fa de
la cenere, pomnice,& altre, non conceper fuoco. efepur molte cofe aiticione del
carghe di humorenon bruciano,finche non diponganol'humore; le narerie ac
Didicca bifo- cendibili,
Terza oppo-
fitione cotro
Arift, circa
la provrietà
dell’ effalatto
ne fumofa +
Quarta oppa
fitione cetra
eA:ift. nella
canfa dell’or
dination del»
le sfere,
Quinta oppo
fitione nella
quantita del-
le fiuffanze ac
cendibili.
Scha oppofi=
tione nel non
affegnare cau
Je propinque,
516 DELL'HIST. NATVRALE
bifogna far differenza tra le fpetie di humori: percioche l'humor
aqueo indubitatamente è contrario all’operationi del fuoco: men-
tre dunque detto humore fi annulli,farà l'operatione del fuoco im-
pedita:ma d'incontro vi fono altre fpezie di humori,e fuftanze che
non poffono dirfi fecche , & affatto concepono il fuoco . tal è la pri
maftillatione del vino, la naphta oglio naturale , e molti artificial-
mente cauati, tali fono le raggie, bitume, folfo,e nitro . L'iftefto di-
ciamo dellacera, feui,e canfora. cl’opponiamo in quel che afleri-
fcedella fu{tanza fumofa: percioche il fumo inquanto fumo non
è difuoco concettiuo:ma concepe,e non concepe la fiamma fecon=
do la qualità della foftanza effalabile,che dal corpo foggetto accefo
afcende. c quantoall’eleuatione delle foftanze eflalabili , e la diui-
fion delle sfere, che Ariftotele simagina : fe vogliamo dalle cofe
che con mano trattiamo far argomento delle cofe della natura ri-
mofle. Veggiamo nelle offeruationi chimice delle cofe eleuate, al-
tre eflere accendibili come quelle, che di graffezza partecipi fono,
altre non accendibili, come l'humor aqueo, & argentouiuo. nè
pefliamo dir generalmente tra quelle che fi accendono, & non ac
cendono, quali delle due differenze fopraftia: perciò che dell’accé-
dibili alcune fopraftanno all'acqua, come la diftillation ardére del
vino fopraftà alla fua flemma: altre ftanno di fotto, come molte ra-.
gie deftillate, che fi inalzano con gran violenza di fuoco, e cò mol-
ta baffezza de vafi:ilche mentre cofi è, cochiudiamo effer vano quel
che delle efalationi Ariftotele fuppone,che l’accendibile vada nella
sfera più alta, e l'altre reftino nella più baffa.Di più diciamo cheno
fono quefte fuftanze atte a c6cepere il fuoco di tanta copia che deb-
biano occupar tutto l'ambito della sfera,ma che fi trouino fparfe fe
condo il calo apporta : che fe fuflero nella copia da Ariftotele ima-
ginata,occupando tutto l'ambito della sfera ne potrebbe auuenire,
che’lambito del ciclo tutto alle volte foffe da fuoco occupato.lafcio
che detti fuochi fi veggono in luogo manifeftamente à noi molto
vicini, rari, e fparfi. L'opponiamo in oltre , che in effetti tanto di
natura, & efler diuerfi, aflegni fenza diftintione fempre vna ifteffa:
caufa: e l'iftefla materia aflegni alli venti, che alle ftelle difcorrenti:
dico diefler l’vno,e l’altro effalation fecca, e fumofa, e che non al-
tro di quefto habbia affegnato nulli tuoni,e terremoti.che fe è pro-
prio della fcienza, venir alle proprie materie : per quanto eglici
moftra reftiamo molto dalla conofcenza delle cofe lontani.
Hora
“GEFBRRO:- DECIMO. 317
‘Hora diciamò noi, che mouendofi eflalationi per virtù del caldo
che tiene occupata laterra ela parte dell'aria vicina, non folo dal
- corpo dieflaterra, ma anco delle piante, e degli animali: & effen-
do di dette eflalationi vna parte materia habile à conceper fuoco
«con varietà, che altre generino vento, c foftino: altre femplicemen-
tebrucino Sc altrefi eleuino con turbolenza,e confufe nelle nubi:
altre con ferenità, echiarezza. come fe paragonallimo laragia cola
‘pece, il fuccino col nero bitume:la pioggia con larugiada. tal dif-
ferenze bifogna intendere nelli fuochi, che in ariafiaccendono, e
che perciò li fuochi de tuoni più rofleggianti,e più (pelli : delle ftel-
le cadenti,più chiari,e bianchi, e piùrari fiueggano:come che quel
li nella aria turbata , e nuuolofa: quelti nell'aria ferena fi accolghi-
no: e quelli con la violenza del fubito vento generato dal caldo dé-
tro le nubi facciano fchioppo conimpeto: quefte difcorrano fpin-
te dal proprio fofiio. perloche in quelto anco diflentiamo da Ari-
ftotele : dico che narrando egli due maniere di caufe, che poflo-
«no caufar il difcorfo delle ftelle : l'vna è la materia diffefa pronta
“a conceper il fuoco, come auuiene nel poluerino per lungo femi-
nato, oue dando fuoco ad un capo, coloro che fono alquanto lon
tani fi vede il fuoco difcorrere, fecondo il diftendimento del polue
ino, con apparenza, non che fempre di nuouo fl generaffe :ma che
fia ilprimofuoco, che corra tanto fpatio : l’ifteflo anco fi vede nel
fuoco accefo per fumo : la feconda manieraè, che fia cacciato il
caldo perriftringimento fatto dal freddo, come il nocciuolo ftret-
ro dalle dita: lafcia tra di quefto la uera, e propria caufa, che è del
mouimento caufato daltoffio : ilcheenelli fuochi da noi trattati
veggiamo, & il difcorfo anco delle iftefle ftelle dimoftra. per quel
dunque che la {perienza dimoftra nelli fuochi curfori,cofi detti dal
lungo,e continuo corfo che fanno, dando fuoco alla bocca del can-
muolo che contiene la materia, che fi accende, cacciando il foffio,fi
mouenella parte contraria, fpinta dall'iftelfo fuo foffio, che truoua
la refiftenza dell’aria . e l'’inftromenti da fuoco, che con la potenza
del vento generato lanciano il corpo che fa percolla , fempre fono
{piti in dietro dall’ifteflo foffio che cacciano: e nell’ifteffe cadériveg-
giamo la coda,c reliquie delle fauille verfo la parte lafciata,& il cor-
po della iteila promouerfi innazi fpinto dal toffio che ritruoua lare
iutteza dell’aria. Il mouiméto duque delle ftelle proviene dalla detta
«caufa : ela coda che dietro portano, è la fiamma foffiata nel modo
è Dd 3 de
Settima oppo
fitione neila
caufache dia
moumenta
alle flelle,
319 “DELL'HIST! NATVRALE
“defuochi'durfori. reftà da confidetat tacanfa di quelche Ariftotele
curiofamiente nel mouimento di dette:ttelie ricerca;dico perche per
lo più fimotono in lato. Inquefto dunque apporta la contrarietà
delle due potenze,l'vna della freddezza dell'ariaiche {penge 1n giù:
“T'altra delcaldo', che fpenge in alto da quali due movimenti dice
‘“hafcerne il trauerfale e proprio deldiatetro. ma control'opinion
‘di Ariftotele da mathemateci fi moftra altrimente:dico che li moui
“menti contratij;0 l'vné impedifce affatto l’altro,fe le potenze fiano
“eguali ò l'impedifce in'parte, fe fiano le potenze ineguali , reftan-
do il moùimento della potenza maggiore, fecondo l'ecceflo della
‘ potenza:dalche vien manifefto che dalli mouimenti contrari] che
‘ fono in'sil, e giù,mon ne prouenga mouimento trauerfale : ma dal
‘ trauerfale; e dritto ne nafca mouimento obliquo: dico che fe l’vno
fia verfola piaggia di Leuante, l’altro di Tramontana, ne nafceil
mouimento fecondo la piaggia di Greco. e dadue movimenti di
linee, che contengonol'angolo diquadrangolo, ne nafce il mout
mento di diametro dall'angolo di dette linee verfo l’oppofto. Da
quefte cofe dunque fi conofcelaragionda Ariltorele aflegnata cf
fer nulla:delche nodimeno fe ne potrebbe breueméte, aflegnarcau
Calata fa. Dicoche fele materie fecondo il natural grado digrauezza, c
sadall’eAu- leggerezza falgono incerta diltanza,, dalla terra »come in proprio
SA Ria luogo, non fimuouono da detto stado di altezza fenzanotabil cau
trauerfo. > fachele aftringa: mentre dunqueconcepono fuoco ; e fono fpen+
te dal fofho, non mutano luogo fecondo l'alto, e baflo, mafiltan»
no nella conueniente diftanza dalla terra , e fanno il corfo laterale;
fe ò confumandofi la fpiritalità, cheera nella loro confiftenza, ele
stelle corren facea leggiere, non ne diuengano più graui, e calino giù terra: ò
ti calate a ter per afforigliamento del fuoco non facciano altro moto. perloche
do auuiene che le dette ftelie correnti difcorran alle volte per terra,
non altrimente che fanno gli fuochi detti curfori fatti dall’arte,che
(N
‘cofi fi muouono,, mentre vogliamo è |
Differé Le de fsochi artificiali, et applicationi alli naturali aerei.
:1UCORIP: ! XIETI Aut.
A farà forfe ben fatto nella conchiufion del noftro difcorfo
Fuochi di fu- ripeter le maniere,c differenze defuochi da noi maneggia»
bit ; AA pa LATE
gita accerta re, accioche habbiamo da quefte facilità nel diftinguer li fuochi
i dalla
LIBRO DECIMO. 1319
dalla n'arufa fatti nell'aria. Sono Alcune materie fatté de fuochi ar-
tificiali di momeritanea accenfione, fiche ilcominciare;e l’effer.del
tutto accefe,e confumate, non ha quali interuallo ditempo. Que-
fte mentre fonò rinichiufe, peril molto vento chegenerano, fanno
etfertidi violenza horrendi: c nella natura le pofliamo paragonar
piu che altro alle faette celefti, che rompono dalle nubi. & alli ter- saette celefi
remoti nella terra raltrefono, che di mano in mano confumando- © terremoti.
fi foffano:comeli detti fuochi curfori,che fi fanno dall’ifteffa Masai
«teria,ma di modo fottilmentecalcata, & vnita, che non fi da al fuo- /:ffizno.
co comodità di penetrare, e diftenderfisonde di mano in mano ac-
cendendofi, mandano continuo foffio: letrombe altrimente fi fer
‘uono dell'ifteffa materia ralledrata, 0 da femplici dell'itefa miftu»
ra, come è il falnitro,ò daaltriftrani, come è la colofonia, & alcu»
nioglidafuoco. in quefto seno poniamo trali fuochi aerei la ftel-
la cadéte generata da materia puriflima, qual nò malaméte fi ftima- ona
rebbeche abodaffe di fultanza cogenéreà falnitro : & altriméte vi fi 1}, e Si
poflono collocare le dette capre dal falto, deferitte da Ariftotele ; fe
vogliamo confidetargli effetti delle trombe, che per l'alternata mi- 700
wi 3
ftura fofano atempo. Vi è l'altra maniera de fuochi che fempli- AR n
cemente brucia fenza foffio notabile, come fono ligeni di pece, e zecorfo.
de bitumi, c varie fpezie diogli, feui, cera e canfora. al fuoco de
quali fi può fomigliare ilfuoco detraui, mentre non habbian di- ,.,,,;,
ra maaltriattribuifcono alle traui mouimento come alle ftel-
le: equefte fono nel fecondo modo: oue diciamo generalmente ,
che mentre lamateria che brucia habbia fofho tanto potente, che
pofla vincerlatabilità di efla materia, è neceflario che fi moua in
parte cotraria.Horali detti fuochi,e digiorno,e di notre auuegono Fuochi aerei
ma nel giorno occupati dalla luce non fiveggono,oltre che l'iltefla Sono anco di
luce può (morzarli:habbiamo nondimeno iftorie de fuochi nel ge dae
no de ftelle cadenti cafcate ilgiorno in prefenza de molti. Di ti della luce
quefte dunque generalmente fe ne è trattato fotto no- sit,
me di ftelle.fono nodimenodi varie forme,
e grandezza, onde piglian
varij nomi,
*_
DEL
DELL'HISTORIA
NATVRALE
D:I FE RR OA N'TUE- TM PERSA TO
LIBRO VNDECIMO.
Nel quale fi tratta delle varie apparenze de lumi, colori,& imagini,
che nell'aria fi veggono.
Continuatione allibro precedente, e difcorfo di eAriSlotele, circa
le varietmagint, e colori notturni.
CiaPo:1. Autore.
tara ABBIAMO fin quì confiderato linafcimenti,
RATA î egli effetti, che da fuochi naturali, ò nelle inter-
w 4 neparti della terra, ò nella fpeflezza delle nubi,
3 onell'iftefa aria ferena prouengono. Segue che
S confideriamo le apparenze, ue nò effendo pre-
a fenzadifuoco,hano la lor dipédéza da lume:nel
qual foggetto perche come nelle altre cofe dette
n'habbiamo nella maggior parte dottrina di Ariftotele,cominciare
mo fecondo il noftro inftituro, da quel che eglin'infegna. Ariît.
Imaginiseco Apparono anco alle volte di notte eflendo il cielo fereno confilten
lori notturni ze d'imagini varie, dico sfondamenti, e fofle, è colori di fangue:de
sig dipede- quali bilognaftimare, che dipendano dall’ifteffi principij: percio-
che eifendo nell'aria come fi è detto confiftéze infogate , fiche par-
ga, àfiamma che brucia, ò traue di fuoco, ò ftella: non è cofa con-
traragione fe fi faccia apprendimento che rapprefenti varij colo-
ri: ma-più degli altri il puniceo , e’l purpureo: chetragli altri tut-
ti più manifeftamente hanno origine dal color di fuoco, e dal bia-
co, fatta mefcolanza fecondo il colore, che feli foprapone. tali fi
veggonole ftelle,che nafconose colcano, mentre è caliginofa l’aria:
e talianco mentre fitraueggono per lo fumo. Nafcono ancora li
‘ detticoloridarifrattioni, mentre lo fpecchio , onde fi rende l'ima-
gine fia di modo, che non renda la figura, ma il colore. ma perche
quefte apparenze non durino, ne è caufa la confiltenza fatta in bre-
i ue teme
AMI
VALRTES
LIBRO VNDECIMO. 3ri
uetempo. Quefto generalmente fia detto. ma particolarmente fi
veggonoli sfondamenti quando interrotto il lume dall’ofcuro} ‘e sfondamenti
dal nero,fa vifta di profondità. da qual confiftenze fpeflo cafcan tra i nel
ri
ui di fuoco mentre più fi vnifcono. dunque detti sfondamenti
moftrano le parti che fi vnifcono. Hora generalméte diciamo che
ilnero nel bianco fa molte varietà de colori, come la fiamma nel fu
mo. malaprefenza del Sole prohibifce che detti colori non fi veg-
gano: &fa notteli altri colori,eccettuatone il puniceo per la fomi-
glianza dell’aria non ficomprendono.
Difcorfo dell'Autore fopra le varie Spese de lu
mi, e loro proprietà . |
Cap. 1I. Autore,
VESTO è quel tanto che Ariftotele de gli colori caufati
dalla mefcolanza dellume ci dice : ma noi volendo farne
alquaro più diftinta colideratione, diciamo che de gli lumi
. . 1 : 5 x ò
altri fono dal fuoco, & altri da corpi che a modo di fuoco nelle te-
14 è
nebre lucono. Fuoco diciamo quel che fi diftende confumando la proprietà
materia in cui fi ritruoua , ne manca di dilatarfi , mentre ritruoui delfuoco.
altro corpo di cui pofla nutrirfi .Il fuoco dunque per lo più lucido
efter fuole. ma fono altre cole, che nel modo di fuoco lucono nel-
Corpi che lu=
cono nelle te
Je rencbre, come le notturne lucciole, & innumerabil copia de ver- webre,
mi,e pefci marini,e fegnatamentele parti, c velature interne de cru
ftati, e di oftrachi : fimilmente li legni ammarciti , &le fcheggie re
fidui de legni lauorati,che all'aria habbiano apprefo humore. Tut-
te dunque le dette fuftanze fecondo che van difleccandofi,perdono
infieme la luce. quafiche la luce fia non fenza tenerezza, & bumo-
re, come anco fi vede in tutti licorpi infogati ,elucenti. Incontro
Corpi che lu-
de gli detti , è vn’altro geno de corpi lucidi affatto dalli detti di- cono non di
uerfo: percioche non han propria luce,ma viuacemente rilucono , 21°? luce
della luce aliena , che con la pulitezza della loro fuperficie, ò con la
rifleftion, e trafparenza della loro ben vnita fuftiza rapprefentano :
rali fono legemme tra corpi detti, l’acqua tra li molli, e generalmé-
te quanti corpi fono habili è pigliar pulitezza. dunque detto geno
nella molta luce molto riplende, e nella total tenebrofità, affatto è
di luce priuo. onde ne viene nelic fue qualità del tutto al geno già
detto contrario. Sono nondimeno tra le gemme alcune che per la
| viua-
322 DELL'HIST. NATVRALE
viuacità della rifleffione: e perche riflettono la luce rimofla quanto
fiuoglia,danno opinione di hauer proprialuce, ;iche come hò det
Se ro è alieno dacorpi duri. Sono altri corpi che Propriam ente né lu-
Di corpi au- cono, ma dalla etterna luce illuminati rendono qualche luce ; cofi
0a 1. Veggiamo le nubi dopò il tramòtar del Sole render qualche lume:ò
cono per efe Che fiano come l’aria,e ] cielo profondamente illuminati perla tra-
reillummati {parenza, ò chel iabbin la luce folo nella fuperficie , come li cor-
a PL OPEGhixe ò che fiano difpofti miftamente, come li corpi che infie
ti dall: me- me, e trafparenti fono fino ad vn termine ,&opachi oltre di detto
feolanza del- rermine,come veggiamo eflerla caligine. Dunque licolori che do
Ao pò il tramontar del Î Sole, dinnanzi il forger nell'aurora nell’aria fi
Coloi matu- rapprefentano nafcono dalla varia mefcolanza del lume coccputo
tim, evefter dal Sole, conl'opacità di effe nubi, ò con la groffezza de vapori.
be di detti colori altri fono aurci come fa la mattina a tempi fereni: al-
tri rofli, epunicei, come fa in tempi ventofi.& altri bianchi, come
nel primo illuminameto dell'aurora. e tutti li detti colori tra il gial
là lo,biaco,e puniceo ftano.veggiamo in oltre la luce del fuoco tinger
te di ogmfpe fi diognifpezie di colore, dico oltre de gli detti, EA
Ric degni a e purpureo,e di qualfiuoglia altro coloreimaginato, come fi ofler-
ua nelle fornaci ue fifondono le minere, c noi ne daremo diftinta
piferenze conofcenzanel luogo oue ragionaremo de minerali. Ma non è co-
de colori fem {a ouc più manifeftamente fi vegga iln afcimentoe varietà de colo-
pi prodot x; dalla luce,che nelle inf d f,& opachi
ci dall'an-. Ti dalla luce,che nelle infrazzioni de raggiluminofi,& opachi,come
frazziondel- nelle colonnette di vetro triangole, e nelle ampolle, & altri vafi di
tale. vetro pieni di acqua vediamo:e come nell'arco celefte, che chia-
Se gu lumi, € A Tu: | ; N
colori notte: Miamo iride, ilche eflendocomefièdetto, refta d- confiderare,
ni fian tuttà fe glilumi notturni, e colori, fian tutti effetti di fuoco, come Ari-
effetti di fua- 1 Ci x aero ;
sd fiotele fuppone, è pur molti di efsi fiano confiftenze de corpi non
ardenti, comede varijanimali, e delegni ammarciti habbiam der-
to. e par che alcuni diefsinon ue dirfifuochi:percioche n6
bruciano, e non lafcian veftigio di fuoco ue afsiftono. tali fono le
faci notturne che done le rempefte fogliono à marinari apparere
nella fommità dell’alberi , 0 nelli ftremi diantenne : & alle volte ne
glieflercitiinalcuna punta di afta, ò nel fommo del capo fi veggo-
no. O dunque diremo che fia materia non accefa, ò fe pur ch
fuffe, che la iua confiftenza fia ditanta fottigliezza , che quantun-
que ardente non lafci nocuméto, come della prima ftillatione del
vino fogliono alcuni far moftra intingendoui panni, ò altra cofa
fimile
LIBRO: NV N:DECIMO. 323
fimili. percioche dato fuoco all'humore fi vede1l panno ò altro di
eflo intinto bruciare, finche l’humore ii confumi, reltando final-
mente eflo corpointinto illefo.Hora pafliamo alla generatione del-
le)
l’area, & dell'iride,cominciando da quel,che Ariltotele ne ha detto.
Dell'iride , area, parelio , e verghe , e delli acca-
| denti che in efsi fi ofieruano .
CAP. IIt. Arift.
IcraMmo horadell’area,edell’iride, che cofa fiano, & on-
de prouengano, & in oltre de gli parelij ,everghe: percio-
che quefte cofe tutte hanno vna iftefla caufa:ma bifogna prima rac
corre li accadenti che in efli fi ofleruano. L'area dunque per lo più
haue il circolo intero, e fi fa d’intorno del Sole, e della Luna, e delle
Proprietà
dell'arca.
ftclle rifplendenti,e nientemeno dinotre,che di giorno, e tanto di |
meriggio, quanto di altra hora, ma nongià nel nafcere, dò colcare.
L’iride d’incontro nonhà mai circolo intero, ne mai ha più di mez
zo cerchio:e quelto è mentreil Sole nafce, 6 colca: & ali'horaè la
maggior portion di cerchio che habbia: quantunque il cerchio nò
è neila fnamaggiorampiezza di diametro: percioche quanto più fi
cleua la portion diuien minore, & il.cerchio di cui è portione ha
diametro maggiore. in oltre dopò l’equinozzio di autunno,e qua-
doligiornifono più breui accadona inogni hora del giorno : ma
nelli giorni di eltate non vengono di meriggio. oltre di ciò non fi
fa giamai che fiano ftati più di due cerchi. ciafcun de quali ha tre
colori,e l’iftefli l'vn.cerchio, che l’altro. maquel di fuori più ritufi,
&ofcuri, & ordinati è contrario dell'ordine di dentro:percioche
lirideinterna delli tre fuoi colori, che fono intre circonferenze ha
il puniceo nella circonferenza più in fuoricheè la maggiore. à co-
trariolairide efterna ha ilcolor puniceo nella circonferenza più in
dentro chela minore. Dunque delle due iridiJe circonferenze
dell'vna, e dell'altra più tradi fe vicine fono di vno ifteflo colore,
che è il puniceo:e le più lontane di vno ifteflo,che è il purpurco:e le
mezzane fimilmente di vno ifteflo che è il verde.e quefti fono li co-
lori che non poffono farli pittori dico il puniceo,il verde, e purpu-
reo, che gli altri nafcono dalla mefcolanza de gli detti . La iride di.
que ha quefti colori. matrail puniceo, e verde fpeflo fi vede il gial-
lo, le cofe dette, nell'area e nelle iride fi ofleruano. Ma gli parelij,e
verghe
Proprietà
dell’iride è
Origine de gli
colori ‘nell
due archi.
324 O DELL'HISTANATWRALE i
eproprissà verghe fi fanno dalato del Sole, non difotto verfola terra; ne dalla
delparelo ye parte di fopra;nèdi notte, ma fempre preflo il Sole: c fémpre ò nel-
PERgoR la falita,o nella calata fua:e per lo più nello calare;e rade volteàmez
zo cielo, come auuenne in Bosforo:oue nafcédo il Sole fi) accompa
gnaro da due parelij fino al colcare. Quefti fono dunque gli acca-
denti delle detre apparenze. VE
(‘he le apparenze dette tutte fiano caufate da rifrattion di vifta.
CAB. IV. Arift.
ORA diciamo chele dette cofe tutte da vna caufa dipenda:
no:dico dalla rifrattione. e che fiano folamente differenti
nelli modi, e da che,& in qual modofi faccia la rifrattione, ò fia fat-
varco celefte 12 dal Sole, 6 ad altro corpo lucido. L’iride dunque fi fail giorno
fatto non folo dal Sole,c ftimarono già gli antichi,che n6 mai fi faceile dallaLuna:
o e quefto per la rarezza che facea loro tal iride occulta. ma fi fa anco.
ina dallaLuna, quantunque ciò de più rado auuenga.c perche non fi
vegga fe non dirado, neè caufa;;, prima perche nell’ofcuro li colori
ha pon fi manifetanoin oltre bifogna che vi concorrano molte cofe,
Lunarade nol E Quelte tutte auuégano in vnigiorno ifteffo del mefe: percioche s'el
ze fi vede se la debbia eflere bifogna chefia nella Luna piena; e di più à tempo:
perche» che ò nafchi,d colchi . perloche in fpatio più, che di cinquanta an-
rifrazzione nidue voltefolo fappiamo che fia ftata.ripigliando dunque da prin
dall'acqua» è cipio quel che nella profpettiua fi moftra:fappiamo che Ja vifta pa-
poli ATTO infrazzione, come dell’acqua, coftdall'aria;e da ogni altro cor:
po c'habbiapulitezza. Di più habbiamo ragione, perche da alcuni
{pecchi non folo firenda ilcolore, male figure anco :& alcuni fo-
Re lamente rapprefentino li colori enon già le figure : tali fono Li pic-
li rapprefen- cOli,che non fi poflono compartire in parti notabilmente diftinte.
tano li colori, Tn quelti dunque non puote offeruarfi figura: percioche la figura
enolefigare. 1a le fue parti diftinte , nè altrimente fi potrebbe dir figura. perche
dunque in dertifpecchi deue apparir qualche cofa,non apparendo
lafigura, viappariràil colore. mailcolore dellecofe {plendide al-.
le volte appare fplendido : alle volte, ò per mefcolarfi col coloredi
eflo fpecchio,ò per altra debolezza caufata dalla veduta fa apparen-
za di altrorcolore. di quefto bafti hauerne trattato nelli libri da noi.
feritti de fenfi: perloche hora delle cofe,che alla intelligenza di que
fto foggetto appartengono alcune ne fupponeremo , come trattate.
altroue: dell’altre tratraremo quiui... ; alc)
Del-
Dell'area che cofafia,ecomefigeneri
CA P.ti Arift.
SOMINCcCIAREMO dunquedallafigura dell'area, perche
C fi vegga circolare, e perche fempre il circolo fia d’intorno il
fole , ò luna, ò altra ftella: che in tutti conuiene vnaifteflaragione.
Dico dunque che fi fa rifrazzion della vifta , mentre l’aria, el vapo-
re fi condenfi in nube con egualità di confiftéza delle picciole parti»
oche métre matiene la confiftenza, fignifica acqua,c métre fuani- Rifezzion del
{ce,ò fi difperde,nello fuaniméto, è fegno di ferenità,e nello difper- la vifta fatta
dimento è fegno di vento. mentre duque non ifuanendo,ne difper- dall'area co-
denfatain nw
dendofi venga à pigliar il {uo eflere , con giufta ragione, è fegno di be,
acqua: percioche dimoftra la conliftenza,da cui l’infpeflamento ac- Come l'area
quifta continuità,che già è neceffario che paffi in acqua. e perciò in de der Si
quefte più che in altre fi vede effer nerezza:ma quando fi difperde è qua, è di ven
fegno di vento che è nell’aria,quantitque non fia peruenuto à noi : {9° pig
ilche appreflo comproua la fperienza veggendofi veniril vento da
quella parte, onde era lo difperdimento più manifefto.che fe la c0-
fiftenzafisfiappi è fegno di ferenità: perche mentre l’aria non fi di-
fponein modo, che il vapore predominialcaldo rinchiufo, ilche
fà l'infpefamento acquofo, il vapor non fiapparta dalla eflalation
fecca , e focofa: e non appartandofi, vien la ferenità fenza acqua.
Habbiamo dique detto in che maniera deue effe difpofta l’aria per
Sfarinfrazzione: eche nell'aria fi fa infrazzione dalla caligine cha
coufiftenza d’intorno il Sole, ò Luna. e perciò non fi vede nella
parte oppofta aluminaricome l’iride, &è neceflario che fia, òcir-
colo , ò parte di circolo. perche ftando l’affe, che è ilraggio vifiuo «Area perche
dall'occhio al corpo lucido , e fatta dalla caligine infrazzione delli ita arte
raggi vifiui egualmente d’intorno l’affe,è neceffario che detta rifraz
zione egualméte fatta,produca forma circolare d'intorno l’afle det-
to. bifogna dunque intendere in effa caligine continuatamente ra-
ti fpecchi che fono l’iftefie fue particelle,che ciafcuno perla fua pic
colezza non pofla difcernerfi ma dal cumulo di tutti continuata-
mente pofti ne véga apparenza,quafi fufle vno , perche fon difpofti
vn preflo l'altro. quel dunque, che è bianco nell’area, e l’imagine Il bianco del-
; è i ; : i l'area è l’ima
iftefla del Sole chefi vede in detti fpecchi, come vna continua for- gine ifleffadel
Ee ma mne,
sr6 DELL'HIST. NATVRALE
ma circolare, perche non fono tal fpecchi fenfibilmente diftinti, e.
più verfo rerra,per efferle parti verfo terra più quiete da véti: & oue
è vento nò è permanéza.preflo del biaco giro viene la circonferéza
nera, che'lrocca , che tanto più parnera per la bianchezza vicina.
Diciamo in oltre, chele arce vengonopiù fpeflo d’intorno la lu-
area d'intor na; percioche il Sole perlo caldo piu velocemente fcioglie le confi-
Polenta ftenze dell’aria je d'intornole ftelle fi fanno perl'iftela caufa, ma
lume, =—nonfonotanto cuidenti perche fi fanno da confiftenze piccole, e
non ancoraftabilite,
Dell'iride che cofa fia, e della caufa, e generation
de fuot colori. Car. vi.
Ariftotele.
Ell'iride già i èdetto, che fiatifrazzione, ma che maniera di
DD rifrazzione, &inche modofifaccia, e perche ciafcun degli
La fuoi accidenti cofi vada,hora fi ha dadire dunque fi uedela vifta ri-
«Aria ifbeffita ; ee vee e 9
fa vifrazzio. frangerfì da tutti corpi lifci, rraquali'è l’aria e l’acqua falli rifraz-
ne. .. zion dell'aria mentre s'infpeffifce: maavuiene alle volte per ladebo
SEELATE lezza della viftachefaccia l’aria rifrazzione fenza infpeflamento; co
serla viftari me è auuenuto ad vn certo , che debolmente vedea, a cui fempreipa
fratta dall'a- rea hauerd'incontro va fimolacro conila faccia a lui riuolta, ilche
ria no infpef- ‘ , a ] Api A pr:
ficaye perche, auueniua perche la viftafacea rifrazzione nella {ua ftefla figura per-
cioche era debole, e non'porédo la vifta per la debolezza penetrarlo
l’aria uicina le facea ufficio di fpecchio;come auuiene nell'aria [ora-
sappartza di 93» € molto groffa. perloche li capi diterra entro mar pargono fuel
cofe dall'aria ti in fu,e le cofetutte pargono maggiori mentre fofha Euro. e le co
mgrofza. fe uiftenelle caligini, comeiil Solejele ftelle nafcenti,e colcanti par-
gono maggiori di efle fteffe nel mezzo del cielo . dalla acqua duque
principalmentefi rifrange la viRa, e da quella che comincia a con-
crearfi molto, più, che non fa dall'aria femplicemente : percioche
ciafcuna particella dalla vnion de quali figenerala goccia può. fare
Cefe vichiete vfticio di fpecchio, più che nò fala caligine: pche duque habbiamo
ci moltrato prima, che in fimil maniere de (pecchi appare folaméte il
colore, e nò fi diftinguefigura, è neceffario métre incominci à pio-
vere, egiàl'arca della nube fi riltringa in goccie , enon pioua leil
- Sole
LIBRO VNDECIMO. 327
‘Sole, dò altro corpo fimi!mente fulgido fia d'incontro , chela nube
faccia fpecchio, e fi faccia rifrazzioncal corpo fulgido oppofto,e ne
prouengarapprefentation di colore,e non di figura, fendo ciafcun
{pecchio piccolo, e non vifibile: & apparendo continua ja quanti-
‘tà daefsi tutti compofta, bifogna, che la rapprefentation fatta con-
tinua fia, e di vno ifteffo colore. perloche eflendo comefiè detto, è
‘pofsibile mentreche fiano tutte le cofe in tal ftato , la nube dico, e'l
Sole, e noi nel mezzo tradi efsi , chefi veggal'iride, &all'hora,; c
‘non altrimente fi vedrà. E' dunque manifefto che l’iri fia rifraz- Prides® area
De ; ! È ; ambe fono ri-
zion della vifta , e che fi faccia nell’oppofto del Sole: e che l’area fi fa2z0one.
‘faccia d'intorno . Dunquel'vna,e l'altraèrifrazzione. mal'iride ha Diferéze tra
lavarietà de colori, e fifadall'acqua je dal nero, edilontano : l’a- ot a rg
rea di vicino, e da ariadi condition più di natura bianca. già fap- *
piamo che lo fplendore fulgido vifto per lo nero, ò dentro del nero
parga puniceo, come fi può vedere nel fuoco de verdi legni, cheré-
de la fiamma rofla : perche ilfuoco di condition bianco, e fulgido,
èmefchiato con lo fumo. non altrimente il Sol vifto, perla cali-
gine,efumoappar puniceo.per quefto dunque la primarifrazzion 44/2 del co-
dell'iride ha tal:colore dalla confiftenza delle piccole goccie, ilche o
non hala rifrazzion dell'area.de glialtri colori ragionaremo di poi.
Hora diciamo; che d'incontro del Solenon pofla dimorarui confi- UMNfza del-
ftenza tale, ma bifogna; d:che'pioua, ò.che fl fciolga,e che fe vi fuf- i
fe, farebbe l’area colorata non ‘altrimente che l’iride : il che non habbiali colo
veggiamote fe pur tal coloramento apparefle; ciò non maié in ton ” ‘4%
do; &in tutto il giro, main alcuna parte, come fono le apparenze
che chiamano verghe.che fe vi fufle tal confiftenza di caligine,che
auuicinafle alla condition dell'acqua, o di‘altra cofa nera, ne ver-
tebbe vna iride di circolo intero d’intorno il Sole: come fiveggo-
nol’inuerno d'intorno le lucerne intempoauftrale, e più manife- 1,;di Pintorz
ftamente dacoloro c'hanno gliocchi humidi, la vifta de quali,pre- n0/e lucerne,
tamente per la debbolezzafi rifrange .. Fafsi dique tal colordeiri. °!”9 cala.
de'da più caufe ‘che concorrono , dico dall'humidità dell’aria,
e dalla vaporation , che fcorre dalla fiamma, e fi mefthia: nel-
che fi ‘confidera la rifleflion propria dello fpecchio, e la nerezza
della vaporation che è fumofa.1l lume anco della lucerna appare nò midi
bianco d’intorno; ma purpurco , come fal’iride, e non puniceo, AE
perche la quantità della vita è poca; e lo fpecchio è nero. l’iri- purea.
de anco caufata dalli remi, mentre fi alzano dal mare di pofitura Iride fatta de
« Le. 3 imita oo
Iride dallo
fpargimento
dell'acqua.
Suppofitioni
onde dipendo
‘n0 le varieta
“de coloii.
Debilitamen
to fatto per la
rifrazzione
porta color
più ofcuro»
Tre colori p-
prijdell’iride.
Colori nelle
due ividi pofti
528 .© DELL'HISTENATIVR ALE »
‘ imitanol’arco celefte, ma di colore più tofto imitano l’iri della lu-
‘«cerna:percioche il lorcolore non è puniceo, ma purpureo. fanno
‘ancorifrazzione le goccie piccole diuife, e continuamente fparfe :
| perciò fe alcuno, in luogo chefia rivolto al Sole, e fia partecipe de
raggi, c diombra, fparga l’acquaoue mancanoli raggi, e fuccede
‘l'ombra, fi vede l’iride : quefta dunque ha l'ifteflo modo, e colora»
‘mento, e l’ifteffa caufa c'ha l’iride caufata daremi,percioche la ma-
no fa l’ifteffo officio del remo, e colui che irrora fi ferue della mano
in vece di remo: e quando apparifca quefto colore ne verrà infieme
l'apparimento de gli altri colori, come moltraremo. Bifogna dun-
queintendere, e fupponerc, chel fplendore, elume vifto dentro
il nero,ò per lo nero, fa il color puniceo:e bifogna anco fupponere
che la vifta quanto più fi ftende, più debole diuenga: bifogna anco
fupponere, che il nero ècome negatione, eche oue mancala vifta
retti quali nero confufo; perloche le cofe pofte di lungi apparono
«più nere, come chela vifta ini manchi. Quefte cofe dunque dalla
dottrina, c{peculation de fenfi fi debbono ricercare: per hora ba-
fterà dirne quanto quiui laneceflità ne.ricerca: e diciamo, che per
la detta caufa le cofe vilte di lungi apparono più nere, più piccole, e
più piane, e fenzarileuo: e vifte ne gli fpecchi patifcono l'ifteflo. e
le nubi pargono più nere dentro l'acqua, chenell’aria: percioche
per la rifrazzion fatta dall'acqua, fono men vedute. Dunque che
lacofa men fi vegga prouiene, ò da effa che muti luogo, ò dalla vir
fta che muti modo. Bifogna ancora confiderare,quel che fi oflerua
che le nubi vicine al Sole pargono nell’aria bianche, quali nondi
meno vifte nell'acqua moftrano color d'iride. Siuede dunque,che
fi come il nero appar più nero per la rifrazzion della vifta, coli il
bianco appar men bianco, epiù uiene ad accoftarfi alnero: ondela
uifta forte il commuta nel puniceo:quella che è alquanto men for-
te nel uerde, la più di tutti debole nel purpureo. & oltre di quetto
non fa più apparenza di colore, ma il compimento confifte in tre;
come molte altre cole; in quefti tre dunque è manifefta derermina-
tione, e l’altre mutationi non hanno fentimento diftinto : perciò
l’una,e l’altrairiha tre colori, ma contrariamente poft l'una del-
acontrario. l'altra. Hora la prima iri ha il giro più eftrinfeco puniceo: per-
( GOA N
. . CORO Neo è . °
che de gli tre fuoi giri, quefto è il giro maggiore, e da maggior
circonferenza molti più raggi uifiui uanno è ritrouare il Sole
e fe quelche habbiamo detto dell'apparenza de colori è ftato ben
i i detto.
Da
LIBRO VNDECIMO. 329
detto è ragioneuole ; che di tre folicolorifi vegga, e non di altri
che di quelti. Si vede nondimeno tralitre detti il color giallo dal-
lo accoftamento del puniceo al verde: percioche accoftato il pu |
nicco al verde appar più bianco, e per confeguenza da apparenza aa
di giallo . di quefto ne pofliamo far argomento:perche nella nube
quito più è nera l'iride più pura apparc.&cil color puniceo più gial- La rube qua.
lo: onde tra’l verde , e’l puniceo fi vede il color giallo, perla nerez- (19% 07074»
zadella nube che è d'intorno: & il puniceo appar bianco, perche a più ofenza.
rifpetto di quella è bianco. e per quefto di nuouo disfacendofi l’ar
co appar puniceo. ela nube bianca accoftata al verde fa mutatione
ingiallo.argomento ancora pigliamo di quefto,dall’iride fatta dal-
laLuna, che è biica molto,equetto perche fi vede nella nube mol- Sao
toofcura, c nellanotte. Dunque nonaltrimente, che il fuoco fo- galla luna, è
prafuoco, cofi il nero appreflo ilnero fa,che la cofa alquanto bid- bianca. |
ca, del tutto bianca apparifca, & giàil puniceo fi hà per biauchez-, Dogna ra
za debole. Quefto medefimo affetto fi può riconofcer nelli fiori, Iuogo di bian
che variamente intelluti,e poftil’vn preflo l'altro fanno varia appa- ‘0 i
renza: & altro moftra il punicco nella biancalana, che nella nera i i
& altrimente con vn lume, che con vn'altro. perloche l’inteflitori fate dell’acco
defiori dicono;che eli fallano fpeflo facendo il lauoro alla lucerna, e
eche s'ivgannano,pigliando l’vn per l'altro. Si è vifto dunque,pet- ralero.
che l'iri abbia tre colori, e perche fiveda diquefti tre foli. hora
perche ne fiano di effe folamente due, e quella che è più in fuori fia
edi celo: più languido, &habbia li fuoi colori ordinati a contra- conchinfione
rio dell'iri di dentro, ne aflegnaremo caufa dall’iftelli principij. di guanto ap-
Dico perche l’iri efteriore fi fa dalla vita più di lungi rifratta:perciò Daspgne
hà lifuoi colori più languidi e quelli ordinati à contrario: fendo dueiriti.
che dal circolo interno dellairide efteriore và al Sole maggior vedu
ta, eli rifrange da circonferenzapiù propinquaalla iri prima, &in-
feriorc:dique in quefta iride il giro interno haue il color punicco,
glialtri giri fecondo la confeguenza pigliano gli altri colori.
Ghel'iride nonfaccia circolo intero, ne più di mezzo cerchio.
Gad. vir. Arift.
59 Esta horaàvedere, che non fia poffibile,che l’iri facciacir
i ® colointero;anziche non faccia portion maggior di mezzo
, I SA RARE” Cir-
3:30 DELL’HIST. NATVRALE
(iufa della circolo : perche diuidendo l’horizonte, l’hemifpero fuperiore dal-
SR del l'inferiore: & effendo il Sole,ò altro à cui fi faccia rifrazzione,ò nel-
i l’itefo horizonte, ò di fopra:mentre tiraremo linea da detto corpo
Quantità del lucido al centro dell’horizonte, cue è la vifta, tutti li raggi vifiui,
laporsione» che dalla vita al luminare firifrangeranno, faranno fimilmente po
fti d’intorno detto afle,e faranno effetto di Cono.e li ponti ue det-
ti raggi fi rifrangono faranno tutti in vna circonferenza di circolo.
Mezzo cer Quefto circolo dunque fel detto luminare nafce,(tarà mezzo di (o-
Porzion mino Pra l'horizonte:e fel luminare èinalzato,ne farà più che la metà di
re. fotto : percioche refta in quefto cafo la parte dell’afle, che tien der -
to cerchio di fotto l'horizonte. fe dunque mentre illuminare fta
fotto l'horizonte,non può vederfi iride per lo mancamento del lu-.
me, e mentre è nell’horizontel'afle è nell'ifteffo horizonte, & appar.
conchiufione mezzo cerchio fopra dieflo horizonte ; e quanto più il luminare fe
A Do lnalza, tanto piu l’altra eftremita dell’afle va di fotto, c per confe-
20 cerchio guenza il centro dell’iride, ne fegue che non giamai pofla vederfi
arco , che fia maggior di mezzo cerchio.Quindi intenderemo per-
che nell'hora di meriggio dopo l’equinozzio non fi vegga l’iride.
Fide nelme- 192 folamente ne! falire, e nelcolcare:percioche dopò l'equinozzio
riggio quando nell'hora del meriggio il Sole alto,e l’eftremita dell'affe vien tanto
auneizi» fotto l'horizonte, chepoca, & infenfibil portione refta di fopra.
ma l’inuerno nel noftro clima quantunque il Sole fia nel meriggio
non alzando egli molto, nè anco la ftremità dell'affe oppofta è bafs
fa molto: e perciò refta qualche notabil portione della circonferen- .
za dell'iride di fopra, ilche fa che fi vegga.
Difcorfo dell'Autore fopra sl foggetto iStefodell’iride, et
riprenfione delle cofe dette da Ariftotele».
CAP, VII: Aut.
Vesto è quanto Ariftotele dell iride, & arco celefte lafciò
fcritto. Noi perl’amore del vero , hauendo contro di eflo
molte cole degne di auuertimento , non reftaremo di mo-
Qual tempe- ftrarne quanto laragione, cia {perienza c'infegna. che dunque dal-
ramento di lu Ja varia mefcolanza dellaluce con le tenebre fecondo li gradi del
ce generi colo A Sa z 2°
veve qualnò, 1©MPeramento nafca la varietà de colori in quefto co Ariftotele fen
riamo:e che perciò il Sole, e le ftelle nafcenti punicce,e fanguigne
fi veggono, quali nondimeno nel mezzo cielo fono lucide,e biaa-
che.
LIBRO VNDECIMO. 331
che. ma non ogni remiflion di luce caufa perciò colore, come veg-
giamo farfi mutatione da gagliardiffima luce gradataméte in lume
debolifsimo, fenza interuenirui altro colore,che il rimetterfì la lu-
ce, Oletenebre. D'incontro fono altri mefcolamenti, ouc tempra- RI
talaluce con l'ombra, fenza remifsion dell’vno, e dell'altro, fi vede e
l'intero numero de colori femplici, ilche ofleruiamo ne gli iltro- nole fpezie de
menti di rifrazzione : cue per lo mefcolamento delli raggi lucidi, (ALE
&opachi,checonfufil'yn conl'altro peruengonoalla vilta,fi veg-
gonole varie differenze de colori ordinate fec6do la difpofition del
luciijo, & opaco:mentre dunque con detti iftromenti riguardiamo — _
nel folo luminofo, non nafceimagine alcuna de colori. ne anco fe a
riguardiamo nel folo opaco. ma mentre riguardiamo nelli confini zione porzino
dell’ombrato, c luminofo. facendofi confufione di detti confini al- colori,e qua
la vilta, fi vede che ne prouengonole differenze de colori corrifpo- der
denti alla pofirione di detto itromento . oue dunque non è infraz-
zion de raggi, iui non è mefcolanza, & oue non è mefcolanza de
raggi ombroli e luminofi, non prouien colore : perciò ne gli pec-
chi, quantunque fifaccia riflefsione di linee vifiue, non perciò ne 7) colorefreè
prouien colore: percioche ordinatamente , e diltin'amente li rag- nerap Lo me-
givifiui, altri vanno alla parte lucida, altri alla tencbrofa fenza me- a
fchiarfi. ma oue auuenga che delli raggi, per efler altri maggior- & opachi.
mente infrarti, & altri meno, li lucidi, e gli opachi vengano all’oc-
chio mefchiati, iui neceffaviamente fouuengono gli colori: nella
generation de quali fi oflerua che fe la luce fia dalla parte dell'ango= p,dine deco»
lo del diaphano trapofto, il color generato è puniceo , e fe fia l’om- tori. |
brato,ilcolor generato è celeftino con fuccefsione del verde. on-
de ne fuccede per confeguenza, che fe la luce vifta fia tra due termi-
ri opachi il confine dalla parce dell'angolo moftrarà il celeftino , e
dalla parte oppofta il punicco.acotrario fe l’opaco fia tra due termi
ntlucidi, farà dall'angolo il puniceo,e dalla oppofto il verde, e cele-
ftino:ilchetutto viene in due capi. dico che fe] luminofo e fopra-
venuto ,evinto dall’opaco il colorche figeneraè verde e celeftino:
e fe l’opacoè foprauenuto,e vinto dal lucido,fi genera il giallo, pu
niceo:ploche nelle fiîme la fuprema parte fi oflerua punicea fopra- colori nelle
uenédo iuilafiama al fumo, e la infimaceleftina foprabondado iui vaio
l'effalarione,& humere, ritornido dunque all’infrazzion deraggi, colorefi gene
& inftromento da ofleruarli, diciamo che manifeftamente li colori rane gli conf
figenerano nelli confini; e che mentre il luminofo fia diftinto dal- drag
Li l'opaco
332 DELL’HIST. NATVRALE
colore fi gene l'oPaco, non fi vegga colore alcuno, machefiueggano mentre fl
ra,cueperie confondal’vn con l'altro. è manifefto anco che detta mefcolanza
infrazzio? Ta ì : î
infrazione non venga, oue perladoppia infrazzionenon nafca concorfo de,
doppia Li dda . . . 1]s s SEA
gifi ccafondo raggi. Lvunque ftando illucido dalla parte dell'angolo, nei prin-
19 uu CApio, ue è mefcolanza poca portal giallo , e diman in mano fas
cneration S à SUA . x j
del giallo,e pu icendofi la occupation dell’opaco maggiore, fegue ilcolor puniceo
niceo + eroflo. ma fe l’opaco fia dalla parte deli’angolo, perche fecondo Î’oc
chio e riccue,foprauienel’opaco al luminofo, nel principio, ue
Generation ©CONtIgUO alla luce, & ha poca potenza fail verde, c feguendo ia
del nerdese ce frequenza maggiore de raggi ombrofi,fail celeftino . Hora la fem-
ca rey; Plicerifrazzion de {pecchi non apporta nouità de colori, perche è
flefion dapee fenzainfrazzione: nèancolainfrazzione, fe non fia il raggio la fe-
chinon faccia conda volta infratto : percioche invna fola, non fifa meico!anza
ig de raggi. bifogna dunque chealmeno occorrano due femplici in-
colore dalla frattioni: 6 che fiano accompagnate da riflelsione,ò fenza. Ma farà
doppia os ben fatto à maggiore intelligenza di quanto fi dice diftinguer det-
S effone è re voci. ripigliando dunque1l principio diciamo, che il raggio vi
nò . fino mentre fi diftende per un corpo folo, &àfe tutto fimile il di-.
ta fiendimento, e dritto e fenza piegatura : ma fe da corpo pit grof=
infrattione , fo, pafsi in corpo più fottile; ò dal tottile in più grofio ; ne gli con-
che cofefia. fini dell’yn con l’altro fipiega, facendo angolo nel punto de confi-
ni, econferuando nel relto interamente la drittura delle linee:chia-.
miamo dunque infrazzione detto fpezzamento de raggi : equefta.
. femplice,mentre vna volta occorra mutar (peflezza de corpi:doppia.
Da che © molteplice mentre due; e più volte occora. Riflefsion diciamo,
SPY mentre il raggio ritrovando nuouo corpo, non pafsi oltre,ma i pie
ghi verfo lifteffo corpo, per cui procedeua. la rifiefsion dunque è
| propriadefpecchi,comel’infrazzioneè propria degliocchialisone
DE 1 quantunque fia l’infrazzion doppia, non fa percio colori, perche
doppia infra non è tanta, che apporti mefcolanza. Hora in vno ifteflo corpo di-
E afano, Scinvnafupetficie, poflono auuenire infieme infrazzione,
‘. eriflelsione, come dall’acquaci fono rapprefentate [cimagini al.
Riflefione,&* modo di fpecchio, ilcheè riffeilione: &infieme veggiamo le cole
ii dentro ripolte con raggi infratti. finzilmente polsiamo de gli. oc-
i ‘chiali in vn modo auualetci, come di fpecchio, & in vn'altro cene
feruiamo comedi mezzo da vederoltre.-cofi puote vna iftelfla am.
pollaripiena diacqua, ò vna iftefla sfera di uetro, rapprefentar.in-
fieme le cofe pofîe dalla parte dell'occhio per riflefsione, e lecola.
i oltre
ret
LIBRO: VEN DIECI MO. 333
oltre pofte con raggi infratti. oltreche fipuo con effa hauere vna r;e maniere
terza maniera dell’vna, e l’altra mefchiata, dico che occorrendo la & vedere per
vifta alla fua fuperficie conuefla,fa fetnplice rifleflione, e penetran- ; A {telpo cor
‘do; ilche fi facon infrazzione, allacaua, iui riflefla, ritorna ad
vfcir con la feconda infrazzione. fono dunque due infrazzioni,l'v-
na mentre dal più raro entra nel denfo, l’altra nella quale dal più
denforitorna nel più raro, qualiambe infrazioni fono nella fuper piperiza del
ficie primache occorre, & uiè la rifleffione tramezza fatta nella fu- l'areas@ iri-
perficie più lontana, e cana. Venendo dunque all'area, e l’iride di- o
ciamo l'vna, e l’altra farfi con raggi infratti : ma nell’iride fpezial-
mente interuenirui Îa rifleffione. diciamo in oltre le dette infraz-
zioni, e riflefsioni farfi da corpicciuoli, che compongono la con-
fiftenza dellanube;c della caligine:intenderemo dunque vna linea
dal corpo lucido al ponto principio vifiuo come afle , e nel fogget-
to dell'arca, intenderemo intorno detto afle li raggi vifiui infratti
dagli corpulculi delle goccie , andar dalla vifta alluminare: fe dun
‘que da corpi fimili potti fimilmente debbiamo hauere effetti fimi-
li;faranno le infrazzioni fatte in egual diftanza dall’afle, e per con-
feguenza in circolo d'intorno detto affe:quiui dunque la infrazzio
nc è dallanubetramezza:manell’iride la siflefsione è dalla nube op i
pofta:già hò detto, che con detta riflefsione finaggiunta l’infraz- e
zion doppia: dico, e nell'introito ,_e nell’efsito del raggio . Segue tramezzal'i-
daconfiderarfî, perché fi facciano l’iride, e l'area in circonferenza 74 riflesse
i 5 i ; da nube oppo
determinata, enon da qualfiuoglia altro luogo intorno ’afle. nel- fs. di
che ricorrendo alle.cofe già dette,che non ogni riflefsione,e rifraz- Iride,& area
zione vien colorata,ma quelle folo che fan mefcolanza de raggi,co BS Mea
me ueggiamo manifeftamente che trapofta l’ampolla tra l'occhio , minata circà-
elaluce non rende colore,fenon fia detta ampolla tanto lateralmé- 7228»
te dalla dritta lincarimofla che l’infrazzione delli raggi , che dalla
ampolla alla luce peruengono per efler in difcoftamento lateral co-
ueniente,faccian concorfo,e per confeguenza con la mefcolaza ren
dan colore: perche dunque l'infrazzion colorata fifa nelle ampolle,
e nelle goccie nello eltremo della loro rotondità: ondeli raggi per-
uengono riflefsi dalla luce a gliocchi, non fi hauerà colore, fe non
fiano in tal diftanza dall’afle, che da detti ftremifi faccia. e veggia-
mo l'iride farfidifcofto dall'affe, circa vn terzo del quadrante, e l’a- Iride difofto
rea anco fecondo ladifpofition della nube nella fua conucniente mill
diftanza. Conchiudiamo dunque che l’iride non fi fa da femplice quadrante.
riflef-
«Arca, GO îri=
de fan circoloa
334 DELL’HIST. NATVRALE
tvidefi faper rifleflione: percioche da quefta non hauerebbe coloramento ; per-
riflefione dal chela fuarifleffione non fideue ftimare farfi dalla conuefla;e prima
SI fuperficie dellagoccia, ma dalla cava, &vltima: & ha il color pu-
per confegut- niceo nell'eftrinfeco, il purpureo nell'inftrinfeco: perche hauendo
79 VI ‘ la goccia due emifpheri, che e l’vnowerfo l’affe, l'altro dalla parte op
introito, eref Potta,e rivolta dall'afle : il raggio della vifta incorre nell'emifphero
fito detraggio interno, &hàl'efito dall’efterno. perche dunque la vifta peruiene
di netta al lucido del Sole, per quel c'habbiamo prima determinato; farà il
Ordine de co- }a fortile, & angolare: fono dunque'in quefto modo ordinatili ce-
lori nell'ar par ) , * E ;
celeSteset on. IONI SÙ) puniceo, e roffo nell’eltrinfeco delt’arco , dentro: quefto il
de cofifi giallo, appreflo ilverde,efinalmente nel più intrinfeco il celeftino,
Colori delle poidatutti infieme fifa l'unita formadell'iride i In